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Autore: Nami    23/12/2005    1 recensioni
Yusuke Urameshi ha intrapreso lunghe battaglie. Ha avuto accanto degli amici fidati, amici sui quali ha sempre potuto contare. Tuttavia all'improvviso qualcun altro farà capolino nella sua vita, qualcuno dal tragico passato, qualcuno con enormi poteri, qualcuno che verrà scelto dal Piccolo Enma come "collega" del detective del mondo spirituale. Una persona in grado di portare amore nei loro cuori, ma la sua presenza rivelerà qualcosa di molto pericoloso... (so bene che la serie ha preso una piega differente dopo il torneo delle arti marziali nere e so anche come andrà a finire la storia.. diciamo quindi che questo potrebbe essere un mio mondo alternativo)commenti please ^^
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 23: La gita




- Max Okino! La tua missione è cominciata! -

Le aveva detto il piccolo Enma senza alcuna esitazione.

- Vuoi dire.. adesso? In questo preciso istante? -

- Certo! Hai fatto fuori il tuo primo demone! Quindi hai dato il via al tuo percorso! -

Raccontò lui.

- Ah.. -

Sostenne il bambino con affetto mentre questi si stava addormentando tra le sue braccia.

- CI sai fare con i bambini Di certo sarai una madre perfetta! -

Sorrise Enma.

- Emm.. può darsi, ma dato che ho solo sedici anni, non ti sembra un pò presto per parlarmi di figli? -

- Si certo.. hai ragione scusa! -

Si grattò timidamente la guancia.

- Bene! Andiamo! -

- E dove? -

- Beh, dovrai pur portare da qualche parte quel bambino no? O preferisci restare qui fino a domani? Guarda che è una pessima idea! E' pieno di mostri qui! -

Disse Enma tranquillo.

- Mh.. non me n'ero accorta sai.. -

Disse Max ironica.

- Allora? Dai, usciamo da qui! Questo posto mi mette i brividi! -

- Il grande principe dell'aldilà! Proprio tu te la fai sotto in questo modo? -

Lo prese in giro.

- Spiritosa.. -

CRICK!

Il rumore di un ramo che si spezzò sotto il piede di qualcuno, costrinse la ragazza a bloccarsi all'improvviso, tendendo bene le orecchio.

CRICK! CRACK! -

- Reggi qui! -

Consegnò all'istante il bimbo tra le braccia di Enma che lo sostenne goffamente e impacciatamente. Max camminò lentamente verso la fila di cespugli dietro di lei, pronta ad ammazzare chiunque ancora le avesse pestato i piedi. Vide un'ombra spuntare dalle foglie, senza nemmeno lasciargli il tempo di sollevare un dito, Lo afferrò con forza e lo scagliò per terra.

- Ahia... -

Il piccolo Enma osservò il ragazzo a terra con una nota perplessità.

- Emm.. Max? -

- Ah.. ops... -

Non poteva credere di averlo fatto proprio a lui. Rimase immobile per alcuni secondi, reggendogli ancora il braccio tra le mani.

- Max.. potresti.. lasciarmi andare ora? -

- Kurama scusa!! -

Lasciò immediatamente la presa aiutandolo a sollevarsi.

- Grazie! Ahi.. che male la mia schiena.. quanta forza Max! Qualcosa mi dice che il mostro laggiù l'hai ucciso tu! -

Disse Kurama massaggiandosi la schiena dolorante.

- Beh.. si! -

- Capisco! Allora la grande forza astrale che ho percepito un attimo fa era la tua! -

Sorrise.

- Forza.. che? -

Erano concetti del tutto sconosciuti per lei.

- Complimenti! Hai una forza incredibile nelle braccia! E dire che sei così minuta.. -

- Ti prego scusami! Sei sbucato all'improvviso, sembrava quasi che ti stessi nascondendo.. -

- No! Ho solo preso una scorciatoia! Ma non preoccuparti! Ci vuole ben altro per mettermi al tappeto! -

Strizzò l'occhio sorridente e solo in quel momento si accorse del piccolo Enma.

- Oh, salve maestà, non vi avevo visto! Ma.. è un bambino quello che tenete in braccio? -

- Si! -

Rispose Max.

- Quel mostro voleva pappasserlo per cena! Per fortuna l'ho fermato appena in tempo! -

- Già, beh.. ora non è che te lo puoi riprendere? Ho paura di farlo cadere! -

Disse Enma.

- Oh! Se io ci so fare con i bimbi, lasciatelo dire tu sei proprio una frana! -

- Si da il caso che ho già la vostra responsabilità sulle spalle! Mi devo occupare del bene di tutti gli esseri umani! Se toccasse a te dubito che ne saresti capace.. -

Osservò compiaciuto Enma.

- Perchè.. io non ce l'ho questa responsabilità? -

Disse Max

- Come? -

- Devo combattere per il bene dell'umanità! Non è la stessa cosa? -

- Ah.. beh, si.. forse hai ragione! -

Si grattò la guancia.

- Ecco! -

Il piccolo Enma si sedette su una ruvida roccia lì accanto e tirò un lungo sospiro. Kurama lo raggiunse con aria incuriosita.

- Come mai qui nel Ningenkai maestà? Siete forse venuto per parlare con Yusuke? -

- No! Questa volta non ho nulla da riferirgli! -

Spiegò Enma.

- In realtà.. -

Fece segno a Kurama di abbassarsi verso di lui.

- Sono venuto qui per lei! -

Sussurrò nel suo orecchio cogliendo la distrazione di Max che giocava con le piccole mani del bambino, come il momento migliore.

