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Autore: MiseryandValerieVolturi    24/12/2010    2 recensioni
[BellaXEdward]
Per la seconda volta, Edward se ne va. Perché? Cosa lo spinge ad abbandonare Bella e Renesmee?
Bella, distrutta e decisa a non rimanere a Forks, si trasferisce in Alaska ... ma non è tutto come sembra.
Dal primo capitolo:
Iniziò a leggere “So quello che pensi Bella, ma non è così: non vi ho abbandonate, e non ho intenzione di farlo per nessuna ragione al mondo …” si fermò quando si accorse che le lacrime iniziarono a cadermi leggere sulle guance e sospirò “… ho dovuto farlo, perdonami. Voglio che vi prendiate cura di voi, continuando a fare quello che avreste fatto con me al vostro fianco; senza fare stupidaggini Bella, promettimelo questa volta. Tornerò prima o poi, ve lo giuro. Vi lascio questi due cuori, nella speranza che vi possano aiutare a ricordarmi, vi amo. Edward”.
Dal terzo capitolo:
Ero alla ricerca delle parole giuste, di certo non potevo esprimere quello che avevo appena pensato.
“Niente, niente di grave” mentii “Abbiamo deciso di trasferirci”
Dal capitolo dieci:
“Va tutto bene” una voce calda e bassa mi risvegliò, suadente. Era famigliare, quanto il profumo che mi avvolse assieme alle sue braccia. Il freddo si sostituì al sintetico calore di una coperta di pile. Un solo nome, ora, soffiava dalle mie labbra.
“Edward …” mormorai. L’unica risposta fu un bacio a fior di labbra. Lo immaginai sorridere, dietro di me.
“Niente più brutti sogni” mi sussurrò, cullandomi.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Capitolo  III

Senza Sapere






Era passato solo un giorno dal secondo abbandono di Edward, ma non mi ero ancora ripresa da tutto; non riuscivo a rendermene conto.
Edward se ne era andato e anche una parte della mia anima con lui. Ero vuota, fredda, e mi risultava difficile provare qualsiasi tipo di emozione. Tutta l’energia che avevo acquistato negli ultimi tempi era svanita. Solo una cosa riusciva a farmi ottenere quelle poche forze per permettermi di andare avanti, di continuare a vivere: Renesmee.
La osservavo dormire tra le mie braccia, in quel petto caldo che probabilmente sarebbe bastato a tenerla al sicuro, o forse no. Non avevo chiuso occhio quella notte, pensando e ripensando a cosa avrei dovuto fare. La cosa più difficile era capire cosa dovessi fare con Renesmee. Il mio istinto mi suggeriva che me ne sarei dovuta andare lontano da Forks da sola e lasciare mia figlia con qualcuno che potesse proteggerla, con la famiglia di Edward o con Jacob, ma la parte del mio cuore optava per l’opzione opposta. Avrei dovuto portare Renesmee con me, e in qualche modo l’avrei tenuta al sicuro.
                              
