Campo tende: Zurich, CH
Quando, verso le 4 della mattina seguente, o, Matt e tutti i
nostri amici tornammo alla zona del campeggio, la nostra tenda era circondata
da un sacco di altre,tutte variopinte come la nostra: i nostri amici si erano
aggiunti a noi, e sorrisi al ricordo di quante tendate avevamo trascorso in
quel modo! Dopo aver steso i sacchi a peli sul prato, Matthew tirò fuori la sua
chitarra sgangherata e cominciò a suonare le solite cose... Passammo così, tra
un cocktail e l'altro, la notte, cantando a squarcia gola parole inventate su
melodie stonate.
Restammo svegli a guardare il sorgere del sole, l'aurora dalle rosee dita, come
diceva sempre il mio vecchio prof. di latino, e quando il rosa e l'arancione
lasciarono il posto a un tenue azzurrino ci addormentammo tutti insieme,
sfiniti.
Qualche ora dopo ci alzammo, e fu il momento dei saluti.
Mentre tutti quanti smontavano le loro tende (devo dire molto molto usate) io
passavo tra le varie coppie, salutando i miei amici, mentre il caro Matt
metteva via le nostre cose. Era incredibile pensare che appena due anni prima
eravamo tutte delle Forever Alone (tranne Valeria e Massimo, che poi si erano
trasferiti insieme in Svizzera interna) e ora eccoci qui, tutte "
accoppiate".
Mentre ancora rimuginavo su questo pensiero mi avvicinai alla mia doppietta
preferita: la mia cara amica Joyce e il suo Eric.
Che bella storia avevano quei due! In un qualche strano modo era merito mio se
si erano messi insieme, quasi due anni prima.
Andavamo in giro sempre insieme io e Joy, e tutte le volte che incontravamo
Eric, di cui era già perdutamente innamorata, lei arrossiva fino alla punta dei
capelli e io scoppiavo a ridere: proprio per questo motivo ogni sacrosanta
volta lui mi fissava con il suo sguardo a metà tra il divertito e lo
scocciato,e tutti ( o quasi ) erano convinti che fossi io a corrergli dietro, e
non Joy.
Se da un lato trovavo tutto ciò abbastanza divertente ( mi dispiace per Joyce
ma all'epoca era proprio brutto! Per fortuna il tempo e qualche consiglio
spassionato della mia amica l'avevano migliorato. ) d'altro canto trovavo
questa faccenda irritante, alla lunga, perciò un giorno decisi di andare a
parlargli.
- Senti, - ricordo di avergli detto, - so quello che pensano tutti, ma non c’è
bisogno di fare quella faccia ogni volta che mi vedi! Sei davvero l’ultima
persona di cui potrei innamorarmi.-
Eric scoppiò a ridere di gusto, e non la smetteva! Già mi dava
sui nervi normalmente, ma ora stava proprio oltrepassando la soglia critica: fu
solo al pensiero di Joyce, arrabbiata a morte con me, nascosta da qualche parte
(forse dietro la macchinetta del caffè) a prendere nota di ogni nostra parola,
mi trattenni dall’urlargli addosso.
-Come ma ridi, Eric?- chiesi, con tutta la cortesia che avevo in
quel momento. Lui ci mise un po’, ma alla fine si riprese: -In verità non avevo
idea delle voci che girano- “e te pareva, è un uomo! Mai che si accorgano di
niente, st’idioti.” –ma se ti riferivi al fatto che ti guardo male…- continuò
lui, - beh, è perché.. si insomma, mi chiedevo, come fate tu e Joyce a non
separarvi mai mai mai? Si, ecco.. ci sono un paio di cose che vorrei dirle e..
ad essere sinceri tu sei sempre tra le palle!-
Quando lentamente cominciai a capire, notai che gli luccicavano
gli occhi, ed era persino arrossito: incredibile: lui la amava!
-Ah.- dissi, cercando di trattenere le risate (per la comicità
della scena, devo ammettere, ma anche di felicità per la mia amica) –Beh,
allora scusa di tutto, davvero. Joy la trovi là alle macchinette, e secondo me
sarebbe felice di fare quattro chiacchiere con te .-
Poi mi girai e me ne andai ridacchiando, appostandomi al piano
di sopra, tenendo d’occhio la situazione. Dal mio punto d’osservazione vidi la
mia amica che quasi svenne quando lui le rivolse la parola, e lui che
gesticolava di fronte a lei (tra l’altro impedendo a mezzo liceo di riempirsi
di caffeina nella pausa), ma non seppi mai quel che si dissero quel giorno: sta
di fatto che entrambi riuscirono a vincere la propria timidezza e da allora non
si sono mai separati.
Anche ora, dopo quasi due anni in cui sono cambiato molto
entrambi, osservarli aiutarsi a mettere in ordine le loro cose mette tenerezza.
-Ciaao piccioncini!- dissi loro, avvicinandomi.
-Hei Jam! Tutto bene?- chiese Eric, che dopo essersi fidanzato
con una delle mie migliori amiche mi aveva perdonato, ed eravamo diventati
amici. Inoltre grazie a lui Joyce aveva cominciato ad uscire la sera, e questo,
conoscendola, era incredibile.
Insomma, dopo qualche minuto di chiacchiere abbracciai entrambi
e promisi loro che li avrei chiamati presto; poi passai alla tenda affianco
dove, come al solito, Samantha e Charles litigavano.
