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Autore: Tarlia    30/01/2011    0 recensioni
Sequel di FFVIII. Cosa succede a Galbadia dopo la sconfitta di Artemisia? Come si evolverà la relazione tra Squall e Rinoa? E gli altri? E Laguna...?
Genere: Generale, Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Laguna Loire, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IN HONOR OF OUR CHILDREN
scritta da Tarlia, tradotta da Erika nel 2003, rivista da Alessia Heartilly nel 2010

~ CAPITOLO 6 ~

La gente aveva cominciato a uscire dagli edifici a causa delle grida e molti fra gli altri SeeD erano riuniti fuori dall'hotel quando Quistis e Zell arrivarono. Trovarono Selphie e Irvine in mezzo alla folla.

Zell si fermò di fronte a loro, le mani sulle ginocchia, mentre ansimava, "che diavolo sta succedendo?!"

Irvine scosse la testa, "Non lo so, siamo appena arrivati qui anche noi."

Un altro urlo spezzò il confuso trambusto, seguito subito dopo dal rumore di colpi di arma da fuoco. Quistis fu veloce a prendere in mano la situazione, "Zell! Selphie! Irvine! Seguitemi!"

I tre SeeD e il cadetto corsero all'interno dell'hotel e scavalcarono la sbarra che doveva in teoria tenere gli intrusi lontani dalle stanze. Si diressero dritti verso l'origine del fastidioso suono - la stanza di Squall.

Potevano sentire chiaramente che c'era una battaglia in corso, ma era impossibile sapere chi stesse vincendo, o chi stesse attaccando. Selphie si precipitò verso la maniglia della porta solo per scoprire che non poteva entrare. "È chiusa!"

"Fammi provare," si offrì Irvine. Si avvicinò alla porta e cominciò a lanciarsi con il fianco contro di essa per romperla. Zell andò ad aiutarlo.

Selphie e Quistis stavano indietro e guardavano, mentre quest'ultima stringeva nervosamente tra le mani la sua frusta, gli occhi spaventati. "Spero che non sia troppo tardi..."

La stanza dell'albergo era un vero disastro. I mobili rotti giacevano sparsi per il suolo un po' ovunque, accompagnati da due cadaveri. Rinoa stava in un angolo, guardando la scena con occhi spalancati, tremando. Non c'era molto che potesse fare - non aveva neppure la sua arma. Non era preparata a questo. Un attimo prima, lei e Squall erano seduti sul letto, parlando tranquillamente - e quello successivo, sei soldati di Galbadia erano piombati nella stanza e li avevano attaccati.

Squall aveva immediatamente sguainato il suo gunblade per difendere se stesso e Rinoa. Considerando le sue capacità, i soldati non avrebbero dovuto essere altro che una sfida per lui, ma era difficile per un uomo solo tenere a bada sei soldati allo stesso tempo.

Due erano già caduti, ma ne rimanevano ancora tre, e poteva concentrarsi solo su uno alla volta. Combatté nel miglior modo possibile, a denti stretti, le mani fermamente salde sul gunblade, il sudore sulla fronte. Ebbe appena il tempo di pensare, ma nel profondo della mente si chiedeva da dove venissero i soldati e perché li stessero attaccando. Vagamente, aveva notato il debole picchiare sulla porta, di qualcuno che stava cercando di entrare.

(Che diavolo...)

"Squall, attento!"

Aveva appena inferto il colpo fatale al soldato che gli stava di fronte, quando udì l'urlo di Rinoa. Ma era troppo tardi. Un soldato prese la mira e gli sparò da dietro, e le pallottole andarono a conficcarsi nel braccio di Squall. Facendo una smorfia di dolore, il ragazzo cadde sulle ginocchia, mentre il sangue si mescolava alla giacca di pelle nera.

(...l'Energia... ho tempo? Non posso combattere bene...in queste condizioni...)

Sentì una strana sensazione, un brivido alla base del collo e si girò appena in tempo per bloccare l'attacco con la spada di un soldato. Fece perdere l'equilibrio al soldato e usò il tempo appena guadagnato per squarciarlo all'altezza dello stomaco, cercando di ignorare il fitto dolore al braccio.

Già un altro soldato si stava avvicinando a Squall, ma fu bruscamente interrotto quando una piccola massa di ghiaccio lo immobilizzò al suolo.

"BLIZZARA!" urlò Rinoa, le braccia protese davanti a lei.

(È in junction coi GF? ...Oh, la sua magia... l'avevo dimenticato... ma credo anche lei...)

L'impatto della magia non uccise il soldato, ma diede a Squall il tempo di curarsi e di rimettersi in piedi. Sembrava ancora che stesse per vincere lo scontro quando ancora una volta fu interrotto dalla voce di Rinoa.

"Squall!"

L'ultimo soldato si stava dirigendo verso Rinoa, pronto ad attaccare con la spada. Era troppo vicino, lei non avrebbe avuto il tempo di usare la magia. Squall lasciò a terra ferito il soldato con il quale stava combattendo e si affrettò verso di loro.

(Devo raggiungere Rinoa... prima di lui. Non posso permettere che la raggiunga...)

