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Autore: IsaMarie    31/01/2011    17 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 67 Buongiorno!
Come state! Io bene, e Sara si sta riprendendo, anche se è ancora un po' acciaccata!
Vi ringrazia tutte quante per gli auguri di pronta guarigione che le sono stati fatti e mi ha detto di ricordarvi che vi lovva tantissimo!
Tornando alla nostra famigliola felice, com avete potuto leggere nell'anteprima, in questo capitolo Bella ed Emmett litigheranno!
Ma cosa ci sarà sotto?! Cosa sarà successo per portare Bella ad insultare Emmett e lui a reagire in quel modo?
Bè, non vi resta che leggere!
Vi ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni  
e il nostro blog Le fan fiction di Manu e Sara

BUONA LETTURA da Manu e Sara!



CAPITOLO 67

Un bizzarro battibecco


Pov Bella


Era ormai sera e avevamo appena finito di vedere la finale delle World Series di baseball. Io, Rosalie e mio padre eravamo eccitatissimi, perché i nostri amati “Arizona Diamondbacks” avevano stracciato gli altezzosi e superbi  “New York Yankees”, per cui tifavano invece i newyorkesi più sfegatati della nazione, ossia Esme, Emmett ed Edward.
Avevamo trascorso un magnifico pomeriggio goliardico e divertente, attivi e impegnati nel torneo “maschi contro femmine”; e ovviamente… noi donne avevamo vinto alla stragrande!
Naturalmente i due fratelli Cullen, imbronciati e chiusi in un evidente atteggiamento di offesa dignità virile, non avevano accettato sportivamente la sconfitta, osando persino denigrare la nostra meritata vittoria! Quei due spocchiosi continuavano a sostenere che noi donne ci eravamo comportate in modo sleale e subdolo, perché avevamo utilizzato le nostre sottili arti seduttive con l’unico intento di distrarli infidamente dal gioco. Erano veramente offesi, e avevano entrambi manifestato il loro oltraggio in un malumore stizzito, mantenendo un cipiglio torvo che in verità risultava essere solo grottesco. Che bambinoni!
Rosalie, dal canto suo, continuava a canzonarli divertita, dimostrando loro come non fosse colpa del genere femminile di casa Swan se la natura maschile si lasciava distrarre un po’ troppo facilmente… e questo, per il semplice motivo che il sesso corredato dal cromosoma Y non era sempre in grado di usare il cervello per ragionare… ma solo un’altra parte del corpo, posta “a sud dell’equatore”!
Esme e papà, seduti abbracciati un po’ appartati sul divano, sghignazzavano per i nostri continui battibecchi scherzosi, e in casa regnavano un’allegria e una serenità incredibili, frutto dell’armonia e dell’affiatamento che si era creato tra noi tutti nel volgere di brevissimo tempo. Ogni tanto mi fermavo a riflettere su quanto fosse cambiata la vita di tutti noi in poche settimane… e mi augurai che la nostra felicità divenisse completa… Ah, se finalmente anche Alice e Jasper avessero chiarito tutto! Chissà come stavano andando le cose tra quei due testoni orgogliosi…
Finita la sfida alla Wii, verso le sette i  ragazzi e papà avevano poi preparato la cena e tutti gli stuzzichini/schifezze che avremmo dovuto mangiare durante la partita; nel frattempo noi donzelle ce n’eravamo rimaste stravaccate sul divano a goderci i commenti e le interviste del prepartita. Alla fin fine l’amorevole bontà di Esme aveva comunque prevalso, permettendo a tutti di smangiucchiare sul divano, nonostante le numerose pause tra un inning e l’altro.
