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Autore: clarisse    28/12/2010    8 recensioni
Non si vedevano da mesi, esattamente da quando tornata dallo stage aveva comunicato a tutti che sarebbe partita definitivamente per la Virginia per completare gli studi, dato che affascinati dalla sua persona incondizionatamente in gamba, le avevano offerto una borsa di studio che le avrebbe aperto le porte del mondo del lavoro che aveva ‘sempre’ sognato.
Nell’arco di un anno erano cambiate proprio tante cose.
Pensò, stringendosi più forte in quell’abbraccio così protettivo che tanto le era mancato.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan Echolls, Un po' tutti, Veronica Mars
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Neptune, 20 Dicembre 2008.


“ Quindi… Proprio buoni questi hamburger, eh?!” Chiese Mac, sull’orlo di una crisi isterica.
Lei, Dick e Wallace avevano provato in ogni modo ad alleggerire la situazione, ma era praticamente impossibile con Veronica e Logan che coglievano ogni piccola sillaba, ogni piccolo sospiro per lanciare implicite – ma molto esplicite – battutine all’altro.
Dopo che si erano fissati per un po’ – lui prima sorpreso, poi astioso e freddo, lei sorpresa e a disagio per una reazione che non si aspettava così disastrosa – Dick aveva tossito, e li aveva invitati a sedersi, capendo che la serata non avrebbe preso una bella piega.
Veronica all’inizio non era stato al suo gioco, lo aveva ignorato, pensando anche per qualche secondo che Logan avesse ragione, dopo ciò che era successo mesi fa tra di loro, a trattarla in quel modo, ma aveva superato ogni limite.
Era anche colpa sua, non poteva caricarsi tutte le colpe dei motivi per cui dopo quella notte lei era comunque partita, lasciandolo solo e confuso.
Per Logan, prima c’era stata la confusione, poi il dolore, e infine la rassegnazione, amara e dissacrante.
“ Beh, il mio è un po’ crudo a dire il vero.” Rispose Wallace, inventando una balla per rompere quel silenzio opprimente.
La divertente seratina tra amici si era trasformata in un campo di battaglia dove il ruolo dei tre sfortunati era quello degli abitanti del villaggio sotto attacco, non potevano fare nulla se non sperare che prima o poi la battaglia sarebbe finita.
“ Chiamo la hall? Te ne faccio portare un altro!” Propose Veronica, pentendosi subito della sua iniziativa da ex padrona di casa.
Non mancò difatti Logan a punzecchiarla, cattivo:
“ Beh, fai come se fossi di nuovo a casa tua, Mars. E mi raccomando, porgi i miei più calorosi saluti a Tina, dille che mi manca molto parlare con lei. Ricordi quanto eravamo buoni amici, eh?” Domandò, assumendo una faccia che Veronica credeva non gli sarebbe stata inflitta da parte sua mai più. Lo guardò negli occhi, amareggiata e senza fiato.
Quell’espressione, quegli occhi freddi, crudeli e glaciali la riportavano molto indietro nel tempo, a quando si odiavano, a quando si sarebbero fatti del male serio anche conoscendone le ripercussioni.
Veronica rabbrividiva al solo pensiero, fare del male a Logan le sembrava inconcepibile ora come ora nonostante i fatti, ma involontariamente o volontariamente gliene aveva comunque fatto anche lei.
Una piccola parte dentro di sé, però, chiedeva riscatto, opprimendola: il suo orgoglio. La vecchia Veronica premeva insistentemente per uscire fuori dal guscio, e massacrarlo una volta per tutte, senza piccole frecciatine, ma con una frase che gli avrebbe fatto male davvero.
Fu Mac a farla riscuotere dai suoi oscuri pensieri.
“ Adesso basta. Piantatela, sembrate dei bambini. Questa serata doveva essere per noi, e voi la state rovinando alla grande!” Esclamò, stizzita.
“ Hai ragione, Mac. Mi dispiace aver rovinato l’allegra riunione dei vecchi amiconi. Credo sia meglio defilarmi da casa mia. Immaginate che io sia ancora a Chicago, lontano dallo scalfire la vostra felicità con la mia cattiveria e il mio cattivo umorismo. Mi dispiace averti rovinato il bentornato, Veronica.” Disse Logan, scontrosamente sarcastico. Fece per uscire, ma la bionda, sobbalzando scossa poiché per la prima volta da quando si erano scontrati quella sera lui l’aveva chiamata con il suo nome, lo precedette, bloccandolo con un pugno chiuso sul suo petto.