- Per Max? -

Disse Kurama sussurrando a sua volta.

- Esatto, ma... sssst! -

Si portò l'indice sulle labbra invitandolo a tenerla all'oscuro.

- C'è una cosa che ritengo tu debba sapere! Però devo chiederti di non parlarne con nessuno, nemmeno con Yusuke e kuwabara! Loro capirebbero ma.. potrebbero tradirsi in sua presenza e questa è una faccenda delicata che ancora Max non deve sapere! Non è pronta per una simile realtà.. la distruggerebbe! Non dimentichiamo che è già abbastanza provata! -

Kurama ascoltò le parole di Enma in silenzio, fino alla fine, dopodichè annuì e non aggiunse altro.

- Solo tu che le sei così vicino puoi proteggerla dalla verità! Veglia sempre su di lei! Io ho fatto una promessa tempo fa, a una donna! Ho giurato che l'avrei protetta sempre, fino alla fine dei suoi giorni! Così intendo fare! Ma io non sono sempre presente nel mondo degli esseri umani, non è questo il mio posto! Io posso vegliarla dal mondo degli spiriti! Ma tu che sei sempre qui, che la vedi tutti i giorni.. solo tu capisci, sei ingrado di garantirle una protezione concreta! -

Proseguì.

- Contate su di me! -

Non sapeva quale fosse questa realtà che avrebbe potuto distruggere l'animo di Max, non immaginava neppure lontanamente quanto fosse complicata e difficile da comprendere. Ma avrebbe ascoltato la verità fino in fondo e le sarebbe rimasto accanto, perchè ormai, non poteva fare a meno della sua amicizia. Non era da molto tempo che la frequentava, nonostante questo sentiva il bisogno di proteggerla da qualunque cosa minacciasse la sua vita, ma soprattutto la sua felicità.

- Ehi voi due! Avete finito di bisbigliare? Guardate che mi sento tagliata fuori! Non mi piace! -

Protestò Max cullando nuovamente il piccolo che di lì a poco sarebbe scoppiato a piangere un'altra volta.

- Scusaci Max, non volevamo escluderti! -

Disse Kurama dolcemente.

- Piuttosto, non sarebbe meglio riportare indietro quel bambino? -

- E dove? Non ho la minima idea di dove sia la sua casa.. -

- Allora portiamolo all'ospedale! Tua madre ha il turno serale giusto? Lo lasceremo in custodia, vedrai che lo troveranno facilmente! Se non altro lo portiamo in un luogo sicuro! Questa foresta è troppo pericolosa per lui! -

Disse guardandosi intorno. Ogni rumore, qualunque suono, li costringeva a rimanere allerta.

- Si, hai ragione Kurama! -

- Bene! Io andrei! -

Disse Enma.

- Come? E dove? -

- Me ne torno nel regno degli spiriti! Il mio dovere qui è finito! -

- Fammi capire! -

Disse Max.

- Sei venuto solo per dirmi che la mia missione è cominciata? -

- E per vedere di persona il tuo potere! Credimi ne sono rimasto più che soddisfatto! -

Sorrise Enma scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi.

- Ah.. -

- Dai Max, andiamo! Si sta facendo tardi! -

Esclamò Kurama lanciando un'occhiata all'orologio da polso.

- Si, arrivo! Allora ciao Enma! -

Lui sollevò la mano in segno di saluto e si limitò a sorridere, senza dire una parola. Li osservò allontanarsi insieme, mentre chiacchieravano e scherzavano come se nulla fosse. Ne fu sicuro, Kurama era la persona giusta per custodire il segreto di Max, un segreto che lei stessa ignorava e che l'avrebbe sfinitia se avesse saputo la verità. Quella donna aveva detto chiaramente che Max negli ultimi tempi era molto provata, debole e sofferente. Da quanto aveva visto, i suoi poteri erano tutt'altro che fiacchi, però anche lui aveva notato la tristezza nel suo cuore, che risplendeva anche nei suoi bellissimi occhi scuri. Quegli stessi occhi che possedeva anche lei. Era certo che i suoi sogni erano più che reali, altrimenti per quale motivo le rubavano così tanta energia mentale? Doveva solamente attendere, presto o tardi, tutti loro avrebbero compreso qualcosa di più. Per il momento poteva solo osservare e nulla più, cercare di curare il suo cuore ferito, per quanto gli sarebbe risultato difficile, per non dire impossibile. Probabilmente nemmeno lei sarebbe mai riuscita a curarsi quella ferita. Poteva creare nella sua mente pensieri felici e lottare con tutte le sue forze per cancellare un ricordo che nn l'abbandonava mai. Non sarebbe mai riuscita a pensarci senza scoppiare in lacrime o senza sentire una fitta al cuore. Non avrebbe mai dimenticato e non sarebbe mai stata felice nel rammentare l'attimo peggiore della sua vita.