Io, dopo aver sforzato i miei poveri muscoli nelle innumerevoli partite alla Wii, malauguratamente ero ancora più provata e dolorante del mattino. Così, in modo molto premuroso e attento, Esme mi aveva somministrato un leggero antidolorifico e dopo poco le fitte avevano iniziato a scemare, permettendo di godere  anche a me della partita dei mitici Diamonds. Avevo esultato per ogni punto che i nostri eroi erano riusciti a rifilare a quelle pappemolli, e avevo saltellato intorno al divano per deridere i nostri avversari, che si erano dimostrati per una volta delle schiappe mostruose! Ah, che soddisfazione umiliarli proprio in finale!
In questo momento, Edward ed Emmett stavano animatamente discutendo con mio padre per un arrivo a casa base giudicato salvo dall’arbitro, che invece secondo loro era out di due metri. Ahhh uomini!
Perché non riescono mai ad ammettere la sconfitta con signorile dignità? Possibile che se la loro squadra perde è sempre colpa degli altri che non sono stati onesti o corretti nel gioco?
Come se poi un punto avesse potuto cambiare le sorti della loro disastrosa partita! Avevamo vinto 14 a 8! Accidenti a loro, li avevamo surclassati!
Mi stavo innervosendo sempre di più, tanto che il vocione tonante di Emmett, mi procurava sempre più fastidio. Decisi di mettere fine alla discussione, altrimenti sarei impazzita dall’emicrania.
-E’ inutile che continuate a lamentarvi, debosciati! Era ora passata che gli Yankees le prendessero! Sono un branco di grassoni, boriosi, ipernutriti e iperpagati!- li provocai io, intromettendomi; -Avete perso, e ora non rompete più fino al prossimo anno! Sempre che riusciate ad arrivarci in finale!- continuai, rivolgendomi ormai solo ad Emmett, che aveva il volto sempre più adombrato e crucciato. No, no! Non era proprio capace a perdere!
Alle mie veementi parole, mio padre scoppiò in un’allegra e sonora risata. Edward, invece, era chiaramente combattuto: poverino, si vedeva lontano un miglio che aveva una voglia matta di replicare alla sottoscritta, ma non osava… probabilmente ritenendo di farmi arrabbiare ancora di più di quello che già sembravo… e aveva ragione! L’avevo anche avvertito che in quei giorni ero nervosetta, quindi era meglio se mi lasciava perdere. Emmett invece non si risparmiò.
-E basta! Gli Yankees non sono boriosi o iperpagati!! E non sono nemmeno grassi!- controbattè, ormai arrampicandosi sugli specchi. Inarcai un sopracciglio, chiaramente scettica per la sua replica non molto lucida; nel frattempo mio papà se la rideva ancora più forte.
-Ah, sì? Non mi credi? Dai, allora! Dimostrami che hai ragione… dimmene uno di ciccione…- mi sfidò Emmett. Ma mi prendeva pure per scema? Pensava davvero che non fossi in grado di tirargli fuori nemmeno un nome di quegli odiosi e spocchiosi giocatori da lui tanto idolatrati?!
-C.C. Sabatia per esempio… giusto per farne uno…- gli risposi con un mezzo sorriso mefistofelico, certa del mio esempio vincente. Sgranò leggermente gli occhi, mentre Edward ormai sorrideva... lui aveva capito che ero nettamente dalla parte della ragione!
-Che ballista, che sei, Bells! C.C. non è grasso! E’ solo… un po’ robusto e muscoloso!- dichiarò, convinto della sua ridicola affermazione. Mio padre ed Edward scoppiarono a ridere di colpo; io invece, anziché farmi prendere dall’ilarità come loro e terminare lì quella ridicola conversazione (che oltretutto mi stava rovinando una bella giornata), mi innervosii più di prima. Uffa!! Lo sapevo che non avrei dovuto lasciarmi trascinare in discussioni sportive!
