Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: DrHouse93    09/01/2011    4 recensioni
Voldemort puntò la bacchetta contro James, che si immobilizzò, poi sorrise e disse: «Avada Kedavra»
Ci fu il consueto lampo di luce verde e James Potter cadde a terra come una marionetta. Voldemort salì le scale, bramoso di gloria. L’unica minaccia al suo potere stava per essere neutralizzata. Entrò nella camera da letto dei Potter, e non fece caso a Lily Potter, con un completino sexy e ammanettata sul letto, tanto era concentrato. Perquisì la stanza, ma non c’era nessuno. Solo allora si girò verso Lily e gli disse in tono minaccioso: «Dov’è?»
«L’hai ucciso…l’hai ucciso…» singhiozzò Lily.
«Non tuo marito, cogliona» sbottò Voldemort. «Dov’è tuo figlio?»
«F-figlio?» pianse Lily. «Noi non abbiamo un figlio»
Voldemort fu sorpreso. Non era vero, non poteva essere vero
«Stai mentendo!» urlò, poi gli lesse nel pensiero per accertarsene, ma le parole di Lily erano vere: i Potter non avevano un figlio.

NB: Il titolo della fic non ha niente a che vedere con l'omonimo film horror
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il Mai Nato
- Capitolo 6: Una notizia inattesa -

Ron si risvegliò in infermeria. Non ricordò subito cosa fosse successo, né perché si trovava lì. Rimase appena qualche minuto a fissare il soffitto, dopodiché giunse Madama Chips, l’infermiera di Hogwarts.
«Ah, siamo svegli, vedo» esordì lei. «Come va?»
«Bene» rispose Ron. Era vero, si sentiva in perfetta forma. Doveva essere merito di Madama Chips. «Ma che cosa mi è successo?»
«Ah, niente di che, trauma cranico» spiegò l’infermiera. «Te l’ho curato in pochi secondi, dopodiché hai dormito come un ghiro fino ad adesso»
«Posso andarmene, quindi?»
«Sì, tranquillamente»
Ron si alzò dal letto, e Madama Chips tornò nel suo ufficio. Si vestì e si diede una sistemata allo specchio. Dopodichè guardò l’ora: erano le undici e dieci. Le lezioni erano già iniziate, perciò sarebbe stato perfettamente inutile irrompere in classe a quell’ora, anche perché non ne aveva voglia. Così optò per fare un giro per il castello. Si avviò verso l’uscita fischiettando. Per i corridoi non c’era nessuno, e comunque non stava facendo niente di male. Gli unici che avrebbero potuto avere qualcosa da ridire erano i Carrow e Gazza. Solo che i primi due probabilmente facevano lezione o erano in Sala Professori, quanto a Gazza, anche un perfetto idiota poteva farla franca con lui. Ron si diresse così fuori. La temperatura non era cambiata. Fu quella, più di ogni altra cosa, a risvegliargli i dolorosi ricordi del giorno prima.

Gli Auror si lanciarono verso le case urlando. Ron e Draco buttarono giù una porta, piombarono in casa e videro diversi Babbani che si svegliavano confusi. Il sangue affluì rapidamente alla testa, e Ron pensò senza indugio: Avada Kedavra!
Poi premette il grilletto, e l’MP5M, il Fucile d’Assalto che impugnava, cominciò a sparare a raffica getti di luce verde. Nel momento in cui colpì i primi Babbani, le donne cominciarono a urlare e i bambini a piangere. Fu il caos. Tutti scappavano disordinatamente, inseguiti da quei due ragazzi che continuavano a rovesciare su di loro getti di luce verde.
Nella foga della battaglia, Ron non si rese conto che nessuno opponeva resistenza. Tutti si davano alla fuga più disordinata, e il rosso ci mise un po’ a capire che qualcosa non andava. Poi capì. Quella non era una battaglia contro i BELLUM. Era una strage di gente innocente. Ron si sentì invadere dall’orrore per quanto aveva fatto, e per un po’ rimase fermo dov’era. Draco non se ne accorse, perché continuava a mitragliare tutti di Anatemi Che Uccidono. Quando finalmente Ron si riscosse, uscì fuori di corsa. Davanti ai suoi occhi c’era il panico: gente che urlava, scappava, urtava le persone, le calpestava anche, pur di mettersi in salvo.
«FERMI!» urlò Ron, con quanto fiato aveva in corpo, ai Maghi. «FERMI! STIAMO UCCIDENDO DEGLI INNOCENTI! FERMI!»
Ma nessuno gli dava ascolto. Ron non aveva altra scelta. Doveva rendere inoffensivi i Maghi. Pensò
Stupeficium!, e aprì il fuoco contro gli Auror. Questi dapprima non capirono, ma poi cominciarono a sparare Schiantesimi anche su di lui. Ron ne schivò alcuni e si rifugiò dietro una macchina. I Maghi tornarono ad occuparsi dei Babbani, così Ron potè nuovamente uscire allo scoperto e Schiantare i Maghi. I Maghi crollavano uno dopo l’altro, colpiti dai suoi Schiantesimi, ma prima che potessero nuovamente reagire, Ron sentì un dolore lancinante alla nuca. Si fece nero, e tutto svanì.

