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Autore: Dominic    28/01/2011    1 recensioni
“Anche per me lo stesso signore...”
dissi con il tono più educato possibile.
“Ma chi siete?”
Non riuscii a trattenere quella domanda, talmente spontanea nel mondo dei mortali ma considerata così insolente in quel momento, che mia madre mi ammonì all'istante.
“Raven! Lui è tuo marito!”
Coooosa?!!!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

Cento anni, grannelli di sabbia in un deserto di eternità.

 

 

 

Il cielo urlò il suo sconforto con rombi profondi e vibranti. Nuvole nere, come figlie rimproverate, piansero la loro pena riversando sui gigli chiusi le loro lacrime.

La pioggia picchiettò ritmicamente sul tetto della casa, sembrò quasi che dei topini rumorosi zambettassero sul soffitto. Le lacrime del cielo bagnarono i vetri della mia camera coperti da tende scarlatte.

Era mattina, ed io amavo la pioggia la mattina. Rintanata sotto coperte pesanti mi perdevo nel mio morbido giaciglio senza essere disturbata.

Avevo avvertito le domestiche di non svegliarmi prima delle tre del pomeriggio. La casa era silenziosa. Non un passo si udiva per i corridoi deserti.

I miei genitori erano nel dormiveglia della morte, mio fratello li seguiva a ruota nella sua stanza. Invece per me la giornata avrebbe riservato tutt'altro che una dormita rigenerante.

La gita a cavallo del giorno prima era stata piacevole, il giardino intorno a casa Blackville era stupendo, ora capivo il motivo dell'invidia di mia madre.

Anthon era sempre così gentile e premuroso che sembrava più un papà preoccupato che un futuro marito.

Un nuovo rombo mi fece aprire gli occhi scocciata. Non era un tuono del cielo, era il mio stomaco, più arrabbiato che mai.

Dentro di me, lo stomaco chiedeva cibo immediato. Ma non di panini o carni pregiate, avevo bisogno di sangue.

Un paio di giorni erano già passati e il mio corpo chiedeva cibo. I primi sintomi dell'astinenza erano ben visibili. Pelle pallida, mal di testa e bruciore il mattino.

Avrei dovuto arrotondare con del sangue in busta, come lo chiamavo io. Tipo quelli che usavano per le trasfusioni di sangue negli ospedali.

Ovviamente non erano niente in confronto a quello fresco. Gli effetti duravano di più ed era molto più buono.

Ma purtroppo non avevo più un donatore da anni. Sarei dovuta andare in città a procurarmi qualche umano ben disposto.

Ma come trovarli?

Non avevo un radar capta donatori, ero in un vicolo cieco. Chiedere ad altri vampiri era fuori discussione, avrei dato l'impressione di non sapermela cavare da sola.

Dopo l'ennesimo brontolio, mi tenetti stretta la pancia con entrambe le braccia, avevo l'impressione che un leone fosse rimasto intrappolato nella stomaco.

Scesi dal letto ed infilai la vestaglia sopra la camicia da notte. Uscii dalla mia camera silenziosamente, i miei passi felpati non produssero alcun rumore. Passai dalle grandi vetrate, uno specchio di freddo trasparente che ti proteggeva dall'ira della natura.

Le nuvole erano persino più nere di pochi minuti fa, da una parte era meglio così. Il sole veniva coperto del tutto e il suo potere non era minaccioso per il mio corpo.

A grandi passi scesi nelle cucine, i domestici erano a dormire nelle loro stanze. Di solito lavoravano soprattutto la mattina, a differenza dei ranghi più alti, non avevano problemi a resistere alla luce solare. Ma con il mal tempo, non si erano resi conto che il giorno era già arrivato.

In effetti sembrava pomeriggio inoltrato.

Versai una bustina di sangue, di un gruppo sanguigno a caso, in una tazza. Non avevo gusti particolari, andava bene tutto per me.

Sorseggiai la bevanda di rosso porpora senza la grazia tanto apprezzata da mia madre. Sembravo un alcolizzato che non bevava da secoli!

