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Autore: IsaMarie    27/01/2011    14 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 66
Buongiorno ragazze!
Eccoci di nuovo nella casa al mare per dare un'occhiata al pomeriggio dei Jalice!
Scoprirete un episodio importante della famiglia Cullen e qualcosa del passato di Edward!
Vorremmo rassicurare le fans di Edward: i prossimi due capitoli si svolgeranno interamente a casa Swan!
Ringraziamo come sempre tutte le nostre lettrici e, in particolare, coloro che da sempre seguono la fiction silenziosamente ma che, per un volta,
hanno voluto far sentire la loro voce! GRAZIE!

Vi ricordiamo l'altra nostra fiction
Segreti e Inganni  
e il nostro blog Le fan fiction di Manu e Sara

BUONA LETTURA da Manu e Sara!

Questo capitolo è dedicato alla mia dolcissima sister (Sara, l'altra autrice di questa storia) che purtroppo sta male a causa di un otite che le ha perforato il timpano. Guarisci presto moreeee!!!
Ti lovvo tantissimo!!!!
 

CAPITOLO 66

Il dolore di Alice



Pov Alice


Era già passata un’oretta da quando ci eravamo sistemati giù in salone. Io avevo subito iniziato a ritrarre il paesaggio, mentre Jasper, per un po’, si era limitato a fissarmi, come se io fossi stata l’ottava meraviglia del mondo. Riuscivo a concentrarmi abbastanza su ciò che stavo facendo, ma ogni tanto sentivo il suo sguardo perforarmi con forza, quasi volesse scavare nel profondo della mia anima; inevitabilmente arrossivo, stando però attenta a non incrociare i suoi occhi, altrimenti mi ci sarei persa dentro e addio concentrazione e quindi disegno! Ogni volta che le mie gote si coloravano di rosso, lo sentivo sorridere, evidentemente compiaciuto che mi facesse quell’effetto devastante.
Poi, per fortuna del mio traballante sistema nervoso, si era finalmente deciso a imbracciare la chitarra e aveva iniziato a suonare. Era stato veramente emozionante… era molto bravo e non avevo potuto fare a meno di perdermi nella contemplazione del suo viso concentrato, quasi in adorazione. Non ero riuscita a trattenermi; e, senza che me ne fossi resa conto, le mie mani avevano iniziato a tracciare leggere la sua figura in primo piano, fino a delinearla sempre più nettamente.
Eravamo rimasti in un silenzio sereno e rilassante per tutto il tempo, e mi era sembrata la cosa più naturale di questo mondo, come se, proferendo anche solo una parola, avessimo potuto rovinare quel magico e idilliaco momento.
Ora avevo finito il mio disegno, che era venuto abbastanza bene; mi sentivo vagamente soddisfatta e avevo chiuso il blocco, sistemandomi con le gambe strette al corpo, in posizione rannicchiata sulla poltrona, per godermi ancora meglio lo spettacolo  del mio ragazzo che suonava.
A ripensarci, ancora non mi sembrava possibile… eppure lui era mio! Ed io mi ero donata a lui, incondizionatamente.
Fare l’amore con lui era stata un’esperienza sublime, e non vedevo l’ora di trovarmi di nuovo nuda tra le sue braccia, per perdermi completamente in quel vortice di sensazioni meravigliose e per farmi invadere dal piacere che era riuscito a regalarmi così sapientemente… cavoli! Il mio Jasper era veramente un Dio del sesso! Ero talmente persa in quei pensieri poco casti che non mi ero nemmeno accorta che aveva smesso di suonare, e mi stava fissando curioso.
-E’ da un po’ che non ti stavo guardando, piccola…  quindi il tuo splendido rossore deve senz’altro essere dovuto a qualcosa che non sia il mio sguardo su di te… potrei sapere a cosa stavi pensando?- mi chiese, con un tono malizioso. Oops! Beccata! Dovevo cercare di stare più attenta, perché Jasper era veramente un osservatore attento, specialmente se si trattava di me, e mi capiva al volo… dove era finita tutta la sua incomprensione nei miei confronti?!
Fino a quando avevamo litigato, tutte le volte mi aveva frainteso… ora sembrava quasi avessimo stabilito una profonda connessione emotiva e io non avevo più scampo… ero come un libro aperto per lui! Ma non potevo passare le mie giornate ad arrossire e imbarazzarmi… non era da me!
