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Autore: costanzamalatesta    02/01/2011    1 recensioni
La prima volta che lo vidi avevo 15 anni.
Me ne innamorai all’istante, fu una scarica di adrenalina che mi investì il corpo e la mente.
Può esistere il colpo di fulmine a 15 anni?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso con tutte, avrei dovuto mettere l’incipit che sto per scrivere, all’inizio della storia, ma ero talmente convinta che nessuno l’avrebbe letta che non mi sono preoccupata molto.
Allora volevo dire che è la prima volta che scrivo qualcosa per cui mi scuso per gli errori fatti, periodi troppo concisi, intervalli di tempo che non tornano, confusione nell’esposizione…..imprecisione negli eventi…insomma scrittori non si nasce e, nel mio caso, neanche si diventerà mai.
La storia non è autobiografica o meglio, ho preso me ed un’altra persona (che sa già di essere dentro questa storia), ho mischiato gli eventi, ho aggiunto qua e là un po’ di situazioni dando un tocco di romanticismo…..e sta uscendo la roba che avete letto…e che leggerete.
Scusate se la storia è un po’ sdolcinata, ma i miei sogni sono così…..ed io adoro leggere di sogni, ed in questo caso anche scriverli.

 
 
Riassunto ermetico dell’episodio precedente: Fanculo Axel Bingle!
 

 
Dopo un’affermazione del genere vi immaginerete una Bianca che raddrizza le spalle si guarda allo specchio e dice: <<  a noi due Axel Bingle >>
Uscii fuori con una determinazione che neanch’io mi sognavo di avere, mi appostai al cancello di casa sua e non appena uscì lo affrontai sicura.
Lo presi per la camicia, avvicinai il mio viso al suo e gli sibilai << Axel Bingle sei solo un patetico diciannovenne abituato ad avere tutte le ragazze che vuoi, tutte uguali, vuote, bionde ed oche, e sai cosa ti dico? Restaci con quelle troie perché non ti meriti di meglio…....e sicuramente non me! >>
  mi voltai e mossi qualche passo……

A questo punto il sogno seguiva due possibili soluzioni:
soluzione A)
 lui mi correva dietro, mi afferrava per un braccio, mi faceva voltare e abbracciandomi stretta mi dava un bacio mozzafiato inframezzato da dolci parole
 
soluzione B)
si gettava ai miei piedi e si aggrappava alle mie gambe impedendomi di fare un altro passo, mi ripeteva dolci parole…poi nell’ordine mi abbracciava e mi baciava.
 
A volte inserivo a forza, anche la scena del film Orgoglio e Pregiudizio quando Mrs. Darcy si dichiara sotto la pioggia…….adoravo quel film, sapevo le battute a memoria...tòh, non ci avevo mai fatto caso, bastava aggiungere una y al cognome e sarebbe diventato Bingley, solo che lui a quel personaggio così impacciato non gli assomigliava proprio...
 
Questo accadeva nei sogni, la realtà era tutt’altra cosa.
 
La ragazzina imbranata, timida e pavida, fece valere le sue ragioni e così decisi di dividere il cuore in due parti ed in una avrei messo Axel, i miei sentimenti e il mio amore per lui.
Non avrei mai potuto cancellarlo.
Ormai mi era entrato dentro, era il mio fuoco, la mia linfa vitale.
 Lo avrei semplicemente messo da parte e avrei dovuto solo solo ignorarlo.
Mi sarei sforzata di ignorare diciamo il lato A del cuore  concentrandomi sulla parte rimasta.
 
