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Autore: FairyCleo    25/01/2011    2 recensioni
"Ah-ah, Nicole! Non ti conviene! Quella è una zona minata!".
Caroline si era accorta subito dello sguardo ammirato che la ragazza aveva rivolto al giovane Salvatore.
Era bello, sì, ma era uno stronzo, e lei non sarebbe diventata la sua cena.
"Lo conosci?".
"Sì, e non ti consiglio di fare la stessa esperienza: Damon è un bastardo".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Elena/Stefan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, ma sono frutto dell'immaginazione di Lisa J. Smith. Se fossero stati miei, Damon sarebbe stato l'unico vampiro in circolazione.

Un nuovo arrivo a Mystic Falls

Era una tiepida giornata primaverile a Mystic Falls.
Il cielo era limpido e gli alberi erano in fiore. Un leggero venticello portava con se l'odore della bella stagione, dando conforto a chiunque, soprattutto a chi se ne stava affacciato dalla finestra della propria camera da letto.

Stefan Salvatore aveva appena trascorso la notte con la ragazza che amava ma, nonostante tutto, continuava a tormentarsi per tutto quello che stava accadendo.
Katherine era stata finalmente rinchiusa nel luogo dove avrebbe dovuto trovarsi da 145 anni, e la sua dolce Elena e tutti i suoi cari finalmente erano al sicuro, ma qualcosa, o meglio, qualcuno, non gli permetteva di prendere pace. Questo qualcuno rispondeva al nome di Damon.
Suo fratello, Damon Salvatore, era follemente innamorato di Elena.
Anche se continuava a negarlo, era ovvio che provasse qualcosa di molto profondo per lei.
Quando Damon si trovava con Elena era un ragazzo diverso, un ragazzo più umano, per quanto potesse essere possibile una cosa simile per un vampiro.
Stefan sapeva di non doversi preoccupare di lei. Elena non era Katherine, ma sentiva ugualmente la competizione con suo fratello.
Temeva che Damon potesse amarla più di lui, e questo pensiero lo faceva impazzire.
Gli aveva fatto un discorso molto puntale su quest’ultimo punto, e Damon sembrava aver recepito il messaggio, ma vederlo tormentarsi per un amore impossibile faceva sentire in colpa il minore dei fratelli Salvatore.
Dopotutto, era la seconda volta che si innamoravano della stessa ragazza e i sentimenti di Damon non erano ricambiati. Non riteneva giusto che suo fratello continuasse a soffrire per causa sua, anche se sapeva benissimo di non avere colpe dirette.

"Che cosa c'è, Stefan?".
Elena si era appena destata dal proprio sonno e, nonostante avesse i capelli tutti arruffati e gli occhi un po' gonfi, era a dir poco meravigliosa.
Ogni volta che il vampiro la guardava il fiato gli veniva a mancare. Era sì il doppelganger di Katerina Petrova, ma era il suo esatto contrario. Egoismo era una parola che Elena Gilbert non conosceva. Così come non conosceva il significato delle parole intrigo, cattiveria e brama.

"Lo sai che sei bellissima appena sveglia?".
I due si erano sorrisi teneramente, e lui si era seduto sul letto per darle un casto bacio sulle labbra.
"E tu sei meraviglioso...".
Stefan era rapito dalla bella bruna. Non poteva desiderare di meglio.

"Ora, vuoi dirmi cos'è che ti turba?".
Le aveva rivolto un sorriso mesto.
"Stefan... lo sai che puoi parlarmi di qualunque cosa... io ti amo... di me ti puoi fidare".
Il ragazzo si era sdraiato sul letto e l'aveva stretta a sé.
"Anche io ti amo, Elena".
Lei arrossiva sempre quando sentiva pronunciare quelle parole. Stefan era tutto ciò che poteva desiderare. Non lo avrebbe tradito per nessuna ragione al mondo.

Una lunga pausa aveva intervallato il prologo di Stefan dal resto della storia, permettendo ad Elena di comprendere esattamente le preoccupazioni del suo ragazzo- vampiro.
"E' per Damon, non è così?".
Stefan l'aveva stretta ancora di più.
"E' che, la storia sembra ripetersi, e per quanto tutto sia completamente diverso da quello accaduto con Katherine, non posso permettere che lui soffra ancora, Elena. Non posso pensare ad un altro secolo e mezzo di sofferenze. Per quanto sia un maniaco psicotico, resta sempre mio fratello".

Elena si era seduta sul letto, guardandolo dritto negli occhi.
"Non accadrà la stessa cosa. Te l'ho detto Stefan: io amo te. Sei tu, e sarai sempre tu".
"Non è di te che ho timore, Elena. Io ho timore di lui".

