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Autore: cleomery    02/01/2011    2 recensioni
Diciannove anni dopo l'ultima guerra magica. Una nuova generazione pronta ad esplodere tra scheletri da nascondere e insicurezze da superare. Un evento che spezza la catena delle fantasie che ci siamo fatte su questi nuovi personaggi e via, verso una storia completamente nuova.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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capitolo 2 corretto

Capitolo 2

I giardini di Hogwarts, all'inizio dell'inverno, regalavano uno scenario mozzafiato e tanta tranquillità ai pochi visitatori che non si facevano intimidire dal freddo. Ghirigori di neve candida abbracciavano i sottili rami degli alberi dei cortili, cadendo a volte sulle panchine di marmo grigio e sull'erba gelata. 
L'intera scuola era ancora assopita e solo le antiche mura si beavano delle prime luci della giornata, insieme ad uno studente che di dormire ormai non ne aveva più voglia. 

Albus Severus Potter si sentiva proprio come una pozione messa a bollire sulla fiamma a fuoco lento. E malediceva quella ragazza per le parole che gli versava addosso ogni volta, ma soprattutto malediceva se stesso per l'importanza che le dava, per non riuscire a contrastare quell'assurdo sentimento che lo invadeva ed infestava i suoi pensieri quotidianamente.

Si girò nel letto senza trovare una posizione comoda, stropicciando le lenzuola sotto il suo peso.  Era sveglio da ore, aveva visto l'alba trafiggere le fioche stelle che brillavano sul castello: non era riuscito ad addormentarsi dopo l'incubo che aveva interrotto il suo sonno tranquillo e ora il silenzio lo imprigionava in una trappola di pensieri da cui non riusciva ad uscire. 

E pensare che in quelle settimane aveva cercato di tenersi occupato ogni minuto per non avere il tempo di pensare se non prima di addormentarsi -e aveva cercato di esaurire le energie durante il giorno, per accorciare anche quel frangente di tempo- ma nulla ora gli impediva di affrontare quei ricordi che lo tormentavano da mesi.

Doveva smettere di pensare a lei. Sbuffò sonoramente, infastidendo i compagni di dormitorio che ancora sonnecchiavano beati. 

Si alzò dal letto a baldacchino ormai in preda all'ira. Non aveva più senso cercare di riprendere sonno, così decise di farsi una doccia e cercare qualcosa da fare prima della colazione.

Gli occhi verdi nello specchio appannato dal vapore del bagno gli rimandavano l'immagine di uno spettro, un ragazzo che non era in sè ormai da tempo.

Afferrò con entrambe le mani il lavandino e vi si appoggiò incassando la testa fra le spalle. 

Prese fiato e andò a vestirsi, pronto ad affrontare quella giornata che si prospettava orribile. 

Il Natale non sarebbe stato una passeggiata quell'anno.





"Scorpius faremo tardi! Datti una mossa."  

La giovane Weasley scosse il corpo che le giaceva di fianco senza un minimo di delicatezza. Il dormitorio maschile si era svuotato e finalmente non era più soggetta agli sguardi indagatori dei compagni maliziosi. 

Si era addormentata nel letto dell'amico mentre chiacchieravano e al risveglio erano stati sottoposti ad interrogatori e occhiate loquaci. E c'era chi sosteneva che i Serpeverde si facevano i cazzi loro! 

Continuò a tentare l'impresa impossibile: svegliare il biondino dopo avergli fatto fare le ore piccole. 

"Dai Scor, oggi è l'ultimo giorno prima delle vacanze di Natale e poi siamo finalmente liberi per un po', smettila di fare storie e alzati!" lo rimproverò con cipiglio severo, sperando che si accorgesse di qualcosa e non fosse ancora in fase rem.

"Odio il Natale... lasciami dormire." mugugnò infilando la testa bionda sotto il cuscino.

"Lo so, me lo ripeti da sei anni, adesso tirati su e non fare il bambino." rispose la mora mettendosi le mani sui fianchi, già esasperata da quella giornata. 

"Quando fai così sembri proprio una Weasley." ruggì Malfoy da sotto il piumone e in risposta la ragazza gli lanciò il cuscino uscendo dal dormitorio senza esitazione.

"Quindi state insieme adesso?"  Braxton Zabini, Prefetto Serpeverde, uscì dal bagno tamponandosi i capelli scuri con un asciugamano e stringendosi con l'altra l'accappatoio addosso. Credeva che fossero usciti tutti e invece quella serpe era ancora lì a spiarlo.