-Niente… sarà il calore del camino…- provai a mentire, sperando almeno che si sarebbe accontentato di quella risposta. Scoppiò invece in una sonora risata.
-Ah, ah, ah! Certo, certo… il camino! Diciamo che la prendo per buona, altrimenti mi sa che il tuo rossore potrebbe trasformarsi in un incendio! E comunque, se proprio lo vuoi sapere, gattina…  anche io non riesco a togliermi dalla testa le meravigliose immagini di te completamente nuda sotto il mio corpo… e di tutto quello che abbiamo condiviso…- mi confessò, roco. Ecco, appunto! Le gote mi andarono in fiamme all’istante e lui divenne improvvisamente serio e gli occhi gli si scurirono.
-Cazzo, Ally! Ma ti rendi conto di quanto sei… bellissima, stupenda, perfetta… dio! Starei tutto il giorno a baciarti, mordicchiarti, leccarti, succhiarti… mi ispiri ogni genere di pensiero, uno meno casto dell’altro… e ti giuro che fare l’amore con te è stata l’esperienza più bella della mia vita… tu non hai idea delle sensazioni che vorticavano impetuose nel mio corpo e nel mio animo e di tutto l’amore che ho cercato di trasmetterti in quel momento…- mi svelò, appassionato e fremente di desiderio al pensiero di ciò che aveva provato. Erano le mie stesse sensazioni. Gli sorrisi, comunicandoglielo con il mio sguardo.
Jazz appoggiò la chitarra per terra e si inginocchiò davanti a me, afferrandomi il viso con entrambe le mani per avvicinarsi e posare le labbra sulle mie, con irruenza e impeto, mentre la sua lingua in un attimo si era insinuata calda e morbida nella mia bocca, alla ricerca della mia.
Non capivo più niente e mentre le nostre lingue si intrecciavano furiose ancora una volta, una sua mano era scesa sulla mia schiena per addossarmi ancora di più vicino a lui, mentre con l’altra aveva iniziato ad accarezzarmi un seno, stringendolo fino a farmi eccitare all’inverosimile.
Ci staccammo ansanti, guardandoci negli occhi… lo vidi sorridere, leggermente imbarazzato.
-Scusami… è che vicino a te non capisco più niente… mi fai impazzire di desiderio… ti sembrerò un maniaco, perdonami…- mormorò avvilito, mentre tornava a sedersi con la schiena appoggiata alla vetrata. Senza che potessi impedirmelo, i miei occhi scesero al cavallo dei suoi pantaloni… oddio! Era eccitatissimo e il mio bassoventre pulsava dolorosamente.
-Bè se tu sei un maniaco, allora… lo siamo in due… perché tutto quello che mi hai confessato, lo provo anche io, nella stessa identica maniera…- sussurrai, in completo imbarazzo…
Volevo superare questa novità della timidezza… volevo essere completamente sincera con lui e soprattutto volevo instaurare un rapporto basato sulla fiducia e sulla condivisione: poter parlare con il mio ragazzo di qualsiasi cosa senza vergogna alcuna, senza nessun tentennamento e potergli confessare tutto ciò che mi passava per la testa, senza la paura di essere mal giudicata… e sentivo che tutto questo con Jasper sarebbe potuto tranquillamente accadere.
-Sono felice, amore… ma vorrei fare una cosa… tu mi hai sentito suonare, ed io ora vorrei vedere cosa le tue belle manine sono state in grado di riprodurre su quel foglio- affermò, allungando la mano per prendere il blocco appoggiato sul bracciolo della poltrona. Stranamente fui molto più veloce di Jazz e lo afferrai al volo, alzandomi in piedi e allontanandomi da lui.
Ecco, tutti i miei buoni propositi di condividere ogni cosa, con quel semplice gesto erano andati a farsi benedire… non volevo che vedesse che il soggetto era cambiato: non c’era solo il paesaggio innevato su quel foglio… lui era in primo piano, più bello che mai! Avevo paura di farglielo vedere: mi sembrava di mettere un po’ troppo a nudo la mia anima… come se guardando ciò che aveva partorito la mia mente (totalmente assuefatta da lui), potesse capire fino a che punto fossi ossessionata dalla sua persona… e di questo me ne vergognavo tanto… era troppo presto! Ok ero una maniaca, l’avevo ammesso anche con lui; ma non volevo che mi ritenesse una pazza maniaca!!
