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Autore: Kagome_    31/01/2011    5 recensioni
"basta uno sguardo, un solo sguardo, e la vita di Leah cambia totalmente....gli amori, gli amici, le sofferenze e i giuramenti scompaiono accanto a due occhi rubino. Gli occhi più sbagliati del mondo, senza dubbio; ma anche se qualcosa va contro tutto ciò in cui si ha sempre creduto, contro i legami e i giuramenti, può essere un errore, può esserlo anche se rende così felici e completi?"
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leah Clearweater, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga "Basta uno sguardo per tornare a vivere"'
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Ciao a tutti/e sono Kagome_  è da poco che sono iscritta su questo magnifica sito, ed è anche la prima volta che cerco di postare una fan fiction che io e altre mie 2 amiche abbiamo scritto! Spero che vi piaccia… quindi commentate in molti (ps. Accetto volentieri ogni suggerimento e/o ogni critica, in modo da migliorare questa nostra storia!! ^.^ ) … ora smetto di annoiarvi… quindi buona lettura!! 
Con affetto Kagome_
 
 

CAPITOLO 1

Sola. Come sempre, d'altronde. Me ne stavo seduta su una roccia a guardare il tramonto sul mare. E pensavo. Pensavo a Sam, a come la mia vita era cambiata. Ora che stava per sposarsi non riuscivo a darmi pace. Mi chiedevo perché esistesse l'imprinting e perché doveva succedere proprio a Sam. E con Emily, mia cugina! Non potevo riuscire ancora per molto a sopportare quel dolore tutti i giorni, sentire nella sua mente quanto l'amava, vederli insieme... Era troppo. Solo Jacob mi capiva. Ma ovvio, ora aveva Renesmee. Passava dai Cullen quasi tutto il suo tempo.
Neanche mio fratello Seth aveva avuto l'imprinting. Ma per lui non era un problema. Era solo un ragazzo, non si era mai innamorato davvero. Non aveva mai sofferto tanto. Perché lui era fatto così, sempre solare, allegro. Non si abbatteva mai.
Anche lui passava un sacco di tempo dai Cullen. Solo perché “in fondo sono persone normali”. Persone! Un insulto all'intero genere umano.
Ok, magari esageravo. Ma, se non fosse stato per loro Sam non si sarebbe mai trasformato, non avrebbe mai avuto l'imprinting e la mia vita non sarebbe mai stata così. A questo punto, probabilmente, ci sarei io al posto di Emily a prepararmi per il matrimonio.
Come se non bastasse, in questi giorni un nuovo succhiasangue aveva deciso di complicarci la vita. Probabilmente un neonato, che da alcuni giorni si aggirava tra Forks e La Push. Qualche giorno fa, durante un giro di pattuglia, Embry e Quil l'avevano visto. Non sapendo chi fosse avevano proseguito... Da quando avevano conosciuto Renesmee ogni tanto qualche vampiro si faceva vivo. Era tornato Benjamin, poi il clan di Denali con Garrett. E poi Zafrina, Kachiri e Senna. Quil e Embry non potevano immaginare... Al solo pensiero di Sam che li ha rivoltati come dei calzini al loro ritorno, mi viene ancora da ridere; sta di fatto che quella “zanzara-parassita-immortale” ha capito l’antifona, non siamo riusciti a prenderlo, né noi né i Cullen. Si teneva alla larga.
-Ehi Leah!-. Era Seth. -Sam ha deciso di riunire il consiglio. Per parlare di quel vampiro...-.
-Ci saranno anche i Cullen?-. Seth abbassò lo sguardo, silenzioso. Ovvio, avrei dovuto aspettarmelo.
-Senti Leah, so che non vai d'accordo con loro, ma questo è più importante. Ti rendi conto?! C'è un vampiro che ammazza della gente là fuori!-
-Lo so, lo so. Verrò. Ma non vuol dire che mi faccia piacere...-
-Brava Leah, così si fa!-
-Zitto Seth. Sono già tutti da Billy?-
-Si, manchiamo solo noi. Non sapevo dove fossi...-
Le riunioni del consiglio non mi sono mai piaciute. E poi, da quando quei succhiasangue partecipavano alla vita del branco?! Non che trovassi il branco un club esclusivo. Ma insomma, i licantropi dovrebbero combattere contro i vampiri, non con loro! Ormai eravamo vicini a casa dei Black. Correvamo davvero velocemente, anche da umani. Era una bella sensazione.
Il piccolo giardino era illuminato da file di torce che non avevo mai visto. Quelle sanguisughe. Tentavano sempre di essere gentili e non facevano altro che mettere in mostra la loro ricchezza e le loro qualità.