"Non dire stronzate, si è addormentata mentre parlavamo. Figurati se anche solo l'ipotesi di una storia possa passarci per la testa. Non reggeremmo nemmeno come trombamici." rispose ghignando per quell'assurda possibilità.

Quell'essere malefico sembrava voler diventare la sua coscienza. Si conoscevano da una vita, i loro genitori erano amici d'infanzia e poteva dire che fosse la persona più simile ad un fratello per lui. Il moro gli lanciò un'altra occhiata mentre se ne stava sulla porta ad attendere una risposta. 


Non aveva mai pensato a lei in quel senso, probabilmente erano troppo amici per pensare di intraprendere una relazione. Scacciò via quel pensiero e si alzò dal letto, si preparò in fretta e furia vista l'ora tarda e scese in Sala Grande con una fame che l'avrebbe divorato di lì a poco.

Appena allungò la mano per afferrare un paio di fette biscottate, i piatti sparirono dal tavolo lasciandolo a bocca aperta e asciutta.

Imprecò sonoramente e chiuse gli occhi per cercare di calmarsi. Doveva aspettare fino all'ora di pranzo per mettere qualcosa sotto i denti, maledizione.

Si trovò di fianco Rose che ghignò di fronte alla sua faccia snervata. La Sala Grande era ingombra di festoni e ai quattro angoli della stanza c'erano gli alberi di Natale addobbati con i colori delle case.

"Odio il Natale" proferì di nuovo. Chissà perchè tutti erano così entusiasti del Natale. 

"Lo so, Grinch."

"E chi cazzo è adesso questo Grinch?!"

L'amica gli lanciò una ciambella con su scritto "Merry Christmas" e lui l'addentò affamato anche se un po' controvoglia. 

"Ti adoro." 

"So anche questo."





Le prime lezioni della mattinata erano state una noia mortale. Storia della Magia e Divinazione erano state talmente soporifere che, anche tra i più reticenti ad ammetterlo, tutti erano contenti di correre nell'aula di Trasfigurazione. 

Dopo la morte di Silente, la professoressa McGrannitt aveva preso il suo posto come preside nella scuola e trovare un sostituto per la cattedra non era stato facile. Non fin quando una delle sue allieve preferite si era offerta per il posto d'insegnante.

Hermione Granger aveva sempre avuto un amore sconfinato per lo studio e questo era risaputo. Dopo la separazione dal suo storico amore aveva deciso di occupare le giornate lavorando sodo e quello di insegnante era uno di quegli impieghi che le permettevano di lavorare a contatto con ciò che le piaceva e di stare con i figli il più possibile. 

Un po' meno entusiasti di quella scelta erano stati proprio Rose e Hugo che però, dopo diversi anni, si erano rassegnati all'idea di sopportare una madre insegnante.

Serpeverde e Grifondoro quella mattina avevano lezione insieme e così quando tutti gli studenti del sesto anno si riversarono sui banchi, rigorosamente Grifoni seduti da un lato e Serpi dall'altro, la Granger si lasciò sfuggire un sorriso. Non erano cambiati poi tanto i ragazzi in quegli anni, pensò con nostalgia. 

Cercò di non sbilanciarsi troppo nel salutare sua figlia, che odiava essere vista dagli altri studenti con sua madre, e poi cominciò la lezione senza troppi preamboli.

Seguirono le parole della prof che stava spiegando come trasformare un sasso in un cerbiatto e cercavano di mostrare un minimo di interesse, ma dopo la prima mezz'ora tutti furono costretti a ricredersi: neanche Trasfigurazione era poi tanto divertente.
 
"Per finire, posso annunciarvi che non sarete liberi dallo studio nemmeno durante queste vacanze. Esercitatevi a trafigurare oggetti inanimati in qualcosa che respiri e poi portatemi una bella relazione, diciamo sei fogli di pergamena, sulle difficoltà dell'esercizio e sui vantaggi che implica. Potete andare. Ah, signor Nott, la prego di non trasformare il suo cucchiaino in un altro mostro preistorico. Eviterei di dare fuoco all'albero di Natale con un drago ancora una volta." 

I ragazzi sghignazzarono un po' di fronte al rossore del timido Serpeverde e augurarono buone feste alla prof correndo via dall'aula prima che assegnasse loro compiti extra. 