-Emmett… ma sei scemo?! Cerca di usare quel cervellino che hai, per ragionare! Tu… sei robusto e muscoloso! Sabatia, è un ciccione peggio di Homer Simpson! Sotto tutto quello strato di grasso che si ritrova, non troverebbe un muscolo nemmeno se lo cercasse con la lente di ingrandimento! Comunque non mi interessa niente… sei un bambinone assurdo e ridicolo, non sai perdere e basta!- esclamai, ormai in preda ad una concitata irrequietezza, e lasciando tutti basiti. Mi voltai per andarmene, ma  mi ritrovai improvvisamente di fronte Emmett, che mi sbarrava la strada con la sua corporatura massiccia. Alzai gli occhi per guardarlo in viso e notai il suo sguardo infuriato… forse avevo esagerato con gli insulti, ma se voleva litigare, non mi sarei certo tirata indietro! Suscettibilità e irritazione continuavano ad aumentare a vista d’occhio e non mi sarei fatta di certo mettere i piedi in testa da lui. Aveva proprio sbagliato giornata per litigare con me!
-Ehi! Dove credi di andare?- mi urlò; -Tu non mi dai dello scemo e del ridicolo bambinone, hai capito?! Non me ne frega un cazzo se ti girano perché hai ciclo… io non sono Edward che puoi abbindolare come vuoi solo perché è innamorato perso di te!- sibilò a pochi centimetri dalla mia faccia.
-Ehi, ehi calma, voi due!- intervenne mio padre mettendosi tra noi, mentre Edward si posizionava davanti a suo fratello e cercava di calmarlo insieme a Rosalie.
-Non credere di spaventarmi, sai?! Io sono cresciuta con Jasper e Jacob, ho imparato a difendermi dai maschi orgogliosi come te!- gli urlai, ormai in preda alla collera più nera. Per quale motivo, poi? Avrei voluto piangere, scappare, urlare… mi sentivo… tesa, delusa, stizzita da me stessa… e colma di una sorta di strisciante inquietudine che mi serpeggiava nell’animo…
-Bella, ora basta!- mi rimproverò mio padre.
-Anche tu, Emmett! Finiscila!- intervenne Esme.
-Eh no! Troppo facile così! Dai su, Emmett! Forza… sputa tutto quello che hai da dirmi! Abbiamo passato uno stupendo pomeriggio e una bella serata… e l’unica cosa che è stata in grado di rovinarmi la giornata, sei stato tu, con i tuoi continui lamenti da bambino insoddisfatto per aver perso prima il torneo Wii e poi la finale di baseball! Possibile che conti di più vincere, piuttosto che divertirti insieme a noi?!- aggiunsi furiosa come non mi sentivo da tempo. Tutta la frustrazione trattenuta sapientemente a bada in tutti quei giorni di continui litigi e tensioni, ormai scorreva nelle mie vene come fiele… e mi sentivo di dover sputare fuori tutto quel veleno che mi corrodeva il cuore, se non volevo soffocare. Gli occhi iniziarono a pizzicarmi, come sempre quando ero arrabbiata: le emozioni negative e i miei occhi erano legati a doppio filo!
Edward mi si avvicinò immediatamente per cercare di calmarmi, ma lo scostai bruscamente… non avevo bisogno di un abbraccio, maledizione! In quel momento volevo solo sfogarmi… e poi mi dava fastidio pure lui, col suo atteggiamento sempre da signorino perfettino!
Anche Emmett scostò Rose e si riavvicinò; ma Edward si frappose immediatamente tra noi, forse pensando al peggio.
-E togliti Ed! Non la toccherei mai, nemmeno con un dito! E sinceramente mi offende che tu lo possa anche solo pensare!- lo rimproverò. Poi di scatto mi afferrò la  mano. -Ora signorina Swan, tu ed io, ce ne andiamo di là a fare un discorsetto privato! D’accordo, sorellina?- e senza darmi nemmeno il tempo di rispondere o di controbattere mi trascinò in cucina.
