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Autore: loonaty    29/01/2011    1 recensioni
Com'è fuggire da ciò che più si ama?
Com'è avere tutto e subito dopo ritrovarsi con nulla fra le dita?
Un chakra dalla potenza sconfinata, inferiore solo a quello della volpe.
Un carattere combattivo e ribelle.
Un'indole autodistruttiva.
Un membro in più nel clan Uchiha.
Cosa si prova ad essere un mostro?
Non ci si aspetta che qualcuno capisca.
Non ci si aspetta che qualcuno compatisca.
Perché niente di ciò è davvero rilevante.
Kioko è Kioko, e questo, che voi lo vogliate o no, non cambierà.
"Queste rose.
Sono come me. Lentamente sfioriscono, i loro bei petali hanno ingannato per tutta l’estate gli ingenui che nel coglierle si erano feriti con le spine. Quando però avranno perso ogni petalo le persone temeranno quei rovi spinosi, si terranno alla larga. Così era successo con lei." (capitolo 12 "Queste rose")
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Rin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
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CAPITOLO 3 - INDOMABILE



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-Solo uno?- sputò la ragazza insieme al sangue.
Il brigante sorrise rialzandosi. –Sarebbe troppo bello per essere vero bambina.-
Kioko rispose al sorriso in modo inquietante. Kakashi la fissò. Delle gocce trasparenti le colavano sulle guance. Non era di certo sudore. Perché piangeva? Non ce la vedeva una tosta ed irritante come quella piangere per il dolore. Fece un passo di sfida verso il nemico.
–Rin proteggi i mercanti e tu, Obito, vedi di non starmi tra i piedi … -
Minato lasciò organizzare il ragazzo. Era piuttosto bravo. Si era accorto di essere circondato? Probabilmente sì.  Poi spostò la sua attenzione sulla ragazza ferita. Stava … Piangendo?
Nera come l’inchiostro, in una macchia sfumata del colore delle amarene, come il kimono sopra al ginocchio che indossava, Kioko sgusciò tra Kakashi e l’assalitore. Una sua mano guantata di nero premette sul volto del brigante spingendolo contro il terreno ad una velocità pazzesca, puntò l’altra mano a terra e si ritrovò in piedi con una ribaltata, si accucciò e roteò su se stessa dando un calcio di tacco all’uomo sdraiato in terra. Si sollevò e avvicinò ad esso quasi in un solo movimento, La gamba destra di lei si alzò in una spaccata perfetta e si abbassò fatale percuotendo il cranio del ninja.
A quel punto scoppiò il putiferio.
Ci fu uno scontro tra un orda di briganti e la squadra di Minato.
Obito , rimasto mezzo paralizzato divenne il punto di riferimento di Kioko. Gli girava intorno proteggendolo dagli attacchi da cui non sarebbe riuscito a sottrarsi.
– Piantala di frignare Obito- Ringhiò Kakashi – Non puoi star lì senza far nulla solo perché hai trovato la mammina che ti protegge- Detto questo afferrò Kioko per  un braccio e la tirò di lato permettendole di scampare ad un colpo che le avrebbe attraversato lo stomaco. –Una mammina che, dopotutto, non sa neanche badare a se stessa-. Ghignò.
–Bada a come parli  spaventapasseri!- Kioko evitò un colpo che prese Kakashi alle spalle buttandolo a terra.
–Quanti sono?!?- Ansimò Rin. –Non finiscono mai!-
Kioko si guardò intorno. –Sensei!!!- Gridò nella direzione in cui aveva intravisto i capelli biondo paglia del maestro. –Questa è tutta un’illusione, vero? – Vide uno degli occhi azzurri del maestro fare capolino tra la polvere e dal suo sguardo, il leggero ammiccare, comprese che era così. –Qualcuno conosce un jutsu per interrompere le tecniche illusorie?- Disse affannata mentre schivava e colpiva. La ferita al petto sanguinava copiosa e sentiva le forze venirle meno.
Quando aveva messo K.O. quel tipo non stava pensando a nient’altro che al suo fratellino e a quelle stupidissime lacrime che le rigavano il volto . Stava pensando a quanto fosse odioso Kakashi che voleva dare ordini a tutti, a quanto meschino fosse il maestro che la metteva alla prova organizzando false missioni piene di insegnamenti muti credendo che lei non l’avrebbe notato. Pensava a quanto stupida fosse Rin ad ubbidire a tutti i comandi del suo presuntuoso compagno di squadra e quanto codardo Obito che non riusciva a parare neanche un colpo per conto suo.
–Sei stupida? È una cosa che si impara a tre anni!- Sbottò l’Uchiha alle sue spalle. Allora qualcosa la sa fare. Pensò lei alzando lievemente gli occhi al cielo.
Certo che  conosceva i jutsu per interrompere le tecniche illusorie, ma con tutto quel sangue che aveva perso e quel chakra argenteo che emergeva a tratti dalla sua pelle quando usava le tecniche non le sembrava proprio il caso. Ci fu un lampo azzurro di chakra e poi … Poi i nemici cominciarono a piegarsi sotto i loro colpi, a cadere senza essere sostituiti e piano piano tutto tornò nel silenzio. I ragazzi ansimavano intorno a loro una decina di uomini stesi a terra. I mercanti erano stati ben protetti da Rin e Minato. –Possiamo continuare la missione- Proclamò Kioko sbuffando e proseguendo per la sua strada.
–Aspetta, sei ferita, lascia che Rin … - Lo sguardo che Kioko lanciò al maestro lo fece interrompere immediatamente.
– Già probabilmente sarebbe più saggio tornare al villaggio- disse pacata la ragazza , un lampo nei suoi occhi però diede una scossa a Minato che istintivamente tese i muscoli pronto ad una difesa fulminea.                                                               
– Cosa stai dicendo? Dobbiamo accompagnare i mercanti … - Obito si era avvicinato a lei tirandole leggermente una delle corte maniche del kimono. La testa della ragazza scattò di lato come quella di un serpente, Minato si fece avanti in un istante e spinse via Obito allontanandolo di qualche metro dalla ragazza. Il chakra spillava dai suoi pori in modo impressionante. Ne aveva un controllo ancora imperfetto che gestiva attraverso le scariche di umore.  La ragazza fece schioccare i denti.                                                   –S-sensei ? – Obito fissava la scena stranito, accanto a lui Rin lo tratteneva tenendolo a distanza da quella ragazza pericolosa.
– E’ stata tutta una finta vero? – Proclamò lei alzando il mento, puntò un dito contro i mercanti –quelli sono ninja giusto? Jonin speciali – A Obito e Rin cadde la mandibola verso il basso. Kakashi rimase impassibile.
–Era per testare il tuo potere- Disse serio Minato.
–Sapevate della bora, sapevate dei briganti … - La ragazza scosse la testa i capelli neri irrigiditi dal sudore e dal vento freddo. – Avete rischiato la vita di tre genin per uno stupido test! –
Il gelo calò, così improvvisamente che a molti di loro mancò il fiato e il sangue della ragazza si ghiacciò all’istante smettendo di sprizzare fuori dalla ferita al petto.
 – L’unica ad aver rischiato la vita sei tu!- grugnì Minato.
– Così poco non mi uccide!- rispose lei alzandosi in punta di piedi per ringhiargli in faccia.
In quell’istante Namikaze, il lampo giallo della foglia, futuro quarto hokage,  lo vide. Vide il falco d’argento. Le iridi nere della ragazza fuse alla pupilla sottile sbiadirono fino a diventare di un giallo intenso intrecciato a pagliuzze d’oro, i canini oblunghi, l’istinto di uccidere, squartare, massacrare, sbriciolare. Il fanatismo per il dolore altrui tipico dei demoni, racchiuso in quel corpo acerbo di ragazzina privo dell’innocenza di quell’età. Perché Kioko era più matura di una qualsiasi donna adulta, di qualsiasi ninja, ma egoista e guidata dal senso di perdizione, di solitudine racchiuso nel cuore di chiunque portasse con sé tanta potenza, eppure … Fu quando Kakashi batté un mano sulla spalla della ragazza facendola cadere all’indietro prima che lo attaccasse, fu quando lei né scosse la testa, né sembrò spaesata al recupero della cognizione, fu quando le sue iridi tornarono oscure e i suoi denti delle misure decenti e solite, senza che in lei però vi fosse nessun cambiamento, che comprese l’enormità della cosa. Il demone del falco d’argento non era semplicemente rinchiuso all’interno del corpo della ragazza. Era fuso con lei, con la sua anima, la sua essenza.  Lei si voltò verso Obito e si diresse nella sua direzione, lo superò con una mezza spallata e , nonostante non capisse, la sentì soffiargli qualcosa all’orecchio.

