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Autore: Kuruccha    23/01/2011    6 recensioni
Il destino dipende dalle decisioni prese.
[What if?][Long-fic]
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Katara/Aang
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 2 - Stallo

 - Aang, Toph, è pronto in tavola! - gridò Katara, le mani raccolte a coppa ai lati del viso, rivolta verso il grande spiazzo vuoto davanti a lei.
 - Io sono già qui, Regina dello Zucchero. E dire che tu hai un paio di occhi funzionanti - la rimbeccò Toph, apparendole alle spalle senza ulteriore avvertimento. Si avvicinò al gigantesco tronco che fungeva da tavolo, dove già facevano bella mostra di loro tre piatti fumanti e un pentolone ancora pieno. Prese malamente un grosso ramo utilizzabile come sedia, lo scostò quel tanto che bastava e, con ben poca grazia, vi si sedette e sollevò un piede sul tavolo, poggiandolo vicino al proprio bicchiere.
 - Tira giù subito quel coso sporco e puzzolente! - la sgridò l'altra, le braccia subito conserte in petto.
 - Punto primo: non sei mia madre, e non mi dirai cosa posso o non posso fare - elencò, enumerando le proprie ragioni con le dita. - Punto secondo: il mio piede non sarà certo profumato, ma niente riuscirà mai ad eguagliare l'odoraccio di questa zuppa.
Katara strinse i pugni, mentre sentiva il cervello ribollire.
 - Ragazze, ragazze, basta! State litigando di nuovo? - le bloccò Aang, planando dall'esterno con il suo aliante e atterrando poco lontano da loro.
 - Ha cominciato lei! - dissero entrambe, incolpandosi a vicenda, le dita puntate l'una contro l'altra. La più veloce a riprendersi fu Toph.
 - Katara ha di nuovo cucinato la sua schifosissima zuppa!
 - Le prugne di mare fanno bene alla salute!
 - Però hanno un gusto oscenamente orrido - continuò, con una smorfia sul viso.
 - Non è vero!
 - E' verissimo invece! Anche ad Aang fanno schifo, solo che non ha mai avuto il coraggio di dirtelo!
Lo sguardo di Katara si diresse verso il povero ragazzo, che non sapeva già più che pesci pigliare. Sarebbe stata una lunga giornata. Sentì la mancanza di Sokka e della sua capacità di alleggerire l'atmosfera, e sospirò.
 - Adesso calmatevi. Katara, è vero, non mi piacciono le prugne di mare. Sono veramente disgustose - spiegò. Katara aprì la bocca per obiettare, ma fu bloccata da un cenno della mano di Aang. - Però le mangerò lo stesso. Toph, visto che è Katara a cucinare, si mangia quello che dice lei. Perciò, ora mettiamoci a tavola.
 - Sì, papà - rispose Toph, battendo un piede per terra e innalzando attorno ai due poveri ragazzi un possente cubo roccioso. Si strofinò le mani, come a togliere eventuali granelli di polvere rimasti, e si diresse verso la porta. - Vado a cercarmi del cibo vero - motivò, noncurante.
Dall'interno della loro stanzetta di terra e sassi, gli altri due sospirarono.
 - Stamattina deve essersi svegliata proprio di cattivo umore - borbottò Aang, osservando lo spazio attorno a sè per capire come abbattere quei muri con il dominio della terra. Toph era diventata davvero brava a creare quel genere di rompicapi pieni di muri sovrapposti, e gli sarebbe servito un po' di tempo per trovarne la soluzione. In realtà era vagamente felice del fatto che il momento del confronto con le odiate prugne si stesse allontanando almeno un po', ma prestò particolare attenzione a non farlo notare.
 - Di cattivo umore come ogni mattina, mi pare - sibilò Katara, sedendosi sull'erba.