Fu un anno molto difficile che superai solo grazie alla mia chitarra ( la parte della sfigata che si cullava con la musica era mia) ed all’aiuto e alla pazienza di Alice che si rivelò un’ascoltatrice unica.
Lei, che con la sua esuberanza e vivacità non riusciva a stare ferma per più di dieci minuti, riusciva ad ascoltare in silenzio i miei sfoghi, sopportava le mie lacrime, mi infondeva il coraggio di andare avanti per la mia strada.
Fu un anno in cui mi dedicai allo studio in modo ossessivo perché avevo un’idea che mi girava in testa e che vedevo come l’unica soluzione possibile ai miei problemi.
Anche Alice era d’accordo con me.
La mia intenzione era di ottenere l’ammissione ad una scuola estera e continuare lì gli studi.
D’altra parte una delle mie regole basilari era : fuggire dalle situazioni evitando di affrontarle.
A quei tempi ero molto codarda.
Per far questo però, dal momento che una mia compagna di classe lo aveva già fatto l’anno precedente, occorreva avere una media molto alta in tutte le materie, ma soprattutto i miei insegnanti dovevano predisporre una relazione dove esprimevano il loro parere in merito alla mia capacità di sostenere gli studi in una scuola estera.
Fu così che una mattina di inizio luglio mi arrivò la comunicazione dalla South Hampstead High School di Londra dove mi annunciavano la mia ammissione ai loro corsi…da quel momento in poi fui presa da un vortice di eventi, la ricerca di un alloggio, le pratiche burocratiche, i viaggi a Londra per conoscere la scuola.
Non volevo pensare che di lì a breve avrei lasciato la cara vecchia Wildwood e mi sarei trasferita a Londra
che avrei abitato in un College
che avrei lasciato la mia migliore amica, i miei fratelli
ma che soprattutto avrei lasciato lui, che continuava a starsene rannicchiato nel  mio cuore in attesa di poter di nuovo uscire.
Mamma e papà ancora incapaci di comprendere appieno com’era possibile che quella loro figlia così timorosa avesse avuto quella forza per scegliere una strada così diversa.
La forza della disperazione forse?
Mi acquistarono un portatile ed una Web Cam così avrei potuto essere in contatto tutti i giorni con la mia famiglia e con Alice, fuso orario permettendo naturalmente.
Il giorno della partenza arrivò in un soffio e ne fui contenta perché la confusione di quel periodo mi aveva tenuto la mente talmente impegnata che mi sembrava di vivere un’esperienza extracorporale, mi sentivo le mente piena di ovatta.
Il Momento era arrivato.
In una mattinata di grigia foschia, con la mia chitarra sottobraccio, stretta come la coperta di Linus, salutai Steve che mi aspettava immobile vicino alla siepe con uno sguardo triste e che mi impegnò parecchio nello sforzo di non iniziare a piangere fin dal primo minuto.
Mi abbracciò stretta stretta e mi disse con tono dolce, quasi paterno << Piccola, mi mancherai. Mi raccomando, tieni la testa sulle spalle. Cerca di approfittare di questo periodo per arricchirti, per fare esperienze nuove e  per divertirti. Vorrei vedere codesto tuo visino meno triste >> poi con un sorriso ed un leggero pugnetto sul braccio proseguì << E mi raccomando, fai vedere quanto valgono gli abitanti di Wildwood! >>
Ad Axel, seduto sulla staccionata dissi solo ciao, come del resto doveva essere, visto che da quel famoso giorno cercavo di evitarlo come la peste.
Naturalmente Alice mi accompagnò fino all’aeroporto e lì ci salutammo versando un mare di lacrime…
<< A presto Alice!>>
<< A presto Bianca… appena sei sistemata contattami! >>
Un abbraccio a Jasper, James e Victoria e poi via, sull’aereo con papà e mamma che mi avrebbero accompagnato e che sarebbero rimasti lì per almeno una decina di giorni perché visto che dovevano accompagnarmi…..perchè non approfittare per fare una vacanza?
Londra era quanto di più stupefacente ci potesse essere.
Per una quindicenne passare da Wildwood a Londra era un salto notevole, tutto un altro tipo di vita che mi tenne viva per i successivi due anni.
Più di tutti mi stupì Alice, non credevo che tenesse così tanto a me, addirittura per sentirmi più vicina aveva ripreso a suonare la chitarra…elettrica naturalmente…mentre io, in un momento di pura follia, avevo accettato di fare un corso per imparare a suonare la batteria.
 
<< ma non c’era qualcosa di più femminile? >> Alice non si smentiva mai
<< no, ma mi permettono di indossare il tacco 12 e le bacchette in tinta con l’abito >> le risposi ridendo davanti alla Web Cam mostrandole le tonsille.
 
Alice venne a Londra quattro volte, la prime due volte con i miei genitori .
La terza volta a metà del secondo anno, con Jasper, e quella fu veramente il periodo più divertente perché avevo imparato a conoscere Londra in ogni suo angolo per cui feci loro da cicerone e ci divertimmo tantissimo con i miei amici londinesi e non….
 
La quarta volta venne da sola e rimase un mese intero……e fu qualcosa di indescrivibile….ma questo doveva rimanere un segreto.
 
