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Autore: Anastasia_Malfoy    20/01/2011    2 recensioni
Anastasia ha sempre voluto una cosa dalla vita: essere speciale. Ha sempre voluto distinguersi dalla massa di semplici umani babbani che le stanno attorno. Così quando un uomo, alto, biondo, con gli occhi argentati arriva a scuola per farle da conversatore d'inglese, lei riesce solo a pensare un nome: Draco Malfoy.
Draco, in compenso, non ha mai creduto nell'amore. O meglio, non ha mai creduto di poterlo provare per qualcuno. Nemmeno una profezia riesce a fargli cambiare idea. Nulla può.
Ma quando incontrerà lei, la Nata-Babbana della profezia, l'unica donna che sarà in grado di fare battere il cuore dell'ex-Mangiamorte,Draco sarà costretto a cambiare idea.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'And you thought it wasn't real...'
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4. Long Talks, Shopping and…

 

 

Cammino per la scuola, in cerca di qualcosa da fare. Tre ore buche, maledizione! Un suicidio completo. Sento un fulmine fuori. Ok, mi devo calmare, altrimenti arriverà l’apocalisse con tanto di Cavalieri. Uffa! Imparare a controllarsi per una persona come me è praticamente impossibile. Draco può anche mettersi il cuore in pace.

 

Draco.

Sembra strano pensare a lui come una persona vera, come una persona che esiste veramente, respira, mangia, va in bagno e fa tutto quello che fanno le persone normali. Be’, forse non tutte le persone normali fanno magie, ma almeno è umano.

Il che è abbastanza confortante, per i miei standard.

Passo davanti la Sala dei Professori, sperando che non mi becchi nessuno, mentre mi aggiro per la scuola. Come non detto.

-Asia! Che ci fai in giro?-

 

Be’, parli del diavolo e ne spuntano le corna. O meglio, parli della serpe e ne spuntano i capelli biondo platino.

-Draco, ma che vuoi? Ho tre ore buche, ne ho già passata una ascoltando musica, volevo passare le altre due in modo un po’ più fruttuoso, magari imparando a controllarmi, o a fare qualche incantesimo, ma un certo furetto non mi ha ancora detto se in questa maledetta città c’è un negozio di bacchette!- gli dico, mettendo le mani nei fianchi in maniera minacciosa.

-Ehm… si, lo so.- dice, passando una mano sulla nuca, imbarazzato. -Scusami. Il fatto è che dovevo chiedere il permesso allo Sfregiato di lasciarmi stare qui per un paio di mesi. Ok, forse un po’ di più, Sanguesporco, ed è per questo che non te l’ho detto. Avevo bisogno di chiedere se potevo restare.-


-Adesso fai quello che ti dice Harry Potter?- dico, alzando un sopracciglio, ridendo sotto i baffi.

-Per fortuna avevi i poteri bloccati! Non voglio immaginare come saresti diventata se fossi finita a Serpeverde!- celia, facendo una smorfia. -Comunque ti comunico che, si, devo per forza stare a sentire Harry Io-sono-leroe-quindi-faccio-tutto-io Potter, da quando Shacklebolt ha avuto la brillante idea di nominarlo Capo del Dipartimento Auror, quindi mio capo. Perciò non rompere, Sanguesporco, fammi questo favore!-

Rido del suo tono sarcastico e disgustato. In fondo speravo non cambiassero mai. Harry e Draco sono spettacolari per questo motivo. Si caverebbero gli occhi a vicenda, ma non sopporterebbero mai di vedere l’altro morire. E cos’è l’amicizia senza una buona e sana competizione? Poi mi blocco. Aspetta, che ha detto?

-Sei diventato Auror???- gli urlo, sbalordita.

Lui corre subito da me, tappandomi la bocca con la mano.

-Shhh!! Che fai?- dice, ridacchiando, però, portando la mano dalla mia bocca alla mia guancia per accarezzarmi.

 

Perché cavolo mi deve fare questo effetto?

-Scusa! Mi sono lasciata prendere.- dico, a voce più bassa. -Sei un Auror?-


-Si, ho deciso di prendere questa strada durante il mio secondo settimo anno. Quando sono tornato a scuola con Hermione.- dice, sorridendo.

-Hermione?- chiedo, di nuovo con un ghigno sulla mia faccia e un sopracciglio alzato.

-Oh, vuoi smetterla di credermi il diavolo in persona? Insomma ho dei sentimenti, io!- dice, mettendo il broncio, anche se sotto sotto se la sta ridendo alle mie spalle.

-Ma dai, sto scherzando! Mi stupisco solo del fatto che tu non l’abbia chiamata ‘sanguesporco’ come chiami me!- dico, alzando le spalle.

-Oh, be’- dice, rilassandosi un po’ -Siamo amici adesso. Lei ha capito che io non volevo che accadessero certe cose, io ho capito che è davvero in gamba… e be’, se hai chiara la situazione siamo a cavallo.-

-Fico- dico, cominciando a farmi film in testa di loro due insieme.

Questa si che è una notizia fantastica. Non solo è un Auror, non solo è riuscito a superare tutto il suo passato, è diventato anche amico di Hermione. A quanto pare, però, nel frattempo, devo aver assunto una posa alla John JD Dorian di Scrubs, perché Draco comincia a guardarmi in modo truce.