"Il ricordo della felicità non è più felicità. Il ricordo del dolore, è ancora dolore". (A. Einstein)



Poco dopo aver consegnato il bambino nelle mani dei medici dell'ospedale, i suoi genitori vennero a riprenderlo. L'avevano cercato ovunque, così dissero, si erano accorti di qualcuno nella camera del piccolo, ma prima ancora che potessero guardarlo in volto, egli sparì con un salto dalla finestra. Erano certi che mai più avrebbero riavuto il loro bambino, tant'è che l'ospedale era l'ultimo posto nel quale avrebbero guardato prima di mettersi il cuore in pace. Avevano sperato che qualcuno avesse fermato il malvivente e avesse avuto la brillante idea di portarlo lì per un controllo, ma soprattutto, per tenerlo al sicuro finchè qualcuno non sarebbe andato a riprenderlo. Versarono così tante lacrime quando lo riconobbero prima di stringerlo fra le braccia, quasi sembrarono non conoscere fine. Sia Max che Kurama, assistirono in silenzio e da lontano a quella scena così commuovente e si rallegrarono nel cuore per aver riportato un bambino ai propri genitori che lo credevano già morto. Specialmente Max. L'idea di aver ammazzato uno di quegli orribili mostri salvando il bambino dalle sue tremende fauci, l'aveva resa soddisfatta di sè, come non accadeva da tanto tempo. Da quando aveva assistito all'assassinio del suo povero papà, niente era più riuscito a rallegrarla davvero, a concederle anche solo una soddisfazione. Ora finalmente ne aveva avuta una e probabilmente nella sua missione ne avrebbe avute altre e altre ancora.
Ma in un attimo, non appena si rese conto che aveva infranto la promessa che fece a suo padre il giorno dei funerali, la sua appena ritrovata allegria nell'aver ucciso un demone, sparì come quando una foglia viene spazzata dal vento. Aveva giurato che non sarebbe mai più stata appagata in vita sua, perchè senza il suo amato padre, il suo amico più prezioso, l'uomo che sapeva darle tutto, persino l'universo se gliel'avesse chiesto, non sarebbe più stata capace di vivere come prima. Invece ora, aveva sorriso di cuore, era stata felice, per la prima volta dopo due lunghi anni. La paura di aver per un attimo dimenticato suo padre, l'attanagliò e dipinse il suo volto rosato con una spruzzata di lieve bianco pallido.
Avevano camminato a lungo lei e Kurama, fianco a fianco come ormai accadeva da quando si erano conosciuti. E per l'intero tragitto, Max si chiuse nel silenzio con lo sguardo perso chissà dove e la testa immersa nei suoi pensieri. Kurama si era accorto da tempo del suo colorito così sbiadito e del suo sguardo completamente diverso da un attimo primo. L'aveva portata al parco, deserto come ogni sera con le altalene che cigolavano e si muovevano avanti e indietro lentamente sotto il vento leggero e lì si erano accomodati su una panchina gelata. Erano seduti ai giardinetti da più di quindici minuti, ma sembrava che niente avrebbe smosso Max da quello stato di trance che la voleva immobile e totalmente in silenzio. Sembrava quasi che nemmeno respirasse. Kurama non volle porle una domanda sbagliata, nè ferirla in qualche modo, ma non poteva più starsene lì, seduto accanto a lei e guardarla in silenzio mentre Max non voleva muovere nemmeno un dito.

- Max! Va tutto bene? -

Probabilmente pose una domanda sbagliata, ma preferì comunque tentare.

- Si.. -

Era certo che in quelle condizioni non si sarebbe nemmeno accorta della sua voce.

- Davvero? All'improvviso hai cambiato umore.. è forse colpa mia..? -

- No! Come può esserlo? Non hai fatto niente! -

- E allora.. che cosa c'è? Sempre se mi è permesso chiedertelo.. -

Se lei gli avesse detto di tacere e farsi gli affari suoi, lui avrebbe acconsentito e avrebbe aspettato che lei avesse nuovamente proferito parola.

- Ecco.. non è niente, pensavo! -

- Alla tua missione? Sei preoccupata? E' questo? -

- Si.. e no.. -

In realtà non sapeva nemmeno lei cosa provare.

- Scusami! -

Disse dunque.

- Perchè ti scusi Max? -

- Perchè.. da quando mi conosci.. non fai altro che.. sopportare le mie lagne, i miei pianti e i miei malumori quando anche tu.. -

In quel momento le tornò in mente la storia di lui e quella ragazza, Maya. Kurama le aveva cancellato totalmente la memoria, così lei si era dimenticata di lui, del ragazzo che tanto amava. Ma lui ancora non si era dimenticato di lei e mai ci sarebbe riuscito.

- Quando anche tu hai sofferto immensamente! -

- Se ti riferisci a Maya e me.. ormai è una storia passata! E poi te l'ho già detto! Quello che passato io, non è minimamente paragonabile a ciò che è successo a te Max! -

Maya era viva da qualche parte, suo padre purtroppo no e non lo avrebbe rivisto mai più.

- Forse.. ma non voglio costringerti a sopportarmi! Se non ne puoi più lo capisco e.. sei libero di lasciarmi qui e tornare a casa! Stai saltando la cena per colpa mia! Tua madre ti starà aspettando con ansia! -

Sapeva quanto affetto vi era fra Kurama e la sua mamma.

- Non preoccuparti, questa sera è a cena fuori con una persona! -

- Eh? E con chi? Oh scusa.. forse non sono affari miei.. -

Kurama sorrise senza staccare gli occhi verde smeraldo dai suoi così dolci e marrone scuro, con lievi pagliuzze dorate.

- Con un uomo! -

Spiegò.

- Un uomo? E' forse il suo... -

- ..fidanzato? -

- Emm.. già, intendevo quello.. -

- Beh, non lo so con precisione.. -

Disse Kurama.

