Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: michiru_    03/02/2011    3 recensioni
Fan Fiction su Haruka e Michiru riguardante l'anime "Bishoujo Senshi Sailor Moon". Premetto, non so ancora quanti capitoli farò. L'ottavo capitolo era l'ultimo da revisionare totalmente, ora penso ne aggiungerò uno ogni settimana, dato che iniziando la scuola il tempo a disposizione diminuisce >w
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le tribune erano colme di studenti, le atlete già posizionate sulla linea di partenza. Un solo sparo e si sarebbe avviata la gara di corsa ad ostacoli. Mancavano cinque minuti all’inizio della competizione. Solo cinque minuti.

Michiru si sedette in prima fila, più vicina possibile alle scale d’uscita; dopo la gara avrebbe raggiunto immediatamente Elsa Gray, nella speranza di riuscire a incontrare la biondina. La tensione salì, così come l’agitazione: la voglia di scappare e fregarsene di tutto permaneva, tuttavia sapeva di dover resistere e farsi coraggio.

Bum; uno sparo. Senza che nessuno se ne accorgesse, le atlete iniziarono a percorrere i loro 110 metri ad ostacoli. Erano tutte ben preparate, certo. Ma come ci si poteva aspettare, Elsa Gray ed Haruka Tenou furono le uniche a distinguersi dalla massa: si poteva individuare in loro la voglia di vincere, di gareggiare, di entrare in competizione. Per entrambe la vittoria era diventata una sfida, una battaglia: sicuramente i loro obiettivi erano diversi, tuttavia una forte determinazione emerse sia da una che dall’altra.

Qualche minuto prima dello sparo ad Haruka tornò in mente l’oscuro incubo. Prese velocità. Era per dimenticarsi di quel sogno che gareggiava; sfuggire al destino, al fato che la rincorreva e la superava ogni volta. Questo era divenuto il suo scopo principale.
Senza scrupoli, sorpassò Elsa Gray: uno, due, tre ostacoli. Li saltò tutti perfettamente, non ne sfiorò nessuno. Si era imposta di raggiungere il suo obiettivo, il traguardo. La giovane promessa dell’atletica, Elsa, rimase basita dal sorpasso, non se lo sarebbe mai aspettato: non avrebbe mai potuto immaginare che una ragazza potesse correre veloce quanto il vento. Non ci avrebbe mai creduto se non l’avesse visto con i suoi stessi vispi occhi.

Prima.

Haruka tagliò la linea di arrivo; in successione arrivò Elsa, a seguito tutte le altre partecipanti. A dirla tutta Elsa prese male la sconfitta. Odiava arrivare seconda, lo giudicava da perdenti. Era consapevole di non averci messo tutta sé stessa nella gara. Qualcosa l’aveva bloccata.

“Complimenti per la vittoria, Tenou. Non pensavo corressi così veloce. Mi hai battuta, i miei complimenti.”

Haruka si voltò verso la ragazzina e la guardò confusa, con atteggiamento a tratti presuntuoso e pieno di sé. La biondina non appariva stanca e tantomeno affaticata.

“Non ci è voluto tanto. Il mio obiettivo era vincere.”

La giovane atleta rimase scossa dalle parole pronunciate da Haruka: una risposta così colma di presunzione non se l’aspettava. Le era persino passata la voglia di farle conoscere Michiru, che in quegli attimi attendeva ansiosa dietro la colonna, vicino agli spogliatoi, nell’attesa che la stessa Elsa la chiamasse. Ma ormai non poteva far più nulla; contro ogni sua volontà, fece avvicinare la giovane artista.

“Vorrei presentarti una persona: si chiama Michiru Kaiou, è una violinista con del talento. Ama molto dipingere ed è sicuramente una ragazza in gamba. Forza Michiru, avanti!”

Con un piccolo ed elegante passo, Michiru si trovò faccia a faccia con quella ragazza che tanto temeva ma al contempo adorava. Si sentì per un momento quasi tranquillizzata dalla sua presenza. Infondo era l’unica persona col suo stesso identico destino. La sola su un milione.

All’improvviso un’aspra e tiepida brezza accarezzò i capelli delle due ragazze; Michiru si voltò e guardò nostalgicamente il cielo. Rivolse lo sguardo ad Haruka: le accennò un sorriso pieno di terribili presentimenti. L’aria non profumava di quiete e calma, tutt’altro. Preannunciava tempesta.

“Scommetto che anche tu percepisci i messaggi che ti porta il vento.”

La biondina spalancò gli occhi.

“Come, scusa?”