-No! Ti prego! Non ancora… un’altra volta, magari- lo pregai, sperando che mi assecondasse. Mi sorrise, alzandosi anche lui e scuotendo la testa… sembrava docile, ma in realtà il suo sguardo era acceso da una fiera e lucida determinazione. Cavoli! Non si sarebbe arreso.
-Ally, non fare la bambina capricciosa e dammi subito quell’album da disegno. Non si usano due pesi e due misure, sai? Io ti ho rivelato una parte molto nascosta di me, mentre suonavo… e ora pretendo lo stesso da parte tua- dichiarò, deciso, ma sempre con il sorriso sulle labbra. Io intanto indietreggiavo e lui lentamente si avvicinava. Strinsi ancora più al petto il mio blocco da disegno con entrambe le braccia, mentre continuavo a scuotere la testa, in segno di diniego.
-Amore mio… non costringermi a prenderlo con la forza…- mi sussurrò soave. Sgranai gli occhi… la sua voce bassa e roca mi aveva causato un fremito di desiderio.
-No… mi vergogno… e poi non oseresti mai!- esclamai sicura. Il suo sorriso si trasformò in un ghigno divertito.
-Tu dici? E… ne sei proprio sicura?- mi sfidò, inarcando le sopracciglia e avvicinandosi ancora un po’. Io feci ancora un passo indietro.
-C-certo! Non mi faresti mai sforzare la caviglia per costringermi a scappare- cercai di impietosirlo. Il suo ghigno si allargò.
-La tua caviglia mi sembra proprio che stia meglio… e se non vuoi sforzarla basta che non ti ribelli. Facciamo così… iniziamo un nuovo gioco- mi propose. Un gioco? Ero proprio curiosa.
-Del tipo?- domandai, mentre aumentavo la distanza fra i nostri corpi, frapponendo tra noi almeno lo spazio del divano. Se non altro, se fosse andato da una parte, sarei scappata dall’altra e viceversa: dovevo tenermi sempre una via di fuga… questa tattica l’avevo imparata a mie spese, avendo dovuto subire le simpatiche angherie di due fratelli maggiori idioti e dementi!
E Jazz non avrebbe ottenuto tanto facilmente ciò che anelava. Ormai era una questione di supremazia! Non poteva sottomettermi sempre al suo volere. Cavoli! Io ero Mary Alice Cullen! Ero io che avevo sempre dettato le regole in un rapporto!
-Oh, il gioco è molto semplice! Io ordino… e tu esegui! E in questo momento ti ordino di darmi quel blocco- dichiarò risoluto. Scoppiai a ridere. Oddio, non aveva davvero capito chi si trovava di fronte!
-Tu sei pazzo! Io non prendo ordini da nessuno e non sarai certo tu…- esordii divertita; ma non potei  nemmeno finire la frase che Jasper era già scattato in avanti e con un balzo felino aveva scavalcato il divano e ora le sue mani stringevano i miei fianchi in una morsa ferrea che non mi avrebbe più permesso di scappare, mentre io non ero riuscita a muovere nemmeno un muscolo per la sorpresa.
-Tu… sei un brutto imbroglione!- lo rimproverai. E io che pensavo di essermi messa al sicuro e di avere pronta una via di fuga. Oh povera me!
-Ora come la mettiamo, gattina? Hai capito chi comanda?- soffiò al mio orecchio, facendomi rabbrividire. Cosa pensava di fare? Credeva davvero che con due moine avrei ceduto così facilmente?
-No, perché non cederò ai tuoi biechi ricatti! E ricordati che me lo puoi anche strappare con la forza, ma io non te lo perdonerò mai- ribadii, sicura.
-Non farei mai nulla di simile!- si indignò per la mia vile supposizione; -Non ci sarà bisogno di strappartelo… sarai tu stessa a lasciarlo andare, di tua spontanea volontà…- sussurrò con una voce pericolosamente melliflua, mentre con le mani stava scendendo verso le natiche per accarezzarmele sensualmente. Un gemito mi scappò dalla bocca, quando le strinse con forza.
