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Autore: Selenite    25/01/2011    19 recensioni
Mahel è un'allegra ragazza di 16 anni, il cui nome le è stato dato dalla madre, una scrittrice di libri per ragazzi, prendendo ispirazione da un personaggio delle sue stesse storie. Nonostante Mahel odi il suo nome, si ritroverà nell'universo delle fiabe di sua madre, per aiutare il co-protagonista Lagharta alla salvezza del mondo. Sembra una storia fantasy come le altre, ma non lo è... Perchè Lagharta non è un eroe come tutti gli altri. E odia Mahel dal più profondo del suo cuore.
Ho messo rating piuttosto alto, in quanto ci sarà la presenza di alcune scene abbastanza crude. Ringrazio in anticipo per la cortesia che chiunque vorrà riservarmi nel leggere ^^
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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***

Dedicato a hinayuki.
Ogni volta che leggo un tuo commento, mi viene spontaneo sorridere, perchè sei una persona meravigliosa.
Conoscerti, anche se attraverso EFP, è stato (ed è tuttora!) un onore per me.
Grazie di tutto...e per tutto <3

***

CAPITOLO 18

La Dea dentro di lei


Colonna aspettava. Con ansia e trepidazione.
I capelli azzurrini, al contrario della prima volta che l'aveva incontrata, erano adesso acconciati elegantemente, raccolti sulla nuca con alcune ciocche che ricadevano sulle spalle, fermati da fermagli dorati e argentati, pietre preziose e lacci di stoffe pregiate, come seta. Tutto nelle sfumature del blu e del celeste, per accompagnare meglio il suo colore di capelli, così delicato e tenue. Una tunica celeste anch'essa, rifinita con fili d'oro e con pietre bianche e brillanti le copriva il corpo perfetto e slanciato.
Aspettava, inginocchiata umilmente nella Sala del Colloquio, con una strana ansia dipinta sul volto. Preoccupata forse, o più semplicemente eccitata dall'arrivo di Mahel.
-Vie...ti prego...fa che arrivino qua sani e salvi...- sussurrò Colonna in ansia, sentendo alle sue spalle il rumore di una porta che si chiude.
Assunse un'espressione seria, come conveniva alla Gran Sacerdotessa, e sospirò.
-Chi disturba il mio rito di preghiera...?- chiese alzandosi dalla sua posizione e stagliandosi, maestosa ed elegante, davanti alla persona davanti ad i suoi occhi.

Luminosa ed eterea, magica. Una luce bianca avvolgeva la stanza, circolare col soffitto a cupola, di colore azzurro-violaceo, catapultando chiunque entrasse in un mondo in bilico tra quello divino e quello mortale.
Come cristallo, rifletteva una luce magica che faceva risplendere addirittura gli ornamenti di Colonna, così bella.
La sacerdotessa dai capelli verdi era davanti Colonna, lo sguardo rivolto al basso. Le si avvicinò e si inginocchiò, baciandole le mani -Mi spiace interromperla, Somma Sacerdotessa, ma...-
Colonna non riuscì a trattenere un sorriso infantile, dolce e spontaneo, felice -Sono arrivati i nostri ospiti, Emerald?- chiese senza riuscire a trattenere l'eccitazione.
Emerald guardò soddisfatta negli occhi Colonna, sorridendo -Ho scoperto essere degli impostori e li ho cacciati dal Tempio. Volevo solo avvertirla di non attendere oltre le persone annunciateci dalla Sibilla, in quanto...-
Colonna lasciò che le mani cadessero sui fianchi, gli occhi aperti e sgomenti da quella rivelazione. Un urlo, terrificante, in contrasto con la sua bella presenza, scaturì dalla sua bocca -TU HAI FATTO COSA?!-