- So che si vogliono molto bene, si conoscono da tempo sai, ma solo di recente hanno preso a frequentarsi oltre il lavoro! -

- Ah, sono colleghi d'ufficio? -

- Si! Anch'io ho avuto modo di conoscerlo, è un uomo in gamba, molto disponibile, premuroso, sempre attento ai bisogni degli altri! Ma soprattutto.. so che con lui, mia madre potrebbe essere felice! Quell'uomo è sincero e secondo me.. ama profondamente mia madre! -

Max rimase affascinata dalla tranquillità con cui Kurama parlò del nuovo compagno di sua madre.

- Se un giorno loro dovessero sposarsi, quindi.. tu approveresti? -

- Certo! E non soltanto perchè lui mi piace! Anche se mia madre fosse innamorata di un uomo che detesto le permetterei di sposarlo! Questo perchè è ciò che lei vorrebbe e io non potrei fare altro che essere felice per lei! -

Max sorrise appena e riportò lo sguardo dritto davanti a sè, sullo scivolo freddo e cupo.

- Ti invidio sai? Ti confesso che.. se mia madre dovesse portare a casa un uomo e presentarmelo come suo fidanzato..non so se approverei! -

- Ma è pur sempre tua madre, ha il diritto di rifarsi una vita non credi? -

- Certo! Però.. sarebbe troppo dura! -

- Si, capisco.. non riesci a vedere un uomo in casa tua che non sia tuo padre, vero? -

A quella domanda Max non rispose, Kurama comprese subito di aver detto una parola di troppo.

- Scusa, non volevo rivangare il passato.. -

- No, non fa niente.. dopotutto hai detto la verità! E' proprio così che mi sento! -

Quella sera, su quella panchina, al buio in un parco isolato. Si accorse che tutto era uguale a quella notte se non fosse stato per il luogo e un orario differenti.

- Allora sei in partenza, vero? -

Pensò fosse una buona idea quella di cambiare argomento.

- Eh? Come lo sai? -

- Ho sentito Yusuke per telefono! Ultimamente mi chiama spesso.. si vede che gli manco! -

Rise.

- Ah, capisco! Te l'ha detto lui allora! -

- Già! Ebbene? Non sei contenta di partire? Starai via tre giorni giusto? In un bel posto in mezzo al verde, tranquillo.. secondo me è quello che ti ci vuole! E poi le gite scolastiche sono sempre un'ottima occasione per divertirsi con gli amici! -

Disse.

- Sono conciata così male? Secondo te sono davvero stressata? -

- Beh, non si vede, ma io lo so! Sei molto stanca e tre giorni lontano da Tokyo vedrai che ti faranno bene! -

- Mh! -

- Non sei convinta? -

- No.. ma non importa! Per tre giorni almeno non dovrò stare sui libri china nel banco! -

Kurama ammiccò per la sorpresa.

- Ma come? Non adori studiare? -

- Proprio no! -

- Yusuke mi ha detto che sei la prima della classe, prendi sempre degli ottimi voti! -

- Ma ti dice proprio tutto? -

Non avrebbe mai immaginato che Yusuke avrebbe parlato di lei a Kurama.

- Non tutto! Qualcosa! -

- Ah.. fra poco ti dirà persino che taglia porto, la marca e il colore della mia biancheria! -

Disse Max.

- Ma che dici? Ah ah ah! Non dirmi che Yusuke sa queste cose! -

- No no! Ci mancherebbe altro! Era solo una battuta! -

Si sollevò dalla panchina e spalancò la bocca in un largo sbadiglio.

- Mi accompagni a casa? -

- Certo! -

- Grazie mille! -

Furono le ultime parole che prinunciò, per lungo tempo rimase in silenzio, il capo chino, lo sguardo perso nel vuoto e quella luce, che ormai Kurama conosceva bene, quel luccichio di tristezza che invadeva i suoi iridi scuri. I capelli ondeggiavano ad ogni passo. Non si accorse nemmeno dello sguardo della Volpe che la fissò a lungo e immerso nei suoi mille pensieri. Era una ragazza così carina, così minuta, dalla corporatura sottile.. eppure una simile creatura aveva sulle spalle la responsabilità degli esseri umani, dei poteri tremendi dai quali ancora lei stessa non era in grado di difendersi, un passato che le doleva nel cuore. Faceva venire una gran voglia di stringere il suo corpo piccolo, femminile, ma con le forme giuste al posto giusto e di proteggerla, di tenerla stretta di offrirgli instintivamente una spalla su cui piangere. Poi per un attimo tornò indietro su ciò che aveva pensato un attimo prima. Carina.. osservò il suo viso perfettamente liscio, lineare, maturo, più della sua età, gli occhi lievemente a taglio mandorla per il sangue giappo-americano che le scorreva nelle vene e poi i suoi occhi... gli occhi.... Furono la prima cosa a colpirlo di lei. Sin da quella sera. La prima sera.. la vide per caso mentre fuggiva da un mostro, totalmente coperta da un cappotto col cappuccio. Le labbra seminascoste nell'oscurità e i suoi occhi brillanti sotto la luce notturna. Poi la seconda volta, in quella strada.. vedendola incamminarsi nella sua direzione non la notò, era impossibile riconoscerla, quella notte non aveva visto bene il suo volto, solo i suoi occhi. Poi, non appena incontrò quegli iridi, quello sguardo, capì immediatamente che era la lei di quella notte, una lei dotata di un'insolita energia astrale, che rappresentava bene e male uniti nello stesso carma. Che strano, pensò. Max era buona, su questo era pronto a metterci la mano sul fuoco. Non aveva mai conosciuto una persona più sensibile. E carina... nella sua scuola il numero delle ragazze aumentava ogni giorno, tutte con un certo fascino, ma un non so che di comune, come se fossero tutte uguali, fatte con lo stampino dall'inizio alla fine. A lui piaceva la personalità, un carattere proprio in una persona, la voglia di fare, di mangiare senza preoccuparsi della linea o dei brufoli in volto, di vestire sempre con stile diverso; elegante, sportivo, cool, casual... Queste qualità Max le aveva tutte. Ed era carina... carina... altro che. Ma chi voleva prendere in giro? Carina poteva dirlo a Botan o a Keiko, due ragazze simpatiche e certamente molto attraenti.. ma non poteva parlare così di lei, no, non di Max. Inutile negare, Max era veramente bella! Chissà, magari un giorno avrebbe anche potuto innamorarsi di lei.. ma per il momento l'amore non gli interessava.
Voleva parlare, farla sorridere, perchè il suo sorriso gli scaldava il cuore, era così bello e dolce.. ma probabilmente in quel momento Max aveva ben altro per la testa, altro che, era al quanto evidente, non le permetteva di sorridere. Dunque la lasciò così, in silenzio, nella quiete assoluta per tutta la strada verso casa sua, senza aprire bocca se non per respirare.
Camminarono fianco a fianco muti come pesci per circa mezz'ora. Poi d'un tratto Max si fermò, lo sguardo costantemente prostrato sul cemento della strada. Kurama proseguì solo di due passi, poi se ne accorse e dopo di lei fermò il cammino.

