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Autore: hotaru    08/01/2011    2 recensioni
Ormai il mazzo a disposizione di Sakura era piuttosto consistente, ma qualche minuto dopo Shaoran l'aveva spezzato e lei aveva distribuito le Carte. Come l'altra volta, in cima c'erano le tre prescelte, tutte voltate.
Sakura girò la prima.
La Carta dell'Ombra.
Poi la seconda.
La Carta del Silenzio.
E la terza.
La Carta della Sparizione.
"Ombra, Silenzio e Sparizione..." mormorò Sakura "Che cosa vogliono dire?".
[Cross-over di Cardcaptor Sakura, Sailor Moon e Naruto]
Prima classificata al contest "Alice nel Paese di..." indetto da Fabi_Fabi e quarta classificata al contest "La Morte, la mia compagna" di Diana 21
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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4- Rugiada e verità nascoste Rugiada e verità nascoste


Era previsto che i ragazzi partecipanti alle attività collaborassero anche alla preparazione dei pasti. Infatti quel pomeriggio Sakura, Tomoyo e Rika erano state mandate a prendere delle cassette con la verdura per la cena, e stavano attraversando un piccolo parco giochi a fianco della struttura principale.
Le chiacchiere allegre delle tre amiche si spensero piano quando, su una panchina un po' più avanti, videro sedute una giovane signora e una ragazza. Pensarono all'istante che la donna fosse davvero molto bella, nonostante i lunghissimi capelli biondi fossero raccolti in due code improvvisate e le profonde occhiate facessero capire che non doveva stare molto bene. Il pallore latteo del viso, tuttavia, faceva sembrare ancora più grandi i suoi occhi azzurri; guardava nel vuoto, ed era come se sul suo sguardo si fosse posato un velo di nebbia.
La ragazza accanto a lei, che le teneva premurosamente una mano, sembrava stare molto meglio, per quanto fosse quasi più pallida della donna. Quando Sakura e le sue amiche passarono davanti alla panchina, salutandole educatamente, solo la ragazza alzò la testa e fece loro un cenno, sorridendo teneramente. Sakura la vide in volto, e rimase quasi incantata dagli occhi più chiari che avesse mai visto in vita sua.
- Ho sentito dire che quella donna è vittima di una terribile depressione – disse piano Rika, quando si furono allontanate abbastanza – Qualche mese fa c'è stato un brutto incidente, ma non so cosa sia successo esattamente -.
- Quindi quella ragazza era forse la sua infermiera – ipotizzò Sakura.
Si chiese subito se avesse detto qualcosa di sbagliato, perché le altre due le lanciarono un'occhiata interrogativa.
- Quale ragazza? - domandò Tomoyo.
- Quella seduta accanto a lei sulla panchina, non l'avete vista? - fece Sakura, meravigliata – Con i capelli neri sciolti sulle spalle e... -.
In un lampo di comprensione, all'improvviso capì. Poggiò la sua cassetta per terra, assicurando alle amiche che sarebbe venuta a riprendersela e dicendo di proseguire senza di lei, per poi correre via più veloce che poté.
Ma quando arrivò alla panchina, le due donne non c'erano già più.


- E dove la troveresti quest'erba magica? - chiese Hotaru.
- Non lo so – rispose sconsolata Chibiusa, accarezzando piano le froge del suo cavallo – Nella fiaba era la Morte ad indicare al medico dove coglierla, ma a me quella ragazza non ha detto niente. Però sorrideva, di un sorriso gentile. Non sembrava cattiva, quindi non credo che volesse prendermi in giro -.
Hotaru annuì.
- Ah, scusa – Chibiusa si voltò verso di lei, l'espressione colpevole – Io ti tengo qui a quest'ora, quando tu magari devi andare a casa. La mamma mi diceva sempre che l'umidità della notte può fare brutti scherzi -.
- No, non preoccuparti – la ragazza rivolse i suoi grandi occhi scuri all'erba accanto a lei, carezzandola delicatamente – L'umidità non mi fa niente, anzi mi piace. Adoro il momento in cui comincia a formarsi la rugiada, è l'attimo più magico della notte -.
- Oh, davv... - Chibiusa si bloccò, rimanendo a guardare come ipnotizzata i fili d'erba che Hotaru stava toccando.
- Chibiusa? - la chiamò l'amica – Qualcosa non va? -.
- Ma... ma certo! - esclamò la bambina – La... la rugiada! Come ho fatto a non pensarci prima? Hotaru, sei un genio! -.
Hotaru arrossì leggermente: non era abituata ai complimenti, e l'entusiasmo di quella bambina incontrata da poco era quanto di più caloroso avesse mai conosciuto.
Chibiusa era ora carponi per terra, china ad osservare l'erba umida.
- In un'altra fiaba – mormorò – un ragazzo riusciva a rompere un incantesimo grazie a una goccia di rugiada al centro di un fiore. La rugiada è magica -.
Si voltò a guardare in alto, verso quella falce di luna spessa come un'unghia che si stagliava nell'oscurità.
- E anche la luna lo è -.
Fu così che, da quella notte in avanti, nel momento in cui l'umidità raggiungeva il suo culmine, iniziarono a cogliere fasci d'erba e rugiada luccicante, bagnati dalla luce della luna. Una luna che cresceva ogni notte, magica come ogni mese, e che presto sarebbe stata completa.
Chibiusa non stava aspettando altro che la luna piena.


