L’ultima erede
Capitolo due: Strillettera
“ Pensa a cosa direbbe tuo padre!”
mi dissi. Ripetei questa frase come un mantra per tutta la notte, mentre
dormivo in quello che sarebbe stato il mio letto per i prossimi sette anni.
Quella notte
non dormii bene. Il viaggio in treno mi aveva stancato parecchio, eppure non
riuscivo a prendere sonno. Mi giravo e mi rigiravo tra quelle asfissianti
trapunte verde smeraldo. Nella mia mente vagavano immagini inquietanti e
spaventose. Quando finalmente riuscii ad abbandonarmi ad un sonno disperato,
fui accolta da un incubo terribile. “ Sarebbe un disonore per la tua
famiglia!”. La voce del Cappello Parlante ancora rimbombava nella mia testa.
Ero nei corridoi di Hogwarts. C’era anche mia madre. Indossava la sua
divisa da Caposcuola. Mi venne vicino e mi strappò dal collo la sua spilla. “
Sei una perfida Serpe, non sei degna di questa spilla!” mi urlò. Gli incubi
continuarono per tutta la notte. La mattina dopo mi svegliai in un bagno di
sudore. Mi accorsi che tutto il
dormitorio mi guardava. Mi alzai schietta a mi fiondai in bagno a spazzolare i
miei boccoli scuri. Scesi a fare colazione prima delle mie compagne e incontrai
Tom. Parlammo di nuovo. Più lo conoscevo, più pensavo fosse strano. O forse
particolare. Fatto sta che durante il primo anno divenimmo amici. Non c’era
giorno in cui non ci incontravamo in biblioteca per leggere i libri del reparto
proibito. Io riuscivo ad eludere la sicurezza. Ero una strega davvero
eccezionale. Anche la professoressa MacGrannit era
costretta ad ammetterlo. Nessuno dei suoi patetici Grifondoro
riusciva a superarmi, in nessuna materia. Ma se i professori mi veneravano, al
contrario la maggior parte dei ragazzi della mia casata mi disprezzavano. Non
era difficile capirne il motivo. Ero pur sempre l’erede di un fondatore di Hogwarts, credevano che in un certo senso fossi
raccomandata. Tom invece riusciva ad affascinare entrambi. Sia professori che
alunni avevano molta stima di lui. Mi ritrovai ad esserne gelosa. Era l’unico
del primo anno ad essere conosciuto in tutto il castello. Io e lui parlavamo
molto. Soprattutto di ciò che avremmo fatto dopo Hogwarts.
Ero ancora piccola, ma da brava Serpe, ero molto ambiziosa. Aspiravo ad una
carica al Ministero della Magia, mi era sempre piaciuto il potere. Anche Tom
aveva aspettative del genere. Io ci mettevo un po’ di fantasia in ciò che
immaginavo mi riservasse il futuro, ma lui era sempre estremamente serio. Oltre
ad essere ammirato da tutti per le sue doti, lo era anche per la sua bellezza.
Era solo un undicenne, ma tutte quelle del primo anno avrebbero fatto qualsiasi
cosa per lui. In effetti era davvero un bel ragazzino. Alto per la sua età,
capelli scuri come i miei che gli ricadevano a ciuffi sulla fronte, pelle diafana
e magnetici occhi verdi. Io ero una delle poche immune al suo fascino. Anche io
ero molto ammirata per la mia bellezza esteriore. C’era chi pensava che fossi
per metà Velaa, ma erano solo dicerie. Molti
ragazzini mi avevano dedicato particolari attenzioni,però io non me ne curavo.
Avevo solo undici anni, non sapevo cosa fosse l’amore. Forse non lo so ancora
oggi. Tra di loro c’era un timido Tassorosso, Ryan Sullivan. Non so perché, ma mi colpì particolarmente. Ryan
era dolce e gentile, si offriva sempre per portare i pesanti tomi di
Incantesimi da un’aula all’altra, arrivando sempre in ritardo alle sue lezioni.