- Qualcosa non va..? -

Le domandò nel modo calma e preoccupato come era solito da lui.

- No.. -

Rispose normalmente lei.

- Senti.. -

- Dimmi! -

Kurama le si avvicino, lei sollevò il capo per guardarlo negli occhi.

- Posso farti.. una domanda un pò particolare..? -

- Va bene! Ti ascolto! -

- Ecco.. se.. se per assurda ipotesi...quella ragazza... Maya? Si chiama così? -

- ...si.. -

Maya.. la ragazza che un tempo amava e che ormai lo aveva dimenticato da tempo. Cosa c'entrava lei? Perchp ora? -

- Se Maya all'improvviso.. tornasse a vivere qui... si insomma, se dovessi rivederla.. cosa.. cosa faresti? -

- Beh.. io.. -

Quella domanda lo spiazzò. Non si aspettava un quesito simile, no, certo no.

- Non lo so.. sarei felice forse.. ma anche sorpreso.. impacciato, a disagio..e... -

- ..triste? -

Disse lei a bruciapelo.

- Si, triste! -

Confessò.

- Ma perchè me lo chiedi? -

- Era.. solo curiosità... sai.. stavo pensando.. -

- Si..? -

- Prima ho detto "assurda ipotesi".. ma.. in realtà non è poi così assurda! Vedi.. un giorno magari Maya potrebbe tornare qui.. se non per trasferirsi quanto meno per una gita.. o per altre cose, insomma, per qualunque motivo lei potrebbe tornare! -

- E' vero.. ma se anche fosse? -

- Kurama.. lei è viva.. e può tornare.. capisci? -

I suoi bellissimi occhi luccicarono ancora di più sotto la fioca luce serale. Era certo che di li a poco si sarebbero riempiti di lacrime, povera piccola.

- ..tuo padre invece no.. -

Comprese. In quel momento si sentiva veramente uno schifo. Lui sperava davvero di non dover più rivedere Maya, lo desiderava davvero perchè sapeva che avrebbe sofferto, ricordando la sua sofferenza sofferta quando la lasciò andare.

- Mi dispiace Max.. -

Max invece non avrebbe rivisto mai suo padre, mai più.

- Non fa niente.. -

Sorrise.

- Mi vengono sempre pensieri deprimenti.. ah ah ah! Mi ero ripromessa che non ti avrei più assillato! Da quando mi conosci non faccio che gettarti tutti i miei sentimenti addosso! Le mie paure, le mie angoscie.. e le mie lacrime! -

- Siamo amici! Puoi contare su di me! Io ti ascolto e ti aiuto se mi è possibile!-

- Lo so, grazie! Ma ora non c'è più nulla di cui parlare, stai tranquillo! Ho avuto solo un momento di cedimento.. sai è stata una giornata un pò stancante.. e gli avvenimenti di questa sera mi hanno scossa.. tutto qui! -

Diventare la prescelta... aveva accettato il suo ruolo, era certa di averne preso consapevolezza. Ma ora che Enma le aveva confermato l'inizio della sua pericolosa missione, si sentì come se in realtà non lo avesse mai saputo.

- Si, lo capisco! Non è facile affrontare la vita di tutti i giorni e allo stesso tempo combattere con le tenebre! Ma tu ce la farai! Hai il mio aiuto e quello di Yusuke! Possiamo combattere insieme, se avrai difficoltà basta chiamare! Noi correremo in tuo aiuto! -

- Grazie! -

Sorrise ancora.

- Dai, andiamo a casa ora, tua madre si preoccuperà! -

- Si, andiamo! -



Quella mattina il pullman partì verso le otto e mezza del mattino. Yusuke sperava che essendo un giorno di "non scuola" il preside avesse fissato la partenza per un orario decente affinchè lui avesse potuto dormire un poco di più. Purtroppo le sue speranze andarono in fumo e partì da Tokyo con un pessimo umore addosso. La gita scolastica sarebbe durata tre giorni e li avrebbero passati in una piccola città non molto lontana.. ma di sicuro nemmeno vicina pensò Yusuke. Il viaggio sarebbe durato all'incirca tre o quattro ore, gli sarebbe piaciuto schiacciare un pisolino, dormire fino all'arrivo, ma i suoi compagni facevano troppo rumore per permettergli di addormentarsi. Keiko chiacchierava con Max a proposito di ciò che gli insegnanti avevano organizzato per quei tre giorni e non stava letteralmente nella pelle. Max sorrideva e partecipava nel discorso, ma chiunque, tranne ovviamente Keiko, poteva accorgersi che quei sorrisini erano fin troppo tirati che l'entusiasmo in lei era inesistente.

