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Autore: Diomache    27/12/2005    3 recensioni
Lei. Dolce, solare, irascibile, maledettamente testarda. E poi c'è lui. Bellissimo, scapestrato, intrigante.
"Rose sente un piccolo nodo allo stomaco e per la prima volta percepisce un disagio con Sean, vorrebbe sentirsi ancora gli occhi di quel tipo addosso, le sue parole, i suoi sguardi, il suo sorriso.
Tom continua a fissarla. E per la prima volta, in vita sua, vorrebbe restare ancora a litigare con lei, a poter godere dei suoi occhi, del suo sorriso arrabbiato.
Rose abbassa gli occhi e si gira, continuando a camminare con Sean.
Tom infila il casco e mette in moto.
Era iniziato un giorno come tanti altri.
Ma né lui, né lei, ora, lo pensavano più."
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Allora, ragazzi cosa ne pensate

Ciao a tutti…  spero che questo capitolo vi piaccia io ci sto mettendo molto impegno e passione!

Ringrazio Aly per la recensione, spero di non deludere le tue aspettative!!!!

Mi raccomando, qualsiasi cosa pensiate della mia storia, fatemelo sapere lasciando una recensione!

vi lascio al capitolo…

 

Buona Lettura,

Diomache.

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

 

CAPITOLO II : TU, ANCORA!??!!

 

La donna fuma una sigaretta fuori dal bar mentre pensa al ragazzo che l’ha mollata pochi minuti fa. Con le mani tortura un mazzetto di chiavi per cercare di calmarsi ma è inutile, le lacrime le rigano le guance.

Vede delle moto parcheggiate con la massima accuratezza di chi non vuole che non accada loro nulla di male. *questi ragazzi tengono solamente alle moto. Che stronzi.*

Intanto il cielo che sembrava chiuso e sull’orlo di una nevicata ,al mattino, ora che volge al tramonto si è colorato di un rosso intenso e forte che fa sperare bel tempo per giorno dopo, un bel tempo quasi estivo se non fossero per le temperature, bruscamente intorno agli 8 gradi.

La ragazza, il cui nome è Amy, posa di nuovo lo sguardo sulle moto, tra le quali c’è anche quella del suo, ormai, ex fidanzato. Un improvviso impulso la invade…

Stringe in mano le chiavi di casa e si avvia verso le moto con l’intenzione di sfregiarle. Si avvicina ad una moto nera, enorme, sicuramente truccata ma comunque una di quelle che va tranquillamente a 230 Km orari. Tende la mano per lasciare un bel ricordino a quello sconosciuto e sicuramente stronzo come il suo ex, ma poi si ferma.

Quella è la moto di Tom. Ritrae subito la mano e mette le chiavi in tasca.

Che stava per fare? la moto di Tom…che le sarebbe accaduto se avesse fatto il gestaccio? E se l’avessero scoperta?

Dopo tutto Tom la conosce e sa che lei e Harry si sono lasciati.

Tom è il più temuto della zona, lui e la sua banda di delinquenti.

Li ha visti all’interno del bar che parlavano di andare a casa di qualcuno, un certo Moore e dargli una bella lezione, magari ammazzarlo.

Se è vero che quel Moore ha picchiato il cugino di Michael,il migliore amico di Tom, allora questo Moore non dovrebbe far altro che prendere una pistola ed uccidersi da solo. Quello che lo aspetta potrebbe essere molto peggiore.

Sente alcuni passi e subito si siede su una sedia, allontanandosi dalle moto.

Eccoli, escono dal bar. Li vede uno dopo l’altro, sfilare sicuri nei loro giubbotti di pelle, nei loro jeans marcati e comprati con soldi poco puliti; quel gruppo maledetto ed affascinante allo stesso tempo che è composto da cinque persone.

Harry, quando sono stati insieme, gli ha raccontato molto sul loro gruppo.

All’inizio erano Michael e Tom, due amiconi ribelli del liceo. Poi a loro si è aggiunto ‘il tedesco’ un poveraccio più grande, affetto da amnesia che Michael ha ospitato per un po’ di tempo a casa sua, un tipo alto, biondo e dall’accento strano, che gli ha dato il soprannome. Al simpatico trio si sono poi aggiunti Harry e Dawson, conosciuti in una disco durante una piccola discussione per un tavolino. Il risultato?

Nella discoteca era scoppiata una rissa ma loro si erano scoperti amiconi.

La vita a volte è strana.

Sotto un piano estetico, Tom è sicuramente il più bello, con i capelli scompigliati, biondi, gli occhi gelidi, azzurri  e un corpo che sfiora la perfezione.

Anche Harry, il suo ex, è davvero carino mentre sono molto più ordinari il moretto Dawson e il gelido tedesco. Michael, invece, è buffissimo e allegro ma anche lui ha il suo cosiddetto ‘lato scuro’ che lo accomuna agli altri.

“avanti, andiamo  a casa di quel bastardo!!” a parlare è proprio Harry.

In un secondo sono tutti a ‘cavallo’ delle loro moto e con un rombo assordante di motori, partono sfrecciando sulla strada, suonando i clacson, che nella notte risuonano come un monito pauroso.

Tom è in testa, al suo fianco uno dei più forti, ‘il tedesco’; i due saettano  sull’asfalto,  quasi invisibili, come dei giudici inappellabili, spietati.

In breve tempo ed a una velocità di circa duecento km orari, arrivano ad uno dei quartieri più miseri e poveri della città; il rombo dei loro motori, forte e minaccioso, giunge alle orecchie degli abitanti di quelle palazzine; essi si affacciano dalle finestre spiando quegli inappellabili assassini e subito dopo si ritirano, abbracciando i loro figli,pregando Dio e chiudendo le misere persiane.