-Smettila di immaginare cose che in realtà non sono accadute, Sanguesporco. Dico sul serio.-

Ok, esco dal mio mondo. In fondo, la realtà sta diventando meglio di ogni mia fantasia.

-Furetto, sei una noia. Ti preferivo quando eri solo un personaggio immaginario!- dico, cominciando ad andare via, per provare ad attirare la sua attenzione ancora di più.

Comincio a correre a bassa velocità e lui inizia a seguirmi. Prova ad afferrarmi ma io gli sfuggo sempre all’ultimo secondo. Continuiamo così ancora per un paio di minuti, durante la quale abbiamo iniziato a ridere entrambi come due beoti, ma felici. Non so da dove derivi la mia felicità nello stare con lui, ma mi piace.

-Presa!- sussurra al mio orecchio, mentre mi avvicina a lui, abbracciandomi da dietro.

Non ho paura di lui, davvero. Mi fido di lui, e so che non farebbe mai niente di male. Ma non mi fido di me stessa. E non mi fido di questa maledetta felicità che provo adesso stretta a lui. Siamo davanti alla finestra e vedo il sole brillare felice, attraverso le nuvole che si stanno diradando.

-Hai da fare questo pomeriggio?- gli sento chiedere a bassa voce, a un millimetro dal mio orecchio, ancora ridacchiando.

Ok, mi sono persa.

-C-cosa?- gli chiedo dubbiosa.

Continua a ridacchiare per il mio fraintendimento, anche se è arrossito.

-Be’, è vero, si possono fare degli incantesimi senza bacchetta, ma preferirei iniziare in una maniera un po’ più tradizionale. Quindi se vuoi imparare… be’, ti va di accompagnarmi a Diagon Alley? Devo comprare alcuni ingredienti per pozioni, e ho pensato di portarci anche te, per prendere quello che ti serve.- dice.

-Ok, perché no!- gli dico, sorridendogli.

 

Ok, dovrei scavarmi una fossa. Ho frainteso, ok. È imbarazzante, lo so. Ma la situazione era un po’ ambigua, ecco.

-I tuoi genitori faranno domande?- mi chiede, corrucciato.

-Ma no! Sono sempre fuori per lavoro, non arrivano mai prima di cena. L’importante è che per le 7 sia a casa.- rispondo, scrollando le spalle.

-Fico! Ci divertiremo, Sanguesporco!- replica, sbattendo le mani. -Comunque devo andare, adesso. Fatti trovare davanti alla Sala dei Professori all’uscita, ok?-

Arrossisco nuovamente, e annuisco. Lui sorride, io sorrido e insieme ci allontaniamo l’uno dall’altro contemporaneamente per qualche ora.

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Corro verso la Sala dei Professori, come avevo promesso a Draco tre ore fa. Lui è già là davanti, bello e pettinato, con tanto di cartelletta che lo fa davvero somigliare ad un professore. Be’, un prof molto sexy, ma è sempre di Draco Malfoy che stiamo parlando. Sorride quando si accorge della mia presenza.

-Che hai fatto nell’ultima ora?- mi chiede, un sopracciglio alzato in una smorfia curiosa.

Sbuffo, seccata dalla sua domanda. È dannatamente imbarazzante stare con lui.

-Educazione Fisica, perché?- gli chiedo, abbassando gli occhi.

In risposta lui scoppia a ridere. Maledettissimo furetto!

-Credevo che ai ragazzi piacesse questa materia! Stanno arrivando i monsoni! E di solito sono solo in zone tropicali! Cavolo, mi sento in India, Sanguesporco. È come stare alla vecchia casa coloniale del mio trisnonno!- dice, continuando a ridere.

-Be’, io invece ho sempre odiato questa materia. La ritengo inutile e noiosa, in più i prof mi odiano. Preferirei fare alcune lezioni di volo.- dico indifferente, però guardandolo speranzoso.

-Eh, no! Scordatelo! Nessuno può toccarmi Polly!- dice, guardandomi truce.

-Polly? Hai dato un nome al tuo manico di scopa?- gli chiedo, alzando un sopracciglio.

-Quello non è un manico di scopa qualunque. È il MIO manico di scopa, sanguesporco.- dice, come a volere dimostrare l’ovvietà della cosa.

-Ah, si? E che ha di speciale?- gli chiedo, avvicinandomi a lui.

Lui si avvicina a sua volta, e inizia a ghignare.

-È il MIO manico di scopa. Questo ti basta.-

-Tralasciando l’ovvio doppio senso che farò finta di non aver sentito, visto che sono appena maggiorenne…- celio, ridendo. -Mio Dio, quanto sei spocchioso!-


-Be’, il vantaggio di essere un Malfoy.- dice, alzando le spalle, per poi ridere. –E poi non fare la ragazza innocente con me.-

 

-Io sono una ragazza innocente. Al massimo scateno solo un tornado, no?- chiedo, altezzosa.

 

Scoppiamo a ridere, perché, davvero, siamo ridicoli.

-Allora… che si fa oggi?- gli chiedo, provando a tornare seria.

-Mmm.. Ci smaterializziamo a Londra, mangiamo qualcosa lì, entriamo a Diagon Alley, andiamo alla Gringott e poi compriamo tutto quello che ci serve.- dice, facendo l’elenco contando on le dita.

