Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: ellephedre    17/01/2011    22 recensioni
Super Usagi, come la terza serie di Sailor Moon (intitolata appunto Sailor Moon S, dove la S sta per Super). Raccolta di scene con lei e Mamoru come protagonisti.
1 - Studio, studio, studio! (tra l'episodio 92 e 93) - Sempre studio per la povera Usagi, secondo Mamoru.
2 - Il primo bacio? (puntata 94) - Mamoru non ricorda il primo bacio con Usagi?
3 - Ti voglio (episodio 98) - Tra sogni proibiti e piccole incomprensioni
4 - Compleanno (alla fine dell'episodio 102) - Il quindicesimo compleanno di Usagi.
5 - Usagi + Mamoru = Chibiusa? (episodio 104) - Davanti a Chibiusa Usagi si sente trattata da Mamoru come una bambina. O no?
6 - Il bacio dell'estate dei quindici anni (episodio 105) - Usagi va a trovare Mamoru di notte nell'albergo in cui lui lavora.
7 - Lovely Valzer (episodio 108) - Tra gelosie e I lov yu's
8 - Chi ha paura? (episodio 110) - Usagi ha paura per o di Haruka e Michiru? E Mamoru?
9 - Una lettera (dopo l'episodio 117) - Una lettera da Usagi per Mamoru.
10 - Grande (dopo l'episodio 120) - Usagi; volersi sentire piccola, essere grande.
11 - Vittoria? (dalla fine dell'episodio 125) - E' difficile sentirsi vincitori.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza serie
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le stelle Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Super Usagi!

 

Super Usagi!

di ellephedre

   

2 - Il primo bacio?

Appena dopo l'ultimo fotogramma dell'episodio 94 di Sailor Moon (dopo l'attacco a Unazuki/Ursula, sorella di Motoki/Moran), con Mamoru e Usagi che parlano su un balcone del loro primo bacio.

Presenti riferimenti alla puntata menzionata e alla mia fanfic 'Dentro di noi'. Comprensibile comunque anche senza aver letto quest'ultima.

    

«Non ricordi il nostro primo bacio?»

Il suo Mamo-chan si tirò indietro e arrossì.

Perché? si domandò Usagi.

«Ecco... il fatto è...»

Il fatto era cosa? Inclinò la testa e cercò di incrociare i suoi occhi, ma lui guardò nervosamente oltre il balcone, verso la strada.

Le venne un dubbio incredibile. «Mamo-chan? Per caso non te lo ricordi?» 

«Ecco, come stavo dicendo...» Lui perse il filo del discorso. «Non è niente di importante, no?»

«Certo che sì! Il primo bacio è molto importante!»

«La luna è bellissima questa sera, non trovi?»

«Mamo-chan!»

«Bella come te?» tentò lui disperatamente.

Usagi si sentì esplodere. «Non ricordi il nostro primo bacio?!» Era stato lui a renderlo speciale e a farle capire che sarebbe stato un bel ricordo! Erano passati solo pochi mesi e adesso non lo ricordava più?!

No. No no no. «Te lo ricordi, vero? Stai solo scherzando, giusto?»

Mamoru deglutì. «Me lo ricordo.» Aggrottò le sopracciglia e Usagi riconobbe immediatamente il sentimento dietro la sua espressione: senso di colpa.

Dentro il suo petto si riversò un'ondata di amarezza, come una penna ad inchiostro che perdeva e macchiava qualunque tentativo di arginare il danno. Gli diede le spalle. «Io e le ragazze dobbiamo studiare.»

Mamoru la seguì dentro casa. «Usako...»

«Ho sentito bene?!» Minako amplificò l'udito con una mano a ventola dietro l'orecchio. «Usagi ha detto 'dobbiamo studiare'?»

Neppure quella battuta le risollevò l'umore.

Anche Makoto non era in vena di risate. «Preoccupiamoci di far riprendere Unazuki prima.»

Mako-chan aveva riempito d'acqua una bacinella e stava premendo un panno bagnato contro la fronte della sorella di Motoki. Dopo il furto del suo cristallo del cuore, Unazuki riposava.

Usagi si diresse al suo fianco, mesta. Si era dimenticata che c'erano cose più importanti a cui pensare. Andava così quando si trovava di fianco Mamo-chan: la sua vista le combinava strani scherzi.

Minako sparò a Mamo-chan con due dita. «Ehi, che hai detto alla tua ragazza?»

Ragazza. Un titolo che Usagi aveva dato per scontato mesi fa e che ora sembrava più che mai prezioso. «Niente» sorrise a Minako. «Mamo-chan è stato cattivo con me e per questo oggi io non gli parlerò più!»

Ma loro due erano fidanzati e lei doveva imparare a non prendersela troppo per le mancanze di lui. Mamoru in fondo era stato paziente con le sue: Usagi era una studentessa pessima e lui era intelligentissimo per cominciare, ma Mamoru non glielo avevo mai fatto pesare come paragone. Al massimo si preoccupava dei suoi pessimi voti, spronandola a migliorarsi.

