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Autore: _rainbow_    31/01/2011    26 recensioni
Edward Cullen è il tutore legale di Isabella Swan da quando lei aveva l'età di undici anni.
Il loro rapporto è sempre stato molto rigido e formale.
Ma adesso che gli studi di Isabella sono terminati, e lei sta per compiere la maggiore età, Edward si presenta con un programma del tutto inaspettato: una lunga vacanza in giro per il mondo, in barca a vela, solo loro due.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ciao!
Ecco il nuovo aggiornamento. La storia riprende proprio da dove si era interrotta nello scorso capitolo, con quella ultima frase di Edward che era rimasta in sospeso.
Colgo l’occasione per ringraziare tutte le lettrici che hanno inserito questa storia tra le preferite/ricordate/seguite, e quelle che sono state così carine da lasciarmi un commento. Spero che continuiate a farlo, e che magari si aggiungano anche nuove lettrici! Ricevere un commento, fa veramente molto, molto piacere.
Buona lettura.
Baci.
R.


PS: con le foto mi piace un pò giocare, cercando di inserirne alcune che abbiano a che fare con la situazione narrata nel capitolo.




 

 

 

- Perché, Isabella, avrei dovuto lasciare che tu soffrissi ancora davanti all’ennesimo rifiuto di Matt Davenport, sapendo benissimo che lui non avrebbe agito diversamente, dal momento che sono stato io stesso ad obbligarlo?
- Sei un bastardo senza cuore, Edward Cullen e non ho intenzione di restare un solo secondo di più in tua presenza.
La voce carica di una rabbia appena contenuta, Bella aveva iniziato a trafficare con la chiusura della cintura, incurante che l'aereo non avesse ancora terminato la fase finale di decollo.
- Alzarti adesso, Isabella, potrebbe rivelarsi una pessima idea.
Ma Bella non lo stava ascoltando, la mente totalmente assorbita da pensieri che comunque lo riguardavano.

"Bastardo, stronzo, arrogante. Matt... Matt non mi ha più rivolto la sua attenzione perchè lui si è messo in mezzo! Con che diritto ha potuto fare una cosa del genere? Bastardo! Bastardo!"
Con un ultimo strattone violento era finalmente riuscita a sganciare la fibbia, alzandosi in piedi come se fosse stata caricata a molla, pronta per andarsi a cercare un posto il più lontano possibile da lui. Ma prima di riuscirci, la mano di Edward si era chiusa intorno al suo polso.
- Lasciami!
Aveva cercato di liberarsi, ma la stretta non si era allentata. Non le stava facendo veramente male, semplicemente la stava trattenendo con una certa decisione.
In quel momento l'aereo si era inclinato sul fianco, probabilmente per iniziare una virata piuttosto stretta verso sinistra. L'equilibrio di Bella era stato già messo a dura prova dalla posizione ancora leggermente verticale dell'apparecchio, ed ora era del tutto svanito, facendola barcollare e poi crollare addosso ad Edward.
Il quale aveva avuto la prontezza di passarle un braccio intorno alla vita e di stringerla a se, per impedirle di precipitare oltre le sue gambe, e ritrovarsi spiaccicata a terra.
Questa volta era stato Edward a provare un certo turbamento, più che altro perchè quello stretto contatto con Bella lo aveva reso cosciente del tutto che lei non fosse davvero più una ragazzina.
Il suo corpo aveva reagito istintivamente alle morbide curve che si celavano sotto la leggera camicia che indossava la ragazza, al profumo delicato che emanava la sua pelle, alla morbidezza dei suoi capelli che gli solleticavano le mani.
La sola idea che Matt Davenport avesse progettato di approfittarsi dell'innocenza di Bella, per arrivare a colpire lui, lo aveva fatto infuriare di nuovo come era avvenuto quando lo aveva scoperto.
- Maledizione, ti ho detto di lasciarmi andare!
Bella era davvero troppo arrabbiata per soffermarsi a pensare che quella posizione era sicuramente molto più intima che un semplice sfiorarsi di mani, e aveva solo pensato a rimettersi in piedi per riuscire finalmente ad allontanarsi da quell'essere che riteneva il più abbietto al mondo.
Ma ancora una volta una stretta sul polso l'aveva trattenuta, e strattonandola leggermente, l'aveva anche obbligata a sedersi di nuovo.
Per tutta risposta, Bella lo aveva fissato con uno sguardo che avrebbe potuto uccidere tanto era furioso.
- Tu non sei il mio tutore, tu sei un vero e proprio carceriere! E se pensi che io accetti di essere trattata così da te...
- Isabella, ti prego, non essere melodrammatica. Voglio solo impedirti di romperti l'osso del collo!
- Forse se morissi, avrei qualche chance in più di essere felice! Non avrei più a che fare con uno stronzo arrogante che decide persino della mia vita sentimentale! Perchè tu, forse, non ti rendi nemmeno conto di quanto tu sia stato... sia stato...
Non era nemmeno riuscita a trovare le parole per andare avanti. Nel fissare quegli occhi verdi che la guardavano senza traccia del minimo senso di colpa, la sua rabbia era arrivata a toccare picchi pericolosissimi.
- Sei arrabbiata, lo capisco. Ma sappi che prendere determinate decisioni che ti riguardavano non è stato affatto semplice nemmeno per me!.