Mi sentivo in imbarazzo per l’improvvisa svolta della conversazione… ero sorpresa per i modi affabili di Emmett e la mia immensa voglia di litigare era scomparsa tanto repentinamente come era arrivata. Ma che diavolo mi era passato per la testa, poco prima? Litigare con Emmett?!
Nonostante i suoi continui scherzi, era un ragazzo dolcissimo e gli volevo un mondo di bene! Sentii il dovere di scusarmi immediatamente appena varcammo la soglia della cucina. Ma prima che potessi anche solo dire una parola, mi sentii afferrare per i fianchi; e senza capire in che modo, mi ritrovai seduta sulla penisola della cucina con Emmett che mi scrutava attento e serio.
-Scusami Emmett… non pensavo veramente quello che mi è uscito di bocca… non ti considero né scemo, né tantomeno ridicolo… perdonami…- mormorai sinceramente pentita dal mio infantile atteggiamento; poi  abbassai il viso in completo imbarazzo.
-Non ti ho trascinata qui per le scuse… anche io ho esagerato…- sussurrò, alzandomi il viso dolcemente. Ma allora… perché? Che voleva da me?   
-Tu ora mi dici che diavolo ti succede, ok? Non è da te scattare in quella maniera inviperita… cerchi sempre di pesare le parole e non penso che i miei lamenti bambineschi o i tuoi ormoni in ballo possano aver avuto tutto questo peso nella discussione di prima… cos’hai realmente, Bella? C’entra per caso… mio fratello?- affermò, sorprendendomi e non poco. Era tutto il pomeriggio che mi ronzavano in testa certe idee… e nonostante avessi cercato di non pensarci troppo e di divertirmi insieme agli altri, purtroppo non ero riuscita a impedire alla mia proverbiale insicurezza di prendere il sopravvento. Abbassai nuovamente il capo, a disagio. Possibile che Emmett avesse letto e compreso il mio disagio? Possibile che si fosse accorto che qualcosa non andava nel mio animo? Qualcosa di cui nemmeno io ero completamente conscia fino a quel momento?
-Ok… c’entra mio fratello… Cosa ti turba, sorellina?- mi chiese, con una voce dolcissima. Arrossii, solo al pensiero di parlare con lui di certi argomenti…
-Senti, Bella… capisco se non ne vuoi parlare… ma ci terrei che tu capissi che con me puoi aprirti… tu mi hai aiutato tanto con la mia Rose e vorrei in qualche modo ricambiare il favore! Edward è pur sempre mio fratello e tra di noi ci siamo sempre confidati, quindi… bè, ad esempio su questioni di sesso… potrei esserti in qualche modo di aiuto…- mi confidò, stupendomi sempre di più per la sua disponibilità e il suo intuito. Dovevo assolutamente prendere la palla al balzo e mettere da parte tutte le mie assurde paranoie: Emmett mi stava tendendo una mano, e io non avrei di certo rifiutato il suo aiuto!
-Bè… ecco… è che… vedi… oggi… mi sono resa conto che forse Edward… con me non è se stesso… che sì… insomma… mi dà la netta impressione che con me si trattenga… che non si lasci andare del tutto… e che quindi per questo non sia mai… pienamente soddisfatto… bé, perlomeno come lo era prima…- mormorai, mentre le mie gote stavano andando a fuoco. Mi aspettavo la risata tonante di Emmett o una sua battuta qualunque… invece silenzio. Alzai timorosa lo sguardo e lo vidi pensieroso… nessuna traccia di divertimento nei suoi occhi, solo affetto e comprensione. Allora avevo ragione! I miei timori erano tutti più che fondati…
-Anche secondo me si trattiene… rispetto ai suoi standard precedenti, intendo… ma non penso proprio che sia insoddisfatto, è solo… diverso…- tentò di spiegarmi. -Vedi… quando subentra l’amore, l’egoismo viene messo da parte e si pensa unicamente a rendere felice l’altra persona… anche in quei momenti…- continuò. Io lo fissavo sbalordita.