Tom i suoi scendono dalle moto e si dirigono sicuri verso l’abitazione di Moore, che più che un’abitazione, quella sera, è un vero e proprio bordello.

Entrano e si fanno largo tra le prostitute e i drogati.

* che schifo.* pensa Tom.

Si dividono, cercano in quella lurida abitazione un essere altrettanto lurido.

A trovarlo è Dawson che avverte gli altri: Moore è in camera sua in compagnia di una moretta che subito allontana da se.

“ehi, ‘sera, amici. Volete servirvi?” dice mostrando loro la ragazza.

“no, grazie.- parla Tom. - non è lei che ci serve… ci servi tu!.”

Moore capisce benissimo ma cerca di scherzare, mentre il viso si tinge di piccole perle di sudore. “be, non sapevo che aveste mutato i vostri gusti, ragazzi.”

“devi tenerti informato, Danny” il ghigno gelido di Harry gli fa iniziare a sudare freddo.

“mi hanno detto.. –inzia Michael.- che ieri tu e mio cugino avete giocato un po’..”

Danny abbozza un sorrisino mentre si riveste. “abbiamo litigato e da cosa nasce cosa”

“ehi, hai detto proprio bene. –approva Tom. –da cosa nasce cosa.”

“e bravo il verme.” Concorda il ‘tedesco’.

“vieni amico, ti dobbiamo parlare in privato…”dice Dawson mentre lo prende per il collo e lo trascina in un’altra stanza, seguito dal resto del gruppo. È il bagno.

Lo mettono a sedere sul water.

“e adesso facci vedere come urla un verme..” dice Tom prima di colpirlo con un pugno in pieno viso. Danny accusa il colpo e cade. Fa per rialzarsi e contrattaccare ma Michael è subito su di lui. E così giù, con pugni, calci, testate; tutto il gruppo dà la sua piccola lezione a quel verme che debolmente cerca di opporre una lieve ed inutile resistenza.

Michael è quello più scatenato, deve vendicare suo cugino e mantenere intatto il suo onore.

Alla fine è Tom a contenerlo: Danny è svenuto; ha il setto nasale rotto, le guance arrossate, un sopracciglio aperto e le labbra spaccate.

“basta o lo ammazzerai.- gli sussurra. –ne avrà per un po’, sta’ tranquillo, ha capito la lezione” Michael ansima e si ferma, rassicurato dalle parole di Tom.

Molti del gruppo vorrebbero restare ma mantengono fede al programma che avevano stipulato : cena a Little Italy e poi serata in disco, da Fred.

Ripartono, rombando con le loro moto e allontanandosi dal loro crimine; alcuni di loro sono sporchi di sangue, altri sudati, altri chi, come Tom, impassibili perché semplicemente ci sono abituati.

 

Il suono del cordlees interrompe Rose che apre improvvisamente i suoi occhi verdi.

*devo essermi addormentata. *pensa mentre alza la testa dal grande libro di chimica.

Il telefono continua a squillare e la donna, ancora un po’ insonnolita,risponde.

“ehi, Rose, sono io, Hudson.” Hudson è la sua migliore amica, una ragazza carina e molto particolare che lei conosce sin dai tempi del liceo.

“ehi, ciao Hudson.. dimmi…”

“be.- dice quella. –non usciamo ‘sta sera?”

Rose dà un’occhiata all’orologio. Le 24.

Non ha proprio voglia di uscire, ha studiato tutto il pomeriggio e tutta la sera, ha litigato con Sean a causa di quel tipo in biblioteca, ha litigato al telefono con sua sorella perché non l’aveva potuta raggiungere al cellulare….e per di più le scoppia la testa.

Risponde: “no, Hudson, oggi non è giornata.”

“ma dai che ci divertiamo! Ho chiamato anche Susy e Adrienne, hanno detto che c’è una discoteca che non hanno ancora visto!”

“ah, mi pare improbabile, escono tutte le sere!”

“giuro! È un po’ fuori mano e ci vorrà la macchina, non il motorino…”

“allora non posso proprio venire.. -coglie l’occasione. –l’auto di Formy ha un freno rotto e il motorino rischia di lasciarmi a piedi per strada! Stamattina ci sono andata in biblioteca ma si è trattato di un autentico miracolo.”

“davvero? Oh, comunque stai tranquilla perché la macchina la prendiamo sia io che Susy…”

“ti avverto che io con quella pazza non ci salgo in auto!”

“nemmeno io è per questo che ho preso la mia! Allora vuoi venire si o no?”

“non lo so Hudson, sono stanca, ho studiato fino adesso e domani...” cerca di giustificarsi Rose ma tanto sa già come andrà a finire.

“avanti, chiudi subito quel libro di chimica, non puoi passare la tua gioventù sui libri, hai vent’anni! Preparati che tra una mezz’oretta di passo a prendere, ok??”

“no, aspetta, Hudson, io…”

“un bacio grande, pigrona, a dopo!” chiude la conversazione. Rose sbuffa.

*Perché le amiche così capitano tutte a me?* Si butta nell’armadio e tira fuori alcuni vestiti, indecisa. È incerta e si accorge che i consigli di sua sorella Emily le mancano molto.. lei avrebbe scelto sicuramente la cosa giusta. Alla fine indossa una minigonna di lana nera a pieghe, un golfino rosso, attillato , un paio di calze nere e i suoi stivali a punta, rossi.