Ron scosse la testa con vigore, come a volersi scuotere qualcosa da dosso. Ora ricordava con chiarezza i dettagli della strage cui lui stesso aveva partecipato. Come quella volta si fece prendere dall’orrore, ma poi un nuovo pensiero si fece spazio nella sua mente: ma poi cos’è successo?
Capì che doveva trattarsi di un colpo: qualcuno l’aveva colpito, e lui era evidentemente svenuto. Ma chi era stato?
«Ehi!» sbottò una voce alle sue spalle. Ron trasalì e si girò di scatto. Gemette: si era fatto beccare come un cretino. «Che diavolo stai facendo qui?» proseguì Gazza.
«Io…stavo facendo un giro» rispose Ron, evasivo. Era vero, ma era ancora pensieroso, e ciò gli diede una sorta di aria colpevole
«Ah sì?» lo schernì Gazza. «Lo racconterai al Preside! Forza, vieni con me»
Ron sbuffò e si apprestò a seguire il Custode rompicoglioni.

Quando giunsero davanti all’ufficio di Piton, Gazza bussò gongolante. Era chiaro che pregustava una punizione alquanto sgradevole per Ron, che lo guardò con doppio disprezzo: dopotutto, era un Magonò.
«Avanti» rispose Piton da dentro. Gazza aprì la porta, spinse Ron avanti, poi lo seguì. Piton osservò la scena imperturbabile, come al solito, e guardò Gazza per una tacita richiesta di informazioni
«Stavo gironzolando nel castello» cominciò Gazza
«E allora?» domandò Piton. Gazza parve sgonfiarsi, e Ron trattenne un sogghigno.
«E allora…stava saltando le lezioni!» ritentò il Custode. Piton si alzò con calma e si avvicinò flemmatico al Custode. Quando fu a un passo da lui, gli disse: «Evidentemente non ti hanno informato. Questo ragazzo ha partecipato alla prova della prima battaglia, e non ne è uscito completamente illeso. Ha ricevuto un colpo forte alla testa, ed è stato portato qui per un trauma cranico. Evidentemente oggi Madama Chips deve averlo dimesso, solo che era tardi per frequentare le lezioni. Ti è più chiaro adesso, Gazza?»
Questi aprì la bocca più volte a mo’ di pesce rosso, ma alla fine assunse un’espressione contrita e borbottò: «Mi scusi, signor Preside»
«Sì, sì, come ti pare» fece Piton, con un gesto sprezzante della mano. «Ora vattene, devo discutere con il ragazzo»
Ron fu sorpreso, mentre Gazza borbottò solo un ‘sissignore’ e se ne andò. Piton tornò alla scrivania e invitò Ron a sedersi. Lui eseguì, e Piton cominciò: «Allora, Weasley, ho saputo del tuo incidente nella prova della prima battaglia»
Ron annuì.
«Ti ricordi cos’è successo?» domandò il Preside.
Ron esitò. Ammirava Severus Piton, ma non al punto da dirgli cosa pensava effettivamente della battaglia.
«Be’…io stavo combattendo» esordì Ron, «quando all’improvviso ho sentito un dolore forte alla testa. Qualcuno deve avermi colpito»
«Non hai idea di chi sia stato?» chiese Piton.
«Nessuna, signore» rispose Ron. Piton lo fissò a lungo, e Ron si sentì a disagio. Aveva forse lasciato trapelare qualcosa?
«Bene» disse Piton alla fine. «Puoi andare»
Ron annuì, poi si alzò. Sì recò verso la Sala Comune, stavolta, e non poteva fare a meno di ripensare alla strage. Più ci pensava, più non riusciva a capacitarsi di tutto. I Maghi erano davvero disposti a uccidere degli innocenti, pur di raggiungere i loro scopi? Ron non seppe rispondersi.
