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Autore: Eerin    19/12/2005    1 recensioni
Ascoltami bene ragazzo: lei deve morire. Attendiamo da anni la sua morte e tu sai cosa questa morte significa per noi. Vuoi davvero buttare all'aria tutto per una cosa così piccola e sciocca... l'amore?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino dopo Jennifer si alzò verso le undici. Non aveva previsto di dormire così tanto, ma era tornata tardi e poi doveva smaltire la stanchezza della settimana di scuola.
Di solito la domenica mattina andava a correre con sua cugina Laura (N.d.A.ho controllato come tradurre il nome in inglese, ma si scrive uguale. Cambia soltanto la pronuncia.), ma era decisamente troppo tardi. Siccome aveva lo stesso voglia di sentire Laura, prese il suo amato cordless e le fece una lunga telefonata.
Laura aveva due anni in meno di Jennifer, che più che come una cugina l’aveva sempre vista come sorella minore. Scherzando, fra loro si chiamavano “sorelline”. Fin da quand’erano piccole le loro famiglie erano andate in vacanza insieme, e loro si ingegnavano sempre a combinarne di tutti i colori. Purtroppo i loro divertimenti estivi erano terminati tre anni prima, quando i genitori di Jennifer si erano separati. Nonostante non passassero più agosto insieme comunque, le due erano rimaste estremamente legate.
Verso l’una Lee passò a prendere Jennifer. Avevano deciso di andare a pranzare fuori e passare il resto della giornata assieme, approfittando del fatto che lei si era portata avanti con i compiti.
La ragazza si mise un velo di trucco e scese. Lee la aspettava in macchina.
_ Amore ciao! A che ora sei tornato a casa poi?
Chiese mentre andavano verso il bar dove mangiavano di solito.
_ Troppo tardi. Mi sono svegliato neanche un ora fa! Tu piuttosto? Quando sei arrivata?
_ Verso le tre… sai, mi è successa una cosa strana…
Jennifer si lanciò nel racconto degli ultimi avvenimenti della sera prima. Lee sembrava estremamente concentrato sulla guida, in realtà la ascoltava attentamente.
_ … La gente quando è ubriaca fa strane cose… Non ti sei fatta niente, vero?
Disse infine.
_ Solo questo..
Rispose lei, mostrandogli la leggera abrasione sulla mano. Lui la bacio e tornò a seguire la strada.
_ Niente di che allora. E quel ragazzo…
La voce di Lee si incrinò appena.
_ … non mi hai detto chi era.
_ Perché non lo so. Non ci siamo neanche presentati! Avevo sonno..
_ Certo, se fossi stata più sveglia gli avresti chiesto il nome vero? E magari anche il numero di telefono…
_ Cosa stai dicendo amore?
_ Sto dicendo che un bel ragazzo arriva e ti porge gentilmente la mano per aiutarti ad alzarti… non vorrai mica lasciarti scappare un damerino simile!
_ Ma non hai ancora smaltito l’alcool di ieri? Intanto che è un “bel” ragazzo l’hai aggiunto tu, visto che io non mi ricordo neanche la sua faccia. E poi che vuoi che mi importi di…
_ Ti ricordo che non ho bevuto ieri! E comunque se questo tizio abita di fronte a te, immagino che vi rivedrete…
_ Credo che non lo rivedrò più in vita mia!
Sbottò Jennifer, che iniziava a scocciarsi di quell’attacco ingiustificato. Che accidenti era preso a Lee? Andarono avanti a urlare per cinque minuti, poi lui si scusò. Jen gli tenne il broncio per un po’, infine la tensione si sciolse. Il resto della giornata per Jennifer trascorse piacevolmente.

Anche Elizabeth passò una domenica tutto sommato a posto. Nonostante l’ora tarda a cui era rientrata, aveva fatto lo sforzo di svegliarsi almeno alle 10.00, per poter iniziare a studiare qualcosa nella mattina.
Era rimasta a casa a studiare e sonnecchiare fino alle cinque, quando era suonato il citofono.
_ Lizzie! E’ una tua amica che chiede se scendi!
Gridò sua madre, distogliendola dagli appunti di matematica. In casa la chiamavano Lizzie. E lei lo detestava.
_ Chi è mamma?
_ Valentine! Cosa le dico?
_ Che scendo subito!
_ Hai finito tutti i compiti??
_ Si mamma, sì!
Liz chiuse con un colpo il quaderno di mate, con un equazione lasciata a metà, e uscì in balcone per dire a Valentine che si preparava e scendeva.
Valentine Mistress era una compagna di classe di Liz e Jennifer con cui andavano molto d’accordo. Esile, abbastanza bassa, i capelli biondi sempre raccolti a coda di cavallo, una spruzzata di lentiggini e grandi occhi verde chiaro. Era una persona mite, allegra, gentile, e sempre disponibile a dare una mano a tutti.
_ Ciao Vale!
La salutò Elizabeth poco dopo.
_ Ehilà! Come va Liz?
_ Non c’è male! Un po’ stanca, ieri sono rientrata tardi… _ La festa di Margareth? Io non sono andata.
