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Autore: macchese    07/02/2011    1 recensioni
Uno sguardo al passato. A come potevano essere le cose. Gregory House con un muscolo in più, ed un bastone di meno. In cosa sarà diverso? Ed in cosa sarà uguale?
Genere: Comico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Premessa: ho inserito tre nuovi assistenti per House. Chester Orba - Ace Monferri - Carol Ann Meliso . Usare gli stessi della serie sarebbe stato anacronistico. Nelle loro caratteristiche sono comunque simili ai personaggi originali (per corrisponderle, ho creato degli anagrammi).



Sono da poco passate le dieci ed House è appena arrivato in ospedale. All'ingresso incontra la dottoressa Cuddy, affaccendata in questioni burocratiche.

    "La tua paziente..."  
    "E' morta?" interrompe House.
    "No! Questo significa che ho avuto ragione!"
    "No, questo significa che hai avuto fortuna. Ottima strategia per l'amministratrice di un ospedale. Hai tutta la mia ammirazione!"
    "Grazie!"
    "Era una battuta."
    "Lo so!"
    "Hai colto la mia sottile vena sardonica e non hai commentato?"
    "Pressione stabile, valori nella norma. Puoi avere il tuo intervento!"
    "Quale intervento, sta bene! Dico ai miei ragazzi di dimetterla. Se la caverà. E' fortunata!"
    "Come vuoi."
House si dirige verso l'ascensore. Ma Cuddy, non convinta, lo insegue. Blocca le porte prima che si chiudano e sale con lui. La Cuddy rompe il silenzio.

    "Hai capito che era una battuta." 
    "Non farà più ridere quando i famigliari ti faranno causa."
    "Scoprirai cosa non va quindi?"
    "Non sono io quello che si diverte a mettere bastoni fra le ruote."
    "Se le tue ruote non fossero dirette contro i pazienti, terrei i miei bastoni nel guardaroba."
    "Lo sai che nel tuo guardaroba ci sono oggetti più utili che potresti utilizzare per dissuadermi, vero?"
    "Ci siamo capiti."

House scende, Cuddy rimane. Le porte si chiudono separando i due. House entra nel suo ufficio dove i suoi assistenti stanno già discutendo il caso. 

    "Allora, possiamo dimetterla?"
I tre non rispondono. House deposita il suo zaino su una sedia.

    "Andiamo al cinema? Danno il silenzio degli innocenti..."
    "La paziente è stabile." aggiorna Monferri.
    "Allora non vedo motivi per non procedere."
    "Non possiamo prendere in considerazione altre ipotesi?"
    "Prenderò in considerazione le vostre considerazioni. Ora procedete..."
    "Parassiti? Funghi?" interrompe Meliso
    "Si certo. Ora però..."
    "Nuocerebbe a qualcuno se facessimo qualche test prima?" domanda Orba.
    "Non c'è tempo. La risposta è lì. Apriamo e guardiamo."
I tre si guardano, quando all'improvviso i loro cercapersone cominciano a squillare. I tre corrono fuori lasciando solo House.

    "L'avevo detto."

Gli assistenti di House prestano le loro cure alla paziente mentre la mattinata ha termine. L'ospedale va in pausa, l'ospedale torna al lavoro.
Ora House è nell'ufficio di Wilson.

    "E così la tua paziente ha avuto un altro arresto. Niente male." Wilson sembra rimproverare House.
    "Già. Chi l'aveva detto? Ora non ricordo..."
    "Sei stato fortunato."
    "Non è a me che si è quasi ri-fermato il cuore."
    "Sei stato fortunato anche tu."
    "Oggi va così a quanto pare. Se mi sbaglio, la paziente è fortunata. Se vedo giusto, la paziente è fortunata. Come lo spieghi?"
    "Come sta?"
    "Mmm si, bene..."
    "Bene?"
    "E' sopravvissuta bene a due arresti cardiaci."
    "E' sopravvissuta a ben due arresti cardiaci!"
    "Bene! E' sopravvissuta a due arresti cardiaci! Dobbiamo parlarne ancora?"
    "Cosa avete discusso nella differenziale?"
    "Parassiti, funghi..."
    "Chi?"
    "Meliso."
    "Ma tu resti sempre della tua idea vero?"
    "Adesso dico una parolaccia."
    "Parassiti? Quindi da una delusione amorosa, sei passato alle farfalle nello stomaco? Come sei romantico!"
    "Aah, finiscila."

I due rimangono un momento in silenzio, fino a quando House decide di parlare di nuovo.

    "E tu come stai?"
    "Bene."
    "Andiamo..."
    "Cosa devo dirti? Che è una situazione di merda?"
    "Si. Potrebbe essere plausibile."  
    "House, non puoi capire."
    "Fammi sapere prima però, se devo liberare il mio divano!"
Wilson appoggia la testa sul palmo della sua mano destra.

    "Non hai intenzione di parlargliene?"
    "Certo! Arrivo a casa e le dico: -Tesoro, penso che tu abbia una relazione, è vero? Ah, cosa c'è per cena?-"
    "No... così coglierebbe l'ironia. E non finirebbe con la cena. E' meglio sapere subito le cose."
    "Quindi per te basterebbe che glielo chiedessi?"
    "Ora dico una cosa che non mi sentirai più ripetere: tutti quanti mentono!"
    "Allora non vuoi che glielo chieda? Comincio a pensare che la tua paziente non sia poi così fortunata."
Ma House lo fissa ancora dritto negli occhi.