Albus terminò di rimettere le cose in ordine e, stando a testa china, non si accorse della donna che lo osservava un pelino preoccupata. 

"Qualcosa non va tesoro?" chiese l'ex Grifoncina con aria materna.

"No prof, tutto bene." 

"Sai che odio essere chiamata così fuori dall'orario di lezione. Puoi parlarmene se vuoi. Sono sempre stata abbastanza brava ad ascoltare i problemi di voi Potter."  

Il ragazzo sorrise ricordando la complicità che lei, suo padre e lo zio Ron avevano sempre avuto in quegli anni. 

"Sono solo un po' nervoso, tutto qua. E' stata una settimana un po' pesante." 

"E c'entra qualche ragazza." disse sicura notando il suo lieve imbarazzo. 

"Non è solo quello, se vuoi la verità è Rose che mi fa un po' preoccupare. E' sempre così... così dannatamente Serpeverde! Ormai si chiude a riccio, non parla più con nessuno di noi e quelle poche volte che lo fa è per litigare."  

Si appoggiò stanco alla cattedra di fianco alla donna che gli stava gentilmente carezzando una spalla. 

"E' anche colpa mia Albus, dopo che io e suo padre ci siamo lasciati è peggiorata. E' stato doloroso per tutti ma io non potevo andare avanti in quelle condizioni. E l'ho fatto soprattutto per loro, perchè non crescano con un'idea sbagliata di famiglia. Ron si è inasprito con gli anni e io ne avevo abbastanza. Ma Rosie è così, non puoi farci niente. Non lo fa di proposito, la sua è una difesa, capisci? Non vuole essere come suo padre, non vuole essere nemmeno come me se è per questo, ma la comprendo. Ha scelto una strada... ma vedrai che presto si accorgerà di ciò che è in realtà." 

"Lo spero perchè mi sta facendo dannare. Sembra che voglia a tutti i costi allontarci." sospirò e lasciò che il capo gli ciondolasse all'indietro. 

"Non essere così duro con lei, vedrai che pian piano si scioglierà. Devi darle del tempo." Hermione sorrise di nuovo. Albus le ricordava Harry quando aveva la sua età, con mille problemi e altrettante insicurezze. Era soltanto grata che i ragazzi non dovessero affrontare quella guerra che aveva stremato loro durante gli anni ad Hogwarts; sperava con tutto il cuore che non si facesse viva nessuna minaccia all'orizzonte ma non sapeva ancora quanto si sarebbe rivelato veritiero quel presentimento.





I preparativi per la festa di Natale erano giunti al termine. Gli studenti se ne tornavano ai rispettivi dormitori per mettersi in ghingheri e i professori tiravano un sospiro di sollievo in vista di quelle meritate vacanze. 

Nelle stanze di Grifondoro le ragazze erano in fermento. Nell'aria si sentiva il vociare delle studentesse che lanciavano incantesimi arricciacapelli e quant'altro, pronte a mettersi in mostra come tutti gli anni. Urletti isterici provenivano da tutti gli angoli e facevano sobbalzare perfino gli orgogliosi ragazzi di Grifondoro che dalla Sala Comune attendevano le rispettive dame per andare finalmente a godersi la cena.

"Come se queste maledette feste fossero una gara a chi ha l'abito più bello o i capelli acconciati nel modo più ridicolo!" se ne uscì James accendendosi una sigaretta di fianco al camino noncurante del regolamento.

"Tanto lo sai che è così tutti gli anni, probabilmente ritengono ancora di poter trovare il principe azzurro o cose simili quando invece sanno bene quello che vogliamo da loro, che poi è quello che vogliono anche le ragazze, una sana e rigenerante scop--" Scott Forst si ammutolì quando la giovane e ancora innocente sorella di James si avvicinò, impedendogli di terminare la frase. 

Fasciata in un abito azzurro ghiaccio, con la chioma fulva domata alla perfezione da un fermaglio a forma di farfalla, faceva davvero la sua bella figura per avere solo quattordici anni. Sorrise amabile a tutti i presenti in sala notando poco dopo di essere l'unica ragazza in orario.

"Ragazzi, tutto bene? Vi vedo un po' impazienti." proferì mentre rubava la sigaretta al fratello per gettarla subito fra le fiamme. "Questa roba ti fa male, e poi è vietato fumare all'interno della scuola! Lo dice sempre zia Hermione che il regolamento va rispettato."  

