Nota autrice:I primi capitoli sono già stati scritti, ma siccome ho intenzione (almeno spero) di aggiornare una volta alla settimana, almeno in questo periodo, dividerò i capitoli...grazie in anticipo a chiunque leggrà questa storia...Kyssy
CAPITOLO 1
VOGLIA DI NORMALITA'
Freddo e ghiaccio. Pioggia e neve. La mia vita oramai era diventata un susseguirsi di questi elementi che avevo iniziato ad odiare ormai da tempo. Gli unici periodi in cui non li vedevo erano quelle poche settimane all'anno che passavo con la mia famiglia nella piccola isola nel sud America che mio nonno aveva regalato a mia nonna. Niente di più romantico.
Di solito si regalano fiori, cioccolatini o al massimo gioielli, questo si che era normale, non regalare un'isola, ma la mia di famiglia non era di certo normale. Probabilmente non avevo mai c conosciuto il vero significato della parola normale, visto che nemmeno io lo ero. Potevo immaginare come ci si potesse sentire, ma di certo non sperare di diventarlo, non valeva nemmeno sperarci. Io ero tutto tranne che normale, come d'altronde tutto ciò che mi circondava.
Insomma chi avrebbe dei nonni che dimostrano al massimo trent'anni e genitori e zii che al massimo ne dimostrano venti, sempre andando per eccesso. Io li avevo. Avevo tutto ciò che potevo desiderare, o almeno così credeva la mia famiglia e io glielo lasciavo credere. Ma avevo voglia di normalità. Quale bambina di appena otto anni ne può dimostrare diciotto? Io. E non c'erano possibilità che tutto questo cambiasse. Perché anche se ora dimostravo più dell'età che avevo, ben presto il mio problema sarebbe stato opposto, perché anche se fossero passati altri cinquant'anni il mio corpo, il mio fisico non sarebbe più mutato, sarei rimasta una diciottenne per tutta la mia esistenza. Non si può dire sino alla mia morte, oh non di certo,visto che probabilmente la mia vita sarebbe durata in eterno. Come d'altronde come le vite dei miei familiari. Eternamente giovani ed irresistibili agli occhi umani. Impassibili allo scorrere continuo del tempo.
Ma almeno i componenti della mia famiglia avevano avuto una vera propria infanzia, sapevano cosa erano adesso. Io invece non avevo avuto niente di tutto questo.
Nella mia famiglia: i miei nonni, i miei genitori, i miei zii, erano tutti vampiri. E io? Io lo ero solo a metà, l'altra parte di me era umana, ma di umano io non ho mai avuto niente, forse nemmeno l'aspetto. La mia mente era continuamente confusa ed era molto strano visto che riuscivo a trasmettere i miei pensieri a chiunque, mi bastava sfiorarlo.
La mia mente era come un labirinto senza via d'uscita, e se ti perdevi li dentro eri finito.
Probabilmente niente mi avrebbe potuto salvare da quel baratro senza infinito che era la mia mente.