    "Io credo che sia tu a mentire."
    "Io? Ma... ma se ti ho detto..."
    "Tu ti senti in colpa! Per questo non dici niente, per questo subisci. Credi che quello che ti stia capitando sia il prezzo da pagare. Guarda che non funzionano così le cose."
    "Ah si? Quindi mi dirai tu come funzionano?"
    "No."
    "No?"
    "Le cose non funzionano. Le cose succedono. A te, a me. Ed è stupido tentare di trovarci un senso. O una ragione che ci permetta di negare l'evidenza. Non sentirti in colpa per quello che fanno o non fanno gli altri."
    "Devi ammettere che io per primo..."
    "Adesso dico un'altra parolaccia!"
    "Ma come vuoi che mi senta?"
    "Come dovresti sentirti veramente! Non farti condizionare dal passato Wilson! Non agire come se una mal riposta convinzione morale possa cambiare quello che è già successo! Non si può! Punirti, non riavvolgerà il tempo!"
Wilson abbassa lo sguardo. House teme di aver esagerato. I due restano ancora un po' in silenzio. Vorrebbero parlare entrambi, ma vorrebbero anche che sia l'altro ad iniziare. Questo finché il cercapersone di House pone fine al silenzio.

    "La tua paziente?"
    "La squadra. Devo andare a fermare la Cuddy prima che plagi il mio team."
    "Buona fortuna..."
    "Sai come si dice. Chi non sa fare..."
    "Insegna?"
    "Amministra."
    "Se lo dici tu!"

House sta per abbandonare l'ufficio di Wilson, ma d'un tratto si blocca sulla porta, pensieroso. Si gira verso l'amico e gli sorride.

    "Ma certo! Farfalle nello stomaco! Sei un genio!" dice andandosene e lasciando Wilson con un'espressione alla -ma cosa stai dicendo?- disegnata in volto.

    "Se lo dice lui..."

House entra nel suo studio dove trova il suo team con la Cuddy ad aspettarlo. Interrompendoli prima che possano dire qualcosa esordisce:

    "La nostra paziente, ha le farfalle nello stomaco..."

Tutti nello studio hanno in faccia la stessa espressione che ha avuto Wilson in precedenza.

    "Certo! Ha mangiato un piatto di pasta e fuchi." ironizza Monferri.
    "Non fare lo sciocchino."
    "Quindi ora sostieni che sia un parassita?" domanda Cuddy.
    "La mia metafora non è stata lampante?"
    "Abbiamo fatto le analisi del sangue." ricorda Meliso.
    "Come vengono eliminati i parassiti?"
    "Vengono espulsi tramite l'intestino." risponde Orba.
    "A differenza dei parassiti, le uova possono oltrepassare le pareti dell'intestino ed entrare nel circolo sanguigno. E dove va il sangue di solito?"
Osservato il sarcasmo di House, nessuno lo degna di risposta.

    "No sul serio! Dappertutto è una percentuale troppo alta? Preferite ovunque?"

Nessuno vuole continuare così House procede di nuovo. Si schiarisce la voce e poi:

    "Ehm, dunque. Il sangue, è l'esercito che marcia ordinatamente nella periferia. Il parassita, è la cattivissima spia che si è infiltrata nei ranghi. Il cervello è... Allora, ci sono soldati e ufficiali..."
    "Quando si accorgono della spia, le sentinelle intervengono, ed il quartier generale comincia a gonfiarsi." deduce Meliso.
    "Se questo è successo nella parte che controlla la frequenza cardiaca..." conclude Orba.
    "Non c'è bisogno di continuare, siamo tutti dottori! Ora spieghiamolo anche alla Cuddy."
La Cuddy finge una risata ed abbandona lo studio di House

    "Sapete cosa fare..." House si congeda consegnando la paziente alle cure dei suoi assistenti.

La giornata finisce più tardi del solito. Wilson ed House si incontrano fuori dall'ingresso.

    "La tua paziente si rimetterà?"
    "Avevi qualche dubbio?"
    "Non farebbe male a te avere qualche dubbio."
    "Quando si ha ragione, non serve avere dubbi."
Wilson ride.

    "Allora glielo dirai?" chiede House.
    "Come no. Tanto cosa ho da perdere?"
    "Allora me lo dirai?"
    "Con chi ha avuto una relazione? Certo, non sia mai che tu possa perdere l'occasione per farti una risata alle mie spalle."
    "Si va bene anche quello. Io pensavo a chi con cui tu, hai una relazione."
    "Non ho nessuna relazione."
House è stranito

    "Ma scusa, e allora tutta quella lagna?
Wilson sorride.
   
    "Noo... tu non hai una relazione adesso. L'hai già avuta!"
    "Quando si ha ragione non serve avere dubbi?"
    "Esigo di sapere i dettagli!"
    "Buonanotte House."
    "Buonanotte Wilson."
    
  
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