Ancora stordito dalle varie ferite e con una sola cosa in mente, Squall scattò giusto in tempo per interrompere l'attacco del soldato. Era come se l'intera scena fosse al rallentatore. Sentì di essere entrato in contatto con il soldato. Entrambi persero l'equilibrio e caddero al suolo. Da qualche parte in sottofondo, la porta fu finalmente aperta e i suoi quattro amici entrarono - poté sentire l'urlo scioccato di Selphie, ma solo leggermente. Era tutto offuscato. Sentì l'urlo di Rinoa, ma non ebbe il tempo di capirne il perché, nel momento in cui il soldato si rigirò e lo costrinse al suolo. In un qualche modo, aveva perso il suo gunblade durante la colluttazione, e sentì la spada premuta contro la gola. Squall fissò la faccia arrabbiata del soldato, e riuscì a vedere Rinoa con la coda dell'occhio; sembrava terrorizzata.

(Rinoa...)

Si udirono due colpi di arma da fuoco. L'espressione del soldato si trasformò in un'espressione di dolore - si irrigidì, ancora con la spada pericolosamente vicina a morte certa per Squall...poi cadde pesantemente sopra di lui.

Disgustato, Squall spostò il corpo e la spada da sopra di lui, poi chiuse gli occhi e rimase sdraiato per terra, respirando pesantemente.

"Squall!" Rinoa si inginocchiò rapidamente accanto a lui.

Gli altri quattro arrivarono di corsa; mentre Irvine metteva via il fucile, Quistis si chinò all'altro lato di Squall. "Squall, stai bene?"

"Sono stato meglio," mormorò, aprendo gli occhi e mettendosi seduto con l'aiuto delle due ragazze.

Quistis stava esaminando le ferite delle pallottole sul suo braccio destro, "sono piuttosto serie. Devi fartele vedere dalla Dottoressa Kadowaki ."

Squall bofonchiò solamente, e Rinoa gli mise le braccia intorno al collo in un tenero abbraccio, "sono così felice che tu stia bene... ero così spaventata..."

Zell si guardò intorno. "Cavoli, che casino! Sembra che l'erede di Grendel abbia dato una festa qui dentro!"

Selphie camminò avanti e indietro per la stanza, guardando i soldati morti. "Hey, penso che questo sia ancora vivo!"

Irvine e Zell si avvicinarono, e Zell prese il soldato per il collo. "Perché diavolo siete venuti qui ad attaccare il nostro Comandante?!"

Il soldato fece una smorfia e tossendo sputò sangue, la voce rauca. "Ci hanno detto... di ritirarci... il nuovo... presi..." tossì ancora e Zell guardò gli altri. Questo non sarebbe durato ancora a lungo.

Zell lo scosse e gli sibilò, "andiamo, dillo!"

"...Noi...abbiamo resistito... Timber...dovrebbe essere... proprietà di Galbadia... cercavamo vendetta.. .per i nostri amici...che erano stati uccisi..." i suoi occhi si spalancarono appena e fissò Zell, "...da voi...bastardi..."

Zell sbuffò e lasciò cadere il corpo al suolo. "Irvine, finiscilo."

Selphie si voltò e si mise le mani sulle orecchie, mentre Irvine tirava ancora una volta fuori il fucile e metteva fine al dolore del soldato.

Squall si era rimesso in piedi, barcollando, e si stava facendo strada verso di loro, un po' sorpreso dal modo freddo col quale Zell e Irvine avevano trattato il soldato. Poteva immaginare se stesso fare una cosa del genere, ma Zell... Scosse la testa e si portò una mano alla fronte, "questo è... strano..."

Quistis sospirò e Rinoa guardò per terra. "Credo che tu abbia ragione, Squall... non molleranno così facilmente, proprio come hai detto tu."

Irvine aggrottò la fronte. "Sembra che questa banda agisse per conto proprio, comunque. Chi è il Presidente che non vuole prendere il controllo di Timber?"

Proprio in quel momento, un altro SeeD arrivò di corsa nella stanza, "Signore, ho un mess- Oh! È... successo... qualcosa qui?"

Squall si girò e lo fissò torvo. "Che cosa ti fa pensare che sia accaduto qualcosa qui? Cosa ci tradisce? I cadaveri?"

"Squall!" sibilò Rinoa.

"Mi dispiace, signore..." deglutì il giovane SeeD, chiaramente a disagio. "Ho visto la grande folla lì fuori e... be', comunque, signore, ho un importante messaggio da parte del preside Cid." Si avvicinò e porse un foglio a Squall, poi fuggì dalla stanza.

Gli occhi di Squall si strinsero non appena lesse il messaggio. Gli altri si mossero verso di lui.

"Cosa c'è?" chiese Quistis.

"Il preside vuole che torniamo al Garden entro domani mattina. Timber non è più in pericolo e ha importanti notizie da comunicarci."

"YU-HUUU! Torniamo a casa!" gridò Selphie, saltando su e giù.

"Credo che si tratti del nuovo Presidente," disse Irvine, scrollando le spalle.

