Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
Ricorda la storia  |       
Autore: kashia    04/01/2006    12 recensioni
"Strawberry ha 30 anni e racconta quello che è stato il suo unico e grande amore e di come la vita, a volte, ci porta via l'unica cosa senza la quale diventa impossibile andare avanti..."
Genere: Romantico, Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa fanfiction mi è venuta in mente di punto in bianco e l’ho scritta di getto

 

Questa fanfiction mi è venuta in mente di punto in bianco e l’ho scritta di getto. Per me è un genere nuovo quello in cui mi sono cimentata in questa storia quindi vi chiedo di essere clementi.

Ho apportato qualche modifica, l’ho rivista e corretta. Baci, Kashia.

 

 

 

 

 

 

 

Ricordi…

 

 

 

 

 

Non so il motivo per il quale ho decido di mettermi a scrivere questa storia. So solo che sento il bisogno di mettere nero su bianco i miei sentimenti, le mie emozioni, il mio dolore.

 

Il dolore.

 

Il compagno della mia vita di questo ultimo anno. Non avrei mai pensato che mi potesse appartenere questa sensazione che mi sta logorando lentamente, che è entrata prepotentemente nella mia vita e che non vuole sapere di lasciarla. Ma sono sicura che non mi lascerà mai, che farà parte di me per il resto dei miei giorni. Potrà affievolirsi con il passare del tempo ma i ricordi non si possono cancellare, e ogni volta che la mie mente richiamerà alla memoria un momento felice della mia vita, ritornerà, sempre e per sempre.

A volte mi chiedo perché tutto sia successo proprio a me. Perché? Credevo che niente potesse scalfire la mia vita perfetta. Ero felice. Poi, tutto è svanito in un battito di ciglia. Perché?

Il mio nome è Strawberry Momomiya, ho 30 anni, sono sposata e ho tre bellissimi bambini: Nathan, Ethan e Ryo. Rispettivamente di 7, 5 e 1 anno. Sono loro la mia ragione di vita, l’unica cosa che mi ha permesso di continuare a vivere. E’ solo per loro che ho cercato in tutti i modi di andare avanti, essendo forte di giorno, ma non riuscendo a trattenere le lacrime di notte.

 

Ma forse, è meglio cominciare dall’inizio, quasi 15 anni fa…

 

Era una splendida giornata di sole. Io ero una normalissima ragazza di 15 anni, allegra e piena di vita. Poi, mi ritrovai ad essere improvvisamente una Mew Mew, una paladina della pace che combatteva per salvare il mondo dagli alieni. Fu così che conobbi le mie migliore amiche: Pam, Paddy, Lory e Mina. E fu così che conobbi anche Kyle…e Ryan.

Ero pasticciona ed imbranata, combinavo sempre qualche disastro, ma durante le numerose battaglie che ho dovuto affrontare non mi sono mai data per vinta. Ci ho messo tutta me stessa nel progetto Mew. Se il destino aveva voluto che io fossi Mew Berry c’era per forza un motivo.

 

A quei tempi avevo un fidanzato: Mark.

Lui, sempre preciso e perfetto in tutto, era il mio esatto opposto. Mi sono sempre chiesta per quale motivo lui fosse innamorato proprio di me, infondo, tutte le ragazze della scuola era innamorate di lui, ma non l’ho mai capito. Mi trattava sempre con dolcezza e gentilezza e io non vedevo altro che lui. Poi, con il tempo, scoprì che era il misterioso Cavaliere Blu, colui che accorreva in mio aiuto ogni volta che mi trovavo in pericolo. Allora è destino…mi cominciai a ripetere, anzi mi convinsi di questo. Per quale altro motivo doveva essere proprio lui il mio cavaliere? Niente mi faceva cambiare idea.

Trascorrevo le mie giornate divisa tra la scuola, le battaglie e il lavoro al caffè. Già, oltre a combattere per salvare il pianeta dovevo anche lavorare al caffè Mew Mew, che era la nostra base operativa. Ovviamente questo era un segreto.