La scelta di fare il quarto anno in Francia fu improvvisa.
Stavo per terminare il terzo anno e non avevo nessuna intenzione di ritornare a Wildwood, ma non sapevo quale scusa escogitare.
L’anno prima  dovendo sostenere degli esami aggiuntivi ero rimasta a Londra, ma quell’estate non avrei avuto scuse.
Mi venne l’idea quindi di chiedere l’ammissione alla scuola media superiore di Parigi, anche  perché sapevo già di avere buone probabilità di essere ammessa dal momento che avevo iniziato a studiare francese ..il tempo non mi mancava visto che non avevo una vita sentimentale intensa, per dirla tutta non avevo una vita sentimentale. punto.
E così iniziò l’estate di full immertion nella lingua francese, dei viaggi a Parigi, della ricerca di un alloggio ecc…ecc…
I miei genitori accettarono di buon grado questa mia ulteriore richiesta e non so se a quel punto pensarono che questo mio non desiderio di ritornare a Wildwood  nascondesse qualcosa.
Ma cosa nascondeva non lo sapevo più neanch’io, la mia parte di cuore continuava ad essere chiusa e non avevo il coraggio di riaprirla per la paura di constatare che niente era cambiato.
 
Codarda, sei una codarda, preferisci ignorare  anziché affrontare la cosa?
Ebbene si, avevo trovato un mio equilibrio e non avrei permesso a niente e nessuno di rovinarlo.
In quei due anni mai nessuno aveva più nominato una persona.
Le poche volte che ero tornata a casa, per un breve periodo,  avevo fatto in modo di non incontrala.
E ci ero riuscita…..
 
Parigi.
Cosa dire?
Indimenticabile era riduttivo.
Fu un periodo meraviglioso, anche se lo studio fu intenso perché la lingua non era per niente facile.
Fui molto fortunata perché nel mio percorso di vita incontrai due persone meravigliose, Nicol e Francois .
Nicol frequentava il mio stesso corso. Era una ragazza tranquilla, solare, dolce, sempre pronta a dare una mano. Piccola, capelli color oro ed un viso che mi ricordava molto Cate Blanchett
Appassionata di moda, “da grande” voleva fare la stilista, possibilmente in una maison prestigiosa….
Francois invece studiava per diventare fotografo per cui viaggiava sempre carico di obiettivi, ed una macchina fotografica professionale che era ormai diventata un tutt’uno con il suo occhio destro.
Era ormai una sua appendice e noi due naturalmente eravamo le sue cavie, avevamo una quantità di foto da far invidia alle più narcisiste. Non era bello secondo i canoni classici della bellezza,  ma aveva due profondi occhi castano dorati che ti trasmettevano calore quando ti guardavano ed una carica di simpatia che ti metteva allegria non appena apriva bocca.
Nicol e Francois stavano insieme già prima del mio arrivo ed erano molto affiatati, per me era stato molto naturale stringere amicizia con loro perchè mi ricordavano James e Victoria, mi sembrava di essere in famiglia.
Mi aiutarono a capire me stessa, come sempre si dice in questi casi quando vuoi dire che da imbranata passi allo stadio di impacciata, per arrivare un giorno a quello di disinvolta…un giorno forse 
Mi aiutarono a combattere le mie incertezze e la mia sensazione di inadeguatezza perenne verso il mondo.
“I tre moschettieri” ci chiamavano gli altri ragazzi del gruppo .
Fu un anno bellissimo ma, come sempre accade, c’è un momento in cui ti devi guardare allo specchio e prepararti ad affrontare la tua vita che, nel mio caso, era rappresentata dal ritorno a Wildwood.
 