"Comunque, credo che abbiamo tutti bisogno di riposo... è stata una lunga notte." Gli altri annuirono al suggerimento di Squall.

Squall diede una breve occhiata intorno e sospirò. "Credo di aver bisogno di una nuova stanza."

~ CAPITOLO 7 ~

Alle dieci e trenta del mattino successivo, i sei amici erano riuniti nell'ufficio del preside Cid. Avevano preso il treno all'alba e affittato una macchina a Balamb, poiché il Garden era nuovamente parcheggiato nella sua originale posizione.

Tutti sembravano stanchi, ma contenti del lavoro che avevano fatto a Timber. Squall non stava indossando la sua giacca nera, per una volta, ma solo la sua maglietta bianca. Il suo braccio destro era fasciato. La magia di guarigione aveva spazzato via gran parte del dolore e fermato il sangue, ma la dottoressa Kadowaki aveva dovuto rimuovere le pallottole e pulire la ferita per evitare infezioni, cosa che aveva leggermente ritardato l'incontro col preside.

Cid camminava avanti e indietro davanti a loro, uno sguardo pensieroso sul suo viso, poi si voltò finalmente per guardarli in faccia. "SeeD! E Rinoa... avete fatto tutti uno splendido lavoro durante la missione, e non mi sarei aspettato niente di meno da voi. Anche se abbiamo perso un membro, siamo riusciti a prevenire la distruzione di Timber e la perdita di innocenti cittadini." Si fermò e si strofinò il mento, mentre pensava alle sue prossime parole. "Ora, ho ricevuto interessanti notizie... la ragione per cui i soldati si sono ritirati da Timber così presto è da ricercarsi nel fatto che era stato ordinato loro di fare così. Dal nuovo presidente di Galbadia."

"Non un altro fanatico come Deling, signore?" chiese Zell, sembrando un pochino nervoso.

Cid scosse il capo. "No. Anzi, penso che il nome vi suonerà alquanto familiare... è colui che vi ha assunto per eliminare la Strega. Il Colonnello... voglio dire - il Presidente Philip Caraway."

Irvine, Quistis, e Selphie parevano ugualmente scioccati. Rinoa sussultò, e Zell esclamò, "oh, dannazione!"

Solo Squall rimase privo di espressione come al solito.

"È lui il Presidente?!" chiese Rinoa, la sorpresa che si trasformava in frustrazione.

"Apparentemente," annuì Cid. "E ora Galbadia è sull'orlo di una guerra civile. Il Presidente Caraway ha dichiarato di voler riportare la pace, e questa è la ragione per cui ha ritirato le forze militari da Timber, e metà della popolazione è con lui. L'altra metà, comunque, crede che sia diritto di Galbadia dominare l'intero continente, e sta ancora vivendo col sogno di Deling di conquistare Timber e Dollet. Costoro sono guidati da un gruppo di ribelli, i cui nomi sono attualmente sconosciuti."

Rinoa sembrava disgustata dall'intera idea. "Sta solo cercando di andare di nuovo d'accordo con me."

"Hey, ma non era lui quello che ha portato guerra contro Timber in un primo momento?" Irvine era dubbioso.

"Non proprio," spiegò il preside. "Lui aveva solo seguito gli ordini del Presidente Deling allora. Sono sinceramente convinto che Caraway sarà un miglior Presidente di quanto lo sia stato Deling, ma non possiamo mai esserne sicuri. Quel paese è pieno di corruzione e bugie. Comunque... una guerra civile significherà probabilmente il pieno di missioni e guil per il Garden, due cose di cui abbiamo estremamente bisogno, a questo punto."

"Già!" si trovò d'accordo Selphie. "Faremo un buon lavoro. Tutti i nostri membri sono stati molto bravi a Timber, non solo noi, signore."

"Ne sono cosciente. Ma avranno lo stesso bisogno di voi come leader." Cid si fermò, vedendo il disappunto nei loro visi, nonostante lo sforzo che facevano per nasconderlo. "...Ma non ancora. Voi tutti vi meritate davvero un po' di tempo per rilassarvi. L'intero Garden ne ha passate tante, e Galbadia avrà bisogno di tempo per sistemare le cose adeguatamente. Non avranno bisogno di noi per un po' ancora."

Quistis tirò un sospiro di sollievo. "Grazie, signore. Ne abbiamo tutti bisogno," ammise.

Rinoa sembrava ancora turbata, comunque. " Devo dare da mangiare ad Angelo," bofonchiò.

Cid ne rimase sorpreso, ma non diede peso alla cosa. "Va bene. È tutto per ora. Potete andare."

I cinque studenti SeeD salutarono, mentre Rinoa semplicemente si girò e andò. Stavano uscendo dall'ufficio, quando Cid si voltò nuovamente verso di loro. "Oh, Squall... ho bisogno di parlarti per un minuto."

Zell e Quistis si guardarono incuriositi, poi fissarono Squall, prima di seguire gli altri all'ascensore. Squall si girò indietro e camminò verso il preside. "Sì, signore?"