 

Mi viene da ridere al pensiero di quei pomeriggi trascorsi nel bar. Era sempre la stessa storia: Mina che bevevo tranquillamente il suo tea anche se il locale era stracolmo di gente, Paddy che non perdeva occasione di mostrare le sue doti da perfetta equilibrista, Lory che rompeva qualsiasi cosa che gli capitava a tiro e Pam che sembrava sempre indifferente a tutto quello che accadeva.

 

Sicuramente vi starete chiedendo: e tu cosa combinavi?

 

Beh, io trascorrevo la maggior parte del tempo a litigare con Ryan.

Accidenti, se c’era una persona che riusciva a farmi imbestialire era proprio lui. Aveva sempre da ridire su ogni cosa che facevo, non mi risparmiava mai nulla. Ed io, testarda com’ero, non mi risparmiavo mai di rispondergli per le rime. Così cominciavano le nostre lunghe litigate, che sarebbero durate ore se qualcuno non ci avesse fermati. Lui era una persona molto riservata, fredda, che non lasciava mai trasparire le sue emozioni. Ricordo che quando venni a sapere della morte dei suoi genitori, non riuscì a smettere di piangere. E invece di essere io a tirargli un po’ su il morale, fu lui a venire da me e, scompigliandomi i capelli, mi disse che non dovevo piangere. Ricordo che rimasi per qualche istante imbambolata ad osservare uno dei suoi rari sorrisi.

Lui, con i suoi occhi color del mare e i capelli dorati, era capace di togliermi il respiro con il suo sorriso, di farmi battere il cuore fino a farlo scoppiare.

 

Ma io ero troppo ottusa per accorgermi di lui.

 

Troppo infantile per capire che ogni volta che avevo il morale a terra, lui compariva misteriosamente per consolarmi.

 

Troppo stupida per accorgermi del suo sguardo malinconico ogni volta che pronunciavo il nome Mark.

 

Troppo ingenua a credere che i baci che a volte mi ha rubato erano solo un modo per farmi arrabbiare o prendermi in giro.

 

C’è voluto veramente tantissimo per capire che lui era innamorato di me.

 

 E ancora più tempo c’è voluto perché mi accorgessi che anche io ero innamorata di lui.

 

Accadde tutto la notte di Natale, subito dopo la conclusione del progetto.

 

Stavo tornando a casa dopo un pomeriggio trascorso con Mark a gironzolare per il centro. Ero contentissima perché avevo trascorso una giornata meravigliosa. Mentre camminavo verso casa, ricordo che aprii la borsa per prendere il cellulare e vidi un oggetto confezionato con una carta regalo blu e un nastro rosso. Mi fermai a fissarlo. L’avevo comprato il giorno precedente e ancora oggi non so perché lo feci. So solo che quando vidi quella collanina con inciso il nome “Ryan” la comprai immediatamente. Mi venne in mente che probabilmente lui stava trascorrendo quel giorno, che solitamente si passa in famiglia, tutto solo al caffè, visto che Kyle era partito per andare a trovare sua sorella.

Cambiai immediatamente direzione e mi diressi a passo spedito verso il caffè.

Quando arrivai, mi accorsi immediatamente dalla sua espressione che non si aspettava di vedermi lì. Andammo in cucina per bere una cioccolata e come al solito litigammo per chi doveva preparala, visto che lui non si fidava delle mie doti culinarie.

Sicuramente non aveva tutti i torti.

Rimanemmo seduti per parecchio senza dire una parola, entrambi fissavamo il contenuto della tazza che avevamo tra le mani.

C’era una strana atmosfera.

Poi, lui mi chiese se ero andata li per qualcosa in particolare così, tremendamente in imbarazzo, uscì dalla borsa il pacchettino e glielo porsi. Mantenei lo sguardo basso, non volevo che lui vedesse il mio viso sicuramente rossissimo.

Sentì il rumore dello scarto della carta e poi il clik della scatolina.

Poi più nulla.

Mi decisi a sollevare lo sguardo i vidi il suo viso estremamente serio che fissava il ciondolo che aveva tra le mani.