-Sei ancora sicura di non volermi far vedere quello che hai disegnato?- mi domandò, mentre aveva iniziato a baciarmi e leccarmi il collo. Maledizione! Perché diavolo doveva essere così sensuale?!
Una mano intanto si era insinuata sotto la mia maglia e risaliva inesorabile verso un seno. Il suo dito indice tracciò il contorno superiore del mio reggiseno e poi si intrufolò, andando a stuzzicare sapientemente il capezzolo. Di riflesso abbassai le braccia con il blocco e lo lasciai cadere sul divano per allacciargli le mani dietro il collo e perdermi in quel piacere che mi stava donando. In un gesto fulmineo Jasper si staccò da me e afferrò l’album, per poi correre dall’altra parte del salone, trionfante e vittorioso. Brutto… brutto impertinente! Imbroglione! Sleale!
-Ehi! Non sei stato corretto, mi hai distratta!- mi lamentai, imbronciata e frustrata, incrociando le braccia al petto.
-In amore e in guerra tutto è lecito! E ricordati che comunque questa me la paghi!- mi rispose con un lampo di scaltrezza. Ok, mi ero persa. Cosa avrei dovuto pagargli io?!
-Sì, non fare quel faccino perplesso, micetta! Se tu mi avessi dato subito questo benedetto album, non avrei dovuto interrompermi proprio sul più bello, e il mio amichetto, qua sotto, ora non starebbe protestando, lanciandomi maledizioni!- mi spiegò sornione. Ma… ma… era proprio pazzo! Cioè… lui mi aveva provocato, eccitando i miei sensi… lui mi aveva lasciato così, di punto in bianco e insoddisfatta… e alla fine la colpa era pure mia?! Bè, questa poi…
-Tu, Jasper Swan, non sei normale! Lasciatelo pure dire, mio caro! Perché pensi che io sia contenta che tu ti sia interrotto così?- gli domandai, mentre sorridevo per l’assurdità della situazione. Pian piano si avvicinò in un movimento che lo rendeva simile ad un felino, con una grazia elegante e sinuosa, e con uno sguardo talmente colmo di dolce rammarico e sconfinata adorazione che mi lasciò incapace di qualsiasi reazione stizzita. Ero ammutolita, estasiata dalla delicata e struggente bellezza di quell’angelo biondo che mi aveva conquistato cuore, mente e anima…
-Dai amore, ora fai la brava e sediamoci qui sul divano insieme; mi farebbe piacere guardarlo con te al mio fianco, ok?- mi propose, e intanto afferrò la mia mano e mi trascinò sul divano, facendomi sedere in braccio a lui. Inerte, mi abbandonai alla sua volontà, mentre percepivo il ritmo del mio cuore accelerare; in realtà mi sentivo ansiosa, quasi impaziente di conoscere le sue reazioni di fronte al suo ritratto. Gli sarebbe piaciuto? Era un disegno troppo infantile? Gli sarei sembrata ridicola?
Un’ennesima volta mi lasciò basita la sua incredibile capacità di leggere in profondità il mio animo; la mia reazione di rifiuto di poco prima era stata irrazionale, istintiva e superficiale… ma dentro di me non vedevo l’ora che lui entrasse, il più possibile, a far parte di tutto il mio mondo…conoscendo la vera Alice anche attraverso i miei disegni.
Praticamente in apnea per l’apprensione, lo osservai aprire il blocco andando direttamente all’ultima pagina disegnata e lo vidi spalancare gli occhi per lo stupore.
-T-ti… piace?- gli sussurrai, imbarazzata.
-Ally, ma… sei bravissima! Il tuo è un vero e proprio talento! Mi hai reso così… non so! Ma… ma… tu mi vedi davvero così… bello?! Sono veramente senza parole…- si entusiasmò, dandomi un bacio sulla punta del naso. La tensione accumulata prima di ascoltare il suo giudizio si sciolse in un secondo e io mi ritrovai intraprendente e spiritosa. Che gioia! A Jay piaceva il mio disegno!