Cid si morse il labbro inferiore, tornando alla sua scrivania e sedendosi. "Abbiamo ricevuto un messaggio dal Presidente Loire stamattina... sembra che lui e la ragazza, Ellione, vogliano visitare il Garden."

Squall aggrottò leggermente le sopracciglia. "Visitare il Garden? Le ha detto il perché, signore?"

"Be', ufficialmente, si stanno prendendo una vacanza per celebrare il ventiduesimo compleanno di Ellione. Le cose si stanno finalmente calmando ad Esthar. Si sono nuovamente sbarazzati della Lunatic Pandora e sono riusciti a scacciare i mostri fuori dalla città. Il Presidente dice di aver bisogno di una vacanza. Ma... vuole vedere te in particolare, Squall. Mi ha chiesto di assicurarmi che tu sia qui quando arriverà."

(Laguna... quello scemo... che vuole da me? Magari vuole che veda mia sorella... probabilmente. Ma lei non è più parte della mia vita. Mi ha abbandonato... è troppo tardi, anche se non è colpa sua.)

Squall scrollò le spalle. "Sarò nei paraggi. Quando vengono?"

"Il più presto possibile. Manderò loro un messaggio e dirò che possono venire quando fa loro più comodo," rispose Cid.

"Sì signore. C'è altro?"

"No, Squall. Puoi andare. Vai pure a riposarti."

Squall annuì e si girò, uscendo dalla stanza. Ma qualcosa lo turbava... Fin dalla prima volta che aveva incontrato Laguna ad Esthar, aveva la strana sensazione che ci fosse qualcosa d'altro... Qualcosa di cui non era a conoscenza, che non aveva potuto vedere durante i suoi flashback nel passato.

Scosse la testa. Non aveva importanza. Conoscendo Laguna, la visita non avrebbe riguardato nulla d'importante.

~ CAPITOLO 8 ~

Dopo aver dormito per alcune ore, Squall decise di fare una passeggiata nei giardini.

Be', non esattamente. Zell gli aveva detto che aveva visto Rinoa andare in quella direzione.

Ed eccola lì, seduta ai piedi del tronco di uno dei grandi alberi, dando le spalle ai vari altri studenti presenti. Persino Squall era stato capace di capire che era stata infastidita da quello che Cid aveva detto loro - avrebbe dovuto essere piuttosto stupido per NON capirlo. Ma nessuno si sarebbe aspettato che avrebbe tentato di confortare la ragazza, che era quello che stava per fare. Forse il cambiamento stava avvenendo lentamente, ma non c'erano dubbi che Squall ERA cambiato.

Mettendosi le mani in tasca, prese fiato, poi camminò verso di lei. "Hey."

Un poco sorpresa, Rinoa si voltò per fissarlo, i suoi occhi marroni e sorpresi che si rilassavano quando videro chi era. "Hey..."

Squall la guardò per alcuni secondi, poi si sedette vicino a lei. "Tutto bene?"

"Credo di sì..." Rinoa sospirò e guardò per terra. "È solo che... non sono pronta... ad affrontarlo ancora."

"Capisco. Anche se non ho mai avuto genitori," disse scrollando le spalle. "...Ma... forse ha cambiato idea. Adesso sta liberando Timber, lo sai."

"Lo so. Ma non VOGLIO che lui liberi Timber. Non in questo modo. Volevo che fossimo noi a riuscirci per conto nostro." Scosse il capo. "Questo non cambierà tutto il dolore che ha fatto passare a me e a mia madre. Non cambierà tutto ciò che ha fatto contro Timber prima."

"Hey, lo so, Rinoa... ma comunque, lui È tuo padre. Magari dovresti provare a parlare con lui." Squall inclinò il capo, guardandola. Si sentiva strano nel dire questo, ma era il minimo che potesse fare. Almeno doveva tentare. "Non puoi negare le relazioni di sangue. E non puoi continuare ad andare in giro lasciando che questo ti tormenti per il resto della tua vita."

Lei sembrò considerare quest'ultima cosa, poi sospirò, "forse hai ragione... Sono solo troppo testarda." Gli diede un occhiata da un lato, sorridendo leggermente. "Sai, non avrei mai pensato che avrei sentito una cosa come questa venire da te."

(Ecco che ci risiamo ...)

(Devo essere stato veramente pessimo dato che tutti si stupiscono così tanto ogni volta che mostro che tengo a qualcosa ...)

"Sì, vabbè. Nemmeno io."

"Non devi offenderti così." Rinoa sorrise un po' e si avvicinò a lui. "Mi hai fatto davvero sentire meglio. Grazie."

Squall le sorrise compiaciuto. "Vuoi andare a prendere qualcosa da mangiare? Anche se Zell avrà probabilmente lasciato la mensa senza scorta di panini."

Lasciando scivolare la mano nella sua, Rinoa ridusse un po' gli occhi a fessura e sorrise. "Mi piacerebbe molto."

Mano nella mano, la giovane coppia lasciò il Giardino, lasciando parecchi altri studenti a guardarli con espressioni confuse dipinte sui volti.

"Quello era veramente il Comandante Leonheart?"