Rose guarda l’orologio e si rende conto che tra pochi minuti Hudson sarà lì.

In fretta e furia va in bagno per truccarsi. Si trucca gli occhi con la matita e si sistema sulle labbra un lucidalabbra rosso “les voilà!” dice guardandosi allo specchio..

Il campanello suona.

“ok, vado.” Rose prende il suo giaccone di lana nero e la borsetta nera, poi passa davanti allo specchio. Beh , si piace.

Vola giù per le scale, esce di casa e vede che sono parcheggiate sia l’auto di Susy che l’auto di Hudson. Susy si sporge dal finestrino: “Ciao Rose! dì ad Hudson che facciamo a chi arriva prima!” la ragazza sbianca e Susy scoppia a ridere “ma dai, scherzavo!!!!”

Rose finge di ridere ed entra nella macchina di Hudson.

“tu non fai nessuna gara, chiaro?” sentenzia.

“buona sera anche te” sorride affettuosamente l’amica.

Lei ed Hudson sono inseparabili dai tempi del liceo e tutt’ora, pur frequentando università differenti, sono legatissime. Hudson è molto carina, alta, i capelli castano scuro e ricci, gli occhi neri e comprensivi; è una ragazza molto calma , paziente e dotata di molta diplomazia.

Le altre sue amiche, Susanne (Susy) e Adrienne sono due pazze inseparabili. Adrienne ha i capelli tinti di rosso e lunghi fino alle spalle mentre Susy li ha neri e corti, sempre spettinati dal gel. Il loro aspetto malizioso non inganni: sono bravissime ragazze, leali, comprensive anche se piuttosto inclini alle avventure, all’alcool e alle disco.

Ma infondo sono fatte così e Rose non le cambierebbe per nulla al mondo.

Rose ed Hudson iniziano a chiacchierare animatamente; la conversazione verte su l’università e le ragazze parlano dello studio, dei problemi, degli esami arretrati, di altri in cui avevano deciso di ripresentarsi , altri in cui erano state ‘ingiustamente’ bocciate. Tuttavia dopo poco Hudson nota il volto un po’ ombrato di Rose, solitamente allegra e di buon umore.

“be? Come mai quel visino triste? Qualcosa non va con Sean??”

La donna sospira “tutto non va! Oggi abbiamo litigato per tre ore! È troppo geloso, vede tradimenti e segreti ovunque! E soprattutto non mi crede, non ha fiducia in me!”

Rose riepiloga velocemente gli avvenimenti di quella mattinata e il racconto si conclude con una bella risata da parte della donna bruna: “che tipo!” commenta riferendosi a Tom.

“È un odioso ragazzo arrogante , egocentrico, presuntuoso ,è pure uno stronzo ed io non ci trovo nulla da ridere!!”

“Sean, invece, ci ha trovato puzza di bruciato! devi capirlo.. tu che faresti se al suo cellulare rispondesse una donna? Ti arrabbieresti come si è arrabbiato lui?”

“Certo che non mi arrabbierei così! E poi gli crederei se mi dicesse che è stata una stupida coincidenza… un’amante non risponderebbe mai al cellulare dell’altro, non trovi?”

“anche questo è vero… però.. Sean è un tipo così focoso..”

“io direi meglio geloso, comunque… basta, non voglio più parlare né di lui né del tipo della biblioteca… tanto, preghiamo Dio, non lo rivedrò più!!!!!”

“come vuoi.” Concorda conciliante Hudson mentre i suoi occhi scuri tornano a concentrarsi sulla strada.

Arrivano,dopo circa una mezz’oretta, alla discoteca di cui avevano parlato Susy e Adrienne. Le loro amiche sono già arrivate e fanno loro sguardi annoiati, picchiando l’indice e il medio della mano sull’orologio, in segno di ritardo.

Il parcheggio è già pieno nonostante sia relativamente presto, circa le 1 e 30. Le donne danno un’occhiata al locale. La facciata è bella, decorata con un enorme pavone blu tutto illuminato dalle lampadine, la coda del pavone è trasparente e i loro occhi possono vedere le luci viola, rosse e gialle che si alternano all’interno della discoteca.

Rose pensa che nonostante tutto abbia fatto bene ad uscire, quel posto il ‘blue peacock’ sembra veramente un posto carino.. almeno così sembra dall’ esterno.

Avvicinandosi vedono che per entrare c’è già un mucchio di gente che aspetta.

“bene..” sbuffa Adrienne mentre si mettono in coda.

Ad un certo punto si sentono provenire dalla gente che si è accodata dietro di loro, lamenti, sbuffate e commenti, poi un tonfo e un ragazzo che rotola a terra per una parola sbagliata detta alla persona sbagliata.

Si fanno largo tra le file cinque ragazzi vestiti di pelle, tenebrosi e seducenti che si avvicinano al buttafuori. Rose li vede di spalle e pensa che siano i soliti raccomandati. Infatti sente qualcuno di loro dire al buttafuori: “ciao Fred e grazie, eh?” prima di entrare nel locale, senza nemmeno pagare il biglietto.

“i soliti. –commenta Hudson all’orecchio dell’amica.- c’è troppa gente come loro ecco perché il mondo va a rotoli!”

Dopo un po’ di tempo le quattro ragazze  fanno il loro ingresso nel locale.

“raga’, per cortesia!!” si lamenta Rose vedendo Susy e Adrienne che già si sono buttate in pista. Hudson alza le spalle, dirigendosi verso il divanetto per mettere a posto il giaccone. La serata inizia e la voce del dj si fa sentire nella discoteca che in men che non si dica si è riempita di gente.

