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Autore: pensiera    16/01/2011    3 recensioni
3 amiche che partono per una vacanza, la loro ultima vacanza prima di un matrimonio, prima di una laurea e dopo la fine di un amore... cosa troveranno in una terra straniera tra sole e mare?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4°
 
LA PIZZA INSIEME
 
  

Quando Manuel nel pomeriggio mi mandò un sms dicendomi che era in spiaggia con delle ragazze non mi sarei aspettato di trovare la ragazza del locale! Se voleva Barcellona era proprio piccola!

Dovetti ammettere che Eleonora non era niente male, oggi l'avevo potuta notare bene, il due pezzi nero gli stava una meraviglia...

 

Aveva dei lunghi capelli ricci castano chiari e gli occhi neri risaltavano la carnagione chiara. Rimasi stupito quando Manuel propose alle ragazze di cenare con noi, di solito non era così espansivo con delle sconosciute. Evidentemente la ragazza con i capelli rossi gli interessava parecchio, se non sbagliavo si chiamava Romina, mentre l'altra Patrizia. Si ok, i nomi erano memorizzati, era già qualcosa.

L'appuntamento per cena era alle 20,00, dovevamo anche sbrigarci perchè alle 23,00 avevamo il concerto al club.

“ Alex come stò?”

Mi girai a guardare Manuel, indossava dei jeans e una camicia blu.

“ Come mai tanta preoccupazione per il tuo aspetto fisico?”

Lo canzonai.

“ Dai smettila di fare il sarcastico! Dimmi come stò?”

“ Stai bene, stai bene!”

Non feci in tempo a finire di parlare che scappò via, sorrisi.

Sentì suonare alla porta, sicuramente erano loro, mi avviai per andare ad aprire ma Manuel mi aveva preceduto, quando arrivai all'ingresso loro erano ancora sulla porta a salutarsi.

 

Vidi che Romina si era vestita con particolare cura, capelli sciolti, trucco leggero sugli occhi, rosso fuoco sulle labbra. Indossava un abito nero aderente senza maniche che arrivava al ginocchio, la scollatura risaltava il suo seno formoso. Patrizia, sempre curata ma un po' meno dell'amica. Pantaloni aderenti neri per lei con un top a fascia viola. A differenza dell'amica, Patrizia non aveva un gran seno, anzi, ma vestita in quel modo risaltava la sua figura esile.

Ele … bè lei era decisamente più sportiva, jeans e camicia neri. Non mi dispiaceva il suo abbigliamento, la camicia metteva in evidenza le sue forme che non erano ne prorompenti come quelle di Romina, ne quasi inesistenti come quelle di Patrizia. Mi dispiaceva solamente che a differenza delle amiche avesse legato i suoi capelli.

 

Dopo i saluti e le presentazioni con Pablo e Mark, ci sedemmo nel piccolo salone. Avevamo ordinato le pizze, le avrebbero consegnate tra qualche minuto, nell'attesa chiacchieravamo tranquillamente. Dovetti ammettere che si stava bene in compagnia di quelle ragazze. Patrizia era la più prorompente delle tre, mi sembrava di vedere la versione femminile di Mark. Ele era la più introversa, era seduta sul piccolo divano ed aveva detto si e no tre parole.

Mi avvicinai a lei.

“ Sei molto silenziosa” Le sussurrai in un orecchio.

Mi ero seduto accanto a lei e la vidi prima spaventarsi e poi arrossire del mio gesto.

“ No, bè... ecco”

Abbassò lo sguardo, l'avevo messa in imbarazzo. Sorrisi della sua reazione, mi piaceva stuzzicare quella ragazza.

Suonarono alla porta, erano arrivate le pizze, decisi di avere un po' di pietà per lei, così mi alzai per andare ad aprire.

 

La cena procedette tranquillamente, vidi l'ora, erano le 22,30, dovevamo andare.

“ Ragazzi dobbiamo andare altrimenti faremo tardi” feci notare.

Annuirono tutti, Manuel si girò verso Romina.

“ Voi venite con noi? Vi abbiamo prenotato un tavolo così non dovete stare tra la folla.”

“ Oh! Grazie, non dovevate disturbarvi. Comunque si, veniamo, sicuramente.”

Uscimmo tutti e sette insieme.

Romina e Manuel erano impegnai in una fitta conversazione privata, Patrizia, Mark e Pablo non facevano altro che ridere e scherzare. Io mi ritrovai accanto ad Eleonora che non pronunciava una parola. Decidi di divertirmi un po', mi avvicinai a lei e le sussurrai,

“ Sempre silenziosa, lo sai, la mia esperienza mi dice di diffidare dalle persone che non parlano mai...”

“ Bè si, tu hai una grande esperienza in fatto di donne!”

Sorrisi .

“ Bè si, non mi lamento”

La guardai, sempre sorridendo, le misi un braccio intorno alla spalla.

“ Tu invece hai esperienza? Potremmo scambiarci il nostro sapere.... “

Dissi malizioso. Mi resi conto di star filtrando con lei.

Al mio gesto accompagnato dalla mia frase le sue guance si tinsero di rosso. Sorrisi ancora di più, a quel punto si staccò da me e mi lanciò uno sguardo che doveva essere intimidatorio, ma in me provocava solamente ilarità. Non sapevo perchè ma mi divertiva troppo filtrare con quella ragazza, poi vederne una che ancora arrossiva era una rarità al giorno d'oggi.