"Non ci posso credere! Sta cercando davvero di farmi credere che è dispiaciuto! Mi ha impedito di approfondire la conoscenza di un ragazzo che mi piaceva, e ha il coraggio di dirmi che è stato difficile per lui doverlo fare?"
- Avevo anche pensato di parlartene prima, di questo mio intervento riguardo quel ragazzo... ma poi ho creduto che se l'avessi saputo quando eri ancora al St. Marie, non ti avrebbe evitato comunque un certo dispiacere.
- Un certo dispiacere?
La voce di Bella era risuonata più alta di quanto lei stessa aveva voluto.
- Dispiacere, Edward? Io sono stata dannatamente male in tutti questi mesi! Non ho fatto altro che chiedermi cosa fosse successo, se avessi fatto o detto qualcosa di sbagliato che avesse indotto Matt a tirarsi indietro dopo che...
Lo sguardo di Edward si era improvvisamente incupito, e Bella aveva intuito che fosse legato a quello che stava per dire.
- ... mi aveva fatto chiaramente capire che era interessato a me!
- Quel ragazzo, Isabella, non era veramente interessato a te.
Le parole di Edward erano ricadute tra loro come fossero macigni.
Una sensazione di gelo l'aveva invasa, e si era ritrovata a stringere forte i braccioli della poltrona.
- Ma cosa... cosa stai dicendo?
Lo aveva visto compiere un gesto che l'aveva ulteriormente turbata: si era passato nervosamente una mano tra i capelli, esternando a sua volta un disagio che non prometteva nulla di buono.
- Edward, di cosa stai parlando? Come fai a dire una cosa del genere?
Lo aveva incalzato ancora, sempre più inquieta.
- Isabella, ci saranno molte cose di cui dovremo parlare. Tra cui come è stato il nostro rapporto sino ad ora... e come vorrei, invece, che fosse in futuro.
- Benissimo, sono anche disposta a parlarne. Ma adesso, è di Matt che voglio sapere, dannazione! Ho il diritto di sapere perchè ti sei messo di mezzo!
Il cuore le batteva furiosamente, adesso.
- Sono venuto a sapere che ti avrebbe usato come arma di ricatto nei miei confronti.
Le era mancato il respiro. Per un attimo davvero non era stata capace di immettere aria e le era parso di soffocare.
- E probabilmente, visto il tuo interesse crescente per lui, ci sarebbe anche riuscito.
Il respiro le era tornato, ed insieme a quello, mille domande che si accavallavano nella sua mente.
Una, però, premeva su tutte: come aveva saputo di lei e di Matt?
- Come sapevi del mio interesse per lui?
Forse, però, l'aveva già trovata la risposta dentro di lei, e non riusciva a crederci.
- Penso tu lo abbia già capito, vero? Ma non giudicare solo le apparenze. I motivi per cui l'ho fatto non sono solo quelli che credi tu.
- Chi è che ti faceva rapporto? Il preside Klee? Oppure la Sig.ra Hadler? Oppure la Prof.sa Ruf? O magari l'intero corpo docente! In fondo, rinchiusa lì dentro 24 ore su 24, chi non aveva la possibilità di sapere tutto di me!
- Il St. Marie non è mai stata una prigione per te, nè tantomeno un posto dove tutti erano impegnati a tenerti d'occhio. Era un posto dove ero sicuro che la persona posta sotto la mia tutela, avrebbe ricevuto tutta l'attenzione che meritava.
A quel punto Edward l'aveva guardata con un'espressione che non avrebbe potuto definire arrogante, o superiore, ma semplicemente diretta e sincera.
- Isabella, per quanto a te non sia mai interessato, io rimango Edward Cullen. Un nome di spicco nell'economia nazionale di un paese come gli Stati Uniti, un nome che ha sempre avuto il potere di attirare una grande attenzione su ogni aspetto della mia vita. Non volevo che questo potesse gravare sulla tua serenità. Per questo, e per altri motivi che se mi darai modo ti spiegherò, ho cercato di tenerti il più possibile in ombra. Questo ha comportato anche prendere decisioni che hanno limitato di fatto la tua libertà personale, e non per un mio capriccio, ma solo  per il tuo bene.
Più Edward le svelava la sua verità, più Bella faticava a capacitarsi di come non fosse mai arrivata ad accorgersi che lui aveva davvero controllato ogni aspetto della sua vita.
In quel momento, non riusciva a pensare ad altro se non a tutte le cose che le erano state negate. Non le interessava capire se lo avesse fatto davvero con le migliori intenzioni, contava solo che lo aveva fatto.
- Io vedo solo una verità, Edward: tu volevi solo che io non ti incasinassi la vita. I tuoi no ad ogni mia richiesta, erano solo la certezza che non sarei stata un altro "affare" a cui dover pensare. Più me ne stavo buona, meglio era per te.
Tutto era iniziato con la storia di Matt, ma ora aveva assunto la grandezza di tutti i suoi anni vissuti sotto la tutela di Edward. Si parlava della sua vita, di anni a domandarsi perchè lui non avesse mai mostrato un minimo di indulgenza verso le sue richieste. Perchè fosse sempre stato così rigido nei suoi confronti.
