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Autore: xela182    26/12/2010    5 recensioni
1989. Una sedicenne strega punk vola a Helga's Valley per il concerto del secolo. Un giovane licantropo invece si trova lì per caso...
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Wotcher Wolvie'
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E' appena passato Natale e mi scuso con tutti quelli che hanno seguito questa storia; avevo promesso aggiornamenti brevi e invece sono rimasta invischiata con questa fic più del previsto.

Vi ringrazio perchè avete avuto la pazienza di seguirmi fino a qui e sono, lasciatemelo scrivere, un po' commossa, perchè è la prima storia a capitoli che termino e un po' mi mancherà questa Tonks adolescente che mi rimbalzava in testa!

Vi lascio all'ultimo capitolo di questa "All summer long" e spero di rivedere i vostri nomi anche nelle prossime storie!

 

And we were trying different things (e provammo cose diverse)
We were eating* funny things (mangiammo cose divertenti)
Making jokes* out by the lake to our favorite song (scherzavamo in riva al lago con la nostra canzone preferita)
Sipping
Pumpkin Juice*
out the bottle, not thinking 'bout tomorrow (sorseggiavamo succo di zucca, non pensando al domani)
Singing “W
ill be a better day”* all summer long (cantando “Will be a better day” tutta l’estate)

Non potè fare a meno di alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa anche se un sorriso aveva già preso posto sul suo volto.

Conosceva quella ragazzina, di origini Black, da neanche mezza giornata, eppure quel suo modo di fare così schietto e, a volte, burbero, lo avevano stregato.

Ninfadora Tonks era probabilmente la ragazzina più strana, sognatrice, ostinata di tutta l’ Inghilterra, ma aveva con sè uno strano potere, in grado di convincere incantando chiunque.

Se la vita non lo avesse già messo a dura prova in quegli anni, Remus sarebbe stato capace di credere ad ogni singola parola che Tonks in pochi minuti era riuscita a sciorinare.

Ma Lupin non era un sognatore, non più.

- Una volta una ragazzina disse che è sempre il momento di una mela caramellata, dico bene?

Il cambio d’argomento era avvenuto su un terreno talmente fertile per Tonks che seppellì volentieri l’ascia di guerra.

- Però questa volta offro io! – precisò, squittendo di gioia, Tonks.

*****

Forse fu a causa del caldo, o forse del repertorio soporifero che avevano programmato i Minister, il fatto era che nel bel mezzo del concerto, Tonks, i cui capelli erano azzurri come il cielo, e Lupin erano sotto il vecchio e polveroso tendone dello Strecandy lanciandosi caramelle Tuttigusti, cercando di fare centro nelle reciproche bocche, salvo poi ridere a crepapelle per il gusto sorteggiato o per l’errato lancio.

- Ma sei tremendo! – esalò tra le lacrime Tonks, dopo l’ennesima caramella con un sapore tanto disgustoso quanto improbabile.

Per tutta risposta Lupin scoppiò in una nuova, fragorosa risata, talmente forte da costringerlo a tenersi la pancia con le braccia.

- Perdinci, non hai la faccia del cattivo ragazzo!

- Questo lo so! – riuscì a dire Lupin, pulendosi le lacrime dagli occhi col dorso della mano – E’ grazie a questa faccia che mi sono salvato qualche volta dalle punizioni della McGranitt.

Tonks fece una smorfia.

- La mia faccia non ha mai ispirato compassione. Qualunque forma avesse. – d’improvviso s’illuminò – Però quest’anno potrei prendere le tue sembianze!

Il proprietario dello stand li guardò torvo scuotendo la testa, mentre scossi dalle risate si abbandonavano sul tavolo cosparso di caramelle.

Un incredibile assolo di chitarra ebbe il potere di riportarli alla realtà; Johnson aveva fatto il suo ingresso sul palco e la folla era in visibilio per il leader dei Crash.

