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Autore: Beatrix Bonnie    21/01/2011    4 recensioni
Questa è la storia di Reg Weasley, un ragazzino allegro e forse troppo chiacchierone che si ritroverà a dover affrontare scelte difficili, più grandi di lui. Ma il suo infinito coraggio lascerà un segno in tutti quelli che gli sono vicini...
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
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Dopo la sua pessima scenata sul campo da Quidditch, ben pochi Grifondoro osavano ancora rivolgergli la parola. Evidentemente nessuno aveva considerato il comportamento di Potter poco sportivo e le parole di Reg suonavano tanto come quelle di una persona che non accettava di perdere. Lily se ne stava sempre di più con quel suo amico di nome Severus, Potter si vantava come un pallone gonfiato e sua sorella aveva cominciato a fare comunella con quell'idiota. Erano fatti l'uno per l'altra: entrambi pieni di sé ed egocentrici.

I professori, con il procedere del tempo, cominciarono ad assegnare una mole di compiti che Reg non aveva mai sognato nemmeno nei suoi incubi più terribili. Lumacorno continuava a trattarlo con un certo riguardo, ma perfino lui era rimasto affascinato dall'aurea di Potter e non faceva altro che cantare le sue lodi. Reg lo odiava sempre di più e soprattutto non era più tanto convinto che Hogwarts fosse un posto meraviglioso e Grifondoro la casa migliore di tutte. Parlava più spesso con il fantasma del Frate Grasso che con i suoi compagni. Forse sarebbe dovuto finire a Tassorosso.

«Scherzi! Io non lo vorrei neanche morto uno come te nella nostra casa» gli aveva detto Theodor Abbott, quando l'aveva sentito esporre quella sua perplessità al Frate Grasso. «Ci faresti perdere un sacco di punti. E poi non hai proprio la stoffa del Tassorosso: sei troppo schizzato».

«Grazie, Abbott» rispose Reg in tono gelido.

Il ragazzino scosse le spalle e si allontanò con indifferenza.

Reg rimase zitto per qualche secondo, poi esplose: «Be', sai che ti dico? Nessuno vuole essere un Tassorosso, perché siete un branco di sfigati rammolliti!»

Sfortuna volle che Reg pronunciasse quella frase proprio mentre un gruppo di Tassorosso del settimo anno stava uscendo da una delle aule.

«Ehi pulce, ripeti quello che hai detto!» gli intimò uno.

«Oh-oh!» esclamò Reg, sgranando gli occhi. Dopodiché se la diede a gambe. Forse non era un grande atto di coraggio fuggire in quel modo, ma non aveva speranza di uscire vivo da uno scontro con dei ragazzi dell'ultimo anno.

Proprio in quel momento svoltò l'angolo e andò a sbattere contro qualcuno, mandando in aria il contenuto della propria borsa. «Oh, scusa!» esclamò impacciato, raccogliendo i libri e le carte che erano rotolate a terra. Fece una veloce divisione tra i libri che riconobbe come suoi e porse gli altri alla persona contro cui era andato a sbattere, senza accorgersi che una delle lettere che gli aveva mandato suo cugino Arthur era finita nella pila sbagliata.

La ragazza, che apparteneva alla casa di Serpeverde, gli strappò i volumi di mano e se li infilò nella borsa, senza distogliere il suo sguardo penetrante dal piccoletto. Reg ebbe un fremito involontario e non solo per la furente occhiata di lei, ma anche per il suo aspetto inquietante: la manica sinistra era chiusa in un nodo all'altezza del gomito e le gambe che di intravedevano sotto la gonna a pieghe erano irrimediabilmente storpie.

Il ragazzino fece per andarsene, quando notò che c'era qualcos'altro a terra: quando si accorse che si trattava di un bastone da passeggio, arrossì fino alla punta delle orecchie. Lo raccolse titubante e lo pose alla ragazza.

Quella glie lo strappò di mano e lo perforò con lo sguardo. «Tu devi essere un Weasley» commentò in tono piatto. «Il fratellino di Mary».

Reg ebbe un moto d'orgoglio. «Sì» rispose in tono di sfida.

La Serpeverde gli si avvicinò e appoggiò il pomolo a forma di drago del suo bastone al petto del ragazzino. «Traditore del tuo sangue» gli sputò addosso con cattiveria.

Reg, sebbene la ragazza fosse molto più grande di lui, non abbassò gli occhi: non poteva permettere che quella sputasentenze lo insultasse.

Proprio in quell'istante, una voce femminile interruppe la tacita guerra di sguardi tra Reg e la giovane.

«Scilla! Dove ti eri cacciata?» domandò una ragazza, anche lei di Serpeverde, con dei vaporosi capelli biondi e degli occhi glaciali.

«Arrivo, Cissy» rispose quella di nome Scilla, senza distogliere lo sguardo dal piccolo Reg. «Non finisce qui, Weasley» disse prima di andarsene, con un ultima occhiata furente, portando con sé la lettera di Arthur che, nessuno poteva saperlo, avrebbe causato parecchi guai a distanza di molti anni.