Percepii il liquido che scendeva dalla mia gola procurandomi un sollievo immediato. Soprattutto al mio stomaco, che si acquietò all'istante.

Che classe Raven”

Drake, che ci fai sveglio?” mormorai dopo aver posato la tazza vuota sul tavolino.

Una scimmia mi ha svegliato”

Mio fratello si fermò alla sedia della cucina e ci si appoggiò contro.

Bugiardo, non ho fatto il minimo rumore”

Lui sorrise assonnato indicandomi la tazza

Che dici di versamente un po anche a me?”

Non hai le mani?”

Le ho lasciate a letto”

sbuffai ma lo feci comunque. Aprii un altra busta del guppo AB e la versai nella mia stessa tazza. Suscitai il disappunto di mio fratello che commentò un

Era tanto grave prenderne una pulita?”

Perchè sporcarne due se possiamo evitare”
“Non è che muoiono,i domestici, se lavano qualche tazza in più. Sono pagati”

Bè, prendere o lasciare”

Gli sventolai davanti agli occhi il sangue invitante, l'odore era forte nella stanza e Drake afferrò la tazza senza replicare.

Allora, perchè sei sveglio?”

Per dirti una cosa, ieri mi era sfuggito di mente”

E che cos'è?” mi protesi verso di lui incuriosita

Nostra madre ha detto che non devi rimanere a poltrire oggi”

Perchè? Che devo fare ancora? Sono già stata a palazzo Blackville”

No” scosse il capo “Devi andare a trovare altri aristocratici e purosangue. Devi riallacciare i rapporti con le tue amiche d'infanzia”

E devo farlo tutto oggi?!” quasi ringhiai per quell'assurdità

Drake ghignò divertito ma scosse il capo

No, ma devi incominciare pur da qualche parte. Io direi di partire da Marion Tristantin, andavate così daccordo”

Io non credo” feci una smorfia “ricordo esattamente il contrario”

Mi dispiace scimmietta, ma purtroppo i doveri che hai lasciato, qui sono rimasti”

Sei arrabbiato per caso?”

Avevo l'impressione che lo fosse, deluso più che altro. Innervosito anche.

No, non ce ne sarebbe motivo ora. Sei qui”

Mi dispiace di averti lasciato solo....”

Drake fece un gesto come a voler bloccare ogni mia parola, sorseggiò il suo sangue lentamente che quasi sembrarono ore. Quando mise giù la tazza mi guardò con il suo oceano, mi sentii annegare per quanto fossero intensi i suoi occhi.

Lasciarmi con i nostri genitori è stato alquanto faticoso per me”

Poi sorrise

Ma te lo posso perdonare”

Ma lo sai che sei il migliore qui dentro?” sorrisi anche io, rilassata.

Lo so, lo so”

è stato davvero così terribile?”

Lui mi spinse delicatamente fuori la cucina per andare dritti nella mia camera

Molto di più, hanno cercato di fare un ballo delle debuttanti solo per me”

In che senso?” non capii

Nel senso che era l'unico maschio invitato alla festa”

Cosa?” risi a più non posso. Dovetti tapparmi la bocca con entrambe le mani per attutire il rumore.

Non riuscivo a smettere.

Non è stato divertente. Quelle vampire mi fissavano come qualcosa da dissanguare”

Scusa è che...mi sto immaginando la scena”

E ti diverte?” inarcò un sopracciglio

No, hai ragione. Hai assolutamente ragione”

cercai di fare la seria corrucciando tutta la mia espressione. Ce la feci per i primi dieci secondi, poi tornai a ridere.

L'espressione di disappunto che aveva mio fratello scomparve velocemente, come un fulmine nel cielo, e si unì alla mia risata.

Non contai neanche il tempo che impiegai a prepararmi e a mettermi in auto che già arrivai a destinazione.

