Ciao!
Ecco il nuovo aggiornamento. La storia riprende proprio da dove si era
interrotta nello scorso capitolo, con quella ultima frase di Edward che
era
rimasta in sospeso.
Colgo l’occasione per ringraziare tutte le lettrici che hanno
inserito
questa storia tra le preferite/ricordate/seguite, e quelle che sono
state così
carine da lasciarmi un commento. Spero che continuiate a farlo, e che
magari si
aggiungano anche nuove lettrici! Ricevere un commento, fa veramente
molto,
molto piacere.
Buona lettura.
Baci.
R.
PS: con le foto mi piace un pò giocare, cercando di inserirne alcune che abbiano a che fare con la situazione narrata nel capitolo.
-
Perché,
Isabella, avrei dovuto lasciare che tu soffrissi ancora davanti
all’ennesimo
rifiuto di Matt Davenport, sapendo benissimo che lui non avrebbe agito
diversamente, dal momento che sono stato io stesso ad obbligarlo?
- Sei un bastardo
senza cuore, Edward Cullen e non ho intenzione di restare un solo
secondo di
più in tua presenza.
La voce carica di una
rabbia appena contenuta, Bella aveva iniziato a trafficare con la
chiusura
della cintura, incurante che l'aereo non avesse ancora terminato la
fase finale
di decollo.
- Alzarti adesso,
Isabella, potrebbe rivelarsi una pessima idea.
Ma Bella non lo stava
ascoltando, la mente totalmente assorbita da pensieri che comunque lo
riguardavano.
"Bastardo,
stronzo, arrogante. Matt... Matt non mi ha più rivolto la
sua attenzione perchè
lui si è messo in mezzo! Con che diritto ha potuto fare una
cosa del genere?
Bastardo! Bastardo!"
Con un ultimo
strattone violento era finalmente riuscita a sganciare la fibbia,
alzandosi in
piedi come se fosse stata caricata a molla, pronta per andarsi a
cercare un
posto il più lontano possibile da lui. Ma prima di
riuscirci, la mano di Edward
si era chiusa intorno al suo polso.
- Lasciami!
Aveva cercato di
liberarsi, ma la stretta non si era allentata. Non le stava facendo
veramente
male, semplicemente la stava trattenendo con una certa decisione.
In quel momento
l'aereo si era inclinato sul fianco, probabilmente per iniziare una
virata
piuttosto stretta verso sinistra. L'equilibrio di Bella era stato
già messo a
dura prova dalla posizione ancora leggermente verticale
dell'apparecchio, ed
ora era del tutto svanito, facendola barcollare e poi crollare addosso
ad
Edward.
Il quale aveva avuto
la prontezza di passarle un braccio intorno alla vita e di stringerla a
se, per
impedirle di precipitare oltre le sue gambe, e ritrovarsi spiaccicata a
terra.
Questa volta era
stato Edward a provare un certo turbamento, più che altro
perchè quello stretto
contatto con Bella lo aveva reso cosciente del tutto che lei non fosse
davvero
più una ragazzina.
Il suo corpo aveva
reagito istintivamente alle morbide curve che si celavano sotto la
leggera
camicia che indossava la ragazza, al profumo delicato che emanava la
sua pelle,
alla morbidezza dei suoi capelli che gli solleticavano le mani.
La sola idea che Matt
Davenport avesse progettato di approfittarsi dell'innocenza di Bella,
per
arrivare a colpire lui, lo aveva fatto infuriare di nuovo come era
avvenuto
quando lo aveva scoperto.
- Maledizione, ti ho
detto di lasciarmi andare!
Bella era davvero
troppo arrabbiata per soffermarsi a pensare che quella posizione era
sicuramente molto più intima che un semplice sfiorarsi di
mani, e aveva solo
pensato a rimettersi in piedi per riuscire finalmente ad allontanarsi
da
quell'essere che riteneva il più abbietto al mondo.
