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Autore: Phantom Rider    02/01/2011    5 recensioni
Si,sono una groupie.
Alcuni mi chiamano puttana, altri mi definiscono una zoccola, sono liberi di farlo. Vedi quegli idoli,di cui hai milioni di poster attaccati alle pareti della tua stanza? Be, me li sono fatta tutti.
Non mi interessa di quello che pensano le persone, non più.
Questa è la mia vita, la vita che ho scelto di fare, e mi piace così com'è.
E nessuno, neanche un chitarrista dagli occhi color nocciola e dai lunghi dreads biondi, riuscirà a farmi cambiare idea.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre detto che sarei stata diversa, diversa da tutte le persone che conoscevo, da tutta la gente comunemente definita "normale".
Ho mantenuto la mia promessa, e perciò, eccomi qui.
Non sono una puttana, se è questo che state pensando, sono ben altro.
Groupie.
E' una parola come tante altre, forse un po volgare, e spesso associata ad una cosidetta "poco di buono".
Errore, gigantesco errore.
Una groupie è molto di più. Una groupie è colei che ti accetterà come sei, senza compromessi. Una groupie è colei che accetterà di possederti solo per una notte, senza fare storie. Una groupie ti darà la giusta ispirazione per una nuova canzone, una nuova melodia, una nuova poesia. E non ti chiederà, stanne certo, niente in cambio.

E' proprio per questo che noi groupies siamo tanto richieste.
Sta proprio li' il segreto.
Aggiungeteci una bella presenza e una dose non indifferente di carisma e voilà, il gioco è fatto.

Purtroppo, anche se cerco di dimenticarlo, prima di essere groupie avevo una vita totalmente diversa.
Non ripenso spesso al mio passato, è insignificante, stupido.
Non vale la pena  ricordarlo.
Le altre ragazze, quelle del "gruppo", hanno una storia difficile alle spalle. Io no. Semplicemente, non è degna di essere ricordata.
Sono nata in Germania, in un piccolo paesino vicino a Magdeburgo, chiamato Loitsche.
Avevo una famiglia normalissima,andavo in una buona scuola e frequentavo gente normale.
Ho sempre odiato questa monotonia e ho sempre desiderato di scappare, da quel mondo che mi sembrava tanto lontano dal mio modo di essere.
Non avevo tanti amici. Non sono un tipo particolarmente socevole, preferisco starmene per conto mio. Lo so, sembra un controsenso. Non è normale essere introversa per il lavoro che faccio, ma è cosi. Lo sono sempre stata. Non amo parlare con la gente, credono di poterti capire, mentre in realtà non capiscono proprio niente.

Io sono diversa da tutti gli altri, non vado bene per loro e loro non vanno bene per me.
Ritornando alla mia storia, so cosa vi starete chiedendo... Loitsche, Bill Kaulitz, Tom Kaulitz, Gustav Schafer, Georg Listing, Tokio Hotel;
Si, li conoscevo.

Mi piacerebbe raccontarvi un storia della serie "io e Tom eravamo fidanzati ma a causa dell'imminente successo della sua band, mi ha abbandonata".
Mi piacerebbe, ma le cose non sono andate cosi.
Io ero la vicina di casa di Bill e Tom. Ci siamo rivolti la parola un paio di volte, non di più.
Non ero in classe con loro, avendo un anno in meno.
La mia aula era proprio di fronte a quella di Tom, come la mia casa.
Quei due gemelli dalla aria bizzarra erano le uniche persone che non ignoravo completamente. Non ero loro amica, non parlavamo, o cose del genere, ma sono sempre stata convinta che quei due avrebbero fatto le cose in grande.
E non mi sbagliavo, direi. Le ragazzine della mia classe sbavavano dietro a Tom, come gran parte della scuola. Io no. Quel ragazzo mi aveva sempre affascinata, non so il perchè, ma mi incuriosiva e probabilmente, mi piaceva. Odiavo quella sensazione fastidiosa, quella di essere interessata a qualcuno, andava contro ogni mio principio. Ogni regola. Avevo giurato a me stessa che non sarei mai e poi mai stata attratta veramente da qualcuno e, rimanendo fedele a me stessa, ho cancellato tutto. Ogni traccia di sentimento verso lui è sparita. Ho iniziato a fare finta che non esistesse, e me ne sono del tutto convinta. Non è stato difficile, dopo pochi mesi la band ha avuto successo e lui ha deciso, come gli altri componenti, di studiare privatamente.
E da allora non l'ho più rivisto.
Adesso, se ci ripenso stento a credere di essere quasi caduta nel tranello che è l'amore.
Ma ce l'ho fatta, non sono crollata ed ora, eccomi qui.
Vivo a Parigi, insieme ad altre groupies.
Mi sono trasferita a Parigi non perchè fossi attratta da questa città in modo particolare.
Tutti credono che Parigi sia la città piu' bella, piu' romantica, piu' ricca.
Cazzate.
E' una città come tutte le altre. I poveri ci sono lo stesso, Tour Effeil o non Tour Effeil.
Sono venuta ad abitare qui perchè uno dei posti più frequentati dalle maggiori star internazionali.
Abito in un appartamento, che divido con altre tre ragazze. Sono tutte groupies, come me. Per mantenerci facciamo tutte dei lavoretti.. Io, per esempio, lavoro part-time in una piccola libreria, come commessa. Poi la sera, dopo esserci informate su tutte le feste di maggior rilievo che si tengono in città, ci dividiamo, usciamo in gruppetti da due e ci avventuriamo nei locali.
C'è sempre qualche rockstar,attore, musicista o personaggio televisivo da intrattenere.
E il giorno dopo, si ricomincia.
Alcuni pensano sia uno stile di vita squallido, ma a me piace.
Lo adoro.
E' la mia vita.


Stasera la tappa è il Queen Club, una discoteca frequentata da personaggi famosi.
Mi preparo e dopo un paio d'ore sono pronta.
Prima di salire sul taxi, insieme alla mia coinquilina, le chiedo chi saranno gli ospiti speciali della serata.
Una risposta, dieci lettere: Tokio Hotel.
Oh, merda.






Salve a tutti! Spero che la mia storia vi piaccia.. questo è solo un capitolo introduttivo, i Tokio Hotel, Tom in particolare, saranno molto piu' presenti negli altri capitoli. Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate.
A presto!
P.Rider.
   
 
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