Rose e le sue amiche iniziano a ballare in pista, muovendo i fianchi, le braccia e la schiena, ondeggiando elegantemente e senza volgarità.

Senza dirlo, Susy e Adrienne sono le più scatenate..

Le ore trascorrono velocemente tra balli , corteggiamenti e galanti rifiuti .

Adrienne, Susy ed Hudson sono sedute ad un divanetto ed osservano Rose che, ancora attiva, balla elegantemente tra la gente. Notano che un bel tipo dall’aria dura le si avvicina ed inizia a ballare dietro di lei.

“eccola là, lo sapevo! Rose rimorchia sempre!” si lamenta Susy mettendo il suo viso nel palmo delle mani.

“aspetta aspetta ma io so chi è quello…” dice Adrienne osservandolo.

Il bel tipo è alto, capelli biondi e un fisico da paura ….

Balla dietro di Rose, corteggiandola sensualmente, senza che lei se ne accorga. Poi la ragazza si gira e vedendolo, inizia a ballare con lui, sorridendo timidamente ma evitando sempre il suo sguardo. Entrambi credono di conoscersi ma nessuno dei due collega il volto dell’altro alla mattinata in biblioteca.

“ma si!” grida Adrienne. “quello è Tom, capito Susy? Tom… l’amico di tuo fratello!”

Susy focalizza meglio quel bellissimo ragazzo “ma si, c’hai ragione! Quando andiamo a casa faccio un bel discorsetto con Dawson. Che, si fa così? Uno ha un tipo…così… nel suo gruppo e non lo presenta alla sorellina single??”

Tom cerca di parlare alla ragazza che sta ballando con lui ma improvvisamente lei smette e si va a sedere tra le amiche. “basta, sono stanca!”dice.

Susy la guarda “ tu sei pazza! Stavi ballando con un figo da paura e… te ne vai cosi?”

“ma sai chi era quello??” domanda Adrienne “era Tom Bishop, uno dei più boni di tutta New York!”

Rose sbuffa e dice “si era carino ma io sono fidanzata, fidanzata! Capito?”

Susy scuote la testa “chi non ha il pane non ha i denti”

Rose sorride “guarda che era ‘chi ha il pane non ha i denti’ ”

“e che ho detto io? Comunque la sostanza resta quella.. hai mollato un tipo da brivido per uno da salotto come Sean!”

“mollato… c’ho ballato insieme due minuti mica quello mi voleva sposare!”

“perché Sean ti sposa?????????” esclama Adrienne sorpresa.

“No!” urla Rose.

“e allora vedi? Era meglio quel pezzo d’un bono!”

Rose si appoggia allo schienale del divanetto, sfinita.

“mi arrendo” dice con voce passiva.

Susy, Adrienne e Hudson, dopo pochi secondi, si buttano nella mischia di nuovo.

Rose opta per andare a prendersi un bicchiere d’acqua al bancone del bar.

La serata si sta facendo piuttosto noiosa, pensa, ci vorrebbe qualcosa che la movimentasse un po’.

Solo pochi minuti dopo non avrebbe mai voluto averlo pensato.

 

Tom fuma una sigaretta appoggiato al muro. Osserva una ragazza bella, mora e seducente che ondeggia i fianchi al ritmo della musica.

Ripensa alla biondina di prima, a quel senso paradisiaco che aveva provato standole accanto, al suo profumo e alla sensazione di averla già conosciuta.

Dawson gli si avvicina con il volto preoccupato. “Tom…-dice per richiamare la sua attenzione. –Sam è qui.”

Tom sgrana gli occhi, spegne la sigaretta sulle spalle di un tipo e risponde, incredulo “cosa?- la sua voce è seccata. –che palle…”

“puoi dirlo forte…”concorda Dawson, poi cambia argomento. “vieni, ci sono delle ragazze laggiù… molto ben disposte.. non so se mi spiego…”

Tom si gira: la moretta non c’è più, ma rifiuta. . “no.. vado a farmi un rum...”

 

Rose si siede su uno sgabello, accanto ad un ragazzo biondo, di spalle, che beve qualcosa. Ordina subito una bottiglietta d’acqua e si fa dare un bicchiere.. meglio sempre essere prudenti. Si versa l’acqua e la sorseggia mentre osserva il popolo notturno di New York che danza al ritmo della musica.

Un uomo alto, massiccio, con un tatuaggio di un cobra con le fauci spalancate sulla guancia sinistra, si siede accanto a lei. “buooonnasserra…” dice con voce mielata. “che cosa ci fa una così bella ragazza tutta sola…”

Rose lo degna appena di uno sguardo. “cambia aria amico, non è serata.”

“perché mai? Una bella signorina come te non dovrebbe essere così di cattivo umore! Vedrai che ci divertiremo, dimmi, come ti chiami raggio di sole?” Chiede quello aspirando la sigaretta e soffiandole il fumo in faccia.

Rose, irritata, gli prende dalla bocca la sigaretta e gliela spegne su un posacenere.

Allo sguardo allibito dell’uomo, risponde: “odio il fumo.”

Una voce alle spalle di Rose consiglia l’uomo di andarsi a fan culo da un’altra parte.

Sul volto dell’uomo compare un ghigno di rabbia e urla al ragazzo di spalle: “fatti i cazzi tuoi, stupido rompicoglioni!!!”

Il ragazzo si gira mostrando il suo viso dai lineamenti infastiditi ed arrabbiati: Tom!

Sia Rose che l’uomo hanno un moto di sorpresa e gridano, in contemporanea:

“TU, ANCORA??!!!!!!”

