Ciao a tutti… spero che questo capitolo vi piaccia io ci sto mettendo molto impegno e passione!
Ringrazio Aly per la recensione, spero di non deludere le tue aspettative!!!!
Mi
raccomando, qualsiasi cosa pensiate della mia storia, fatemelo sapere lasciando
una recensione!
vi lascio al capitolo…
Buona Lettura,
Diomache.
PROFUMO DI MENTA
CAPITOLO II : TU, ANCORA!??!!
La donna fuma una
sigaretta fuori dal bar mentre pensa al ragazzo che l’ha mollata pochi minuti
fa. Con le mani tortura un mazzetto di chiavi per cercare di calmarsi ma è
inutile, le lacrime le rigano le guance.
Vede delle moto
parcheggiate con la massima accuratezza di chi non vuole che non accada loro
nulla di male. *questi ragazzi tengono solamente alle moto. Che stronzi.*
Intanto il cielo
che sembrava chiuso e sull’orlo di una nevicata ,al mattino, ora che volge al
tramonto si è colorato di un rosso intenso e forte che fa sperare bel tempo per
giorno dopo, un bel tempo quasi estivo se non fossero per le temperature,
bruscamente intorno agli 8 gradi.
La ragazza, il cui
nome è Amy, posa di nuovo lo sguardo sulle moto, tra le quali c’è anche quella
del suo, ormai, ex fidanzato. Un improvviso impulso la invade…
Stringe in mano le
chiavi di casa e si avvia verso le moto con l’intenzione di sfregiarle. Si
avvicina ad una moto nera, enorme, sicuramente truccata ma comunque una di
quelle che va tranquillamente a 230 Km orari. Tende la mano per lasciare un bel
ricordino a quello sconosciuto e sicuramente stronzo come il suo ex, ma poi si
ferma.
Quella è la moto
di Tom. Ritrae subito la mano e mette le chiavi in tasca.
Che stava per
fare? la moto di Tom…che le sarebbe accaduto se avesse fatto il gestaccio? E se
l’avessero scoperta?
Dopo tutto Tom la
conosce e sa che lei e Harry si sono lasciati.
Tom è il più
temuto della zona, lui e la sua banda di delinquenti.
Li ha visti
all’interno del bar che parlavano di andare a casa di qualcuno, un certo Moore
e dargli una bella lezione, magari ammazzarlo.
Se è vero che quel
Moore ha picchiato il cugino di Michael,il migliore amico di Tom, allora questo
Moore non dovrebbe far altro che prendere una pistola ed uccidersi da solo.
Quello che lo aspetta potrebbe essere molto peggiore.
Sente alcuni passi
e subito si siede su una sedia, allontanandosi dalle moto.
Eccoli, escono dal
bar. Li vede uno dopo l’altro, sfilare sicuri nei loro giubbotti di pelle, nei
loro jeans marcati e comprati con soldi poco puliti; quel gruppo maledetto ed
affascinante allo stesso tempo che è composto da cinque persone.
Harry, quando sono
stati insieme, gli ha raccontato molto sul loro gruppo.
All’inizio erano
Michael e Tom, due amiconi ribelli del liceo. Poi a loro si è aggiunto ‘il
tedesco’ un poveraccio più grande, affetto da amnesia che Michael ha ospitato
per un po’ di tempo a casa sua, un tipo alto, biondo e dall’accento strano, che
gli ha dato il soprannome. Al simpatico trio si sono poi aggiunti Harry e
Dawson, conosciuti in una disco durante una piccola discussione per un
tavolino. Il risultato?
Nella discoteca
era scoppiata una rissa ma loro si erano scoperti amiconi.
La vita a volte è
strana.
Sotto un piano
estetico, Tom è sicuramente il più bello, con i capelli scompigliati, biondi,
gli occhi gelidi, azzurri e un corpo
che sfiora la perfezione.
Anche Harry, il
suo ex, è davvero carino mentre sono molto più ordinari il moretto Dawson e il
gelido tedesco. Michael, invece, è buffissimo e allegro ma anche lui ha il suo
cosiddetto ‘lato scuro’ che lo accomuna agli altri.
“avanti,
andiamo a casa di quel bastardo!!” a
parlare è proprio Harry.
In un secondo sono
tutti a ‘cavallo’ delle loro moto e con un rombo assordante di motori, partono
sfrecciando sulla strada, suonando i clacson, che nella notte risuonano come un
monito pauroso.
Tom è in testa, al
suo fianco uno dei più forti, ‘il tedesco’; i due saettano sull’asfalto, quasi invisibili, come dei giudici inappellabili, spietati.
In breve tempo ed
a una velocità di circa duecento km orari, arrivano ad uno dei quartieri più
miseri e poveri della città; il rombo dei loro motori, forte e minaccioso,
giunge alle orecchie degli abitanti di quelle palazzine; essi si affacciano dalle
finestre spiando quegli inappellabili assassini e subito dopo si ritirano,
abbracciando i loro figli,pregando Dio e chiudendo le misere persiane.
Tom i suoi
scendono dalle moto e si dirigono sicuri verso l’abitazione di Moore, che più
che un’abitazione, quella sera, è un vero e proprio bordello.
Entrano e si fanno
largo tra le prostitute e i drogati.
* che schifo.*
pensa Tom.
Si dividono,
cercano in quella lurida abitazione un essere altrettanto lurido.
A trovarlo è
Dawson che avverte gli altri: Moore è in camera sua in compagnia di una moretta
che subito allontana da se.
“ehi, ‘sera,
amici. Volete servirvi?” dice mostrando loro la ragazza.