-Certo che sei bello! La tua è una bellezza speciale, un connubio perfetto tra corpo e anima! Grazie comunque, per le tue parole… sai, disegnare è… è una cosa che mi viene naturale… come respirare. Io vedo un soggetto con i miei occhi o con la mia mente, e la mia mano inizia a muoversi e a ricreare tutto nei minimi particolari…- cercai di fargli capire. Era sempre stato così per me, spontaneo e immediato. Lo sentii accarezzarmi i capelli, mentre continuava ad ammirare il disegno, estasiato.
-Posso?- mi chiese, facendo cenno agli altri disegni del mio album. Scoppiai di nuovo a ridere.
-Ora mi chiedi il permesso?- domandai incredula.
-Bè, per questo disegno è diverso… l’hai fatto con me presente… ma gli altri no. Potrebbero essere troppo personali per mostrarli a me, e io non voglio invadere la tua privacy prima abbiamo un po’ giocato, ma ora sono serio, credimi- mi spiegò, accigliato e dispiaciuto che io potessi pensare una simile bassezza di lui. Sorrisi per rasserenarlo: altro che la privacy! Lui aveva invaso la mia anima, senza più via di scampo!
-Ormai tutto ciò che mi riguarda, fa parte anche di te… quindi sì, puoi guardare anche gli altri disegni…- gli spiegai, dandogli il permesso.
Con un’occhiata pregna di un muto ringraziamento, iniziò a sfogliare lentamente i disegni, e vedevo il suo sguardo farsi sempre più meravigliato. Avevo ritratto parecchi soggetti, ma lui si soffermò su uno in particolare,  che naturalmente mi stava molto a cuore.
-Questo è… è tuo…- lo interruppi con una mano sulla sua, annuendo: lo vedevo in difficoltà. Un nodo alla gola ridusse anche me al silenzio per un po’.
-Sì, lui è… mio padre… ho realizzato il suo ritratto prendendo spunto da una sua vecchia foto…- gli confessai, mentre gli occhi iniziavano a farsi pungenti.
-Dio! E’ la fotocopia di Edward…- notò Jazz.
-Sì, tra noi fratelli Edward è quello che gli somiglia di più… anche caratterialmente- gli rivelai.
-Ehi, cucciola… scusa… non volevo farti piangere- si mortificò, cercando di asciugare le gocce salate che continuavano a cadermi dagli occhi. Non me ne ero nemmeno accorta… ma ora non riuscivo a smettere: la sua immagine ritornò nitida nella mente e nel cuore e mi lasciai affogare nella marea di emozioni che il suo ricordo mi aveva provocato. Oddio! Mi mancava terribilmente… era un papà fantastico ed era ingiusto che fosse morto in quel modo orribile, mentre cercava di dare aiuto a chi ne aveva bisogno e poi… era troppo giovane!
Inevitabilmente ripensai a quella maledetta sera…
-Sai… la sera in cui è mancato… io me lo sentivo, Jay! Noi stavamo ritornando a casa dopo una cena importante… avevamo festeggiato l’anniversario di mamma e papà… diciotto anni di matrimonio. Sulla superstrada ci fermammo improvvisamente in coda… appena fuori della galleria. Era da poco successo un incedente e sembrava ci fossero diversi feriti, anche gravi. Senza nessun tentennamento mio padre volle andare ad aiutare, per prestare i primissimi soccorsi… ovviamente dopo averci ordinato di non scendere dall’auto. Improvvisamente una tremenda sensazione di vuoto si impadronì di me… avevo il sentore che qualcosa di orribile sarebbe successo, così l’avevo pregato di non scendere dall’auto… Mi ero persino messa a piangere e a strillare, tanto che mio padre mi aveva sgridata, dopo aver tentato inutilmente di calmarmi. Poi scese dall’auto e si incamminò verso la galleria… quella… fu l’ultima volta… che lo vedemmo… non ci permisero nemmeno di piangere sul suo corpo perché non era rimasto nemmeno il corpo integro…- mormorai, con la voce spezzata dal pianto. Quei ricordi erano ancora talmente vividi in me, che mi sembrava fosse appena successo!
Jasper mi accarezzò, stringendomi forte tra le sue calde braccia, cercando di calmarmi. Tentai di farmi forza perché volevo che sapesse tutto di me, e quella era la parte più dolorosa della mia vita, ma si trattava pur sempre di una parte molto importante… e volevo che la conoscesse. Riuscendo a tamponare i singulti, ripresi a raccontare.