- Se pensi questo, Isabella, sei totalmente fuori strada. Lascia che ti racconti di Matt, e poi potrai giudicare veramente se non ho pensato prima a te, che non ai miei interessi personali.
Non avrebbe voluto ascoltare, ma sapeva che Edward non le avrebbe permesso di fare diversamente: appariva deciso ad andare sino in fondo.
- Lo scorso autunno, Richard Davenport, ossia lo zio di Matt, è stato estromesso da una società di cui ne sono tuttora un azionista anch'io. Avevo raccolto prove sufficienti sul fatto che stesse derubando la società, così l'ho denunciato agli altri soci. Non volevano essere coinvolti però in uno scandalo, così gli hanno proposto un accordo: nessuna denuncia alle autorità in cambio della restituzione di tutto il denaro e delle sue dimissioni immediate. Evidentemente mi deve aver giurato vendetta, perchè neanche un mese dopo, sono venuto a conoscenza del fatto che suo nipote si stava improvvisamente interessando a te, dopo che per cinque anni ti aveva completamente ignorato.
Bella aveva iniziato a percepire un nodo in fondo alla gola. Si erano affacciati i ricordi di come Matt avesse iniziato a lanciarle sguardi sempre più interessati. E di come lei ne fosse rimasta colpita. Matt non era mai stato nei suoi pensieri, ma poi si era rivelato un ragazzo simpatico, dolce e pieno di attenzioni per lei.
- Ho avuto subito la sensazione che non potesse essere casuale. Forse, sia Matt che suo zio, pensavano che io ti avessi davvero "parcheggiata" lì al St. Marie per averti fuori dai piedi. Il fatto che non venissi spesso a trovarti, avrà rafforzato probabilmente questa loro impressione.
Il nodo in gola stava diventando sempre più difficile da tenere giù. Sembrava deciso a risalirle la gola, per trasformarsi in lacrime amare.
Ricordava esattamente di aver trascorso più di un pomeriggio in compagnia di Matt e di suo zio, durante il tempo libero dei weekend che trascorreva comunque all'interno del St. Marie. Era un signore dai modi affabili, con cui chiacchierare era stato piacevole.
- Ho lasciato che continuassero a crederlo, mentre invece avevo espressamente parlato con il Preside Klee di questo legame che si era venuto a creare tra te e quel ragazzo. Chiedendogli rassicurazioni sul fatto che non andasse ad incidere sui tuoi studi o sulla tua serenità. E' bastato quel velato riferimento ai tuoi studi, perchè prendesse a cuore la situazione.
Ogni tanto Kelly l'aveva presa in giro, dicendole che probabilmente Klee doveva essere un guardone o qualcosa del genere, dato che l'aveva beccato un paio di volte intento ad osservare quello che stavano facendo lei e Matt.
- E, in effetti, alla fine ha scoperto cosa aveva in mente di fare Matt, con la complicità di un altro suo compagno: voleva ottenere delle fotografie compromettenti di te e lui... in atteggiamenti intimi inequivocabili. Per usarle contro di me, come arma di ricatto in favore di suo zio.
A quel punto Bella aveva dovuto chiudere gli occhi, per impedirsi di piangere. Si sentiva tradita da tutti: Matt, Edward, il Preside Klee. Tutti avevano saputo cosa stava succedendo, tranne lei, la diretta interessata.
- E se tu credi che io abbia pensato che poteva essere solo un "affare fastidioso" di cui dovermi occupare, non puoi essere più lontana dalla verità.
La voce di Edward aveva assunto una sfumatura dura e al tempo stesso rabbiosa.
- Perchè  la mia prima reazione è stata quella di volerti portare via immediatamente dal St. Marie per non farti soffrire. Ero già in viaggio per farlo, quando ho riflettuto con più calma sul fatto che avrei dovuto fornirti una giustificazione plausibile per questa mia improvvisa decisione di trasferirti proprio il tuo ultimo anno. Ma non volevo parlarti di Matt, di quello che aveva in mente di fare, perchè non mi avresti creduto vista la poco fiducia che hai sempre riposto in me. Forse avresti pensato che era il mio ennesimo dispetto nei tuoi confronti, un altro modo per privarti di qualcosa che desideravi.
Bella, ovviamente, non poteva sapere quanto davvero fosse stato difficile per Edward affrontare quella situazione. Come aveva sofferto pensando che per l'ennesima volta sarebbe stato costretto a fare qualcosa che lei avrebbe giudicato meschino, proprio come stava facendo ora che ne stavano parlando.
- Così, sono venuto lo stesso al St. Marie, ma per avere un colloquio riservato con il Preside Klee ed informarlo su come avevo intenzione di procedere con Matt Davenport.
Quando Edward si era trovato in presenza di Matt, e della sua aria strafottente, pronto a negare ogni accusa, aveva dovuto usare tutto il suo ferreo autocontrollo per non prenderlo a pugni.