Lupin e Tonks incrociarono lo sguardo, incerti sul da farsi.

- Non... non mi va di rientrare nella bolgia... – ammise infine Tonks dato che nessuno dei due parlava.

- Però sei sempre dell’idea di vedere il concerto? – chiese tranquillo Lupin mentre lei si limitava ad annuire.

- Allora ho un’idea! – si alzò rapidamente e si miese in spalla la Comet della ragazza, strizzandole l’occhio con fare complice.

- Tu-sei-un-genio! – scandì Tonks al massimo dell’eccitazione.

Lupin le sorrise incoraggiante guidandola verso il prato, quando si dovette fermare;  la scopa gli scivolò dalla mano, piombando a terra con un tonfo sordo, che ancora una volta attirò lo sguardo truce del proprietario. Respirava a fatica, ma in un attimo Tonks gli fu accanto.

- Remus... stai...?

- Tran.. tranquilla... va tutt...

Non riuscì a finire la frase, costretto a sedersi, piegato in due.

Tonks lanciò un gridolino, non di paura, bensì di stupore; si era appena resa conto che...

- Non hai mangiato a sufficienza! Con quello che... insomma, hai perso troppe energie. Ma non ti preoccupare, stavolta ce l’ho io l’ideona!

*****

Il leggero venticello che dava filo da torcere alla canicola che si abbatteva su Helga’s Valley, era come un abbraccio per Lupin e Tonks;  appollaiati come pappagalli sul trespolo, sulla scopa di Tonks (a circa sei metri da terra e tre dal palco) si godevano i virtuosismi alla chitarra di Simon Polansky, gustandosi due hamburger formato famiglia, accompagnati da del buon Vino Elfico per Lupin e da un succo di zucca ghiacciato per Tonks.

- Devo ammettere che come Malandrina non saresti stata niente male! – esclamò Lupin dopo un generoso morso del suo panino.

- E io devo ammettere che la carne al sangue è molto più gustosa dell’altra. – rise Tonks a bocca piena, riuscendo quasi a strozzarsi.

Lupin le diede delle leggere pacche sulla schiena, notando solo allora uno strano rigonfiamento nella parte bassa della felpa della ragazza.

- Che cos’hai da nascondere, Ninfadora? – domandò mellifluo, con un lampo ironico negli occhi.

Tonks sobbalzò sulla scopa a sentire il suo nome di battesimo.

- Ehm, io, ecco... ok, ok, vado matta per le patatine all’aglio... e ne ho preso un pacchetto...

Lupin sgranò gli occhi. – L’hai rubato?

- No! – strillò lei indignata – Che ti salta in mente? È solo che pensavo ti dessero fastidio e le tenevo per dopo...

Stavolta fu Lupin che quasi si strozzava soffocando malamente una risata.

- Ma quelli sono i Vampiri, Ninfadora!

La ragazza scosse la testa guardandolo con aria critica.

- Uffa, Remus stai diventando noioso! – disse, quando lui terminò la risata – Non mi riferivo al fatto che sei un Lupo Mannaro, che per inciso so benissimo che non soffre l’aglio, nè come si crede l’argento, ma alla maggior parte delle persone l’odore dell’aglio dà fastidio.

Lupin rimase in silenzio, mentre il viso gli si chiazzava di rosso; aveva sempre cercato di sdrammatizzare con il sarcasmo la sua condizione, con le persone con cui aveva confidenza, ma con questa ragazzina, si accorse, che non ce n’era alcun bisogno.

Poco prima aveva detto che Ninfadora sarebbe stata una perfetta Malandrina e mai paragone poteva essere più azzeccato.

I suoi amici, infatti, erano stati i primi che avevano creduto in lui, rendendo la sua licantropia una cosa normale, perfino divertente in qualche caso.

Certo anche i membri dell’Ordine della Fenice non erano mai stati scortesi o sgarbati, ma comunque molto attenti a selezionare con cura le parole da usare con lui, quasi che fosse il solo chiamare per nome il suo problema lo rendesse reale.