                                                                                     *


Damon Salvatore si trovava al piano di sotto della propria casa di famiglia, sprofondato nel divano situato accanto al camino.
Aveva trascorso gran parte della notte al Grill a bere, e aveva deciso di rincasare proprio nel momento in cui Elena e il suo adorato fratellino si stavano scambiando "tenere effusioni".
Ci voleva veramente fortuna per trovarsi al posto giusto (nonostante fosse casa sua) nel momento sbagliato. E aver continuato ad affogare i dispiaceri nell'alcol per tutto il resto della nottata non lo aveva aiutato affatto.

Si sentiva un perfetto idiota. Rifiutato per ben due volte dalla stessa donna. O quasi.
La prima volta perché troppo gentile ed educato, la seconda volta perché troppo audace e tenebroso.
Stava ridendo per non scoppiare a piangere. Non era da lui versare lacrime. Non più, a quel punto. Era un duro, e i duri non piangono mai.
Ormai aveva dato fondo a tutte le riserve di liquori che aveva in casa. Doveva uscire a comprarne dell'altro se non voleva che la sbornia passasse troppo presto. E no, lui non lo voleva affatto.

"Dai Stefan! Sbrigati! O faremo tardi!".

La voce felice di Elena lo aveva fatto sussultare. Stava arrivando, e farsi vedere in quello stato da lei era aberrante, ma non aveva la forza di sollevarsi dal divano.
 Forse, l’avrebbe fatto se avesse previsto di vederli arrivare in salotto mano nella mano.

"Non ho intenzione di prendere una not… Buongiorno Damon".
Elena era stata piuttosto fredda nel salutarlo, e Damon si era accorto che aveva stretto ancora più saldamente la mano di Stefan.
Se il tenebroso Vampiro avesse avuto un cuore, esso sarebbe andato in frantumi in quel preciso istante.
"Noi andiamo a scuola... ci vediamo più tardi" - così dicendo, Stefan si era diretto verso la porta, trascinato da Elena che non vedeva l'ora di allontanarsi il più possibile da Damon.
Ma, un istante prima di varcare la soglia e uscire da casa, si era girato verso il fratello, lanciandogli uno sguardo carico di preoccupazione.
Damon non gli aveva rivolto neanche una parola.

                                                                                           *

"Credimi Caroline, non ne posso davvero più! Non so come faccia, ma sta rovinando tutto! Stefan è sempre nervoso, e si muove come un gatto quando è in casa con me e c'è anche Damon! Quanto lo detesto!".
Elena aveva pronunciato tutto d'un fiato.
L’amica la stava guardando con un misto fra disgusto ed ironia.
"Oh Caroline… Pensi che Stefan stia esagerando?".
"E’ ovvio che stia esagerando! Io capisco che sia in pena per il fratello, ma non credo che se lo meriti. Ok, vi ha aiutato a rinchiudere Katherine nella cripta, anzi, lo ha praticamente fatto da solo, ma questo non sconta tutte le cose terribili che ha fatto fin ora!".
La ragazza non sembrava convinta.
"Elena, finalmente puoi stare tranquilla dopo tanto tempo. Non devi preoccuparti né di Katherine, né di pietre di luna, né di altre streghe, quindi ti prego, non lasciare che una stupida cottarella di un idiota montato come Damon Salvatore ti mandi nel pallone, ok?".
“Va bene... ci proverò… ma non ti garantisco di uscirne vincitrice".
La ragazza di colore l’aveva abbracciata, facendole così capire che per lei ci sarebbe stata per sempre. Era la sua migliore amica, non l’avrebbe abbandonata per niente al mondo.
"Andiamo ora, o arriveremo tardi all'appuntamento con Bonnie".

Le due ragazze si stavano dirigendo verso l'auto di Caroline, quando si erano bloccate di colpo: gli era parso che qualcuno le stesse chiamando.

"Ehi voi! Ragazze! Scusate!".

Girandosi, si erano rese conto che qualcuno si era rivolta proprio a loro.
Si trattava di una ragazza piuttosto carina: aveva lunghi capelli castano chiaro arricciati sulle punte, un viso rotondo e roseo e un fisico snello e tonico, anche se non era molto alta. La cosa che aveva attirava di più la loro attenzione, però, erano i suoi grandi e luminosi occhi nocciola.
"Credo che ad una di voi sia caduto questo" - così dicendo, aveva mostrato alle due ragazze il portafogli di pelle nera che aveva in mano.
"Ma questo è mio! Grazie infinite!" - Elena aveva ripreso il proprio oggetto, riconoscente, ma un po' incredula - "Come ho fatto a non accorgermi di averlo perso? Dove ho la testa?! Grazie mille!".
La ragazza continuava a sorridere, leggermente imbarazzata.
"Figurati! Mi sono accorta che ti era caduto e restituirtelo era il minimo che potessi fare!".
"Grazie ancora! Ma lascia che mi sdebiti! Io e Caroline stiamo andando a mangiare qualcosa in un posto qui vicino! Vieni con noi, ti prego! Almeno così ho la coscienza a posto!".
La ragazza continuava a sorriderle, mostrando i suoi denti perfetti e bianchissimi.
"Non vorrei approfittarne....".
"Insisto! E comunque piacere! Io sono Elena Gilbert!".
"Ed io sono Caroline Forbes!".
"Piacere di conoscervi ragazze: mi chiamo Nicole Lockwood!".