Quando giunse davanti al ritratto della Sala Comune, pronunciò la parola d’ordine ed entrò. Si lasciò cadere su una poltrona davanti al fuoco, che ora era spento, e continuò a rimuginare. I suoi pensieri vertevano sempre sugli stessi due argomenti: la strage, e il trauma cranico. Il tempo passò in fretta, e presto la Sala Comune cominciò a riempirsi. Ron si alzò e aspettò che rientrassero Fred, George, Ginny e Draco. Quando li ebbe tutti riuniti, bisbigliò: «Devo parlarvi in privato»
Gli altri si guardarono perplessi, ma lo seguirono in un angolino appartato. Almeno una decisione l’aveva presa, e voleva comunicarla alle persone di cui si fidava ciecamente
«Voglio andarmene» comunicò senza tanti giri di parole. Gli altri lo guardarono allarmati.
«Cos’è, il trauma cranico ti ha rincoglionito?» borbottò inaspettamente Draco. Ron lo guardò per una frazione di secondo: si aspettava una battuta simile da Fred o da George, non da lui. Poi scosse il capo.
«Avete visto tutti cosa abbiamo fatto ieri»
Fred e George si guardarono, poi abbassarono la testa. Ginny e Draco, invece continuarono a non capire.
«Che cosa avete fatto, scusa?» chiese Ginny
«Abbiamo fatto la prova della prima battaglia» rispose Draco, che non riusciva a capire il senso di quel discorso
«Abbiamo massacrato gente comune e innocente. Uomini, donne e anche bambini che volevano solo vivere in pace» completò Ron, non senza una certa difficoltà. Quelle parole pesavano come macigni. Ginny si portò le mani alla bocca, e li guardò orripilata.
«Ci pensavo anch’io» disse George
«Anch’io» convenne Fred. «Avevamo partecipato già a tantissime battaglie, ma allora c’erano sempre i BELLUM di mezzo»
«Qui no» aggiunse George, e Fred annuì. Ron fu lieto di non essere l’unico ad essere tormentato da quel pensiero. Ma ora veniva il difficile: doveva proporre la sua idea, ed era necessaria tutta la sua forza di volontà per riuscire a convincerli.
«Scusate, ma…quale cazzo è il problema?»
La domanda arrivò prima che Ron potesse dire alcunché. I Weasley si girarono esterrefatti verso la fonte: Draco.
Lui proseguì: «Sì, insomma…abbiamo massacrato gente innocente, è vero. Ma erano comunque solo Babbani, no?»
Ron era incredulo. Il suo migliore amico che diceva quelle cose.
«E non guardarmi così» lo rimproverò Draco. «Fino a sabato le pensavi pure tu ‘ste cose. E ora, tutto a un tratto, ti è venuto l’animo nobile. Anzi, VI è venuto. Ma che vi prende?»
«Draco» intervenne Ginny. «Voi avete ucciso degli innocenti, non se se ti è chiaro…»
«E allora? Loro l’hanno fatto per migliaia di anni, prima che noi salissimo al potere. E ora dovremmo essere clementi con loro?»
«E quindi cosa proponi?» lo schernì Ginny, acida. «Di abbassarti al loro livello?»
«Se questo serve a riscattarci, sì!»
«Sei solo un coglione»
«E tu una lesbica persa»
Ginny trattenne il fiato, e Ron agì senza pensare. Afferrò Draco per la maglia e lo sbattè al muro. Era più forte di lui, lo sapevano entrambi, e Draco parve pentirsi delle sue parole. I Serpeverde nella Sala Comune osservarono la scena allibiti.
«Chiedi subito scusa» lo intimò Ron, fremente di rabbia
«Mi dispiace, io…» balbettò Draco. «Scusa Ginny, scusa, non volevo…»
Lei gli lanciò un’occhiataccia, poi se ne andò. «Vattene anche tu»
«Ron, andiamo…» tentò di farlo ragionare Draco. «Sono il tuo migliore amico…»
«Il mio migliore amico non avrebbe mai fatto una sceneggiata simile» lo lasciò andare, e uscì di corsa dalla Sala Comune. Voleva restare solo