La fortuna di quel ragazzo era stata che il Preside lo aveva invitato a riflettere sul fatto che se Edward avesse chiesto la sua espulsione, lui stesso avrebbe appoggiato la cosa. Era certo anche lui della sua colpevolezza, non avrebbe avuto alcuna esitazione ad informare il Consiglio d'Istituto al riguardo. A quel punto, Matt aveva perso parte della sua sicurezza. Il colpo di grazia era stato ritrovarsi Edward Cullen come vicino di viaggio in aereo il giorno dopo, mentre stava tornando a casa per trascorrere le vacanze natalizie. Aveva avuto poche cose da dirgli Edward, ma erano state molto efficaci.
- Hai parlato con lui mentre era a casa per Natale... ecco perchè non mi ha quasi più rivolto nemmeno uno sguardo!
La voce di Bella era risultata roca nello sforzo di mantenerla ferma. Ma non sarebbe comunque riuscita a mascherare il suo stato d'animo, dal momento che Edward era chiaramente cosciente di come dovesse sentirsi ferita in quel momento.
Le aveva afferrato il mento, infatti, per obbligarla a guardarlo negli occhi. Due pozze verdi che risplendevano come gemme nell'incarnato pallido.
- Sì, è vero. E lo rifarei altre mille volte, Isabella. Quel ragazzo non avrebbe meritato nessuna pietà da parte mia, nemmeno quel bastardo di suo zio! Ma c'eri tu di mezzo, e per nessun motivo al mondo avrei voluto che tu soffrissi una pena maggiore per colpa mia! Ho preferito correre il rischio di essere odiato in eterno da te, per aver agito alle tue spalle, piuttosto che correre il rischio di gettarti ancora di più tra le braccia di Matt Davenport parlandoti sinceramente.
Bella avrebbe voluto distogliere lo sguardo, perchè era certa che i suoi occhi fossero lo specchio di tutto quelle emozioni contrastanti che stava provando.
E' vero, odiava Edward in quel momento. Perchè per colpa sua, ora le sembrava di essere stata una stupida per non aver capito che tipo di ragazzo fosse stato Matt, e ancora più stupida per aver anche sofferto a causa sua.
E poi lo odiava perchè aveva avuto ragione di pensare che se gliene avesse parlato prima, lei forse avrebbe potuto pensare davvero che era tutta una sua invenzione per impedirle di avere una storia con Matt. Un'altra maniera di esercitare quel controllo sulla sua vita  che lei negli ultimi tempi aveva contrastato in ogni occasione.
- Hai tutte le ragioni per odiarmi Isabella.  Ti ho negato molte cose, tra cui una mia presenza più affettuosa. Sono stato duro con te, in questi anni, lo so.
Bella si sentiva sprofondare in quegli occhi verdi che improvvisamente erano trasparenti come non lo erano mai stati: anche Edward le stava mostrando di provare emozioni contrastanti. Cosa che non gli aveva mai visto fare in sua presenza, dato che era sempre stato freddo e distaccato durante i loro incontri.
- Ma avevo delle ragioni che mi hanno spinto a farlo.
Le dita di Edward erano ancora posate delicatamente sotto il suo mento, nel gesto di tenerle il viso sollevato verso il suo. Bella avrebbe potuto liberarsi facilmente, eppure non ne aveva la forza.
Forse perchè voleva credere alla sincerità che vedeva in quegli occhi verdi, o che sentiva nella sua voce.
- Ragioni di cui adesso me ne pento. Perchè avrei potuto essere diverso, ma non ne ho avuto il coraggio.
- Che cosa vuoi Edward? Essere perdonato per questa storia di Matt? E' per questo che mi stai facendo tutto questo discorso dopo che... dopo che per anni te ne sei fregato di quello che potevo provare io per il tuo atteggiamento?
A quel punto, Edward aveva compiuto un gesto che l'aveva totalmente spiazzata.
Le sue dita, da sotto il mento erano scivolate dietro la nuca, tra i suoi capelli. Si era ritrovata con la fronte appoggiata a quella di Edward, i nasi che si sfioravano, occhi negli occhi, in uno scambio che non era mai stato così intenso.
- Non voglio il tuo perdono, Isabella.
L'alito caldo di Edward le aveva sfiorato le labbra, mentre le sue parole scivolavano lentamente dentro di lei.
- Vorrei solo che mi concedessi la possibilità di dimostrarti quell'affetto che ho sempre provato per te, e che mi sono tenuto dentro per tutti questi anni.
Nessuno dei due aveva pensato di voler baciare l'altro. Nessuno dei due era ancora pienamente consapevole che quell'affetto di cui erano entrambi alla disperata ricerca potesse diventare amore tra di loro.
Erano solo consapevoli che mai avevano raggiunto quel grado di sincerità tra di loro.
- Mi sono preso un mese di vacanza. Un mese in cui non sarò Edward Cullen, il magnate americano sempre alle prese con i suoi affari, ma Edward e basta.
Nella mente di Bella si era immediatamente affacciato il ricordo di un giorno lontano. Un giorno in cui era stata incredibilmente felice in compagnia di Edward, quando lei aveva solo quattordici anni.