-Dopo qualche minuto che era entrato nella galleria… una dannata auto coinvolta nell’incidente… e che aveva perso molto carburante, bè… purtroppo attraverso una scintilla del motore, innescò un incendio… nessuno ebbe nemmeno il tempo di mettersi in salvo, perché un tremendo boato rimbombò nelle orecchie di tutti noi e… tutto esplose… ricordo ancora le urla strazianti delle persone intorno a noi… ma soprattutto quelle di mia madre… Tutti noi portiamo ancora addosso i segni di quella maledetta sera… nell’animo intendo…  Sai? Io… io mi sono sempre sentita in colpa… quante notti ho passato a piangere e a chiedermi perché non avessi insistito di più con mio padre… forse sarei riuscita a convincerlo a non scendere dall’auto, a restare con noi…- mi accusai con uno strazio immenso nel cuore.
La sua mano grande, caldo rifugio delle mie lacrime amare, scivolò sulla guancia, trasformandosi in una lieve carezza; interruppe la mia narrazione in quel modo, voltandomi il viso verso di lui, verso i suoi fantastici zaffiri, scintillanti d’amore.
-Angelo mio… nessuno di voi sarebbe riuscito a convincerlo… tantomeno tu, che eri solo una ragazzina… per quel poco che ho saputo su di lui, tuo padre era un uomo generoso e leale, un medico altruista e meraviglioso! Credi davvero che non avrebbe fatto di tutto, per poter aiutare chiunque era rimasto coinvolto in quel tragico incidente?- mi chiese, cercando di farmi riflettere sulle mie irruenti parole. Aveva ragione, lo sapevo. I suoi erano gli stessi identici ragionamenti che mia mamma mi aveva ripetuto costantemente, per cercare di lenire i miei profondi sensi di colpa…
-Sai? Emmett, a causa di questo… ha perso un anno scolastico… si è ritirato dal liceo e ha cercato di sostenere in tutti i modi mia madre, terribilmente preoccupata per Edward… vedi, il mio fratellone non ha potuto nemmeno piangere in santa pace e come avrebbe voluto la scomparsa di papà, perché Edward, subito dopo, ha iniziato a infilarsi in un casino dietro l’altro. Ha fatto passare l’inferno a tutti quanti noi… ma, per fortuna, alla fin fine si è ripreso anche lui, mettendo fine al suo comportamento autodistruttivo…  ha capito che non era colpa di mio padre se era morto in quell’incidente e ci aveva lasciati…- gli spiegai, in tutta sincerità. Avevo capito il ragionamento di mio fratello e tutti noi lo avevamo perdonato… ma in fondo al cuore, ancora lo ritenevo responsabile per quell’anno tremendo che ci aveva fatto passare, acuendo il dolore della perdita.
-Perché mai Edward era arrabbiato con tuo padre?- mi chiese, confuso, il mio Jazz.
-Vedi… lui era molto attaccato a papà e lo adorava. E’ stata particolarmente dura per lui… si è lasciato sprofondare nel baratro della disperazione… ha iniziato a incolpare mio padre della sua stessa scomparsa… ce l’aveva a morte con lui e aveva strappato addirittura tutte le foto in cui erano insieme felici… mamma è riuscita a salvare le altre in cui siamo tutti assieme, solo perché le aveva nascoste… dalla furia demolitrice di mio fratello…- alzai lo sguardo e osservai l’espressione perplessa ancora sul suo volto; tentai di essere più chiara, ma il vortice delle emozioni e dei ricordi non mi aiutava ad essere molto lucida.
-Bè, vedi… Edward aveva incolpato nostro padre perché quella sera non era rimasto in auto con noi, a proteggere noi, la sua famiglia… ma si era immolato per degli sconosciuti, dei perfetti estranei… e questo fatto lo mandava in bestia… Edward ti ha già raccontato tutto quello che ha combinato in quell’anno incasinato che invece lui eufemisticamente definisce “sabbatico” vero?- gli domandai, inarcando un sopracciglio. Jasper annuì, attento.
-Ma lui non mi ha mai rivelato il reale motivo di quel suo comportamento, e non me la sono sentita di forzarlo ad aprirsi…- mi sussurrò.