"E stava sorridendo?"

Più tardi quella sera, Rinoa e Squall si trovavano davanti alla porta della stanza di lei. Erano da poco passate le dieci, ma i corridoi erano silenziosi. Il coprifuoco cominciava alle dieci in punto, e le rigide regole del Garden richiedevano che tutti fossero nella propria stanza, o al Centro di Allenamento a quell'ora.

Rinoa gli sorrise, poi spostò la testa all'indietro e guardò il soffitto. "È meraviglioso! Finalmente - finalmente possiamo rilassarci per un attimo. Nessuna missione, nessuna battaglia, niente sangue, nessuna Strega... a parte me," ridacchiò. Squall era felice che si sentisse così a suo agio con il fatto di avere i poteri di tre Streghe in lei. Sperava solo che ci fosse veramente abituata come sembrava. Lui non poteva nemmeno cominciare ad immaginare le pressioni di un tale ruolo. Ma dopotutto, nel Garden, lei aveva accanto amici, nessuno la temeva o aveva mai nemmeno pensato a questo fatto.

"Come sta il tuo braccio?" Gli toccò leggermente la benda.

Squall scrollò le spalle. "Sono stato peggio. Sto bene."

"Sai..." disse Rinoa lentamente, lasciando scorrere la sua mano verso il basso per afferrare quella di lui, e sollevando l'altra mano per prendere quella di Squall. "...Non ti ho mai ringraziato per avermi salvato la vita ieri... ancora una volta."

"Ho fatto solo ciò che volevo fare. Non è un problema," rispose lui, in modo giocoso. Rinoa fece un gran sorriso.

Ci furono alcuni attimi di silenzio durante i quali i due si guardarono l'un l'altro negli occhi, il blu acciaio che incontrava un confortante marrone.

"Nemmeno io ti ho mai ringraziato per avermi salvato..." bisbigliò Squall.

"Salvato?"

"La compressione temporale... Quando mi ero perso..." Sospirò e chiuse gli occhi al doloroso ricordo. "Io...continuavo a vedere il tuo viso, ma non era ben definito. Ho chiamato il tuo nome... ma tu non mi sentivi. Così esausto... stavo per mollare... tutto diventò scuro..."

Rinoa sembrò all'improvviso preoccupata quando vide l'espressione di Squall. Si avvicinò a lui. "Squall ..."

"No, voglio dirlo. Se aspetto finirò col tirarmi indietro." Aprì nuovamente gli occhi, guardandola. "Ero sicuro di essere perso per sempre... e sono svenuto. Ma tu eri lì. Eri lì per me, quando io avevo perso tutte le speranze, ogni fiducia, anche in me stesso. Tu mi hai trovato."

"Ho mantenuto la promessa." Rinoa lasciò una delle sua mani, sollevando il braccio e accarezzando semplicemente con un dito la cicatrice in mezzo ai suoi occhi. "Sono venuta, e ti ho trovato. Ma anche tu mi hai trovato. Potevo sentirti chiamare il mio nome. Nel mio cuore. Ho solo seguito il mio cuore."

Squall fece un lento respiro e sorrise, poi mise le sue mani intorno al suo collo, e abbassò la testa per baciarla. Sembrò avvolgente come l'ultima volta, ma nessuno dei due era così timido questa volta, e si strinsero entrambi ancora di più. Rinoa gli mise un braccio intorno alla vita, e l'altro sulla sua spalla. Non si era mai sentita così felice prima, così libera, così sicura e amata.

Avvicinando la fronte alla sua, lui si immerse nel suo sguardo ancora una volta. La sua espressione era piena di passione.

(Dio, la amo.)

"Io... non mi sono mai sentito così prima d'ora..." disse tutto d'un fiato.

"Va tutto bene... non avere paura." Rinoa sembrava ugualmente insicura, ma probabilmente più certa di quello che volesse di quanto non sapesse. "Vieni..." aprì la porta della sua stanza. Angelo abbaiò allegramente, ma Rinoa calmò il cane.

Squall esitò, ma non per molto. Lasciò che lei lo tirasse dentro. "Questo è contro le regole del Garden."

"Sono sicura che possono fare un'eccezione per la persona che ha salvato l'universo... non credi?" E piazzò un altro dolce bacio sulle sue labbra.

"Forse," mormorò Squall, rispondendo al bacio mentre chiudeva la porta dietro di lui.

~ CAPITOLO 9 ~

Si svegliò al suono del cinguettio degli uccellini fuori dalla finestra. Strano. La luce era... diversa, in un qualche modo. Gli ci vollero alcuni secondi prima che capisse che quella non era la sua finestra e men che meno la sua stanza.

Spalancò gli occhi e si sedette sul letto, stringendo a sé le lenzuola bianche. Sbatté le palpebre e abbassò gli occhi a fissare la ragazza dai capelli neri che era serenamente addormentata accanto a lui. I ricordi gli tornarono molto presto. Nessun GF poteva cancellare una cosa del genere.

(Oh. Mio. Dio.)

(Fai un bel respiro... va tutto bene. L'ho voluto, no?)