Ma ancora una volta
una stretta sul polso l'aveva trattenuta, e strattonandola leggermente,
l'aveva
anche obbligata a sedersi di nuovo.
Per tutta risposta,
Bella lo aveva fissato con uno sguardo che avrebbe potuto uccidere
tanto era
furioso.
- Tu non sei il mio
tutore, tu sei un vero e proprio carceriere! E se pensi che io accetti
di
essere trattata così da te...
- Isabella, ti prego,
non essere melodrammatica. Voglio solo impedirti di romperti l'osso del
collo!
- Forse se morissi,
avrei qualche chance in più di essere felice! Non avrei
più a che fare con uno
stronzo arrogante che decide persino della mia vita sentimentale!
Perchè tu,
forse, non ti rendi nemmeno conto di quanto tu sia stato... sia stato...
Non era nemmeno
riuscita a trovare le parole per andare avanti. Nel fissare quegli
occhi verdi
che la guardavano senza traccia del minimo senso di colpa, la sua
rabbia era
arrivata a toccare picchi pericolosissimi.
- Sei arrabbiata, lo
capisco. Ma sappi che prendere determinate decisioni che ti
riguardavano non è
stato affatto semplice nemmeno per me!.
"Non ci posso
credere! Sta cercando davvero di farmi credere che è
dispiaciuto! Mi ha
impedito di approfondire la conoscenza di un ragazzo che mi piaceva, e
ha il
coraggio di dirmi che è stato difficile per lui doverlo
fare?"
- Avevo anche pensato
di parlartene prima, di questo mio intervento
riguardo quel ragazzo...
ma poi ho creduto che se l'avessi saputo quando eri ancora al St.
Marie, non ti
avrebbe evitato comunque un certo dispiacere.
- Un certo
dispiacere?
La voce di Bella era
risuonata più alta di quanto lei stessa aveva voluto.
- Dispiacere, Edward?
Io sono stata dannatamente male in tutti questi mesi! Non ho fatto
altro che
chiedermi cosa fosse successo, se avessi fatto o detto qualcosa di
sbagliato
che avesse indotto Matt a tirarsi indietro dopo che...
Lo sguardo di Edward
si era improvvisamente incupito, e Bella aveva intuito che fosse legato
a
quello che stava per dire.
- ... mi aveva fatto
chiaramente capire che era interessato a me!
- Quel ragazzo,
Isabella, non era veramente interessato a te.
Le parole di Edward
erano ricadute tra loro come fossero macigni.
Una sensazione di
gelo l'aveva invasa, e si era ritrovata a stringere forte i braccioli
della
poltrona.
- Ma cosa... cosa
stai dicendo?
Lo aveva visto
compiere un gesto che l'aveva ulteriormente turbata: si era passato
nervosamente
una mano tra i capelli, esternando a sua volta un disagio che non
prometteva
nulla di buono.
- Edward, di cosa
stai parlando? Come fai a dire una cosa del genere?
Lo aveva incalzato
ancora, sempre più inquieta.
- Isabella, ci
saranno molte cose di cui dovremo parlare. Tra cui come è
stato il nostro
rapporto sino ad ora... e come vorrei, invece, che fosse in futuro.
- Benissimo, sono
anche disposta a parlarne. Ma adesso, è di Matt che voglio
sapere, dannazione!
Ho il diritto di sapere perchè ti sei messo di mezzo!
Il cuore le batteva
furiosamente, adesso.
- Sono venuto a
sapere che ti avrebbe usato come arma di ricatto nei miei confronti.
Le era mancato il
respiro. Per un attimo davvero non era stata capace di immettere aria e
le era
parso di soffocare.
- E probabilmente,
visto il tuo interesse crescente per lui, ci sarebbe anche riuscito.
Il respiro le era
tornato, ed insieme a quello, mille domande che si accavallavano nella
sua
mente.