-Bè, ora lo sai… pensa che mia madre ne porta alcune conseguenze perfino adesso… prende ancora degli ansiolitici per riuscire a dormire senza incubi la notte… spero che con Charlie, piano piano, le cose si sistemino anche per lei… infatti proprio per questo non abbiamo trovato nulla da obiettare al loro matrimonio e al nostro trasferimento: era da tanto tempo che non la vedevamo così felice e serena! E la mia mammina se lo merita più di chiunque altro!- finii la mia storia con questa nota di speranza.
-Grazie amore…- mi sussurrò con un filo di voce, stupendomi. Ma… ma… perché mi stava ringraziando?! Il mio sguardo smarrito gli fece sollevare le labbra in un sorriso tenero e comprensivo, costringendolo ad un’ulteriore spiegazione.
-Grazie di esserti aperta in modo così sincero e totale con me… non sai quanto significhi per me tutto questo! Ti amo infinitamente!- mi assicurò. Senza pensare a nulla, di schianto, gli gettai le braccia al collo e lo strinsi forte a me. Oddio, ma quanto adoravo il mio angelo?
-Anch’io ti amo tanto, Jay!- gli risposi, felice di averlo messo a conoscenza della parte più oscura e dolorosa della mia vita…
Certo anche la storia di Josh e Victoria era stata una prova dura da superare; ma, a confronto di quello che avevamo passato nell’anno successivo alla morte di mio padre, era niente… poi ora che ero felice con Jazz, era diventata solo uno sfocato e lontano ricordo…
La vicinanza, il calore, l’amore che Jazz nutriva per me, stavano risanando la ferita lasciata da Josh e Victoria… e ormai mi parevano avvenimenti talmente distanti e poco importanti, che mi sembravano appartenere addirittura ad un’altra vita.
Restammo in silenzio, abbracciati, per non so quanto tempo, fin quando ci accorgemmo che fuori erano calate le ombre della sera e il paesaggio era immerso nell’oscurità più completa.
-Che ne dici se andiamo a mangiare qualcosina? Te la senti, cucciola ?- domandò in un sussurro lieve ma penetrante, che mi fece rabbrividire.
-Mmm… ora che ci penso, ho una gran fame!- gli confessai, mentre il mio stomaco, si fece sentire con un gorgoglio imbarazzante. Jasper rise sereno e in un movimento fluido e senza sforzo, si alzò con me in braccio e si avviò in cucina, accendendo un po’ di luci al nostro passaggio. Mi aveva appena appoggiata su uno degli sgabelli della penisola, quando improvvisamente le luci si spensero e le tenebre più totali ci avvolsero.
-Oh, merda! Accidenti! Deve essere mancata la luce, per via della tempesta di neve. Prima ho notato che si stava rafforzando, ma speravo che il peggio fosse già passato- esclamò, mentre lo sentivo muoversi e trafficare con qualcosa.
Un accendino si illuminò e lo vidi rovistare con una foga curiosa in un cassetto. Dopo qualche secondo accese due candele che sistemò sul bancone della cucina.
-Ecco fatto! Ora mia dolce donzella, potrebbe dirmi cosa gradirebbe mangiare?- mi chiese, con tono scherzoso.
-Qualunque cosa andrà bene, Jazz. Ho visto che ci sono parecchi avanzi della colazione di stamattina… c’è il gas per riscaldarli?- gli domandai. Provò ad accendere un fornello e per fortuna constatammo che il gas era funzionante.
-Bene, allora metto a riscaldare qualcosa e poi ceneremo a lume di candela… meglio di così!- mormorò, dandomi di nuovo un bacio sulla punta del naso. Mi piaceva immensamente quel gesto, mi sembrava esprimesse in modo privato ed esclusivo tutto l’affetto e l’amore che provava per me.
-Io intanto preparo il tavolo- mi offrii; stranamente non ebbe nulla da obiettare. Eravamo affaccendati, mentre parlavamo del più e del meno. Era così piacevole e intimo che sospirai felice.
Ovviamente il mio gesto non gli sfuggì.
-Che c’è, tesoro?- si preoccupò all’istante.
-Niente… è che… sto così bene! Mi sento così felice e appagata che non mi sembra vero…- gli confessai con un filo di rossore quel pensiero così infantile. Volevo che sapesse quanto mi rendeva euforica la sua presenza accanto a me. Mi venne ad abbracciare di slancio.
