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Autore: N i s h e    18/01/2011    4 recensioni
"Quello che aveva vissuto fino ad allora, gli sembrò lontano, perso e stupido. La sola idea di quel bambino che ancora doveva formarsi, gli sembrò una cosa talmente insormontabile per lui, che sollevare una montagna, probabilmente, sarebbe stato più facile.
L'avrebbe preferito, piuttosto che condannare un innocente ad amarlo; sarebbe finito come tutte le altre cose: con le mani e il cuore scottato.
E lui quanto meschino ed egoista si sarebbe ancora rivelato? "
Beh, avete capito.
Ps: se dovete recensire e scrivere cose del tipo "Kate Hudson deve morire" Beh, evitate. Non cambierà nulla, direi. Ormai è fatta, amen n.n
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-...oh. -
Forse fu la parola più dolce che disse nella sua vita o forse fu la delusione più grande che gli si stava parando davanti.
Non sapeva dirlo con certezza: al momento era tutt'altro che lucido.

Lui padre. Cosa? Un attimo.
Lui
?

- Non è possibile, io non sarò mai un padre. C'è... c'è chi nasce per fare il padre e c'è chi nasce per cazzeggiare fino alla morte. Io so benissimo in che parte mi colloco. E' un gigantesco errore e l'unico che ne soffrirà sarà quel... feto. Devo uscire da qui. -

Con la mente che non funzionava più e il cuore che gli si era gonfiato di sensi di colpa, uscì. Lontano dalla sua nuova compagna, lontano dal suo gigantesco errore.

Quei giorni passati lentamente, simili al verme che si cibava della sua logora coscienza con meticolosità, furono i momenti che avrebbe impresso per sempre sulla sua pelle. O sotto la sua pelle. Più di qualsiasi altra cosa gli fosse mai accaduta.
Tutte le sue glorie passate gli corsero davanti agli occhi con il viso dipinto di scherno, per prendersi gioco di lui;
Le paranoie che l'avevano ospitato per tanto tempo, tornarono a riprendersi il loro merito e lui si sentiva come dentro una bolla di ferro.
Non respirava. Non respirava più da giorni e aveva dimenticato come si faceva.

Quello che aveva vissuto fino ad allora, gli sembrò lontano, perso e stupido. La sola idea di quel bambino che ancora doveva formarsi, gli sembrò una cosa talmente insormontabile per lui, che sollevare una montagna, probabilmente, sarebbe stato più facile.
L'avrebbe preferito, piuttosto che condannare un innocente ad amarlo; sarebbe finito come tutte le altre cose: con le mani e il cuore scottato.

E lui quanto meschino ed egoista si sarebbe ancora rivelato?


Sta guardando il soffitto, senza davvero vederlo, la testa appoggiata allo schienale del divano. L'unica posizione che vorrebbe prendere, adesso.
Come la cosa più naturale del mondo o forse la più banale, Chris e Dom sono con lui: 'I Muse, coloro che ispirano vite su vite.'
In quella stanza che profumava di progetti, che profuma ancora di loro.
A volte le migliori parole si sintetizzano in un unica sola magia: silenzio. Cosa c'è di meglio del silenzio?
- La musica
.
Ma non è questo il tempo.
Dom non l'ha ancora veramente guardato negli occhi: teme di perdere quello che conosce di lui, quello che ha imparato a sopportare per lunghi anni e che poi ha scoperto calzargli alla perfezione.
Chris non fa altro che cercare di nascondere un sorriso, dietro gli occhi. Emana  soddisfazione dai suoi pollici, che si muovono su e giù sulle mani intrecciate; dalle rughe che iniziano a nascere, persino.

- Chris, mi stai facendo venir voglia di rottamarmi completamente.-  Mormora Matt, stanco.
Ignora la risata soffocata di Dom, che non ha smesso di giocherellare con due bacchette trovate in giro. La testa bassa, in attesa.
- Non io, cazzo...-  L'avrà ripetuto almeno cinque volte, da quando loro sono lì. Ogni volta prima di sospirare.