Rose capisce che c’è qualcosa che non va e chiede al malvivente: “tu lo conosci?”

Sam annuisce con vigore: “certo che lo conosco! Mi ha soffiato una partita di armi intera e mi ha fatto finire in galera, il  bastardo!!!”

Sam le domanda: “ tu lo conosci?”

“certo che lo conosco! Mi ha fatto fare una figuraccia in biblioteca e mi ha fatto litigare con il mio ragazzo, questo brutto stronzo! Ma è mai possibile?? In tutte le discoteche di New York, con tutti gli abitanti di questa stramaledettissima metropoli, io.. qui… proprio a te dovevo incontrare?????!!!”

Tom scoppia a ridere. “non ci posso credere!! Sarà il destino!”

“altro che destino! Questa è una macchinazione per farmi andare fuori di testa!!”

 “scusate io..” cerca di intromettersi  Sam ma la sua voce non viene nemmeno udita.

 “ehi non vedo il tuo cavaliere senza macchia e senza paura!! Ah ho capito non l’hai portato perché Sean è..- imita la voce della donna.- un ragazzo troppo per bene per una discoteca!”

“ma finiscitela, sei solo un pallone gonfiato! Che cosa ne sai tu di Sean? Te lo dico io proprio niente!!!! io sono qui con delle amiche!”

“guarda che io non ti ho chiesto con chi sei venuta qui… so benissimo che sei troppo innamorata per tradire il tuo damerino, ragazzina.”

“ehi, non chiamarmi ragazzina, chiaro?”

Tom nota che sta bevendo solamente acqua “casta e pura come un bicchier d’acqua…” commenta con un sorriso.

“certo perché invece sarebbe meglio che tracannassi quelle porcherie alcoliche come fai tu!!!!! sarebbe molto più facile se fossi ubriaca, vero??”

Tom dice rivolto a Sam, in tono confidenziale: “è convinta che io ci stia provando con lei…”

“no, non dico questo, io non sono egocentrica come qualcuno!!!- ribatte.- ma se permetti mi dà fastidio incontrarti ovunque e soprattutto mi dà un fastidio enorme che tu ti faccia sempre i cazzi miei!”

Tom si finge allibito: “oh scusa, eh, se ti stavo levando di dosso uno che voleva solo portarti al letto! Vero Sam, che volevi portarla al letto?”

“io be.. si…”dice l’uomo che non ci sta capendo un gran che.

“ce l’avrei fatta benissimo da sola, non avevo il ben che minimo bisogno d’aiuto, soprattutto non il tuo!!!!”

“certo che sei proprio un’ingrata e una maleducata cronica!!! Pensa, Sam, che stamattina in biblioteca le ho fatto portare a casa un libro anche se non era consentito e non mi ha neanche ringraziato..” dice recitando e sorridendo.

Sam annuisce confuso e dice: “se ti ha fatto pure portare il libro a casa…”

“no.. tu.. Sam… non dargli ragione!! Lui mi ha fatto fare una figuraccia enorme ed io non avrò nemmeno il coraggio di riportarlo il libro!!!!”

Sam si volta verso Tom ma non dice nulla, solo, alza le spalle.

“ehi, sacco di lardo, non vorrai difenderla, spero!!!” sbotta Tom.

“io… cosa? Come mi hai chiamato?” finalmente dopo lo stordimento iniziale, in Sam viene fuori il farabutto che è in lui.

“ehi, mettiti in fila ci sto litigando io, capito?” Chiarisce Rose con aria superiore.

Ma Tom sembra più interessato al suo vecchio nemico che alla sua nuova rompiscatole: “ehi mi hanno detto che sei appena uscito dalla gattabuia, scimmione! quanto hanno pagato per la tua cauzione??”

L ’uomo fa un ghigno e risponde “molto più di quello che credi, imbecille.”

Tom fa un sorriso demoniaco. “come hai detto, pattumiera umana?”

Rose alza gli occhi al cielo: certo che quel tipo è un tale attaccabrighe!

“dopo la partita di armi che tu e il tuo gruppo di incapaci mi avete fregato ho accurato le voci che da tempo dicevano che eri uno stronzo …”

“te ne do la prova: se non levi il tuo culo da questo locale entro dieci secondi ti faccio un bel tattoo anche sull’altra guancia, vuoi provare?!”

Rose capisce l’andazzo e fa per allontanarsi dai due ma Sam la prende per la spalla e la costringe a sedersi sopra  uno sgabello accanto al bancone del bar.

“tu resta qui, quando ho finito con questo eunuco, mi occuperò di te.” 

La ragazza fa un sorriso irritato del tipo: ah, bene.

Sam non fa nemmeno in tempo a voltarsi perché ha un incontro ravvicinato con il pugno destro di Tom.

Rose sobbalza mentre vede Sam che sbatte contro il bancone del bar.

Sam si rialza ed ora fa veramente paura: ha gli occhi arrossati di rabbia e la bocca aperta.

“calmati Sam –gli dice Tom con tono canzonatorio. –o ti prenderà un infarto”

Sam si butta contro di Tom che schiva il pugno, ne para un altro e gli tira poi un calcio nello stomaco che lo fa cadere addosso a Rose; la ragazza è seduta sullo sgabello quando Sam gli viene addosso e perde l’equilibrio.

Rose, Sam e sgabello rovinano a terra in un fracasso infernale che per fortuna non è udibile grazie al casino della discoteca.

Tom vorrebbe non farlo ma scoppia in una fragorosa risata.

Rose cerca di liberarsi del peso di Sam che le è  sopra, gridando: “ e spostati stupido scimmione!!!” e per ‘incoraggiarlo’ gli pianta una ginocchiata in mezzo alle gambe.