- Saremo in stanza insieme! -

Disse Keiko senza riuscire a contenere la frenesia.

- Tu non russi vero? -

Chiese a Max ridendo.

- No no, tranquilla! -

Rispose l'altra.

- Ti dico.. di solito faccio fatica ad addormentarmi.. ma quando mi addormento nemmeno le cannonate riescono a svegliarmi! -

- Davvero? Non pensavo esistesse qualcuno come Yusuke! -

- Ehi!! -

Il ragazzo udì quelle parole. Spalancò gli occhi neri che fino a quel momento teneva semichiusi per il sonno terribile e balzò sulla poltrona davanti alle ragazze voltandosi furioso verso Yukimura.

- Che hai, le antenne al posto del cervello? -

Disse Keiko.

- Cos'è, è un problema se ci sento bene?? -

Protestò Yusuke. Max rise a bassa voce scostandosi un ciuffo di frangia dagli occhi.
Kuwabara si voltò in seguito appoggiando le braccia allo schienale del sedile.

- Lo sai che hai proprio una bella risata? -

Esclamò con gli occhi luccicanti.

- Chi? Io? -

Max si indicò.

- Si! -

Disse Kuwabara portandosi una mano sul petto, chiudendo gli occhi e sospirando.

- Se il mio cuore non fosse già di un'altra persona, mi sarei perdutamente innamorato di te! -

- Ah.. davvero? -

- Se.. lo dice a tutte! -

Osservò Yusuke con una nota di disappunto.

- Non è vero! Solo alle ragazze speciali!! E poi lo sai che non esiste una donna in grado di farmi dimenticare la mia dolce Yukina! -

Disse con sguardo sognante.

- Ah... -

Sospirò innamorato.

- E' da molto tempo che non la vedo.. chissà cosa starà facendo e se starà pensando a me come io penso a lei ogni giorno.. -

- Dubito! -

Disse Yusuke. - E' una dama dei ghiacci! Dove vive lei ha molto da fare! Figurati se pensa alla tua faccia da pesce lesso! -

Kuwabara divenne rigido e fremente di rabbia.

- Come hai detto? -

Lo afferrò per la magletta e lo sollevò dal sedile.

- Ahi!!! Mettimi giù, scherzavo!! -

- Chi sarebbe questa Yukina? -

Domandò una Max curiosa.

- Oh, è la sorella di.. -

In quel momento Yusuke si morse la lingua. Se avesse detto la verità e cioè che Yukina non era altri che la sorella gemella di Hiei, Kuwabara che n'era all'oscuro avrebbe posto una lista di domande infinite. Senza contare che Max era l'ultima arrivata. Se le avesse rivelato quel particolare, Hiei non l'avrebbe perdonato di sicuro.

- Emm.. -

- Yukina ha fratelli o sorelle?? -

Kuwabara si mostrò sbalordito.

- No no! -

Mentì Yusuke disperatamente.

- In realtà volevo dire che.. è la sorella dei ghiacci, già!! Lei viene da un luogo freddo.. e la neve è come se fosse sangue del suo sangue!! -

Non era sicuro di farla franca, ma almeno ci provò.

- Ah.. ok! -

Rispose Kuwabara.

- Senti Yusuke, esattamente cos'è una dama dei ghiacci? Cosa fa? -

Proseguì Max.

- Beh vedi, le dame dei ghiacci hanno una particolarità! Dalle loro lacrime si generano delle perle preziosissime che nel nostro mondo farebbero gola a chiunque! Inoltre, una dama dei ghiacci possiede enormi poteri, è in grado di guarire le ferite! -

Spiegò Urameshi nei dettagli.

- Quante volte la mia adorata Yukina ha guarito le mie profonde ferite dal mio corpo! -

Disse Kuwabara rammentando quei momenti.

- E' un vero angelo! -

- Caspita... -

Esclamò Max.

- Sarebbe bello se anch'io sapessi guarire le ferite.. -

- Anche Botan può farlo.. ma lei non è ai livelli di Yukina.. comunque se avrai bisogno di cure lei ti aiuterà di sicuro! -

- Si.. ma spero di non averne bisogno.. -

All'idea le venne un brivido lungo la schiena.

- Se solo anche quel giorno.. ci fosse stato qualcuno in grado di guarire le ferite.. -

Disse tra sè e sè.

- Come dici? -

- Eh? Oh niente! -

L'aveva fatto nuovamente, si era lasciata andare ai suoi tristi ricordi. Dopo due anni ci pensava ancora come fosse stato il giorno precedente. Doveva voltare pagina e andare avanti come tutti.

Il viaggio si rivelò più breve e più piacevole del previsto. All'arrivo la classe si precipitò giù dal pulman, inforcò i borsoni e s'incamminò all'ingresso dell'albergo a due stelle nel quale avrebbe alloggiato per due notti.

- Due stelle.. che schifo! -

Esclamò Kuwabara deluso.

- Perchè? Ti aspettavi forse che la scuola ci pagasse un hotel a cinque stelle? -

Osservò Max.