Dicono che la famiglia Diamond abbia aperto una specie di locale”

La voce stridula di Karin Hannes rimbombò nel salotto di villa Valdemar.

Era mezzogiorno passato e il temporale non accennava a volersi calmare. Ero uscita con il maltempo solo per dare a mia madre un motivo in più per non criticarmi.

Ero seduta sul divanetto in stoffa rossa e assistevo alla discussione delle mie amiche d'infanzia che mia madre mi aveva imposto di ritornare a frequentare.

Eravamo in una villa novecentesca nella periferia di Nocturnia. Mi dispiaque molto non essere passata per la città. In un secolo era cambiata molto. E come poteva non essere?

Tutto cambiava e anche la mia città non faceva eccezione.

Dopotutto non l'avevo mai vissuta a fondo, c'ero stata solo un paio di volte nei miei diciotto anni di vita qui, poi ero partita e non ci avevo più pensato.

Era imbarazzante non sapere nulla della tua città, Nocturnia aveva molte leggende ed io non né conoscevo nessuna.

Ma mi ripromisi che, appena avrei avuto un briciolo di tempo, sarei andata alla biblioteca comune a dare un occhiata tra i libri.

Non avrei mai chiesto a nessuno dei miei familiari informazioni del genere, avrebbero fatto dei commenti irritanti su di me.

Sei daccordo Raven?”

sbattei le palpebre un paio di volte ritornando alla realtà. Ero immersa nei miei pensieri fino al collo e non mi ero resa conto delle faccie di tutte voltate verso di me.

Ahm, a che proposito?”

Del locale dei Diamond”

rispose Karin cercando di controllare l'irritazione nella sua voce.

Credo che sia interessante, in fondo donatori e vampiri possono praticare tranquillamente le trasfusioni”

Io non sono poi così daccordo”

si intromise Janette Valdemar guardandomi critica. Lei, al contrario di Karin, non aveva mai avuto problemi ad esprimere il suo parere.

Perchè?”

Insomma, è un locale di plebei. Vi immaginate se nobili o la nostra famiglia reale si mischiassero con i poveri e i borghesi? Tenterebbero subito di azzannarci al collo”

borbottò preoccupata toccandosi la gola.

Oh si!” annuì Karin dandole manforte.

Hai visto Raven?” sorrise Janette

Janette, bella e perfetta nel suo abito lungo, di seta rossa. Stretto e sexy. I capelli scuri, legati in un acconciatura perfettamente progettata, liberavano alcune ciocche che le coprivano gli occhi scuri ad ogni movimento del capo.

Ed ora parliamo di te”

Janette si voltò verso di me affamata di notizie nuove di fabbrica

Che...volete sapere?”

Il suo sguardo mi preoccupava molto, non era rassicurante. I suoi canini erano visibili dalle labbra curvate verso l'alto.

I tuoi cento anni lontano da noi e...la proposta! Soprattutto la proposta!”
“Quale proposta?”

Quella di Anthon Blackville sciocchina, voglio sapere tutto. Come te lo ha chiesto, dove e quando!”

Spiacente di deluderti Jan” borbottai “Me lo hanno presentato i miei e non è stato nulla di romantico”

Lei sbuffò contrariata. Il suo bel viso si contorse in un espressione di sconcerto.

Che cosa terribile!”

Non tutte sono fortunate come te Janette” replicò Karin guardando l'amica accanto a se

è vero! Io e Charles siamo una coppia perfetta, pensa che lui mi ha fatto una serenata la notte del mio quarantesimo compleanno”

Aveva gli occhi luccicanti al solo pensiero.

Sorrisi divertita

Tuo marito è unico, dopo cinquanta anni di matrimonio non è cambiato per niente”

Puoi ben dirlo!”

Forse, Anthon non è così male” mormorai tra me pensierosa.

Ovvio che no! ? il principe! Non è male per niente”

E che mi dici di suo fratello?” Karin sorrise interessata, si vedeva che aveva una cotta per lui

Che c'è da dire?” passai le mani nei miei ricci ordinati “Maleducato, poco divertente. Brutto!”