-Cosa hai intenzione di fare adesso, Mahel?- chiese Alvexia dopo qualche minuto, mentre la ragazza affondava la testa tra le braccia poggiate sulle ginocchia -Tornerai indietro?-
-Non credo. Non posso. Non voglio. Rimarrò qua finchè quell'odiosa sacerdotessa non avrà il buon senso di ascoltarmi...- rispose Mahel scoprendo il volto ed i capelli arruffatti sul viso -Voglio essere ascoltata-
La Lilith sorrise e le scompigliò ancora di più i capelli, rassegnata a quell'animaletto fastidioso dalla testa dura -C'è qualcosa per cui ti arrenderai mai...?-
Mahel sembrò pensarci un attimo, guardando verso il cielo. E sorrise -Solo al cielo...-
Alvexia la guardò confusa e rivolse lo sguardo al guerriero, che fece spallucce. Entrambi, nello stesso momento, pensarono alla stessa cosa: “Che strana ragazza...”

Colonna aprì la porta della Sala con irruenza, senza pensare al suo ruolo e alla sua condizione di sacerdotessa.
Scese le scale pestando con i sandali la stoffa pregiata della tunica, il cui strascico le stava continuamente in mezzo ai piedi -Emerald, considerati dispensata dalla tua carica. Voglio che lasci i tuoi alloggiamenti entro il tramonto- urlò alla sacerdotessa ancora dentro la Sala, che la guardava sgomenta -Sono stata chiara?-
Emerald rimase ferma nella sua posizione, le urla di Colonna ancora nelle orecchie, gli occhi lucidi per un'umiliazione che non credeva tale. Borbottò un sommesso “si” che Colonna sicuramente non aveva udito.
Quando fu alla porta, Colonna sentì una voce che cantava poco più avanti. Si fermò, poggiando le mani sui battenti della porta, in attesa, ascoltando.
E sorrise.

Mahel sentì Alvexia cantare e spontaneamente chiuse gli occhi.
Lagharta guardò la Lilith, che si accorse del suo sguardo, e gli fece cenno di non dire niente. Lasciò che le parole le uscissero di bocca, senza pensarci.
Come una danza.
Mahel mugugnava il ritmo della litania dolcemente, accompagnando la voce soave della Lilith, le dita che si muovevano nell'aria, come suonassero uno strumento.
Aveva una voce davvero bellissima.
Le si poggiò con la spalla, strusciando il visino, aspettando che finisse di cantare -Che cos'era Alvexia, questa...?-
La Lilith ci pensò su un attimo -Chiedilo al bel guerriero- scherzò lei, indicandoglielo.
Mahel lo guardò aspettando una risposta, che non tardò ad arrivare -Quello che hai appena sentito viene chiamato “Canto della Dea”...-

Colonna e Mahel sorrisero entrambe nello stesso momento, senza saperlo.
La prima aveva una vaga idea di quel che volesse fare Mahel e aprì di poco il battente, per potere vedere al di fuori del Tempio. E si stupì di quanto la ragazzina del Lago fosse cambiata.
Seguì i movimenti stranamente sicuri di Mahel fino ai Fiori di Luna, la sentì schiarirsi la voce e guardare verso Alvexia e Lagharta. Sorrise di nuovo.
Non vi era dubbio che quella era la Mahel della Leggenda.

Quando aprì bocca per cantare, Lagharta rimase folgorato.
Aveva una voce comune, intonata si, ma comune. Eppure lo spettacolo davanti ai suoi occhi era quanto di più bello avesse mai neanche immaginato.
Mahel risplendeva, come una pietra preziosa ai raggi del sole. E anche i fiori accanto a lei splendevano, come se irradiassero luce dell'interno.
Alvexia era rimasta a bocca aperta: non aveva eccelse doti canore, ma il suo canto stava facendo risuonare i Fuori di Luna, come accadeva solo durante i riti sacri. Seppure non ne avesse mai visti, ciò che accadeva durante i riti era risaputo.
E Lagharta...lo vedeva con la coda dell'occhio, gli brillava lo sguardo. La seguiva, passo dopo passo, attraverso i fiori brillanti dell'enorme prato, seguiva le sue parole sillaba dopo sillaba. Si stupiva, che lei conoscesse la lingua di Gaia, che dopo una sola volta che aveva ascoltato la canzone la sapesse riprodurre così fedelmente -È bella vero...?- chiese lei senza distogliere lo sguardo da Mahel, seppure continuasse a tenerlo sott'occhio.
-Bellissima...- rispose Lagharta estasiato, senza pensarci, considerando dentro di sé Mahel più bella di qualsiasi sacerdotessa avesse mai visto.
Ridacchiò soddisfatta -La pensi così anche tu, fatina?- chiese poi rivolgendosi a Saluss, che sorrideva -Già...una sposa perfetta...-