(Ti rendi conto di cosa hai fatto?)

(Oh Dio...)

In un secondo momento, tuttavia, scoprì che in fondo non rimpiangeva quello che era successo. Che ore erano, comunque? Le nove? Tardi. Magari avrebbe dovuto svegliare Rinoa... No. Doveva sistemare una cosa, prima. In quel momento, non indossava nient'altro che la benda al braccio.

*~*~*~*~*

Lei si svegliò con la sensazione delle labbra di qualcuno premute contro la sua spalla. Le sue labbra. Sorridendo con soddisfazione, si rigirò su se stessa e aprì gli occhi, richiamando alla mente la scorsa notte. Anche lui stava sorridendo, ma era un sorriso strano e in un qualche modo imbarazzato. Sembrava un bambino colto sul fatto mentre faceva qualcosa di cattivo, che cercava di venirsene fuori facendo il carino. Ridendo a questa vista, si allungò per stringergli le braccia intorno al collo. "Buongiorno, bellissimo."

"Buongiorno, bellezza," rispose, offrendole quasi di cuore un veloce bacio. Non andava bene. Quello non era lui. Era una strana, contorta versione di Irvine.

Ma tuttavia, sembrava così... liberatorio. Tutti i sentimenti che provava per Rinoa si erano espressi in ciò che lui aveva sempre ritenuto degradante e disgustoso. E che si era rivelato così bello.

Mio Dio, cosa avrebbero detto se l'avessero scoperto? Squall, il forte leader. L'eroe taciturno e il salvatore dell'universo, che si abbandonava al desiderio e alla lussuria? Non, non lussuria. Amore. Era amore.

Non l'avrebbero scoperto. Non potevano. Per la salvezza della sua salute mentale - No.

Rinoa vide la sua espressione cambiare e gli sventolò la mano davanti alla faccia. "Per un momento, stavo cominciando a chiedermi se eri lo stesso Squall Leonheart che ho incontrato alla festa quella notte. Ma ora vedo che lo sei. A che pensi?"

Lui si accigliò appena. "A niente... a niente... stavo solo... pensando..."

La ragazza sorrise. "Sai, mi piace questo nuovo lato di te che ho scoperto stanotte... spero che lo mostrerai più spesso."

"Chissenefrega."

Sospirando leggermente, annuì. "Vedo che sei già interamente vestito. Dovrei fare lo stesso. ...Ehm... puoi girarti, per favore? È più o meno... giorno... adesso..."

"Oh! Certo." Si girò velocemente e si sedette sull'altro lato del letto, sistemandosi i capelli spettinati con le dita e chiedendosi se avrebbe dovuto tornare nella sua stanza e farsi una doccia.

(Che diavolo mi sta succedendo...? Sì, sono cambiato, ok. Un po' troppo per i miei gusti, in effetti.)

Mentre Rinoa si rimetteva addosso il vestito, anche lei era persa nel proprio mondo di pensieri. Squall l'amava, non aveva dubbi su questo. Anche se non aveva detto ancora le esatte parole, ogni sua azione... (per non dire quella notte)... le avevano dimostrato quanto ci tenesse a lei. Sperava solo di poterlo capire un po' meglio. Sembrava che lei fosse l'unica con cui lui si apriva. Le parole che aveva detto nel corridoio... Avrebbe mai detto anche ai suoi amici che teneva a loro? O che era spaventato, o arrabbiato? O triste? In modo chiaro e tondo? L'avrebbe mai fatto? Ne dubitava. Per lo meno sperava che un giorno trovasse il coraggio di dire a lei quelle parole...

Sapeva che Ellione l'aveva abbandonato quando era un bambino, ma non poteva capire come questo fatto avesse potuto togliere ogni fiducia nelle persone dal suo giovane cuore. Persino dopo la morte di sua madre e dopo aver tagliato ogni ponte con suo padre, lei aveva continuato ad avere fiducia nelle persone. Perché era così diverso con Squall? Immaginò che si trattasse della loro diversa personalità. Erano uno l'opposto dell'altro, e lei temeva che questo avrebbe fatto sì che litigassero spesso in futuro, ma sapeva anche che sarebbe stato questo a tenerli insieme. Per sempre. Almeno così sperava.

[Se verrai qui, mi troverai. Lo prometto.]

Sospirando ancora una volta, andò verso il bagno per lavarsi i denti.

Ma era arrivata solo davanti alla porta, quando l'altoparlante all'improvviso si attivò.

"Buongiorno a tutti. È il preside Cid che parla. Ho un messaggio per il Comandante Squall Leonheart."

Rinoa guardò Squall con la coda dell'occhio. Era visibilmente teso.

"Il Presidente Laguna ed Ellione sono arrivati con la Lagunarock trenta minuti fa. Abbiamo tentato di avvertire il Comandante, ma non l'abbiamo trovato. Squall, perché non sei nella tua camera?"

Il ragazzo deglutì, mettendosi rapidamente in piedi.

(Oh, dannazione.)

Rinoa digrignò leggermente i denti. "Uhm... Credo che dovremo andare allora, no?"