Una, però, premeva su
tutte: come aveva saputo di lei e di Matt?
- Come sapevi del mio
interesse per lui?
Forse, però, l'aveva
già trovata la risposta dentro di lei, e non riusciva a
crederci.
- Penso tu lo abbia
già capito, vero? Ma non giudicare solo le apparenze. I
motivi per cui l'ho
fatto non sono solo quelli che credi tu.
- Chi è che ti faceva
rapporto? Il preside Klee? Oppure
- Il St. Marie non è
mai stata una prigione per te, nè tantomeno un posto dove
tutti erano impegnati
a tenerti d'occhio. Era un posto dove ero sicuro che la persona posta
sotto la
mia tutela, avrebbe ricevuto tutta l'attenzione che meritava.
A quel punto Edward
l'aveva guardata con un'espressione che non avrebbe potuto definire
arrogante,
o superiore, ma semplicemente diretta e sincera.
- Isabella, per
quanto a te non sia mai interessato, io rimango Edward Cullen. Un nome
di
spicco nell'economia nazionale di un paese come gli Stati Uniti, un
nome che ha
sempre avuto il potere di attirare una grande attenzione su ogni
aspetto della
mia vita. Non volevo che questo potesse gravare sulla tua
serenità. Per questo,
e per altri motivi che se mi darai modo ti spiegherò, ho
cercato di tenerti il
più possibile in ombra. Questo ha comportato anche prendere
decisioni che hanno
limitato di fatto la tua libertà personale, e non per un mio
capriccio, ma
solo per il tuo
bene.
Più Edward le svelava
la sua verità, più Bella faticava a capacitarsi
di come non fosse mai arrivata
ad accorgersi che lui aveva davvero controllato ogni aspetto della sua
vita.
In quel momento, non
riusciva a pensare ad altro se non a tutte le cose che le erano state
negate.
Non le interessava capire se lo avesse fatto davvero con le migliori
intenzioni, contava solo che lo aveva fatto.
- Io vedo solo una
verità, Edward: tu volevi solo che io non ti incasinassi la
vita. I tuoi no ad
ogni mia richiesta, erano solo la certezza che non sarei stata un altro
"affare" a cui dover pensare. Più me ne stavo buona, meglio
era per
te.
Tutto era iniziato
con la storia di Matt, ma ora aveva assunto la grandezza di tutti i
suoi anni
vissuti sotto la tutela di Edward. Si parlava della sua vita, di anni a
domandarsi perchè lui non avesse mai mostrato un minimo di
indulgenza verso le
sue richieste. Perchè fosse sempre stato così
rigido nei suoi confronti.
- Se pensi questo,
Isabella, sei totalmente fuori strada. Lascia che ti racconti di Matt,
e poi
potrai giudicare veramente se non ho pensato prima a te, che non ai
miei
interessi personali.
Non avrebbe voluto
ascoltare, ma sapeva che Edward non le avrebbe permesso di fare
diversamente:
appariva deciso ad andare sino in fondo.
- Lo scorso autunno,
Richard Davenport, ossia lo zio di Matt, è stato estromesso
da una società di
cui ne sono tuttora un azionista anch'io. Avevo raccolto prove
sufficienti sul
fatto che stesse derubando la società, così l'ho
denunciato agli altri soci.
Non volevano essere coinvolti però in uno scandalo,
così gli hanno proposto un
accordo: nessuna denuncia alle autorità in cambio della
restituzione di tutto
il denaro e delle sue dimissioni immediate. Evidentemente mi deve aver
giurato
vendetta, perchè neanche un mese dopo, sono venuto a
conoscenza del fatto che
suo nipote si stava improvvisamente interessando a te, dopo che per
cinque anni
ti aveva completamente ignorato.