Già lo sapeva, che lei era solo una fatina.
Niente di più che una fatina.
E aveva odiato Mahel per non esserlo, per essere una donna, una possibile sposa. E si era sentita poi un verme, si era vergognata di sé e dei suoi pensieri.
Lei era senza dubbio LA sposa. Non poteva che essere così.
Solo qualcuno di vicino a Vie poteva far risplendere i Fiori di Luna mentre intonava il Canto della Dea. Solo la Mahel della Leggenda poteva.
Lei era la Mahel della Leggenda. La promessa sposa di Lagharta.
Chiuse gli occhi e strinse il pugnetto, frustrata, sentendo il dito di qualcuno posarsi sui suoi capelli. Quando scoprì che era Alvexia non reagì, ma si sentì ancora più umiliata.
-Se devi dire qualche cattiveria, dillo ora che Lagharta è in coma...- disse lei voltando lo sguardo -Non ho la forza di discutere con te-
-Mi dispiace...- disse lei, arrossendo, stupita di provare empatia per quell'esserino svolazzante fastidioso -Ma non è detto che loro due inizieranno ad amarsi...-
Alla parola amore Lagharta si irrigidì, guardando la Lilith -Non sono innamorato di Mahel. E Mahel non è innamorata di me. Io...io voglio solo rimandarla da sua madre...- disse poco convinto, guardando la ragazza davanti a lui cantare e danzare in mezzo ai fiori luminosi del giardino -Gaia non è il suo mondo-
Alvexia e Saluss si guardarono, consapevoli che sarebbe stata la prima, l'unica e soprattutto l'ultima volta che sarebbero state complici di qualcosa.

Colonna capì che era tutto lì, ciò che stava aspettando.
Consapevole di chi ci fosse dietro di lei, si fece da parte indicando fuori -Osi ancora dire che sono intrusi? Lagharta è il prescelto di Saluss da anni ormai e quella ragazza ha fatto risplendere i Fiori di Luna cantando la canzone della Dea. Hai bisogno di altre prove...?-
Emerald abbassò lo sguardo, colpevole -La Somma Sacerdotessa voglia scusarmi per la mia arroganza. Provvedo a liberare le mie stanze come mi ha ordinato...-
Prima che potesse andarsene, Colonna la fermò -Prima di andare, fai accomodare i nostri ospiti...- disse con falsa freddezza alla sacerdotessa, che si inchinò pronta ad andare.
Colonna sapeva come sarebbe finita.
Anche Emerald sarebbe stata conquistata dalla dinivinità splendente di Mahel.

Aprendo i battenti del portone d'ingressom, Emerald attirò l'attenzione del gruppetto di persone davanti a lei.
Mahel interruppe il canto e si voltò, facendo comparire sul suo volto un'espressione arrabbiata, come a volersi difendere. Alvexia voltò lo sguardo e si rimise seduta, dando le spalle alla sacerdotessa, e Lagharta rimase immobile, in attesa.
-La Gran Sacerdotessa ha espresso il desiderio di incontrarvi- disse cercando di trattenere dentro di sé la rabbia che provava -Se voleste farmi il favore di seguirmi...-
Mahel rimase ferma sul posto, guardando Alvexia -Non vieni...con noi...?- chiese dubbiosa, vedendo Alvexia ferma a sedere.
Alvexia le sorrise e scosse la testa, indicando la sacerdotessa dietro di lei -Credo che la signorina dietro di me ti spiegherà il perchè con più precisione e passione-
Emerald cercò di mantenere compostezza a quell'affermazione così fuori luogo -Le Lilith non possono entrare nel Tempio di Vie. È proibito-
-E perchè mai?- chiese Mahel, guardando a volte verso la Lilith a volte verso la sacerdotessa.
Alvexia ridacchiò della situazione, tanto la trovava paradossale in quel momento -Perchè io sono un demonio-

