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Autore: Chico chan 95    27/12/2010    0 recensioni
Salve,questa è la mia prima storia in assoluto e spero che vi possa piacere. Ha come protagonista inizialmente una Bella decenne, speciale e particolare come poche ma che ancora non conosce il suo potenziale.La ritroviamo in seguito quattordicenne con una zia tenera e con una cugina odiosa a Forks, con i suoi poteri sviluppati al massimo, che si trova alle prese con i Cullen,sempre i soliti vampiri ma con una caratteristica in più e che si dovranno fingere quattordicenni per stare in compagnia di Bella.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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I capitolo: Il ciondolo dai riflessi blu

 

Pov Bella

 

Era una notte stellata e serena, quando accadde l’impensabile.

Mi trovavo sulla spiaggia, su cui era affacciata casa dei nonni e guardavo sconsolata il mare, quel mare che mi aveva fatto crescere e fatto credere che era solo portatore di vita, mentre mi aveva tolto la cosa più cara: l’affetto dei miei genitori.

Dopo che ero nata, i miei mi lasciarono dai nonni per intraprendere un viaggio da cui non sarebbero ritornati. Sono passati quasi 10 anni da quel giorno, ma loro non sono più tornati.

Di questo non potevo incolpare più di tanto il mare, infatti, me la prendevo maggiormente con i miei genitori e con i nonni e quando mi colpivano delle crisi, questi ultimi non sapevano come agire e io mi rifugiavo sulla spiaggia; era appunto accaduto questo poche ore fa, solamente più forte, e ora ero stanca e stremata e per questo mi sdraiai sulla sabbia.

Lì, mi addormentai immediatamente e la mattina quando mi svegliai, mi ritrovavo nel mio letto con al collo uno strano medaglione dai riflessi blu. Me lo tolsi e lo analizzai; ero sicuro di averlo già visto da qualche parte, ma non ricordavo e poi mi posi un'altra domanda: come mi ritrovavo nel letto? Sembrava semplice a risposta, infatti, pensai subito che i nonni, avendomi vista addormentata profondamente, mi avessero portato a letto, ma poi io ricordai che i nonni non erano in casa perché erano andati da una loro amica.

Mi vestii velocemente e cercai subito i nonni, ma non li trovai né nella loro camera e né in soggiorno, quando notai in cucina un biglietto: SIAMO ANDATI DA MARY, TORNIAMO FRA DUE GIORNI, SAPPIAMO DI POTERCI FIDARE DI TE,BELLA, E NON TI PREOCCUPARE TORNEREMO IN TEMPO.    I NONNI

In quel momento mi sentii veramente confusa, se i nonni erano da Mary già nella serata e sarebbero tornati fra due giorni, la domanda mi sorse spontanea: chi mi aveva portato a letto?

Ero spaventata, ma mi calmai parzialmente sostenendomi che se mi aveva portato in casa, forse non aveva cattive intenzioni, ma per sicurezza mi chiusi a chiave e come se fosse un giorno come un altro, preparai la colazione.

Mi muovevo come un robot, meccanicamente mi diressi a preparare la mia solita tazza di latte fumante dai poteri quasi curativi per me, però mi sentivo osservava e non riuscivo a muovere un solo passo. Mi sedetti e prima di cercar di preparare nuovamente la colazione, presi un paio di respiri profondi che non sortirono l’effetto da me desiderato. A questo punto, mi alzai e mi diressi nella doccia e vestita e tutto me la feci; fatto questo mi sentii più leggera e mi diressi con un asciugamano attorno al mio corpo da bambina e ai capelli castani dai riflessi rossi in cucina e lì, in questo costume poco consono, mi bevvi il mio latte ed andai a vestirmi. Mi scelsi un vestitino blu piuttosto aderente e dei sandali turchesi; iniziai subito dopo le pulizie, che furono le più lunghe e faticose della mia esistenza. Preparai infine un pranzo leggero da portare in spiaggia, ma decisi di rimandare per via del tempo, mi sentii avvolgere da una sensazione di disagio e iniziai a piangere, ad urlare come una pazza, cercare di rompere tutto. Fu la crisi più violenta che ebbi, ma terminò quasi subito, infatti, fui presa alle spalle da delle braccia fredde e una voce gentile, dolce e sensuale mi diceva di calmarmi, che non ero sola e che non lo sarei mai stata. Io che avevo gli occhi chiusi, mi calmai e inspirai a fondo quel profumo così particolare ma per niente fastidioso; mi sentivo in paradiso, ma svenni e il più bel momento della mia vita s’interruppe.

Mi ritrovai nel mio letto, come la mattina precedente ma con una piccola differenza: i miei nonni erano tornati e mi sentivo talmente felice che quasi mi sembrò che le nuvole se ne fossero andate a causa mia per lasciare spazio ad un sole caldo e splendente. Quando li vidi iniziai a saltare alla gioia, ma questa s' interruppe, quando mi annunciarono che dovevamo trasferirci in città mi rattristai immediatamente e il mio umore divenne ancora più nero, quando continuarono affermando che potevo venire alla spiaggia. Non mi piaceva l’idea di abbandonare la casa che mi aveva fatto crescere e fatto avere quella misteriosa conoscenza ma non ci si poteva ribellare ad una decisione già presa ma intrapresi la mia piccola protesta: mi rifugiai nella mia fantasia dove io e i nonni e mamma e papà vivevamo felici nella casa sulla spiaggia, il mio più gran desiderio.

   
 
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