Quel contatto fece del male ad entrambi, perciò Veronica ritrasse quasi subito la mano.
“ Sei sempre il solito Logan, sul serio, ti meriti un premio per come riesci sempre a rifilarti la parte della povera vittima. Buona serata a te, sono io quella che non può più sopportare di restare in questa stanza.” Fissò dispiaciuta Mac e Wallace, afferrò cappotto e borsa e corse fuori.
Logan si toccò con la mano il punto in cui pochi istanti prima la sua ex l’aveva sfiorato, bruciandolo. Come un fulmine, sotto le occhiaie sconvolte dei tre, capì che quella serata non poteva finire così, con lui nella parte del cattivo ancora una volta.
Fissò l’ascensore, fermo al settimo piano. Ce l’avrebbe fatta a raggiungerla prendendo le scale d’emergenza, doveva soltanto correre un po’.
Come previsto si ritrovò la bionda, che curvata su se stessa si dirigeva verso l’uscita dell’albergo.
“ VERONICA!” Urlò, chiamandola. La ragazza si fermò, per poi ripartire a tutto gas.
Logan la seguì nel freddo gelido del parcheggio, rabbrividendo, in quel momento il freddo era l’ultimo dei suoi pensieri.
“ Hei!” Esclamò, bloccandola. “ Le uscite trionfali sono sempre state il tuo forte, lo so, ma stasera dovrò rubarti la parte.” Continuò, girandola senza sforzo verso di sé. Lei lo ignorava, fissando il petto del ragazzo insistentemente. Non aveva voglia di parlare con lui e non l’avrebbe fatto.
Si sentiva ferita, arrabbiata e sicuramente parlare con lui l’avrebbe soltanto portata a stare peggio, come al solito.
“ Scusa.” Disse, arrendendosi. La ragazza tremò, alzando lo sguardo e puntandolo dentro quello di Logan, sorpresa. “ Scusa.” Ripeté, facendo sciogliere il castano dei suoi occhi per un momento. Voleva soltanto abbracciarla, stringerla a sé e convincersi che per una volta poteva andare bene, poteva essere felice con quella che aveva capito fosse l’amore della sua vita.
Ma tra di loro non sarebbe mai andata così, mai.
L’azzurro degli occhi di Veronica per lui si trasformò di nuovo negli occhi che l’avevo ferito, allontanato e abbandonato mesi fa, che l’avevano privato dell’unica cosa che ancora lo rendeva felice e lo faceva restare aggrappato alla vita, ne dava un senso, la riempiva.
Lei non l’avrebbe mai amato, non sarebbe mai stato abbastanza per Veronica Mars.
“ Scusa se non sono abbastanza, scusa se ti ho deluso, scusa se ti ho ferito, scusa se non ti ho fatto mai capire quanto fossi importante per me e quanto ti amassi quando stavamo insieme, così come non sono riuscito a farti capire che ogni cosa che facevo, seppur sbagliata, era dettata soltanto dall’amore incondizionato che provavo. Scusa se ho cercato di proteggerti, scusa se l’ho fatto perché tu eri l’unica persona di cui davvero mi importava e a cui volevo bene, scusa se l’idea di perderti mi ha reso più stupido di quanto già non fossi, scusa se non ti ho amato nel modo corretto. Gli errori che ho fatto con te mi perseguiteranno per sempre, ti ho persa Veronica perché ho fallito, ho sempre fallito con te. Sono un idiota, lo sappiamo entrambi. Ho fatto i miei errori, ma ti amavo, questa è l’unica cosa per cui mi batterò sempre. Forse… Forse ciò che ci ha fatto sempre esplodere è proprio che tu non mi amavi, o per lo meno non abbastanza. Ne abbiamo passate tante insieme… Così tante, che non credevo che un errore potesse dividerci per sempre. La sera della rissa, quella sera sei tornata da me, abbiamo fatto l’amore, e credevo finalmente che niente ti avrebbe più portata via. Né Piz, né nient’altro. Ti avevo promesso tante volte di cambiare, di cambiare la parte peggiore di me, ma quella volta lo pensavo sul serio, perché avevo toccato con mano l’ebbrezza di perderti per sempre, e mi ero sentito morire. Non avevo più niente che mi legasse a qualcosa. Il giorno dopo mi sono svegliato e toccavo quasi il paradiso, mi sono girato dalla tua parte del letto e non c’era nessuno, se non il freddo che tu avevi lasciato lì e dentro di me. Eri sparita, te ne eri andata, eri fuggita, lasciando come traccia di te solo un biglietto ‘ Dobbiamo smetterla di farci del male. Addio.’ All’inizio pensavo avessi paura, paura che ancora una volta ti spezzassi il cuore, ti ferissi irrimediabilmente.