- Ti dico che sembrava una ragazza. Vera, in carne e ossa! - esclamò Sakura per l'ennesima volta.
- Sì, ho capito. In effetti, Luna ha le sembianze di un gatto -.
- Ma quale Carta ha una forma così umana? - rincarò lei.
Kerochan le rivolse un'occhiata rassegnata, guardandola come fosse stata una bambina che non voleva saperne di capire.
- Non è una Carta come le altre. Quante volte te lo devo ripetere? - sbuffò il leoncino.
Sakura stava forse per ribattere qualcosa, ma Shaoran la precedette.
- E questa come si chiama? Dovrebbe avere un nome anche lei, giusto? -.
- Sì – annuì Kerochan – Però al momento non mi sovvie... -.
- E ti pareva! - sbottò Sakura.
- Ehi! Un po' di rispetto! - esclamò Kerochan – I nomi non sono così importanti, in fondo. Almeno adesso sai dov'è il secondo spirito -.
- Già, ma che ci faceva lì? Accanto a quella donna, intendo – domandò Sakura.
- Luna ha detto che si stanno occupando di qualcosa, ma non so che cosa intendesse esattamente... -.
- Non è che magari – intervenne Shaoran, la voce bassa e cupa – ci stanno dicendo che quella donna deve morire? -.
- Che cosa? - esclamò Sakura, spaventata – No, non è possibile... Rika ha detto che soffre di depressione dopo un incidente, ma non è malata. E poi quella ragazza aveva uno sguardo così dolce... non credo che le farebbe del male! -.
- Infatti questa Carta non fa del male a nessuno – le diede ragione Kerochan – Però di certo può sentire la morte, quando aleggia nell'aria. È possibile che stia vicino a quella donna appunto per questo -.
- No, io... mi rifiuto di crederlo! - gridò Sakura – Sono sicura che non può essere così! -.
- Sakura, calmati! Stiamo solo facendo delle ipotesi! - esclamò il leoncino.
- Queste ipotesi sono assurde! - ribatté lei, voltandosi e correndo fuori dalla stanza.
Kerochan sospirò, mentre Shaoran rimaneva a guardare la porta che si era sbattuta alle spalle.
- La prende troppo sul personale – commentò il guardiano delle Carte.
- Credo sia inevitabile – rispose piano Shaoran – È normale che in quella giovane donna riveda in qualche modo sua madre. Credo sia la faccenda più complicata che abbiamo mai avuto fra le mani... sembra un rompicapo -.
- Già, ma un pezzo alla volta dovremo riuscire a risolverlo -.
- Senti un attimo... - fece il ragazzo, improvvisamente assorto – Ho sentito male io, o Sakura ha detto che quella donna ha cominciato a soffrire di depressione dopo un incidente? -.
- Hmmm... sì. Mi sembra abbia detto qualcosa del genere -.
- Allora ho qualcosa da fare, finalmente – così dicendo, Shaoran si alzò dalla sua sedia e uscì dalla stanza.


«Sembra sia stato solo un terribile incidente quello che ha visto una bambina perdere la vita, due giorni fa, in seguito ad una semplice passeggiata a cavallo. La bambina in questione rispondeva al nome di Usagi Chiba, conosciuta da tutti come Chibiusa, figlia dei proprietari del grande maneggio che tutti nella nostra cittadina conoscono. E chi la conosceva sapeva che la bambina aveva imparato a cavalcare prima ancora che a camminare, dimostrando la prudenza sempre necessaria in questo sport.
Ma la fatalità è sempre in agguato, e pare che proprio di questo si sia trattato quando la piccola Chibiusa è scivolata con il suo cavallo giù per un crinale. Il ragazzo che si trovava dietro di lei sostiene che l'animale si sia spaventato alla vista di un serpente, impennandosi e finendo giù dal sentiero con la sua padrona. Sarebbe potuta essere solo una brutta caduta, invece in seguito ad un trauma cranico la piccola è stata ricoverata nell'ospedale cittadino. Dopo un coma di due giorni è morta, otto anni ancora da compiere, mentre il suo cavallo è stato abbattuto perché ormai claudicante dopo l'incidente.
Alla famiglia le nostre addolorate condoglianze.»

