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Autore: Illinois    05/02/2011    4 recensioni
Questa storia parla di una ragazza che sente il bisogno di scappare da tutto e da tutti.
Nella sua nuova città scoprirà cos'è davvero l'amore.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Aveva preso a piovere da un pò,erano quasi le due,ma ancora non riuscivo a prendere sonno:ascoltavo il rumore dell'acqua che batteva contro i vetri.
Ho paura,ecco il mio primo pensiero,questa è stata una pazzia,non potrò mai riuscire a vivere da sola,non posso,decisamente non posso.
Ho paura ed è la prima notte che trascorro quì,non riesco a dormire e domani sarò distrutta e non potrò cercarmi un lavoro come avevo previsto.
Odio i temporali,questa è una vera e propria bufera.
Li ho sempre odiati dal giorno in cui . . . no,no meglio non ricordare,basta.
Non avevo forse detto che avrei dato un taglio al passato?Devo smettere di pensare a ciò che ho subito e andare avanti .. . è l'unico modo per non cadere nella depressione.
Se avessi qualcuno con cui sfogarmi,alla quale raccontare tutto,invece no,tengo tutto dentro,e non mi fa stare certo bene.
Non ho mai avuto nessun amico con la quale confidarmi,l'unico era Alex,ma non era un grande amico dopo tutto.
è questa la triste verità,tutti hanno avuto un'amica o un amico,anche quelli alla quale confidare i segreti piccoli e innocenti,quei segretucci che non importa niente se vengono svelati,in fondo perchè ti dovrebbe importare?
Ma non sono forse quelli i piaceri della vita?Piaceri che mi sono sempre negata perchè non volevo che qualcuno scoprisse la verità su di me e sulla mia famiglia,nessuno avrebbe dovuto sapere cosa succedeva tra le mura domestiche.
Nessuno mi conosceva così bene,non mi fidavo di nessuno:ero sola.
Decisi che rigirarsi nel letto era inutile,mi misi la vestaglia e scesi a farmi una camomilla,era l'unica cosa di cui avevo davvero bisogno.
Guardavo l'acqua bollire e,benchè mi fossi promessa di non farlo più,pensavo al passato,a ciò che ero,a ciò che volevo diventare a ciò che non ero mai stata.
Ho sempre avuto paura dei cambiamenti ma mi ci sono dovuta abituare.
I miei genitori si sono separati quando avevo circa 16 anni,non ho mai saputo la cause del divorzio,io davo la colpa a mia madre,lei se l'addossava e non faceva niente per farmi cambiare idea:non voleva che vedessi mio padre come un mostro.
Povera Beth,l'ho trattata malissimo per tutti quegli anni,lei era stata la mia prima e unica confidente,la prima volta che ho fatto sesso gliel'ho detto e lei ha replicato come un'amica:mi chiese com'era stato e cose del genere.
Forse faceva così perchè per lei non ero una figlia dopotutto.
Dopo qualche mese vidi che i soldi in casa,senza papà,scarseggiavano di brutto.
Noi ci arrangiavamo come potevamo,ma io avevo ancora qualche conoscenza e qualche pazzo squinternato,durante una sera in cui eravamo tutti ubriachi fradici mi ha suggerito:-Ehi perchè non fai la prostituta?Ti faccio da primo cliente!-
Ricordo di aver pensato che non era una cattiva idea,ricordo di essere andata con lui,di essermi fatta pagare e di essermi ritrovate sempre agli angoli della strada.
Forse è proprio per questo che i miei compagni di classe mi evitavano come la peste,forse è questo che ha attirato Alex:la sua passione per il sesso,a lui  avrei fatto tutto gratis,ovvio,per me quello era amore.
Ma a quanto pare per lui no.
Non vedevo mio padre da quasi due anni quando un giorno mi disse che avremmo cenato insieme,non sapevo perchè,di solito si limitava a chiamare a Natale e a mandare uno di quegli stupidi regali che fanno i genitori divorziati nella speranza di comprarsi l'affetto delle figlie.
Ma io non ero così,non volevo vederlo,mi spaventava.
Ma quella sera,a metà cena,disse che sapeva tutto,che ero una prostituta e mi guardò con quel luccichio negli occhi che inizialmente non capì.
Mi prese per i polsi e mi sbattè al muro urlandomi contro,dicendomi che adesso avevo un altro cliente e che avrei fatto meglio ad accontentarlo a non dire niente in giro per non passare guai.
E mentre lo imploravo di non fare niente mi urlò:-Stai zitta puttana,io non sono tuo padre!-
Tornai a casa e rimasi sotto schock per qualche giorno finchè mia madre non pretese spiegazioni.
Spiattelai tutto:del mio mestiere e di mio "padre".
Decisi così di andarmene,il resto lo sapete.
E così eccomi quì a fissare l'acqua bollire.
C'è qualcuno in giardino,oh e adesso che faccio?
Impugno il mano il fono che è la prima cosa che ho trovato a vado a passo lento verso la porta pronta a colpire qualcuno sulla testa.
La spalanco pronta a colpire con tutta la forza che ho quando vedo Nicholas tutto bagnato e sorridente che mi chiede di entrare.
Gli mostrai il bagno e gli diedi il fono per asciugarsi i capelli e tornai alla mia camomilla.
Oh,che maleducata,avrei dovuto chiedergli se ne volesse un pò.
Salì le scale e bussai alla porta del bagno:-Si può?-
-Si,si entra Jaslene-
Spalancai la porta e lo vidi:era stupendo,mi attizzava da morire,volevo saltargli addosso ma mi sono contenuta.
Aveva ancora i ricci bagnati e si era tolto la maglietta,solo allora realizzai che ero ancora in pigiama.
Mi scrutai e decisi che forse era meglio andare a cambiarsi:
-Scusa volevo solo sapere se ti andava una camomilla-
-No grazie-
Sorrise...aveva il sorriso più bello del mondo.
Sorrisi a mia volta e,indicando la mia camera,dissi:
-Okay,è meglio che vada a cambiarmi-
-Oh non ti scomodare per me,vai benissimo così-
Continuai a sorridere come un ebete e mi allontanai a piccoli passi giù per le scale.
 