_ Mi spiace… come mai?
_ Oh, litigio con mia madre…
La voce di Valentine si incrinò, ma solo un pochino.
_ Ti va di parlarne?
_ Certo. Per strada però. Pensavo di passare a prendere qualcun altro… Jen è libera?
_ Fammi pensare… mi pare che sia in giro con Lee…
_ Oh, il suo fidanzato vero?
Valentine arrossì al cenno d’assenso di Elizabeth.. Respirò profondamente prima di parlare, come se dovesse fare un annuncio importante:
_ Lo sai Liz che ho trovato un fidanzato anche io?
Disse tutto d’un fiato.
_ Cavolo Vale! Cosa aspettavi a dirmelo?? Sono contentissima! Raccontami tutto!
_ Beh.. non c’è tanto da raccontare.. ci siamo conosciuti circa un mese fa.. Sai il corso di yoga che faccio il mercoledì sera? Ecco, si è iscritto anche lui e l’ho conosciuto là. Mercoledì scorso mi ha accompagnata a casa dopo la lezione… al momento di salutarci mi ha baciata. Oh è stato troppo dolce! Ha detto che da quando mi ha vista non faceva altro che pensare a me e un sacco di altre cose carine. Insomma, sono contentissima!
Per un altro quarto d’ora, mentre si dirigevano verso il centro, Valentine parlò del suo nuovo ragazzo, Brian, di com’era stata fantastica già quella prima settimana in cui stavano insieme, delle bellissime cose che diceva…
_ … e quindi non vedo l’ora di rivederlo! Anzi…Non abita tanto lontano…. secondo te è assillante se lo passiamo a prendere? Te lo faccio conoscere!
Concluse Valentine. Elizabeth ridacchiò e disse che non aveva nulla in contrario, purché poi si facessero raggiungere anche da qualcun altro, altrimenti si sarebbe sentita terza incomoda. Così Valentine mandò un paio di messaggi, uno a Brian per avvisarlo che passavano a prenderlo, l’altro alla loro compagna Miriam perchè si aggregasse più tardi. Liz pensò di avvisare anche Jordan, il ragazzo di 5E che aveva conosciuto alla festa.
In realtà Brian risultò abitare abbastanza lontano da dove si trovavano. Dovettero cambiare mezzi due volte per arrivare in un quartiere periferico dove Liz non era mai stata, formato da villette a due piani, ognuna col suo giardinetto. Non tutte era ben curate.
Il giardino della casa di Brian era piccolo. L’erba non era tagliata. Tre grosse querce erano piantate a poca distanza fra loro, poiché lo spazio non era molto. Le radici affioravano dal terreno e sembravano competere fra loro per la supremazia di ogni centimetro di terra. I rami, ad ottobre praticamente spogli, si incrociavano in aria. Liz immaginò che d’estate la luce del sole dovesse fare parecchia fatica a oltrepassare la coltre di foglie. Brian Lexor, il ragazzo di Valentine, aprì la porta e sorrise trovandosi davanti le due ragazze.
_ Oh, ciao amore! Che bello vederti! Lei dev’essere l’amica a cui hai accennato nel messaggio. Piacere, Brian..
Disse il ragazzo, porgendo la mano a Liz. Lei la strinse e si presentò a sua volta.
Esauriti i convenevoli i tre ragazzi andarono a recuperare l’autobus per raggiunge il parco dove avevano appuntamento con Miriam e Jordan. Valentine camminava abbracciata a Brian, sembrava sentire il bisogno di essergli sempre a contatto, come se, allontanandosi, temesse di vederlo volare via. Il ragazzo sorrideva disinvolto e le teneva il braccio attorno alla vita. Era molto alto e magro, gli occhi erano dello stesso anonimo marrone dei capelli, eppure il suo sguardo era molto penetrante. Portava pantaloni scuri, a cavallo basso. Prima che si infilasse il giaccone di pelle, quando aveva aperto la porta, Elizabeth aveva notato che portava al collo una catenina di metallo chiaro, probabilmente argento. Più Liz guardava il ragazzo, più le pareva d’averlo già intravisto da qualche parte, finchè finalmente si ricordò dove.
_ Ma tu.. per caso… eri alla festa di Margareth ieri sera?
_ Si, ho fatto un salto! Dovevamo andarci insieme io e Vale ma sua madre ha fatto problemi…
_ Ah ecco! Devo averti visto di sfuggita.. ricordavo vagamente la tua faccia… ma Vale, perché tua madre non ti ha lasciata andare? E’ stata una splendida festa!!
_ Oh… ecco.. i miei non sono entusiasti di Brian.
Mormorò Valentine, come si sentisse tremendamente in colpa per il giudizio negativo dei suoi genitori. Brian la abbracciò e la rassicurò dicendo che prima o poi si sarebbero accorti che non era così male e nel frattempo non gli impedivano di vedersi.
Finalmente si trovarono con gli altri due, Miriam e Jordan, e si fecero un giro in centro. Mangiarono qualcosa fuori e cercarono un locale decente dove finire in allegria la giornata.
  
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