La vidi stropicciarsi gli occhi per poi richiuderli e abbracciarmi forte.
“Buongiorno dormigliona” le dissi baciandole i capelli e stringendola ancora più forte.
“Buongiorno” biascicò ancora insonnolita.
Spalancò definitivamente gli occhi e mi guardò in modo strano. “Mamma, hai dormito con i vestiti?” indicò i jeans e la maglia che indossavo.
Per la prima volta dopo ventiquattro ore si formò un sorriso sulle mie labbra, fino a poco tempo prima sigillate dal dolore.
Mi guardai come una stupida. “Sono proprio sbadata vero?” le risposi dandogli corda. Renesmee annuì ridendo e le scompigliai i capelli. Facevo un enorme fatica a nascondere il mio dolore, ma per lei dovevo farlo, dovevo trovare la volontà.
 Feci un enorme sospiro e cercai di togliermi il peso che mi sentivo dentro. “La tua mamma sbadata dovrebbe dirti una cosa..” la guardai negli occhi. Si avvicinò ancora di più e mi salì in braccio facendo segno di continuare. Speravo che la prendesse bene, lo speravo sul serio, volevo vederla felice.
“Ti dispiacerebbe lasciare Forks?” aggiunsi “rispondi sinceramente”.
Renesmee mi guardò confusa e rispose: “Si..perchè?”
“La mamma ha pensato che forse sarebbe meglio..” deglutii “trasferirsi” tagliai corto quella frase che fino alla fine mai pensai di poter riuscire a dire.
“Perché?” sulla sua faccia comparve un misto di curiosità e di confusione.
Cosa le avrei raccontato? Come sarei riuscita a confessargli tutto? Cosa mi sarei inventata? Per quanto Renesmee fosse una bambina prima o poi avrebbe capito tutto, era una bambina intelligente. Ma non potevo di certo raccontargli tutta la verità, non ci sarei riuscita. Avrei trovato una scusa. Non sapevo neanche io quale fosse il motivo della mia decisione: Edward se ne era andato, e neanche di quello sapevo il perchè.
Cercai di parlare tranquillamente e di mantenere la calma. “Sai, amore, qui sta diventando difficile. Forks è un piccolo paese e non è il posto migliore per noi. Non che si stia male, ma … sarebbe meglio per entrambe se ci trasferiamo. Ci farà bene allontanarci, avere una vita un po’ più normale, non credi?”. Rimase in silenzio e annuì non molto convinta. Il motivo non era quello, ovviamente. Mi ero sempre trovata bene a Forks, ma con la lontananza di Edward non avrei resistito più di tanto in un paese pieno di ricordi.
Continuai. “Ritorneremo qua spesso, te lo prometto. Ogni volta che potremo prenderemo l’aereo e veniamo a trovarli. Sicuramente verranno a trovarci anche loro … e anche a me mancheranno tutti, ma ritorneremo talmente spesso che non farai neanche caso alla nostra lontananza” cercai di spiegare in modo convincente.
“Gli zii e i nonni non vengono con noi? E Jacob?“ mi chiese con occhi dolci.
Jacob, già. Come sarebbe riuscito a stare lontano da lei? E Renesmee ne avrebbe sentito sicuramente la mancanza; ma io stavo facendo tutto questo per noi, volevo una vita migliore per lei, e non sofferente come era diventata la mia soltanto il giorno precedente.
Mi sentii totalmente in colpa per la situazione in cui stavo mettendo mia figlia e ricominciai a parlare con fatica. “Tesoro, loro non possono venire con noi. Lo sai, sono sempre stati qua, e per noi si tratta solo di un periodo … Non è definitivo. Ci trasferiamo per un po’ e poi ritorniamo, che ne dici? Solo un po’ di tempo …” le accarezzai la guancia e vidi i suoi occhi inumidirsi e il suo sguardo triste.
“Renesmee, non voglio costringerti … se vuoi puoi rimanere qua, se questo ti rende felice. Verrei a trovarti il più spesso possibile, e te rimarresti con gli zii e con i nonni. Tutto pur di farti felice, tutto quello che vuoi” risposi.
Scosse la testa decisa. “Voglio stare con te, con la mia mamma” e mi abbracciò talmente forte da non riuscire a respirare “Ti voglio bene” sussurrò.
A quelle parole non riuscii a trattenermi e una lacrima, di gioia questa volta, bagnò la mia guancia.
Lei ci sarebbe sempre stata, mi avrebbe permesso di andare avanti. Di farlo anche per lei. Era come se mi fosse crollato il mondo addosso, e lei, l’unica che riuscisse a risollevarlo.