Bella aveva iniziato
a percepire un nodo in fondo alla gola. Si erano affacciati i ricordi
di come
Matt avesse iniziato a lanciarle sguardi sempre più
interessati. E di come lei
ne fosse rimasta colpita. Matt non era mai stato nei suoi pensieri, ma
poi si
era rivelato un ragazzo simpatico, dolce e pieno di attenzioni per lei.
- Ho avuto subito la
sensazione che non potesse essere casuale. Forse, sia Matt che suo zio,
pensavano che io ti avessi davvero "parcheggiata" lì al St.
Marie per
averti fuori dai piedi. Il fatto che non venissi spesso a trovarti,
avrà
rafforzato probabilmente questa loro impressione.
Il nodo in gola stava
diventando sempre più difficile da tenere giù.
Sembrava deciso a risalirle la
gola, per trasformarsi in lacrime amare.
Ricordava esattamente
di aver trascorso più di un pomeriggio in compagnia di Matt
e di suo zio,
durante il tempo libero dei weekend che trascorreva comunque
all'interno del
St. Marie. Era un signore dai modi affabili, con cui chiacchierare era
stato
piacevole.
- Ho lasciato che
continuassero a crederlo, mentre invece avevo espressamente parlato con
il
Preside Klee di questo legame che si era venuto a creare tra te e quel
ragazzo.
Chiedendogli rassicurazioni sul fatto che non andasse ad incidere sui
tuoi
studi o sulla tua serenità. E' bastato quel velato
riferimento ai tuoi studi,
perchè prendesse a cuore la situazione.
Ogni tanto Kelly
l'aveva presa in giro, dicendole che probabilmente Klee doveva essere
un
guardone o qualcosa del genere, dato che l'aveva beccato un paio di
volte
intento ad osservare quello che stavano facendo lei e Matt.
- E, in effetti, alla
fine ha scoperto cosa aveva in mente di fare Matt, con la
complicità di un
altro suo compagno: voleva ottenere delle fotografie compromettenti di
te e
lui... in atteggiamenti intimi inequivocabili. Per usarle contro di me,
come
arma di ricatto in favore di suo zio.
A quel punto Bella
aveva dovuto chiudere gli occhi, per impedirsi di piangere. Si sentiva
tradita
da tutti: Matt, Edward, il Preside Klee. Tutti avevano saputo cosa
stava
succedendo, tranne lei, la diretta interessata.
- E se tu credi che
io abbia pensato che poteva essere solo un "affare fastidioso" di cui
dovermi occupare, non puoi essere più lontana dalla
verità.
La voce di Edward
aveva assunto una sfumatura dura e al tempo stesso rabbiosa.
- Perchè la
mia prima reazione è stata quella di
volerti portare via immediatamente dal St. Marie per non farti
soffrire. Ero
già in viaggio per farlo, quando ho riflettuto con
più calma sul fatto che
avrei dovuto fornirti una giustificazione plausibile per questa mia
improvvisa
decisione di trasferirti proprio il tuo ultimo anno. Ma non volevo
parlarti di
Matt, di quello che aveva in mente di fare, perchè non mi
avresti creduto vista
la poco fiducia che hai sempre riposto in me. Forse avresti pensato che
era il
mio ennesimo dispetto nei tuoi confronti, un altro modo per privarti di
qualcosa che desideravi.
Bella, ovviamente,
non poteva sapere quanto davvero fosse stato difficile per Edward
affrontare
quella situazione. Come aveva sofferto pensando che per l'ennesima
volta
sarebbe stato costretto a fare qualcosa che lei avrebbe giudicato
meschino, proprio
come stava facendo ora che ne stavano parlando.
- Così, sono venuto
lo stesso al St. Marie, ma per avere un colloquio riservato con il
Preside Klee
ed informarlo su come avevo intenzione di procedere con Matt Davenport.
Quando Edward si era
trovato in presenza di Matt, e della sua aria strafottente, pronto a
negare
ogni accusa, aveva dovuto usare tutto il suo ferreo autocontrollo per
non
prenderlo a pugni.