"Ma da chi avrai preso? Nemmeno mamma e papà sono mai stati così ligi al dovere. Devi avere qualche gene fuori asse sorellina." ridacchiò Potter lanciandosi sul divanetto. Incrociò le braccia al petto e si mise a sbuffare impaziente. 

"Con chi è che vai alla festa alla fine? Se non sbaglio quello schianto della Preston ti aveva invitato..." chiese Forst scrutando attentamente l'amico.

"Ma scherzi, quella è una pervertita e appena può mi mette le mani addosso, non la sopporto. Le donne che prendono l'iniziativa così schiettamente non mi piacciono. Ho accettato l'invito di  Meredith Hollis, sesto anno e un corpo da favola!" 

I due si batterono il cinque e si rimisero in attesa fino a quando dal dormitorio maschile uscì Albus, con felpa e pantaloni della tuta e si gettò malamente su una poltroncina con un tomo enorme sulle ginocchia. 

"Non dirmi che non vieni nemmeno quest'anno." piagnucolò Lily ancorandosi al bracciolo della sua poltrona e facendo anche fatica a stare in quella posizione, visto l'abito che le imponeva una certa compostezza.

"Non mi piacciono le feste, non mi sono mai piaciute, non so ballare e mi fanno schifo tutte queste stronzate da reginetta del ballo!" ringhiò il moretto tuffando il naso tra la pagine ingiallite del tomo che aveva preso quella mattina in biblioteca.

"Ma dai, staresti benissimo in abito da cerimonia e poi Kalinda con chi ci va, scusa? Non si perderebbe la festa per niente al mondo!"  ribattè la rossa con poco tatto.

"Esatto Al, che cosa ci fai ancora così? Mi avevi promesso che saresti venuto..."  la giovane in questione si precipitò giù dalle scale fino a piazzarsi di fronte al suo ragazzo con aria bellicosa.

"Lemaire non farti prendere dall'ira, sai che odia queste cose." cercò di intervenire James in aiuto al fratello minore. 

"Un corno! Per la barba di Merlino, cosa succede?" 

"Ma dai, lo conosci, non fanno per lui le feste." tentò ancora il maggiore dei Potter vedendo il povero malcapitato mettersi le mani nei capelli di fronte alla rabbia della sua ragazza.

Kalinda Lemaire non era certo una tipa tranquilla. Pettegola come poche, ma con un cuore tenero, in fondo era pur sempre una Grifondoro. Erano abbastanza famose le sue sfuriate, come lo era il suo codazzo di amiche che sempre in prima fila le reggeva il gioco. Avevano in mano tutte le iniziative di Hogwarts, in quanto membri del consiglio studentesco, e ne facevano di tutti i colori a quei poveri studenti. Non perdevano occasione per organizzare feste (una più bizzarra dell'altra) e tiravano fuori sempre gare che facevano sbiancare i più sobri studenti.

Per tutta risposta, quella specie di strega mezza indiana e mezza francese si girò con aria di sfida e capita l'antifona si allontanarono tutti per lasciarli soli. 

"Kali sei bellissima...." cercò di ammansirla Albus, ma la ragazza non si fece raggirare nonostante sapesse bene che lo pensava sul serio. E voleva anche vedere se dopo aver speso una cifra esorbitante per quell'abito e mezzo pomeriggio a prepararsi non sarebbe risultata splendida!

"Non me ne frega proprio niente dei tuoi stupidi complimenti in questo istante! Adesso fili a cambiarti o di me non sentirai nemmeno parlare d'ora in poi!" 

"Mi dispiace ma non verrò. Non sopporto l'idea di dover stare in mezzo a tutta quella gente imbalsamata. Però quando torni se vuoi stiamo un po' insieme, ti aspetto sveglio."

"Senti se vuoi litigare non è proprio la serata giusta, mi sono stancata di questi tuoi continui atteggiamenti da essere superiore, e mi sono stancata di questa scusa ogni volta che c'è qualcosa di divertente da fare! Chi credi di essere, sai quanti ce ne sono lì fuori pronti a prendere il boccino al volo? Ne hai almeno una vaga idea? Stiamo insieme e mi fai questo, te ne rendi conto?" 

"Ti prego non fare così..." le si avvicinò con aria da cucciolo e le prese le mani, portandosene una alle labbra.