 Quella sera furono di ritorno al villaggio.

- Minato com’è andata la missione? – il terzo hokage si accarezzò la corta barba bianca.
Minato si passò una mano fra i capelli biondi. – Se n’è accorta, non è una ragazzina come gli altri … credo sia il caso di posticipare l’investimento a jonin dei ragazzi … nonostante lei non abbia frequentato l’accademia, tra un paio di giorni potrò dirla perfetta per il ruolo … mi dia solo la possibilità di provare!-
Il terzo hokage sorrise benevolo – E sia, ma cosa intendi fare, Namikaze? Vuoi ammaestrarla? Domarla? Lei stessa è un demone, dubito ancora della scelta di prenderla con noi, in più il suo clan la sta cercando ovunque e loro hanno certi membri promettenti che potrebbero esserci utili, l’ultima cosa che ci serve è un conflitto con gli Uchiah. Ti lascio meno di una settimana per renderla docile come desideri, ma se fallisci la rispediamo dritta al mittente- Lo sguardo dell’hokage si affilò – Dopotutto l’hai visto anche tu, no? Il falco d’argento ha trovato in lei una confortevole abitazione, lei non è un contenitore, quella non è la vera Kioko, quella ragazza è posseduta, tutte le sue scelte potrebbero essere quelle del demone, fai molta attenzione-
Il sensei abbassò gli occhi, l’aveva vista quel giorno, aveva quasi fatto a pezzi obito e ci avrebbe pensato anche con lui se non fosse intervenuto Kakashi. Kakashi. Era stato completamente ignorato dalla furia del demone. Alzò lo sguardo con un mezzo sorriso. – Ne sono consapevole, comunque credo che la terrò nella mia squadra, la vicinanza con un ninja forte come Kakashi potrebbe … - l’hokage parve allarmato. – Kakashi? Mi pareva di aver capito che si odiassero- -Si odiano, si detestano altamente, si divertono a mettersi in difficoltà l’uno con l’altra non darebbero mai la vita per salvare l’altro, non vi è assolutamente il minimo spirito di squadra tra di loro- Minato sorrise ironico mettendo ancora più in difficoltà l’anziano capo villaggio –Ed è appunto questo che voglio sfruttare, il falco non ritiene Kakashi un pericolo, viene ignorato da lui, Kakashi sveglia solo l’ira di Kioko … - allora anche il suo interlocutore capì dove voleva andare a parare –Vuoi utilizzare l’insofferenza che  Kioko prova nei confronti del tuo allievo per tenere viva la sua parte umana?- Minato sorrise- Era questa l’idea U.U-
   
 
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