L’ultima settimana di settembre passò tra i preparativi per la partenza. Ron e Draco continuavano a non rivolgersi la parola. Ron era profondamente offeso e si aspettava delle scuse da Draco, il quale però era convinto di non aver fatto chissà quale grosso sbaglio. Quando sopraggiunse sabato, Ron riunì i suoi fratelli, e comunicò loro che sarebbero partiti quella notte stessa. Dopo molte discussioni Ron era riuscito a convincerli che andare dai BELLUM e unirsi a loro fosse la loro miglior speranza di redenzione. I gemelli avevano protestato, e Ginny l’aveva guardato dubbiosa, ma alla fine avevano tutti capitolato. Solo Draco non aveva ancora preso posizione. Un pomeriggio venne da Ron e esordì: «Dobbiamo parlare»
Ron lo squadrò: «E’ importante?»
«Sì» rispose lui, deciso.
«Sentiamo, allora» lo esortò il rosso.
«State facendo una cazzata» annunciò Draco. Ron lo guardò incredulo
«Tutto qui? Una settimana che non ci parliamo, e tutto quello che sai dire è: “state facendo una cazzata”?»
«Sì, infatti»
Ron cominciava a perdere il controllo. Ormai qualcosa si era rotto tra di loro
«Pensavo fossi venuto a scusarti seriamente!»
«E di cosa?» ghignò Draco. Ron scorse cattiveria nei suoi occhi. «Ho solo detto la verità, che tua sorella è una lesbica persa»
Ron gli saltò addosso, e cominciò la rissa. Per un po’ sembrò che il rosso avesse la meglio, poi arrivarono Fred e George a separarli. I due ragazzi continuavano a guardarsi in cagnesco, dopodichè Draco si divincolò da George e si recò rapido verso le scale. Si girò un’ultima volta, e gli disse: «Siete dei traditori» e se ne andò. Fred lasciò andare Ron, il quale stavolta non provava che rabbia, e odio. Possibile che per sei anni fosse stato quel pezzo di merda il suo migliore amico?

La sera scese rapida. I Weasley si incontrarono nella Sala Comune, e incantarono i bauli perché si recassero verso casa loro, che avevano scelto come destinazione temporanea. Avevano deciso, infatti, di chiedere ai loro genitori se sapessero qualcosa dei BELLUM. Avevano provato a convincere anche Percy, ma lui era stato irremovibile. Anzi, dovevano fare tutto di nascosto anche da lui, perché aveva detto che se li avesse sorpresi gliel’avrebbe fatta pagare personalmente. I Weasley così attraversarono, non senza un certo nervosismo, il castello. Non incontrarono nessuno: evidentemente i Carrow, Piton e Gazza stavano vigilando altrove. Una volta usciti, attraversarono rapidamente il parco, diretti ai cancelli. Ora veniva l’ostacolo maggiore: i cancelli erano chiusi, e a guardia di essi c’erano un mago e un Dissennatore. Ma avevano pensato anche a questo. Fred aveva sgraffignato un paio di granate dall’ultima tragica missione. Ne prese una, l’attivò, poi con un rapido Incantesimo di Librazione la avvicinò al cancello. Appena in tempo. La granata esplose, sbalzando via il mago e il Dissennatore e spalancando il cancello. Attesero che il Dissennatore si avventasse sul mago ormai svenuto e privo di protezione, dopodichè uscirono e, non appena ebbero messo piede fuori, girarono sul posto e si Smaterializzarono.