Avevo allungato quanto più possibile la mia permanenza a Parigi, ma gli esami finali erano ormai finiti, ed anche la scusa di passare ancora un periodo insieme ai miei amici, liberi dai pensieri scolastici, si ormai era esaurita.
Non restava che tornare.
Alcuni giorni prima della partenza Nicol mi aveva trascinato per i negozi di Parigi perché, diceva, dovevo dire addio alla vecchia Bibì, come mi chiamavano loro, e dare il benvenuto alla nuova.
Per cui ci dedicammo ad uno shopping sfrenato, che avrebbe fatto mordere le mani dall’invidia ad Alice,  naturalmente autorizzato da mamma e papà.
Mi fece acquistare capi di abbigliamento che mai avrei osato indossare, ma negli specchi dei negozi adesso vedevo il riflesso di una ragazza nuova, i chili di troppo erano spariti, e le curve erano al posto giusto…!?!???? << non sarò mai come Kate Moss >> sospirai
<< che c’entra Kate Moss adesso? Bianca tu stai.....>> la interruppi subito continuando la frase << stai a Kate Moss come una foca monaca sta ad una ballerina di danza classica >>
<< Bianca sei un caso disperato! Mi dici come fai ad invidiare una taglia 40? Ma guardati allo specchio >> mi prese per le spalle portandomele indietro
 << guardati allo specchio! Sei perfetta, sei vera, carne ed ossa disposte per benino >>
<< Vada per le ossa ma di carne ce ne fosse un po’ meno…lo sai che con la taglia 44 sei fuori dalle sfilate? >>
<< Perché ti interessa fare la modella? >> replicò lei
<< No, era solo per darti un’informazione importante visto che vuoi lavorare nel campo della moda >> aggiunsi piccata
<< E le gambe! Guardami le gambe! >> esplosi sconvolta
<< Che cos’ hanno le tue gambe che non va adesso? >>
<< Non ho il buco in mezzo, sono unite! >> il panico si stava impossessando di me…….ma non avevo detto che,  testuali parole “Mi aiutarono a combattere le mie incertezze e la mia sensazione di inadeguatezza perenne verso il mondo” belle parole, veramente, complimenti a chi l’aveva dette!
<< Bianca se non vuoi che il buco te lo faccia io, ma in quella tua testa vuota SMETTI DI DIRE STRONZATE! Ma vuoi che ti chiami Francois per farti conoscere che cosa pensano di te i ragazzi? >> si era messa davanti al camerino con le braccia sui fianchi
<< D’accordo mi arrendo >> forse forse non ero poi così male allora, no?
e due occhi verdi si affacciarono nella mia mente, ma li scacciai subito con un gesto stizzoso della mano, come fossero una mosca fastidiosa.
Il viaggio di ritorno fu strano.
Ero triste perché avevo lasciato Nicol e Francois, anche se ero riuscita a strappare loro la promessa che sarebbero venuti a trovarmi per le vacanze di Natale.
Ero contenta perché stavo tornando a casa .. ero contenta?...cos’era quella strana agitazione che man mano che ci avvicinavamo alla meta si stava impossessando della mia testa?
Il cuore ogni tanto lasciava qualche battito ed avevo lo stomaco stretto in una morsa tale da non poter mandare giù neanche un sorso d’acqua.
Possibile che questi tre anni passati a fuggire da un sentimento travolgente, non fossero serviti a niente? Possibile che nel mio cuore la parte chiusa a chiave fosse ancora viva come non mai?
Come  era riuscita a nutrirsi, e soprattutto di cosa,
se avevo cercato di tenere sempre e costantemente la mente occupata
se avevo cercato di non far affiorare i ricordi schiacciandoli sotto il peso della rabbia
se li avevo strappati, lacerati ad uno ad uno mano a mano che spuntavano, così come si estirpano le erbacce da un giardino.
OK OK OK Bianca non andarmi in paranoia adesso..
 
Scesi la scaletta.
 
La prima persona che vidi fu naturalmente Alice, che si sbracciava come un’ossessa sotto gli sguardi divertiti delle persone attorno a lei. Accanto la mia famiglia.
Mi avvicinai e ci abbracciammo lasciandoci andare alle lacrime.
Sapevamo che quello era veramente Il Ritorno A Casa.
All’improvviso la mia ansia e la mia agitazione cessarono di colpo.
All’improvviso mi rendevo conto che da quel momento, solo io sarei stata responsabile della mia vita , ed  IO sarei stata in grado di gestirla!
 
A sei giorni dal ritorno a casa  avevo visto solo Alice, non perché volessi evitare gli altri, ..magari solo un pochino…ma perché non c’erano state occasioni…e qui già c’era stato l’allungamento del naso di alcuni millimetri.
 
L’occasione arrivò improvvisa ed inaspettata.
 