Jake ci venne incontro, Nessie lo seguiva. Lo adorava.
-Finalmente i Clearwater ci degnano della loro presenza!-, rise Jacob.
Lo incenerii con lo sguardo. Il resto del branco non aveva notato troppo il nostro arrivo, e nemmeno i Cullen. Chiacchieravano allegramente, come un vecchio gruppo di amici. Tranne Bella, che mi fissava timorosa. La salutai con un cenno del capo, molto più di quanto meritasse. Insomma, aveva distrutto Jacob. E quando lui aveva avuto l'imprinting con Renesmee aveva anche trovato il coraggio di arrabbiarsi. E ora dovevo chiamarla sorella. Eh, si. Da un po' di tempo Charlie e mia mamma stavano insieme. Non avevo niente contro Charlie. Era un brav'uomo, lo stimavo. Ma Bella… Dover essere sua sorella non mi andava proprio giù. Un fratello basta e avanza!! E il mio caro fratellino adorava Bella.
Mentre io ero assorta nei miei pensieri gli altri si erano messi a tavola. Jake mi fece un cenno e mi andai a sedere di fianco a lui.
-Tutto bene?-, mi chiese. Non risposi. Lui avrebbe capito. Capiva sempre. Infatti abbassò lo sguardo su un hot dog, lo prese e lo offrì a Renesmee.
-Hai fame Nessie?-, sorrise. -Certo!-, rispose lei prendendo l'hot dog. Apprezzavo il modo in cui Jacob non parlava dei miei problemi se non ero io a chiederglielo. Rendeva tutto un po' più facile. Lo sguardo di Bella saettava tra me, Jacob e Nessie. Come se ci fosse stato bisogno di preoccuparsi! Sapeva che volevo bene a Jake, non avrei mai fatto del male al suo imprinting. Io non avevo voglia di mangiare. Non riuscivo a condividere l'allegria degli altri.
-Ehi Leah, Nessie, ho una proposta: noi tre. Domani. Gara di corsa. Che ne dite?-
-Per me va bene-, acconsentì Renesmee -Basta che poi ci sia un premio...-
-Che tipo di premio?- chiese lui, sospettoso. -Non saprei... Possiamo sempre decidere sul momento!-
-Ci sto! Leah?-.
-Certo! Tanto sai che perderai!-. Correre mi dava energia. Era uno dei pochi aspetti belli di quella vita, se non l'unico.
Finita la cena Billy si schiarì la voce con un colpo di tosse e tutte le varie conversazioni si interruppero.
-Credo immaginiate perché siamo qui... Per quel vampiro che sta seminando terrore nei dintorni. Qualcuno deve fermarlo. Per noi non rappresenterebbe una grande minaccia, ma presto arriveranno i Volturi...-. I Volturi. Il solo nome mi faceva venire la pelle d'oca. Li avevo visti in azione, sapevo fino a che punto potevano arrivare pur di ottenere quello che volevano.
-Io penso che dovremmo lasciare che se ne occupino loro-, disse il vampiro biondo, quelle che ci aveva insegnato a combattere contro i neonati. -Insomma, è il loro compito...-
-Si ma non possiamo lasciare che vengano qui...-, ribatté Bella. -E perché no? Cosa abbiamo da temere?-. Lei, Edward e Jacob guardarono Nessie, preoccupati. -I Volturi non ci attaccherebbero mai senza una giusta causa-, disse la bionda. -E perché no? Non sarebbe la prima volta...-, obiettò Sam. In quel momento la vampira mora, quella minuscola, si irrigidì. Ci fu un secondo di silenzio, che sembrò durare un’eternità. Tutti scattarono sull’attenti -Cosa vedi, Alice?-, chiesero varie voci contemporaneamente.
-Non sta a noi decidere. Non più. Stanno venendo.-
-Quanti sono?- Paul guardava al lato pratico. -Jane, Alec, Demetri e Felix. Ce n'è anche un altro. Credo sia nuovo, non l'ho mai visto-. Cinque. Non erano venuti per i Cullen. Non questa volta.
-Lasciamoli fare. Sono pochi e con Bella non potrebbero fare molto- suggerì Edward.
-Sono d'accordo-, disse Sam -Sarebbe da sciocchi cercare uno scontro quando nessuno lo vuole-. Ci furono vari mormorii di approvazione. Anch'io ero d'accordo. Alzai lo sguardo verso Sam. Abbracciava Emily. Diedi una rapida occhiata intorno a me. Tutti erano sereni e la riunione era durata meno del previsto. Adesso restava solo da stabilire i turni di perlustrazione. -Possiamo cominciare io, Seth e Leah-, propose Jacob -Se per voi va bene...-  guardò me e Seth.
-Certo capo!-, rispose mio fratello sorridendo. Io annuii. Avevo voglia di parlare un po' con Jake. Ma il fatto che Seth potesse ascoltare tutto mi dava fastidio.
-Ok allora, Jake Leah e Seth. Poi potremmo andare io e Bella...-, propose Edward. -Papà posso venire anch'io con voi?- chiese Nessie, speranzosa.