Squall si mise una mano sulla fronte e si accigliò profondamente. "Sì, credo di sì..."

*~*~*~*~*

"Hey, eccoli!" Selphie puntò il dito verso la parte sinistra della hall centrale. E in effetti, due giovani piuttosto stanchi stavano facendosi strada verso la piccola folla di fronte alle scale. Erano tutti lì: Zell, Quistis, Irvine, Selphie, Cid, Edea, Laguna ed Ellione. Tutti gli occhi erano su Squall e Rinoa.

"Dove siete STATI ragazzi?!" esclamò Zell.

"Penso di sapere dove sono stati..." disse Irvine compiaciuto. Selphie ridacchiò. Laguna e Cid sollevarono un sopracciglio. Edea si portò una mano alla bocca e Quistis guardò da un'altra parte, mentre Zell rimase semplicemente a fissarli. Ellione non fece niente.

Rinoa nascose il viso tra le mani.

"Guardate, Squall è arrossito!" annunciò Selphie, e i due ragazzi dietro di lei fecero dei gran sorrisi.

"E bravo Squall!"

Squall strinse il pugno e ridusse gli occhi a due fessure. "Possiamo PER FAVORE andare al punto?!?" sbottò, voltandosi verso il Presidente e la ragazza che era sua 'sorella'. "Perché volevate vedermi? Pensavo che andasse tutto bene ad Esthar."

"Ah. Oh." Laguna si schiarì la voce. "Noi... volevamo farvi visita... perché..." si morse le labbra e guardò Ellione. Lei annuì.

"C'è una cosa che ho bisogno di dirti, Squall..." disse. "Per favore. C'è un posto dove possiamo andare per... parlare? In privato?"

Squall sembrava riluttante.

(Che vuole? Se riguarda quello che è successo dodici anni fa... ormai l'ho superato. È finita. Non c'è niente che possa fare.)

Scrollò le spalle. "Certo. Andiamo al Centro Addestramento. Non c'è pericolo finché stiamo lontani dagli Archeosaurus."

Ellione annuì e gli si avvicinò. "Fammi strada."

Mentre i due se ne andavano al Centro Addestramento, si lasciarono dietro una piccola folla piuttosto confusa.

"Di che si tratta?" chiese Zell.

Quistis aggrottò la fronte. "Non ne so niente."

Il preside Cid si voltò verso Laguna. "Be', Presidente Loire, spero che starete bene da noi. È un piacere averla come ospite, dopo tutto quello che avete fatto per aiutarci durante la battaglia con la Strega."

Laguna fece spallucce, privo di tatto come al solito. "Grazie, preside." Guardò gli altri e rise. "Hey, ragazzi, abbiamo avuto un sacco di cose da raccontarci. Non ci parliamo da un po', no? Che ne dite di fare colazione insieme?"

"Certo, signor Laguna!" squittì Selphie.

Gli altri annuirono. Rinoa era stranamente tranquilla.

Mentre Laguna e i cinque ragazzi si allontanavano, Edea si avvicinò a suo marito. "Sono cresciuti così rapidamente, caro... e si stanno innamorando... hai visto Irvine e Selphie? E l'espressione sul volto di Zell quando è accanto a quella ragazza della libreria?"

"E l'assenza di Squall dalla sua stanza?" grugnì Cid. "Se le mie supposizioni sono corrette, quello non è certo il modo di comportarsi per un SeeD di alto livello."

"Oh, andiamo," Edea sorrise e gli strinse le braccia intorno. "Finché sorride, non m'importa quali regole sta trasgredendo... sta meglio, Cid."

"Credo che tu abbia ragione, cara," sospirò il preside. "Come sempre. Non interferirò."

Edea continuò solo a sorridere e piazzò un bacio sulla sua guancia.

~ CAPITOLO 10 ~

Dopo aver ucciso alcuni Grat, Squall aveva finalmente condotto Ellione alla cosiddetta "area segreta". Non era stato lì dalla notte in cui Quistis ce lo aveva portato, ma era sicuro che a quell'ora del giorno non ci fosse nessuno.

Gli occhi di Ellione si spalancarono alla meravigliosa vista del centro del Garden e del cielo sopra la finestra del soffitto. "Squall, questo posto è bellissimo!"

Lui scrollò semplicemente le spalle. "Già. Buon compleanno, comunque."

"Te ne sei ricordato!" Si girò verso di lui, sorridendogli con calore.

"No, davvero. Cid me lo ha ricordato ieri."

"Oh."

"Comunque, com'è possibile che Laguna possa filarsela e venire al Garden quando ha un intero paese da governare?" Squall aggrottò la fronte e appoggiò le braccia sulla cima della piccola recinzione.

"Kiros e Ward si stanno prendendo cura di tutto. Va tutto bene," lo rassicurò Ellione. Quando non ebbe risposta, ma poté percepire l'impazienza che cresceva in Squall, capì che era meglio andare dritti al punto.

Per molto tempo, si era chiesta come rivelargli la notizia nel modo migliore. Come avrebbe reagito? Laguna aveva ragione, comunque - era probabilmente meglio che fosse lei a dirglielo. Se no, lui avrebbe fatto ancora più confusione.