Le baciai una guancia. “Anche io ti voglio bene, e non immagini quanto” sussurrai asciugandomi il volto bagnato.
Sorrise per poi continuare a parlare. “Ma … papà viene con noi, vero?”.
Sentii il cuore in gola. Era l’unica domanda che non avrei mai voluto sentirmi dire, l’unica domanda a cui non sapevo cosa rispondere. Edward non mi aveva detto niente e mi stava rendendo sempre tutto più difficile. Non sapevo niente del perché se ne fosse andato, ne se fosse ritornato un giorno.
Da quello che mi aveva fatto capire c’era stata una motivazione del suo allontanamento, nonostante tutto mi fidavo ancora di lui e volevo veramente sperare che non fosse stata una sua decisione personale. Come il suo solito non ha voluto dirmi niente, la sua mania di protezione era troppo forte, voleva in qualsiasi modo tenermi lontana dal suo mondo e dai pericoli che potevano portare.
L’avevo pregato per giorni di trasformarmi, anche dopo la nascita di Renesmee, ed ero finalmente riuscita a convincerlo. Ma ora eccomi,ancora umana, alle prese con le difficoltà di una vita, non poi così normale.
“Ora papà non è con noi ...” aggiunsi non sapendo cosa dire “è dovuto andare via per un po’... vedrai, ci raggiungerà presto…"
'Lo spero ' pensai tra me stessa. Era come se cercassi di convincermi che prima o poi sarebbe tornato, ma non potevo saperlo.
Renesmee sentiva che c'era qualcosa che non andava, non faceva altro che chiedermi di Edward. Cercavo di rispondere nel modo migliore, ma sul serio non sapevo cosa inventarmi, perché non sapevo davvero niente.
Non chiedeva più di tanto, e speravo che questa lontananza di Edward potesse non turbarla, ma immaginavo avesse capito più o meno cosa era successo.
Dopo la mia risposta non parlò più, si ammutolì abbracciandomi stretta.
Decisi di prendere la parola e di spezzare il silenzio cupo che si era creato. "Sai, ho trovato una bella casetta per noi due, la casa dove ci trasferiremo …  la tua camera è più grande della mia" risi "mi aiuterai a sistemarla vero?" domandai scherzando.
"Davvero?" sorrise "posso portare anche qualche cosa che è ora nella mia camera? La coperta che mi ha regalato papà e i vestiti di zia Alice?"
"Puoi portare tutto quello che vuoi tesoro" la vidi sorridere "e naturalmente i vestiti di zia Alice sarai costretta a portarli ... altrimenti chi la sente?” scherzai cercando di essere più tranquilla possibile. “Partiamo domani allora? Affare fatto?” le domandai.
“Va bene” rispose eccitata e mi prese per mano.
“Andiamo a salutare il nonno Charlie, che ne dici?” dissi e non feci in tempo a concludere la frase che Renesmee scese velocemente dal letto e mi trascinò fino alla macchina parcheggiata davanti il portone di casa Cullen.
.-.
“Papà? Sei in casa?” quasi urlai mentre suonavo per l’ennesima volta il citofono della mia ex casa.
Dopo pochi secondi mio padre aprì la porta. “Ehi Bells! Scusa tesoro..ero di sopra a sistemare la nuova attrezzatura da pesca e non ho proprio sentito suonare” si giustificò sorridendo a Renesmee per poi prenderla in braccio.
“Ciao piccola, come stai?” disse baciandole la fronte.
“Bene” rispose ricambiando il bacio “Nonno, posso andare di sopra a vedere i tuoi attrezzi da pesca?” chiese Renesmee.
“Ma certo, tesoro. Attenta a non romperli però, ok?” rispose mio padre chiudendo la porta di casa.
Nessie si precipitò verso le scale e in meno di un secondo arrivò al piano superiore. Di solito si comportava come tutte le altre bambine, ma lei era diversa, non era come tutte le altre. Quando nessuno la vedeva si lasciava andare alla sua vera natura e iniziava a correre talmente veloce, come un vampiro può fare, da perderla anche di vista.  
Questa era una delle cose che mi preoccupavano di più.
Sarei stata in grado di aiutarla?  Ero ancora un’umana a tutti gli effetti, mentre lei … non proprio.
Fino a quel momento me l’ero cavata, ma con l’aiuto di Edward e della sua famiglia, e anche di Jake, ma non sapevo proprio come comportarmi senza il loro aiuto. Avrei continuato anche senza di loro, dovevo.