Sam si sposta subito, rosso in volto e si rialza a stento.

“oh..” sospira soddisfatta Rose alzandosi anche lei da terra; fa per andarsene ma Sam la trattiene di nuovo: “ehi, ti ho detto di restare qui!!!” così la donna si risiede di nuovo sullo sgabello, dicendo: “ma guarda tu quante ne devo passare…” e augurandosi di non fare la stessa fine di prima.

Sam colpisce Tom con un pugno ma questi subito reagisce sottolineando ogni parola che dice con uno schiaffo: “quante.. volte.. devo…dirti.. che quelle …armi.. le volevo.. io???”

Sam cade di nuovo verso Rose ma la donna scende agilmente e si sposta così che questa volta Sam cade solamente con la compagnia dello sgabello.

La ragazza soffia di sollievo per il mancato ruzzolone e si rivolge a Tom.

 “vuoi stare più attento, per cortesia? Non puoi fare a meno di buttarmelo addosso ogni volta??”

Nessuno oltre alla barista sembra notare quella piccola rissa, dentro la discoteca.

Sam, rialzatosi, prende una bottiglia dalle mani di quest’ultima con l’intento di spaccarla in testa a Tom ma il ragazzo è più agile del grosso omone e la bottiglia si infrange sul bancone del bar. Tom, in risposta, gli molla un pugno.

Tom si allontana un po’ da Sam, per dargli il tempo di riprendersi.

L’uomo si volta ansimando  e, si direbbe, sfinito e perdente.

Ma con grande sorpresa di tutti estrae un piccolo coltello a serramanico.

Rose sente un brivido passargli lungo la schiena. “benissimo…- dice seccata.- ci mancava solo questo!!!!!”

Effettivamente avrebbe potuto scappare, ora. Si, ma non sarebbe stata Rose.

Rose è alle spalle di Sam e capisce che deve fare qualcosa per aiutare quel cretino. Ma non sa come fare! Poi.. le viene un’idea. È una donna… e le donne devono usare le armi che possiedono, ricorda, pensando al corso di difesa personale che aveva seguito l’anno precedente. Quindi agisce.

Dà un calcio all’uomo proprio dietro al ginocchio; il ginocchio di Sam si piega in avanti, quindi Rose gli prende il polso con le dita esperte e concentrate di una professionista e glielo piega all’indietro: la presa di Sam si allenta piano piano sotto l’operazione di Rose sui tendini  e finalmente Sam lascia il coltello.

“bene, questo lo prendo io..”dice la donna prendendolo e dando un altro calcio a Sam.

“no, questo lo prendiamo noi..” dice una voce alle sue spalle.

Una mano le prende il coltello di mano con uno strattone.

La donna si volta, sbuffando: “basta non ne posso più di …..” ma le parole quasi le muoiono in bocca.

La polizia.

Due agenti la osservano a braccia incrociate e con una strana aria soddisfatta dipinta sul viso.  L’agente più giovane le sorride con un ghigno compiaciuto e  minaccioso.

“bene, bene.. giochiamo con i coltelli, eh?”

“no, agente.. io .. io non centro nulla, posso spiegare…” balbetta Rose ma la barista la addita subito: “non è vero, non è vero! Hanno litigato per lei, li ho sentiti  io!!”

Rose si volta, arrabbiata: “e tu che cazzo ne sai?????”

“basta con questa scena!….Enrich.- dice all’ altro.- i due signori e la signorina ci accompagnano in commissariato..”

“co.. cosa?? no, non…” cerca di opporsi Rose ma un agente la prende subito per un braccio e la trascina tra la folla.

Anche Tom e Sam vengono scortati tra la gente.

Tom pensa a quanto Rose si arrabbierà con lui. E sorride.

 

La voltante procede per le strade buie di New York, fortunatamente, non a sirene spiegate, pensa Rose. Tom e Sam siedono dietro con un agente in mezzo mentre la ragazza nel posto accanto al conducente; la donna trattiene gli occhi sul paesaggio notturno dalla città che vede dal finestrino.

Si morde con rabbia il labbro inferiore: ma guarda che situazione!!!

*lo sapevo, io, che non dovevo venire.. lo sapevo! Ma come mi sono lasciata convincere???*

Il suo cellulare squilla improvvisamente e lei lo prende dalla borsetta.

L’agente accanto a lei, le fa un sorriso tirato: “rispondi.” Rose obbedisce: è Hudson.

“Rose mio Dio ho visto che andavi via con la polizia.. che è successo?”

“è un equivoco, Hudson.- dice la donna con fermezza.- ma non preoccuparti per me, domani ti racconto tutto…”sottolinea quelle due parole girandosi istintivamente verso Tom e Sam.

Ben presto giungono in commissariato e i tre ‘malviventi’ vengono portati a presentarsi davanti al commissario; Tom vede quanto Rose sia agitata e fuori di se dalla rabbia e vorrebbe tranquillizzarla un po’ ma non ha modo di farlo.

Entrano nel suo ufficio.

Il commissario, il signor Redford, sta fumando un sigaro e dà loro le spalle; è voltato verso la grande finestra dietro la sua scrivania e ammira il paesaggio notturno della Grande Mela. “che cosa abbiamo qui, Jhon?” chiede con voce roca e penetrante.

Il poliziotto risponde: “una rissa. Due uomini e una donna, all’interno del Blue Peacok. Presumo che sia iniziata con le mani e conclusa con un coltello. Ma non c’è nessun morto e  nessun ferito grave.”