“no, grazie.-
parla Tom. - non è lei che ci serve… ci servi tu!.”
Moore capisce
benissimo ma cerca di scherzare, mentre il viso si tinge di piccole perle di
sudore. “be, non sapevo che aveste mutato i vostri gusti, ragazzi.”
“devi tenerti
informato, Danny” il ghigno gelido di Harry gli fa iniziare a sudare freddo.
“mi hanno detto..
–inzia Michael.- che ieri tu e mio cugino avete giocato un po’..”
Danny abbozza un
sorrisino mentre si riveste. “abbiamo litigato e da cosa nasce cosa”
“ehi, hai detto
proprio bene. –approva Tom. –da cosa nasce cosa.”
“e bravo il
verme.” Concorda il ‘tedesco’.
“vieni amico, ti
dobbiamo parlare in privato…”dice Dawson mentre lo prende per il collo e lo
trascina in un’altra stanza, seguito dal resto del gruppo. È il bagno.
Lo mettono a
sedere sul water.
“e adesso facci
vedere come urla un verme..” dice Tom prima di colpirlo con un pugno in pieno
viso. Danny accusa il colpo e cade. Fa per rialzarsi e contrattaccare ma
Michael è subito su di lui. E così giù, con pugni, calci, testate; tutto il
gruppo dà la sua piccola lezione a quel verme che debolmente cerca di opporre
una lieve ed inutile resistenza.
Michael è quello
più scatenato, deve vendicare suo cugino e mantenere intatto il suo onore.
Alla fine è Tom a
contenerlo: Danny è svenuto; ha il setto nasale rotto, le guance arrossate, un
sopracciglio aperto e le labbra spaccate.
“basta o lo ammazzerai.-
gli sussurra. –ne avrà per un po’, sta’ tranquillo, ha capito la lezione”
Michael ansima e si ferma, rassicurato dalle parole di Tom.
Molti del gruppo
vorrebbero restare ma mantengono fede al programma che avevano stipulato : cena
a Little Italy e poi serata in disco, da Fred.
Ripartono,
rombando con le loro moto e allontanandosi dal loro crimine; alcuni di loro
sono sporchi di sangue, altri sudati, altri chi, come Tom, impassibili perché
semplicemente ci sono abituati.
Il suono del
cordlees interrompe Rose che apre improvvisamente i suoi occhi verdi.
*devo essermi
addormentata. *pensa mentre alza la testa dal grande libro di chimica.
Il telefono
continua a squillare e la donna, ancora un po’ insonnolita,risponde.
“ehi, Rose, sono
io, Hudson.” Hudson è la sua migliore amica, una ragazza carina e molto
particolare che lei conosce sin dai tempi del liceo.
“ehi, ciao Hudson.. dimmi…”
“be.- dice quella.
–non usciamo ‘sta sera?”
Rose dà
un’occhiata all’orologio. Le 24.
Non ha proprio
voglia di uscire, ha studiato tutto il pomeriggio e tutta la sera, ha litigato
con Sean a causa di quel tipo in biblioteca, ha litigato al telefono con sua
sorella perché non l’aveva potuta raggiungere al cellulare….e per di più le
scoppia la testa.
Risponde: “no,
Hudson, oggi non è giornata.”
“ma dai che ci
divertiamo! Ho chiamato anche Susy e Adrienne, hanno detto che c’è una
discoteca che non hanno ancora visto!”
“ah, mi pare
improbabile, escono tutte le sere!”
“giuro! È un po’
fuori mano e ci vorrà la macchina, non il motorino…”
“allora non posso
proprio venire.. -coglie l’occasione. –l’auto di Formy ha un freno rotto e il
motorino rischia di lasciarmi a piedi per strada! Stamattina ci sono andata in
biblioteca ma si è trattato di un autentico miracolo.”
“davvero? Oh, comunque
stai tranquilla perché la macchina la prendiamo sia io che Susy…”
“ti avverto che io
con quella pazza non ci salgo in auto!”
“nemmeno io è per
questo che ho preso la mia! Allora vuoi venire si o no?”
“non lo so Hudson,
sono stanca, ho studiato fino adesso e domani...” cerca di giustificarsi Rose
ma tanto sa già come andrà a finire.
“avanti, chiudi
subito quel libro di chimica, non puoi passare la tua gioventù sui libri, hai
vent’anni! Preparati che tra una mezz’oretta di passo a prendere, ok??”
“no, aspetta,
Hudson, io…”
“un bacio grande,
pigrona, a dopo!” chiude la conversazione. Rose sbuffa.
*Perché le amiche
così capitano tutte a me?* Si butta nell’armadio e tira fuori alcuni vestiti,
indecisa. È incerta e si accorge che i consigli di sua sorella Emily le mancano
molto.. lei avrebbe scelto sicuramente la cosa giusta. Alla fine indossa una
minigonna di lana nera a pieghe, un golfino rosso, attillato , un paio di calze
nere e i suoi stivali a punta, rossi.
Rose guarda
l’orologio e si rende conto che tra pochi minuti Hudson sarà lì.
In fretta e furia
va in bagno per truccarsi. Si trucca gli occhi con la matita e si sistema sulle
labbra un lucidalabbra rosso “les voilà!” dice guardandosi allo specchio..
Il campanello
suona.
“ok, vado.” Rose
prende il suo giaccone di lana nero e la borsetta nera, poi passa davanti allo
specchio. Beh , si piace.
Vola giù per le
scale, esce di casa e vede che sono parcheggiate sia l’auto di Susy che l’auto
di Hudson. Susy si sporge dal finestrino: “Ciao Rose! dì ad Hudson che facciamo
a chi arriva prima!” la ragazza sbianca e Susy scoppia a ridere “ma dai,
scherzavo!!!!”
