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Autore: Ariel Bliss Russo    28/01/2011    2 recensioni
Buio. Lassù, regnava un silenzio prepotente, rotto solo dal suono dei clacson, dal rombo dei motori di auto e moto, dal ronzio indistinto di voci, dal verso ripetitivo delle cicale. Il cielo blu, scuro e pieno di stelle come tutte le notti, in quel momento pareva viola, cupo, pieno di nubi che oscuravano la luna e i piccoli luccichii che le si distendevano attorno. Minacciava di piovere. Quel pensiero passò rapido nella mia mente, ma si cancellò subito. Non era importante come gli altri. Avrebbe piovuto? Pioggia, acqua, mi sarei semplicemente bagnata..
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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..Strange dream..

L’abisso.
L’oceano.
Il mare.
L’acqua.
Le onde.
Troppo vasto per me che lo guardo e non lo guardo davvero.
Ho solo gli occhi persi nel vuoto, un vuoto costituito dalla distesa d’acqua che ho di fronte a me.
Stacco lo sguardo, osservo ciò che c’è intorno.
In alto, piccoli fasci di luce, figure antiche che mi scrutano, altre come fari mi indicano la via.
Ma sono sola.
Non c’è nessuno lì.
Giro il viso, prima a destra, poi a sinistra.
Niente.
Solo il mare che lambisce con le sue onde la sabbia granulosa costretta, nel suo ciclo,
ad essere bagnata e fredda di notte, asciutta e calda, da bruciare i piedi, di giorno.
Il vestito azzurro, con qualche piccolo ricamo di fiori dello stesso colore,
fascia il mio corpo lasciando scoperte le braccia e sfiorandomi dolcemente le ginocchia,
una carezza.
E’ il vento, dolce, leggero, che esplora il mio corpo e lo rigenera con la brezza marina della notte.
Si, è mezzanotte inoltrata.
La luna è la mia unica lampadina, piena e splendida nel suo momento di gloria.
Passi.
Attutiti dalla sabbia, ma dietro di me sento il rumore di passi.
Mi giro, lentamente, il vento frustra i miei capelli lunghi e i miei occhi turchesi riflettono la luce.
Ciò che mi appare davanti, mi si imprime nella memoria con forza e prepotenza,
e io non faccio nulla per impedirlo.

-Finalmente..- disse lui, con sguardo dolce.

Sorrisi. -Ti aspettavo..-

 Un trillo lontano, proveniente dal mare, mi scosse...

  

… e mi fece svegliare per costringermi a uscire dalle coperte e prepararmi per l’ultima,
noiossima giornata di scuola prima del riposo assoluto chiamato “vacanze estive”!
Infastidita per essere stata interrotta in un momento stupendo con un ragazzo
che magari poteva essere quello della mia vita (e se fossi stata sveglia avrei riso), diedi un colpo secco al pulsante sopra la sveglia e
la feci tacere.
Mugugnai qualcosa di incomprensibile persino alle mie orecchie e coprì la testa con il cuscino.
-Aveline.. tesoro! Scendi, o farai tardi a scuola!-.
Potevo dare un colpo in testa a mia madre per far tacere anche lei? No, decisamente.
Perciò rinunciai all’idea di stare a letto, mi alzai e aprendo l’armadio, mi concentrai su quello che dovevo indossare.
“Infradito.. ci sono. Pantaloncini grigi.. ci sono. Magliettina azzurra.. c’è..”.
Mi tornò in mente un particolare del sogno, così vivido da bruciarmi ancora nella mente,
dove indossavo un vestito aderente e azzurro della stessa tonalità della maglietta.
Scossi la testa, e con essa i miei bei capelli ondulati, biondi e lunghi.
Sistemai tutto sul letto e andai in bagno a rinfrescarmi per bene.
Una volta fatto e indossati i vestiti, passai al trucco.
L’ombretto grigio sfumato e la matita lilla passati con mano esperta facevano risaltare
i miei occhi color turchese a dispetto della carnagione chiara e lucente.
Mi sentivo bene e anche carina.
Cosa molto rara.
Una rapida passata di lucidalabbra ed ero già sotto in cucina
con la tracolla per i pochi libri da portare.
-Ciao mamma, ciao papà, ciao Max! Vado a scuola!- dissi, cercando di mostrarmi spensierata.
La verità era che quel sogno mi era rimasto troppo impresso e sembrava troppo vero.
-Non fai colazione?- mia madre preoccupata si girò a guardarmi.
-No no, in caso prendo qualcosa al bar con Lia..- uscì di casa, finalmente libera dai loro sguardi.
 

