HARLOW MADDEN
"Harlow,
quante volte ti devo dire di piantarla di fare certe cose?"
Feci un ultimo tiro e andai ad aprire la
porta della mia stanza nascondendo la sigaretta dietro la schiena.
"Hai fumato di nuovo quella
roba" fu la prima cosa che mi disse dopo avermi scoccato un'occhiata
torva.
"Non so di cosa parli" mi
difesi.
"Harl,
puzza di canne qui dentro. Riconosco l'odore, sono stato giovane anch'io e ho
fatto anch'io queste cazzate"
Mi sedetti sul letto imbarazzata, senza
dire una parola. Piansi.
"Oh, no" alzò gli occhi al
cielo "Scusami Harl, non volevo" si sedette
accanto a me "Capisco che è difficile avere 15 anni ma ti assicuro che non
potrai ricevere nessun tipo di conforto dal fumo e dall'alcool"
"Papà, tu non capisci!" sbottai
all'improvviso, nascondendomi il volto nella felpa dei Ramones
"Lo fanno tutti, lo fai anche tu. Mamma addirittura ha dovuto
disintossicarsi"
"Vuoi finire come lei?" mi
rimbeccò "Credi davvero che sia così semplice? Tua madre ha rischiato
grosso, sai? E non va per niente fiera di quel periodo della sua vita"
"Non ci posso credere"
singhiozzavo "Tutti mi invidiano perchè sono
figlia di una rockstar e invece..."
"Preferiresti un padre che ti
dicesse 'Tranquilla, Harlow, fai tutto quello che
vuoi: fuma erba, tira cocaina e a 16 anni fatti mettere incinta?"
"Papà!" mi alzai dal letto e
battei i pugni contro il muro "La tua infanzia problematica ti ha reso
ultra-protettivo nei miei confronti! Devi smetterla di starmi sempre addosso!
Io non vivo più!"
"Se vuoi ti abbandono il giorno di
Natale"
Silenzio.
Mi parve di sentire il vento che batteva
contro le finestre...
"Papà, mi dispiace. Non volevo.
Scusami" gli strinsi le mani.
"Abbiamo visto cos'ha combinato Sparrow mentre ero via con i ragazzi, no?" disse.
"Sì" abbassai lo sguardo. Il
pensiero di mio fratello che si faceva investire da una motocicletta in piena
velocità era desabilitante.
"Vedi" continuò "Essere
genitore è il mestiere più difficile del mondo. Devo starvi dietro. Devo
sorvegliarvi senza farvi pesare la mia presenza. Devo assicurarmi che viviate
la vostra vita in modo sicuro e spensierato"
"E stai facendo un ottimo
lavoro" gli strinsi le mani ancora più forte e sorrisi. Mi guardò anche
lui, sorridendo. Dicevano che avevamo gli stessi occhi. Altri sostenevano che
invece assomigliassi più a mia madre.
"Prima non eri così. O almeno non
sembravi così quando ti ho visto nei primi video dei Good
Charlotte"
"Ero soltanto un ragazzino, Harl"
"Come me?"
Esitò "Sì, esatto. Come te. Con la
differenza che tu hai un padre che ti vuole bene e si preoccupa per te. Che ti
aspetta alzato fino a tardi quando esci per darti la buonanotte e che
cerca di non farti mancare nulla"
Mio padre era un campione a farmi
sentire in colpa. Non mi rimproverava, non alzava la voce, non si sognava
nemmeno di picchiarmi...ma quando voleva poteva ridurmi uno straccio. Con altri
mezzi. Dopotutto era pur sempre un genitore.
"Joel è furbo" mi disse una
volta zio Benji "Ma non è cattivo. Sa come farti
male, conosce i tuoi punti deboli. Ma se viene a punzecchiarti vuol dire che
esiste davvero una buona ragione e lo fa soltanto perchè
non vuole ferirti"
Zio Ben era il mio migliore amico...era
sempre da lui che andavo quando litigavo con papà, con Sparrow
o con la mamma. Lui sapeva sempre come tirarmi su di morale. Ma da qualche anno
a quella parte, anche lo zio aveva messo su famiglia e non aveva più tempo per
me. Mi sentii sola. Voglio dire, sì, avevo sempre Billy e Paul e i ragazzi ma
Ben...cazzo, ragazzi, come lui non c'era nessuno.
E fu da quel momento che presi a
sfogarmi sulle sigarette e sulla marjuana. Avevo
cominciato a frequentare 'degli amici poco raccomandabili', come si suol dire. Ma chi è che non lo fa? Sfido chiunque, a 15
anni tutti hanno fumato almeno UNA canna. E se non l'hanno fatto non sono
cresciuti. Eppure mio padre si incazzava lo stesso, diceva che quella roba non
serviva praticamente a nulla. Forse aveva ragione lui...
Mi asciugai gli occhi con la manica
della felpa "Grazie, papà. Ti prometto che non farò mai più niente di
losco. Dico sul serio. E se mai avrò qualche problema so che ci sarai sempre tu
pronto ad aiutarmi. Scusami" sorrise. Gli bagnavo la camicia con le mie
lacrime ma lui non diceva nulla "E se mai dovessi comportarmi di nuovo
male...tu...tu picchiami!"
Rise "Non lo farei mai, Harlow! A te darei la mia vita"
Mi ricordai del mio primo concerto dei Good Charlotte...disse una cosa simile...
Ero in tribuna assieme a mia madre. Papà
ci salutò dal palco e decisi che quella era la mia band preferita. Non perchè ne facessero parte mio padre e mio zio. Ma perchè sono cresciuta con le loro canzoni. Sono stati con
me sin dalla nascita.
Papà diceva sempre che ero la sua fan
preferita e zio Billy e zio Paul gli davano di gomito. Quando suonavamo le loro
canzoni poi, io alla chitarra e Sparrow alla
batteria, era sempre uno spettacolo. Ero davvero la ragazza più fortunata del
mondo. Forse papà aveva ragione davvero. Non avevo bisogno di ingannare la
solitudine nelle droghe.
Lo abbracciai forte "Sei il padre
migliore del mondo"