Rose finge di
ridere ed entra nella macchina di Hudson.
“tu non fai
nessuna gara, chiaro?” sentenzia.
“buona sera anche
te” sorride affettuosamente l’amica.
Lei ed Hudson sono
inseparabili dai tempi del liceo e tutt’ora, pur frequentando università
differenti, sono legatissime. Hudson è molto carina, alta, i capelli castano
scuro e ricci, gli occhi neri e comprensivi; è una ragazza molto calma ,
paziente e dotata di molta diplomazia.
Le altre sue
amiche, Susanne (Susy) e Adrienne sono due pazze inseparabili. Adrienne ha i
capelli tinti di rosso e lunghi fino alle spalle mentre Susy li ha neri e
corti, sempre spettinati dal gel. Il loro aspetto malizioso non inganni: sono
bravissime ragazze, leali, comprensive anche se piuttosto inclini alle
avventure, all’alcool e alle disco.
Ma infondo sono
fatte così e Rose non le cambierebbe per nulla al mondo.
Rose ed Hudson
iniziano a chiacchierare animatamente; la conversazione verte su l’università e
le ragazze parlano dello studio, dei problemi, degli esami arretrati, di altri
in cui avevano deciso di ripresentarsi , altri in cui erano state
‘ingiustamente’ bocciate. Tuttavia dopo poco Hudson nota il volto un po’
ombrato di Rose, solitamente allegra e di buon umore.
“be? Come mai quel
visino triste? Qualcosa non va con Sean??”
La donna sospira
“tutto non va! Oggi abbiamo litigato per tre ore! È troppo geloso, vede
tradimenti e segreti ovunque! E soprattutto non mi crede, non ha fiducia in
me!”
Rose riepiloga
velocemente gli avvenimenti di quella mattinata e il racconto si conclude con
una bella risata da parte della donna bruna: “che tipo!” commenta riferendosi a
Tom.
“È un odioso
ragazzo arrogante , egocentrico, presuntuoso ,è pure uno stronzo ed io non ci
trovo nulla da ridere!!”
“Sean, invece, ci
ha trovato puzza di bruciato! devi capirlo.. tu che faresti se al suo cellulare
rispondesse una donna? Ti arrabbieresti come si è arrabbiato lui?”
“Certo che non mi
arrabbierei così! E poi gli crederei se mi dicesse che è stata una stupida
coincidenza… un’amante non risponderebbe mai al cellulare dell’altro, non
trovi?”
“anche questo è
vero… però.. Sean è un tipo così focoso..”
“io direi meglio
geloso, comunque… basta, non voglio più parlare né di lui né del tipo della
biblioteca… tanto, preghiamo Dio, non lo rivedrò più!!!!!”
“come vuoi.”
Concorda conciliante Hudson mentre i suoi occhi scuri tornano a concentrarsi
sulla strada.
Arrivano,dopo
circa una mezz’oretta, alla discoteca di cui avevano parlato Susy e Adrienne.
Le loro amiche sono già arrivate e fanno loro sguardi annoiati, picchiando
l’indice e il medio della mano sull’orologio, in segno di ritardo.
Il parcheggio è
già pieno nonostante sia relativamente presto, circa le 1 e 30. Le donne danno
un’occhiata al locale. La facciata è bella, decorata con un enorme pavone blu
tutto illuminato dalle lampadine, la coda del pavone è trasparente e i loro
occhi possono vedere le luci viola, rosse e gialle che si alternano all’interno
della discoteca.
Rose pensa che
nonostante tutto abbia fatto bene ad uscire, quel posto il ‘blue peacock’
sembra veramente un posto carino.. almeno così sembra dall’ esterno.
Avvicinandosi
vedono che per entrare c’è già un mucchio di gente che aspetta.
“bene..” sbuffa
Adrienne mentre si mettono in coda.
Ad un certo punto
si sentono provenire dalla gente che si è accodata dietro di loro, lamenti,
sbuffate e commenti, poi un tonfo e un ragazzo che rotola a terra per una
parola sbagliata detta alla persona sbagliata.
Si fanno largo tra
le file cinque ragazzi vestiti di pelle, tenebrosi e seducenti che si
avvicinano al buttafuori. Rose li vede di spalle e pensa che siano i soliti
raccomandati. Infatti sente qualcuno di loro dire al buttafuori: “ciao Fred e
grazie, eh?” prima di entrare nel locale, senza nemmeno pagare il biglietto.
“i soliti.
–commenta Hudson all’orecchio dell’amica.- c’è troppa gente come loro ecco
perché il mondo va a rotoli!”
Dopo un po’ di
tempo le quattro ragazze fanno il loro
ingresso nel locale.
“raga’, per
cortesia!!” si lamenta Rose vedendo Susy e Adrienne che già si sono buttate in
pista. Hudson alza le spalle, dirigendosi verso il divanetto per mettere a
posto il giaccone. La serata inizia e la voce del dj si fa sentire nella
discoteca che in men che non si dica si è riempita di gente.
Rose e le sue
amiche iniziano a ballare in pista, muovendo i fianchi, le braccia e la
schiena, ondeggiando elegantemente e senza volgarità.
Senza dirlo, Susy
e Adrienne sono le più scatenate..
Le ore trascorrono
velocemente tra balli , corteggiamenti e galanti rifiuti .
Adrienne, Susy ed
Hudson sono sedute ad un divanetto ed osservano Rose che, ancora attiva, balla
elegantemente tra la gente. Notano che un bel tipo dall’aria dura le si avvicina
ed inizia a ballare dietro di lei.