Azione.
Ciò che più le mancava era l'azione. L'addestramento non faceva certo per lei.
Si rendeva benissimo conto del fatto che la sua missione fosse stare lì e insegnare ad Aang il dominio della terra, e che non avrebbe dovuto lamentarsi, vista la situazione in cui verteva il mondo in quegli anni. Aveva però moltissima nostalgia del primo periodo delle loro avventure. Inizialmente aveva trovato molto comodo non avere nessun obbligo, nessun dovere nei confronti di nessuno; non che ora li avesse, in effetti. Ciò che era cambiato era il contatto con la gente. Mentre prima viaggiavano molto, ma si fermavano in villaggi popolati e finivano sempre per conoscere qualcuno, ora continuavano pur sempre a viaggiare, ma dovevano nascondersi per non farsi trovare dalla Nazione del Fuoco, ed erano costretti a non entrare mai in contatto con anima viva. E non parlava solo degli abitanti delle varie terre, quanto piuttosto di quei maledetti soldati a cui avrebbe voluto spedire una roccia in faccia. Era stata nascosta in casa propria per troppo tempo; ora che avrebbe voluto finalmente uscire, la guerra glielo impediva. Già una volta era stata costretta ad avere un'identità segreta per riuscire a combattere; non voleva trovarsi costretta a farlo ancora. In realtà, avrebbe desiderato tantissimo riprendere i panni della Bandita Cieca, ma allo stesso tempo era cosciente di non poter mettere se stessa in pericolo, perchè ciò avrebbe significato per l'avatar la mancanza di un fondamentale maestro del dominio.
Accarezzò Appa, che le si era avvicinato in cerca di cibo. Gli grattò il muso, continuando a rimuginare.
Azione.
Aveva bisogno di azione.

 - Ragazzi, vi devo parlare - esordì, proprio nel momento in cui Aang riusciva ad abbattere l'ultimo strato del cubo.
I due prigionieri si guardarono, perplessi. Non si erano preparati all'eventualità di vederla prima di sera, visto che di solito si rintanava in grotte nascoste da cui non sarebbe uscita nemmeno se l'avessero implorata. Il ragazzo rivolse il viso verso di lei, la domanda già chiara in viso.
 - Quando tornerà Sokka, andrò con lui - tagliò corto Toph.
 - Cosa farai tu? - sibilò Katara, furiosa, finalmente voltandosi per guardarla. - E' fuori discussione.
Toph poteva sentire, tramite i piedi, la rabbia di Katara diffondersi nel suolo. Pensò che, se avesse voluto ottenere un qualche risultato, avrebbe dovuto smorzare i toni, o gli umori sarebbero solo peggiorati.
 - Sentite. Qui stiamo impazzendo tutti, mi pare. Io sono stufa di litigare con voi per ogni sciocchezza e in ogni secondo. Ciò di cui ho bisogno è spappolare quante più rocce possibili sulla testa di ogni soldato della Nazione del Fuoco che ci troviamo contro. Perciò, quando tornerà Sokka, andrò con lui.
 - E ad Aang non pensi? Chi gli insegnerà il dominio della terra? - gridò ancora l'altra ragazza, i pugni sempre più stretti.
 - No, Katara. Ha ragione lei - concluse Aang, uno sguardo serissimo in volto. - Toph, capisco benissimo i tuoi sentimenti. Anch'io vorrei spazzar via quell'esercito, ma non posso ancora riuscirci. Però, se tu pensi che questo possa aiutarti, sei libera di prendere le decisioni che credi più appropriate. Io non ti ostacolerò.
Aang non finiva mai di stupirla. La tranquillità che irradiava riusciva ad annientare perfino l'aura furiosa di Katara. Gli tese una mano, che lui afferrò prontamente.
 - Voglio andare a combattere. Lasciami andare con Sokka.
Lui non rispose, ma sorrise dolcemente e strinse di più la sua mano. Un sorriso fece capolino anche sull'altro volto.
Poi, improvvisamente, da lontano, Katara parlò.
 - Ti accompagneremo noi da lui. Non c'è motivo di rimanere qui, e in questo modo almeno per un altro po' potrete continuare gli allenamenti - disse. - Toph, scusami per prima. Aang, so bene che avete ragione. Scusate - continuò, avvicinandosi a loro e tendendo una mano per toccare le loro, ancora intrecciate.
 - Bene! Si va al Polo Nord! - concluse il ragazzo, entusiasta. Foche-pinguino, continuava a ripetere il suo cervello.

*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
23-1-2011
Yay, Polo Nord! :D Avete tremato per un attimo per la sorte di Sokka, eh? ù____ù XD
Toph-acida-da-troppa-vicinanza-con-Katara mi ha fatta sganasciare moltissimo :°D Diciamo che è così che la immagino dopo una convivenza forzata così lunga. à_à Però povera Katara, la maltratto sempre troppo anche se le voglio così bene ;_;
Grazie mille a chi ha letto e recensito, e anche ai lettori silenziosi, che temo non esistano, perchè in questa sezione ormai ci conosciamo tutti XD
Fatemi sapere se non si è capito qualcosa o se ho finito per sollevare dubbi imprevisti ò_ò
   
 
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