- Beh.. veramente si.. insomma, già ci tocca andare in classe tutti i santi giorni, stare attenti alle lezioni e studiare come cani sui libri! Il minimo che potevano fare era offrirci un alloggio decente! -

Spiegò Kazuma irritato.

- Ma Kuwabara! Un albergo a due stelle non è mica da buttare! Persino quelli a una stella sono più che soddisfacenti.. e pure cari! Figurati uno da cinque stelle con suites e camere di extra lusso! -

- Beh, quando abbiamo partecipato al torneo delle arti marziali nere abbiamo alloggiato in un hotel coi fiocchi! E gratuitamente! -

Precisò.

- Torneo..che? -

- Si, ma non dimenticare che avevamo a che fare con gente straricca! In più eravamo le attrazioni del torneo! -

Intervenne Yusuke.

- Si va beh.. ma uffa.. ci costringono a sgobbare e poi ci mandano in gita in un luogo dimenticato da Dio, in un albergo per poveracci! -

Continuò Kuwabara.

- Se non ti va bene allora torna indietro!! -

Disse una Max irata.

- Eh? -

- Guarda che non tutti hanno soldi che straripano dai vestiti! C'è addirittura chi non ha potuto pagare un misero affitto e ora vive in mezzo alla strada! Se andiamo a scuola è per imparare qualcosa, a meno che tu non voglia rimanere una capra per il resto della tua vita! E dopo che l'istituto ci organizza un viaggio, ti lamenti sia del luogo che di un albergo che stai vedendo solo dall'esterno! Secondo me hai qualche rotella fuori posto! -

Si sfogò. Poi sistemò meglio la borsa in spalla e li superò varcando la soglia dell'albergo.

- Ma che le è preso? Stavo solo esprimento un parere.. -

Disse.

- Bella figura! -

Rise Yusuke.

- Ma uffa.. -

Frignò trascinando la valigia. Si era posto nel modo sbagliato agli occhi di una bella ragazza, non avrebbe mai potuto perdonarselo.

- Allora mi raccomando ragazzi! Disciplina! Alloggerete in questo hotel per due notti! Siate civili e non fate baccano, intesi? La colazioe è servita tutte le mattine alle otto, il pranzo all'una e la cena alle diciannove e trenta! Se avete altre domande leggete gli opuscoli oppure fate domanda alla reception! Siamo d'accordo? -

Disse il professor Takenaka riponendo il deplian degli orari nella tasca del cappotto.

- Si prof! -

Esclamarono in coro i ragazzi.

- Benissimo! Ora.. sapete già le disposizioni per le camere! A ciascuno di voi verrà assegnata la chiave della rispettiva stanza! Fate attenzione a non perderla! Quando chiamo i vostri nomi siete pregati di farvi avanti! -



Quel giorno le lezioni passarono più in fretta del solito. Kurama chiuse per bene la sua cartella e uscì dall'aula salutando cordialmente i suoi compagni. Camminò lungo il corridoio affollato di studenti che si esaltavano per la fine delle lezioni.

- Shuichi! -

In mezzò a quel miscuglio di voci riuscì ad udire un richiamo.

- Si? -

Si fermò al centro del corridoio e si voltò per vedere chi l'aveva chiamato.

- Senti.. posso parlarti un momento? -

Nakigawa stava davanti a lui, lo sguardo che faticava a restare sul suo.

- ..ok! -

Rispose sorpreso Kurama. Era convinto che dopo il suo rifuito, Kaori non volesse più rivolgergli la parola.
Non potevano rimanere nel corridoio, non avrebbero sentito una parola in mezzo a quel baccano. Scesero le scale e andarono in cortile, lì sarebbero riusciti a parlarsi liberamente.

- Dimmi! -

- Ecco.. io vorrei che.. che non ci fossero incomprensioni tra di noi.. -

- Si, nemmeno io! -

Sorrise. Kaori arrossì. Kurama era troppo bello per i suoi occhi.

- Quindi.. siamo ancora amici? Perchè io.. ci tengo ad essere almeno tua amica.. mi dispiace se sono stata così brusca l'altro giorno.. mi sentivo ferita.. ma ora sto meglio! -

- Non preoccuparti! Certo che siamo amici! -

Sul volto della ragazza comparve immediatamente una luce di gioia.

- Sono felice! -

Disse mentre gli occhi quasi le si riempirono di lacrime.

- Mi dispiace di averti ferita! -

- Non fa niente.. non posso obbligarti a ricambiare i miei sentimenti.. anche perchè ormai il tuo cuore ha trovato la sua metà! -

Disse facendosi lievemente triste.

- Come? -

Kurama non afferrò.

- Si.. la ragazza che è venuta a scuola l'altra volta.. era qui per te no? -

- Beh si.. ma cosa c'entra il mio cuore? -

- Non sei innamorato di lei? Non è la tua ragazza? -

Kurama innamorato di Max?

- Ah ah! No! Siamo solo amici! -

Spiegò.

- Ah.. ma.. mi sembravate molto uniti.. -

- Si, siamo uniti.. ma fra noi due non c'è nulla di romantico! Non sono innamorato di lei, Kaori! -

Nakigawa sorrise nuovamente. Non solo perchè aveva scoperto che quella bella ragazza non era la sua fidanzata, il suo Shuichi si era ricordato di chiamarla per nome.

- Allora scusa, ho preso un granchio! -

Si allontanò.