“eccola là, lo
sapevo! Rose rimorchia sempre!” si lamenta Susy mettendo il suo viso nel palmo
delle mani.
“aspetta aspetta
ma io so chi è quello…” dice Adrienne osservandolo.
Il bel tipo è
alto, capelli biondi e un fisico da paura ….
Balla dietro di
Rose, corteggiandola sensualmente, senza che lei se ne accorga. Poi la ragazza
si gira e vedendolo, inizia a ballare con lui, sorridendo timidamente ma
evitando sempre il suo sguardo. Entrambi credono di conoscersi ma nessuno dei
due collega il volto dell’altro alla mattinata in biblioteca.
“ma si!” grida
Adrienne. “quello è Tom, capito Susy? Tom… l’amico di tuo fratello!”
Susy focalizza
meglio quel bellissimo ragazzo “ma si, c’hai ragione! Quando andiamo a casa
faccio un bel discorsetto con Dawson. Che, si fa così? Uno ha un tipo…così… nel
suo gruppo e non lo presenta alla sorellina single??”
Tom cerca di
parlare alla ragazza che sta ballando con lui ma improvvisamente lei smette e
si va a sedere tra le amiche. “basta, sono stanca!”dice.
Susy la guarda “
tu sei pazza! Stavi ballando con un figo da paura e… te ne vai cosi?”
“ma sai chi era
quello??” domanda Adrienne “era Tom Bishop, uno dei più boni di tutta New
York!”
Rose sbuffa e dice
“si era carino ma io sono fidanzata, fidanzata! Capito?”
Susy scuote la
testa “chi non ha il pane non ha i denti”
Rose sorride
“guarda che era ‘chi ha il pane non ha i denti’ ”
“e che ho detto
io? Comunque la sostanza resta quella.. hai mollato un tipo da brivido per uno
da salotto come Sean!”
“mollato… c’ho
ballato insieme due minuti mica quello mi voleva sposare!”
“perché Sean ti
sposa?????????” esclama Adrienne sorpresa.
“No!” urla Rose.
“e allora vedi?
Era meglio quel pezzo d’un bono!”
Rose si appoggia
allo schienale del divanetto, sfinita.
“mi arrendo” dice
con voce passiva.
Susy, Adrienne e Hudson,
dopo pochi secondi, si buttano nella mischia di nuovo.
Rose opta per andare a
prendersi un bicchiere d’acqua al bancone del bar.
La serata si sta facendo
piuttosto noiosa, pensa, ci vorrebbe qualcosa che la movimentasse un po’.
Solo pochi minuti dopo non
avrebbe mai voluto averlo pensato.
Tom fuma una
sigaretta appoggiato al muro. Osserva una ragazza bella, mora e seducente che
ondeggia i fianchi al ritmo della musica.
Ripensa alla biondina
di prima, a quel senso paradisiaco che aveva provato standole accanto, al suo
profumo e alla sensazione di averla già conosciuta.
Dawson gli si
avvicina con il volto preoccupato. “Tom…-dice per richiamare la sua attenzione.
–Sam è qui.”
Tom sgrana gli
occhi, spegne la sigaretta sulle spalle di un tipo e risponde, incredulo
“cosa?- la sua voce è seccata. –che palle…”
“puoi dirlo
forte…”concorda Dawson, poi cambia argomento. “vieni, ci sono delle ragazze
laggiù… molto ben disposte.. non so se mi spiego…”
Tom si gira: la
moretta non c’è più, ma rifiuta. . “no.. vado a farmi un rum...”
Rose si siede su
uno sgabello, accanto ad un ragazzo biondo, di spalle, che beve qualcosa.
Ordina subito una bottiglietta d’acqua e si fa dare un bicchiere.. meglio
sempre essere prudenti. Si versa l’acqua e la sorseggia mentre osserva il
popolo notturno di New York che danza al ritmo della musica.
Un uomo alto,
massiccio, con un tatuaggio di un cobra con le fauci spalancate sulla guancia
sinistra, si siede accanto a lei. “buooonnasserra…” dice con voce mielata. “che
cosa ci fa una così bella ragazza tutta sola…”
Rose lo degna
appena di uno sguardo. “cambia aria amico, non è serata.”
“perché mai? Una
bella signorina come te non dovrebbe essere così di cattivo umore! Vedrai che
ci divertiremo, dimmi, come ti chiami raggio di sole?” Chiede quello aspirando
la sigaretta e soffiandole il fumo in faccia.
Rose, irritata,
gli prende dalla bocca la sigaretta e gliela spegne su un posacenere.
Allo sguardo
allibito dell’uomo, risponde: “odio il fumo.”
Una voce alle
spalle di Rose consiglia l’uomo di andarsi a fan culo da un’altra parte.
Sul volto
dell’uomo compare un ghigno di rabbia e urla al ragazzo di spalle: “fatti i
cazzi tuoi, stupido rompicoglioni!!!”
Il ragazzo si gira
mostrando il suo viso dai lineamenti infastiditi ed arrabbiati: Tom!
Sia Rose che
l’uomo hanno un moto di sorpresa e gridano, in contemporanea:
“TU,
ANCORA??!!!!!!”
Rose capisce che
c’è qualcosa che non va e chiede al malvivente: “tu lo conosci?”
Sam annuisce con
vigore: “certo che lo conosco! Mi ha soffiato una partita di armi intera e mi
ha fatto finire in galera, il
bastardo!!!”
Sam le domanda: “
tu lo conosci?”