Io ovviamente lo trattavo male. Ero fredda e distaccata, raramente lo
ringraziavo. La verità era che nel profondo non pensavo davvero quelle cose
brutte che gli dicevo. Lui comunque non si arrendeva. Ricordo che una volta
tornai al mio dormitorio più presto rispetto al solito, e lo trovai sull’orlo
di una crisi di nervi davanti all’entrata, con un mazzo di margherite in mano.
Non seppi mai come faceva a sapere che erano le mie preferite. Non lo degnai di
uno sguardo, presi i fiori e sussurrai un grazie stentato. Durante quell’anno,
decisi di fare il provino come Cercatore per la squadra di Quiddich
di Serpeverde. Non ci avevo mai giocato. In teoria non
avrei potuto partecipare ,ero solo al primo anno. Con l’aiuto di Ryan, però
riuscii ad allenarmi con buoni risultati. Lui era davvero bravo, riuscii a
sfruttarlo per qualcosa. Mi presentai ai provini e convinsi il capitano, Edward
Johnson, a lasciarmi provare. Edward era un ragazzo
alto e robusto, era uno dei battitori. Appena mi vide, si erse in tutta la sua
statura. Benché mi superasse di venti centimetri abbondanti, non mi faceva
paura. Tutti avevano massimo rispetto nei miei confronti. Erano spaventati,
chissà perché.
“ Sei del
primo anno, non puoi fare le selezioni” mi disse poco convinto. Io feci un
sorriso di scherno. Almeno una cosa l’avevo imparata da Mathilda.
“ Si che
posso, se mi giudichi all’altezza. O forse devo ricordarti chi sono?” gli risposi,
fredda. Non protestò quando mi fiondai su una Comet
200 della scuola e feci il primo giro di prova. Liberò il boccino, e dopo
nemmeno cinque minuti, riuscii a prenderlo. Tutti gli spalti erano strabiliati.
Fu così che divenni la più giovane Cercatrice di Serpeverde,
suscitando l’invidia degli altri del primo anno. Partecipavo agli allenamenti
tre volte alla settimana. Miglioravo a vista d’occhio e quando avevo tempo
correvo subito sul campo per allenarmi. Il resto delle giornate le trascorrevo
con Tom in biblioteca, a fare approfondimenti e leggere libri vietati agli
studenti. I primi mesi trascorsero così, tra gli allenamenti e i compiti.
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Arrivò dicembre e con lui tutta l’ondata di
gelo e di neve solita del clima britannico. Adoravo la neve, era una delle
poche cose più chiare della mia pelle. Quando cominciò a nevicare, ero per i
corridoi con Ryan cercando di scollarmelo di dosso con i più sgraditi insulti.
La verità era che guardandolo scherzare con gli altri amici, ero tremendamente
invidiosa. Gli altri ragazzini non si comportavano cosi con me. Nemmeno Tom. A
dir la verità non sapevo nemmeno perché lo frequentassi. Forse volevo solo un
briciolo della sua fama. Ryan mi stava parlando di una noiosa lezione di Erbologia, quando indicò la finestra gelata in cima al
corridoio. Senza rendermene conto, lo presi per mano e lo trascinai fuori.
Appena lui si rese conto del nostro contatto arrossì visibilmente. Lo guardai
scioccata e mollai la sua mano. Sentivo la neve sciogliersi a contatto con la
mia pelle. La cosa mi sorprendeva, ero arrivata al punto di credere io stessa a
ciò che si sussurrava.
“Non sono
fatta di ghiaccio allora.” Pensai.
Scossi la testa, contraddetta. Ryan si accorse del mio strano cipiglio e
mi venne vicino.
“ Isabella,
va tutto bene?” mi chiese apprensivo. Era davvero dolce, ma io no.
“ Si Sullivan, forse è colpa della troppa vicinanza ad una
schiappa come te” gli dissi senza pietà. Piegai la bocca in una smorfia di
scherno. Vidi i suoi occhi azzurri scurirsi. Mi pentii immediatamente di ciò
che avevo fatto. Cercai di rimediare.