-Be’, non so se l’hai dimenticato, anche se non credo, visto che lo sottolinei ogni due secondi, che che sono una Sanguesporco! Non ho un conto alla Gringott dalla quale posso prelevare dei soldi- dico, un po’ contrariata.

 

E diamine ne ho pure ragione in fondo, no? Lui probabilmente naviga nell’oro e io dovrò spendere la paghetta di un anno per permettermi tutto quello di cui avrò bisogno.

-Prendi questa.- mi dice, lanciandomi una chiave. -Sai ho fatto delle ricerche prima di venire qua. Il tuo cognome Berri, con la -i, deriva dal cognome Berry, con la -y. I Berry erano una grande famiglia di maghi, al pari dei Black, dei Malfoy, dei Greengrass, dei Nott e di tutte le grandi e antiche casate di purosangue. Il tuo ultimo antenato mago fu Alexander Berry, che ebbe un figlio Magonò. Deluso da questo decise di lasciare tutto al primo erede magico che ci fosse stato nella sua dinastia, ovvero a te. Quindi, mia cara Sanguesporco, hai un patrimonio maggiore di quello mio.- dice, sorridendo.

-Mi stai prendendo in giro?- è l’unica cosa che riesco a dire.

-No. Dico sul serio.- mi risponde, annuendo.

 

 

-Wow.- sussurro.

 

Allora posso anche risparmiare la mia paghetta!


-Dai, andiamo ora. Ho fame. Afferra il mio braccio.- dice, porgendomi il suo arto.

Faccio quello che dice, ma non sembra convinto dalla sua espressione.

-Senti ho paura che ti Spacchi. Ti fidi di me?- mi chiede, con gli occhi che diventano lucidi alla sua domanda.

-Si.- dico, certa di lui, anche se un po’ meno di me stessa.

È vero, potrà anche avere il doppio della mia età, ma ciò non cambia il fatto che su di me l’effetto che nemmeno un dio greco potrebbe mai avere. Mi lascia andare il braccio, per poi cingermi il collo e abbracciarmi stretta a lui.

-Ti fidi ancora di me?- mi chiede in un soffio, tra i miei capelli.

-Si- dico, roca.

 

Sento un sorriso tra i miei capelli e poi un dolore forte allo stomaco, per poi vedere tutto sfocato. Dura tutto un battito di ciglia. Draco si stacca da me, mentre sento il rumore di un clacson, da un vicolo minuscolo dalla quale riesco a vedere i tipici taxi inglesi. Nel frattempo, la nausea prende il posto del dolore allo stomaco. Draco estrae una provetta tra le tante che tiene nella cintura, che non avevo mai visto, e la porge verso di me.

-Prendila. È contro la nausea.- dice, quasi ordinandomelo.

La prendo tutta d’un fiato, e l’effetto è immediato. Quantomeno adesso i palazzi non girano più.

-Come mai tieni tutte quelle pozioni con te?- gli chiedo, provando a distrarmi per non pensare allo stomaco in subbuglio.

-Sono a capo di una squadra Auror specializzata in Pozioni. Non ero il miglior alunno di Piton per niente. E poi amo fare intrugli dagli effetti strani!- dice ridacchiando.

-Sembra fico.- rispondo, con un lieve sorriso nel volto.

-Lo è. Soprattutto perché Potty in pozioni è una frana. È una goduria quando viene da me per chiedermi qualche pozione!- ribatte entusiasta.

Ridiamo insieme, e, dopo che Draco si è accertato che sto bene, ci avviamo da un Pret-a-Manger dove mangiamo al volo un paio di tramezzini. Finiamo presto, poi prendiamo un taxi, che ci porta davanti a un vicolo simile a quello dove ci siamo Smaterializzati.

-Siete sicuri di voler scendere qui?- chiede l’autista.

-Si.- dice Draco, sicuro.

Dopo aver pagato, guardiamo il taxi allontanarsi.

-Quindi è vero che i Babbani non possono vedere l’entrata del ‘Paiolo Magico‘?- gli chiedo, alzando un sopracciglio.

-Già.- dice, alzando gli occhi verso l’insegna. -Dai andiamo.-

Entriamo nel pub, e come mi aspettavo la sua presenza non passa inosservata. Ma questo non sembra un fatto positivo. Molti dei presenti lo guardano astiosi, ma lui non abbassa mai gli occhi. Anche se non sono più vivi, anzi sono duri, come a volersi schermare da quelle persone. Entriamo nel retro. E lui estrae subito la bacchetta dalla sua giacca. Gli prendo la mano, costringendolo a guardarmi in faccia.

-Draco… cos’è successo?- gli chiedo, con le sopracciglia aggrottate.

-Niente, solita storia.- dice, indifferente, ma con lo sguardo lontano da me.

-Draco, non sono stupida. Perché ti guardano tutti in quel modo?- gli chiedo, mettendomi di fronte a lui.

-Semplicemente non sono la persona più amata nella Terra. Be’, quantomeno nel mondo magico non lo sono.- dice con un sorriso che non arriva agli occhi.

-Draco, sii serio.- gli chiedo, poggiando le mani sui suoi fianchi.

-Sai, Asia, il fatto che io sia Auror non ha cambiato l’opinione della gente. Per loro sono e resterò sempre il figlio Mangiamorte del Mangiamorte Lucius Malfoy. Non posso cambiare le cose. A loro non importano le ragioni. Loro guardano solo quello che è successo superficialmente.- risponde, abbassando lo sguardo.