Sono partito con il primo aereo verso la Virginia appena scoperto dove fossi esattamente, ho persino fatto quasi a botte con tuo padre per sapere dov’eri. Ti ho raggiunto, pronto a chiederti in ginocchio di amarmi, per un ultima volta. Tu eri lì, sorridevi, felice come non ti vedevo da mesi. Quella era la tua vita, e tu eri felice, anche senza di me, anche dopo il modo in cui ci eravamo lasciati. Quello… Quello è stato il momento in cui mi sono sentito davvero fuori dalla tua vita, dalla nostra vita, Veronica. Posso anche aver fallito, ma io ti ho amata dal principio, Veronica, perciò non stare qui a guardarmi con quello sguardo ferito, perché mi distruggi, mi ferisci, Veronica. Tu non hai idea di quanto ho sofferto, non te ne farò mai una colpa perché la colpa è di entrambi, ma se davvero il tuo desiderio è quello di avermi fuori dalla tua vita per sempre, se lo è davvero… Allora fallo, ma non ritornare Veronica, non farlo, non guardarmi così, non trattarmi male, non farmi sperare che il dolore che vedo nei tuoi occhi sia vero, perché quando per la prima volta ti ho detto che ti amavo, ho firmato la mia ‘maledizione’: intendevo che ti avrei amato per sempre.” Logan la guardò, pronto per l’ultima parte di quel doloroso discorso:
“ Sarebbe stato inutile mantenere la facciata da stronzo e menefreghista, non mi pento di ciò che ti ho detto. Perché hai capito bene, Mars, io ti amo, e lo farò per sempre, ma in quel biglietto tu avevi scritto qualcosa di giusto, dobbiamo smetterla di farci del male. Non ti dimenticherò mai e probabilmente non smetterò mai di amarti, ma devo andare avanti. Scusami per come ti ho trattato stasera, il trovarti qui dopo tanto tempo, nella suite che ci aveva visto amarci così tante volte… Mi ha psicologicamente distrutto, non ero preparato.
Credo… Credo partirò di nuovo. Goditi le vacanze, Veronica, goditi Mac, Wallace, Dick e tuo padre, perché sono le uniche persone che forse ti amano quanto me e che non ti tradiranno mai e poi. Ritorna in Virginia e continua la tua vita. Sii felice. Trova una persona alla tua altezza che sappia renderti la donna più felice e fortunata del mondo. E’ tutto ciò che desidero per te, è tutto ciò che ti chiedo di fare per me.” Non avrebbe mai pronunciato la parola addio, mai, ma traspariva dai suoi occhi che dentro di sé sentiva che quello lo era.
Veronica non aveva parlato per tutto il tempo, il respiro irregolare, qualche singhiozzo, ma non aveva fatto niente per ribattere alle parole di Logan, per fermarlo e dirgli ‘hey, ti amo anche io!’, e tantomeno il ragazzo si aspettava qualcosa di simile.
La realtà è che la ragazza era sotto shock, era totalmente paralizzata dal dolore, confusa… Voleva dirgli tante di quelle cose, voleva prenderlo a pugni e nello stesso tempo riempirgli il viso di baci, ma c’era qualcosa che la bloccava, la frenava, non le permetteva di agire.
E fu per questo che non poté fare altro che guardare l’allontanarsi del ragazzo, con la vista offuscata per via delle lacrime che lente uscivano dai suoi occhi e morivano incontrando le labbra serrate in una smorfia amara.


~

I'm back!
Con un capitolo che, sinceramente, non mi convince molto. Ho cominciato a scriverlo piena di idee, ispirazione e tutto il resto, ma all'improvviso tutto è scemato. L'ho letto e riletto per giorni, ma ho saputo che passerò la fine delle vacanze da mia madre in Francia, perciò mi sono detta che dovevo postarlo dato che non sapevo proprio quando avrei potuto postarlo, come non so se avrò del tempo per scrivere il nuovo capitolo.
Vi lascio a questa... Questa cosa, insomma, sperando sia quantomeno leggibile.
Ho risposto alle recensioni nel 'nuovomododirspondereallerecensioni' del sito, che non mi è ancora ben chiaro, quindi scusate se in realtà non troverete le mie risposte. ( Ah, preferivo di gran lunga il vecchio metodo di risposta...! )
Quindi, che dire? Vi auguro di passare questi ultimi giorni del 2010 nel modo più bello, sul serio.
Un baiser,
Clà.
  
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