Questa
fanfiction mi è venuta in mente di punto in bianco e
l’ho scritta di getto. Per me è un genere nuovo quello in cui mi sono cimentata in questa storia quindi vi chiedo di essere
clementi.
Ho apportato qualche modifica, l’ho rivista e corretta. Baci, Kashia.
Ricordi…
Non so il motivo per il quale ho decido di
mettermi a scrivere questa storia. So solo che sento il bisogno di mettere nero
su bianco i miei sentimenti, le mie emozioni, il mio dolore.
Il dolore.
Il compagno della mia vita di questo
ultimo anno. Non avrei mai pensato che mi potesse appartenere questa
sensazione che mi sta logorando lentamente, che è entrata prepotentemente nella
mia vita e che non vuole sapere di lasciarla. Ma sono sicura che non mi lascerà
mai, che farà parte di me per il resto dei miei
giorni. Potrà affievolirsi con il passare del tempo ma i ricordi non si possono
cancellare, e ogni volta che la mie mente richiamerà
alla memoria un momento felice della mia vita, ritornerà, sempre e per sempre.
A volte mi chiedo perché tutto sia successo
proprio a me. Perché? Credevo che niente potesse scalfire la mia vita perfetta.
Ero felice. Poi, tutto è svanito in un battito di ciglia. Perché?
Il mio nome è Strawberry Momomiya,
ho 30 anni, sono sposata e ho tre bellissimi bambini: Nathan,
Ethan e Ryo. Rispettivamente di 7, 5 e 1 anno. Sono loro la mia ragione
di vita, l’unica cosa che mi ha permesso di continuare a vivere. E’ solo per
loro che ho cercato in tutti i modi di andare avanti, essendo forte di giorno,
ma non riuscendo a trattenere le lacrime di notte.
Ma forse, è meglio cominciare
dall’inizio, quasi 15 anni fa…
Era una splendida giornata di sole. Io ero una
normalissima ragazza di 15 anni, allegra e piena di vita. Poi,
mi ritrovai ad essere improvvisamente una Mew Mew, una paladina della pace che combatteva per salvare il
mondo dagli alieni. Fu così che conobbi le mie
migliore amiche: Pam, Paddy,
Lory e Mina. E fu così che
conobbi anche Kyle…e Ryan.
Ero pasticciona ed imbranata,
combinavo sempre qualche disastro, ma durante le numerose battaglie che ho
dovuto affrontare non mi sono mai data per vinta. Ci ho messo tutta me stessa
nel progetto Mew. Se il
destino aveva voluto che io fossi Mew Berry c’era per forza un motivo.
A quei tempi avevo un fidanzato: Mark.
Lui, sempre preciso e perfetto in tutto, era il
mio esatto opposto. Mi sono sempre chiesta per quale motivo lui fosse innamorato proprio di me, infondo, tutte le ragazze
della scuola era innamorate di lui, ma non l’ho mai capito. Mi trattava sempre
con dolcezza e gentilezza e io non vedevo altro che
lui. Poi, con il tempo, scoprì che era il misterioso Cavaliere
Blu, colui che accorreva in mio aiuto ogni volta che mi trovavo in pericolo. Allora è destino…mi cominciai
a ripetere, anzi mi convinsi di questo. Per quale altro motivo doveva essere
proprio lui il mio cavaliere? Niente mi faceva cambiare idea.
Trascorrevo le mie giornate
divisa tra la scuola, le battaglie e il lavoro al caffè. Già, oltre a combattere per salvare il pianeta dovevo anche
lavorare al caffè Mew Mew,
che era la nostra base operativa. Ovviamente questo era un segreto.
Mi viene da ridere al pensiero di quei pomeriggi
trascorsi nel bar. Era sempre la stessa storia: Mina che bevevo
tranquillamente il suo tea anche se il locale era stracolmo di gente, Paddy che non perdeva occasione di mostrare le sue doti da
perfetta equilibrista, Lory che rompeva qualsiasi
cosa che gli capitava a tiro e Pam che sembrava
sempre indifferente a tutto quello che accadeva.