Le parole di Michiru colpirono il punto debole di Haruka. No, l’artista non voleva spaventare la velocista. Fu il mare a suggerirle la frase; non c’era tempo per le presentazioni. Approcciato un discorso, le sarebbe bastato trovare un escamotage per parlarle in completa tranquillità.
Le fu impossibile non notare la bellezza di Haruka; i suoi occhi blu, così profondi, desiderosi di libertà si confondevano con quelle dorate ciocche che le cascavano sul volto. Il blu rifletteva il dorato, così come il sole si specchiava nell’oceano durante il tramonto. Michiru rimase affascinata da quella particolare figura, che pareva quasi incantata.

“Ascoltami..vorrei che posassi per me per un quadro! Sai, ti giudico un soggetto interessante. Esprimi voglia di libertà, hai un’aria fuggitiva..ci terrei davvero.”

Persona interessante, aria fuggitiva. Era la prima volta che una persona giudicava Haruka con questi aggettivi. E per la seconda volta l’artista aveva centrato il segno. La biondina rimase nuovamente scioccata da quelle parole: come poteva una persona mai vista prima conoscerla così bene, come diamine faceva? Sembrava sapesse di lei da molto tempo. Come se l’avesse studiata. Il vento..perché Michiru sapeva che le era affine? Dubbi, preoccupazioni, domande a cui Haruka non riuscì a dare risposta sul momento.

Poi, ci rifletté su; sentiva di aver già sentito la sua dolce presenza da qualche parte. Michiru, la sua elegenza, la sua voce e il modo in cui parlava le era familiare. Quello sguardo così puro, angelico, afflitto. E, tutto ad un tratto, un’immagine le si focalizzò nella mente. La riconobbe. Era lei! Lei? Oh no, quella ragazza, la stessa del sogno. Era lei, Haruka ne era sicura, non poteva sbagliarsi.

Oh no, non poteva accettarlo. Quell’incubo era solo frutto della sua immaginazione. Doveva sbagliarsi. Cosa voleva da lei? Cosa ci faceva qui? No, quella guerriera che tendeva la mano e le supplicava aiuto non esiste. Non era la realtà: sono solo fantasie. Si, solo fantasie.

“Per favore..gradirei una risposta.”

Con voce tremante ma insistente Michiru si rivolse ad Haruka. Sperava in una risposta affermativa. Haruka doveva dire solo un sì; un solo stupido monosillabo, un sì composto da due lettere. Era strettamente importante, assolutamente necessario.

La biondina abbassò lo sguardo: non avrebbe di certo accettato una simile e folle proposta da una sconosciuta. Posare per lei..no, così non avrebbe attaccato di certo bottone. Tutt’al più, chissà quali stupidi argomenti voleva proporle. Parlare della fine del mondo? Era questo il scopo? Figurarsi. Come già si ripeté mille e altre volte, non sarebbe toccato a lei scongiurarla. Neanche per sogno!

“No, mi dispiace. Non sono poi un soggetto così interessante.”

Alle sue fredde e distaccate parole Michiru s’incupì. Negazione. Non se lo aspettava. Si era fin troppo illusa, aveva disperso i suoi pensieri in uno stupido “sì”. Una lieve e malinconica fitta s’impiantò nel suo cuore; la prima delle tante. Il primo ostacolo della corsa Michiru non l’aveva superato. Si sentiva lontana dal traguardo: l’arriva le parve infinito.
Tuttavia, per una sola sconfitta non si sarebbe lasciata abbattere. Almeno, non così facilmente. Desiderava ardentemente far riconoscere ad Haruka il suo destino. Il LORO destino. Questo era il suo intento: voleva una compagna con cui parlare della sua stessa missione,una persona con la quale non avere segreti. Desiderava aprire il suo animo a qualcuno.
Era egoistico come pensiero, lo sapeva bene. Ma non poteva rinunciarvi.

Aspettò che Haruka alzasse lo sguardo: ancora una volta cercò di trattenere le urla del suo cuore. Michiru capii che non era tempo di disperarsi. Al contrario ora come non mai avrebbe dovuto tirare fuori tutto quel coraggio che fino a poco tempo fa nemmeno credeva di avere.
Buttare giù quel muro ibernato di paura. Doveva riuscirci ad ogni costo.

“Per tutta la settimana, ogni sera, terrò un concerto su una nave da crociera. Ho capito che per qualche strana ragione non ti va di parlare con me. Ma se mai ci ripensassi, sei la benvenuta.”

Lo aveva detto. Sì, le aveva fatto una nuova proposta. Ora non le restava che sperare. Avere fiducia ancora una volta. Una sola volta.

“Ci penserò”. 

Ci avrebbe pensato su. 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: michiru_