Comunque si meritava ugualmente una giornata di silenzio. Anzi, nemmeno una giornata, solo una mezza serata.

Ami non sapeva chi guardare tra lei e Mamoru, confusa. «Hm, allora studiamo?»

Il sospiro di Rei fu lungo e profondo. «Non credete che prima dovremmo inventarci una spiegazione per la finestra rotta di Unazuki?»

«Diremo che l'ho spaccata io!» si offrì Minako. «E mi raccomando, se ha visto un mostro, è stato un bruttissimo sogno.»

Mamoru attraversò a passi larghi l'appartamento. «È meglio che vada. Non esiste una spiegazione valida per la mia presenza qui.»

Suo malgrado, Usagi lo guardò di sottecchi. Mamo-chan sembrava al contempo ferito e dispiaciuto e questo quasi bastò a farle gettare alle ortiche quello che oramai era diventato un briciolo di risentimento microscopico. «Ciao.» gli disse invece.

Corse a coprirsi la bocca: aveva appena promesso di non parlargli più!

«Ciao» rispose lui, intenerito.

Quando uscì dalla porta, Usagi ebbe voglia di corrergli dietro per chiedergli scusa.

Gli occhi di Rei erano due fessure sottili. «Perché avete discusso? E come avete fatto? Siete stati fuori per meno di un minuto!»

«Mamo-chan non ricorda il nostro primo bacio.»

«Eh?» Minako corse a inginocchiarsi al suo fianco.

Rei era dubbiosa. «Come fai ad esserne sicura?»

«Gliel'ho chiesto direttamente e lui non ha saputo rispondermi. Ha ter-tergiver-...» Com'era quella parola?

«Tergiversato?» la aiutò Ami.

Usagi annuì ed Ami rifletté. «Sono convinta che in una relazione, durante la quale un certo atto intimo e tutto sommato comune è stato ormai ripetuto un numero non indifferente di volte-»

Minako alzò gli occhi al cielo. «Quindi, dopo che si sono baciati a volontà?»

Ami arrossì. «Sì. Comunque, se Mamoru ha dimenticato il primo bacio, non significa che quel momento per lui non sia stato speciale. Forse lo sono tutti e perciò è difficile distinguerli l'uno dall'altro.»

Ami sentì arrivare su di sé un trio di sguardi carichi di rimprovero e capì che era meglio stare zitta.

«Sciocchezze!» sentenziò Rei. «Costringilo a scavare nella memoria e a ricordare!»

«Sono d'accordo!» Minako non fu meno dura. «Hai la fortuna di essere l'unica ad avere un fidanzato, perciò devi far soffrire per noi l'intero genere maschile!»

Makoto ridacchiò sottovoce. «Perché questa rabbia?»

Minako si sgonfiò come un palloncino. «L'ultimo ragazzo che mi è piaciuto si è rivelato una ragazza. I maschi di questa città non sembrano reggere il paragone, perciò voglio vendicarmi di loro!»

Usagi scoppiò a ridere. «Sei stata solo sfortunata!»

«Lo so, ma tu hai il cuore troppo tenero. Quando Mamoru è andato via, sembravi già pronta a saltargli di nuovo in braccio ed erano passati trenta secondi dalla fine del vostro mini-litigio.»

Rei si accodò al giudizio, annuendo ripetutamente.

Usagi aprì la bocca per difendersi: nessuna di loro aveva un ragazzo. Non sapevano quanto fosse bello abbracciarlo e baciarlo e farsi stringere.

Stava per raccontarlo a dovere, ma un mugugno di protesta si levò alle spalle. Unazuki si stava riprendendo.

Makoto posò un dito sulle labbra, invitandole tutte a fare silenzio. «Ora pensiamo solo a lei.»

Usagi si unì alle altre nell'annuire.

   


   

Quanto era bello abbracciarlo, baciarlo e farsi stringere? si ripeté Usagi quella stessa sera, sdraiata sul proprio letto.

Se era tanto bello per lei, doveva esserlo anche per Mamoru, no? E allora come mai lui non ricordava il loro primo bacio?

Più ripensava al modo in cui Mamo-chan aveva cercato di sviarla dalla domanda, più ritrovava l'indignazione che aveva provato.

Magari, concluse girandosi su un fianco, seguire il suggerimento di Rei e Minako non sarebbe stata una cattiva idea.

Sbadigliò.

Già, Mamo-chan doveva tenere di più a lei e ai loro momenti speciali. Anche se ogni volta che l'abbracciava lui ne creava sempre uno nuovo, quella non era una buona scusa per...

No, era una buona scusa, rispose il suo cervello intorpidito. Perché Mamo-chan aveva delle braccia magnifiche, un odore meraviglioso e lei era la sua Usako. La sua unica e amatissima Usako.

Si addormentò serena.

      

Due giorni dopo, riuscì a nascondere con successo a Mamoru l'insufficienza in matematica - un quarantacinque recuperabilissimo, quindi niente di grave o meritevole di menzione - e riuscì a convincerlo ad uscire insieme.