Sicuramente vi starete chiedendo: e tu cosa
combinavi?
Beh, io trascorrevo la maggior parte del tempo a
litigare con Ryan.
Accidenti, se c’era una persona che riusciva a
farmi imbestialire era proprio lui. Aveva sempre da ridire su ogni cosa che
facevo, non mi risparmiava mai nulla. Ed io, testarda
com’ero, non mi risparmiavo mai di rispondergli per le rime. Così cominciavano
le nostre lunghe litigate, che sarebbero durate ore se qualcuno non ci avesse fermati. Lui era una persona molto riservata, fredda,
che non lasciava mai trasparire le sue emozioni. Ricordo che quando venni a
sapere della morte dei suoi genitori, non riuscì a smettere di piangere. E
invece di essere io a tirargli un po’ su il morale, fu
lui a venire da me e, scompigliandomi i capelli, mi disse che non dovevo
piangere. Ricordo che rimasi per qualche istante imbambolata
ad osservare uno dei suoi rari sorrisi.
Lui, con i suoi occhi color del mare e i capelli
dorati, era capace di togliermi il respiro con il suo sorriso, di farmi battere
il cuore fino a farlo scoppiare.
Ma io ero troppo ottusa per
accorgermi di lui.
Troppo infantile per capire
che ogni volta che avevo il morale a terra, lui compariva misteriosamente per
consolarmi.
Troppo stupida per accorgermi del suo
sguardo malinconico ogni volta che pronunciavo il nome Mark.
Troppo ingenua a credere che i baci che a volte mi
ha rubato erano solo un modo per farmi arrabbiare o
prendermi in giro.
C’è voluto veramente tantissimo per capire che lui
era innamorato di me.
E ancora
più tempo c’è voluto perché mi accorgessi che anche io
ero innamorata di lui.
Accadde tutto la notte di
Natale, subito dopo la conclusione del progetto.
Stavo tornando a casa dopo un pomeriggio trascorso
con Mark a gironzolare per il centro. Ero contentissima perché avevo trascorso
una giornata meravigliosa. Mentre camminavo verso casa, ricordo che aprii la borsa per prendere il cellulare e vidi un oggetto
confezionato con una carta regalo blu e un nastro rosso. Mi fermai a fissarlo.
L’avevo comprato il giorno precedente e ancora oggi non so perché lo feci. So solo che quando vidi quella collanina con inciso il
nome “Ryan” la comprai immediatamente. Mi venne in
mente che probabilmente lui stava trascorrendo quel giorno, che solitamente si
passa in famiglia, tutto solo al caffè, visto che Kyle
era partito per andare a trovare sua sorella.
Cambiai immediatamente direzione e mi diressi a
passo spedito verso il caffè.
Quando arrivai, mi accorsi
immediatamente dalla sua espressione che non si aspettava di vedermi lì.
Andammo in cucina per bere una cioccolata e come al
solito litigammo per chi doveva preparala, visto che lui non si fidava delle
mie doti culinarie.
Sicuramente non aveva tutti i torti.
Rimanemmo seduti per parecchio senza dire una
parola, entrambi fissavamo il contenuto della tazza che avevamo tra le mani.
C’era una strana atmosfera.
Poi, lui mi chiese se ero andata
li per qualcosa in particolare così, tremendamente in imbarazzo, uscì dalla
borsa il pacchettino e glielo porsi. Mantenei lo sguardo basso, non volevo che
lui vedesse il mio viso sicuramente rossissimo.
Sentì il rumore dello scarto della carta e poi il clik della scatolina.
Poi più nulla.
Mi decisi a sollevare lo sguardo i vidi il suo viso estremamente serio che fissava il ciondolo
che aveva tra le mani.