-Tu… cosa vorresti Bella? Vorresti che si lasciasse andare un po’ di più?- mi domandò con cautela, ma comunque già sicuro della mia risposta.
-Sì, Emm… vorrei che fosse completamente se stesso… non voglio che si debba controllare ogni volta… non sarebbe naturale… è solo che… che non so come fare… anche questa sua convinzione che la nostra prima volta debba essere perfetta, impeccabile… lui mi dice di aspettare, e che ha già organizzato tutto nei minimi particolari… ed io… io lo so di essere pronta, ma…- mi interruppe.
-Ma in realtà in questo modo lui ti sta trasmettendo molta più ansia, vero?- finì la frase al mio posto. Annuii. Perché negare l’evidenza? D’altronde era la pura e semplice verità!
-Io lo so che lo fa per me… e gliene sono grata, davvero… perché significa che mi ama moltissimo! Ma l’unica cosa che veramente vorrei da lui… bè, vorrei solo che tutto tra noi fosse il più naturale possibile… ma ho un’enorme paura di offenderlo, se gli confidassi questi miei timori…- confessai, rendendomi conto pian piano, di quanto fosse semplice e naturale confidarmi con Emmett.
-Ascoltami… adesso ti dico io, secondo il mio parere, cosa tu dovresti fare: tu lo devi fare impazzire completamente, Bella… devi cercare di eccitarlo all’inverosimile… non devi dargli tempo di capire cosa gli sta succedendo, e sinceramente, avendo osservato anche solo come Edward ti guarda, come ti venera, come lui sia terribilmente attratto da te… bé, sorellina… non dovrebbe essere difficile! Prova stasera stessa… lui non potrà annullare il suo piacere per il tuo… dovrà concentrarsi unicamente su se stesso…- mi spiegò con complicità fraterna, strizzandomi l’occhio. Ah, certo! Sarebbe stata una magnifica idea, ma non eravamo da soli in casa…
 -Ma… come, Emm? Esme… mio padre…- mormorai. Con tutti in casa ancora svegli e attenti, come avrei potuto riuscirci? Era quasi impossibile!
-Non ti preoccupare… con la scusa della nostra gran litigata, ora passi di là in salone, e senza dire niente a nessuno te ne vai di sopra… quanto scommettiamo che Ed ti fermerà immediatamente, chiedendoti spiegazioni? Bé, da lì in poi, tutto verrà da sé, vedrai…- mi propose; -…intanto ci occuperemo io e Rose di tuo padre, ok?- finì. Ma quanto era dolce quell’orsacchiotto?? Lo abbracciai di slancio, riempiendogli il viso di teneri bacetti.
-Grazie, grazie, grazie, fratellone. Ti voglio un mondo di bene, sai?- mormorai commossa.
-Anche io e tanto… e la sai una cosa?- mi chiese, sorridendo; -Mi hai fatto veramente paura prima!- esclamò, scoppiando a ridere e contagiando anche me. Gli tirai un pugno sul braccio, in modo scherzoso e affettuoso, e lui mi aiutò a scendere dalla penisola, ben sapendo quanto potessi essere goffa in certi miei movimenti!