Demonio.
Tante, troppe volte aveva sentito quelle parole. Per lei non avevano senso, ognuno era quel che era senza bisogno di inutili e dannosi epiteti.
Ogni volta che Alvexia utilizzava verso di sé la parola demonio, il suo volto si scuriva, portando un'ombra scura davanti i suoi occhi rubino.
Mahel non sapeva cosa dire, o come dirlo.
Alvexia notò il suo volto arrossire di rabbia e cercò di spiegarle prima di assistere di persona alla scena comica di cui aveva riso poco prima -Mahel, tranquilla. Ti hanno detto qualcosa sulle Lilith, no? Noi siamo “creature demoniache”, quindi non abbiamo l'autorizzazione ad entrare in luoghi sacri, come lo è il Tempio di Vie. Ma io, anche volessi, non posso entrare...- spiegò lei, avvicinandolesi dolce -Capisci?-
-In che senso non puoi?- chiese Mahel, sbigottita.
Alvexia sospirò -Mahel...noi Lilith siamo considerate una “razza malvagia”. Possediamo conoscenze sui veleni e su tecniche di spionaggio e assassinio superiori a quelle di chiunque altro. Per via dei nostri occhi siamo anche in grado di avvalerci di alcune tecniche di evocazione, anche se si tratta di spiriti magici minori, evocabili attraverso un “tramite”. Ma io no. Io sono...diversa, dalle altre...- disse lei, abbassando lo sguardo -Hai visto la mia forma demoniaca, no?-
Mahel annuì, in silenzio.
-Bene. Quella è un'evocazione. Un'evocazione che faccio usando il mio corpo come tramite...o più precisamente i miei occhi...-
Mahel fece un passo indietro, colta alla sprovvista. Un'evocazione tramite il suo corpo...?
-Ma non è...come dire...pericoloso?-
Alvexia scosse la testa, ridacchiando -Non finchè non vengo ferita. L'evocazione si annulla solo per mio volere o per...mancanza del tramite. Devo solo stare attenta che i miei occhi non se ne vadano mai a giro mentre combatto. Piuttosto facile, no?- aggiunse ridendo di nuovo, nascondendo il terrore nei suoi occhi.
Mahel si avvicinò a lei, confusa -Alvexia...solo tu hai questa peculiarità? Solo tu puoi...trasformarti in un...un...-
-Demone? Si- disse lei, salendo la scalinata che portava ai battenti -Dico subito alla sacerdotessa che non voglio entrare. Solo mostrare una cosa a Mahel, dopodichè me ne starò buona buona qua, ok?-
Alvexia si avvicinò alla porta, standone lontana qualche centimentro. Respirò a fondo, impostando le mani davanti a sé -Nessuno si spaventi, non faccio niente di male. È solo la barriera che farà qualcosa a me...-
-Barriera...?- domandò Mahel al nulla, mentre assisteva ad uno spettacolo straziante.

Un fulmine azzurrino percorse le mani di Alvexia, che le aveva avvicinate ai battenti, adesso splendendi di una luce bianca.
Scariche elettriche che lei sopportava a fatica, trattenendo le urla di dolore dentro di sé, per l'umiliazione di sentirsi rifiutata dalla stessa Dea che lei adorava.
Allontanò le mani, di scatto, chiudendole in pugni -Anche se volessi entrare con la forza...sarebbe la stessa barriera del Tempio ad allontanarmi...-
Mahel salì gli scalini lentamente, avvicinandosi alla Lilith che riumaneva ferma dandole le spalle. L'abbracciò dolcemente, posando la fronte sulla sua schiena, sussurrando parole gentili -Farò di tutto affinchè Vie ti accetti nel suo Tempio. È una promessa-
Alvexia annuì con la testa, sentendo nella bocca il sapore salato di lacrime che non poteva piangere, perchè era il suo carattere, la sua natura.
Lei stessa.