Si brutto...” sospirò esasperata Karin guardandomi stranita “Se Kandel Blackville è brutto allora Charles Valdemar è un mostro di laguna”

Ehi!” Janette le lanciò uno sguardo d'ammonimento

Scusa Janette” sorseggiò il suo thè

A me non sembra questo granchè...”

Feci spalluccie scacciando dalla mente l'immagine indecente che mi venne in mente del mio futuro cognato.

Mi permetti di dire quello che penso?” fece la mia amica dai capelli rossi

Si...avanti”

Sei pazza Raven”

Se ero pazza non avrei saputo dire, ma di sicuro ero nervosa e triste.

Si, sei pazza” confermò Janette annuendo

Avete da dirmi altro?”

Certo!” risposero insieme.

Accennai un sorriso, in fondo non era così male come avevo pensato. Dovevo dare ragione a mia madre, parlare con qualcuno faceva bene e riallacciare amicizia sbiadite era un modo per passare il tempo. Un modo per alleggerire un peso.

Che volete sapere?”

Non hai risposto alla domanda di prima” sospirò Janette all'orlo della curiosità

Quale domanda?”

Quella su dove sei stata in cento anni!” sbuffò Karin

Ah! Certo... non ho fatto molto, ve lo assicuro”

Non ci incanti sai, parla o ti mordo!”

Daccordo Janette”

Doveva far sul serio, i canini si erano allungati fino a diventare visibili ai nostri occhi. Affilati coltelli sotto labbra seducenti.

Raccontai loro le mie “avventure”. Le mie conquiste, i luoghi che avevo visitato. Le persone che avevo conosciuto.

Raccontarlo mi faceva viaggiare con la mente indietro nel tempo, ai momenti più belli della mia vita.

Era triste rifiutare le proprie origini ma non potei fare a meno di desiderare di essere in tutt'altro posto, in un altra città lontano da qui.

Ma in fondo non potevo lamentarmi, avevo vissuto un intera vita umana secondo i miei desideri. Cento anni per un mortale sono un dono della natura, ma per chi vive nell'infinito, cento anni sono solo una manciata di granelli di sabbia in un deserto esteso quanto il tempo.

Devi esserti divertita molto”

Ti invidio” commentò Karin con una smorfia sconsolata

Vi sarebbe piaciuto molto” sorrisi

Immagino che a noi tu non ci abbia pensato” Janette mi lanciò un occhiata risentita

Non seppi cosa dire a quell'accusa pienamente aperta. Non potevo rispondere affermativamente, la bugia sarebbe stata troppo evidente e Janette, suscettibile com'era, se ne sarebbe accorta. Non ero un esperta nel mentire.

Ma se avessi risposto la verità ci sarebbero rimaste entrambe male e avrei perso delle amiche che da poco avevo riscoperto.

Optai per un silenzio di tomba seguito da un flebile “scusate..”

Eravamo molto preoccupate” l'aria di Janette si fece meno dura “Potevi almeno mandarci delle lettere”

Avete ragione, sono stata imperdonabile”

Acqua passata” sorrise Karin “L'importante è che tu sia qui ora”

Mhm?

La frase non mi era nuova. Avvertì un leggero deja vu impadronirsi di me. Karin se ne accorse perchè mi domandò

Tutto bene?”

Si, perchè non dovrei?” mi riscossi

Ti ho vista stranita per un attimo”

E chè quella frase me l'aveva detta anche mio fratello” sorrisi tra me “Curioso, proprio questa mattina”

Tuo fratello ha sofferto molto”

Lo so...”

Più di noi ovviamente, sei sempre stata la sua prima preoccupazione di sempre, e non vederti più è stato uno shock”

Lo sapevo bene, sapevo tutto quello che loro stavano dicendo. Mi irritavano con le loro accuse nascoste in frasi di circostanza. Mi davano fastidio perchè sapevo che avevano ragione.

