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Autore: Wendy C    06/01/2011    4 recensioni
...In fin dei conti ero una normalissima adolescente come un’altra, non sapevo che fare nella vita, avevo appena compiuto diciotto anni, mio zio era un ex beatle, il mio padrino George anche e in questo momento stavo appollaiata sul tetto di casa mia mentre suonavo una vecchia chitarra classica e fumavo una sigaretta...[...]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I Feel It All
…I’ll be the one who’ll break my heart, I’ll be the one to hold the gun…


Non pensavo a nulla in quel momento, ero completamente concentrata ad ascoltare il rumore ritmato del suo respiro sulla mia pelle. Le sue mani mi accarezzavano violentemente mentre io cercavo di slacciargli i jeans. Lo volevo così tanto che avrei potuto strappargli i vestiti di dosso se ne avessi avuto la forza, quella sensazione mi faceva impazzire, era come se il mio corpo si fosse completamente scollegato dalla mia mente e facesse quello che voleva, quello che sentiva più che altro.
Mi attirò a se con foga, eravamo uno di fronte all’altro in ginocchio sul letto di taffettà, prese a baciarmi il seno e allora inarcai la schiena lasciandomi completamente andare al suo abbraccio.
-Sai…Dhani…io…- sospirai, ma venni interrotta da lui.
-Non dire nulla Alice, questa volta non parlare ti prego- e mi strappò i collant con piglio deciso, poi iniziò a baciarmi le gambe.
-Mi dispia…- tentai di dire.
-Non importa- mi fermò di nuovo e mi baciò la bocca questa volta.
Baciare Dhani, era paragonabile al primo bacio, il cuore batteva come un tamburo impazzito, le mani tremavano e… una piccola vocina dentro di me diceva: Ma che cavolo stai facendo Alice??!!
Improvvisamente mi staccai da lui e lo guardai dritto negli occhi, aveva uno sguardo pieno di ammirazione, era come se fosse ammaliato da…me…e io invece avevo ripreso a farmi tutte quelle domande, ero convinta di aver fatto una cavolata, ero disgustata da me stessa, quasi mi vergognavo di quello che stavo per fare, come avrei potuto guardarlo di nuovo negli occhi e pensare al mio amico Dhani, non era più il mio migliore amico.
Era diventato qualcosa di diverso, di più intimo ed io ero così confusa e insicura che non sapevo assolutamente se ero pronta per una cosa del genere. Avrei voluto dire di si, mi piaceva vederlo felice, non potevo di certo negarlo questo.
Ma dall’altra parte dire di si significava impegnarsi in qualcosa di serio, non poteva essere altrimenti. E io avevo una specie di allergia verso i rapporti seri.
Guardai la porta chiusa alla nostra desta, guardai di nuovo Dhani, la porta…Dhani…la porta…
La porta!!!
Saltai giù dal letto e con uno scatto felino raccolsi il vestito che avevo buttato a terra, me lo infilai prima che Dhani potesse anche solo capire cosa stesse succedendo, prima che io potessi capire cosa stessi facendo. Prima di capire che questo gesto avrebbe cambiato tutto per sempre. Quel che successe dopo è un turbine di ricordi abbastanza confusi…
-Alice…- Dhani era sceso dal letto e mi stava raggiungendo con indosso solo i jeans.
Fui più veloce di lui ed aprii la porta, davanti a me c’era il caos.
Il primo volto che vidi fu quello di Julia Heart con una fotocamera in mano.
-Dite cheese!!- e scattò una foto di me e Dhani, avevo i capelli scompigliati e i collant in mano mentre Dhani era a torso nudo e mi stava trattenendo per un braccio.
In quel momento provai l’irrefrenabile impulso di tirarle un pugno in faccia, ma invece mi districai dalla presa di Dhani e mi fionda giù per le scale a rotta di collo senza darmi il tempo di ascoltare anche uno solo dei commenti fatti da Julia o dalla sua cricca di deficienti.
Uscita fuori in veranda vidi Justin che stava parlando, un po’ troppo spregiudicatamente, con una ragazzina abbastanza insulsa, forse era ubriaco.
-Possiamo tornare a casa?- chiesi senza salutarlo o altro. Si girò lentamente verso di me, socchiuse gli occhi e mi guardò con aria confusa, poi s’infilò una mano in tasca ed estrasse le chiavi.
-Tieni!-
-Ma…-
-Sono troppo ubriaco per guidare e non ho voglia di tornare a casa ora, quindi se te ne vuoi andare prendi queste cazzo di chiavi!- me le lanciò e poi riprese a flirtare con quella tipa come se nulla fosse successo, come se non fossi mai esistita.
Non tornai in casa, non salutai nessuno, mi avviai alla macchina a passo svelto, misi in moto e sgommando uscii dal vialetto.
La macchina sfrecciava veloce lungo la strada, non riuscivo nemmeno a pensare, perché se mi fermavo a pensare ero perduta. Sapevo di aver fatto tutto da sola, sapevo di aver appena distrutto tutto, ma non potevo pensarci.
Una situazione del genere era paragonabile al cioccolato, si avete letto bene, al cioccolato per una persona affetta da gastrite. Dolce e buono per gli occhi, ma è tutta un’illusione, in realtà brucia, carbonizza e corrode, come un acido. Anche se è solo semplice cioccolato. Buonissimo cioccolato.
E lui non poteva essere allo stesso tempo il mio cioccolato e il mio bicarbonato contro la gastrite.
Forse era il modo sbagliato di affrontare la situazione, forse dovevo semplicemente dirgli come la pensavo, perché a volte l’amore non è tutto, non si può semplicemente ascoltare il cuore e fare quel cavolo che si vuole, sarebbe controproducente, sarebbe come darsi la mazza sui piedi, come camminare ad occhi chiusi senza sapere cosa si ha davanti a se. Ed io non volevo stare male, ero stanca di stare male per qualcun altro, nonostante tutte le buone intenzioni che poteva avere Dhani sapevo che con lui sarei stata peggio che con chiunque altro, avrei sofferto di più, lo avrei amato di più, era scontato questo.
Mi ero persa lungo tutte quelle stradine di campagna, ma non ero andata nel panico, stranamente mi ero fermata in un campo, vicino ad un albero, forse presa dall’esasperazione di tutta la situazione. Aprii il tettuccio dell’auto reclinai un po’ il sedile ed accesi la radio.
-E questa, gentili ascoltatori nella notte, è per voi!! All Things Must Pass! Sperando che possa risollevare il morale di chi lo ha sotto ai piedi-
Sorrisi all’annuncio del dj alla radio.
Il cielo era particolarmente limpido e luminoso, la luce della luna risplendeva in mezzo a tutte quelle stelle e una leggera brezza primaverile mi scompigliava i capelli, per un attimo mi tranquillizzai pensando che avevo davanti a me una vita intera per sistemare le cose, forse un giorno avrei anche ritrovato la strada per tornare a casa.
It’s not always going to be this grey, all things must pass, all things must pass away…


Cloud Number 9:
Eccomi qua, dopo un'eternità di tempo con un nuovo capitolo :) Spero che ci sia ancora qualcuno che si ricordi di questa storia :)
Intanto per incominciare vorrei ringraziare Marty_youchy, Julia Molly Lane e Whydoesitalwaysrainonme....grazie, sono davvero lusingata dai vostri commenti ^_^ spero che vi possa piacere anche questo capitolo!! E grazie anche solo a chi passa di qui!!
A presto!!
Brookelle <3
  
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