La ragazza si addolcì un poco e sorrise vedendo quanto gli costasse quel gesto di fronte a tutta Grifondoro.

"Non pensare di esserti guadagnato il paradiso Albus, ti voglio in sala entro mezzanotte, almeno per il brindisi di auguri!"  

Il moro abbassò il capo pensando che non sarebbe riuscito a fare pace con lei se non avesse davvero fatto come diceva. La vide uscire dal buco del ritratto ancora indispettita e poi si ributtò sulla poltroncina con fare disperato.

Gli studenti ridacchiarono e suo fratello gli diede dello zerbino facendo aumentare l'ilarità generale.

"Cos'avete da guardare?! Non avete per caso un ballo voi altri?" furono le ultime parole che urlò prima di sbattersi la porta del dormitorio alle spalle, imbarzzato e indispettito.

Quando i festeggiamenti inziarono ufficialmente, il chiacchiericcio su quell'ultima faccenda non si era ancora fermato. E la voce giunse anche a Serpeverde dove più di una persona si fece una sana risata.

"Io non lo costringerei mai a fare qualcosa che non vuole. Quella vipera è insopportabile." sbuffò Rebecca mettendosi seduta in mezzo ai due amici.

"Dite tutte così, poi alla prima occasione vi mettete a stringere le catene e a reprimerci come se fossimo ippogrifi!" rispose Scorpius, storcendo il naso da purosangue solo all'idea.

"Ma sentitelo, pronto a difendere il genere maschile a suon di stupeficium! Come se la colpa fosse sempre nostra e voi non combinaste guai di continuo." disse Rose pronta ad attaccare briga.

"Noi? Guarda che non siamo noi a fare i melensi e i carini per attirare la vostra attenzione per poi inchiodarvi al letto e gestire le vostre vite eh!"

"Come se vi dispiacesse, ma falla finita!" e così dicendo si alzò dal divanetto facendo frusciare l'abito di seta verde che aveva scelto per quella sera.

Malfoy lanciò un'occhiataccia all'amica ancora seduta di fianco a lui. 

"Ma io volevo soltanto offendere quella stupida Grifondoro!"  si difese prontamente lei aggiustandosi meglio una ciocca bionda dietro l'orecchio.

"Quella la prende sempre sul personale e tu tiri ancora fuori certi discorsi?" si imbronciò anche lui come un bambino e stizzito uscì in terrazzo senza dire più una parola.

L'aria fredda di dicembre e l'odore dell'inverno gli fecero tornare a galla tanti ricordi. Sua madre lo portava sempre a passeggiare nella neve quando era piccolo. Diceva che sembrava di camminare nell'infinito quando i grandi campi di Malfoy Manor erano coperti da quel manto bianco e si vedevano solo le luci della città in lontananza.

Si accese una sigaretta e se la infilò tra le labbra con pigrizia. I suoi erano sempre stati abbastanza affiatati come coppia ma l'ultima volta che era stato a casa li aveva visti un po' strani. Sperava soltanto che il rientro del giorno successivo non gli avrebbe riservato qualche sorpresa.

Si voltò verso l'entrata e vide Rose danzare aggraziata con un Tassorosso dall'aria presuntuosa. Era davvero bella quella sera, con l'abito verde smeraldo che metteva in risalto il suo orgoglio Serpeverde e i capelli mossi lasciati liberi sulle spalle. 

Il soriso gli si spense sulle labbra quando nel suo campo visivo entrò James Potter a chiedere un ballo alla cugina. Rose accettò senza dire una parola, tanto già sapeva cosa volesse da lei. 

"Allora, chi ti accompagna stasera, Rosie?" 

Storse il naso sentendo quel nomignolo pronunciato con una punta di sarcasmo.

"Sono venuta con Scorpius, nessuno dei due aveva voglia di trovarsi una comparsa serale. E tu invece? Ti ho visto con la Hollis, non ti scollava gli occhi di dosso. Adesso che ci faccio caso ti sta fissando ancora e sta ridendo con qualche frivola amica." 

"Sei sempre un tesoro. Anche Albus ha cominciato a ricevere il trattamento che riservi a noi comuni mortali vedo."

