Fanfic su artisti musicali > Good Charlotte
Segui la storia  |       
Autore: Gelidha Oleron    25/12/2010    3 recensioni
"Non ci posso credere che diventi padre, cazzo!" Benji mi battè una mano sulla spalla.
"Ne siamo in due, fratello" gli sorrisi.
Era sempre un sensibilone Ben, solo che non lo dava a vedere. Si illudeva di poter fare il duro e tutto ma solo noi che lo conoscevamo bene potevamo veramente dire di che pasta era fatto.
La mia stessa pasta, dopotutto...
Genere: Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

HARLOW MADDEN

 

 

"Harlow, quante volte ti devo dire di piantarla di fare certe cose?"

Feci un ultimo tiro e andai ad aprire la porta della mia stanza nascondendo la sigaretta dietro la schiena.

"Hai fumato di nuovo quella roba" fu la prima cosa che mi disse dopo avermi scoccato un'occhiata torva.

"Non so di cosa parli" mi difesi.

"Harl, puzza di canne qui dentro. Riconosco l'odore, sono stato giovane anch'io e ho fatto anch'io queste cazzate"

Mi sedetti sul letto imbarazzata, senza dire una parola. Piansi.

"Oh, no" alzò gli occhi al cielo "Scusami Harl, non volevo" si sedette accanto a me "Capisco che è difficile avere 15 anni ma ti assicuro che non potrai ricevere nessun tipo di conforto dal fumo e dall'alcool"

"Papà, tu non capisci!" sbottai all'improvviso, nascondendomi il volto nella felpa dei Ramones "Lo fanno tutti, lo fai anche tu. Mamma addirittura ha dovuto disintossicarsi"

"Vuoi finire come lei?" mi rimbeccò "Credi davvero che sia così semplice? Tua madre ha rischiato grosso, sai? E non va per niente fiera di quel periodo della sua vita"

"Non ci posso credere" singhiozzavo "Tutti mi invidiano perchè sono figlia di una rockstar e invece..."

"Preferiresti un padre che ti dicesse 'Tranquilla, Harlow, fai tutto quello che vuoi: fuma erba, tira cocaina e a 16 anni fatti mettere incinta?"

"Papà!" mi alzai dal letto e battei i pugni contro il muro "La tua infanzia problematica ti ha reso ultra-protettivo nei miei confronti! Devi smetterla di starmi sempre addosso! Io non vivo più!"

"Se vuoi ti abbandono il giorno di Natale"

Silenzio.

Mi parve di sentire il vento che batteva contro le finestre...

"Papà, mi dispiace. Non volevo. Scusami" gli strinsi le mani.

"Abbiamo visto cos'ha combinato Sparrow mentre ero via con i ragazzi, no?" disse.

"Sì" abbassai lo sguardo. Il pensiero di mio fratello che si faceva investire da una motocicletta in piena velocità era desabilitante.

"Vedi" continuò "Essere genitore è il mestiere più difficile del mondo. Devo starvi dietro. Devo sorvegliarvi senza farvi pesare la mia presenza. Devo assicurarmi che viviate la vostra vita in modo sicuro e spensierato"

"E stai facendo un ottimo lavoro" gli strinsi le mani ancora più forte e sorrisi. Mi guardò anche lui, sorridendo. Dicevano che avevamo gli stessi occhi. Altri sostenevano che invece assomigliassi più a mia madre.

"Prima non eri così. O almeno non sembravi così quando ti ho visto nei primi video dei Good Charlotte"

"Ero soltanto un ragazzino, Harl"

"Come me?"

Esitò "Sì, esatto. Come te. Con la differenza che tu hai un padre che ti vuole bene e si preoccupa per te. Che ti aspetta alzato fino a tardi quando esci per darti la buonanotte e che cerca di non farti mancare nulla"

Mio padre era un campione a farmi sentire in colpa. Non mi rimproverava, non alzava la voce, non si sognava nemmeno di picchiarmi...ma quando voleva poteva ridurmi uno straccio. Con altri mezzi. Dopotutto era pur sempre un genitore.

"Joel è furbo" mi disse una volta zio Benji "Ma non è cattivo. Sa come farti male, conosce i tuoi punti deboli. Ma se viene a punzecchiarti vuol dire che esiste davvero una buona ragione e lo fa soltanto perchè non vuole ferirti"

Zio Ben era il mio migliore amico...era sempre da lui che andavo quando litigavo con papà, con Sparrow o con la mamma. Lui sapeva sempre come tirarmi su di morale. Ma da qualche anno a quella parte, anche lo zio aveva messo su famiglia e non aveva più tempo per me. Mi sentii sola. Voglio dire, sì, avevo sempre Billy e Paul e i ragazzi ma Ben...cazzo, ragazzi, come lui non c'era nessuno.

E fu da quel momento che presi a sfogarmi sulle sigarette e sulla marjuana. Avevo cominciato a frequentare 'degli amici poco raccomandabili', come si suol dire. Ma chi è che non lo fa? Sfido chiunque, a 15 anni tutti hanno fumato almeno UNA canna. E se non l'hanno fatto non sono cresciuti. Eppure mio padre si incazzava lo stesso, diceva che quella roba non serviva praticamente a nulla. Forse aveva ragione lui...

Mi asciugai gli occhi con la manica della felpa "Grazie, papà. Ti prometto che non farò mai più niente di losco. Dico sul serio. E se mai avrò qualche problema so che ci sarai sempre tu pronto ad aiutarmi. Scusami" sorrise. Gli bagnavo la camicia con le mie lacrime ma lui non diceva nulla "E se mai dovessi comportarmi di nuovo male...tu...tu picchiami!"

Rise "Non lo farei mai, Harlow! A te darei la mia vita"

Mi ricordai del mio primo concerto dei Good Charlotte...disse una cosa simile...

Ero in tribuna assieme a mia madre. Papà ci salutò dal palco e decisi che quella era la mia band preferita. Non perchè ne facessero parte mio padre e mio zio. Ma perchè sono cresciuta con le loro canzoni. Sono stati con me sin dalla nascita.

Papà diceva sempre che ero la sua fan preferita e zio Billy e zio Paul gli davano di gomito. Quando suonavamo le loro canzoni poi, io alla chitarra e Sparrow alla batteria, era sempre uno spettacolo. Ero davvero la ragazza più fortunata del mondo. Forse papà aveva ragione davvero. Non avevo bisogno di ingannare la solitudine nelle droghe.

Lo abbracciai forte "Sei il padre migliore del mondo"

Ne ero convinta davvero. ©

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Good Charlotte / Vai alla pagina dell'autore: Gelidha Oleron