Alvexia ci aveva pensato più volte.
Se Mahel e Lagharta avessero saputo del suo padrone, e del fatto che era stato lui a donarle quel potere, sicuramente l'avrebbero odiata.
E lei non voleva in alcun modo ferirli. Soprattutto Mahel.
Non potè che pensare, ancora una volta, che il “dono” che le era stato fatto somigliava senza dubbio più ad una maledizione.

Mahel la salutò con la mano, prima di entrare. Alvexia ricambiò.
Scrutò più volte il suo sorriso, ma non vi trovò niente di allarmante. Era preoccupata, ma non sapeva dire se più per se stessa o per lei.
Non ebbe cuore di domandarglielo.
Appena entrò, di nuovo, dentro la Sala dei dipinti, Mahel rimase immobile ad osservare la persona davanti ai suoi occhi.
Ancora più bella di quanto la ricordasse, ancora più elegante, più...magica.
Colonna non potè che sorriderle, allargando le braccia -Benvenuta a Gaia, Mahel. Sono...felice, di rivederti...- disse Colonna parlando con la sua voce.
Mahel sorrise eccitata e si tuffò fra le sue braccia, non prima di essere caduta per terra e di aver portato Colonna con sé -Mi dispiace tanto!- borbottò lei, vedendo l'acconciamento per i capelli di Colonna riverso sul pavimento.
Lei la strinse a sé, ridacchiando -Non mi interessa gran chè di quelle pietre. Adesso ho qualcosa di più prezioso e caldo tra le mie braccia- sussurrò lei baciandola sulla fronte, come fosse sua madre -Mahel...ho aspettato tanto per rivederti...-
Mahel rese l'abbraccio, non accorgendosi di comportarsi come davanti a sua madre, come una di famiglia.
Emerald le guardò facendo sbocciare le sue labbra in un sorriso, dolce e spontaneo. Lagharta le si avvicinò, inchinandosi umilmente -Le chiedo scusa per il comportamento della divina Mahel, somma sacerdotessa. Ma Gaia non è il suo mondo, e non riesce ad abituarsi a...- la sacerdotessa zittì Lagharta, chiudendogli le labbra con un dito.
-Lagharta...sono io che mi scuso. Io volevo solo proteggere la Somma sacerdotessa, non ho pensato a niente altro. E capisco perchè ella reagisca così. Quella ragazza...è un animo puro, spontaneo ed incondizionato. Magari lei non è la Mahel della Leggenda, ma sicuramente è una Mahel magica per Gaia...-
Lagharta sorrise, annuendo. Quella davanti a loro non era una semplice umana. Era Mahel, la Mahel di Gaia. Una delle persone più importanti del mondo.
O, almeno, del suo.

Saluss era insieme a Mahel e Colonna, nella stanza privata di quest'ultima. Ridevano, tutte insieme, di un sorriso che Colonna non sapeva esser capace.
Era ormai giunto il tramonto.
Il battito alla porta riportò alla mente di Colonna i suoi doveri e le sue parole. La sua voce divenne fredda -Prego-
Emerald entrò nella stanza, una tunica semplice bianca indosso, i capelli ormai non più acconciati e lasciati liberi sulle spalle -Mi spiace disturbarla durante la vestizione, Somma Colonna. Sono venuta per porgerle i miei ultimi saluti...-
Colonna si avvicinò alla sacerdotessa, mentre Mahel la guardava stupita -Colonna, che succede...?-
Colonna si voltò, cercando di rimanere impassibile -Emerald ha osato buttarvi fuori dopo che le avevo espressamente ordinato di accogliervi. È un errore imperdonabile, allontanare dal Tempio con tali modi sgarbati la divina Mahel della Leggenda...-
Mahel scosse la testa, confusa -È stato un errore...-
-Nessun errore- disse Colonna, imponente -E anche se fosse, gli errori vanno pagati con una punizione. Emerald abbandonerà il Tempio, così che le altre sacerdotesse prendano a monito il suo comportamento inopportuno!-
Mahel si alzò, contrariata -No! Non potete allontanarla dal Tempio solo perchè ha fatto ciò che era più giusto! Non è così che si applica la giustizia, Colonna-
-Mi spiace Mahel, io ormai non posso fare più nulla per lei- esordì Colonna con freddezza, guardando severa verso Emerald -Sei una vergogna per la tua famiglia...-
Prima che Emerald potesse congedarsi, si avvicinò a Colonna e le tirò il braccio verso di lei, perchè si voltasse -Colonna!-
Questa si voltò, infastidita anche se il gesto veniva da Mahel. E sia lei, che Emerald che Saluss rimasero senza parole a ciò che videro.