"Se volevi fare lo spiritoso bastava fermarmi in mezzo ai corridoi, non serviva invitarmi a ballare. Ah, ma voi Grifondoro fate le cose con stile, non fate piazzate. Tuo fratello mi rimprovera durante la partita di Quiddich, tu durante un ballo, chissà cosa si inventeranno Lily e Hugo invece. Sono proprio curiosa di vedere quale altro asso tireranno fuori da quelle loro maniche rosse e oro!" 

"Certo, sputare nel piatto dove hai sempre mangiato deve essere divertente per te. Un po' meno per noi, ma se è contenta vostra altezza. E comunque non volevo parlarti di questo. E' di Albus che volevo parlare. Devi parlargli, è diventato insopportabile quasi quanto te." ammise sorridendo appena.

"Non sono affari miei, non devo fare proprio niente. Dovrebbe crescere e rassegnarsi all'idea che io non sia come voi." lo rimbeccò la Weasley distogliendo lo sguardo da quello intenso del cugino.

"Per favore Rose, parlagli, fallo contento." 

Sentire James chiedere qualcosa con quel tono supplichevole la fece ridere di cuore. Lui se ne accorse e arrossì lievemente, spingendosi gli occhiali dalla montatura moderna sul naso.

"Vedrò cosa posso fare. Adesso raggiungo gli altri." si staccò dolcemente da lui mentre le faceva un inchino ironico, poi si voltò ed uscì in terrazza dove aveva appena visto un certo biondino farsi i cazzi suoi.

"Allora, vedo che ti stai divertendo." constatò sarcastica alludendo al fatto che fosse lì da solo con una faccia lunga che faceva invidia a quella della preside.

"Odio il Natale." 

"E' la terza volta che me lo dici oggi, l'ho capito." 

"Si si...vedo che anche tu te la stai spassando, sembravi entusiasta di passare un po' di tempo con quel coglione di tuo cugino." si accese un'altra sigaretta per tenere le mani occupate ma Rose gliela rubò con aria birichina senza avere intenzione di restituirgliela.

"Dovevo ingannare il tempo visto che il mio cavaliere non mi invita a ballare perchè non ne è capace." lo stuzzicò guardandolo di sottecchi. Sapeva che odiava essere messo in discussione. Poco dopo infatti le prese una mano e con l'altra le cinse la vita senza chiederle il permesso. 

Ballarono lì da soli, in terrazzo, con la musica che arrivava dalla Sala Grande. Sentivano le risate dei ragazzi, il freddo sulla pelle e il ghiaccio sotto i piedi che li rendeva un po' impacciati, ma in quel momento ad entrambi pareva di essere in una bolla. Come se si fosse creata una certa magia.

Scorpius le regalò uno dei suoi meravigliosi e rari sorrisi e lei lo ricambiò appoggiando poi il capo sulla sua spalla. Le note del lento sembravano interminabili ma per una volta non le parse una sofferenza. Stava bene, stava sempre bene con lui ma in quel momento si sentiva leggera.

La sigaretta che Rose aveva tra le dita si consumò rapidamente e le bruciò la pelle. Si lasciò sfuggire un'imprecazione e si scostò da Scorpius im modo un po' brusco. 

Guardò di sfuggita la sala e vide entrare suo cugino Albus in quell'istante. Non fece in tempo ad incrociare il suo sguardo perchè Malfoy le prese l'indice tra le dita per controllare che non si fosse fatta male.

"Sei davvero maldestra Weasley..." sollevò lo sguardo mentre la ragazza alzava gli occhi al cielo. 

"Chi è che non sa ballare insomma?" le prese la mano facendole una linguaccia e la trascinò dentro cercando con gli occhi la Netherwood che li stava aspettando su un divanetto.

Buttò un'altra occhiata verso l'angolo in cui Albus e Kalinda stavano chiacchierando. Lei sembrava davvero felice di vederlo ma il ragazzo, senza cravatta e con  la camicia un po' in disordine, si guardava in giro senza ascoltare realmente la sua interlocutrice.

Non si accorse nemmeno che lo stava trascinando verso la pista da ballo perchè aveva fissato gli occhi in quelli verde-azzurro della Weasley.

Si rese conto di essere stato invischiato nelle danze solo quando sentì il contatto con la folla, ma era troppo tardi e distolse lo sguardo per cercare di uscire da quel pasticcio perdendo di vista Rose.

"Andiamo via dai, la festa è diventata noiosa." disse la mora con tono piatto portandosi via i due amici. 