-Va avanti.- lo incito, stringendo la presa ai suoi fianchi.

-Sai perché sono diventato Mangiamorte?- mi chiede a voce bassissima. -L’ho fatto perché mio padre ha avuto la brillantissima idea di ospitare Riddle a casa mia, pochi giorni prima di essere arrestato. Mi sono ritrovato a casa mia, d’estate, con una manica di pazzi da legare che non faceva altro che dire di uccidere più persone possibile. Mi sono ritrovato con Faccia da Serpente che minacciava mia madre
un giorno si e l’altro pure di morte, perché mio padre aveva fallito. Mi sono fatto marchiare per proteggere la mia famiglia. E non m’importa di quello che pensano. Io non mi pentirò mai di quello che ho fatto. Perché non ho mai ucciso nessuno, non ho mai torturato nessuno. Io non sono Bellatrix. Io sono solo Draco. Il ragazzo troppo codardo, il ragazzo che non ha avuto il coraggio di andare da Silente e dire: ‘Hey, ho bisogno d’aiuto. Voldemort minaccia di morte me e la mia famiglia, vi prego aiutatemi!’. Io sarò sempre questo, non sarò mai la persona che sono veramente, per loro.-

-Io avrei fatto la stessa cosa che hai fatto tu.- dico in un soffio.

Mi guarda con gli occhi spalancati, come se fosse sorpreso.

-Sei troppo buona. Non avresti mai nemmeno potuto prendere in considerazione la possibilità di prendere il Marchio.- dice, come a smentire le mie parole.

-No, Draco. Se minacciassero un membro della mia famiglia di morte, io non potrei fare altro che fare di tutto per evitare la cosa. Capisco ciò che hai fatto, e non te ne do una colpa.- dico dura, ma guardandolo dolcemente.

Vedo la sua mano raggiungere la mia, e stringerla forte, dopo averla liberata dalla stretta al suo fianco. Poi si gira e apre il passaggio per Diagon Alley. E mi apre la via ad un nuovo mondo. È tutto così… vivo, dannazione! È bellissimo! La via brulica di gente che compera di tutto, ed è fantastico. È vivere un sogno. Guardo Draco, estasiata dalla vista del piccolo quartiere dei maghi di Londra, e lui mi sorride incoraggiante, facendo cenno di andare avanti.

-Be’, e tu? Che mi racconti?- mi chiede, per evitare di cadere in un silenzio imbarazzante.

-Niente di particolare.- rispondo, con indifferenza. -Ho vissuto la mia vita da Babbana, ma qualche giorno fa ho scoperto di essere una strega. Ma non una strega qualunque, non sia mai che sia normale in qualcosa. Quindi sono una Tempestae Dominatrix, il che mi rende abbastanza orgogliosa di me stessa, ma mi preoccupa allo stesso tempo. Niente di che in fondo.-

Lui ride al mio discorso senza senso.

-Dai, non mi riferivo a quello! Mi riferivo a tutto il resto. I tuoi amici, la tua famiglia…- mi dice, agitando la mano in aria.

-Oh, be…- dico, arrossendo. -Ho una famiglia numerosa, da parte di mio padre conta che sono 7 fratelli, quasi quanto i Weasley, solo senza i capelli rossi. Non ho molti amici. Stella è la mia migliore amica, e poi ci sono Daniele, Lex e Roberto.-

-Parlami di loro.- mi chiede curioso.

-Be’, Stella è una dea! La adoro. È dolce, simpatica, intelligente e combattiva. Non ha paura di dire quello che pensa, il che è fantastico. Io non ho questa capacità, purtroppo. Daniele… gli voglio un bene dell’anima. Insomma, avevo una cotta colossale per lui, ma poi tutto è svanito in una bolla di sapone. Lui è quello che mi fa ragionare di più. Se deve dirmi qualcosa, se vuole proteggermi non ci mette più di due secondi per dire: ‘Hey, Asia! Guarda che stai sbagliando di brutto!’. Lui è così, non posso farci niente. Lex è quello che mi difende, al contrario di Daniele. Certo, hanno le stesse intenzioni, ma lo fanno in un modo diverso. A volte mi fanno impazzire, ma siamo tutti come fratelli. Roberto, invece, è quello dolce, quello sapiente. Lui non mi dice cosa fare o non fare. Dà obiettività alle cose, in modo da potere decidere in modo razionale. Lo adoro, semplicemente.- dico, sorridendo al pensiero dei miei migliori amici.

-Tieni molto a loro. Si vede da come ne parli.- mi dice, con un sorriso gentile.

-Già.- dico, guardandomi intorno.

-E a loro hai detto dei tuoi poteri?- mi chiede.

Sospiro, sentendomi in colpa.

-No, e sinceramente, non so se dirglielo.- dico a bassa voce.

-Perché?- chiede, stranito.

-Perché ho paura che non mi accetteranno. Che non capiranno ciò che sono diventata. E ho paura di perderli.- rispondo, con una smorfia.

-Non dovresti avere questa paura. Insomma, se è vero che siete così attaccati, non vedo perché dovresti essere così preoccupata.- dice, comprensivo. -Dai, Sanguesporco, tranquilla! Andrà tutto bene, vedrai.-

Arriviamo davanti a quella che è evidentemente la Gringott, e alzo gli occhi verso l’insegna.