Ero scappata dai miei doveri, rifugiandomi in un mondo che non era il mio.

Già lui...mi ha raccontato cosa gli hanno fatto i miei genitori” ridacchiai divertita.

La mia risatina si infranse contro i muri del salone e si spense in pochi secondi, non era alimentata da nulla e gli sguardi duri che mi lanciarono mi bloccarono la voce all'istante.

Non sembra il caso di ridere Raven” affermò Janette con freddezza

Che dovevo fare?

Sembrava che ogni le mie parole e le mie azioni appiccassero un nuovo fuoco innervosito dentro quegli sguardi. Gli sguardi di tutti su di me.

Anche mio fratello mi guardava così a volte.

è successo molto più di così”

Karin!” Janette le diede un colpetto sulla spalla per intimarla di stare zitta

Cosa è successo?” chiesi ad entrambe

Ma loro non risposero limitandosi a guardare imbarazzate le loro tazze

Allora?!”

Non sono affari nostri...devi chiedere a Drake”

è successo qualcosa di grave?” mi torturai le mani “Lui mi ha assicurato che andava tutto bene, anche nelle lettere diceva così”

Mentiva per non farti preoccupare” sbuffò Janette ovvia “Conosceva i tuoi desideri e voleva lasciarti in pace”

 

 

ABABABATBABABAB

 

 

Altezza, la signorina Margot è arrivata”

Aprii un occhio assonnato rivolgendolo alla porta semiaperta.

La testa riccioluta del domestico era protesa verso l'interno della camera immersa nel buio. Aveva la fronte aggrottata e gli occhi ridotti a due fessure nel tentativo di distinguere la mia figura nella stanza.

Falla entrare”

il redivivo annuì e scomparve oltre la porta. Da quanto lavorava per noi? Dovevano essere già duecento anni.

In quell'epoca i domestici e i servitori erano ottimi lavoratori, nell'era moderna non se ne trovavano più creature così dedite al servire anche dopo la morte.

Avrei dovuto dargli un aumento, si. Un giorno l'avrei fatto.

Principe Kandel...”

Mi tirai su appena udii la sua voce. Appoggiai la schiena allo schienale del letto e guardai fisso dinnanzi a me.

La figura piccola e agraziata sull'uscio era vestita del colore che più amavo. Blu. Cercava di fare colpo su di me nonostante sapesse che il blu non le donava un granchè.

Avvicinati”

lei sorrise maliziosa lasciando la sua aria timida nel corridoio, i capelli castani si muovevano fluidi ad ogni suo passo, puntando gli occhi nei miei.

Pessimo errore.

Margot aveva l'aria di una ventenne, solo i suoi occhi opachi di morte mostravano la sua vera età.

Era la mia donatrice da ottant'anni e il suo aspetto era conservato perfettamente, come se fosse stato immerso nell'acqua gelida per non decomporsi.

Aveva dei nipoti, anche essi donatori.

Quando fu a portata di mano, l'afferrai da un braccio delicatamente e la feci sedere accanto a me.

In lei c'era desiderio e un assurdo moto d'affetto nei miei confronti.

Gli umani non mi erano simpatici anche per questa ragione

Come potevano innamorarsi di una creatura che faceva loro del male?

Scostai i suoi lunghi capelli rivelando il collo latteo deturpato di minuscole ciccatrici pallide, segno di denti.

A quanto pare, doveva donare il sangue anche a molti altri, nonostante venisse da me ogni due giorni.

Per loro era come una droga in fondo. I donatori non invecchiavano se continuavano ad essere morsi dai vampiri.

Bastava saltare una “seduta” che immediatamente perdevano cinque anni di giovinezza congelata.

Ma non si può essere quello che non si è, giusto? L'immortalità non era fatta per loro, anche se la bramavano come il sangue. Curiosamente, l'unica cosa che invecchiava erano gli occhi, specchio dell'anima. Il nostro morso non permetteva al loro corpo di morire, di decadere. Polverizzarsi. Ma gli occhi mostravano la verità meglio di una ruga sul viso.

