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Autore: May Katje    17/01/2011    4 recensioni
"Dal battente aperto sul buio emerse un'ombra alta e silenziosa, avvolta in un lungo cappotto sdrucito, che si richiuse la porta alle spalle e salì gli scalini come se si trattasse di quelli di casa propria." [cit]
Il seguito che io immagino per questo bellissimo film di Miyazaki. La fic mi è venuta in mente quasi sul momento e non ha riferimenti al libro della Wynne Jones, né per quanto riguarda quello che è avvenuto prima né per quello che lei fa avvenire nei libri seguenti.
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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L'alba del mattino seguente penetrò gentile attraverso le imposte ancora chiuse, cominciando a risvegliare gli abitanti del castello con i suoi raggi tiepidi. Qualche ora prima, anche Calcifer si era assopito, affondando nelle proprie braci con un sommesso russare, e quando la quiete di quelle prime ore del mattino venne rotta da una voce squillante, che irruppe nel silenzio raggiungendo tutte le stanze, fu proprio lui quello a sobbalzare maggiormente, con uno scoppiettio sorpreso.
-La mia cucina!-
La voce di Sophie riuscì a risvegliare anche il padrone di casa dal suo sonno profondo, facendolo al contempo balzare fuori dal letto per raggiungere la cima delle scale in un ciabattare di piedi nudi che inciampavano.
Stava in piedi, nel bel mezzo della stanza che sembrava tornata pericolosamente simile alla situazione in cui era stata prima del suo arrivo e si guardava intorno senza riuscire a capacitarsi di quel disordine comparso nel giro di una sola notte. Sembrava che qualcuno avesse rivoltato ogni singolo mobile: le sedie giacevano rovesciate sul pavimento, punteggiate qua e là dal luccicare dei coltelli che sembravano essere esplosi fuori dal loro cassetto insieme con tutto il resto della posateria, per poi dirigersi in ogni direzione, cadendo sul pavimento o finendo per infiggersi nelle pareti di legno e nei mobili che avevano incontrato. Nel focolare, un Calcifer appena sveglio aveva preso a borbottare rimproveri a quello che sembrava un ammasso di stracci scomposto sulla poltrona davanti a lui.
In tutto quel trambusto, Markl raggiunse la cima delle scale stropicciandosi gli occhi e sgranandoli sorpreso quando il mucchio di stoffa si mosse, facendo sentire una voce impastata e confusa dal dormiveglia e rendendo visibile una mano -Oh, lasciami dormire Cal.- erano le parole, a mala pena distinguibili mentre un'altro pezzo di legno volava a bloccare le proteste del demone -... dieci minuti.-
-Seren!?- l'esclamazione detta in stereo da tre voci, in toni di rimprovero, sorpresa e domanda,  fu sufficiente a sbalzare fuori dal sonno una volta per tutte la giovane, che si drizzò a sedere con un mugolio di disappunto.
I capelli neri erano in uno stato caotico che lasciava a immaginare una nottata non molto tranquilla e anche il volto che si sporse da dietro la poltrona non sembrava aver avuto un sonno ristoratore. Un paio di occhi grandi e grigi, segnati da pesanti occhiaie, vagarono su tutti quegli sguardi posati su di lei e poi si posarono su una forchetta, infilzata nell'imbottitura della poltrona. -Suppongo "buongiorno" non sia un saluto molto appropriato... beh, spero per voi che migliori.- considerò, tirandosi in piedi e afferrando solo all'ultimo il cappotto rattoppato che stava per cadere a terra e andandolo ad appendere insieme a tutti gli altri soprabiti che erano caduti ai piedi dell'attaccapanni. -Caffé, caffé, caffé...- ripeteva a mezza voce nel silenzio che era sceso mentre i tre la fissavano, afferrando un pentolino e riempiendolo d'acqua.
La prima a riprendersi dallo shock fu Sophie, che si voltò verso Howl con uno sguardo che non ammetteva di non ricevere una risposta -Seren? La conosci? E' lei che ha ridotto così la mia cucina?-
-Calmati Sophie.- rispose l'uomo, tentando di passarle una mano attorno alle spalle ma affrettandosi a rispondere quando lo sguardo si punteggiò di irritazione -E' una strega, l'ho conosciuta per caso e l'ho aiutata per un po' con un problema che aveva.- il tono quasi spaventato del mago fece sfuggire una risata a Seren, che nel frattempo si era avvicinata al focolare.
Quando la padrona di casa si voltò per fulminarla con uno sguardo, però, lei era già tornata a rivolgersi al demone nel focolare -Cal, solo per il caffé, posso? Ho sentito la mancanza del tuo caffé così buono.- disse con voce genuina che convinse subito l'essere così sensibile ai complimenti a prestarsi per cucinare -Markl, per favore, riesci a trovarmi il caffé in questo caos?-
-Vorrei farti notare che "questo caos" è solo merito...- scoppiettò scortese Calcifer, zittendosi subito quando la ragazza estrasse un coltello da carne da quello che era stato il piano del tavolo e lo osservò con occhio critico, borbottando qualche parola tra sè.
Sophie si fece avanti con le mani sui fianchi -Beh, piacere di conoscerti, Seren.- disse in tono palesemente non sincero, anche se le si leggeva in faccia che la sua ostilità era dovuta solo all'irritazione momentanea -Ora dimmi, come hai intenzione di rimettere a posto tutto questo?-
Un sorriso si disegnò sulle labbra pallide della mora -Tranquilla, Sophie.- rispose serenamente, guardandola con ancora quell'inquietante lama in mano -Posso chiamarti Sophie, vero?- aggiunse subito, cortesemente
A quella domanda, la giovane dai capelli argentati batté le palpebre sbigottita -Beh... sì.- disse e subito l'altra sorrise, appoggiando la lama su un ripiano ancora miracolosamente parallelo al suolo.
-Ottimo. Mi daresti una mano a raddrizzare i mobili?- chiese Seren, tirando in piedi una sedia che occupava spazio e afferrando un'estremità del piano del tavolo, pronta a raddrizzarlo.
Prima che potesse accorgersene, Sophie stava indicando alla nuova arrivata dove stavano i pochi piatti ancora integri e la stava aiutando a organizzare una colazione per cinque.
-Ho trovato il sacchetto del caffé!- irruppe Markl in tono festoso, mostrandolo come se fosse un trofeo dal forte aroma e subito un sorriso fiorì sul viso della ragazza cancellando la stanchezza dai suoi tratti -Oh, fantastico!- esclamò, prendendo distrattamente il pentolino di acqua bollente da sopra Calcifer e affrettandosi verso il tavolo -Howl, hai intenzione di andare almeno a chiamare la nonnina o credi di aver messo radici nel pavimento?-
Il mago la guardò per alcuni secondi prima di sospirare e voltarsi verso la camera della nonnina, ridacchiando tra sé.
Quella ragazza certo era sempre stata strana.

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Ok, questo capitolo di certo ha tardato un po' e mi scuso per questo con tutti coloro che hanno inserito la fiction tra le seguite.
Come se non bastasse, devo confessare che ancora questo capitolo mi pare mancare di qualcosa e continuo a non capire cosa sia... boh, forse è semplicemente a causa del disordine imperante nella mia scatola cranica, ma se voi riuscite a trovare cosa sia, ve ne sarò grata.

 

MayK.

  
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