“certo che lo
conosco! Mi ha fatto fare una figuraccia in biblioteca e mi ha fatto litigare
con il mio ragazzo, questo brutto stronzo! Ma è mai possibile?? In tutte le
discoteche di New York, con tutti gli abitanti di questa stramaledettissima
metropoli, io.. qui… proprio a te dovevo incontrare?????!!!”
Tom scoppia a
ridere. “non ci posso credere!! Sarà il destino!”
“altro che
destino! Questa è una macchinazione per farmi andare fuori di testa!!”
“scusate io..” cerca di intromettersi Sam ma la sua voce non viene nemmeno udita.
“ehi non vedo il tuo cavaliere senza macchia
e senza paura!! Ah ho capito non l’hai portato perché Sean è..- imita la voce
della donna.- un ragazzo troppo per bene per una discoteca!”
“ma finiscitela,
sei solo un pallone gonfiato! Che cosa ne sai tu di Sean? Te lo dico io proprio
niente!!!! io sono qui con delle amiche!”
“guarda che io non
ti ho chiesto con chi sei venuta qui… so benissimo che sei troppo innamorata
per tradire il tuo damerino, ragazzina.”
“ehi, non
chiamarmi ragazzina, chiaro?”
Tom nota che sta
bevendo solamente acqua “casta e pura come un bicchier d’acqua…” commenta con
un sorriso.
“certo perché
invece sarebbe meglio che tracannassi quelle porcherie alcoliche come fai
tu!!!!! sarebbe molto più facile se fossi ubriaca, vero??”
Tom dice rivolto a
Sam, in tono confidenziale: “è convinta che io ci stia provando con lei…”
“no, non dico
questo, io non sono egocentrica come qualcuno!!!- ribatte.- ma se permetti mi
dà fastidio incontrarti ovunque e soprattutto mi dà un fastidio enorme che tu
ti faccia sempre i cazzi miei!”
Tom si finge
allibito: “oh scusa, eh, se ti stavo levando di dosso uno che voleva solo
portarti al letto! Vero Sam, che volevi portarla al letto?”
“io be.. si…”dice
l’uomo che non ci sta capendo un gran che.
“ce l’avrei fatta
benissimo da sola, non avevo il ben che minimo bisogno d’aiuto, soprattutto non
il tuo!!!!”
“certo che sei
proprio un’ingrata e una maleducata cronica!!! Pensa, Sam, che stamattina in
biblioteca le ho fatto portare a casa un libro anche se non era consentito e
non mi ha neanche ringraziato..” dice recitando e sorridendo.
Sam annuisce
confuso e dice: “se ti ha fatto pure portare il libro a casa…”
“no.. tu.. Sam…
non dargli ragione!! Lui mi ha fatto fare una figuraccia enorme ed io non avrò
nemmeno il coraggio di riportarlo il libro!!!!”
Sam si volta verso
Tom ma non dice nulla, solo, alza le spalle.
“ehi, sacco di
lardo, non vorrai difenderla, spero!!!” sbotta Tom.
“io… cosa? Come mi
hai chiamato?” finalmente dopo lo stordimento iniziale, in Sam viene fuori il
farabutto che è in lui.
“ehi, mettiti in
fila ci sto litigando io, capito?” Chiarisce Rose con aria superiore.
Ma Tom sembra più
interessato al suo vecchio nemico che alla sua nuova rompiscatole: “ehi mi
hanno detto che sei appena uscito dalla gattabuia, scimmione! quanto hanno
pagato per la tua cauzione??”
L ’uomo fa un
ghigno e risponde “molto più di quello che credi, imbecille.”
Tom fa un sorriso
demoniaco. “come hai detto, pattumiera umana?”
Rose alza gli
occhi al cielo: certo che quel tipo è un tale attaccabrighe!
“dopo la partita
di armi che tu e il tuo gruppo di incapaci mi avete fregato ho accurato le voci
che da tempo dicevano che eri uno stronzo …”
“te ne do la
prova: se non levi il tuo culo da questo locale entro dieci secondi ti faccio
un bel tattoo anche sull’altra guancia, vuoi provare?!”
Rose capisce l’andazzo e fa
per allontanarsi dai due ma Sam la prende per la spalla e la costringe a
sedersi sopra uno sgabello accanto al
bancone del bar.
“tu resta qui, quando ho
finito con questo eunuco, mi occuperò di te.”
La ragazza fa un sorriso
irritato del tipo: ah, bene.
Sam non fa nemmeno in tempo
a voltarsi perché ha un incontro ravvicinato con il pugno destro di Tom.
Rose sobbalza mentre vede
Sam che sbatte contro il bancone del bar.
Sam si rialza ed
ora fa veramente paura: ha gli occhi arrossati di rabbia e la bocca aperta.
“calmati Sam –gli
dice Tom con tono canzonatorio. –o ti prenderà un infarto”
Sam si butta contro di Tom
che schiva il pugno, ne para un altro e gli tira poi un calcio nello stomaco
che lo fa cadere addosso a Rose; la ragazza è seduta sullo sgabello quando Sam
gli viene addosso e perde l’equilibrio.
Rose, Sam e sgabello
rovinano a terra in un fracasso infernale che per fortuna non è udibile grazie
al casino della discoteca.
Tom vorrebbe non farlo ma
scoppia in una fragorosa risata.
Rose cerca di liberarsi del
peso di Sam che le è sopra, gridando: “
e spostati stupido scimmione!!!” e per ‘incoraggiarlo’ gli pianta una
ginocchiata in mezzo alle gambe.
Sam si sposta subito, rosso
in volto e si rialza a stento.