Per questo erano costretti ad indossare gli occhiali.

Avvicinai le mie labbra al suo collo immergendomi nell'odore e nel calore mortale.

Era bollente, riscaldava le mie labbra fredde come un fuoco liquido. Percepivo i miei denti allungarsi spingendo sulle mie gengive doloranti.

Affondai nella sua pelle, nella sua carne e bevvi quel miele scarlatto con vigore. Margot ansimò agrappandosi alle mie spalle. Per me era una cena necessaria alla mia sopravvivenza, per lei doveva essere qualcosa alla pari di un atto sessuale.

Mi staccai da lei prima che la fame diventasse troppo attraente per essere ignorata.

Principe, ne volete ancora?”

Margot si protese verso di me mostrandomi ancora quel collo straziato da invisibili morsi.

Mi protesi verso di lei suscitando un moto di contentezza in quell'essere fragile come vetro. Leccai i due fori che immediatamente si richiusero.

Altri segni che si andavano ad aggiungere al resto degli altri.

Sto bene così”

Ritornai ad appoggiarmi con la schiena al materasso. Lei mi fissava con il broncio tipico di una bambina, poteva essere quasi attraente su di una ragazza, ma su un anziana donna era ridicolo.

Siete sicuro?”

Una domanda che non meritava risposta. Mi voltai dall'altra parte informandola che volevo riposarmi ancora qualche oretta.

Un tuono tuonò in cielo mentre lei si accingeva a lasciare le mie stanze con triste passo.

La sua infatuazione era pericolosa, per lei e per chi le stava attorno.

Il rumore dei suoi passi riecheggiò per il corridoio, mano a mano che si allontanava si attutiva sempre di più fino a scomparire oltre l'uscio del castello.

Il sonno mi aveva abbandonato ed io mi concessi del tempo per rimanere un po solo con me stesso.

Le tende pesanti impedivano a qualsiasi luce di penetrare nella camere, anche se il tempo fosse sereno ed il sole brillasse come oro nel cielo, nessun suo raggio riuscirebbe a disturbarmi.

Erano speciali tende antisole.

Un umano non riuscirebbe a vedere ad un palmo dal naso, anche con tutta la buona volontà del mondo. Ma io vedevo bene come se fosse giorno, anzi anche meglio.

Distinguevo tutto, anche piccoli oggetti sul pavimento come punte di matite. La scrivania adagiata al muro, l'armadio nell'altro angolo della camera, il letto accostato alla parete. Tutto. Vedevo tutto magnificamente.

Anche l'onda sul tappeto vicino alla porta, che quasi aveva fatto inciampare Margot.

Sei sazio?”

Sorrisi divertito

Si Ismael, ora puoi uscire. Non ti mordo”

Non mi preoccupo per questo e lo sai, il sangue dei demoni è velenoso per voi, o sbalglio?”

Non sbagli, amico mio” ghignai “Allora perchè ti nascondi?”

Hai un caratteraccio quando patisci la sete troppo a lungo, non mi andava di irritarmi per i tuoi modi”

Ridacchiai scostando le coperte con un calcio

Che classe altezza”

Non fare tanto lo spiritoso” scesi da letto ed andai a scostare le tende di poco.

La luce invadente non perse tempo, si insinuò nella stanza ravvivando i colori dei mobili

Sei mattiniero, di solito non ti alzi prima delle cinque...del pomeriggio”
“Come vedi oggi c'è bella giornata!”

Sta piovendo”
“Appunto, posso uscire di buon umore”
“Ah! Siano ringraziati i vostri Dei per questo” commentò divertito “Sei di buon umore, che spettacolo raccapricciante”

Sei in vena di umorismo Ismael?”

Sempre Kandel, ma apparte gli scherzi, che devi fare di così urgente?”

Devo parlare con il conte Faramond” risposi osservando il grigio paesaggio

Per il matromonio?”

Ovvio, che altro se no?”

 

 

  
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