 

Quando arrivammo al locale, accompagnammo le ragazze al loro tavolo e ci avviammo nel nostro camerino. Ci preparammo velocemente per la serata e ci avviammo verso il palco. Il nostro momento era arrivato.

Come al solito suonammo con tutta l'anima, Manuel non la smetteva di sorridere verso il tavolo che avevamo riservato alle ragazze. Non le vedevo in faccia, ma giurai che anche Romina non toglieva gli occhi di dosso al nostro tastierista. Le luci non mi permettevano di guardare bene il pubblico, mi spostai per cercare di guardare il tavolo, come avevo previsto, Romina era incantata a guardare Manuel, Patrizia non guardava nessuno in particolare, Ele aveva uno sguardo strano, sembrava assorta nei suoi pensieri.

 

Iniziammo a suonare l'ultima canzone, una cover di qualche anno fa, era di George Micheal, Careless Whisper.

 

J fell so unsure, as j take your hand and lead you to the dance floor. As the music dies... Something in your eyes, calls to mind a silver screen, and all it's sad goodbyes.

(Mi sento insicuro, quando prendo la tua mano e ti conduco sulla pista da ballo, quando la musica muore, qualcosa nei tuoi occhi richiama nella mia mente uno schermo d'argento dove l'unica cosa scritta è arrivederci)

 

Mi accorsi che alle prime note, Ele alzò lo sguardo, l'aveva riconosciuta.

Continuai a guardarla, i nostri occhi si incrociarono.

 

I'm never gonna dance again, Guilty feet have got no rhythm. Though it's easy to pretend, I know you're not a fool. I should have known better than to cheat a friend, And waste a chance that I'd been given. So I'm never gonna dance again, The way I danced with you.

(Non ballerò mai più, E’colpa dei miei piedi che non hanno ritmo benchè sia facile fingere so che non sei stupida dovevo sapere meglio che imbrogliando un amica sprecavo la possibilità che volevo mi fosse data non ballerò mai più perché ho ballato con te )
 

Non riuscivo a staccare i miei occhi dai suoi e neanche lei sembrava riuscirci.

 

Time can never mend, The careless whisper of a good friend. To the heart and mind, Ignorance is kind There's no comfort in the truth, Pain is the all you'll find.

(Il tempo non puo mettere a posto Le maldicenze a cuor leggero di una buona amica Al cuore e alla mente,L'ignorare è dolce non c’é conforto nella verità Sofferenza é tutto cio che troverai)

 

Era come incantata, mi guardava persa nei miei occhi ed io mi sentivo incatenato da quegli occhi neri.

 

Tonight the music seems so loud, I wish that we could lose this crowd. Maybe it's better this way, We'd hurt each other with the things we want to say.We could have been so good together, We could have lived this dance forever... But now, who's gonna dance with me? Please stay.

(Stasera la musica sembra cosi alta vorrei che fossimo lontani da questa folla forse é meglio cosi Ci saremmo feriti l’un l’altro con le cose che avremmo detto Potevamo stare cosi bene assieme Potevamo vivere questo ballo per sempre Ma ora chi ballerà con me Ti prego resta)

 

Per tutto il tempo della canzone rimanemmo a fissarci negli occhi.

Mi sentì strano come se il resto del pubblico non ci fosse, come se fossimo solo io e lei.

 

Now that you're gone... Now that you're gone... Now that you're gone... Was what I did so wrong? So wrong that you had to leave me alone?

(Ora che te ne sei andata ora che te ne sei andata ora che te ne sei andata Cosa ho fatto di sbagliato, cosi sbagliato che tu mi hai lasciato solo?)

 

Quando la canzone finì e le luci si spensero mi sentì strano, era la prima volta che fissavo così intensamente una ragazza mentre cantavo, anzi di solito, durante le canzoni per me più importanti chiudevo gli occhi e mi estraniavo dalle persone con la mia “amante”.

 

Ritornai con gli altri nel camerino, fortunatamente loro non si accorsero del mio turbamento. Manuel non fece in tempo ad entrare che riuscì fuori dalle ragazze provocando ilarità da parte di Mark e Pablo.

Poco dopo anche loro vollero raggiungere il tavolo.

“ Alex tu non vieni?”

“ Mark voi andate, mi fumo un'altra sigaretta e vi raggiungo”

Uscirono chiudendo la porta e io mi sedetti sul divano ispirando una boccata di fumo.

Che sensazione strana, nuova. Mi ritrovai ad averne quasi paura, forse dovevo smetterla di filtrare con quella ragazza, altrimenti sarei rimasto intrappolato nella mi stessa rete.

 

Uscì fuori tra la folla e mi avviai verso il bancone del bar per prendermi una birra.

Una ragazza di avvicinò a me.

“ Ciao, complimenti per il concerto”

Mi girai a guardarla, era bionda di un biondo non naturale, occhi azzurri ed il suo abito lasciava poco spazio all'immaginazione, aveva tutte le curve al posto giusto. Era la compagna ideale per quella sera. Sorrisi e mi avvicinai a lei.

“ Sono contento che il concerto ti sia piaciuto”

Mi aveva detto come si chiamava, forse, ma non me lo ricordavo, non mi importava. Finì la mia birra e poi uscì dal locale con lei diretti verso la mia camera.

 
Hai capito Alex… ha trovato un modo per “cambiare” andamento alla serata… chi sa che succederà!
Grazie mille alle persone che mi seguono, spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, ci vediamo al prossimo aggiornamento!  



 

   
 
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