Per la durata dell'intero appuntamento lui le le sembrò rilassato e contento.

Quando arrivò il momento di salutarsi, Usagi decise di testare un dubbio che le era venuto.

Aspettò che lui chinasse la testa verso di lei e lo interruppe solo a qualche centimetro dalla propria bocca. «Ti sei ricordato il nostro primo bacio?»

Mamoru si irrigidì fino alla punta dei capelli.

Usagi rise silenziosamente. Come aveva sospettato, lui aveva creduto che lei si fosse dimenticata della domanda.

Gli soffiò un bacio sulla guancia. «Ci sentiamo domani per telefono, Mamo-chan.»

Se ne andò.

    

Dopo l'ennesimo incidente - un Daimon aveva cercato di rubare il cuore di Umino e lei si era messa a ballare con uno di quei finti-ragazzi che si erano rivelati mostri, solo per... per divertimento? Sì, per divertimento, l'avevano invitata a danzare, che male c'era? - Mamoru si presentò al parco dopo la battaglia.

Non era riuscito a prendere parte al combattimento, ma l'aveva percepito e si era diretto verso di loro.

L'unico rimpianto di Usagi era quello di non aver partecipato assieme a lui al concorso per coppie. Anzi, no. Naru e Umino si erano rivelati degli splendidi vincitori, una coppietta adorabile. E avevano fatto pace, il piano di Rei aveva funzionato.

Le ragazze lasciarono lei e Mamoru da soli.

«Mi dispiace di non essere arrivato in tempo» si scusò lui.

Usagi fu contenta che non l'avesse vista danzare volentieri con un altro - mezzo mostro o no che fosse - e per un momento, quando Mamoru si chinò a baciarla, quasi si dimenticò di quello che aveva deciso. Solo all'ultimo istante lo fermò con due dita sulle labbra.

Sollevò entrambe le sopracciglia e attese una risposta.

Leggendo il suo sguardo lui entrò nel panico.

Usagi volle scoppiare a ridere. «Ti voglio bene, Mamo-chan!» Gli prese la faccia tra le mani e gli stampò un bacio rumoroso sulla guancia. Lo abbracciò forte.

Mamoru tentennò. «Allora...»

Allora niente. Si staccò da lui e gli prese la mano. «Andiamo a casa, su.»

Sulla via del ritorno Mamoru le ricordò uno di quei cagnolini puniti che tenevano le orecchie basse e seguivano il padrone dappertutto pur di farlo contento e rientrare nei suoi favori.

Si sentì potente.

       

Si incontrarono di nuovo dopo appena un giorno, su suggerimento di lui.

Mamoru venne a prenderla al tempio di Rei, dopo l'ennesima giornata di estenuante e noiosissimo studio.

«Mamo-chan!» gridò Usagi. Attraversò il piazzale del tempio, fiondandosi a stringerlo. Si staccò solo dopo aver strusciato per bene la guancia contro il suo petto. «Come ti è andata la giornata?»

Mamoru fece una pausa nel rispondere. Poi non disse nulla e, avvolgendola con le braccia, la baciò.

Usagi si sentì vibrare, tremare, esplodere di gioia. Si sentì potente, ma era quella la vera potenza.

Circondandogli il collo si abbandonò al bacio più romantico che avesse mai ricevuto.

Il primo bacio? si domandò effimeramente poco dopo. Non conta nulla, importa sempre e solo l'ultimo.

 


 

Quando, riportandola a casa, Usagi gli permise di nuovo di salutarla con un bacio sulla bocca, Mamoru tirò ancora una volta un sospiro di sollievo. Forse avrebbe risolto prima nel dirle che ricordava benissimo il loro primo bacio - quello che lui si era preso di nascosto alla festa in maschera, ormai molto tempo addietro - ma lei aveva un tale bel ricordo del primo che rammentava - quello del parco, quando era arrivata Chibiusa - che non sapeva se le avrebbe fatto piacere conoscere la verità.

Aveva anche temuto di farla arrabbiare, ammise con se stesso.

Una Usagi arrabbiata o permalosa era una Usagi che dava solo baci sulla guancia, e quello era un rischio da non correre mai.

Già, mai più.

  

 

2 - Il primo bacio - FINE


NdA - Altra flashfic che è uscita dalla mia testa in un momento in cui cercavo relax. Com'è divertente scrivere queste cose brevi - e riuscirci, visto quanto devo buttare giù normalmente per ritenermi soddisfatta :)

Spero che vi sia piaciuta anche questa seconda storiella (ho cambiato il titolo a quella che ora è una raccolta). Ce ne saranno altre se mi colpirà di nuovo l'ispirazione.

Le prime frasi sono state riprese dai dialoghi originali dell'anime. Nella versione giapponese Usagi domandava a Mamoru proprio 'Ti ricordi il nostro primo bacio?' e quindi non si riferiva ad un generico bacio di lui.

Alla prossima!

ellephedre

   
 
Leggi le 22 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: ellephedre