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Autore: Chico chan 95    28/12/2010    1 recensioni
Salve,questa è la mia prima storia in assoluto e spero che vi possa piacere. Ha come protagonista inizialmente una Bella decenne, speciale e particolare come poche ma che ancora non conosce il suo potenziale.La ritroviamo in seguito quattordicenne con una zia tenera e con una cugina odiosa a Forks, con i suoi poteri sviluppati al massimo, che si trova alle prese con i Cullen,sempre i soliti vampiri ma con una caratteristica in più e che si dovranno fingere quattordicenni per stare in compagnia di Bella.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Eccomi di nuovo qui, stavolta con il terzo capitolo dedicato a iaia_twl, che ha recensito lo scorso capitolo. Ovviamente ringrazio Bellina98, che si è aggiunta a chi ha messo fra le preferite la mia storia e ringrazio anche chi ha solo letto.



III Capitolo: Una giornata all’inferno con un sogno angelico

 

Mi preparai per benino a quella giornata, che avrei passato insieme alla pazza furiosa e a quell’ essere divino, anche se avevo un po’ paura dei fratelli di Edward: chissà come erano. Quando scesi per andare via, vidi Edward dare un bacio sulla fronte di Tanya, il mondo mi cascò subito addosso e il cielo si oscurò, per risposta al mio repentino cambiamento d’umore iniziò persino a tuonare: caspiterina, non pensavo che il mio umore fosse così nero; dovevo mantenere meglio il controllo, ma ormai mi ero lasciata andare, quindi perché non sfogarmi completamente, senza esagerare?

Mentre uscimmo aggiustai il tempo (senza però far comparire il sole), poiché avevo deciso di serbare la mia rabbia e di sfogarmi durante il giro al centro commerciale.

Arrivammo subito al mio piccolo inferno personale e li vidi, mi spaventai: erano di una bellezza straordinaria, eterea e questi, quasi per confermare la loro presenza, mi salutarono.

Una piccoletta dai capelli corvini, un po’ corti mi abbracciò e mi sentii bene, quasi ebbi ricevuto un abbraccio da un sorella; questa mi disse nell’orecchio con voce squillante ma cauta: < Mi chiamo Alice e sono la sorella di Edward, non ti fidare di Tanya, è cattiva >. Detto questo si staccò e mi sorrise, poi fu il turno di Jasper, Emmett e Rosalie ed ognuno dopo essersi presentato mi metteva in guardia su Tanya- che sapevano qualcosa che io non sappia?-.

Dopo le presentazioni entrammo ed Alice esplose in un salto di gioia(c’erano i saldi) e in meno di due secondi ci buttò in un negozio di scarpe, dove le comprammo di tutti i colori disponibili e in questa maniera folle continuammo il nostro giro, fino a quando successe una cosa piuttosto imbarazzante.

Stavo provando un completo di intimo con Rose e Aly, quando uscii per farmi vedere, invece di trovarmi  quelle pazze maniache compulsive dello shopping mi ritrovai Edward che vedendo il completino sgranò gli occhi e aprii ripetutamente la bocca, senza emettere nessun suon. Io tutta rossa rientrai e non uscii per una buona decina di minuti, fino a quando non venne Rose a chiamarmi e a pregarmi. Per il resto del giro mi tenni lontana dai Cullen senza voler ascoltare le ragioni di Aly e Rose e più tardi grazie alla mia necessità di comprarmi un libro, mi rifugiai in libreria e attuai il mio sfogo: la feci cadere in tutti i modi possibili per una buona ventina di minuti ovviamente mentre i Cullen la osservavano. Una volta uscita le feci fare un’ultima acrobazia ma non tenendo conto della distanza Tanya mi prese per la caviglia e caddi con lei.

Una volta ripresami dalla caduta vidi che i Cullen la stavano rimproverando, in particolar modo Aly e Edward e mi sentii molto lusingata di questo loro comportamento e di quest’apprensione nei miei confronti.

Fortunatamente la giornata finii e ci accompagnarono a casa, prima di entrare li salutai tutti con un bacio sulla guancia, tranne Edward che fingendosi offeso per non averlo salutato come si doveva, mi prese, fece aderire i nostri corpi e mi costrinse a baciarlo sulla guancia. Una volta soddisfatto mi lasciò e mio baciò anche lui sulla guancia. Appena entrata, mi diressi subito verso il divano, dove crollai e nessuno ebbe il buon animo di portarmi nel mio letto, ma non importava: feci il più bel sogno della mia vita. Mi trovavo in una casa bellissima, bianca a due piani, che sembrava che potesse sparire in ogni momento; da questa uscivano persone somiglianti ad angeli che mi avvertivano di stare attenta, che il male era annidato nelle mia famiglia, poi mi si avvicino un angelo con i capelli ramati e stava per dire qualcosa, quando il sogno s’interruppe.

Mi svegliai il mattino seguente con un biglietto nel quale la zia scriveva che erano andate ad un centro termale, che sarebbero tornate fra una settimana e che le dispiaceva non averla portata, ma accolsi la notizia con un sorriso e poco dispiacere per le mancate cure termali e in questo modo iniziò la mia settimana in totale libertà.

 

   
 
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