-Samy, te l’ho già detto mille volte, le tende si smontano
togliendo prima i paletti! Io, che sono un esperto, queste cose le so!- -Ok Charlie, allora sistematela da solo sta
cavolo di tenda!- esclamò Samantha lanciandogli un’occhiataccia raggelante e
scuotendo i suoi capelli neri riccissimi e zeppi di perline. –Ok, dai non mi
guardare così! Vieni qui!- disse lui, baciandola.
Nonostante passassero le loro giornate bisticciando erano una
bella coppia, e se nella storia di Eric e Joy avevo avuto un ruolo marginale,
questa tra i miei due amici era quasi interamente
opera mia.
Samy era mia amica dai tempi delle elementari, e abitando vicine
eravamo riuscite a non perderci mai di vista; Charlie invece lo incontrai a una
colonia estiva, e dopo tre giorni era già il mio migliore amico. Purtroppo i
due già si conoscevano, e nonostante io avessi pensato fin da subito che
sarebbero stati benissimo insieme, si odiavano: quella situazione non mi
piaceva nemmeno un po’, perciò decisi di intervenire.
Invitai entrambi al cinema, e quando arrivarono convinti di
trovare solo me, io non c’ero: dovettero passare la serata insieme quasi per
forza, e non oso immaginare quanto sia stato difficile, ma alla fine quella
notte entrambi mi telefonarono, dicendo di essersi innamorati.
Lottai con il loro orgoglio a lungo, ma alla fine (anche se non
bisognerebbe mai fare da agenzia matrimoniale ai propri amici, pena l’odio
eterno) si misero insieme e dopo essersi mollati e ripresi un tot di volte,
erano ancora lì.
Quando finirono di baciarsi (e ce ne misero di tempo!) mi
avvicina ai due e li abbracciai.
- Vi manderò una cartolina, ma una soltanto, e dovrete
dividervela!- esclamai: entrambi le collezionavano, e per quel che ne so lo
fanno ancor’oggi.
Passai a salutare Iris, che si era portata la sua nuova
conquista: dopo essere stata con un discreto numero di ragazzi (come tutti del
resto, tranne Joy…) era finalmente riuscita a conquistare il ragazzo per cui si
era presa una cotta già 3 anni prima, e di cui si era dimenticata, all’apparenza.
Lui, un bel giorno, mentre cavalcava la sua moto da cross prese male una curva
e finì fuori strada, lei, che stava camminando sulla stessa via lo portò a casa
sua e lo medicò: da allora aveva sempre cercato i suoi splendenti occhi blu in
quelli degli altri ragazzi, ma non l’aveva più trovato, fino a qualche mese
prima, in cui (da non crederci) lui era sbandato di nuovo nello stesso punto. Verrebbe
quasi da pensare che lei avesse disseminato la strada di bucce di banana!
Dopo aver abbracciato anche loro, passai alla tenda di Zoe,
anche se lei non si vedeva da nessuna parte.
-Ei nanetta? Passami quella cosa lì nell’angolo!- - Agli ordini, mr. palma! –
-Zoe? Chris?- chiamai. Dalla tenda vidi spuntare una massa di
indomabili ricci biondi, e dietro di loro apparve la mia amica Zoe:
-Ciao Jamie!- esclamò lei, saltellando verso di me e
investendomi in uno dei suoi abbracci, che come al solito mi spappolò una
tetta. –Ciao Zoe!- -Ma come farai
durante il viaggio, visto che abbiamo un neurone in due? Lo spacchiamo?- -Eh,- le dissi, -per stavolta tienilo tu,
dai. Usalo per studiare così l’anno prossimo passi gli esami anche tu e
partiamo insieme per un nuovo giro!- -Ci
conto!- -promesso. Dai che vado a salutare
gli altri. Ciao Chris!- -Bella!- rispose
lui, molleggiandosi sulle gambe (come sempre, del resto.) E così mi allontanai verso
le altre tende. Salutai Jessica, che in James aveva trovato l’anima gemella, Dora,
che dopo tanti piani malvagi escogitati per conquistare Lollo era riuscita a farlo
suo, Irene e Ciro, Laila e Fede (che mi regalarono degli strani frutti esotici per
il viaggio) e infine Dack e Alba, che dopo lunga e travagliata ricerca dell’anima
gemella (lei in un tizio che la filava solo i giorni dispari, lui nelle ochette
di turno) si erano trovati, e dalla loro amicizia era sbocciato l’amore. –Ciao Alba,
buona estate! Salutami Lily quando la vedi, ci sentiamo presto!- -Ciao cara, buon
viaggio!- -Ciao Jam, fai la brava!- mi salutarono lei e Dack.
“chissà che figlio intelligente nascerà da quei due, con i
cervelli che hanno!” pensavo, mentre mi dirigevo verso Matt.
Gli cinsi le ampie spalle con le braccia, scompigliandogli i
capelli, e dopo avergli dato un bel bacio insieme chiudemmo gli zaini in cui
eravamo riusciti a farci stare di tutto, e le caricammo sulla Twingo. Qualche
minuto dopo, sistemate le ultime faccende, eravamo pronti a ripartire: il
viaggio continuava!
Come al solito devo ringraziare
tutti quelli che leggono le mie cose, ma in questo capitolo un grande grazie va
alle mie fantastiche amiche che mi hanno permesso questa violazione della loro
privacy a fini creativi. Vorrei dire solo un'altra cosa, a parte il solito “recensite!”,
ed è cioè che (forse per questo capitolo di meno, ma a partire dai prossimi…)
ho fatto, sto facendo e farò un grande lavoro di documentazione sui luoghi in
cui si svolgerà la storia, perciò grazie di cuore a internet, alle guide
cartacee (sempre le migliori) e a google earth che trovo magico. A presto! J