“oh..” sospira soddisfatta
Rose alzandosi anche lei da terra; fa per andarsene ma Sam la trattiene di
nuovo: “ehi, ti ho detto di restare qui!!!” così la donna si risiede di nuovo
sullo sgabello, dicendo: “ma guarda tu quante ne devo passare…” e augurandosi
di non fare la stessa fine di prima.
Sam colpisce Tom con un
pugno ma questi subito reagisce sottolineando ogni parola che dice con uno
schiaffo: “quante.. volte.. devo…dirti.. che quelle …armi.. le volevo.. io???”
Sam cade di nuovo verso
Rose ma la donna scende agilmente e si sposta così che questa volta Sam cade
solamente con la compagnia dello sgabello.
La ragazza soffia di
sollievo per il mancato ruzzolone e si rivolge a Tom.
“vuoi stare più attento, per cortesia? Non puoi fare a meno di
buttarmelo addosso ogni volta??”
Nessuno oltre alla barista
sembra notare quella piccola rissa, dentro la discoteca.
Sam, rialzatosi, prende una
bottiglia dalle mani di quest’ultima con l’intento di spaccarla in testa a Tom
ma il ragazzo è più agile del grosso omone e la bottiglia si infrange sul
bancone del bar. Tom, in risposta, gli molla un pugno.
Tom si allontana
un po’ da Sam, per dargli il tempo di riprendersi.
L’uomo si volta
ansimando e, si direbbe, sfinito e
perdente.
Ma con grande
sorpresa di tutti estrae un piccolo coltello a serramanico.
Rose sente un brivido
passargli lungo la schiena. “benissimo…- dice seccata.- ci mancava solo
questo!!!!!”
Effettivamente avrebbe
potuto scappare, ora. Si, ma non sarebbe stata Rose.
Rose è alle spalle di Sam e
capisce che deve fare qualcosa per aiutare quel cretino. Ma non sa come fare!
Poi.. le viene un’idea. È una donna… e le donne devono usare le armi che
possiedono, ricorda, pensando al corso di difesa personale che aveva seguito
l’anno precedente. Quindi agisce.
Dà un calcio all’uomo
proprio dietro al ginocchio; il ginocchio di Sam si piega in avanti, quindi
Rose gli prende il polso con le dita esperte e concentrate di una
professionista e glielo piega all’indietro: la presa di Sam si allenta piano
piano sotto l’operazione di Rose sui tendini
e finalmente Sam lascia il coltello.
“bene, questo lo prendo
io..”dice la donna prendendolo e dando un altro calcio a Sam.
“no, questo lo prendiamo
noi..” dice una voce alle sue spalle.
Una mano le prende il
coltello di mano con uno strattone.
La donna si volta,
sbuffando: “basta non ne posso più di …..” ma le parole quasi le muoiono in
bocca.
La polizia.
Due agenti la osservano a
braccia incrociate e con una strana aria soddisfatta dipinta sul viso. L’agente più giovane le sorride con un
ghigno compiaciuto e minaccioso.
“bene, bene.. giochiamo con
i coltelli, eh?”
“no, agente.. io .. io non
centro nulla, posso spiegare…” balbetta Rose ma la barista la addita subito:
“non è vero, non è vero! Hanno litigato per lei, li ho sentiti io!!”
Rose si volta, arrabbiata:
“e tu che cazzo ne sai?????”
“basta con questa
scena!….Enrich.- dice all’ altro.- i due signori e la signorina ci accompagnano
in commissariato..”
“co.. cosa?? no, non…”
cerca di opporsi Rose ma un agente la prende subito per un braccio e la
trascina tra la folla.
Anche Tom e Sam vengono
scortati tra la gente.
Tom pensa a quanto Rose si
arrabbierà con lui. E sorride.
La voltante procede per le
strade buie di New York, fortunatamente, non a sirene spiegate, pensa Rose. Tom
e Sam siedono dietro con un agente in mezzo mentre la ragazza nel posto accanto
al conducente; la donna trattiene gli occhi sul paesaggio notturno dalla città
che vede dal finestrino.
Si morde con rabbia il
labbro inferiore: ma guarda che situazione!!!
*lo sapevo, io, che non
dovevo venire.. lo sapevo! Ma come mi sono lasciata convincere???*
Il suo cellulare squilla
improvvisamente e lei lo prende dalla borsetta.
L’agente accanto a lei, le
fa un sorriso tirato: “rispondi.” Rose obbedisce: è Hudson.
“Rose mio Dio ho visto che
andavi via con la polizia.. che è successo?”
“è un equivoco, Hudson.-
dice la donna con fermezza.- ma non preoccuparti per me, domani ti racconto
tutto…”sottolinea quelle due parole girandosi istintivamente verso Tom e Sam.
Ben presto giungono in
commissariato e i tre ‘malviventi’ vengono portati a presentarsi davanti al
commissario; Tom vede quanto Rose sia agitata e fuori di se dalla rabbia e
vorrebbe tranquillizzarla un po’ ma non ha modo di farlo.
Entrano nel suo ufficio.
Il commissario, il signor
Redford, sta fumando un sigaro e dà loro le spalle; è voltato verso la grande
finestra dietro la sua scrivania e ammira il paesaggio notturno della Grande
Mela. “che cosa abbiamo qui, Jhon?” chiede con voce roca e penetrante.
Il poliziotto risponde:
“una rissa. Due uomini e una donna, all’interno del Blue Peacok. Presumo che
sia iniziata con le mani e conclusa con un coltello. Ma non c’è nessun morto
e nessun ferito grave.”
Il commissario si volta. È
un uomo sulla cinquantina ma ha l’aria sveglia e malvagia di un vero
professionista.
“avete già raccolto i loro
dati?”
“si, signore. Eccoli..”