Mi avviai in salone e quando entrai, lo sguardo di tutti si puntò sulla mia persona; senza proferire parola (e cercando di restare seria il più possibile) mi diressi verso le scale. Come aveva previsto Emmett, non appena appoggiai il piede sul primo scalino, mi sentii afferrare saldamente per un braccio. Non mi servì voltarmi per riuscire a comprendere di chi si trattasse… il suo inconfondibile e inebriante odore di uomo mi aveva avvolto completamente, mandandomi in tilt…
-Ehi, amore mio… aspetta…- mormorò con voce roca e suadente Edward, evidentemente sorpreso; -Te ne vai a letto senza dirmi niente?- mi chiese, leggermente intristito dal mio atteggiamento scontroso. Effettivamente, dal suo punto di vista (e probabilmente da quello di tutti quanti) almeno avrei dovuto scusarmi per il mio increscioso comportamento… Edward non c’entrava nulla con il vivace battibecco che avevo sostenuto con suo fratello… anzi, alla fine c’era andato di mezzo pure lui…
-Scusami tanto!- lo pregai con una lieve carezza sul suo viso d’angelo; -Ma tuo fratello oggi mi irrita particolarmente… o sono io che ho la soglia della sopportazione veramente bassa… è meglio che me ne vada, credimi…  ho già detto troppe cose che sicuramente non pensavo… ma non ti preoccupare: io e  Emm abbiamo già risolto- gli spiegai; -Anche se non ho per niente sonno, mi sdraierò e cercherò di rilassarmi con un po’ di musica…- continuai, sperando che capisse che non ce l’avevo con nessuno in particolare, e certamente non con lui.
Speravo che il piano che avevo elaborato con i consigli di Emmett, potesse andare a buon fine… e se adesso lui mi avesse seguito… avrei potuto tentare con l’ideuzza che già mi era venuta subito dopo pranzo, mentre io e lui eravamo avvinghiati sul divano… i consigli del mio fratellone orso mi avevano dato nuovo coraggio e determinazione…
-D’accordo, cucciola, grazie…- sussurrò comprensivo; -E sentiamo… posso farti compagnia finché non ti addormenti? Oppure rischio di incappare nelle tue ire funeste? Prima che tu mi risponda, ti ricordo che oggi avete vinto il torneo e che hai diritto ad avermi come tuo schiavo personale… potrei esserti utile, gattina- mi sussurrò all’orecchio, per non farsi sentire dagli altri a pochi metri da noi. Sorrisi, il pesce aveva abboccato! Emmett conosceva proprio bene suo fratello… Edward aveva reagito esattamente come lui aveva ipotizzato e ora toccava a me farlo sciogliere. Gli avrei riservato una sorpresina niente male, intrigante e stuzzicante…
-Mmm… mio schiavo… ti dirò… quest’idea mi solletica parecchio, tesoro… Ok, d’accordo! Vieni con me!- soffiai maliziosa al suo orecchio; intanto, con un brivido di compiacimento, notai il suo corpo irrigidirsi e fremere alle mie stimolanti parole.
-Noi andiamo di sopra, buonanotte a tutti! E scusatemi per prima… non volevo- salutai, dopo aver accettato l’invito di Edward e averlo pungolato a dovere.
-Ehm… sì! Buonanotte…- aggiunse lui con un tono di voce instabile, ancora sconvolto dalla mia provocazione. Bene… allora ero sulla buona strada!
-Ehi, ehi! Ragazzi..?- ci richiamò mio padre mentre gli altri ci auguravano la buonanotte. Ci fermammo a metà scala e ci voltammo verso di lui, attendendo gli scontati e prevedibili “ammonimenti” dello sceriffo Swan…
-Mi raccomando, signorini… ognuno dorme nella propria camera… non voglio sentire la classica scusa “Uhhh ci siamo addormentati… non l’abbiamo fatto apposta”- ci avvisò, imitando la vocina da bambino e facendo scoppiare a ridere tutti.
-Non ti preoccupare papino mio… faremo i bravi- lo rassicurai, sorridendogli in modo innocente. Tanto lo sapeva… io in quei giorni avevo un lieve contrattempo!
-Purtroppo…- mormorò Edward al mio orecchio, mentre salivamo. Ghignai tra me e me, non facendo trapelare nessuna emozione: non aveva idea di quanto si stesse sbagliando!
