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Autore: past_zonk    06/01/2011    4 recensioni
La parola concordia deriva dal latino cor-cordis che vuol dire cuore.
Concordia, col cuore.
Lui è…Concorde!
Sempre e solo per me.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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It’s time to outing out.

 

 

Non chiedetemi da dove è uscito tutto questo; l’ho ritrovato per caso sul pc portatile di mio padre, l’avevo scritto in vacanza.

Diabetico, insensato…e non so. Lo posto, comunque. (Tracce di Palahniuk)

 

CAPITOLO 1

 

Fin dai primi tempi, quando eravamo una piccola band emergente, bisognosa d’attenzione come un bambino scalpitante, fin da quei bellissimi giorni d’eccitazione, ho sempre odiato le interviste.

Mi pareva di spogliarmi in pubblico, d’essere completamente invaso.

Mi sarei sentito meno a disagio durante una seduta dentistica, e se solo sapeste cosa sono i  miei denti, beh, sono certo che neanche voi vi sentireste tanto sicuri di fronte a quel camice bianco.

Con lo scorrere del tempo, con l’esperienza,  sono quasi riuscito a ‘nascondermi’ dal pericolo d’essere capito, compreso, spogliato.

Parliamo di cospirazioni? Alieni, Haarp, complotti, governi, regine, petrolio?

Una seconda pelle, costruita d’informazioni, di cultura, una sorta di fortezza inespugnabile.

 

E’ presto.

Dom sembra un angelo.

Dorme calmo, le palpebre chiuse, i capelli di grano carezzati dal vento. 

Sembra quasi un bambino, e ai miei occhi appare come fosse stanco, immensamente stanco.

Come se non ce la potesse fare, schiacciato dal peso di tutti quegli impegni.

Dalle 8 del mattino, fino alle 23.00 di sera, abbiamo appuntamenti e interviste che ci immergono fino al collo.

Lo lascio riposare, sono le sette, tra mezz’ora lo sveglio, mi dico.

Tanto già lo so, si faranno le sette e mezza, e magari pure le otto, e Dom si sveglierà con la voce irata di Tom che gli trafora i timpani, e poi mi guarderà in cagnesco per il resto della mattinata.

Spero si sia messo la sveglia, perché non ho proprio il coraggio di scuoterlo da quel sonno profondo.

Tra me e Dominic c’è amore fraterno,  siamo migliori amici, ci conosciamo da anni ed anni, viviamo in simbiosi. Siamo fratelli.

Già, vi piace la versione per i giornali?

Beh, se vi piace questa non so’ cosa potrebbe nascere in voi conoscendo quella reale.

Io e Dominic c’amiamo, stiamo insieme, condividiamo camere d’hotel e quant’altro, e, ebbene sì, prima o poi dovevate saperlo, facciamo anche sesso. E non sapete quanto!

Lasciamo perdere.

Mi alzo dal letto cercando di fare meno rumore possibile, purtroppo il letto scricchiola, anche sotto il peso del mio corpo magro e latteo.

Chris lo sa. Ricordo ancora le cascate che sgorgavano dalla mia fronte, la bocca secca, l’indice che ormai si muoveva da solo ed il piede che portava un ritmo indefinito, mentre cercavo di dire chiaramente a Chris che io e Dominic stavamo insieme.

Alla fine la prese bene, per fortuna.

Abbiamo corso il rischio sciogliere la band, per il nostro rapporto. Però alla fine siamo riusciti a costruirlo, quel “noi”. Con sudore, labbra secche e dita che ticchettavano.

Come dice lui,  ci sarà una ragione per la quale gli amici, parlando, hanno sempre associato i nostri nomi.

Matt e Dom. Dom e Matt.

-Piacere, sono l’amico di Dom. -

-Piacere, sì, sono l’amico di Matt. -

Non è stato facile,  soprattutto non per me, ma la storia và avanti da qualche mese, ormai.

Dom m’ha restituito una felicità, un’adrenalina, che credevo persa ormai da tempo. Il sangue sembra scorrere più corposo da quando ‘stiamo insieme’ (che bizzarro modo di dire, io e lui siamo sempre stati insieme!).