Era in ginocchio. A terra.
La testa al pavimento, la più grande umiliazione.
Emerald spalancò gli occhi, senza parole, Colonna aprì le labbra in un sorriso -Non allontanare Emerald dal Tempio, Colonna. Lei ha solo reagito in modo esagerato ad un mio gesto scortese. Non ha fatto niente di male, è colpa mia. E chiedo scusa anche a te, per aver ripetuto quel gesto...ma ti prego. Ti prego!- alzò lo sguardo verso Colonna, fiera -Non mandare via Emerald-
La sacerdotessa dai capelli verdi guardò verso Mahel e poi verso Colonna, che le guardò entrambe e posò nuovamente lo sguardo verso Mahel -Ti accogli piena responsabilità per questa tua decisione?-
-Si- disse Mahel decisa, senza esitare -Punisci me al posto suo-
Colonna ridacchiò, volgendo lo sguardo verso Emerald -Ringrazia la divina Mahel. Potrai restare al Tempio- disse Colonna, vedendo gli occhi di Emerald illuminarsi di gioia e di commozione -Ma! E sottolineo ma, dovrai farle da ancella per tutto il suo soggiorno. Sono stata chiata...?-
Emerald guardò verso Mahel, ancora inginocchiata a terra, e si inginocchiò a sua volta, scoppiando in lacrime, prendendole in mano una ciocca di capelli e portandosela alle labbra -Sarà mio immenso onore, prendermi cura della divina Mahel...tutto, per colei che ha salvato la mia dignità e quella della mia famiglia...- disse fra i singhiozzi la ragazza, senza osare alzare gli occhi su Mahel.
-Che...perchè mi sta baciando i capelli...?- chiese Mahel a Saluss, che le si era avvicinata ormai consapevole di ciò che aveva voluto fare Colonna.
-Mahel...baciare le mani ad una persona è riconoscerne la sua natura divina. È un saluto molto rispettoso. Ma baciarne i capelli...è il riconoscere la propria inadeguatezza nel presentarsi a tale divinità. È il saluto più umile conosciuto al mondo...-
Mahel guardò quella ragazza, ai suoi occhi adesso così dolce, tenere stretti tra le dita i capelli e baciali, sussurrando scuse sommesse.
Non resistette a quella dimostrazione di scuse e l'abbracciò, calorosamente -Nel mio mondo, questo è il modo migliore di chiedere scusa Emerald. E chiamami Mahel...-
La sacerdotessa si arrese a quel cuore, quel calore così dolce che dimostrava quella ragazza comune ma speciale, abbracciandola a sua volta.
Colonna sorrise.
-Emerald...porta Mahel nella tua stanza e procedete alla vestizione. Chiederemo un colloquio speciale con Vie...-
Emerald annuì fra le lacrime, abbracciando più forte Mahel, che ricambiava.
-La renderò più bella di qualsiasi altra sacerdotessa al mondo!- borbottò tra i singhiozzi. Pensando, nel suo cuore, che quella ragazza era già più bella di qualsiasi altra persona al mondo.