A scuola, tutti fremevano d’eccitazione e parlavano dei loro progetti per le vacanze.
Io non ne avevo ancora.
Posai la borsa in classe e uscì nel cortile brulicante di studenti.
-Ehilà Avy!- Lia mi salutò con il suo solito sorriso.
-Ehm.. Lia, ciao!-.
-M.m.. qualcosa non va.. che è successo?- disse, scrutando la mia espressione.
Feci una finta risata.
-Non è niente.. sono felice perché la scuola sta finendo..-
-Oh, si certo, raccoltalo a qualcun altro..-
Mi morsi il labbro e la guardai.
-Ecco.. ho fatto un sogno strano stanotte..-
-Alt! Questa storia dei sogni.. non è nuova.. dai dimmi tutto!- concluse seria.
Non era la prima volta.
Mi era già successo di fare sogni del genere.. ma non proprio uguali.
Una volta ad esempio, avevo sognato che la vecchia depandance accanto
al magazzino non lontano da scuola bruciasse,
e qualche giorno dopo avevamo visto dalle finestre il fumo innalzarsi
e ricoprire un porzione piccola di cielo con nuvolette scure
che si dissolsero solo dopo che i pompieri avevano eliminato l’incendio.
-Nessun disastro stavolta.. solo… riguardava me..- inziai scoccandole un occhiata.
Alzò un sopracciglio, voleva di più - .. e un ragazzo..-.
Saltò su con un espressione estasiata sul viso -Tutti.i.dettagli!-.
Roteai gli occhi e cominciai a raccontarle tutto.
 Ma quello che volle sapere con esattezza era l’aspetto del ragazzo.
-Mm.. capelli disordinati e scuri, occhi color cioccolato,
poteva avere un anno in più di me, fisico slanciato e muscoloso..
e il suo viso era stupendo, i tratti affilati e morbidi,
la bocca carnosa formava un sorriso da farti mancare il fiato
e aveva denti bianchissimi e dritti…-
-.. insomma, il tuo tipo! Un misterioso ragazzo super sexy
che ti appare nei sogni e ti sorride..- prese a fare teatralità
ed espressioni buffe sul viso che mi fecero ridere piacevolmente.
-Appunto.. nei sogni!-.
 Mentre parlavo passavo in rassegna i volti conosciuti del cortile.
Compagni di classe, amici d’infanzia, gruppi di varie uscite e.. sgranai gli occhi.
Lui era lì!
Riconobbi subito tutti i tratti appena descritti a Lia rispecciarsi
in un ragazzo sfuggente passato nel corridoi davanti alla porta del cortile.
Strattonai il braccio della mia amica e la costrinsi a correre dietro di me.
Coninuava a chiedere cosa fosse successo, ma non le davo retta.
“Bene.. è scomparso!” agitai le braccia sbattendole sulle gambe.
Sicuramente me l’ero immaginato.
 

Dopo una giornata intensa, urla di gioia al suono dell’ultima campanella
e pomeriggio a casa davanti all’armadio, mi preparai per la festa al mare.
Una cinquantina di ragazzi si riunivano lì per divertirsi e concendersi puro
relax dopo un anno pieno di stress.
E me lo concessi anch’io.
-Aveline! Stai benissimo!!- urlò Lia venendomi incontro.
Mamma, con mia grande sorpresa, mi aveva comprato un vestitino nuovo,
azzurro, aderente e stretto in vita per poi frusciare giù come una gonna fino alle ginocchia.
Un vestito identico a quello del sogno.
La festa durò tantissimo e ci divertimmo come matti
a ballare intorno al fuoco e ridere, ridere, ridere, fino a mezzanotte inoltrata!
Mezzanotte..
Mi scusai con gli altri, allontanandomi in una zona del mare più isolata.
Mi fermai davanti al mare.
Tutto come il sogno..
Il mare, la sabbia, le stelle, la luna..
Mi sentivo calma pur sentendo che i battiti del mio cuore erano aumentati.
Sentì un movimento dietro di me e istintivamente mi girai.
Era lui.
Lo stesso ragazzo del sogno.
Eravamo entrambi un po’ confusi, almeno io mi sentivo
così e leggevo la stessa espressione sul suo viso.
L’una di frontre all’altro.
Sospirai. 

-Finalmente..- disse lui, con sguardo dolce.

Sorrisi. -Ti aspettavo..-

   
 
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