Reg rimase impalato in mezzo al corridoio con i pugni chiusi e il volto contratto in una smorfia di rabbia. Possibile che da quando aveva messo piede ad Hogwarts non gliene fosse andata bene una? Che cosa aveva di così diverso dai suoi compagni?

«Meglio stare alla larga» disse una voce alle sue spalle.

Reg si voltò per trovarsi di fronte un ragazzino chino sotto il peso dei libri che portava nella borsa. Aveva i capelli color castano chiaro e uno sguardo dolce ma allo stesso tempo un po' triste.

«Cosa?» domandò scioccamente Reg, senza capire.

Il ragazzino accennò con il capo alla figura della Serpeverde che si allontanava. «Priscilla Saiminiu. Meglio stare alla larga da gente come lei» spiegò con un mezzo sorriso a Reg.

«Perché, la conosci?» gli chiede allora Reg, visto che gli sembrava improbabile una relazione tra quel ragazzetto di Grifondoro e la scorbutica Saiminiu.

Il Grifondoro scosse le spalle. «Tutti la conoscono. Fa parte di un gruppo di fanatici che vanno in giro a fare scherzi idioti a coloro che hanno origini Babbane».

Reg osservò la sagoma di Priscilla Saiminiu che spariva tra gli altri studenti. Non gli piaceva per niente quella ragazza, con il suo modo di fare. Chi si credeva di essere? E poi, che nome aveva?

Il Grifondoro sembrava ben disposto nei suoi confronti, cosa più unica che rara, visto come lo trattavano i suoi compagni di casa, così Reg si mise a chiacchierare con lui. «Che cognome strano, questa Saiminu».

«È irlandese» spiegò il ragazzino, con tono risoluto. «Anzi, c'è anche chi dice che sia nobile, ma non lo so... non ho mai capito bene come funzioni questa cosa della nobiltà in Irlanda. Hanno delle leggi strane».

«Ma allora perché non è andata al Trinity?» sbottò Reg. Non conosceva molto del Trinity College, la scuola irlandese di magia, ed era certo che non avesse lo stesso prestigio di Hogwarts, ma di solito tutti gli irlandesi preferivano frequentare quella. Perché diavolo la Saiminiu non ci era andata?

Il Grifondoro scosse le spalle, poi tese la sua mano verso Reg. «A proposito, io sono Remus Lupin» si presentò.

«Reg, Reg Weasley» rispose l'altro, stingendo la mano di Remus.

«Non sarai per caso il fratello di Mary?» gli chiese allora Remus, stupito.

Quella domanda stava cominciando a diventare estremamente fastidiosa. «Sì» sibilò Reg, tra i denti. Era odioso essere sempre identificato solo per la sua paretela con Mary, la grande campionessa di Quidditch.

Ma Remus disse una cosa che lo stupì: «Allora tu più di chiunque altro dovresti stare alla larga dalla Saiminiu!»

«Perché?»

Remus si sistemò la cinghia della borsa, che per il peso gli stava praticamente segando la spalla. «Perché lei e tua sorella sono acerrime nemiche» rivelò, guardandosi intorno, come se temesse di veder spuntare la Saiminiu da dietro un angolo.

Reg sgranò gli occhi e osservò Remus con aria stranita. «Perché?» chiese di nuovo, ma questa volta in un sussurro.

Remus scrollò le spalle. «Voci di corridoio dicono che fossero amiche, ma poi la Saiminiu divenne gelosa di tua sorella, per via del Quidditch... non lo so, sta di fatto che ora si odiano e se fossi in te non offrirei troppi pretesti alla Saiminiu per perseguitarti: è fin troppo pericolosa di suo».

Reg osservò gli occhi nocciola di Remus che sembravano attraversati da una vena di apprensione. Era gentile da parte sua preoccuparsi di un ragazzo che praticamente non conosceva. Anzi, è la prima persona che si comportava in modo gentile con lui. «Stai tranquillo, Remus. Saprò cavarmela» gli rispose Reg, con una strizzata d'occhio.

«Ehi, Lunastorta!» esclamò una voce estremamente fastidiosa.

Reg non ebbe bisogno di voltarsi per sapere che a parlare era stato Potter.

Un sorriso illuminò il volto di Remus al vedere Potter e gli altri due che venivano loro incontro.

«Sempre in biblioteca, eh?» disse l'altro ragazzo, quello moro e con la faccia da schiaffi, passandosi una mano tra i capelli. Remus fece un sorrisetto a mo' di scusa, come se studiare fosse una colpa.

Reg al contrario digrignò i denti: Remus gli era sembrato un tipo a posto, invece era amico di quelli là.

«Be', io vado...» gli disse Remus, un po' titubane, forse per lo sguardo astioso che Reg stava riservando a Potter. «È stato un piacere conoscerti» concluse con un sorriso timido, prima di raggiungere i suoi amici.

Reg si limitò a fare un cenno del capo quando ormai Remus era troppo lontano per vederlo.

