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Autore: LUNA_e_GINNY    24/12/2010    0 recensioni
Ehi scusate se ho spostato la fan- fiction su questo account, ma non riesco più a entrare con quello che usavo prima (GinnyeLuna). Buona lettura ^.^
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 2- CACCIA AL TESORO

 

Edward quella sera tornò più tardi del previsto, ed i dubbi e la paura di un presunto tradimento mi divorarono per tutta la giornata.

Aspettai mio marito sveglia, con il presupposto di fargli tutte le domande che mi erano ronzate in testa nel resto del giorno.

<< Dove sei stato?>> chiesi esitante. Pronunciai quelle parole ad occhi chiusi, con il terrore di capire dal suo sguardo, vago come la mattina, che mi stesse mentendo.

<< Ne abbiamo già parlato stamattina... sono fatti miei. È tardi. Sali in camera .>>

Non ascoltai tutto quello che mi disse, ero rimasta alla prima frase: “sono fatti miei”. Sentii l’ira montare e mi alzai di scatto dal divano del salotto, nella quale, vista l’ora, eravamo rimasti soli.

<< I fatti tuoi sono anche miei.>> dissi con voce crescente.

<<  Adesso basta Isabella siamo sposati, ma non siamo la stessa persona!>> Edward era rabbioso, ma mai quanto me.

<< ISABELLA?! Stai scherzando vero??>> chiesi guardandolo dritto negli occhi ambrati.  Rimanemmo per un po’ a fissarci. Dall’incontro dei nostri sguardi sembrava scaturire fuoco. << Io vado in camera>> disse poi mio marito voltandosi e salendo al piano di sopra. Non riuscivo a parlare, a seguirlo, o a trattenerlo. Ero immobilizzata. Immobilizzata dalla convinzione che mio marito avesse un’altra. Un’altra più bella di me. Un’altra che ora dormiva serena col pensiero che domani avrebbe rivisto il suo amante. Un amante che apparteneva a me. Ma ancora per poco.....

*

A distogliermi dalle mie sgradevoli fantasie, la mattina dopo, fu la tenera e materna voce di Esme: << Bella, tesoro, che fai sul divano?? Non mi dirai che hai passato qui tutta la notte??>> Mi guardai intorno. Avevo completamente perso la cognizione del tempo. Veramente avevo trascorso le ultime nove ore a rimuginare sulle pene inflittemi da mio marito??? << .....No Esme...non preoccuparti>> risposi svogliatamente << Dove è Edward??>> domandai improvvisamente mettendomi a sedere << E’ uscito molto presto. Doveva svolgere delle commissioni... o qualcosa di simile>> rispose senza rendersi conto di quanto poteva farmi stare male sapere di quelle “commissioni”!

<< Ah... ho capito>> dissi tentando di dare a queste parole un tono di completa noncuranza. Mi alzai e salii in camera. “Una cosa è certa!” pensai salendo le scale “ Se Edward aveva un’amante o comunque mi nascondeva qualcosa, io lo avrei  scoperto!” Arrivai nella nostra stanza e mi buttai sul letto. Da quale parte dovevo pur cominciare.

Allungai un braccio e aprii i primo cassetto del comodino di Edward. In effetti mi sentivo terribilmente in colpa a violare la sua privacy in questo modo, ma l’amore e la gelosia che provavo in quel momento nei suoi confronti, superavano ogni limite e alla fine ebbero la meglio sul mio buon senso.

Il cassetto era vuoto tranne che per un porta-oggetti di porcellana. Uno dei tanti regali ricevuti al nostro matrimonio, ma forse lui lo aveva dimenticato che eravamo sposati. Chissà perché si ostinava a conservare quel piccolo oggettino?! Che valore poteva avere più?!.

Richiusi il primo cassetto un po’ delusa, ma decisamente sollevata. Posai la mano sul pomello d’argento che apriva il secondo. Lo aprii piano, convinta di trovarci le prove, sgradevoli ma inevitabili del suo presunto, ormai quasi sicuro, tradimento. Tirai il pomello quel poco che bastava per vedere all’interno del comodino in legno. Esso conteneva una miriade di spartiti, una penna stilografica color avorio, altro regalo di matrimonio ormai senza valore per entrambi, e un pacco di carta da lettere, specifica per spedire gli inviti di matrimonio, il nostro. Ancora una volta un oggetto privo di valore. Sembrava che quel giorno tutto mi volesse ricordare che ero sposata con un uomo che mi tradiva deliberatamente. Cercai un po’ tra gli spartiti. Non sapevo neanche io che cercavo. Ma cercavo. CERCAVO. Cercavo furiosamente la mia disperazione in quei vecchi fogli ingialliti.

Ancora una volta la mia caccia al tesoro non andò a buon fine.

Aprii infine l’ultimo cassettino. Vuoto. Niente di niente.

Mi abbattei su grosso letto a baldacchino, comprato tanto per riempire la nostra camera. Ma con lui sempre fuori, sembrava più vuota che mai.

Appoggiai violentemente la testa sul grosso cuscino di Edward.

C’era qualcosa di strano.

Sbattei nuovamente la testa sul cuscino. Strano.

Strano, strano, strano.

Sollevai il grosso ammasso di piume d’oca foderato in seta.

Un biglietto, con una foto ed un indirizzo. La foto rappresentava una donna dai lunghi capelli bruni e gli occhi verdi, l’indirizzo probabilmente era il suo. Nel biglietto con calligrafia veloce e distratta era scritto “tutto secondo i piani”. Ma non secondo i miei.

 

 

 

 

  
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