-No Nessie, sarebbe troppo pericoloso. E poi tu hai bisogno di dormire. -Rispose lui. Renesmee si fece imbronciata.
Non prestai attenzione mentre gli altri decidevano i turni. Ero stanca, ma non l'avrei mai ammesso.
-Ok, ora che abbiamo risolto queste faccende, che ne dite di chiamare mamma e Charlie per un dolce?-, domandò Seth. -Buona idea fratellino!-. Bella sorrise. Si brava sorridi. Quando uno ha tutto è facile essere contenti. Lei aveva un marito che l’amava, una figlia perfetta e una famiglia che le voleva un gran bene. Che cosa importava che al mondo ci fossero persone che soffrivano? Era egoista.
Poco dopo Charlie e mamma arrivarono.
-Ciao ragazzi!-, ci salutarono. Mia madre mi venne incontro.
-Leah ti dispiace se parliamo un po'?-
-Dimmi tutto-
-Senti tesoro, so che Bella non ti va giù. E vorrei sapere perché. Dopotutto ora siete praticamente sorelle...-. Quello che temevo.
-Non provare neanche a dirlo! Io ho un fratello, Seth. Ok?-
-Ma Leah...-
-No mamma-
Mi alzai in fretta e me ne andai. Tremavo. Corsi fino alla foresta, mi spogliai e mi trasformai. Non ce la facevo più a trattenere tutta la mia rabbia. Ora anche mia madre si doveva sposare. Non bastava Sam? Madre Natura aveva creato l’imprinting come condanna per quei poveri sciocchi che cercavano un briciolo di felicità in un’esistenza vuota e monotona. E poi lei aveva già noi. A che le serviva un altro marito? Non sopportavo che la mia vita fosse condizionata dagli altri. Perché peggiorava e basta. Questa stupida ed inutile realtà mi travolgeva schiacciandomi, facendomi soccombere all’evidenza di un’esistenza che non avevo scelto.
Pessimista, eh?
Che vuoi Jacob?
Parlare. Perché sei scappata?
Fatti gli affaracci tuoi!
Dai Leah…
Perché non li sopporto.
Chi non sopporti?
Tutti. Bella, mia madre, Seth... Una fa tanto la vittima e si sente in colpa. L'altra crede di poter cambiare la mia opinione su qualcuno. Non è giusto.
Leah, non dovresti criticarle. E poi pensavo che il tuo problema fosse Sam...
Io amo Sam. Non posso essere arrabbiata per qualcosa di cui non ha colpe. Tu dovresti capire.
Ma neanch'io mi capivo fino in fondo. Nessuno mi sopportava. Lo sapevo. Ma non cercavo mai di fare qualcosa perché questo cambiasse. Mi ero arresa all’evidenza.
Non essere troppo dura con te stessa.
Non è facile. Ho un solo amico, e sei tu. Sai che roba!, scherzai. Lui stette al gioco.
Che intendi con questo?
Intendo che un amico che non corre più veloce di una ragazza dovrebbe vergognarsi.
Ah si? Beh' questo è da vedere! Accelerò. Io sorrisi e mi buttai nella gara. Eravamo incredibilmente veloci, distinguevo a malapena il contorno degli alberi. Correre. Ecco quale era la soluzione ad ogni problema. La velocità, il vento che ti accarezzava delicatamente il muso, gli odori della boscaglia trasformavano i problemi in minuscoli puntini, seppur fastidiosi, ma minuscoli che riuscivo facilmente a rilegare in un angolino della mia mente.
Ragazzi che fate? Così non vi raggiungerò mai!
E' arrivato Seth! Ora siamo al completo.
Vi ricordate quando eravamo un branco solo noi tre?
Era a questo che alludevo, genio.
Oh scusa Leah...comunque eravamo fighi! Be detto tra noi io ero più figo di tutti! Sempre il solito. Non mi ero ancora calmata del tutto, ma ci stavo lavorando. Mi chiedevo cosa stessero facendo gli altri. Probabilmente si stavano divertendo un mondo. Di sicuro Emily aveva preparato i muffins...  E' sempre stata un'ottima cuoca.
Qualcosa mi dice che hai fame... Sbaglio?, mi chiese Jacob. Ti conveniva mangiare, finché eravamo a tavola.
Ho mangiato. Un hot dog.
Uno! Vuoi sapere a quanti sono arrivato io?
No grazie! Non so come faccia Nessie a sopportare le tue abbuffate! Ummm… più che a un lupo assomigli ad un maiale, un grosso maiale!!
Sei sempre la solita simpaticona!
Grazie.
Percorrevamo il solito perimetro. Ormai iniziava a formarsi un sentiero. Cercai di concentrarmi sulla corsa, sul ritmo dei miei passi, per rilassarmi. Funzionò.
Ehi ragazzi!
Jared?, chiesero Seth e Jacob.
Si sono io. Dovete tornare a casa , subito. E' un'emergenza.
Che è successo?

   
   
 
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