Da quel giorno, Remus chiacchierò altre volte con Reg; la sua compagnia era piacevole, anche se forse era un po' troppo tranquillo e studioso per i gusti di Reg. Ma il vero problema era che Remus preferiva stare con i suoi amici: Potter e poi quell'altro, il morettino che si credeva tanto affascinante, che Reg aveva scoperto chiamarsi Sirius Black, e l'insulso cicciottello che correva loro dietro. Reg non aveva ancora perdonato Potter per averlo battuto sul campo di Quidditch giocando sporco; inoltre gli dava assolutamente fastidio quella sua aria da divo che aveva perennemente stampata in faccia. Faceva sempre lo scemo con sua sorella, come se potesse essere alla sua altezza! Ma era davvero così stupido? Non si rendeva conto che Mary era più grande di cinque anni e un bambinetto come lui non le sarebbe mai interessato?

Un altro grosso problema per Reg era Priscilla Saiminiu. Era sicuro che prima o poi gliela avrebbe fatta pagare, non tanto per essergli andato addosso, quanto per aver avuto il coraggio di fissarla negli occhi. Tanto più, dopo quello che gli aveva raccontato Remus, era certo che la ragazza irlandese non avrebbe lasciato correre.

Una volta, mentre cenava seduto al tavolo dei Grifondoro, Reg aveva alzato gli occhi dal suo piatto per ritrovarsi quelli profondi e scuri della Saiminiu che lo fissavano dall'altra parte della Sala Grande. Anche questa volta sostenne il suo sguardo, ma la sua avversaria aveva un sorriso che non gli piaceva per niente. Quella stessa sera si era ritrovato sul suo letto nel dormitorio una piccola serpe di campo morta. Non sapeva come ci era arrivata, ma era sicuro che fosse un avvertimento della Saiminiu.

Ovviamente la notizia si sparse in tutta la torre dei Grifondoro e giunse fino alle orecchie di Mary. Reg cercò di portare fuori la biscia morta senza essere visto, ma al suo ritorno nella sala comune, Mary lo fermò.

«Ho saputo che hai avuto a che ridire con la Saiminiu» gli disse, squadrandolo con severità.

«Sì, perché?» farfugliò innocentemente Reg, convinto che la sorella lo volesse avvertire di lasciar stare una come Priscilla.

Invece la ragazza assunse un aria furente. «Be', pessima mossa, signorino. Lei è affare mio, chiaro? Non ti impicciare!»

Reg rimase scioccato: sua sorella lo stava rimproverando non perché la Saiminiu fosse pericolosa, ma perché era affare suo?

«Sei davvero egocentrica!» esclamò di botto il ragazzino.

In effetti Mary aveva la tendenza a considerarsi meglio degli altri, visto che non se la cavava male a scuola, era la capitana della squadra di Quidditch e il gioiello migliore della collezione di Lumacorno. Ma nessuno glielo aveva mai fatto notare.

«Ripeti quello che hai detto!» lo minacciò con astio.

«Ti ho detto che sei egocentrica! Vuoi sempre stare al centro dell'attenzione. Be', notizia del giorno: il mondo non gira intorno a te, carina!» rispose Reg con veemenza e poi le voltò le spalle lasciandola lì impalata.




Ecco qui il nuovo capitolo, con l'entrata in scena ufficiale di Priscilla Saiminiu (e di Remus Lupin che, anche se non avrà parte fondamentale della storia, non potevo certo lasciare fuori!) Vi annuncio ufficialmente che ho finito di scrivere la storia, quindi comincerò ad aggiornare due volte a settimana; in particolare la prossima volta sarà martedì sera, poi credo che mi stabilizzerò per venerdì e mercoledì sera.

Una piccola nota: la descrizione dei Malandrini è fatta ovviamente dal punto di vista di Reg, quindi credo che necessiti di qualche chiarimento. I Malandrini sono al secondo anno (siamo nel 1972) e non so se avevano già cominciato ad usare i soprannomi che tutti conosciamo, ma ho deciso che la Rowling non ha dato limiti temporali per la formazione del loro gruppo e non è inverosimile che già al secondo anno si considerassero “I Malandrini”, sebbene ovviamente non fossero ancora Animagus; per questo James chiama Remus “Lunastorta”. Quanto a Sirius, non volevo ritrarlo in modo così negativo, ma ritengo che, essendo amico di James, Reg non possa pensare altro di lui che “faccia da schiaffi” (anche perché, bisogna ammetterlo, non era proprio uno stinco di santo, come si suol dire). Infine, non è che James sia innamorato di Mary, anche perché lui ha 12 anni, lei 17; tuttavia alcuni ragazzini, a quell'età, prendono una cotta per ragazze più grandi e mature, come la prof di matematica o la sorella maggiore del proprio migliore amico... insomma, cose così! Mary in fondo ha il suo fascino ed è la capitana di James. Per questo credo che lui si sia un po' infatuato; dubito infatti che sia già preso da Lily, al secondo anno.

A presto, carissimi!

Vostra Beatrix


EDIT: continua anche per questo racconto l'opera di risistemazione dei dialoghi!

   
 
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