Il commissario si volta. È un uomo sulla cinquantina ma ha l’aria sveglia e malvagia di un vero professionista.

“avete già raccolto i loro dati?”

“si, signore. Eccoli..”

Il signor Redford osserva con attenzione le carte di identità e due fogli stampati.

“vedo con piacere che la signorina Rose Sandeker è con la fedina penale pulita…- Rose inizia a respirare in modo irregolare al pensiero che forse da oggi non lo sarà più.- Thomas Bishop.. no, lui, No. E non parliamo del signor Sam Mcluise.”

I suoi occhi neri si posano su Rose.

“bene, signorina. Inizi. Che diavolo è accaduto?!”

Rose fa un respiro profondo. Dovrebbe dire la verità. Vorrebbe dire la verità. Vorrebbe dire che Sam l’aveva importunata si, ma che lei era stata solo un pretesto perché il vero motivo della rissa era stato un odio reciproco. Il commissario avrebbe chiesto quale era il motivo di quest’odio reciproco e non si sarebbe accontentato da Tom e Sam una risposta del genere ‘ mi sta antipatico’ No.. Non avrebbe potuto nemmeno dire quello che le aveva confessato Sam.. delle armi… avrebbe messo nei guai Tom, anche se meritava di finire nei guai.

Cercò i suoi occhi per un istante  ma senza risultato.

“allora, signorina?”

Rose si schiarisce la voce ed inizia: “Quello che è accaduto questa sera in discoteca è proprio una sciocchezza e sarebbe rimasta tale se..”

“questo lo lasci decidere a noi, signorina Sandeker.” La interrompe brusco.

“certo.. allora è iniziata così.. io e Thomas Bishop siamo fidanzati e..”

Tom alza gli occhi da terra: sta mentendo… era convinto che spiattellasse tutto per filo e per segno… ma… ora sta mentendo.. perché? Per lui?

“va bene, vada avanti..”

“Eravamo seduti accanto al bancone del bar quando si è avvicinato il signor Mcluise che io non conoscevo.”

“e il signor Bishop lo conosceva?”

“no, signore..- risponde Rose senza la minima esitazione.- il signor Mcluise ha iniziato con complimenti piuttosto pesanti… il mio ragazzo gli ha intimato di lasciarmi in pace ma il signor Mcluise non ha gradito bene il fatto che Thomas si sia intromesso e.. sono cominciate a volare parole grosse.. poi… bè Thomas è molto geloso, signore, e … hanno iniziato a picchiarsi. Finché il signor Mcluise non ha estratto un coltellino a serramanico..- l’agente che l’aveva con se lo posa sulla scrivania- e io gliel’ho tolto di mano.”

“e come ha fatto?”domanda lui, stupito.

“l’anno precedente ho seguito un corso di difesa personale e quando ho visto che Thomas era in pericolo…”

Tom non crede alle sue orecchie.

Sicuramente il commissario avrebbe voluto altre spiegazioni ma l’importante era che Rose non avesse raccontato del fatto che lui e Sam si conoscessero, delle armi… e per avallare la sua tesi non aveva mai nemmeno pronunciato il nome ‘Sam’, ma solo il cognome, sottolineando che sia lei che lui non l’avevano mai visto prima d’ora.

Incredulo, si passa la mano tra i capelli mentre osserva Rose: una dolce, irascibile, bellissima volpe.

L’interrogatorio va avanti per molto ancora.

Il commissario Redford non è certo uno stupido: per quanto bella sia la ragazza che ha di fronte, il noto pregiudicato Sam Mcluise non avrebbe mai rischiato di finire di nuovo in gattabuia per lei, per di più estraendo un coltello in un luogo pubblico. E nemmeno Thomas Bishop, per quanto geloso ed innamorato, avrebbe mai permesso una lite del genere.

Ma a loro favore c’è anche la testimonianza della barista che, poco attenta, ha detto semplicemente che il signor Mcluise aveva importunato Rose e Thomas Bishop aveva reagito.

E poi, avviare un’indagine per una rissa in discoteca dove non erano risultati nemmeno un morto o qualche ferito era proprio sciocco considerando che in una città come New York di problemi e di problemi gravi, ce n’erano a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Sospirando, dopo un’oretta abbondante di altre domande, il commissario conclude: “signora Rose Sandeker… stia più attenta la prossima volta e cerchi di cavarsela da sola senza mettere in mezzo il suo focoso ragazzo… può andare.”

Rose si alza dalla sedia e saluta con garbo prima di uscire dalla porta.

“signori miei…- inizia Redford che aspira un po’ del suo sigaro.- non so se vi siete accorti di quello che ha fatto quella donna, per voi, questa sera. Io so riconoscere quando qualcuno mente per coprire qualcun altro. E’ ovvio che non avete litigato per lei ma per loschi motivi che non sapremo mai. Devo indagare su un omicidio e la vostra rissa mi interessa ben poco, sinceramente. Ve l’ho fatto presente perché comprendiate quello che ha fatto la giovane: una ragazza che ha mentito alle autorità…ha eccellentemente mentito alle autorità per coprirvi nonostante avesse paura di essere incriminata per qualcosa che non ha fatto o semplicemente per falsa testimonianza. Ecco, solo questo. Credo che un grazie sia d’obbligo. E ora, signor Bishop, vada pure… lei, Mcluise, resti… ci è mancato ,sa, in questi giorni..”

Thomas esce dalla stanza del commissario. Rose è già nell’auto dell’agente, ove sale anche lui, che li riaccompagnerà in discoteca.

 

“e fate i bravi, ok?” intima loro l’agente prima di mettere in moto ed andarsene.