“ Ma dai
Ryan! Non te la sarai mica presa?” gli chiesi, sempre molto fredda. Vidi di
sfuggita il sorriso illuminargli il viso roseo. Rimasi sotto la tempesta di
neve per un’altra mezz’ora, ma poi il buonsenso del Tassorosso
cominciò a farsi sentire.
“ Isabella,
qui fa freddo, dovremmo tornare dentro se non vogliamo beccarci la febbre” mi
disse in tono insicuro. Gli lanciai un’occhiataccia e tornammo tra le mura
tiepide del castello.
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Quella sera
incontrai Tom nella Sala comune dei Serpeverde. Aveva
un’aria strana, arrabbiata. Non so il perché, ma mi avvicinai a lui. Subito mi
venne in contro.
“ Cos’hai
Tom?” gli chiesi. Con lui ero molto meno fredda. Gli portavo rispetto, in un
certo senso. Mi guardò bieco.
“ Lo sai
benissimo. È per colpa tua. Ti ho visto oggi con quel Mezzosangue Tassorosso! La mia reputazione andrà in frantumi per colpa
tua! Come ti viene i mente di frequentare certa feccia? Quelli come lui non
sono degni nemmeno di mettere piede in Diagon Alley.”
Continuai a
fissarlo. Aveva ragione. Almeno secondo l’ideologia che mi era stata impartita.
Ryan era un Mezzosangue, non potevo frequentarlo. Era tutto così strano. Avevo
sempre sostenuto di odiarli,quelli come lui, ma un conto era dirlo senza
conoscerli, e un conto era quello. Scossi la testa. Non salutai Tom e tornai al
mio dormitorio.
La mattina
dopo scesi a colazione e trovai una lettera scarlatta sotto il calice pieno di
succo di zucca. Era una Strillettera. Non ne avevo
mai ricevuta una, si mormorava che se non l’aprivi in tempo esplodesse.
Impaurita, l’afferrai e corsi nel parco gelato. Arrivata in riva al Lago Nero
l’aprii. Subito una voce stridula riempì l’aria. L’avrei riconosciuta tra
mille.
Isabella Serpeverde!
Sei una traditrice! Ieri sera verso mezzanotte, sono stata avvisata dal caro
Tom di ciò che fai ad Hogwarts. Tu stupida ragazzina!
Come ti permetti di infangare l’onore della tua famiglia frequentando un
Mezzosangue qualunque!? Durante le vacanze non azzardarti a tornare a villa Malfoy, sarai cacciata dai servitori. Se la tua condotta
continuerà ad essere questa, scordati di avere una famiglia!
Mathilda Malfoy.
Quando la Strillettera smise di parlare e si incenerì, io rimasi a
lungo a piangere in riva al Lago. Ve l’ho detto, non ero una ragazzina da
lacrime. Ma quella lettere mi aveva straziato il cuore. Non avevo nemmeno più
una casa. Villa Serpeverde non esisteva più. Mathilda se ne era impossessata. Tornai su in sala comune
verso le undici, continuando a piangere. Come faceva Tom a conoscere la mia
matrigna? La stanza era vuota, il camino era acceso e irradiava tepore. Io però
ne ero immune. Su una poltrona accanto ad esso c’era un pacco. Era un regalo di
Natale. Non appena vidi il biglietto singhiozzai.
Cara Isabella,
ti auguro un felice Natale. Spero lo
passerai nel migliore dei modi, in compagnia della tua famiglia.
Ryan Sullivan.
Non lo aprii
nemmeno, lo gettai nel fuoco. Restai a guardarlo incenerirsi finche non esaurii
le lacrime. Di rabbia, frustrazione, dolore. Se mia madre fosse stata ancora
viva non avrei passato un Natale così. Strinsi tra le dita intorpidite la sua
spilla blu e bronzo. Già, era il giorno della Vigilia. E lo avevo passato nel
peggiore dei modi.
Ecco un altro
capitolo di questa strana e inusuale fan-fiction! Spero vi sia piaciuto :D
Colgo l’occasione per ringraziare Nimphalys per la sua
recensione del capitolo precedente! Grazie a tutti quelli che l’hanno letto :)
Al prossimo capitolo!
Hayley