Lagharta aspettava. Aveva visto passare Mahel ed Emerald insieme, le mani unite. E Saluss che svolazzava dietro di loro, ridacchiando soddisfatta.
Aveva sospirato ed era andato alla porta, aprendola e guardando verso Alvexia.
-Ehi, ragazzina, non credo che sia il caso di aspettare qua stanotte...- disse Lagharta verso Alvexia, che lo guardava senza capire -Perché no, fusto?-
-Mahel avrà un colloquio con Vie, questa notte. Dormiremo al Tempio. Trova un posto più caldo per dormire-
La Lilith rise, stendendosi sullo scalino -Ti preoccupi forse per me?-
Lagharta sospirò, infastidito -Lo dico solo perchè sennò quella mi attribuirà tutta la colpa, se ti succede qualcosa-
Alvexia lo guardò seducente, chiamandolo col dito -Perché non ci riscaldiamo insieme, questa notte...?- chiese ridacchiando soddisfatta di averlo scosso un po'.
-Credo di avertelo già detto: mi donerò solo alla mia sposa-
-Ma tu non sposerai mai Mahel, neanche se ti accorgerai di amarla. Quindi non vi unirete mai. Quindi puoi unirti a me, non ti farò male- sentenziò lei, falsamente seria.
Lagharta ingoiò un impropero, affondando la faccia tra le mani -Perchè, perchè devi irritarmi a tal punto, eh? Ti diverti a stuzzicarmi?-
-Si- disse lei, scoppiando a ridere -Andiamo, adesso non provi neanche più a nascondere che la ami-
Lagharta fece per avvicinarsi ma rimase sulla porta, fermo e serio -Non la amo. Non posso innamorarmi. Non so neanche cosa sia, l'amore...e non riesco ad innamorarmi di lei-
Alvexia lo guardò, seria a sua volta, mettendosi a sedere -Fusto...-
-Senti, non ho bisogno della tua compassione. Sto bene così. Saluss mi adora, e anche io l'adoro. La Sibilla mi mette spesso alla prova, ma so che mi vuol bene, e anche io provo gli stessi sentimenti. Mahel è...semplicemente una persona che devo proteggere e riportare indietro nel suo mondo, da sua madre...-
-Lagharta...te ne rendi conto di cosa stai dicendo, vero?- chiese la Lilith rimanendo al suo posto, guardando il guerriero compassionevole -Se tu parli così, Mahel...-
-Mahel non è innamorata di me. Non ancora. Sa cosa accadrà, se iniziasse ad amarmi. Mi ha promesso che non accadrà. Non voglio odiarla, non lei. Lei mi ha accettato, così come ha accettato te. Non posso, non voglio ferirla. Mahel...è importante per me. Ma per quanto ho di più caro al mondo, io non sono innamorato di lei- disse tutto d'un fiato il guerriero, scostantosi i capelli dal viso, nervoso -Non so come avrei fatto, se la Mahel della Leggenda mi avesse odiato, come tutti gli altri...-
Alvexia sbottò in un sorriso, che infastidì Lagharta -Che cosa c'è?-
-Niente, niente- rispose lei, mettendosi di nuovo distesa, guardando il cielo rapita -Mahel ha senza dubbio dentro di lei un potere inimmaginabile. E assoluto. Magari non ha poteri magici visibili, anche se i suoi capelli nascondono ben più che una bellezza estetica, ma il suo cuore è...-
-Speciale- finì il guerriero, vedendo la Lilith voltarsi verso di lui e annuire -Sei sicuro di volerla perdere...quando ancora non è tua, Lagharta?-
Lagharta stava per rispondere, quando fu richiamato all'interno -Io...-
-Vai pure fusto, buonanotte!- disse la Lilith chiudendo gli occhi, e facendogli cenno con la mano di andare.
Lagharta chiuse la porta e la lasciò da sola, fuori del Tempio, a ridere rassegnata sia al carattere di Mahel...che a quello del guerriero.