Poi posò i suoi occhi sui miei e mi sentì morire…
Il suo sguardo aveva qualcosa di magnetico…quando
mi guardava era come se riuscisse a leggermi fin dentro l’anima. Sapevo di
avere il viso completamente congestionato ma non riuscivo a distogliere lo
sguardo da lui. Ero come ipnotizzata. Il mio cuore cominciò a battere come un
orologio impazzito e io non riuscivo a capire per quale motivo mi sentivo così
strana. Solo con lui mi capitava.
Grazie…ma
non dovevi disturbarti mi disse. Farfugliai
qualcosa sicuramente senza senso e mi alzai dalla
sedia dicendo che si era fatto molto tardi e che dovevo assolutamente tornare a
casa.
Mentii ovviamente.
I miei genitori erano partiti per passare le
vacanze natalizie in montagna e io ero sola in casa. Volevo solo andar via.
Non volevo fare i conti con quei sentimenti e
quelle emozioni che cercavo di reprimere a tutti i costi, ma che testarde non
mi abbandonavano mai quando ero con Ryan.
Non volevo ammettere a me stessa che ero
innamorata di lui. Era più facile fare finta di
niente, altrimenti, tutto sarebbe diventato troppo difficile da affrontare. E poi, non potevo assolutamente dimenticare che una delle
mie migliori amiche, Lory, era innamorata di Ryan.
Non potevo farle un torto talmente grande.
Afferrai velocemente il cappotto e mi diressi a
passo spedito verso la porta, cercando di mettere fine al più presto a quella
situazione così imbarazzante, almeno per me.
Ma alla porta non ci arrivai
mai…
Ryan mi afferrò per un braccio e mi trattenne.
Rimasi immobile, con gli occhi sbarrati dallo
stupore a fissare la porta chiusa a pochi metri da me.
Mi voltai trattenendo il fiato e lo guardai.
I nostri sguardi erano
incollati, ognuno fissava le labbra dell’altro come ipnotizzati.
Lo vidi avvicinarsi, lentamente.
Mi tirò a se per la vita e io non fui capace di
allontanarmi.
Abbassai lo sguardo.
Sentivo le sue labbra che sfioravano dolcemente la
mia fronte.
Chiusi gli occhi.
Sapevo che se mi avesse baciata
non sarei stata in grado di respingerlo come avevo fatto altre volte.
Mi sollevò il viso dolcemente.
Mi ritrovai immersa in quegli
occhi blu…mi sentii perduta.
Mi baciò.
Un bacio dolce, a fior di
labbra, come se avesse paura di una reazione esagerata delle mie.
Si allontanò dopo pochi istanti, ma a me
sembrarono ore.
Stava per dire qualcosa, probabilmente mi avrebbe
chiesto scusa per quel ennesimo bacio rubato, ma
quella volta non glielo permisi.
Prima che potesse aprire bocca mi ritrovai a
stringergli le mani intorno al collo e, per la prima volta, lo baciai di mia
iniziativa.
In quel momento non pensai a nulla, volevo solo
vivere a pieno quel momento che mi stava regalando
tantissime emozioni per me assolutamente sconosciute. Dopo i primi attimi di
stupore anche Ryan mi abbracciò, facendo diventare quel bacio più intimo e
travolgente. Continuammo a baciarci per attimi che sembravano interminabili,
poi cominciai a sentire le sue mani accarezzare il mio corpo, infilarsi sotto
il pesante maglione di lana che indossavo e posarsi sulla mia pelle nuda.
Rimase fermo qualche minuto, forse aspettando qualche mio segnale di
disapprovazione per quello che stava facendo, ma non dissi nulla.
Lo volevo.
Volevo Ryan con tutta me stessa.
A niente era servito pensare che non era giusto quello che stavo facendo, che ero fidanzata con
una persona che non meritava assolutamente quel comportamento tanto
sconsiderato. Neanche pensare a come ci sarebbe rimasta male Lory quando avrebbe saputo quello che avevo fatto mi fece
cambiare idea.
Per una volta, decisi di pensare solo a me stessa.
Quando cominciai a sbottonare la
sua camicia, Ryan capì che non l’avrei fermato.
Facemmo l’amore quella notte.
La notte più bella della mia vita.