Ma questa ragazzina pur non conoscendolo affatto, si era dimostrata subito disponibile, per nulla impaurita, nonostante avesse mancato di un soffio la belva assetata di sangue che albergava in lui.

In quel momento avrebbe voluto abbracciarla, così piccola e già così determinata non si rendeva conto di avergli dato con quelle parole, molto di più di un semplice hamburger.

- Il lupetto si è addormentato…

Lupin si ridestò dai suoi pensieri, posando nuovamente lo sguardo su Tonks, che lo stava canzonando.

Aprì la bocca per dirle qualcosa ma la chiuse subito, tornando a fissarsi le mani.

- Non parli più? – gli chiese lei infine imbronciata.

- Veramente ero curioso di sentire gli altri versi…

- Credo che faccia più o meno così; Cappuccetto lo va a svegliare e poi ci giocherà…

Lupin rise, mentre Tonks si prodigava in una magistrale interpretazione.

- Sei incredibilmente stonata, lo sai?

- Non è vero!

- Hai steccato per ben tre volte “I should go”!

Tonks gli diede un pugno su una spalla anche se una risata faceva già capolino dalle sue labbra.

- Johnson ha smesso di suonare per tapparsi le orecchie… - continuò Lupin, incassando bonariamente i colpi di Tonks.

La ragazza provò a colpirlo più forte, ma perse l’equilibrio e solo l’intervento provvidenziale di Lupin la salvò dallo sfracellarsi a terra.

- Siamo su una scopa, nel caso non te ne fossi accorta. – le disse dopo essersi accertato che fosse saldamente al suo posto.

Tonks avrebbe volentieri replicato, ma in quel momento i Crash intonarono la sua canzone preferita e si concentrò sul concerto.

- Tomorrow will be a better day, you know… the sky isn’t far, you’ ll reach it although you’re slow…

Nonostante il fracasso che le orde di fans facevano, Lupin riusciva a udire Tonks sussurrare la canzone visibilmente commossa, ma rimase di sasso quando sentì le sue braccia circondargli la schiena.

Non sapendo bene cosa fare, si limitò ad accarezzarle le mani.

*****

- In the night I know you think to me, love, in the dark you always search my hands…

Partecipare ad un concerto su una scopa si rivelò molto più divertente che non da sotto il palco; Tonks era libera di muoversi senza paura di scontrare gli altri o di venire trascinata a terra.

Sembrava tutto tranquillo, anche se il sole era sparito da un pezzo, le luci del palco riuscivano a rischiarare tutt’intorno.

Lupin drizzò la testa, guardando in alto, sembrava un segugio che cerca qualcosa di indefinito, che può vedere soltanto lui.

- Tonks, è meglio scendere. Si sta avvicinando un temporale. – le urlò all’orecchio per sovrastare il coro sotto ai loro piedi.

La ragazza gli lanciò uno sguardo stupito, diede un’occhiata intorno e poi tornò a sorridergli.

- Remie, è solo una nuvola di passaggio, non credo che…

Tonks non riuscì neanche a finire la frase che un’ improvvisa folata di vento scagliò lontano loro e tutti quelli che li avevano emulati a cavallo delle scope.

In un attimo il cielo era diventato nero come la pece in un turbinio di nuvole che si muovevano rapide come saette e un forte acquazzone si stava abbattendo su tutti i presenti. 

Remus le urlò qualcosa di incomprensibile e Tonks non potè fare altro se non stringersi convulsamente a lui, mentre la Comet veniva sballottata senza controllo verso la pineta alle spalle del palco.

Tonks si fece coraggio e aprì leggermente le palpebre e quando si rese conto della grossa quercia che avevano di fronte, strillò talmente forte da sovrastare i tuoni che rimbombavano nell’aria.