-Ora ho paura veramente.- dico, scoraggiata.

-Dai, Asia, entriamo.- dice, dandomi una piccola spinta verso l’interno.

Raggiungiamo un piccolo folletto, che si presenta con il nome di Ranci. Si fa consegnare la chiave, per poi salire sul mitico carretto. Si, quello dove Harry Potter e Hagrid stavano per vomitare ne ‘La Pietra Filosofale’.

E avevano pure ragione! Voglio un’altra delle pozioni di Draco, cavolo!

Lui deve essersene accorto, perché attacca a ridacchiare e mi avvicina a lui, tenendomi stretta per i fianchi, e tenendomi il viso contro il suo petto.


-Chiudi gli occhi e non guardare. Ti passerà, tranquilla.- mi sussurra.

È incredibile come sia diventato facile stare a contatto con lui.
Dà un senso di appagamento che nemmeno l’amicizia mi dà.

Hey, no, aspetta. Con questo non voglio dire che lui mi piace. No, proprio no.

Forse.

Addio buoni propositi di non innamorarsi di lui.

Arriviamo davanti una camera della Gringott. Camera 2793.

Ranci la apre con la chiave che mi ha dato Draco e… il mondo.
Una camera immensa piena d’oro. Piena zeppa.

-Wow.-

Questa è l’unica cosa che riesco a dire.

-Già. Complimenti, sei più ricca di me. Credo che da oggi avrò un complesso di inferiorità nei tuoi confronti.- dice, con un tono di scherno nella voce.

Lo guardo truce e lui scoppia a ridere.

-Non è divertente, Malfoy!- dico, mettendo il broncio.

-Sanguesporco, non hai idea di quanto tu sia bella col broncio, ma potresti prendere i tuoi soldi ed andare?- dice, un sorriso sghembo sul suo volto.

Arrossisco e provo a prendere il borsellino babbano, per poterci mettere i soldi, solo che dopo mi rendo conto di una cosa.

-Dove diamine li metto i soldi?- dico, sbattendo una mano sulla fronte.

-Prendi questa.- dice, porgendomi una borsetta di pelle dall’aria antica, eppure quasi alla moda.

-Cos’è?- chiedo, alzando un sopracciglio.

-Una borsetta?- celia, alzando gli occhi al cielo. -Ha subito un incantesimo estensivo non riconoscibile. I Purosangue mettono un paio di borsette di questo genere in tutte le loro camere. Riempila ed andiamo.-

Faccio quello che mi dice, dopo di ciò, sentendomi osservata, mi giro verso di lui.

-Che c’è?- gli chiedo.

-Sai che hai prelevato più o meno quello che guadagna un’intera famiglia nell’arco di un anno, vero?- mi chiede,
prendendomi in giro.

-Vai al diavolo, Draco.- dico, con un tono dolce e stucchevole che poco si addice alle mie parole.

 

Lui alza gli occhi al cielo di nuovo e, dopo aver messo un braccio attorno alle mie spalle, mi conduce al carretto. Tornati al punto di partenza, ovvero fuori dalla Gringott, mi volto verso di lui.

-Draco, mi togli una curiosità?- gli chiedo, rossa in viso.

-Certo.- dice, alzando le spalle.

-Perché continui a stare così con me?- gli chiedo.

Dallo sguardo che mi lancia capisco che è proprio la domanda che non voleva gli ponessi.

-Di cosa stai parlando?- mi chiede, guidandomi verso non-so-dove.

-Perché continui ad abbracciarmi, ad accarezzarmi, a fare tutto quello che fai?- chiedo in risposta, imbarazzata.

Ok, sono più che certa del fatto che il mio viso sia notevolmente rosso. Ma devo chiedere.

-Ti dà fastidio?- mi chiede, allontanando lo sguardo da me.

-No, ma… non ti capisco. E non mi piace quando non capisco quello che mi succede attorno.- gli dico, frustrata.

Lui mi guarda negli occhi, con una strana speranza che si può visibilmente leggere in quell’argento fuso, per poi distogliere nuovamente lo sguardo.

-Te lo spiegherò. Un altro giorno, Asia. Ma non posso, davvero. Scusami.- mi dice.

-Cosa c’è da spiegare? Credevo che i segreti fossero finiti quando mi hai sbloccato i poteri!- gli dico, afferrandogli un braccio, in modo da forzarlo a girarsi verso di me.

-Lo so, lo so. Ma credimi, non posso. C’è un altro segreto. Ma non posso svelartelo, non adesso. Ti dispiace?- mi chiede, passando una mano dai miei capelli al mio collo.

-Si. Ma non posso comunque farci niente, quindi devo lasciare stare.- ribatto, con una smorfia.

Lui mi sorride triste, prima di farmi cenno di alzare gli occhi verso l’insegna del negozio.

-Olivander??!! Ma è ancora vivo il vecchiaccio??- gli chiedo, forse un tantino forte.

-Sanguesporco, ti spiace smetterla di urlare nei momenti meno opportuni?- mi dice, minaccioso.

-Ok, ok! Come sei lagnoso!- sbuffo, entrando nel negozio.

Aspettiamo che Olivander arrivi e nel frattempo io mi limito ad osservare le scatole di bacchette che sono stipate ovunque nell’ingresso.