Riapparvero poco lontano da La Tana, casa loro. I bauli erano già lì che li attendevano. I Weasley erano consapevoli di avere poco tempo a disposizione, prima che da Hogwarts iniziasse la battuta di caccia, quindi si affrettarono. Arrivarono alla porta e Fred bussò. Dall’interno non venne alcuna risposta, ma dopo pochi secondi si sentì la voce del signor Weasley domandare:
«Chi è l’effettivo Ministro della Magia, Presidente degli Stati Uniti, Re d’Inghilterra, ecc.?»
I ragazzi si guardarono perplessi. Che senso aveva quella domanda? Poi Ron rispose: «Il…Signore Oscuro, no? Ma non ci avevi detto…»
«E’ per accertarmi che siate voi. Ora fatemi una domanda alla quale posso rispondere solo io»
I Weasley si fecero pensierosi, poi George chiese: «Qual è la tua più grande ambizione?»
«Scoprire come fanno gli aerei a star su»
I ragazzi sorrisero, era loro padre. Tuttavia, quando li fece entrare era ancora sospettoso.
«Allora» esordì bruscamente. «Come mai qui?»
I ragazzi parvero delusi: non si aspettavano un’accoglienza così fredda.
«Siamo…siamo venuti a salutarvi» spiegò Ginny.
«E…a chiedervi un favore» aggiunse Ron.
«Che genere di favore?» domandò il signor Weasley
«Vorremmo…vorremmo sapere dove possiamo trovare il Quartier Generale dei BELLUM»
Il signor Weasley smise di fare avanti e indietro e si girò a guardarli. «E perché?»
Ron esitò, così intervenne Fred e raccontò loro la vicenda della prima battaglia. Il signor Weasley ascoltò senza battere ciglio.
«Così vorreste redimervi?»
I ragazzi annuirono. Il signor Weasley si sedette, poi chiamò la moglie. Lei arrivò trafelata, ma quando vide i figli nella stanza si fermò di botto: «Che succede, Arthur?»
«Siediti, dobbiamo dirglielo»
La signora Weasley capì e si sedette a fianco a lui. I ragazzi non capivano, invece.
«Ragazzi,» cominciò il signor Weasley. «Noi non siamo i vostri veri genitori»
I ragazzi spalancarono gli occhi, poi si alzarono di scatto, sfoderarono le pistole – Ginny la bacchetta – e le puntarono verso di loro.
«Cosa ne avete fatto?» domandò Ron, minaccioso.
«Non noi» rispose la signora Weasley. «Gli Auror»
«E voi chi siete?» chiese Fred. I signori Weasley fecero un gesto automatico con la bacchetta: se la puntarono sulla faccia e mormorarono qualcosa di incomprensibile. Il loro aspetto svanì, lasciando il posto a un uomo e una donna, sui trent’anni circa, completamente diversi dai loro genitori. Lui aveva dei capelli biondo sporco con delle ciocche castane, occhi verdi e una corporatura normale. Lei aveva capelli rossi tenuti raccolti da un cerchietto, occhi azzurro pallido e, cosa che attrasse tutti i Weasley, Ginny compresa, una quarta di seno.
«Io sono Emmett Peak» annunciò l’uomo. «E lei è mia moglie Janet»
A fatica i Weasley distolsero gli occhi dalle tette di Janet, e tornarono a guardare Emmett. «I vostri genitori sono stati catturati dagli Auror e spediti ad Azkaban per via delle inclinazioni filobabbane di vostro padre»
«Noi siamo stati mandati qui a prendere il loro posto per non farvi preoccupare o compiere azioni suicide» proseguì Janet.
«E perché dovremmo credervi?» chiese Ginny, che era la più abile a mascherare l’interesse per un corpo femminile.
«Chiameremo il Quartier Generale, che vi confermerà la versione» rispose Emmett. «Venite»
Lo seguirono in una stanza di cui nemmeno sapevano l’esistenza. I Weasley continuavano a inciampare perché distratti da Janet, ma alla fine giunsero in uno scantinato dove c’era una scrivania, con sopra un computer, affianco una radio, alcuni letti d’emergenza e qualche cassapanca. Si recarono verso la radio, Emmett disse: «Il Capo», poi sorrise ai ragazzi e cominciò a parlare: «Emmett Peak a base, mi ricevete?»
Inaspettatamente la radio rispose: «Qui base, ti riceviamo, passo»
«Abbiamo incontrato i giovani Weasley, e vorremmo confermargli la nostra storia»
«Vi siete accertati che siano loro?»
«Sìssignore»
«Ricevuto. I Peak sono due soldati BELLUM inviati da noi per sostituire Arthur e Molly Weasley e non destare sospetti nei figli. E’ sufficiente?»
«Sissignore. Emmett, chiudo»
La radio si disconnesse, e Emmett si girò verso i ragazzi: «Soddisfatti?»
I Weasley annuirono. Emmett sorrise, poi disse: «Allora, visto che i Maghi vi staranno cercando, vi conviene passare la notte qui. Domattina poi vi riferiremo le coordinate del Quartier Generale Supremo. Decideranno loro poi cosa fare»
«Bene» disse Ginny. Tossicchiò, e i fratelli annuirono, poco convinti. Ginny trattenne una risata. Emmett li accompagnò alle loro stanze, dopodichè scese al piano di sotto per fare il primo turno di guardia. Ron rimuginò su quanto gli fosse successo durante la giornata. Si stupì di come il pensiero di Draco non gli facesse né caldo né freddo. Chiuse gli occhi, e lentamente l’incoscienza prese il sopravvento.