Il sole, il vento, il mare, una barca a vela. Edward che mentre issava la vela, sorridendo le diceva "quando sono in mare aperto sai qual'è la cosa più bella? Che non esistono il mio cognome, i miei doveri, i miei affari. Posso essere solo Edward. Edward e basta".
Una giornata che aveva lasciato solo un bellissimo ricordo, perchè poi non ce ne erano mai più state. "Edward e basta" non aveva più preso il posto di Edward Cullen.
Questo sino ad ora. Perchè adesso le stava dicendo che c'era ancora un'altra verità di lui che lei non conosceva affatto.
- La mia barca a vela è già ormeggiata alle Isole Cayman, pronta a portarmi in qualsiasi posto vorrò andare. Vieni con me, Isabella. Un mese, solo io e te. Potremo parlare come non siamo riusciti mai a fare.... del nostro passato, del nostro presente, del nostro futuro.
A quel punto Bella non aveva più potuto trattenere le lacrime che, anzi, avevano preso a scorrere copiose sulle sue guance.
- Lo so che non avresti nessun motivo per dovermi dare una seconda possibilità, e so anche che non sarà facile sistemare le cose tra di noi.
La mano posata sulla sua nuca, aveva stretto ancora con più forza, quasi potesse attirarla ancora più vicino a lui di quanto già non fosse.
- Ma ti prego, Isabella, dimmi di sì. Ti voglio bene, e non posso pensare di perderti senza che tu sappia davvero quello che sei per me.
Il cuore di Edward non aveva smesso di battere furiosamente nemmeno un secondo da quando aveva deciso di essere del tutto sincero con lei, confessandole apertamente quale fosse la speranza che nutriva dentro di lui.

Poterle dimostrare quell'affetto che aveva sempre provato, ma che aveva negato persino con se stesso, per la paura di scoprirsi incapace di riuscirci
Quando Bella si era gettata tra le sue braccia, singhiozzando violentemente, e sussurrandogli quel sì tanto desiderato, per la prima volta, dopo tanti anni, Edward aveva sentito di nuovo ardere dentro di se quel fuoco caldo e vivo che credeva spento per sempre.

  
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