-Salve, Signor Malfoy. Cosa la porta qui?- chiede, quello che è evidentemente Olivander, il mitico fabbricante di bacchette.

-Signor Olivander. Le ho portato la ragazza di cui le ho parlato nella lettera di stamattina. Spero l’abbia ricevuta.- dice, Draco allontanandosi definitivamente da me.

-Oh, si certo. Nessuna delle mie bacchette ha mai scelto una Tempestae Dominatrix. Non se ne vede una da più di un secolo in fondo! Mi divertirò a testare le capacità delle bacchette. Prova questa: 14 pollici, tasso, crine di unicorno.- dice, porgendomi una bacchetta.

La prendo in mano e provo ad agitarla, ma tutto quello che ottengo è far esplodere il piccolo campanello che Olivander tiene accanto alla cassa.

-No, direi di no.- dice, alzando entrambe le sopracciglia. -Prendi questa: 13 pollici e mezzo, abete, corda di cuore di drago.-

Stavolta cadono tutte le bacchette sopra Malfoy.

-Ben ti sta, Barbie!- dico, ridacchiando.

-Sta zitta, Asia.- dice, truce e leggermente offeso.

Provo un’altra decina di bacchette, ma nessuna di loro mi sceglie. Olivander non rinuncia tanto facilmente a quanto pare, perché è andato in laboratorio a prendere altre bacchette.

-Provi questa, Signorina Berri. 13 pollici, mandorlo e corda di cuore di drago.-

Prenderla è stata la cosa più facile del mondo. È come se… mi chiamasse. La mia mano afferra la bacchetta intarsiata e le scintille rosse che nascono dalla sua punta sono la conferma di quello che so già. L’ho trovata. La mia compagna di incantesimi.

-Signor Malfoy, è stato lei a sbloccare i poteri della Signorina Anastasia, giusto?- chiede Olivander, perplesso.

-Si, perché?- chiede Draco, dubbioso.

-È davvero strano. Non mi succedeva una cosa del genere da un po’ di tempo. Be’, esattamente da quando Harry Potter ebbe la sua prima bacchetta, in effetti.-

-Sta parlando dei nuclei gemelli? Ma non può essere, la mia bacchetta..- comincia Malfoy, ma il fabbricante di bacchette lo interrompe.

-La sua bacchetta ha la piuma di fenice. Ma il guscio… anche quello è in mandorlo. La cosa strana è che con i nuclei gemelli, le bacchette tendono a respingersi. Ma quando due bacchette il cui guscio di legno è uguale s’incontrano, queste tendono ad attrarsi.- spiega Olivander.

-Penso sia più probabile che s’incontrino due bacchette che vengono dallo stesso albero che due bacchette con due piume della stessa fenice.- ribatto io.

-Può sembrare vero, ma non lo è. Il materiale raccolto per la bacchetta può essere raccolto solo in determinate condizioni. Il mandorlo è poi uno degli alberi più magici che esista al mondo.
Questo ha portato anche al significato di questa pianta.- dice Olivander, passandosi le dita sul mento.

-Qual è?- chiedo.

-Promessa. Significa promessa, nel senso più mistico possibile.- continua.

-Qual è la conseguenza?- chiede Draco, avvicinandosi a me e stringendomi la mano da dietro.

-Non lo so, cambia da proprietario a proprietario. Nel vostro caso vedo che vi attrae anche fisicamente. Si vede da come vi cercate anche solo con gli occhi. Ne sentite il bisogno, vero?-

Io e Draco ci guardiamo negli occhi, cercando una risposta, che però non possiamo esprimere a parole.

È così importante il legame che sta nascendo tra di noi?

-Come pensavo, è molto importante per voi stare insieme. Bene, direi che questo è tutto.- dice Olivander, annuendo.

Paghiamo e usciamo dal negozio.

-Non è poi così importante quello che dice quel tipo, lo sai, vero?- mi dice, tenendo lo sguardo lontano.

-Lo so. Ma ciò non cambia quello che sento veramente.- dico, fissandomi i piedi, rossa in viso.

Lui non chiede nulla, si limita ad cingermi le spalle con il braccio, per poi accompagnarmi in libreria. Il Ghirigoro, esattamente. Un sorriso sorge sulle mie labbra spontaneamente, distraendomi. Fico, ci manca solo Hermione che ripara gli occhiali a qualcuno, poi potrei anche morire felice.

Usciamo con tanti libri da riempirci una biblioteca. Ovviamente, questi li porta Draco. È un vero cavaliere, questo non lo metto in dubbio. Anche se sono preoccupata riguardo il piccolo *crack!* che ho sentito venire dalla sua schiena.

-Draco, va tutto bene?- gli chiedo, preoccupata.

-No, pesano un sacco. Prendi la borsa con soldi.- dice, con un lamento.

Gli porgo la borsetta che tengo dentro la tracolla che porto a scuola, e lui la afferra come un’ancora di salvezza, infilandoci i libri.

-Wow, ci sono entrati tutti.- dico, guardando la borsetta che non accenna a riempirsi.

-La magia è molto importante. Non dimenticarlo mai.- risponde.

-Certo, Signor Draco Io-ho-il-sangue-più-puro-di-tutta-l’Inghilterra Malfoy!- dico, sarcastica.

-Divertente, Sanguesporco.- risponde, assottigliando lo sguardo.