-D’ora in poi sarà sempre così, te lo giuro, piccola mia…  ho intenzione di coccolarti, viziarti, vezzeggiarti per tutto il tempo che posso… e vedrai stasera… sarà stupendo…- mormorò, poi di colpo si irrigidì; -Oh no, cazzo! Il mio bel programma è andato a farsi fottere… senza elettricità non possiamo proprio…- si rabbuiò improvvisamente.
-Non fa niente, Jay, qualunque cosa fosse… per me l’importante è stare con te, abbracciata a te…- cercai di rassicurarlo.
-Eh no, dannazione! Per una volta che abbiamo la casa tutta per noi, volevo farti godere appieno dei comfort di cui è dotata! Volevo farti sentire una principessa!- esclamò, ancora incavolato nero con il black-out. -Bisognerà far installare un gruppo elettrogeno…- bofonchiò tra se e se.
-Jay… stammi a sentire bene… non mi importa se siamo in una reggia o sotto un ponte, non mi importa se siamo fuori nella tormenta o in una splendida casa al caldo! Non mi importa se possiamo beneficiare di un lauto pranzo, o se abbiamo solo un tozzo di pane… l’unica cosa di cui veramente mi importa sei tu! E poter stare con te- dichiarai, decisa. Era vero! E, in quel momento, essere tra le sue braccia rappresentava per me la cosa più fantastica e meravigliosa che potesse accadermi!
-Sei fantastica… te l’ho mai detto? E ti amo più della mia vita!- mormorò sulle mie labbra, mentre ci perdevamo in un bacio intenso ma dolce, che non aveva niente a che fare con l’irruenza dei precedenti, ma era impregnato dell’amore che provavamo uno per l’altra.
Ci staccammo felici e ci sedemmo pronti a goderci la nostra romantica cenetta a lume di candela.


ANTEPRIMA CAPITOLO 67

Mi voltai per andarmene, ma  mi ritrovai improvvisamente di fronte Emmett, che mi sbarrava la strada con la sua corporatura massiccia. Alzai gli occhi per guardarlo in viso e notai il suo sguardo infuriato… forse avevo esagerato con gli insulti, ma se voleva litigare, non mi sarei certo tirata indietro! Suscettibilità e irritazione continuavano ad aumentare a vista d’occhio e non mi sarei fatta di certo mettere i piedi in testa da lui. Aveva proprio sbagliato giornata per litigare con me!
-Ehi! Dove credi di andare?- mi urlò; -Tu non mi dai dello scemo e del ridicolo bambinone, hai capito?! Non me ne frega un cazzo se ti girano perché hai ciclo… io non sono Edward che puoi abbindolare come vuoi solo perché è innamorato perso di te!- sibilò a pochi centimetri dalla mia faccia.
-Ehi, ehi calma, voi due!- intervenne mio padre mettendosi tra noi, mentre Edward si posizionava davanti a suo fratello e cercava di calmarlo insieme a Rosalie.
-Non credere di spaventarmi, sai?! Io sono cresciuta con Jasper e Jacob, ho imparato a difendermi dai maschi orgogliosi come te!- gli urlai, ormai in preda alla collera più nera. Per quale motivo, poi? Avrei voluto piangere, scappare, urlare… mi sentivo… tesa, delusa, stizzita da me stessa… e colma di una sorta di strisciante inquietudine che mi serpeggiava nell’animo…



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Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!


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Solo per un week-end di Isabella v (sara_g)
Rock my life  di Isabella v (sara_g)
Testa o Cuore? di Isabella v (sara_g)
My Pretty Woman di pensiera
Lightning in my life di elisa1975
NASTY GAME di elisa1975
UNA SERA, PER CASO ... di endif
Un'altra opportunità  di eli777
Farfalle colorate di Stupid Lamb
A volte, il destino... ti sorprende di yara89
La principessa dei mari di  bellsmarie80
Il Guardiano del Faro di  Lele Cullen
Il precettore di porporina
L'altra metà del cuore di sara_g
Due anime legate ad un destino di loulou72
Red Dazzling Passion di Miss Simy Pattinson

Relazioni nascoste di Aleuname
LA DUCHESSA di essebi
   
 
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