Quelli la seguirono senza fare storie ma giunti in corridoio la biondina incontrò una vecchia fiamma e visto il tasso alcolico se ne infischiò dei due che la guardavano allibiti e disse che sarebbe rientrata tardi quella sera.

Giunti nei sotterranei si fecero due risate e con un piccolo incantesimo Rose riuscì a far entrare anche Malfoy nel dormitorio femminile dove si gettarono esausti sul letto della strega.

"Quella è fuori come un balcone, hai visto come ci ha piantati stasera?" si lagnò Scorpius togliendosi giacca e camicia. 

"Già. Ma è così da sempre, sei tu che non te ne sei mai accorto. Soltanto quando parla di mio cugino in quei termini dovresti renderti conto della sua follia. Ah, Scor ti ricordi che mia madre ti ha invitato il 26 da noi?" 

Lui annuì e Rose gli lanciò un pacchetto, sparendo poi dietro ad un un paravento dai motivi orientaleggianti.

"Che novità...! Non fai mai regali a Natale, dici che è uno spreco di tempo ed energie... anche se poi non dai certo indietro quelli che ti facciamo noi puntualmente." 

Scartò il pacchetto stando attento a non rovinare la confezione e ne tirò fuori una palla di vetro al cui interno si agitava una specie di nebbiolina. Gli sembrò di vederci l'amica che sorrideva gentile ma sparì in un lampo senza dargli il tempo di capire.

"E' una sfera dei desideri, ti mostra ciò che vorresti di più nel momento in cui ci guardi dentro. L'ho vista l'altro giorno ad Hogsmade e te l'ho presa senza neanche pensarci. Non dirlo a Becky però, si infurierebbe se sapesse che ti ho comprato un regalo." 

Lo raggiunse con indosso solo una maxi maglia con la stampa di una famosa band babbana e si accoccolò vicino a lui cercando di non guardare nella sfera. Non voleva sapere cosa le avrebbe mostrato. 

Malfoy poggiò il regalo sul comodino e le diede un bacio sulla fronte ringraziandola per quel pensiero. 

Lasciò che lo abbracciasse e si beò delle leggere carezze che lasciava sul suo torace.

"Non avevo mai notato questo neo."  gli disse indicando la clavicola. Ci passò le dita iniziando a fare dei cerchi concentrici intorno a quel puntino scuro con delicatezza, facendo scorrere le dita su e giù sulla pelle serica dell'amico.

Scorpius pensò che lui, invece, non aveva mai notato quanto fosse bella... ma si diede subito dello sciocco e distolse l'attenzione dalle lunghe gambe nude della sua migliore amica. Risentì la voce di Braxton che quella mattina gli aveva chiesto se stessero insieme e lo maledisse per avergli fatto venire quelle strane idee. 

Aspettò che Rose si addormentasse poi la mise sotto le coperte e, preso il regalo, se la filò prima che quegli assurdi pensieri mettessero in moto delle reazioni pericolose.

... Non si sarebbero visti fino alla cena a cui l'aveva invitato la madre di Rose e, se prima non vedeva l'ora che arrivasse quel giorno per fuggire un po' dal clima natalizio di casa, in quel momento pensò che invece avrebbe fatto bene a stare un po' lontano
da lei... magari sarebbe rinsavito.






Spazio autrice:


Ragazzi scusate il ritardo mostruoso ma tra i problemi con la linea, l'ispirazione che viene e va e tutto il resto non sono riuscita a fare di meglio. Il capitolo è ricco di contenuti stavolta, le cose si stanno evolvendo e, visto che ho già iniziato a buttare giù quello successivo, vi dico solo di tenere gli occhi aperti! Alcuni particolari sono importanti.

Anche se un po' in ritardo vi auguro un buon anno e per chi è cattolico anche un buon Natale. E' tutto direi, se avete da chiedere non esitate e fatemi sapere se vi è piaciuto o meno il capitolo. Ringrazio ancora tutti coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti e tra le storie seguite/da ricordare. E un grazie va anche a chi ha commentato, ma soprattutto devo ringraziare la mia beta che mi sopporta pazientemente e fa un lavoro splendido ogni volta! Non so cosa farei senza di lei che mette a posto tutte le virgole e il resto nel testo (è probabile che infatti mi sia sfuggita qualche virgola rossa tra le righe ma abbiate pazienza!)

Bene, alla prossima. Con affetto, Marian.

   
 
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