Ryan mi trattò con una dolcezza che non pensavo potesse appartenergli. Sentire i nostri corpi nudi che si
toccavano, le sue mani che mi accarezzavano dove non avevo mai permesso a
nessuno, il suo corpo molto più grande del mio che mi
avvolgeva completamente, mi fece sentire immensamente bene.
Il giorno seguente mi svegliai accoccolata contro
il suo petto. Era così caldo.
Ma come al solito, la mia
ansia e i miei dubbi, che avevo accantonato la sera precedente, tornarono più
forti che mai. Fu come se qualcuno, vedendo che camminavo a 3 metri dal
pavimento mi avesse afferrato dalle gambe e mi avesse tirato giù facendomi
schiantare al suolo. Mi alzai di scatto in preda al panico e mi rivestì in
fretta.
Nel frattempo Ryan si era svegliato e mi chiese cosa stavo facendo.
Mi
dispiace…non so cosa mi sia preso… gli dissi con voce
tremante. Lui mi fissava con guardo indecifrabile, poi
mi urlò contro di tutto. E in quel tutto mi disse anche perché hai giocato con i miei sentimenti
stanotte? Lo sai che ti amo…
Uscita dal caffè, corsi immediatamente a casa. Mi posizionai sul divano e passai un’intera giornata a pensare
a quello che era successo. Non riuscivo a credere a quello che avevo fatto. Mai
avrei pensato che avrei fatto l’amore con Ryan, o per lo meno, che la mia prima
volta sarebbe stata con lui. Immersa com’ero nei miei
pensieri passò l’intera giornata e arrivò la sera. Fu una telefonata di Mark a
riportarmi con i piedi per terra. Mi chiese se volevo
andare da lui a guardare un film.
Accettai malvolentieri.
Quando arrivai a casa sua, mi
resi conto che i suoi genitori non c’erano.
Preparammo i pop corn e
ci posizionammo sul divano. A dire il vero, non
ricordo molto del film. Avrei dovuto raccontare a Mark tutta la verità? O
sarebbe stato meglio fare finta di niente? Non mi
accorsi che il film era finito. Mark si alzò per spegnere la tv e poi ritornò a
sedersi, questa volta più vicino a me.
Cominciò a baciarmi.
Io non potevo far altro che rispondere, si sarebbe insospettito se mi fossi rifiutata, ma in quei baci
non ci trovavo nulla di bello. Non mi trasmettevano nulla.
Continuammo a baciarci quando sentì la sua mano
salire in direzione del mio seno. Fu allora che lo fermai.
Non volevo che mi toccasse, non volevo che mi baciasse…non
volevo Mark.
Me ne resi conto solo in quel momento. Quello che
provavo per lui era solo un profondo affetto, niente a che vedere con il
sentimento viscerale che provavo per Ryan.
Decisi di raccontargli tutto.
Ricordo il suo sguardo allucinato quando gli dissi che non volevo fare l’amore con lui perché non
l’amavo. Continuava a chiedermi il perché e alla fine mi feci coraggio e gli
dissi sono innamorata di Ryan…mi dispiace. Mi cacciò a malo modo da casa sua, tra l’altro non aveva tutti
i torti. Ma era proprio quello che volevo, andare via
da li il più presto possibile per correre da Ryan e chiedergli scusa, gettargli
le braccia al collo e baciarlo all’infinito. Era questo quello
che volevo.
Arrivai al caffè ansimante per la corsa. Spalancai
la porta d’ingresso e mi ritrovai addosso tutti gli
sguardi delle persone presenti, compresi quelli delle mie amiche, di Kyle e
soprattutto quello di Ryan. Mi avvicinai a lui non curante
dello sguardo curioso dei presenti e, con gli occhi colmi di lacrime gli sussurrai ti amo…scusami per prima…
In un attimo mi ritrovai stretta tra le sue
braccia e le sue labbra premute sulle mie.
Da quel momento la mia storia con Ryan divenne di
dominio pubblico.
FINE PRIMA
PARTE