Aveva il tono colloquiale e vicino a chi legge dei giornali delle piccole cittadine, ma ciò non toglieva drammaticità al terribile incidente che descriveva.
- Una cosa terribile, chi se lo sarebbe mai immaginato? - disse la donna a cui Shaoran e Tomoyo si erano rivolti, una delle cuoche addette alla preparazione dei pasti. Li aveva presi in simpatia fin da subito, e non si era fatta pregare quando le avevano chiesto della donna che Sakura e le altre avevano incontrato.
- Quella bambina sembrava nata in sella ad un cavallo. Era sempre prudente, sapeva bene che la montagna nasconde dei pericoli. Certo, aveva anche un bel caratterino: un paio di volte era andata a cavalcare da sola, facendo morire di preoccupazione i suoi genitori... invece il caso ha voluto che una cosa del genere succedesse in gruppo, quando avrebbe dovuto essere più al sicuro... - la donna si asciugò le mani, sospirando – E la povera signora non ne è ancora uscita. Certo, due mesi non sono nulla se si pensa alla perdita di un figlio, ma sembra che continui a peggiorare invece che migliorare... -.
Scosse la testa.
- Certe cose non dovrebbero succedere. Sono troppo... insopportabili. Un genitore non dovrebbe mai sopravvivere al proprio figlio -.
Shaoran e Tomoyo annuirono, ringraziando la donna per aver mostrato loro il giornale che ancora conservava, e uscirono dalle cucine.
- Quindi ci sbagliavamo: non è quella donna che deve morire. Qualcuno è già morto – disse Shaoran.
Tomoyo annuì.
- È possibile... - rifletté – che lo spirito della Carta voglia solo starle vicino nel dolore? In fondo Sakura ha detto che quella ragazza le teneva la mano, come se volesse consolarla -.
- Non lo so – ammise Shaoran – Oltretutto non sappiamo ancora dove si trovi il terzo spirito, e cosa stia facendo -.
Il ragazzo si guardò intorno.
- Ma è meglio che Sakura sappia quello che abbiamo scoperto... dai, andiamo a cercarla -.


Quando Sakura seppe si voltò verso la casa principale, dove abitavano i proprietari, lo sguardo perso nel vuoto. Inaspettatamente, Tomoyo chiese:
- Sakura, perché non vieni a fare una passeggiata? Devo mostrarti una cosa -.
L'amica annuì, seguendola docilmente mentre Shaoran, preso leggermente in contropiede, si rassegnò a tornare in camera per riferire a Kerochan quello che avevano saputo.
Le due ragazze si addentrarono nel bosco, ma non di molto: si udivano i loro passi calpestare gli arbusti onnipresenti sul suolo e il canto degli uccelli in alto, tra le fronde.
- Che cosa mi devi mostrare, Tomoyo? - domandò Sakura.
- Sai, stamattina, mentre tu e Shaoran parlavate con Kerochan, sono venuta da queste parti a fare una passeggiata con Rika e Naoko. E abbiamo fatto una bella scoperta... -.
Erano arrivate in quella che non si poteva definire una radura, ma un piccolo spazio tra gli alberi ampio un paio di metri, sufficienti perché i raggi del sole filtrassero copiosi tra i rami.
E fra l'erba, in quella pozza di luce, erano sbocciate decine di piccoli fiori color rosa acceso.
Sakura spalancò gli occhi: - Ma... sono... -.
Tomoyo annuì.
- Sì. Garofani selvatici. (¹) Pensavo che sarebbe carino farne un mazzetto da portare a quella bella signora, se vuoi andare a trovarla -.
Sakura si voltò verso di lei, sorridendo dolcemente.
- Sei la migliore amica che ci sia, Tomoyo -.
- Anche tu, oltre ad essere la migliore Catturacarte. Mi spiace solo non poter filmare, stavolta, visto che gli spiriti della Carta non si vedono! -.




(¹) In giapponese “garofano selvatico” si dice “Nadeshiko”, che è anche il nome della madre morta di Sakura



Forse l'impostazione di questa storia può sembrarvi eccessivamente favolistica, eppure vi assicuro che anche nelle varie serie di “Sailor Moon” c'è una certa ispirazione alle favole.
Tanto per farvi un esempio, all'inizio del film della quarta serie sembra di essere nel “Pifferaio di Hamelin”, mentre l'inizio della quinta serie- con la scheggia di specchio nell'occhio di Mamoru- è perfettamente riconducibile alla fiaba “La regina delle nevi”.
Per non parlare della quarta serie, che si ispira ad una leggenda medievale occidentale...
Ho sempre trovato tutto questo estremamente affascinante! ^^


Lady Moonlight: spero che fin qui la storia ti sia piaciuta, e ti ringrazio tanto! Comunque sì, hai proprio ragione: unire i personaggi di fandom diversi è una cosa davvero troppo allettante... soprattutto se si amalgamano così bene! ^^
Shatzy: per quanto mi riguarda lo Stregatto è sempre stato il mio personaggio preferito, invece! Era l'unico che non mi metteva addosso un'ansia assurda, almeno nel film della Disney...
E come hai potuto vedere da questo capitolo, le cose non sono sempre come sembrano...


   
 
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