 

Passiamo dalla Farmacia, dove Draco fa scorta di robe orribili. Questo non è buon segno. La cosa mi disgusta, quindi so già che farò schifo in Pozioni, il che è un peccato, perché mi sono sempre definita una Serpe. Sigh.

 

–Be’, libri, bacchetta, soldi, per le pozioni ci penso io, credo che per il momento siamo apposto. Possiamo andare.- dice, una volta fuori dal negozio.

-Dobbiamo già tornare a casa?- chiedo, un po’ delusa.

-No, certo che no. Prima ci esercitiamo un po’.- dice, sogghignando.

-Davvero, dove?- chiedo, entusiasta.

 

-Sta calma, ragazzina. C’erano nuvoloni incredibili due secondi fa. Ora c’è un sole che spacca le pietre, sto morendo dal caldo.- celia, facendo finta di farsi aria con la mano.

-Dove andiamo, Malferrett?- chiedo, eccitata.

-Vieni qui.- dice, prendendomi la mano e portandomi in un vicolo cieco.

Poi mi abbraccia e sento di nuovo il voltastomaco da Smaterializzazione. Lo sento nuovamente staccarsi da me, allora apro gli occhi. Draco sta accendendo le luci con la bacchetta e una sala immensa si sta illuminando completamente, come il resto della casa.

Siamo evidentemente nel salone d’ingresso. Alla mia destra c’è un camino enorme, mentre alla mia destra s’intravede una stanza da pranzo, anche quella enorme. Di fronte a me un’enorme scalinata, che si divide in due per portare all’ala est o all’ala ovest. Al centro, una porta gigantesca. Tutto il pavimento in marmo bianco, le pareti candide i mobili dall’aria antica.

-Dove siamo?- chiedo in un sussurro.

-Siamo in Normandia. Nella proprietà originaria del Malfoy, o meglio, dei Mal Foi. La mia famiglia si trasferì in Inghilterra solo durante il sedicesimo secolo. Ma le proprietà francesi sono rimaste. Ho sempre adorato questo posto. I miei genitori me l’hanno regalato quando mi sono sposato con Astoria, ma a lei non piace la Francia. Preferisce il Regno Unito. Non ha idea di cosa si perde.- dice.

-E quindi non è mai venuta qui?- gli chiedo, scettica.

-No. Non ha mai voluto. Sei la prima donna che porto qui. Ritieniti fortunata!- dice, ridacchiando.

Alzo gli occhi al cielo, e lui mi prende per mano, conducendomi da qualche parte.

Mi fa salire le scale, e mi conduce all’ala ovest, per poi fermarsi di botto e mettermi le mani davanti agli occhi.

-Che fai?- gli chiedo, allarmata.

-È una sorpresa! Fidati di me.- mi dice.

Continuiamo ancora per un po’, finché non gli sento aprire una porta, per poi farmi fare ancora qualche passo.

-Apri gli occhi.- dice, spostando le mani.

 

Faccio come dice e… wow!

-Come sono andata a finire nel Castello della Bestia?- gli chiedo.

È stupendo. Una biblioteca immensa, potrei passarci tutta la vita. È tutto stupendo, i libri messi ordinatamente, uno dopo l’altro, le scale per raggiungere i ripiani più alti. È bellissimo. Potrei morirci dentro e non pentirmene.

-Grazie, hai un’opinione molto alta di me.- risponde Draco, sarcastico.

-Mi riferisco alla favola. Sai, la Bella e la Bestia.- dico, con tono ovvio.

-Lo so, lo so! Sto scherzando.- risponde alzando gli occhi al cielo. -Comunque, mentre venivo qui pensavo a una cosa. Hai bisogno di molto tempo per imparare a fare più cose possibili in magia. Non puoi perdere tempo nelle materie babbane.- aggiunge, serio.

-Malfoy, non posso abbandonare gli studi. I miei mi uccidono.- gli dico.

-Non sto dicendo questo! C’è un incantesimo che può aiutarti. Ti dà tutto quello che c’è da sapere sul mondo babbano. Dalla storia alla matematica. Non avrai bisogno di fare più niente. Almeno non per la tua scuola.- dice, tranquillo.

-Ma mi prendi in giro? Che stai aspettando?-

 

Wow. Non dovere più studiare. Io adoro quest’uomo, davvero, davvero l’adoro.

-Babbanorum Omnia Cognosco!- dice, lanciandomi questo incantesimo, dopo aver alzato gli occhi al cielo.

Aspetto qualche secondo, in modo da avere l’illuminazione ma non succede niente.

-Sei sicuro che abbia funzionato?- domando, scettica.

-In cosa consiste l’impressionismo di Pascoli?- mi chiede, sbuffando.

-L’impressionismo di Pascoli consiste nel rappresentare quello che la poesia deve descrivere attraverso pennellate di colore. Questo si vede molto chiaramente nella poesia ‘Temporale’, dalla raccolta Myricae, che recita..- comincio a dire, stupendomi delle mie stesse parole.

-Direi che l’incantesimo ha funzionato.- dice Draco, interrompendomi, contento di se stesso.

-Ma come… io non ho studiato Pascoli! Non posso sapere in cosa consiste.. Qual’era la domanda?- gli chiedo, confusa.

-Tranquilla, Sanguesporco. Va tutto bene. Non pensarci troppo. Su, adesso cominciamo. Prendi la bacchetta.- mi ordina, con un gesto della mano.