Il signor Redford osserva
con attenzione le carte di identità e due fogli stampati.
“vedo con piacere che la
signorina Rose Sandeker è con la fedina penale pulita…- Rose inizia a respirare
in modo irregolare al pensiero che forse da oggi non lo sarà più.- Thomas
Bishop.. no, lui, No. E non parliamo del signor Sam Mcluise.”
I suoi occhi neri si posano
su Rose.
“bene, signorina. Inizi.
Che diavolo è accaduto?!”
Rose fa un respiro
profondo. Dovrebbe dire la verità. Vorrebbe dire la verità. Vorrebbe dire che
Sam l’aveva importunata si, ma che lei era stata solo un pretesto perché il
vero motivo della rissa era stato un odio reciproco. Il commissario avrebbe
chiesto quale era il motivo di quest’odio reciproco e non si sarebbe
accontentato da Tom e Sam una risposta del genere ‘ mi sta antipatico’ No.. Non
avrebbe potuto nemmeno dire quello che le aveva confessato Sam.. delle armi…
avrebbe messo nei guai Tom, anche se meritava di finire nei guai.
Cercò i suoi occhi per un
istante ma senza risultato.
“allora, signorina?”
Rose si schiarisce la voce
ed inizia: “Quello che è accaduto questa sera in discoteca è proprio una
sciocchezza e sarebbe rimasta tale se..”
“questo lo lasci decidere a
noi, signorina Sandeker.” La interrompe brusco.
“certo.. allora è iniziata
così.. io e Thomas Bishop siamo fidanzati e..”
Tom alza gli occhi da
terra: sta mentendo… era convinto che spiattellasse tutto per filo e per segno…
ma… ora sta mentendo.. perché? Per lui?
“va bene, vada avanti..”
“Eravamo seduti accanto al
bancone del bar quando si è avvicinato il signor Mcluise che io non conoscevo.”
“e il signor Bishop lo
conosceva?”
“no, signore..- risponde
Rose senza la minima esitazione.- il signor Mcluise ha iniziato con complimenti
piuttosto pesanti… il mio ragazzo gli ha intimato di lasciarmi in pace ma il
signor Mcluise non ha gradito bene il fatto che Thomas si sia intromesso e..
sono cominciate a volare parole grosse.. poi… bè Thomas è molto geloso, signore,
e … hanno iniziato a picchiarsi. Finché il signor Mcluise non ha estratto un
coltellino a serramanico..- l’agente che l’aveva con se lo posa sulla
scrivania- e io gliel’ho tolto di mano.”
“e come ha fatto?”domanda
lui, stupito.
“l’anno precedente ho seguito
un corso di difesa personale e quando ho visto che Thomas era in pericolo…”
Tom non crede alle sue
orecchie.
Sicuramente il commissario
avrebbe voluto altre spiegazioni ma l’importante era che Rose non avesse
raccontato del fatto che lui e Sam si conoscessero, delle armi… e per avallare
la sua tesi non aveva mai nemmeno pronunciato il nome ‘Sam’, ma solo il
cognome, sottolineando che sia lei che lui non l’avevano mai visto prima d’ora.
Incredulo, si passa la mano
tra i capelli mentre osserva Rose: una dolce, irascibile, bellissima volpe.
L’interrogatorio va avanti
per molto ancora.
Il commissario Redford non
è certo uno stupido: per quanto bella sia la ragazza che ha di fronte, il noto
pregiudicato Sam Mcluise non avrebbe mai rischiato di finire di nuovo in
gattabuia per lei, per di più estraendo un coltello in un luogo pubblico. E
nemmeno Thomas Bishop, per quanto geloso ed innamorato, avrebbe mai permesso
una lite del genere.
Ma a loro favore c’è anche
la testimonianza della barista che, poco attenta, ha detto semplicemente che il
signor Mcluise aveva importunato Rose e Thomas Bishop aveva reagito.
E poi, avviare un’indagine
per una rissa in discoteca dove non erano risultati nemmeno un morto o qualche
ferito era proprio sciocco considerando che in una città come New York di
problemi e di problemi gravi, ce n’erano a qualsiasi ora del giorno e della
notte.
Sospirando, dopo un’oretta
abbondante di altre domande, il commissario conclude: “signora Rose Sandeker…
stia più attenta la prossima volta e cerchi di cavarsela da sola senza mettere
in mezzo il suo focoso ragazzo… può andare.”
Rose si alza dalla sedia e
saluta con garbo prima di uscire dalla porta.
“signori miei…- inizia
Redford che aspira un po’ del suo sigaro.- non so se vi siete accorti di quello
che ha fatto quella donna, per voi, questa sera. Io so riconoscere quando
qualcuno mente per coprire qualcun altro. E’ ovvio che non avete litigato per
lei ma per loschi motivi che non sapremo mai. Devo indagare su un omicidio e la
vostra rissa mi interessa ben poco, sinceramente. Ve l’ho fatto presente perché
comprendiate quello che ha fatto la giovane: una ragazza che ha mentito alle
autorità…ha eccellentemente mentito alle autorità per coprirvi nonostante
avesse paura di essere incriminata per qualcosa che non ha fatto o
semplicemente per falsa testimonianza. Ecco, solo questo. Credo che un grazie
sia d’obbligo. E ora, signor Bishop, vada pure… lei, Mcluise, resti… ci è
mancato ,sa, in questi giorni..”
Thomas esce dalla stanza
del commissario. Rose è già nell’auto dell’agente, ove sale anche lui, che li
riaccompagnerà in discoteca.
“e fate i bravi, ok?”
intima loro l’agente prima di mettere in moto ed andarsene.
