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Autore: clacli87    24/12/2010    1 recensioni
Stiamo parlando di uno dei personaggi meno esplorati della saga di Twilight, Leah Clearwater, la storia è di lei che tratta, di come è diventata quello che è e di come evolverà nel tempo affidandosi solo a se stessa, tra mille problemi e novità. Leah si avvicina alla scrittura, ma quando si scrive c'è sempre un motivo e lei ne ha uno più che valido! Spero vi piacerà! Ma perchè nessuno commenta? è così brutta? Ditemelo se è terribile!
Genere: Comico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leah Clearweater
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga, Più libri/film
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Era incredibile Diario,

tra tutte le persone che avrei potuto incontrare quel giorno era l'ultima che avrei mai immaginato.

Forse hai già capito di chi si trattava: era il tizio del bar, quello che avevo avuto l'ostinazione d i salvare da dei delinquenti da quattro soldi, era lì davanti e mi scrutava con occhi allibiti.

Fui io a rompere il ghiaccio, ma devo ammettere che a causa dell'inaspettata sorpresa quello che uscì fuori dalla mia bocca fu solo un mucchio di parole farfugliate:

 

Ma, come.... è impossibile, cioè io.... tu, tu lavori qui?”

 

No, non lavoro qui, se è questo che vuoi sapere” stavo già tirando un respiro di sollievo, ma lui non aveva finito di parlare ed infatti continuò, con un lieve sorriso sulle labbra mi disse:

 

Sono il proprietario di questo posto” credo che a quel punto i miei occhi tentarono di uscire fuori dalle orbite, poteva mai andarmi peggio di così il primo giorno di lavoro?

 

Non era un semplice passante o un collega qualsiasi, era il mio capo, il proprietario del museo, ti rendi conto in cosa sono incappata? Colui il quale avrebbe deciso per una mia assunzione definitiva era lo stesso che si era rifiutato di farsi salvare la vita da me.

Ero ancora in stato di pseudo psicosi, quando lo vidi allungare una mano verso il mio petto, lo guardai accigliata, non avevo capito che cosa volesse fare e poi prese con due dita il cartellino che avevo impresso sul vestito:

 

Leah Clearwater, è così che ti chiami quindi, benvenuta nel museo, spero che ti troverai bene nel lavorare qui!”

Ma chi era quest'uomo? Il giorno prima mi aveva trattato come un'infame, per avergli salvato la pelle ed ora era tutto pacato e gentile, come se mi avesse incontrato per la prima volta.

Cosa dovevo fare? Dovevo comportarmi in maniera innaturale? fare la gentile e la cordiale, quando invece avrei voluto sbranarlo?

Alla fine strinsi i denti e i pugni, per trattenermi e abbozzando un sorriso forzato dissi:

 

Ah, ecco, grazie del benvenuto, meglio che mi sbrighi a timbrare il cartellino allora, non vorrei fare una brutta figura” cercai un modo per liberarmi da quell'incontro imbarazzante con la prima patetica scusa che mi venne in mente e feci per andarmene, ma lui mi tirò per il braccio e mi parlò:

 

Leah, riguardo all'altra sera, forse sono stato un tantino scortese, non era mia intenzione risponderti male,

ma le giornate -no- capitano a tutti giusto? Dato che ora lavori qui spero che tu capisca che sia meglio non divulgare come ci siamo conosciuti”

Deglutii e feci un cenno di assenso:

 

Ora però devo andare, tra poco arrivano i clienti”, mi diressi verso il foyer del museo, riflettendo su ciò che mi aveva appena detto capii di essere stata minacciata, era chiaro, se avessi detto a qualcuno del nostro incontro sarei stata licenziata su due piedi.

Che rabbia, non era affatto salutare nasconderla, prima o poi sarebbe esplosa ed io con lei!

I pensieri mi stavano distraendo, ma una voce mi riportò alla realtà, mi girai di scatto e focalizzai l'attenzione sulle parole:

 

Ah, Leah dimenticavo, stai proprio bene vestita così!”

 

Era ancora lui, il mio capo -che strano chiamarlo così-, mi feci subito rossa in viso ed il mio corpo divampò fintanto che mi sembrava aver sfiorato i 50 °C.

Si metteva a fare anche lo spiritoso? Ovviamente ero furibonda, era incredibile con quanta noncuranza mi dicesse quelle parole, sembrava che fosse addirittura uno del branco, aveva lo stesso atteggiamento di Jacob!

Scrollai le spalle e ripresi il cammino verso la Hall, guardai l'orologio nel corridoio, mancavano dieci minuti

e avrei debuttato come guida! Fantastico!

Dovevo calmarmi, salutai cordialmente una collega e mi avvicinai all'ampia porta finestra che dava sul giardino, dove avrei iniziato il percorso.

I vigilanti stavano aprendo le porte e riuscivo a vedere l'inizio di una lunga fila, il week-end non era finito e si notava, c'erano molti genitori con i figli, ma anche adulti, venuti da chissà dove.

Vidi Susan, colei che mi aveva assunto, venire verso di me con un foglio, mi aveva anche munito di un libro da studiare, che avevo divorato con entusiasmo, ma che non trattava di cose molto diverse dalle storie che mio padre mi raccontava sempre.

Il povero Harry... quanto mi manca, ma basta essere melodrammatici, torniamo al racconto.

Tieni Leah, questo è un elenco dei componenti del tuo primo gruppo, dovrai chiamarli all'appello uno per uno e segnare i presenti e gli assenti, alla fine del giro didattico dovrai consegnarlo all'ufficio logistica.