- Perchè no? Senti mi fai finire, maledizione? -  Sbotta irritato, il bassista, prima di riprendere. - A me sembra anche assurdo che debba stare qui a convincere un ultra trentenne come te, che è ora di crescere. Potrei pure stare da tutt'altra parte, adesso, ma non ce la faccio a vedere che ti mangi il cervello per una cosa talmente bella. -
- Ma... riesci a capacitartene? -
Si è mosso, Matt. Ha alzato la testa dallo schienale e si tormenta le dita, faccia a faccia con Chris. Non ce la fa, altrimenti.
- Io padre?! Io non so fare il padre, cazzo! Non so badare a un bambino che ha bisogno di cure, non so raccontargli le fiabe, non so consolarlo se piange. Non ho mai preso un neonato in braccio, in vita mia. Potrei farlo cadere, spappolargli il cervello o quello che è! Si farebbe solo male con me. Non ci sarei mai, saremmo sempre lontani. Voi... voi non mi capite. -
Si vede la disperazione di condannare suo figlio a un futuro deludente, in fondo ai suoi occhi.
- Sai, Matt, con tutte le stronzate che hai detto non ci fai nulla. Cosa vorresti fare? Abbandonarlo al suo destino, forse? Io ho cinque bambini, lontani da me per la maggior parte dell'anno. Sono praticamente la mia vita, credi che davvero non ti capisca? Lo dici davvero, dopo tutti questi anni? Le volte che leggo loro qualche favola mi detesto perchè non ci sono quasi mai. E loro non fanno altro che abbracciarmi da quando mi sveglio fino a notte fonda. E' così semplice. E' amore, tutto qui. -
Lo dice con enfasi.
Lo sguardo di Chris non rivela inganni. E' limpido e sicuro della sua teoria. 'Può essere davvero tutto qui?' Si domanda Matt, gli occhi sgranati per l'incredulità (o la disperazione?)  mentre si morde il labbro, perplesso.

- Io... non cambia poi molto. E... se gli faccio male? Se mi odiasse perchè proprio io sono suo padre? -
- Ma perchè dovrebbe odiarti? E' scritto da qualche parte? E' scritto che andrà tutto bene, forse? Gli farai male, Matt, certo. Ma c'è una sola differenza: non lo faresti mai apposta. E poi papà non si nasce, si impara con l'esperienza, gli errori e le soddisfazioni. Devo davvero dirtele, queste cose? -
Gli chiede, Chris, alzando gli occhi al cielo.
- Senti, ti renderai conto che non potrai più fare a meno di lui quando inizierai ad accettare l'idea della sua esistenza. Quando inizierai ad amarlo davvero, credimi.  Non hai voglia di imparare ad amare sul serio? -

Non risponde. Eppure ha senso. E' lui che non è pronto.
- Devi prenderti le tue responsabilità: avrai un figlio, Matt. E' ora che pensi a qualcun altro, oltre a te stesso. Dai, su. -
Quelle parole: avrai un figlio.
- Congratulazioni, vecchio.- Gli dice Chris, allungando una mano sulla sua spalla: è felice per lui, si vede, e non sa trattenersi.
Riesce persino a far comparire il principio di un sorriso sul volto dell'amico che, incredulo di quel piccolo progresso, ne è quasi imbarazzato. Riacquista colore, quasi.
Ma c'è qualcun altro che assiste alla scena, le bacchette che danzano dolcemente tra le dita di una mano.

- Sai, io ho sempre pensato che, nell'eventualità,  saresti stata una schiappa come padre.- Mormora Dom, guardandolo.  
- Però ho sempre saputo che se a  qualcuno di noi due sarebbe dovuto succedere... quello eri tu. Saresti un padre più responsabile di me, se non altro. Io... non ci riuscirei, credo. Amo troppo la mia libertà... -
Con un'alzata di spalle e una leggera malinconia negli occhi, gli ha sorriso. La sua sola libertà, forse, non sarebbe mai riuscita a renderlo  del tutto felice.
E Matt l'ha capito. Guardandolo ha capito che non potrebbe mai cambiare quello che è: quell'embrione così immensamente insignificante, ancora, presto in balia di cose più grandi e misteriose di lui, che dovrà imparare a proteggere con tutte le sue forze, sarà il simbolo di quello che è.
Non potrebbe mai pensare di cambiare tutto e lasciare da solo Dom.  Non potrebbe permetterlo.
Ha capito che si è compromesso, ormai, nel senso più positivo e spaventoso del termine, come può esserlo un bambino che, quasi misteriosamente, cresce e si forma.
Già lo ama, come si amerebbe un pensiero impregnato di grandi interrogativi e speranze.

- Sarà la tua canzone più bella... - Gli sussura Dom, con un sorriso.

- Sarà la mia canzone più bella. - Ripete Matt, il naso che gli pizzica leggermente; la convinzione che si fa strada nei suoi occhi.

- Il tuo riff più spettacolare! - Urla Chris, le braccia al cielo.

- Il mio riff più spettacolare, sì... -
Lo ripeterebbe all'infinito, forse, ma gli piace l'idea.

Quel verme che gli logorava la coscienza sembra abbastanza sazio, per mangiare ancora.
Ormai sorride apertamente, Matt, mentre gli amici della sua vita gli volano addosso, urlando la loro vittoria.



' Già lo ama. '



   
 
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