Rose fissa i suoi occhi infuocati sulla discoteca: “lo sapevo, io, che non dovevo venire!!!!!” esclama quasi parlando a se stessa.

Tom sorride sapendo di provocarla: “infondo è stato divertente!”

“divertente???? Ho rischiato di sporcare la mia fedina penale coprendo tu e quel porco del tuo amico e tu dici che è stato divertente!!!!Credevo di finire in prigione per poco non mi prende un infarto e tu dici che è stato divertente!!!!!!!!!!!!!!!!”

“ma dai lo so che hai fatto un sacrificio.. era solo per stuzzicarti un po’…tu non darmi spago, vedrai che dopo un po’ mi sto zitto.”

“non darti spago? Ma io te lo passo intorno al collo lo spago!!!!!!!!!!!”

Tom scoppia a ridere  e quando si riprende le propone: “sali, ti do un passaggio..”

Rose vorrebbe e dovrebbe rifiutare.

Quel tipo gliene sta facendo passare di cotte e di crude, in continuazione.

Ma non le va affatto di entrare per cercare Hudson senza contare che sono le cinque del mattino e le sue amiche potrebbero anche essere tornate a casa. Così accetta.

Rose si accomoda dietro di Tom, stringendogli i fianchi muscolosi, mentre il ragazzo dà gas e si allontana nella notte.

Rose gli comunica l’indirizzo e i due proseguono la corsa. Tom ripensa a quello che ha fatto per lui, Rose, questa sera. Lui, un perfetto sconosciuto. Pensa che sia generosa, furba e tremendamente affascinante con quegli occhi ammalianti e irritabili.

Rose si stringe a Tom mentre con la mente rielabora quanto le è accaduto e ripensa che era stata proprio a lei a voler movimentare un po’ la serata! *non mi posso mai stare zitta, eh?* Pensa al rischio che a corso mentendo alla polizia ma non si pente d’averlo fatto, sentiva di fare la cosa giusta.

Il vento gelido di quella nottata invernale si infila sotto il giubbotto di pelle di Tom e alza ed agita la gonna a pieghe di Rose, gelandole le gambe. Entrambi rabbrividiscono contemporaneamente e subito scoppiano a ridere cancellando, almeno in parte, la tensione che si era formata.

La moto frena bruscamente. “arrivati.” Dice il conducente.

Rose scende dalla moto, tirando un sospiro di sollievo e facendosi il segno della croce. Tom la guarda interrogativo: “c’è icona?”

“no, sono ancora viva!” ribatte lei con destrezza.

“ehi se sono andato più veloce l’ho fatto solo per te..”

*ma perché questo ha il potere di farmi venire i nervi ogni cinque minuti!!!!!!* Rose sente l’ira crescerle dentro di se: “grazie, ma io avrei preferito che non mi trascinasti in questa situazione, invece! Prima la figuraccia in biblioteca, poi la litigata madornale con Sean e ora in commissariato! Avanti qual è la tua prossima mossa, farmi rapire da qualche delinquente amico tuo?”

Tom non può fare a meno di ridere. “si ammetto d’averci pensato ma poi ho preso accordi con gli alieni, sai, loro sono più affidabili.”

Rose sorride: che sia il suo modo di chiederle scusa?

“volevo chiederti di venire a fare colazione con me”

“non posso, grazie, per oggi ne ho passate abbastanza. Se venissi a fare colazione con te è probabile che al barista scivoli il detersivo nel cappuccino…”

Tom scende dalla moto ed ora sono faccia a faccia.

*Quanto è bello!!!* Pensa la donna osservandolo con timidezza… quanto sono belli quegli occhi azzurri! Occhi, che con gli altri sono solitamente gelidi e scontrosi ma con lei.. dolci… si, sono dolci , cordiali… e ridenti.

Tom osserva con platonica ammirazione i suoi lineamenti dolci ma decisi, i suoi occhi verdi e persino i capelli castani che le circondano il viso.

Ripensa alle parole del commissario. Ha ragione, un grazie è più che dovuto.

Si avvicina di più a lei e senza la minima esitazione, unisce le loro labbra in un breve ma ardente contatto. Poi le sussurra: “grazie.”

Rose si sente confusa, come se il suo cervello fosse andato in vacanza e l’avesse lasciata lì, sola, con il suo cuore e le sue emozioni. L’ha baciata???!! Ma è impazzito?

Sta per arrabbiarsi ma Tom la saluta con un cenno della mano e riparte sulla moto, abbandonandola davanti al cancello verde di casa sua, senza neanche la possibilità di sfogarsi e chiedere spiegazioni.

Rose si porta una mano tra i capelli.

Entra in casa raccomandandosi di non ossessionarsi troppo su quel bacio perché sicuramente il giorno dopo sarà solo uno stupido ricordo di cui riderà.

Riflette sul fatto che Tom l’aveva voluta ringraziare a modo suo e non c’era nessun altro motivo da ricondurre a quel bacio.

Si, è andata così, si ripete mentre si infila sotto le coperte ed accarezza Camilla che si è accoccolata ai piedi del letto.

Ma si.. solo un ringraziamento e basta.

E poi lei è fidanzata.

Felicemente fidanzata.

*che giornata* pensa. *un altro paio di giorni come questi e posso dire addio alle mie facoltà intellettive…*

Spegne l’abajoue sul comodino e chiude gli occhi.

Ma purtroppo sa bene cosa o per meglio dire chi, occuperà tutti i suoi sogni.

 

Fine secondo capitolo.

 

 

 

 

 

 

 

  
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