“Bella, come va? Edward non è venuto?”. Avevo messo in conto che avrei dovuto dare una risposta a questa domanda. Ogni volta che qualcuno pronunciava il suo nome, iniziava a mancarmi l’aria e precipitavo nel panico. Non avrei potuto raccontare niente neanche a lui, era impossibile farlo. Dovevo tenerlo lontano da quel mondo.

“No, papà. Io in realtà ... sono venuta a parlarti proprio di questo” risposi iniziando ad agitarmi. Decisi di sedermi accanto al tavolino della cucina. Mio padre assunse uno sguardo preoccupato e mi seguì.
“Bella, devo preoccuparmi? Cosa è successo?”. No, non è successo niente papà. Edward se ne è solo andato, ed io non so ne il perché, ne se tornerà. Ero alla ricerca delle parole giuste, di certo non potevo esprimere quello che avevo appena pensato.
“Niente, niente di grave” mentii “Abbiamo deciso di trasferirci” mi liberai da quel peso. Mi dispiaceva vedere mio padre triste, e sicuramente questa notizia non l’avrebbe reso particolarmente felice.
Spalancò gli occhi .“Ve ne andate?”. Lo sapevo, non l’aveva presa bene.
“Si, papà. Abbiamo avuto dei problemi e ... beh, dobbiamo trasferirci per qualche mese. Ritorneremo presto, non rimarremo per molto tempo. Solo ... solo il tempo necessario per rimettere tutto apposto”.
Il tempo necessario per non impazzire.
“Spero non sia successo nulla di grave..” sussurrò debole mio padre.
“No ... solo un problema con Edward e con la sua famigl..” non feci in tempo a terminare che la voce di mio padre sovrastò la mia .“Ok, Bella..non ti preoccupare, ho capito.”