Chiuse gli occhi ancora una volta, certa dell’impatto contro il tronco e fu leggermente stupita quando ciò non avvenne; Lupin aveva ripreso il comando della scopa con una virata spettacolare a due passi dall’albero.

- Tonks… Tonks… ehm… Ninfadora?

- Ci siamo schiantati? – pigolò lei con gli occhi ancora ermeticamente chiusi.

- Direi di no. – rispose serafico Lupin, accarezzandole le mani, in quello che le parve un gesto consolatorio.

- E… se potessi lasciarmi tornare a respirare, te ne sarei grato.

Gli occhi di Tonks si spalancarono all’istante, come le braccia che cingevano Lupin.

- Tutto bene, lì dietro? – le chiese, facendo scendere lentamente la scopa a terra.

- Per tutte le Fate del Bosco, come hai fatto a indovinare il temporale? Sei per caso un metronomo babbano?

Lupin rise tirandola fin dentro la boscaglia, dove la pioggia filtrava meno e prima di risponderle, evocò un ombrello e cominciò ad asciugarla a colpi di bacchetta.

- Si dice meteorologo. – la corresse senza nascondere un cipiglio divertito – I miei sensi sono più sviluppati vicino alla luna piena.

- Beh, è stata una vera fortuna. E scusami se ho dubitato. E scusami se ti ho stritolato! – gli rispose affabile mentre gli strappava la bacchetta di mano per asciugare lui.

Lupin mise le mani sui fianchi e un leggero cipiglio.

- Sai che è contro le regole strappare di mano la bacchetta ai maghi maggiorenni?

Tonks sbuffò e fece un gesto di diniego con la mano che teneva la bacchetta incenerendo inavvertitamente una piantina.

- E adesso dovresti capire perché. – la ammonì Lupin incapace di trattenere un sorriso – Dai, vieni.

La condusse per mano nella boscaglia fino ad un piccolo capanno di legno, in prossimità del lago.

Trovarono riparo in quella misera rimessa per barche, in attesa che si placasse la tempesta.

Si sedettero in un angolo vicino all’apertura posteriore in modo da essere al riparo e contemporaneamente tenere d’occhio la situazione.

- A quest’ora i miei devono aver capito che non sono a casa… - sospirò Tonks osservando il cielo cupo.

Lupin guardò l’orologio che aveva al polso.

- Direi che se ne dovrebbero essere accorti da un pezzo. – sentenziò poi rivolgendole uno sguardo di rimprovero.

- Però è stato un bel concerto, finchè è durato. Certo, ti sei perso le P3…

- Sopravviverò. – rispose laconico.

Tonks fece un sorriso che si spense, portato via da un brivido. Lupin se ne accorse.

- Vieni qui, - le disse aprendosi la giacca in modo da coprirla un poco e Tonks non se lo fece ripetere due volte – I Crash non sopporterebbero di vederti malata. Magari senza voce…

Gli si accoccolò addosso e appoggiò la testa sul suo petto, in modo da non vederlo in faccia.

Lupin prese ad accarezzarle la schiena pensieroso, contemplando il temporale all’esterno.

- Come pensi di tornare a casa? – le chiese meditabondo.

- Non credo di avere molta scelta, non credi? Un mago maggiorenne mi ha gentilmente informato che non posso usare la magia.

- È vero. Ma volendo quel mago potrebbe portarti con una Materializzazione Congiunta…

- Ooooh Mister Lupin infrangerebbe le regole? Per me?

- Beh, è per una buona causa… con questo tempo rischi da fare da parafulmine volando con la scopa.

Tonks gli sorrise grata e lo abbracciò ancora di più.

*****

Bayswater Road, Londra

- Wow! Non mi avevano mai fatto smaterializzare prima d’ora! – esclamò divertita Tonks toccando il suolo londinese.

- Sì, beh, ti sarei grato se non ne parlassi molto in giro… ho già abbastanza problemi al momento. – osservò Lupin grattandosi pensieroso la nuca.