Già prima, sul divano, quando avevo scoperto con eccitazione (ma anche disappunto per la sua mancanza di naturalezza) quel lato impulsivo e selvaggio di Edward, avevo capito che avrei fatto di tutto per riuscire a farlo impazzire! Proprio come aveva detto Emmett, dovevo fargli perdere il suo quasi ferreo autocontrollo! E adesso… semplicemente pronunciando la parola “schiavo” mi aveva fatta eccitare all’inverosimile e sperai che la mia idea avrebbe stuzzicato parecchio anche lui… anzi… ero certa che avrebbe gradito! L’impedimento fisico, dopotutto, riguardava me, non lui…
Quando ci ritrovammo in corridoio, si fermò davanti alla  porta della sua stanza.
-Amore, vado un attimo a cambiarmi per la notte e faccio un salto in bagno per una doccia veloce; così se poi mi viene sonno, dalla tua stanza mi fiondo direttamente nel mio letto, ok?- mi spiegò. Wow! Meglio ancora, per quel che avevo in mente… i pantaloni della tuta si toglievano più facilmente dei jeans!
-Va bene, intanto anch’io mi preparo… ti aspetto in camera- gli risposi tranquillamente, e mi alzai in punta di piedi per lasciargli un casto bacio sulle labbra. Le sue mani arpionarono subito i miei fianchi, per prolungare e approfondire il nostro umido contatto. Dio, che labbra meravigliose! Così rosse, buone, succose, come una fragola matura…
-Mmm… amore potrebbe arrivare qualcuno… continuiamo dopo… bè, solo con dei baci…- lo avvisai, evitando di far trapelare la mia emozione.
-Uff! Ti ho già detto che odio il tuo ciclo?- si lamentò, pensando a come avremmo potuto concludere in modo più interessante la serata, nel caso non fossi stata mestruata. Un risolino mi scappò: con ciò che avevo in mente, per lui la serata sarebbe stata molto appagante!!
-Lo odierai ancora per poco, tesoro… quando inizieremo ad avere rapporti completi, scommetti che amerai ogni volta che si presenterà puntuale come un orologio svizzero?- lo canzonai, mentre aprivo la porta della mia camera.
-Mmm… diciamo di sì… almeno per qualche anno ancora…- affermò, per poi infilarsi in camera sua, lasciandomi sulla porta, basita. Oh caspita! Cosa voleva dire?!
Che lui… avrebbe desiderato subito…  dei bambini?! Oh, cielo! Avevo capito quanto i bimbi fossero importanti per una persona che non vedeva l’ora di intraprendere pediatria, ma non sapevo ne volesse così presto di suoi… Naa, assurdo!! L’aveva buttata lì solo come battuta… oppure no?!
Magari gli avrei chiesto qualche spiegazione… ma ora volevo concentrarmi unicamente su di lui! Operazione: far impazzire Super Cullen!!
Ridacchiai alla mia battuta, infilandomi velocemente nella stanza; afferrai un cambio per dormire e mi diressi nell’altro bagno, per lasciare il nostro a lui, e mi sciacquai per bene, infine tornai subito in camera.
Entrando, tirai un sospiro di sollievo: Edward non era ancora arrivato! Perfetto, avevo ancora un po’ di tempo per ultimare qualche dettaglio!
Accesi lo stereo, mettendo un po’ di musica in sottofondo, così avrebbe coperto eventuali rumori;  spensi le luci e andai verso la finestra per aprire le tende, di modo che la luce del lampione sulla strada entrasse e illuminasse la stanza in modo sufficiente per potersi muovere.