Mio padre non si era mai interessato a quei tipi di problemi. Da quando era nata Nessie aveva capito che c’era qualcosa di diverso nella famiglia di Edward, rispetto a tutte le altre famiglie. Da quando Jacob si era trasformato davanti ai suoi occhi non ne aveva più voluto sapere. A lui bastava che gli fossimo vicino, e non era mai stato un uomo che si intrometteva troppo, non era da lui. Sarebbe rimasto senza di me qualche mese, saremmo tornate a trovarlo, ovviamente. Sapevo che non era solo, però. Aveva Sue. Sembrava che ultimamente le cose si stessero facendo più serie, e non c’era da meravigliarsi se al mio ritorno mi fossi trovata Seth e Leah come fratellastri. Non era da escludere questa possibilità. Lasciavo mio padre nelle mani di quella santa donna.
Continuò a parlare dopo qualche secondo di silenzio. “Dove vi trasferite? Lontano immagino..” vidi il suo sguardo assente.
Mi sentivo in colpa, in colpa per tutto. “In Alaska, ad Anchorage. Ho trovato una buona università per quei mesi. Non so se potrò terminarla lì, non credo. Spero di poter tornare prima”.
Mio padre annuì. “Almeno siamo nello stesso continente. Mi aspettavo peggio. Verrete spesso a trovarmi vero?”.
“Si, papà. Te lo prometto. Non sarà per molto”. Questo davvero non potevo saperlo, ma lo speravo.
Sentii Renesmee scendere di corsa dalle scale e mio padre le rivolse uno sguardo dolce per poi dirmi: “Prenditi cura di lei, ok?”
“Certo, papà”. A quelle parole cercò di nascondere una lacrima dagli occhi, e la ricacciò dentro.
“Quando partite?” domandò.
“Domani..” Renesmee ormai ci aveva raggiunto ed era salita in braccio a Charlie.
“Se la mamma dovesse scordarsi, ricordale di tornare a trovarmi, ok tesoro?” si rivolse a Renesmee che annuì abbracciandolo stretto. Rimanemmo a chiacchierare per altri dieci minuti.
Mi alzai dalla sedia. Avevo ancora molte cose da sistemare, e il giorno seguente saremmo partite. Mancava davvero poco.
Renesmee salutò per l’ennesima volta Charlie e corse verso la macchina.
“Grazie papà, grazie di tutto. Ci vediamo presto”. Sussurrai mentre mio padre mi abbracciava stretta davanti all’ingresso.
Scesi le scale. “Ti voglio bene, Bells” parlò ad alta voce mentre raggiungevo la macchina.
“Anche io te ne voglio, papà”. Dallo specchietto vedevo in lontananza mio padre agitare una mano in segno di saluto.
--
Stavo sistemando le ultime cose da mettere in valigia. Mancavano poche ore ormai, il cielo si stava oscurando e la notte iniziava a farsi sentire.
Ero nella mia camera, vuota, senza di lui. Non sarei riuscita a stare in questa casa, ne ero convinta. Ogni piccola cosa mi ricordava lui. Mi muovevo per casa e sentivo la sua voce e vedevo la sua faccia nella mia mente. Sarei impazzita qua, dovevo andare via, si.
Renesmee era agitata, quasi contenta. Da ore era chiusa nella sua camera a piegare e a sistemare le sue cose nella valigia. Mi rendeva felice vederla in quel modo. L’aveva presa piuttosto bene, ed era una bambina forte. Però, più passavano i minuti, più mi rendevo conto che avesse capito tutto. Cercava di non farmelo notare, ma io la conoscevo troppo bene, e stava sicuramente facendo di tutto per nascondere la sua tristezza.
“Bella..” sentii una mano sulla spalla. Mi voltai di scatto.
“Jacob, mi hai spaventato!”
“Scusa” mormorò triste guardando le valigie sopra il letto “Sei proprio decisa allora?”
Annuii con la testa e abbassai lo sguardo “Devo, Jake. Non posso rimanere qua, non ce la posso fare. Sto impazzendo, e non posso permetterlo.”
“Se è questo che pensi io ... io mi scuso Bella. Sono stato uno stupido ieri ... non dovevo attaccarti in quel modo” mi voltai e alzai lo sguardo.
“Jake, non ti devi scusare. Hai ragione. Probabilmente sono solo un egoista e codarda, lo ammetto. Ma non ce la faccio a rimanere, capisci? Mi sento uno schifo per quello che sto facendo. Renesmee è di là che a stento trattiene le lacrime ed ... io ... oh Jake, sono una pessima madre ...” le lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi e Jacob fu subito al mio fianco.
“Bella, ma cosa stai dicendo? Non farti venire in mente queste cose, ti prego. Renesmee ha bisogno di te ... e se te sei felice lo è anche lei. Stai facendo la cosa giusta” mi confortò Jake.

Continuai a parlare nonostante le lacrime. “Lo spero. Non voglio turbarla, non voglio farlo. Da quando Edward se ne andato io non mi riconosco più, non sono più la stessa Jake. Non posso sapere se sarò in grado di ... di farla stare bene, se lei starà bene con me. Perché diavolo se ne è andato via? Ho bisogno di lui ... ho bisogno di Edward, Jake ...” asciugai le lacrime con il palmo della mano.
“Vengo con voi” disse deciso.
“Cosa?” risposi sorpresa.
“Mi devo prendere cura di voi. Farò quello che Edward avrebbe voluto vedere ... non posso lasciarvi andare da sole ...”
“Sul serio, Jake?” risposi sbalordita.
Annuì. “Mai stato più serio di così. Non posso lasciarvi sole … io non posso”. Già, non saremmo state sole. Ci sarebbe stato per la seconda volta. Per la seconda volta avrebbe preso il posto che spettava a Edward. Sarebbe stato il nostro punto di forza, sarebbe stato il nostro unico appoggio. Mi addormentai tra le sue braccia, stanca, sfinita dal dolore.
--
 Poche ore dopo ci alzammo e uscimmo da quella casa che un tempo avevo desiderato fosse mia per l’eternità. Tutti e tre, ognuno diviso da ciò che amava.
I Cullen ci aspettavano. Li abbracciai a uno a uno, con le lacrime agli occhi.
“Ti servirà” mi sussurrò Carlisle lasciandomi tra le mani un cellulare precaricato. Annuii, confusa.

E ce ne andammo.

  
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