 

Poi posò i suoi occhi sui miei e mi sentì morire…

 

Il suo sguardo aveva qualcosa di magnetico…quando mi guardava era come se riuscisse a leggermi fin dentro l’anima. Sapevo di avere il viso completamente congestionato ma non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui. Ero come ipnotizzata. Il mio cuore cominciò a battere come un orologio impazzito e io non riuscivo a capire per quale motivo mi sentivo così strana. Solo con lui mi capitava.

Grazie…ma non dovevi disturbarti  mi disse. Farfugliai qualcosa sicuramente senza senso e mi alzai dalla sedia dicendo che si era fatto molto tardi e che dovevo assolutamente tornare a casa.

 

Mentii ovviamente.

 

I miei genitori erano partiti per passare le vacanze natalizie in montagna e io ero sola in casa. Volevo solo andar via.

Non volevo fare i conti con quei sentimenti e quelle emozioni che cercavo di reprimere a tutti i costi, ma che testarde non mi abbandonavano mai quando ero con Ryan.

Non volevo ammettere a me stessa che ero innamorata di lui. Era più facile fare finta di niente, altrimenti, tutto sarebbe diventato troppo difficile da affrontare. E poi, non potevo assolutamente dimenticare che una delle mie migliori amiche, Lory, era innamorata di Ryan. Non potevo farle un torto talmente grande.

Afferrai velocemente il cappotto e mi diressi a passo spedito verso la porta, cercando di mettere fine al più presto a quella situazione così imbarazzante, almeno per me.

 

Ma alla porta non ci arrivai mai…

 

Ryan mi afferrò per un braccio e mi trattenne.

 

Rimasi immobile, con gli occhi sbarrati dallo stupore a fissare la porta chiusa a pochi metri da me.

 

Mi voltai trattenendo il fiato e lo guardai.

 

I nostri sguardi erano incollati, ognuno fissava le labbra dell’altro come ipnotizzati.

 

Lo vidi avvicinarsi, lentamente.

 

Mi tirò a se per la vita e io non fui capace di allontanarmi.

 

Abbassai lo sguardo.

 

Sentivo le sue labbra che sfioravano dolcemente la mia fronte.

 

Chiusi gli occhi.

 

Sapevo che se mi avesse baciata non sarei stata in grado di respingerlo come avevo fatto altre volte.

 

Mi sollevò il viso dolcemente.

 

Mi ritrovai immersa in quegli occhi blu…mi sentii perduta.

 

Mi baciò.

 

Un bacio dolce, a fior di labbra, come se avesse paura di una reazione esagerata delle mie.

Si allontanò dopo pochi istanti, ma a me sembrarono ore.

Stava per dire qualcosa, probabilmente mi avrebbe chiesto scusa per quel ennesimo bacio rubato, ma quella volta non glielo permisi.

 

Prima che potesse aprire bocca mi ritrovai a stringergli le mani intorno al collo e, per la prima volta, lo baciai di mia iniziativa.

 

In quel momento non pensai a nulla, volevo solo vivere a pieno quel momento che mi stava regalando tantissime emozioni per me assolutamente sconosciute. Dopo i primi attimi di stupore anche Ryan mi abbracciò, facendo diventare quel bacio più intimo e travolgente. Continuammo a baciarci per attimi che sembravano interminabili, poi cominciai a sentire le sue mani accarezzare il mio corpo, infilarsi sotto il pesante maglione di lana che indossavo e posarsi sulla mia pelle nuda. Rimase fermo qualche minuto, forse aspettando qualche mio segnale di disapprovazione per quello che stava facendo, ma non dissi nulla.

 

Lo volevo.

 

Volevo Ryan con tutta me stessa.

 

A niente era servito pensare che non era giusto quello che stavo facendo, che ero fidanzata con una persona che non meritava assolutamente quel comportamento tanto sconsiderato. Neanche pensare a come ci sarebbe rimasta male Lory quando avrebbe saputo quello che avevo fatto mi fece cambiare idea.

 

Per una volta, decisi di pensare solo a me stessa.

 

Quando cominciai a sbottonare la sua camicia, Ryan capì che non l’avrei fermato.

 

Facemmo l’amore quella notte.