Tonks scrutò la porta di casa, immaginandosi cosa stesse succedendo dall’altra parte, con sua madre e suo padre in tensione, alle prese con gufi e messaggi a tutti quelli che la conoscevano per avere sue notizie.

- Sei stato un’ottima compagnia, Remus, dico davvero. Grazie infinite. Per tutto!

Tonks gli tese la mano, guardandolo dritta negli occhi, con i suoi che traboccavano di gratitudine.

- Grazie a te! Erano anni che non partecipavo ad un concerto dei Crash. E mai con una ragazza così particolare. – Lupin rise, strinse la mano di lei nella sua, senza mai smettere di osservarla.

Tonks fece qualche passo incerta verso casa, poi si voltò di scatto, temendo di non trovarlo più, ma Lupin era ancora lì dove l’aveva lasciato.

Lo raggiunse nuovamente, ridacchiando per l’espressione interrogativa che aveva dipinta in volto, si mise in punta di piedi per poter posare le mani sulle sue spalle ed essere faccia a faccia.

- Sarebbe inappropriato darti un bacio d’addio? – gli domandò, mentre i capelli le sfumavano in un rosa cicca brillante.

- Disdicevole, forse. – ammiccò lui, posandole a sua volta le mani sulle spalle e spingendola a terra.

- Mmm… non sei tanto più vecchio di me, in fondo. – sbuffò lei.

- Quanto basta per rendere la cosa disdicevole.  – Lupin le sorrise e si abbassò per schioccarle un bacio sulla guancia – Stai bene con i capelli così.

Tonks, che era leggermente arrossita, si prese una ciocca tra le dita, dato che non si era resa conto di aver cambiato colore.

- Oh… - disse sgranando gli occhi – Non li avevo mai trasformati così! Chissà com…

- Ninfadora! – una voce dall’altra parte del marciapiede la fece voltare.

Un ragazzo biondo con una sgargiante maglietta dei Minister le stava correndo incontro.

- Dove diavolo sei stata, i tuoi sono terribilmente in ansia e…

- Josh, un attimo non vedi che sto parlando con…

Tonks s’interruppe vedendo che Lupin non c’era più; lo cercò con lo sguardo fino a dove il suo occhio si poteva spingere, ma non riuscì a scorgerlo da nessuna parte.

- Dai, vieni, o ti beccherai una settimana di punizione… e poi ti sei persa un grande concerto dei Minister, lo sai?

Tonks non gli rispondeva, né lo guardava, fissa ancora nel punto dove si era smaterializzato Lupin, chiedendosi se si fosse sognata tutto.

*****

Tre settimane di consegna era stato il verdetto inappellabile di Andromeda.

Tonks se ne stava sul suo letto con le braccia incrociate sotto la nuca, non le importava nulla della punizione, ma non riusciva a dormire per la delusione di non aver salutato Lupin come meritava. In fondo l’aveva salvata dal crollo del tetto e dalla bufera, l’aveva accompagnata al concerto anche se non era in condizioni fisiche per farlo, aveva subito tutte le sue paturnie su Josh e si rese conto che non sapeva nulla di lui.

Si girò verso la finestra e fu allora che la vide brillare.

Si alzò di scatto e inciampando nel tappeto cadde rovinosamente a terra; il contatto del pavimento col ginocchio le ricordò che nelle ultime ore, Lupin l’aveva afferrata sempre prima di toccare terra.

Arrivò al davanzale e non potè non sorridere; decorata con un bel nastro rosa, c’era una mela caramellata.

La prese e l’annusò, lasciando che il profumo di zucchero le salisse su per il naso, fecendo riaffiorare i piacevoli ricordi della giornata.

- Arrivederci, Remus. – bisbigliò.

Si sdraiò nuovamente sul letto e con il cuore colmo di gioia, finalmente, si addormentò.

 

The End

Immagine da Deviant Art

* Ho cambiato le parole perchè si identifichi meglio con la storia!!!

  
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