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Autore: Lifelossleaving    16/01/2011    2 recensioni
Quando Justin torna a casa dopo più di un anno in occasione del matrimonio della sorella, alcune cose sono cambiate, altre appaiono immutate. Come reagirà nel rivedere Brian? E' davvero solo tempo o c'è molto di più a separare i due amanti?
(mai stata brava con i riassunti..xD) Fatemi sapere che ne pensate =)
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Justin’s pov.
 
<< Sei sicuro di voler tornare lì solo per vedere la casa e non chi ci vive? >>
<< chi ci vive?>> Justin non capiva. << Di che parli, Michael? >>
<< Andiamo, Justin! Brian vive lì, non dirmi che non lo sapevi. Appena te ne sei andato ha lasciato il loft, non credo l’abbia venduto ma.. è voluto tornare in quella casa a tutti i costi.  >>
 
Ancora non poteva crederci. Brian era tornato a “Britin”. Viveva lì adesso, da più di un anno.  Perché? Perché tenersi una casa che non significava più niente!? Non aveva senso..a meno che, a meno che quella casa non significasse qualcosa per lui. A meno che Brian non pensasse ancora di poter aggiustare le cose tra loro! Era davvero possibile?
Doveva vederlo, doveva capire.
 
Ormai era fuori Pittsburgh e mancava poco per arrivare a destinazione. Le indicazioni di Michael erano state perfette, non ci aveva messo molto ad arrivare.
“Brian..perché vivi qui? Che significa questo posto per te?”.
Eccoci. Ci siamo.
Cazzo, rivedere quella casa, di nuovo!
“ Quando mi hai portato qui la prima volta non riuscivo nemmeno a immaginare quello che avevi in mente!”
Davanti alla porta, doveva suonare il campanello! “ questa è davvero una novità, beh, almeno non dovrò sbucciarmi il dorso della mano!”.
Din-don!
 
 
Brian’s pov.
 
Din-don! Il campanello. Dopo anni e anni vissuti nel loft senza questo piccolo pezzo di tecnologia,Brian non riusciva a sopportare quel fastidioso suono ogni volta che qualcuno era fuori il suo magnifico palazzo. Le visite inaspettate erano sicuramente diminuite da quando viveva a Pittsburgh e il campanello non suonava tanto spesso quanto era battuta la porta del suo precedente appartamento, ma era abbastanza da farlo innervosire ogni maledetta volta.
<< Chi cazzo è ades- >>
 
J/B pov
 
<< Ciao Brian …>>
< Cazzo >> “ detto fatto!” voleva vederlo ed eccolo accontentato.
“di nuovo quella parola” pensò Justin, ma non si fece intimidire di nuovo.
<< posso entrare? >> “andiamo, Brian.”
<< che ci fai qui? >> “Merda. Merda. Merda.”
“e che ci faccio secondo te?” << beh, potrei chiederti la stessa cosa…>>
Brian non capì subito poi Justin indicò la casa con lo sguardo.
<< ci abito, non si vede? >> disse, indicando l’accappatoio che aveva addosso.
<< vedo, vedo. >> “ cazzo, Justin, no. Non pensare. Sei qui per parlare e parla.”
<< Allora? Che ci fai qua? >>
“ volevo vederti, che domande?!” << volevo.. parlare. Posso entrare? >>
Brian non rispose, lo fissò per qualche secondo poi si allontanò dalla porta, lasciandola aperta.
“ sì, posso entrare.”
 
 
Justin rimase impalato di fronte al grande salone. Non avevano mai parlato di come arredarlo, prima di separarsi ma appena entrò notò appeso alla parete un suo quadro, quello che era stato venduto in meno di dieci minuti a un compratore che aveva voluto rimanere  ‘anonimo’.
<< allora eri tu? >> “ Dio, non posso credere che eri tu.”
Brian non si scompose. << mi piaceva. Meritava. Tutto qua. >>
<< meritava? 15 mila dollari? >>
Ricordava ancora quanto l’aveva Brian l’aveva pagato. Era stata una delle vendite più rapide e vantaggiose.
<< hai una buona memoria, ragg- Justin. >> Brian abbassò gli occhi per l’imbarazzo. “raggio di sole? Ma sei impazzito?”
<< anche tu. Anche Deb mi ha chiamato così quando mi ha visto. A proposito, dopo che ci siamo..ehm..visti io e te, sono entrato al diner. È stato bello rivederla sai? Un po’ come tornare a casa e poi lì è rimasto tutto uguale, non è->>
 
<< che ci fai qui? >> Brian lo interruppe. “ non dirmi che sei qui per caso, raggio di sole. Non ci crederei”.
 
