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Autore: Lifelossleaving    02/01/2011    1 recensioni
Quando Justin torna a casa dopo più di un anno in occasione del matrimonio della sorella, alcune cose sono cambiate, altre appaiono immutate. Come reagirà nel rivedere Brian? E' davvero solo tempo o c'è molto di più a separare i due amanti?
(mai stata brava con i riassunti..xD) Fatemi sapere che ne pensate =)
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2.
 
Justin’s pov.
 
Dove andare prima? Le alternative erano parecchie, aveva una gran voglia di rivedere tutti: Ben,Michael, Ted, Emmet, Debbie, sua madre.. Brian. No, andare da Brian era fuori discussione. Dopo tutto non sapeva nemmeno dove vivesse adesso. Il loft era stato venduto e di sicuro la stessa sorte era toccata a Britin subito dopo la sua partenza. Chi poteva dire dove vivesse adesso. Quando aveva sentito Michael l’ultima volta, lui gli aveva assicurato che stesse bene  e che il lavoro andava alla grande, come sempre. Stavano tutti bene, anche Linds e Mel in Canada se la passavano bene. Durante l’ultima mostra le aveva persino sentite al telefono, aveva parlato con Gus che si era congratulato molto. La vita di tutti procedeva a gonfie vele e Justin non poté evitare di pensare a come sarebbe stata la sua se fosse rimasto lì, a Pittsburgh.
Si sarebbe sposato? Avrebbe messo su casa e famiglia con l’uomo che amava da cinque lunghi anni? No, probabilmente no. Justin sapeva che New York non era stato il motivo della rottura o dell’annullamento delle nozze. Lui non aveva voluto che Brian cambiasse per lui, che buttasse al diavolo tutte le sue abitudini e le cose che lo rendevano felice. Il matrimonio avrebbe distrutto Brian, Justin ne era certo. 
 
Camminando per Liberty av. i ricordi tornarono vividi come il primo giorno che ci aveva messo piede, quella fortunata sera. Neanche qui le cose sembravano essere cambiate. Continuava a essere il posto gay della città, il quartiere omosessuale, il posto in cui ogni buon vecchio/giovane finocchio potesse sentirsi accettato e parte della società.
In una frazione di secondo si ritrovò dinanzi il diner, a quanto pare la sorte aveva deciso per lui: Debbie sarebbe stata la prima persona a sapere del suo ritorno in città.
<< Cazzo. >>
Forse no. Quella voce...
<< Cazzo. >>
 
Brian’s Pov.
 
Doveva davvero smetterla di bere, o di farsi. Per essere un altro fottuto sogno, questo era piuttosto reale. “Non sono neanche le 11 del mattino! Come posso essere fatto alle 11 del mattino!?”
<< Brian... >>
Se era davvero un sogno, era stato davvero bravo.
Brian rimase immobile a fissare quel biondino che non sembrava cambiato di una virgola, identico a quando lo aveva visto l’ultima volta, riuscì solo a dire un altro, l’ennesimo < Cazzo... >.
 
Justin’s pov
 
 
Era stato inutile pensarci tanto. Fare strategie su come evitare il diner quando lui poteva esserci. Evitare il Babylon quando lui poteva esserci, persino evitare di farsi vedere per strada quando poteva incontrarlo.
Brian lo fissava senza dire una parola, continuando a chiudere e ad aprire gli occhi come se volesse svegliarsi...da un incubo, forse? Quello non era esattamente il modo in cui aveva immaginato di rivederlo, dopo tutte quelle settimane a pensarlo. Era sempre bellissimo, non era cambiato per niente, il solito stesso Brian Kinney, il ragazzo più bello di Pittsburgh, e di New York, a dir la verità. Doveva dire qualcosa e doveva dirlo adesso.
<< Brian io... ->>
Brian, però, abbozzò un sorriso e gli passò di lato, senza degnarsi di rispondere.
Justin non riuscì nemmeno a girarsi per vederlo andar via, rimase lì immobile, senza parole.
“No” pensò “ non è stato solo tempo”.
<<  E’ sempre il solito stronzo eh, raggio di sole? Porta il tuo culo dentro, prima che lo faccia io! >>.
 
 
Brian’s pov.
 
Se n’era davvero andato così senza nemmeno dire una parola? Aveva davvero lasciato raggio di sole lì in piedi senza degnarsi di dire “ciao” ?
Rivederlo era stato più difficile di quanto avesse immaginato.
Che ci faceva a Pittsburgh? Quanto sarebbe rimasto? O meglio, sarebbe rimasto? Brian premette il piede sull’acceleratore del suo nuovo gioiello e aprì il finestrino per far entrare un po’ d’aria e far uscire qualche pensiero di troppo.
Arrivato alla Kinnetik, trovò Ted sulla porta del suo ufficio ad aspettarlo, tanto per non cambiare, sull’orlo di una crisi di nervi.
<< Brian, non indovinerai mai chi è in città! >>
“ non indovinerò? E tu indovineresti mai?”
Brian cercò di fingere intesse.  << chi? >>
<< il tizio della Brown! È qui ! e vuole vedere la campagna, adesso! >>
“Merda. Di nuovo? Questo è davvero un cazzo di guaio”
<< Digli che oggi non è possibile, digli di ripassare domani o tra una settimana! >>
Non poteva gestire anche quel fottuto signor Brown. Lui aveva già visto la campagna mille volte e ancora doveva firmare il contratto. La situazione stava diventando pesante.
Doveva concentrarsi, doveva chiudere la trattativa ma non riusciva a smettere di pensare a come aveva trattato  Justin, ammesso che fosse davvero lui, l’opzione del sogno non era proprio da escludere. Aveva pensato a lui molto di più di quando avrebbe ammesso persino a se stesso, oltre che agli altri.
<< Brian, va tutto bene? >> Ted. << hai fatto presto, comunque. Non c’era folla da Deb ? >>
<< non ci sono più andato, sono venuto direttamente qui. Il caffè non mi andava più. >>
Ted continuava a fissarlo, perché non andava via?
<< Non hai un lavoro da portare a termine, Theodor? Vai a lavorare!>>
<< Siamo di cattivo umore oggi, eh? Hai una faccia poi... sembra che tu abbia visto un fantasma! >>.
Brian abbozzò un sorriso poco convinto, prima di rituffarsi nelle carte.
“Un fantasma? No. Molto peggio.”
  
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