Voleva parlare. Ma non trovava le parole.
Splendida, bellissima, affascinante, incredibile. Non rendevano l'idea.
Eppure era davanti ai suoi occhi, che come la sua bocca non sapevano come reagire.
I capelli erano raccolti sulla nuca, lasciando alcune ciocche libere di cadere fino a terra, attorcigliandosi alle braccia e cadendo fino a terra.
Diamanti e accessori di mithril magico, il materiale più pregiato di Gaia, le adornavano i capelli e le braccia. Una piccola catenella dello stesso materiale, adornato di diverse e varie pietre preziose le impreziosiva la vita, facendo meglio aderire la tunica semitrasparente bianca che indossava.
Gli occhi erano ancora più brillanti del solito, vivaci. E quel rossore sulle guance era impagabile, assolutamente tenero.
Era schifosamente bella, ecco, quella era l'espressione più adatta.
Saluss accanto a lei le svolazzava soddisfatta, mentre Emerald le teneva lo strascico della tunica alzato da terra, perchè non si sporcasse. Colonna, accanto a lei, vestita e adornata di gioielli allo stesso modo di Mahel, era stupenda.
Ma non riusciva ad eguagliare la bellezza e quell'aura misteriosa che Mahel emanava, senza volerlo, vestita come una sacerdotessa.
Lagharta si avvicinò alle due donne davanti ai suoi occhi, ingonocchiandosi e baciando le mani prima a Colonna e poi alla stessa Mahel -Lagharta!-
-Mahel...ti hanno spiegato il significato di questo vestito...?-
-No, perchè?- chiese Mahel impacciata, guardandosi addosso e arrossendo d'imbarazzo per le numerose e costose pietre che l'adornavano -Che cos'ha di strano...?-
Lagharta si alzò in piedi, guardandola fissa negli occhi -Le sacerdotesse...indossano, durante i loro riti sacri...le stesse vesti di una...sposa...-
Mahel spalancò gli occhi, guardando verso Emerald che ridacchiava e verso Colonna -Scusami Mahel, non credevo fosse importante...-
-Io...non credevo che le spose potessero permettersi questi abiti costosi!-
Colonna ridacchiò -Non esattamente. Se una coppia è fedele alla chiesa di Vie, sono le stesse sacerdotesse del Tempio a vestire gli sposi dei nostri più pregiati capi di vestiario. Le spose di Vie sono le più belle di tutta Gaia...-
Mahel arrossì a quelle parole mentre Lagharta, invece, ormai non sentiva più nulla.

Davanti a lui adesso c'era solo una semplice donna, una sposa, bellissima.
Una delle donne più belle che avesse mai visto. La più bella.
Pensò, con la speranza nel cuore, di riuscire a trovare, un giorno, una sposa che fosse, vestita come Mahel, bella almeno la metà di quella Dea davanti ai suoi occhi.



***

Ooooh finalmente xD è due giorni che tento di scriverlo ma non riuscivo a trovare il tempo e l'ispirazione. Entro domani sera provvederò a rispondere alle recensioni dello scorso capitolo tramite il nuovo metodo, anche se non voglio togliere il piacere di RINGRAZIARVI anche a fine capitolo, seppur con un ringraziamento generale.
Grazie a Genis, LinusVanPelt, Lete, Lady Moonlight, Fairy_chan88, piccolaKiki, fruttina89, Milou_, hinayuki (a cui ho dedicato questo capitolo),  Dust_and_Diesel, BumBj. Grazie a tutti e a tutte per aver trovato il tempo di lasciarmi un segno, lo apprezzo moltissimo <3
Grazie anche alle 34 persone che hanno messo la storia fra le preferite, le 44 persone che l'hanno messo fra le seguite, le 6 che l'hanno messa fra quelle da ricordare. Siete meravigliosi e meravigliose <3
Spero che chiunque mi segua, da adesso o dall'inizio, mi segua fino alla fine. Ne sarei davvero onorata <3
Un bacio ed un abbraccio a tutti quanti.
Con affetto,
Selenite =)
  
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