                                                                                          *

"E' così tu sei la cugina di Tayler!".
Elena e Caroline erano piuttosto sorprese di aver appreso che quella ragazza fosse imparentate con i Lockwood. A dir la verità, erano anche un po' preoccupate, visto che essendo una Lockwood, sarebbe potuta essere un potenziale lupo mannaro. Ma non era di certo quello il momento per aprire una simile conversazione.
"Proprio così!".
Nicole si era rivelata una persona molto gentile e simpatica, nonché dotata di un grande appetito. Nonostante il suo fisico da atleta, aveva già divorato due panini e una porzione doppia di patatine fritte, al contrario delle ragazze sedute accanto a lei che avevano preso una misera insalata.
"Scusate ragazze… So di non star facendo un'ottima impressione, ma sono arrivata sta mattina presto e sono venuta a scuola senza fare colazione. Se avessi aspettato ancora un po' sarei svenuta! Ora sto decisamente meglio!".

Le due ragazze le stavano sorridendo, divertite.
Nella conversazione avuta durante il tragitto scuola-Grill, Nicole aveva detto loro di avere diciotto anni e di essersi trasferita a Mystic Falls da suo cugino perché i suoi genitori erano sempre in giro per lavoro e non le andava di rimanere a casa sola.
Non era una cugina diretta di Tyler: sua nonna era cugina della nonna paterna del loro amico.
"Spero che ti piacerà stare qui a Mystic Falls!".
"Se tutti qui sono disponibili e affettuosi come voi sono sicura che sarà una permanenza indimenticabile! Sapete, non pensavo di fare conoscenze così in fretta. E devo ammettere che sono stata proprio fortunata!".

Un minuto dopo, una ragazza di colore bellissimo aveva fatto capolino al loro tavolo.
"Alla buon ora!" – aveva esclamato Caroline, leggermente stizzita.
"Scusatemi tanto ragazze! Ma sono dovuta passare da casa e... Ma che maleducata, scusami… Piacere! Io sono Bonnie Bennet!".
"Nicole Lockwood! Piacere mio!".
Ma, proprio nell'attimo in cui le mani delle due ragazze si erano sfiorate, il sorriso dal viso di Bonnie si era incrinato: era evidente che avesse visto qualcosa di strano, e Nicole sembrava essersene accorta, solo che non poteva sapere quali fossero le doti nascoste della persona che aveva appena conosciuto.
"Tutto ok, Bonnie?".
La ragazza aveva atteso qualche secondo di troppo prima di risponderle.
"Sì...sì, va tutto bene".

Elena non era stupida o superficiale. Capiva troppo bene quando qualcosa non andasse, e si era affrettata nel chiedere a Bonnie di accompagnarla in bagno. Doveva sapere immediatamente cosa avesse visto la sua amica dotata di poteri magici.

Mentre le due amiche si dirigevano verso il bagno, uno splendido ragazzo con i capelli neri e gli occhi color del ghiaccio aveva fatto il suo ingresso nel locale.
Nicole non aveva potuto fare a meno di notarlo.  

                                                                                                    

"Ah-ah, Nicole! Non ti conviene! Quella è una zona minata!".
Caroline si era accorta subito dello sguardo ammirato che la ragazza aveva rivolto al maggiore dei Salvatore.
Era bello, sì, ma era uno stronzo, e lei non sarebbe diventata la sua cena.
"Lo conosci?".
"Sì, e non ti consiglio di fare la stessa esperienza: Damon Salvatore è un bastardo".
Damon.
Ora sapeva quale fosse il suo nome.

Il destino aveva voluto che lui si girasse proprio verso il suo tavolo, e che per un attimo i loro sguardi si incrociassero.
Lui sembrava essere rimasto completamente indifferente all'accaduto. Doveva essere abituato a sorprendere delle ragazze mentre lo fissavano.
Lei, invece, era rimasta fuori dal tempo per un istante forse troppo lungo. Eppure, non riusciva a capacitarsi di una cosa stranissima: le sembrava di averlo già conosciuto.

Continua…
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Salve a tutti!
Questa è la prima storia che scrivo su The Vampire Diaries, nonché la mia prima Het! Spero che vi piaccia, e che rimaniate con me fino alla fine!
Cleo
   
 
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