La fortuna di quel
ragazzo era stata che il Preside lo aveva invitato a riflettere sul
fatto che
se Edward avesse chiesto la sua espulsione, lui stesso avrebbe
appoggiato la
cosa. Era certo anche lui della sua colpevolezza, non avrebbe avuto
alcuna
esitazione ad informare il Consiglio d'Istituto al riguardo. A quel
punto, Matt
aveva perso parte della sua sicurezza. Il colpo di grazia era stato
ritrovarsi
Edward Cullen come vicino di viaggio in aereo il giorno dopo, mentre
stava
tornando a casa per trascorrere le vacanze natalizie. Aveva avuto poche
cose da
dirgli Edward, ma erano state molto efficaci.
- Hai parlato con lui
mentre era a casa per Natale... ecco perchè non mi ha quasi
più rivolto nemmeno
uno sguardo!
La voce di Bella era
risultata roca nello sforzo di mantenerla ferma. Ma non sarebbe
comunque
riuscita a mascherare il suo stato d'animo, dal momento che Edward era
chiaramente cosciente di come dovesse sentirsi ferita in quel momento.
Le aveva afferrato il
mento, infatti, per obbligarla a guardarlo negli occhi. Due pozze verdi
che
risplendevano come gemme nell'incarnato pallido.
- Sì, è vero. E lo
rifarei altre mille volte, Isabella. Quel ragazzo non avrebbe meritato
nessuna
pietà da parte mia, nemmeno quel bastardo di suo zio! Ma
c'eri tu di mezzo, e
per nessun motivo al mondo avrei voluto che tu soffrissi una pena
maggiore per
colpa mia! Ho preferito correre il rischio di essere odiato in eterno
da te,
per aver agito alle tue spalle, piuttosto che correre il rischio di
gettarti
ancora di più tra le braccia di Matt Davenport parlandoti
sinceramente.
Bella avrebbe voluto
distogliere lo sguardo, perchè era certa che i suoi occhi
fossero lo specchio
di tutto quelle emozioni contrastanti che stava provando.
E' vero, odiava
Edward in quel momento. Perchè per colpa sua, ora le
sembrava di essere stata
una stupida per non aver capito che tipo di ragazzo fosse stato Matt, e
ancora
più stupida per aver anche sofferto a causa sua.
E poi lo odiava
perchè aveva avuto ragione di pensare che se gliene avesse
parlato prima, lei
forse avrebbe potuto pensare davvero che era tutta una sua invenzione
per
impedirle di avere una storia con Matt. Un'altra maniera di esercitare
quel
controllo sulla sua vita che
lei negli
ultimi tempi aveva contrastato in ogni occasione.
- Hai tutte le
ragioni per odiarmi Isabella. Ti
ho
negato molte cose, tra cui una mia presenza più affettuosa.
Sono stato duro con
te, in questi anni, lo so.
Bella si sentiva
sprofondare in quegli occhi verdi che improvvisamente erano trasparenti
come
non lo erano mai stati: anche Edward le stava mostrando di provare
emozioni
contrastanti. Cosa che non gli aveva mai visto fare in sua presenza,
dato che era
sempre stato freddo e distaccato durante i loro incontri.
- Ma avevo delle
ragioni che mi hanno spinto a farlo.
Le dita di Edward
erano ancora posate delicatamente sotto il suo mento, nel gesto di
tenerle il
viso sollevato verso il suo. Bella avrebbe potuto liberarsi facilmente,
eppure
non ne aveva la forza.
Forse perchè voleva
credere alla sincerità che vedeva in quegli occhi verdi, o
che sentiva nella
sua voce.
- Ragioni di cui
adesso me ne pento. Perchè avrei potuto essere diverso, ma
non ne ho avuto il coraggio.