Rose fissa i suoi occhi
infuocati sulla discoteca: “lo sapevo, io, che non dovevo venire!!!!!” esclama
quasi parlando a se stessa.
Tom sorride sapendo di
provocarla: “infondo è stato divertente!”
“divertente???? Ho
rischiato di sporcare la mia fedina penale coprendo tu e quel porco del tuo
amico e tu dici che è stato divertente!!!!Credevo di finire in prigione per
poco non mi prende un infarto e tu dici che è stato divertente!!!!!!!!!!!!!!!!”
“ma dai lo so che hai fatto
un sacrificio.. era solo per stuzzicarti un po’…tu non darmi spago, vedrai che
dopo un po’ mi sto zitto.”
“non darti spago? Ma io te
lo passo intorno al collo lo spago!!!!!!!!!!!”
Tom scoppia a ridere e quando si riprende le propone: “sali, ti
do un passaggio..”
Rose vorrebbe e dovrebbe
rifiutare.
Quel tipo gliene sta
facendo passare di cotte e di crude, in continuazione.
Ma non le va affatto di
entrare per cercare Hudson senza contare che sono le cinque del mattino e le
sue amiche potrebbero anche essere tornate a casa. Così accetta.
Rose si accomoda dietro di
Tom, stringendogli i fianchi muscolosi, mentre il ragazzo dà gas e si allontana
nella notte.
Rose gli comunica
l’indirizzo e i due proseguono la corsa. Tom ripensa a quello che ha fatto per
lui, Rose, questa sera. Lui, un perfetto sconosciuto. Pensa che sia generosa,
furba e tremendamente affascinante con quegli occhi ammalianti e irritabili.
Rose si stringe a Tom
mentre con la mente rielabora quanto le è accaduto e ripensa che era stata
proprio a lei a voler movimentare un po’ la serata! *non mi posso mai stare
zitta, eh?* Pensa al rischio che a corso mentendo alla polizia ma non si pente
d’averlo fatto, sentiva di fare la cosa giusta.
Il vento gelido di quella
nottata invernale si infila sotto il giubbotto di pelle di Tom e alza ed agita
la gonna a pieghe di Rose, gelandole le gambe. Entrambi rabbrividiscono
contemporaneamente e subito scoppiano a ridere cancellando, almeno in parte, la
tensione che si era formata.
La moto frena
bruscamente. “arrivati.” Dice il conducente.
Rose scende dalla moto,
tirando un sospiro di sollievo e facendosi il segno della croce. Tom la guarda
interrogativo: “c’è icona?”
“no, sono ancora viva!”
ribatte lei con destrezza.
“ehi se sono andato più
veloce l’ho fatto solo per te..”
*ma perché questo ha il
potere di farmi venire i nervi ogni cinque minuti!!!!!!* Rose sente l’ira
crescerle dentro di se: “grazie, ma io avrei preferito che non mi trascinasti
in questa situazione, invece! Prima la figuraccia in biblioteca, poi la
litigata madornale con Sean e ora in commissariato! Avanti qual è la tua
prossima mossa, farmi rapire da qualche delinquente amico tuo?”
Tom non può fare a meno di
ridere. “si ammetto d’averci pensato ma poi ho preso accordi con gli alieni,
sai, loro sono più affidabili.”
Rose sorride: che sia il
suo modo di chiederle scusa?
“volevo chiederti di venire
a fare colazione con me”
“non posso, grazie, per
oggi ne ho passate abbastanza. Se venissi a fare colazione con te è probabile
che al barista scivoli il detersivo nel cappuccino…”
Tom scende dalla moto ed
ora sono faccia a faccia.
*Quanto è bello!!!* Pensa
la donna osservandolo con timidezza… quanto sono belli quegli occhi azzurri!
Occhi, che con gli altri sono solitamente gelidi e scontrosi ma con lei..
dolci… si, sono dolci , cordiali… e ridenti.
Tom osserva con platonica
ammirazione i suoi lineamenti dolci ma decisi, i suoi occhi verdi e persino i
capelli castani che le circondano il viso.
Ripensa alle parole del
commissario. Ha ragione, un grazie è più che dovuto.
Si avvicina di più a lei e
senza la minima esitazione, unisce le loro labbra in un breve ma ardente
contatto. Poi le sussurra: “grazie.”
Rose si sente confusa, come
se il suo cervello fosse andato in vacanza e l’avesse lasciata lì, sola, con il
suo cuore e le sue emozioni. L’ha baciata???!! Ma è impazzito?
Sta per arrabbiarsi ma Tom
la saluta con un cenno della mano e riparte sulla moto, abbandonandola davanti
al cancello verde di casa sua, senza neanche la possibilità di sfogarsi e
chiedere spiegazioni.
Rose si porta una mano tra
i capelli.
Entra in casa
raccomandandosi di non ossessionarsi troppo su quel bacio perché sicuramente il
giorno dopo sarà solo uno stupido ricordo di cui riderà.
Riflette sul fatto che Tom
l’aveva voluta ringraziare a modo suo e non c’era nessun altro motivo da
ricondurre a quel bacio.
Si, è andata così, si
ripete mentre si infila sotto le coperte ed accarezza Camilla che si è
accoccolata ai piedi del letto.
Ma si.. solo un
ringraziamento e basta.
E poi lei è fidanzata.
Felicemente fidanzata.
*che giornata* pensa. *un
altro paio di giorni come questi e posso dire addio alle mie facoltà intellettive…*
Spegne l’abajoue sul
comodino e chiude gli occhi.
Ma purtroppo sa bene cosa o
per meglio dire chi, occuperà tutti i suoi sogni.
Fine secondo capitolo.