Dovevo recarmi alla sede della mia scuola, dove avrei completato l’ultimo anno ed avrei preso il diploma. Dovevo consegnare dei documenti e regolarizzare l’iscrizione.
Indossavo dei jeans neri a vita bassa ed una semplice maglietta a mezza manica color avorio. Per le scarpe, anche se Nicol mi avrebbe infilato se mi avesse visto, avevo scelto le mie converse nere.
Camminavo lentamente mentre percorrevo il vialetto di casa, ricontrollando le carte e cercando di ricordare se avessi tutti i fogli necessari per l’iscrizione.
Arrivata al cancelletto di legno alzai gli occhi e vidi fermi, dall’altra parte della strada, Alice, Jasper, Steve e.. Axel. 
Steve appena mi vide allargò le braccia e per me fu naturale corrergli incontro e saltargli in braccio. Iniziai a ridere mentre lui mi faceva volteggiare in aria.
Quando mi depositò per terra mi voltai lentamente a cercare uno sguardo che era da tanto tempo che non vedevo.
Due occhi verdi che ogni tanto venivano a trovarmi nei sogni, perché i sogni si sa, non possono essere repressi.
Rimanemmo a guardarci per alcuni minuti, poi mi chiese sorridendo : << e me non mi saluti?>> mi avvicinai, posi una mano sul suo braccio e gli diedi un bacio sulla guancia mentre respiravo il suo profumo di tabacco, vetiver e ambra. Profumo di uomo.
Mi staccai da lui ed abbracciai Alice
<< devo andare alla scuola per perfezionare l’iscrizione, voi che fate? >>
<< noi ci dobbiamo ritrovare con il resto del gruppo all’Harry’s Bar. Vieni anche tu quando hai finito? >> mi chiese Alice
<< ok  >> risposi, allontanandomi senza guardare nessuno
 
Arrivai all’Harrys che erano già le undici passate. Naturalmente c’erano tutti, dai Bingle al completo,  ai miei ex compagni di scuola che, appena mi videro, si alzarono tutti in piedi e mi circondarono in un abbraccio collettivo.
Mike non mi toglieva gli occhi di dosso ed io ero leggermente infastidita,  quindi volutamente mi sedetti lontano, tra Alice e Steve che mi fecero subito posto.
La sensazione di non essere mai andata via fu veramente forte. All’improvviso mi ritrovai in tutti loro, nei loro gesti, nei loro argomenti. Ero veramente a casa.
Naturalmente Axel era seduto accanto all’immancabile ragazza di turno, il suo stereotipo, bionda, airbag frontali e dotata di cervello non pensante, che era l'immagine classica che lui aveva della donna, visto che la tipologia si ripeteva nel tempo. Tale stereotipo lo guardava con occhi adoranti ridendo ad ogni sua battuta e carezzandogli la mano ogni secondo.
Carezze che lui non ricambiava. La sua mano rimaneva immobile sul bracciolo della sedia.
Tirai un sospiro di sollievo…e mi diedi della scema.
 
 
POV Axel
 
Arrivò camminando lentamente, Steve appena la vide spalancò le braccia e lei gli si buttò in braccio ridendo, la fece volteggiare in aria, e poi la depositò a terra. E fu a quel punto che si voltò verso di me ed i miei occhi rimasero incantati a guardare quel volto di una bellezza struggente, sembrava un angelo, occhi grigio blu, in quel momento scuri e luminosi, guance arrossate con una pelle di vaniglia e la bocca…la bocca piccola, carnosa, bocciolo di rosa, che ti invitava al bacio…..dunque questa era….Bianca? la piccola Bianca rotondetta che si era presa una cotta per me da piccola?...fosse stato adesso….la guardai sorridendo e le chiesi << e me non mi saluti? >>
Lei si avvicinò, posò una mano sul mio braccio e mi baciò la guancia, il suo profumo mi inondò le narici e per un attimo rimasi stordito da quel profumo e da quel contatto.
<< devo andare alla scuola per perfezionare l’iscrizione, voi che fate? >>
<<  noi ci dobbiamo ritrovare con il resto del gruppo all’Harry’s Bar, vieni anche tu quando hai finito? >>  chiese Alice
Dì di si, dì di sìmi ritrovai a pensare  !?!
<< ok rispose >> e si allontanò senza guardare nessuno
Arrivò all’Harrys che erano già le undici passate. Tutti gli si avvicinarono e la salutarono, Mike non le toglieva gli occhi di dosso e sinceramente non potevo dargli torto perché era bellissima nella sua semplicità.
Si sedette tra Alice e Steve , mentre Lauren, la mia fiamma di turno, seduta accanto a me, mi guardava con occhi adoranti ridendo ad ogni mia battuta e carezzandomi la mano ogni secondo. Che noia, avrei voluto che scomparisse e mi lasciasse solo per….per cosa Axel?
Per essere single.
All’improvviso mi era venuta voglia di azzerare tutto, di modificare tutti i miei comportamenti, mi era venuta voglia di non essere e non essere stato così volubile e superficiale….
Cercai per l’ultima volta quegli occhi profondi nei quali potervi sprofondare, ma non li trovai, non stava guardando nella mia direzione… 

  
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