Ehilà gente! Quanto sono contento stavolta, sono arrivato a ben quattro recensioni! Certo, è sempre un numero misero, ma è sempre meglio di due o addirittura una. Perciò, senza tanti giri di parole, andiamo a rispondere:

Black Hayate: Ti dirò, non avevo pensato di andare a vedere chi seguiva la fic, e mi è preso un colpo quando ho visto che erano in undici. Quanto alla recensione di una tua amica, potresti provare a minacciare più amici, magari usando mezzi più efficaci come un lanciafiamme :D. Ma passiamo ad altro. Sì, hai ragione, scrivo quasi sempre “come al solito”. Il punto è che è una mia caratteristica tipica di quando scrivo, tendo a ripetere le stesse parole. Sono contento che Hermione ti piaccia, anche perché ricorda che la prima impressione solitamente è sbagliata. Ah, dimenticavo: perché odia i metallari? Be’, è semplice. Tu sai che punto al realismo, nella fic, e tu hai mai visto una truzza a cui siano simpatici i metallari? :D
veronic90: Accidenti, questa è la prima critica che mi fanno. Ma pazienza, come si dice: de gustibus. Comunque, risponderò alle domande che hai fatto. Dunque, per quanto riguarda il linguaggio di Hermione, sì, devo per forza farla parlare così, perché per una ragazza che vive a Roma da otto anni è normale, specie se poi diventa truzza (o tamarra, per intenderci, la specie è quella). Non capisco perché ti faccia venire in mente uno sparatutto: perché Maghi e Babbani combattono tra loro? O perché ci sono creature che in realtà non esistono? Se è così allora anche il romanzo originale della Rowling è uno sparatutto :D. La storia d’amore…te lo dico con tutta franchezza: io sono incapace a scrivere fic romantiche. Ci ho provato una volta, e il risultato è stato penoso. Ciò non vuol dire che non ci siano. Per quanto riguarda Ron e Draco, per quello non ho colpe. Io tra gli avvertimenti avevo messo OOC, il che vuol dire che dovevate aspettarvi che alcuni personaggi si comportassero diversamente che nel romanzo originale. È  tutto :D
Cloud1926: Oh, una recensione nuova! Ti ringrazio molto per averla lasciata. Ma passiamo alla risposta. Be’, sono contento che ti piaccia la storia e il mio stile di scrittura, ed è proprio questo che mi caratterizza: io tendo a scrivere con schiettezza, rappresentando la realtà nuda e cruda. Come avrai notato in questo capitolo, infatti, verso la fine i Weasley sono distratti dalle tette di Janet, cosa che un qualunque essere umano con attrazione per le donne farebbe :D. E, dannazione, hai ragione: avevo dimenticato l’immancabile chewing-gum per Hermione. Vabbè, ormai è andata. Quanto al piano di Voldy, non so se quello che ha in mente lo consideri un piano, dato che ormai ha quasi tutto l’emisfero boreale ai suoi piedi, ma spero di non deludere le tue aspettative. Continua a seguirmi, mi raccomando!
Sapphiria Kane: Lo so, probabilmente devo averti causato uno shock quando ho scritto che Hermione odia i metallari. Ma dopotutto è truzza, che ci vuoi fare…E inoltre, non mi sembra che anche voi metallari proviate simpatia per i truzzi :D. Quanto allo stile Resident Evil…bè, sei l’unica che ha pensato sta cosa. A DrHouse93 piace questo elemento

Bene gente, qui noi ci separiamo. Ho un annuncio da fare: siccome tra pochi giorni ricomincerà la scuola (no comment) e io riceverò la pagella, potrei non connettermi più per i prossimi 43 milioni di anni. Quindi, se domenica dovesse mancare il settimo capitolo, sapete la causa. Altrimenti l’appuntamento è sempre domenica, e se io ci sarò, non mancate!
Ciao ragazzi/e, alla prossima!

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: DrHouse93