Il pensiero delle audaci parole che tra poco sarebbero uscite dalla mia bocca, mi fece arrossire; ma volevo giocare con lui, stuzzicarlo… con Edward tutto quello che di intimo facevamo mi piaceva da impazzire, ma ultimamente, forse per via della sua ferma intenzione di aspettare, lo vedevo troppo controllato…
Aveva sempre mille attenzioni per me e sembrava quasi che annullasse il suo piacere, solo per poter dedicarsi completamente al mio. Era poi sempre molto dolce e delicato, quasi avesse paura di rompermi o che mi potessi danneggiare se solo fosse stato un po’ più passionale. Ero certa che con le altre ragazze con cui si era intrattenuto in passato non fosse mai stato così attento, anche perché avevo visto il suo lato selvaggio, focoso e fuori controllo sul divano…
Certo, saperlo sempre premuroso e dolce da una parte mi faceva piacere e mi lusingava, rassicurandomi nel contempo sul profondo sentimento d’amore che nutriva per me; ma dall’altra mi sembrava quasi che con me non fosse mai pienamente se stesso, che magari non si sentisse abbastanza appagato, perché tra noi mancava quel pizzico di erotismo passionale che un rapporto dovrebbe sempre avere…
Bene: questa sarebbe stata la serata ideale… non poteva volgere le sue attenzioni a me, per cui, volente o nolente, si sarebbe concentrato esclusivamente sul suo godimento! Sì  avevo intenzione di farlo sciogliere… di provocarlo fino a fargli perdere la consapevolezza del suo nome, la concezione di tutto ciò che gli stava intorno…
Speravo solo di riuscirci… di essere in grado… e soprattutto di non farmi prendere dal disagio e dall’insicurezza che da sempre mi caratterizzavano…
Avevo apposta creato quella penombra: lui non avrebbe potuto guardarmi bene in viso, e quindi (anche se le guance mi sarebbero sicuramente andate a fuoco), non sarebbe riuscito a vedermi… e questo era senz’altro un punto a mio vantaggio!
Volevo assolutamente che Edward provasse piacere… tanto piacere… volevo mandarlo fuori di testa! Farlo impazzire, liberando il suo lato più impetuoso e selvaggio!
Mi diedi un’ultima occhiata allo specchio e sorrisi, soddisfatta della mia mise; poi mi appoggiai al davanzale della finestra, nella spasmodica attesa che la porta si aprisse…


ANTEPRIMA CAPITOLO 68

Il mio sguardo, ormai abituato alla penombra, si posò famelico su di lei; passai in rassegna la sua figura sensuale e mi infiammai ancora di più quando mi resi conto del modo in cui aderivano perfettamente al suo fisico mozzafiato quei micro pantaloncini e quel mini top che usava per dormire…
Cristo, dovevo toccarla! Subito!
Ma quando feci per afferrarle un fianco, lei mi diede uno schiaffo sul dorso della mano; il suo gesto sorprendente mi fece sobbalzare .
-No, no, mio schiavo. Non l’hai ancora capito? Tu non potrai fare nessun movimento senza che io te lo ordini espressamente… perciò… ringrazia che ti ho lasciato arrivare fin qua- mi rivelò, mentre notai una luce maliziosa e  divertita nei suoi occhi. Nel frattempo una strana sensazione, un misto d’inebriante attesa e di spasmodica impazienza si impossessò di me…
-Ora… spogliati, schiavo… ma fallo molto lentamente e… sensualmente… a tempo di musica…- mormorò, in modo seducente, impudico. Deglutii rumorosamente… avevo capito bene?!
Bella mi stava ordinando… di fare uno spogliarello per lei?! Oh mio dio!
Mi voleva forse far uscire fuori di testa?! E da dove proveniva tutta quell’audacia?


Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!

Il sorriso in una pagina
Mad about you
yara's mind
Nel mondo di Elisa e Yara
Les mots de Chloè
L'anima delle stelle
silviettafanfiction
A casa di Lisa
USADDICTED
L'angolo creativo

Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!


the dark side of the moon di barbara_f
Solo per un week-end di Isabella v (sara_g)
Rock my life  di Isabella v (sara_g)
Testa o Cuore? di Isabella v (sara_g)
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Un'altra opportunità  di eli777
Farfalle colorate di Stupid Lamb
A volte, il destino... ti sorprende di yara89
La principessa dei mari di  bellsmarie80
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Due anime legate ad un destino di loulou72
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