Tutto chiaro? Per qualsiasi problema puoi chiedere a me!”

Mi disse Lei, con tono cordiale, le risposi con un sorriso gentile, che non era da me, ma dovevo abituarmi all'idea di essere un tantino più malleabile, quindi... alla cortesia dovevo rispondere in maniera adeguata.

Presi il foglio in mano e cominciai e leggere i primi nomi sul registro, passai il mio dito indice sulla carta, ma dovetti bloccarmi all'istante quando arrivai al numero 16 della lista.

Non poteva essere... il nome che avevo appena letto era chiaramente Jacob Black e non solo, le persone che lo seguivano erano Seth, Jared, Paul , Quil ed Embry.

Rilessi i loro nomi per circa cinque volte, pensai che magari fosse uno scherzo, ma dovetti ricrdermi quando sentii un ragazzotto schiarirsi la voce e dire, con tono divertito e palesemente euforico:

 

Buongiorno signora guida”

 

Era Jacob, incredibile, ma vero e attorno a lui c'erano gli altri, tutti meno che Sam naturalmente.

Ero sconvolta, ci mancava anche questa pseudo sorpresa per finire di rovinarmi la giornata.

 

-Cosa diavolo ci fate qui? Come avete fatto a sapere...- pensai per fargli capire quanto fossero graditi in quel momento.

 

-Sono stato io sorellina, pensavi che mamma non mi avesse detto nulla? Non potevo di certo perdermi un simile spettacolo!” Ovviamente c'era Seth dietro tutto questo, se fossimo stati da soli glie l'avrei fatta pagare per bene!

Stavano tutti sogghignando, quanto li odiavo, erano venuti per tormentarmi!

-Leah, vedi che ti hanno conciato per le feste, ma Halloween è lontano!- farabutto di un Jacob, come si permetteva di prendermi in giro, stavo lavorando io, non me ne andavo in giro a godermi la bella vita, passeggiando con la sua mini-Cullen.

Lanciai un ringhio con i miei pensieri e gli ordinai di stare buoni, non avevo intenzione di fare brutta figura, ne andava della mia assunzione.

Cominciai quindi a chiamare le persone sulla lista, come mi aveva spiegato Susan, e iniziai a parlare di alcune leggende sul mio popolo, mentre si passava dal giardino, in cui c'era la ricostruzione di una tenda, alle altre sale piene di reperti quali armi, gioielli ed indumenti.

La situazione era sotto il mio controllo, non dovevo agitarmi o era la fine, spiegai i nomi degli indumenti che indossavo, spiegandone la consistenza e l'utilità che se ne ricavava.

Alla infine del percorso portai i bambini a farli travestire con dei costumi per fare delle foto con me, lanciando però sempre un pensiero minaccioso ai miei fratelli, dovevano stare attenti a non fare qualche casino o ne avrebbero pagato le conseguenze.

Avvicinandomi verso gli spogliatoi non potei fare a meno di voltarmi verso la porta d'ingresso della direzione, chissà se il proprietario, di cui non sapevo ancora il nome, sarebbe stato soddisfatto della mia performance.

I bambini indossarono i costumi e proseguimmo con le foto in giardino.

Appena finito il mio tour salutai calorosamente tutti e tirai un sospiro di sollievo, era tutto finito avevo fatto il mio primo ed ultimo giro turistico della giornata, me ne spettava uno solo essendo in prova, ma ero ugualmente soddisfatta, con tutto quello che mi era capitato avevo impedito che le cose andassero per il peggio.

Dissi a Seth e gli altri di aspettarmi fuori dal museo, andai a cambiarmi per ritornare la Leah acqua e sapone di sempre e mi diressi verso l'ala direzionale dell'edificio, dove avrei riconsegnato la lista compilata da me.

Varcando la soglia mi ritrovai di fronte il capo, di nuovo.

 

Leah, complimenti sei stata davvero brava oggi, ho seguito da lontano il tuo excursus storico senza intralciare, ma sono stato piacevolmente sorpreso.”

 

Caspita, avevo fatto una bella impressione allora... Ben gli stava, gli avevo dimostrato che non era facile trovare una scusa per licenziarmi!

 

Beh, la ringrazio signor?” a quel punto forse sarebbe stato il caso conoscere il suo nome

 

Che sciocco che sono, non mi sono nemmeno presentato, mi chiamo Derek Nylon, ma non mi dare del lei, qui nessuno lo fa, è categoricamente proibito.”

 

Ed io invece pensavo che sarei stata messa in cattiva luce non avendogli rivolto del lei davanti agli impiegati, vallo a capire questo Derek...

 

Leah, parlando della tua assunzione, sono deciso ad accordarla, ma dovremmo parlarne questa sera a cena, ora non ne ho il tempo. Se vuoi il posto è tuo, basta presentarti al Luxury Hotel per le 21, io sarò lì e ne discuteremo con calma.”

Non era possibile che mi stesse proponendo una cosa del genere, davanti a tutti, sbaglio o ci stava provando? Ma che maledizione è la mia? E' mai possibile che mi debba andare tutto per il verso sbagliato??

Se non ci fossi andata mi avrebbe licenziata, se ci fossi andata chissà cosa avrebbe detto o fatto, non è una cosa normale andare a cena con una dipendente giusto?

Non sapevo cosa fare o dire e alla fine risposi in maniera vaga dicendo solamente:

Ci penserò” per poi dirigermi verso l'uscita dove avrei raggiunto i guastafeste della riserva.

Insomma diario capitano proprio tutte a me, più tardi ti racconterò come andò il resto della giornata.

A presto mio caro compagno di avventure.

   
 
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