"Squall... so che probabilmente hai perso ogni fiducia in me..."

"Non importa. Hai fatto quello che dovevi fare. Dimenticalo e basta." Le sue parole erano dolorosamente fredde.

Ellione prese fiato. "Non è per questo che siamo qui oggi, comunque... c'è qualcosa... che tu devi sapere. Che hai il diritto di sapere."

Non sembrando ancora interessato, Squall le diede completamente la schiena e fissò il Garden. "Che cosa?"

"Ricordi... il bambino di cui ti ho parlato? Quando ti ho mandato nel passato mentre ero addormentata e non potevo disconnettermi? Il bambino di Raine?"

Lui sembrò pensare per un momento, prima di dire nuovamente con indifferenza, "Vagamente. Perché?"

"Kiros me l'ha detto; lui e Ward ti hanno detto qualcosa sulla nave... te lo ricordi?"

Ora stava esitando.

[Ward dice: È una buona cosa che non somigli a tuo padre.]

[In verità, somigli a tua madre.]

(Non ho avuto il tempo di pensarci allora... ho messo il discorso da parte.)

(Come diavolo facevano a saperlo?)

"Hai mai pensato... ai tuoi genitori, Squall?" continuò Ellione, senza aspettare risposta. Sembrava nervosa.

Improvvisamente, sentì un brivido freddo lungo la schiena, ed Ellione poteva quasi vedere il suo viso divenire pallido. Temeva che avrebbe smesso di respirare, o che potesse svenire.

(...Sta dicendo... quello che... penso... che stia...?)

(No... no...)

"Stai... io sono... lui è...?" Si morse il labbro. Forte. La stretta sulla recinzione si fece più stretta.

"Squall..." La giovane donna gli mise una mano sulla spalla.

Odiava quando lo facevano.

Tranne quando lo faceva Rinoa.

"Laguna è tuo padre."

Poi esplose.

(No. NO, dannazione! Non voglio saperlo! Non voglio sentirlo! Non ne ho bisogno - la mia vita è già abbastanza confusa!)

"Squall...?"

Stava tremando, i suoi occhi avevano una strana espressione, un misto fra rabbia profonda e confusione. Tutto quello a cui poteva pensare era...

(Perché, perché, perché, perché, perché...?)

(Come?)

(...no... lo rifiuto. Io non ho genitori. Non li ho mai avuti.)

"I miei genitori sono morti," affermò con fermezza, ancora evitando il suo sguardo.

"Ma è vero, Squall. Raine morì un paio di giorni dopo averti dato alla luce. Ti ha dato il nome. Ti ha dato... ti ha dato quella collana. Era sua." Ellione allungò la mano verso il suo petto, afferrando la testa d'argento di Griever. "Poi, tu e io siamo stati mandati all'orfanotrofio."

Squall si allontanò da lei. "Allora come mai il mio nome non è Loire, eh? È Squall Leonheart, non Loire."

Era un'argomentazione davvero debole, ma era la cosa migliore che gli era venuta in mente. L'unica cosa. Chi era lui per dire se era vero o falso? Non si ricordava quasi niente della sua infanzia.

"Raine Leonheart," disse dolcemente Ellione. "Era il suo cognome... credo che... darti il suo cognome fosse il suo modo per vendicarsi di Laguna... per non essere stato con lei quando è morta..."

(No... non sta succedendo davvero...)

"Squall, parla con lui." Mise la mano su quella guantata di lui. "Parla con lui. È così ferito da questa situazione, e ha bisogno di sapere che tu sai. Ha bisogno di sapere come ti senti. Tu hai bisogno di sapere come ti senti."

"Non dirmi cosa devo fare!" Ancora una volta l'allontanò, strattonando via la mano da quella di lei così in fretta che sembrava quasi che stesse per colpirla. Ellione si ritrasse scioccata.

Squall si voltò, fissando il muro duramente... La sua voce suonava innaturale quando parlò di nuovo... aliena... "Così... lui sa, eh?"

"...S-sì..." balbettò Ellione.

(Che stai facendo?)

(Non puoi tenertelo dentro. È troppo.)

(Sì che posso. Non ho bisogno di nessuno.)

(Hai bisogno di Rinoa.)

(Non ho bisogno di uno stupido padre. Non ho bisogno di mia sorella. Ci tengo a lei, ma è parte del mio passato. Non ho bisogno di dirgli come mi sento.)

(Allora, che stai progettando di fare?)

(Di... ferirlo.)

(Di vendicarti di lui?)

(Esattamente.)

(Perché?)

(......)

"Parlerò con lui, va bene," disse Squall. Diede ad Ellione un'occhiata veloce, il viso privo di ogni emozione, e poi andò via.

*****
Nota della traduttrice/betareader: tutte le recensioni a questo capitolo sono raccolte nella nota finale al capitolo 1. Verranno tradotte tutte insieme a fatte avere a Tarlia non appena sarà terminata la pubblicazione di tutta la storia rivista (un capitolo a settimana). Grazie e alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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