 
Eravamo seduti uno di fronte all'altro,mi stava raccontando di se e della sua famiglia.
La sua vita sembrava perfetta,ero gelosa,mentre parlava,però,sentivo che c'era qualcosa che non andava.
In qualche modo mi sentivo già legata a lui,anche se era di poco più piccolo di me,sembrava che avesse passato le cose più terribili,che avesse lottato contro il fato,contro qualcosa che non era ancora pronto a dirmi.
E a me andava bene così.
Non sembrava pronto ad aprirsi del tutto con me,come d'altronde non lo ero neanche io.
Eppure mi trovavo maledettamente bene in compagnia di quel ragazzo,all'apparenza così perfetto.
-Allora,come mai ti sei trasferita?-
-Io,ecco,è una storia lunga,non vorrei annoiarti-
Sorrise e lo ricambiai:
-Jaslene,tu non mi annoi mai,sembra che ti porti dietro una vita piena che non vede l'ora di essere raccontata,ma se preferisci non dirmi niente posso capirti,tutti hanno i proprio segreti-
-Anche tu hai i tuoi?-
-Ovviamente,un giorno prometto di racconterteli-
-Non voglio che tu ti senta costretto a parlarne con me-
-Figurati, a me fa piacere,sei così aperta,così brava ad ascoltare,sembri perfetta-
-Credimi,Nicholas,sono tutto tranne che perfetta-
Mi sorrise e mi osservò per un pò in silenzio,ero maledettamente curiosa di sapere cosa avesse da dirmi.
Ma in tutti questi anni ho capito una cosa:fatti gli affari tuoi e ti lasceranno in pace.
E poi non volevo passare per una persona impicciona,cosa che non sono affatto.
-Allora,Nick,dimmi,come mai sei quì alle due di notte?-
-Sinceramente?-
-Si,dimmi,dai-
Gli sorrisi e si affretttò a ricambiare:
-Beh,non riuscivo a prendere sonno ed ero davvero curioso di conoscerti-
-Non sono una persona così interessante-
-Jaslene,tu mi sembri molto,molto seria,forse è da tempo che non ti diverti come dovresti-
Alzai un sopracciglio dubbiosa.
-Dai vieni con me-
-Ehm...Nick dove andiamo?-
-Ti fidi?-
-Ehm . . . -
Mi prese per mano e mi trascinò fuori sotto l'acqua che continuava a scrosciare imperterrita.
Mi prese in braccio e cominciò a correre urlando,per tutta la stradina;mi aggrappavo a lui come un naufrago si aggrappa a un salvagente.
Mi sentivo protetta,al sicuro,sapevo che mi potevo fidare.
Tutto a un tratto mi mise giù e cominciò a correre tenendomi per mano e cantando una di quelle ridicole canzoncine che si cantano quando non si ha niente di meglio da fare.
Ma in quel momento tutta la mia vita sembrò prendere la direzione giusta.
In quel momento mi sentì libera.
Mi sentì felice di vivere.
 
 
 
Scusate se è più corto rispetto all'altro. Spero comunque che vi sia piaciuto :D
  
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