- Che cosa vuoi
Edward? Essere perdonato per questa storia di Matt? E' per questo che
mi stai
facendo tutto questo discorso dopo che... dopo che per anni te ne sei
fregato
di quello che potevo provare io per il tuo atteggiamento?
A quel punto, Edward
aveva compiuto un gesto che l'aveva totalmente spiazzata.
Le sue dita, da sotto
il mento erano scivolate dietro la nuca, tra i suoi capelli. Si era
ritrovata
con la fronte appoggiata a quella di Edward, i nasi che si sfioravano,
occhi
negli occhi, in uno scambio che non era mai stato così
intenso.
- Non voglio il tuo
perdono, Isabella.
L'alito caldo di
Edward le aveva sfiorato le labbra, mentre le sue parole scivolavano
lentamente
dentro di lei.
- Vorrei solo che mi
concedessi la possibilità di dimostrarti quell'affetto che
ho sempre provato
per te, e che mi sono tenuto dentro per tutti questi anni.
Nessuno dei due aveva
pensato di voler baciare l'altro. Nessuno dei due era ancora pienamente
consapevole che quell'affetto di cui erano entrambi alla disperata
ricerca
potesse diventare amore tra di loro.
Erano solo
consapevoli che mai avevano raggiunto quel grado di
sincerità tra di loro.
- Mi sono preso un
mese di vacanza. Un mese in cui non sarò Edward Cullen, il
magnate americano
sempre alle prese con i suoi affari, ma Edward e basta.
Nella mente di Bella
si era immediatamente affacciato il ricordo di un giorno lontano. Un
giorno in
cui era stata incredibilmente felice in compagnia di Edward, quando lei
aveva solo
quattordici anni.
Il sole, il vento,
il mare, una barca a vela. Edward che mentre issava la vela, sorridendo
le
diceva "quando sono in mare aperto sai qual'è la cosa
più bella? Che non
esistono il mio cognome, i miei doveri, i miei affari. Posso essere
solo
Edward. Edward e basta".
Una giornata che
aveva lasciato solo un bellissimo ricordo, perchè poi non ce
ne erano mai più
state. "Edward e basta" non aveva più preso il posto di
Edward
Cullen.
Questo sino ad
ora. Perchè adesso le stava dicendo che c'era ancora
un'altra verità di lui che
lei non conosceva affatto.
- La mia barca a vela
è già ormeggiata alle Isole Cayman, pronta a
portarmi in qualsiasi posto vorrò
andare. Vieni con me, Isabella. Un mese, solo io e te. Potremo parlare
come non
siamo riusciti mai a fare.... del nostro passato, del nostro presente,
del
nostro futuro.
A quel punto Bella
non aveva più potuto trattenere le lacrime che, anzi,
avevano preso a scorrere
copiose sulle sue guance.
- Lo so che non
avresti nessun motivo per dovermi dare una seconda
possibilità, e so anche che
non sarà facile sistemare le cose tra di noi.
La mano posata sulla
sua nuca, aveva stretto ancora con più forza, quasi potesse
attirarla ancora
più vicino a lui di quanto già non fosse.
- Ma ti prego,
Isabella, dimmi di sì. Ti voglio bene, e non posso pensare
di perderti senza
che tu sappia davvero quello che sei per me.
Il cuore di Edward
non aveva smesso di battere furiosamente nemmeno un secondo da quando
aveva
deciso di essere del tutto sincero con lei, confessandole apertamente
quale
fosse la speranza che nutriva dentro di lui.
Poterle dimostrare
quell'affetto che aveva sempre provato, ma che aveva negato persino con
se
stesso, per la paura di scoprirsi incapace di riuscirci
Quando
Bella si era
gettata tra le sue braccia, singhiozzando violentemente, e
sussurrandogli quel
sì tanto desiderato, per la prima volta, dopo tanti anni,
Edward aveva sentito
di nuovo ardere dentro di se quel fuoco caldo e vivo che credeva spento
per
sempre.