“ respira.” Dio, Brian era ancora più bello di quanto ricordasse. E la sua voce, era ancora più calda e seducente di quanto potesse ricordare.
 
<< mia sorella si sposa. Sono stato da lei poco fa. Neanche lei è cambiata molto. >>
 
Silenzio. “Digli la verità”. Non poteva essere così codardo, doveva dire perché era lì, in quella casa.
 
<< e questo spiega perché sono a Pittsburgh >> disse, posando il cappotto su una sedia. << Però se vuoi sapere perché sono qui, in questa casa.. >>
 
<< te lo sto chiedendo da dieci minuti, mi pare. >> disse.  Gli occhi fissi sul tavolo.
 
Prima di rispondere o anche solo di pensare, Justin disse << e io voglio sapere perché vivi qui. >>
 
Brian alzò lo sguardo dal tavolo. Come poteva chiedere una cosa del genere?
 
<< lo so, non ho  nessun diritto di chiedertelo. Le cose sono cambiate da quando siamo venuti qui, da quella sera.  E da quando io sono partito. Non ci siamo più sentiti e non avevo motivo di pensare che per te..beh, che per te le cose non fossero cambiate. Però.. >>
 
<< però cosa?>> “dove vuoi arrivare?” e soprattutto “voglio che tu ci arrivi?”
 
<< però.. quando Michael mi ha detto che vivevi qui, io beh…. non potevo crederci. >>
 
“ hai parlato con Michael? Forse era questo che voleva dirmi prima che gli riattaccassi il telefono in faccia. Beh, ben mi sta allora.”
 
<< Tu cosa credi? È una bella casa, Justin! Dai un’occhiata! È enorme, è rifinita in modo perfetto. Il loft era troppo piccolo e poi mi ero fatto troppa gente lì. Era ora di cambiare, questa è una casa come un’altra, niente di più, niente di meno. >> Brian stesso non sapeva perché aveva appena detto quelle cose. Come al solito, con l’intento di proteggersi, aveva fatto solo danni.
 
La reazione di Justin fu immediata. Un groppo gli si creò in gola .
 
<< una casa come un’altra? ! >>  il tono di voce era più alto di quanto avrebbe voluto.  “ Non gliene frega niente!”. Il groppo in gola stavo diventando insostenibile.
 
“devo andarmene, adesso.” << Hai ragione : è solo una bella casa, forse un po’ grande per una sola persona, ma va bene così. Complimenti per l’arredo, è..nel tuo stile. >>
 
Justin non riusciva nemmeno a guardarlo in faccia. Come aveva potuto anche solo pensare che per Brian le cose non fossero cambiate?
Prese il cappotto dalla sedia all’ingresso e uscì cercando di non sbattere la porta.
 
 
Brian’s pov.
 
Justin aveva creduto a tutto quello che gli aveva detto, era stato facile.
Quando aveva deciso di parlare con Justin, aveva temuto di dover sostenere a lungo il suo sguardo, di condire le sue bugie con mille particolari per evitare che lui capisse.
Quanto può essere difficile negare alla persona che ami che lo ami? Non pensava potesse esserlo tanto.
 
Un attimo, però.
 
Brian aprì la porta.
 
 
 
J/B
 
“Avrei dovuto saperlo, cazzo!”.
Justin infilò le chiavi nel cruscotto e fece per accendere il motore.
 
<< Non mi hai più detto perché sei venuto..Sunshine! >>
 
Questo era troppo per Justin. Il cuore a mille,  la confusione in testa.
 
<< perché sono qui?! Tu vuoi davvero sapere perché sono qui?>>
 
Nessuna risposta. Brian lo fissava senza fare nessun cenno, assenso e dissenso.
Dio, come aveva fatto a stargli lontano tutto quel tempo?
  
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