La notte più bella della mia vita.

Ryan mi trattò con una dolcezza che non pensavo potesse appartenergli. Sentire i nostri corpi nudi che si toccavano, le sue mani che mi accarezzavano dove non avevo mai permesso a nessuno, il suo corpo molto più grande del mio che mi avvolgeva completamente, mi fece sentire immensamente bene.

 

Il giorno seguente mi svegliai accoccolata contro il suo petto. Era così caldo.

 

Ma come al solito, la mia ansia e i miei dubbi, che avevo accantonato la sera precedente, tornarono più forti che mai. Fu come se qualcuno, vedendo che camminavo a 3 metri dal pavimento mi avesse afferrato dalle gambe e mi avesse tirato giù facendomi schiantare al suolo. Mi alzai di scatto in preda al panico e mi rivestì in fretta.

Nel frattempo Ryan si era svegliato e mi chiese cosa stavo facendo.

Mi dispiace…non so cosa mi sia preso… gli dissi con voce tremante. Lui mi fissava con guardo indecifrabile, poi mi urlò contro di tutto. E in quel tutto mi disse anche perché hai giocato con i miei sentimenti stanotte? Lo sai che ti amo…

 

Uscita dal caffè, corsi immediatamente a casa. Mi posizionai sul divano e passai un’intera giornata a pensare a quello che era successo. Non riuscivo a credere a quello che avevo fatto. Mai avrei pensato che avrei fatto l’amore con Ryan, o per lo meno, che la mia prima volta sarebbe stata con lui. Immersa com’ero nei miei pensieri passò l’intera giornata e arrivò la sera. Fu una telefonata di Mark a riportarmi con i piedi per terra. Mi chiese se volevo andare da lui a guardare un film.

 

Accettai malvolentieri.

 

Quando arrivai a casa sua, mi resi conto che i suoi genitori non c’erano.

Preparammo i pop corn e ci posizionammo sul divano. A dire il vero, non ricordo molto del film. Avrei dovuto raccontare a Mark tutta la verità? O sarebbe stato meglio fare finta di niente? Non mi accorsi che il film era finito. Mark si alzò per spegnere la tv e poi ritornò a sedersi, questa volta più vicino a me.

 

Cominciò a baciarmi.

Io non potevo far altro che rispondere, si sarebbe insospettito se mi fossi rifiutata, ma in quei baci non ci trovavo nulla di bello. Non mi trasmettevano nulla.

Continuammo a baciarci quando sentì la sua mano salire in direzione del mio seno. Fu allora che lo fermai.

 

Non volevo che mi toccasse, non volevo che mi baciasse…non volevo Mark.

Me ne resi conto solo in quel momento. Quello che provavo per lui era solo un profondo affetto, niente a che vedere con il sentimento viscerale che provavo per Ryan.

 

Decisi di raccontargli tutto.

 

Ricordo il suo sguardo allucinato quando gli dissi che non volevo fare l’amore con lui perché non l’amavo. Continuava a chiedermi il perché e alla fine mi feci coraggio e gli dissi sono innamorata di Ryan…mi dispiace. Mi cacciò a malo modo da casa sua, tra l’altro non aveva tutti i torti. Ma era proprio quello che volevo, andare via da li il più presto possibile per correre da Ryan e chiedergli scusa, gettargli le braccia al collo e baciarlo all’infinito. Era questo quello che volevo.

Arrivai al caffè ansimante per la corsa. Spalancai la porta d’ingresso e mi ritrovai addosso tutti gli sguardi delle persone presenti, compresi quelli delle mie amiche, di Kyle e soprattutto quello di Ryan. Mi avvicinai a lui non curante dello sguardo curioso dei presenti e, con gli occhi colmi di lacrime gli sussurrai ti amo…scusami per prima…

 

In un attimo mi ritrovai stretta tra le sue braccia e le sue labbra premute sulle mie.

Da quel momento la mia storia con Ryan divenne di dominio pubblico.

 

 

 

 

 

 

 

 

FINE PRIMA PARTE

  
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Mew Mew / Vai alla pagina dell'autore: kashia