E poi, il mio spirito iperattivo gode e si nutre di questi momenti di pace.

Fuori albeggia, un venticello mi pervade le membra e il mio uomo è steso sul nostro letto come la musa di un quadro botticelliano. Perfetto, i muscoli delle braccia torniti, i fianchi in cui perdermi, le nudità coperte dal lenzuolo.

Ormai accanto alla porta del bagno, continuo ad ammirarlo, mi soffermo sulle sue mani da batterista, sono allungate, ed il cielo solo sa come sanno farmi sentire quando mi carezzano tutto.

Paradiso non è il termine esatto, ma è la prima cosa che viene in mente.

Cerco di distogliere il pensiero da quello che ormai è divenuto il mio punto fisso, la mia stella polare.

Devo essere sincero, è tutto, quell’uomo accartocciato su se stesso.

Entro nel bagno, mi guardo i piedi, uno dei miei ‘complessi’, se così si può definire.

Cazzo, ho davvero i piedi troppo grandi. Ho anche le corde vocali da donna, quindi, beh andiamo davvero bene!!!

Lo stomaco mi brontola mentre entro nella doccia, gettando per terra i boxer neri.

Promemoria: raccoglili o Dom ti squarta.

Entro nella cabina della doccia, ho quasi paura di permettere che l’acqua mi tocchi, e se poi è troppo fredda o troppo calda?

Come me, amorevole o antipatico, psicotico o fin troppo ragionevole.

Nuoto da un estremo all’altro del mio ego, ignorando emozioni intermedie.

Paura cieca o sicurezza estrema.

Alla fine lascio che quella benedetta acqua mi sciacqui tutto, come le carezze scambiate la sera prima.

In Polonia fa davvero troppo freddo, penso.

Menomale che dopodomani partiamo. Cioè, non è che non mi piace stare qui’, anzi, il pubblico di ieri sera, a Cracovia, era davvero caldo, sembrava un ossimoro rispetto a quel clima glaciale.

Non avevo neanche il tempo d’assaporarmi ben benino i monumenti di quella città.

Ho proposto a Tom di andare a visitare un campo di concentramento, domani. Dom è subito stato contrario, lui pensa che se può evitare di provare angoscia è meglio.

‘Perché dovrei voler vedere quell’orrore?’ mi fa.

Provo a spiegargli per la storia dell’umanità, per rendersi conto della crudeltà umana, gli dico talmente tante cose che dopo ho il fiatone. Niente.

Ci vado da solo, non vorrei demoralizzarlo.

Anche Dom non è poi così tanto normale, dopotutto.

Si fotte i flaconcini dalle docce degli hotel, cacciando la scusa ‘Se poi ci blocchiamo all’aeroporto, ho qualcosa con cui sciacquarmi i capelli.’

Provo a spiegargli che negli aeroporti, come dovrebbe ben sapere, ti vendono persino i sex toys, figurati gli shampoo. Niente.

‘E se ci blocchiamo in autostrada?’

Quell’uomo ha il potere di sbalordirmi in continuazione.

Così, gli lascio un flaconcino vuoto, senza meravigliarmi se poi sorridendo, lo ficca nella sua valigia.

Il fatto è che con lui non devo preoccuparmi di essere me stesso.

Posso parlare di cose totalmente assurde ed ottenere sempre il suo sguardo interessato, anche se a volte credo perda il filo.

Nello scomparto est del mio cervello sono classificate tutte le facce.

Ricordo quella di Chris, sì, quella che esibisce in continuazione quando faccio uno dei miei strani acquisti.

‘Cazzo e quel cappello?’

O occhiali, sciarpe, anelli, collane, quadri, tinte per capelli.

Quella di Dominic è sbalordita, certamente, ma concorde.

La parola concordia deriva dal latino cor-cordis che vuol dire cuore.

Concordia, col cuore.

Lui è…Concorde!

Sempre e solo per me.

   
 
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