- Io devo andare ora! Ci vediamo domani! -

Kurama sollevò la mano in segno di saluto mentre Kaori corse via lasciandosi la scuola alle spalle. Ora che sapeva che Kurama non aveva la ragazza, pensò che forse prima o poi sarebbe riuscita a farsi amare da lui.

Kurama era un demone agile, furbo, astuto, intelligente, calmo, determinato, orgoglioso, ma soprattutto, sapeva perfettamente captare un pericolo, una trappola o semplicemente un qualcuno nascosto chissà dove pronto ad attaccarlo. Sapeva riconoscere bene e male, era persino in grado di capire l'identità di quella certa persona nei paraggi. Così fu anche quella volta. Passando lungo il bosco per una via più breve, Kurama si soffermò.

- Cosa ci trovi di tanto particolare in questo posto? -

Domandò ad alta voce. All'improvviso un'ombra sbucò dalle foglie e piombò di fronte a lui. Hiei lo fissava con i suoi occhi rosso fuoco dal taglio a mandorla, la spada stretta in mano per l'elsa, gran parte della spada cosparsa di sangue che gocciolova sull'erba macchiandola.

- Niente di speciale! -

Rispose lui.

- Hai combattuto di nuovo? -

Chiese ancora.

- Già! -

- La tua spada mi fa dedurre che hai ammazzato un altro demone! -

- E che vuoi farci, è pieno di rompiscatole qui! Pronti persino a divorare quelli della loro stessa razza! E tu lo sai che non sopporto chi mi da fastidio! -

Agitò la spada per sgocciolare via il sangue, senza buon risultato. Kurama estrasse un fazzoletto di stoffa dalla tasca e glielo porse gentilmente.

- Tieni, usa questo! - Hiei guardò la sua mano per un attimo, poi scostò lo sguardo sui suoi occhi smeraldo, in fine di nuovo sulla mano e afferrò in fretta il fazzoletto.

- Si sporcherà! -

Disse pulendo la lama affilata.

- Non importa! Buttalo pure! -

- Beh di sicuro non te lo restituivo e io non amo particolarmente collezionare fazzoletti sporchi di sangue! -

Kurama sorrise.

- A volte anche tu riesci a fare qualche battuta! -

Osservò.

- E allora? -

- Dicevo così per dire! -

- Vai a casa? -

- Già! -

- Oggi l'hai vista? -

Kurama sbattè le palpebre.

- Chi? -

- Sai benissimo chi! -

Disse sprezzante Hiei.

- Ah, intendi Max! -

- Non mi importa rammentare il suo nome! -

Kurama sospirò amareggiato.

- .. ma perchè non capisci che non ha nulla contro di noi? -

- Questo lo dici tu! Lei odia i demoni no? E d'ora in poi li caccerà! Nonostante questo la vedi come una del gruppo? -

- Assolutamente si! Smettila! L'ho capito sai? Avevo ragione io, la tua è tutta invidia! -

Hiei gettò a terra il fazzoletto impregnato di sangue e rinfoderò con rabbia la sua spada.

- Invidioso di quella mocciosa?? -

- Si Hiei! -

Sorrise Kurama.

- Non ti va giù che qualcuno abbia così tante attenzioni, vero? Non ti va giù che una ragazza umana sia forte quasi quanto te! Anzi.. probabilmente senza il "quasi".. -

Disse toccandosi la schiena. Gli doleva ancora parecchio dopo la sera prima.

- Ha!! Ridicolo! Nessuno è forte quanto me, chiaro? -

- Oh scusa, mi ero dimenticato delle tue manie di protagonismo! -

- Ma falla finita! E tu piuttosto, perchè non ammetti di esserti innamorato di lei? -

- E' solo una buona amica! -

Hiei non sembrò convincersene e storse lo sguardo.

- Davvero? -

- Certo! Siete tutti convinti che io l'ami.. mi dimostro troppo attaccato forse..? -

Hiei annuì.

- Risposta esatta! -

- E cosa ho vinto? -

- Un bel pugno in testa! -

- Oh grazie! Ma non mi serve, tienilo pure! -

Scherzò. Hiei non afferrò lo spirito della situazione.

- Pensi di farmi ridere? -

- E' impossibile farti ridere.. ma ci ho comunque provato! -

- Tsk! Ti saluto! -

Sputò come un duro della saliva nell'erba e sparì con un balzo.



- Ho vinto ancora!! -

Esclamò Max disponendo le carte sul tavolo.

- Ah nooo!!! -

Kuwabara imprecò furioso.

- Ma come diavolo fai??! -

Sbuffò Yusuke esasperato dalle continue sconfitte.

- Talento caro! Talento! -

Sorrise Max sventolandogli una carta davanti agli occhi.

- Se! Ma che talento è solo fortuna!! -

- Come ti pare! -

Si sollevò dal tappeto e allungò le braccia per una lunga stirata.

- Sono tanca, vado a letto! E poi fra poco gli insegnanti passeranno per la routine, se mi beccano ancora nella vostra camera potrò dire addio alla mia immagine di "brava ragazza!"

- Perchè, lo sei? -

- Ah ah! Spiritoso! A domani ragazzi, notte! -

Disse richiudendo la porta silenziosamente prima di raggiungere la sua stanza.
Keiko era già addormentata nella piccola ma accogliente camera avvolta nel buio. Entrò piano, con passo felpato stando attenta a non urtare niente emettendo rumore. In silenzio si tolse i vestiti, infilò il pigiama e si mise nel letto sotto le calde coperte. La luce notturna illuminava delicatamente i volti delle ragazze, mentre anche lei venne avvolta dal mondo dei sogni.
  
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