Faccio come dice, e prendo la bacchetta in mano.

-Rilassati. Cominceremo da qualcosa di semplice. Un piccolo incantesimo di levitazione. Sai già come si fa, no?- chiede.

-È ‘Leviosa’, Malfoy, non ‘Leviosà!’- dico, ridendo.

-Non hai idea di quanto fosse rompiballe la Granger i primi tempi. La tipa babbana che la interpreta, come si chiama? Ah, Emma Watson, la interpreta benissimo.- dice, ridendo.

Rido insieme a lui, e quando finiamo di ridere stringo forte la bacchetta, puntandola verso uno dei cuscini dei divani posizionati al centro della biblioteca.

‘Bene, agitare e colpire’, penso.

Faccio il piccolo movimento e dico: -Wingardium Leviosa!-

Il cuscino si alza leggermente, staccandosi dal divano. Sposto leggermente la traiettoria della bacchetta e noto come il cuscino segue le mie mosse, semplicemente. Lo riporto dove era messo prima, sorridendo, contenta del risultato. Abbasso la bacchetta e sento Draco abbracciarmi da dietro.

Mi giro tra le sue braccia, come questa mattina, per guardarlo
negli occhi e lo stringo forte. Sento anche la sua presa sui miei fianchi e non posso fare altro che sorridere di più.

Ci stacchiamo di pochi centimetri. Lo guardo negli occhi: sono lucidi, hanno una scintilla che non gli avevo ancora visto. Toglie una mano dal mio fianco per posarla sul mio viso e accarezzarmi una gota, passando un pollice sulle mie labbra. Da lì al bacio, il passo è breve.

Si avvicina lentamente, quasi spaventato, e poggia le labbra sulle mie. Il bacio è lento all’inizio. Pochi baci a stampo, uno dopo l’altro. È quando non ne posso più che gli prendo il viso e lo tengo attaccato al mio. Il bacio si fa allora più spinto ed è quando abbiamo entrambi il fiato corto che ci stacchiamo.

-Dovresti tornare a casa, Asia. È tardi.- dice, posando un altro bacio leggero sulle labbra roventi.

Vorrei restare ancora, ma so che non è una buona idea.
È tardi, e se non mi faccio trovare a casa quando arrivano i miei, sono cavoli.

Mi stacco definitivamente da lui, sentendo quasi un dolore fisico, e raccolgo le mie cose, per tornare a casa. Lui mi abbraccia, come al solito, e ci smaterializziamo davanti la porta di casa.

Ci stacchiamo e ci fissiamo a lungo, senza che nessuno dei due abbia la forza di staccare lo sguardo. Il primo a cedere è lui.

-Devo andare, Anastasia.- mi dice, con un sorriso triste.

-O-ok.- dico, in un sussurro.

-Non ci sarò per un paio di giorni. Devo fare delle cose al Ministero. Tu puoi continuare ad esercitarti, in fondo i libri ce li hai. Puoi andare in Normandia, ho inserito un’altra porta nel bagno delle ragazze della tua scuola. Possiamo vederla solo noi due. All’uscita ti basta andare alla villa attraverso quella porta finché non avrai imparato a Smaterializzarti. Questo,  ovviamente, se vuoi.- dice, imbarazzato.

Oddio. Si è rovinato tutto. Quel bacio ha rovinato tutto. Io ho rovinato tutto.

-Draco, noi..- inizio, ma non ci riesco.

-Si?- mi risponde, speranzoso.

-Niente.- dico, distogliendo lo sguardo.

Lui sta zitto, poi scuote la testa, come a scacciare qualche pensiero.

-Dovresti parlarne con i tuoi amici.- dice.

-Di cosa?- gli chiedo, completamente confusa.

-Di quello che sei. Della tua storia. Ne hai bisogno.- dice.

-Oh.- rispondo, delusa.

 

Speravo davvero che volesse parlare di quello che è successo?

 

-Bene, adesso entro se non ti dispiace.- dico, prendendo le chiavi dalla tracolla.

-Ok, buonanotte.- risponde.

Gli sorrido e entro in casa.

Sto per chiudere la porta quando lui mi chiama.

-Che c’è?- gli chiedo.

-Ich liebe dich.- dice.

Scuoto la testa, mentre una lacrima scende dai miei occhi.

-Non parlo tedesco.- gli rispondo.

-È meglio così, credimi. È meglio così.- dice. -Ora entra. E ti prego sta attenta. Buonanotte, Asia.-

-Buonanotte. Draco.- dico, chiudendo la porta, dopo che lui si smaterializza con un sorriso triste stampato sul volto.

Mi appoggio alla porta e scivolo a terra, avvicinando le ginocchia al petto. È successo. L’ho baciato. Ho baciato Draco Lucius Malfoy. Un uomo sposato, un uomo impegnato, un uomo più vecchio di me di dodici anni.

Mio dio. Questa sarà una delle notti più lunghe della mia vita.

 

Spazio Autrice: Salve! Rivisitazione del quarto capitolo! Questo, fin’ora, è quello che ho cambiato di meno. Mi piaceva e non me la sentivo di cambiare niente… ç_ç

Ripeto, Draco può sembrare tremendamente OOC, ma non riesco a immaginarlo in modo diverso. Amen.

 

A presto,

Micaela!

   
 
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