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Autore: inesistente    13/02/2011    2 recensioni
< io ero Selina, Selina Gordon, molto piacere > Tomas non fece caso al verbo “ero” che aveva usato la ragazza, e quello fu un grosso errore.
una raccolta basata sulle leggende metropolitane
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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l'anello fuxia fosforescente

 

Tomas Blacke sospirò picchiettando sul volante al ritmo della canzone Rock che rimbombava nell’auto, le luci dei lampioni erano fioche e c’era più buio che luce in quella stradina deserta, ma se voleva andare a trovare suo figlio appena ventenne e costatare che quel monolocale che gli aveva "regalato" non fosse già distrutto dalle feste doveva per forza attraversarla.

“ cosa non si fa per i figli”  disse a se stesso, erano cinque ore che guidava per raggiungere quello scapestrato narcisista che era Richy Blake.

Osservò la strada che scorreva veloce, non c’erano altro che alberi e piante, la città era ancora lontana, ancora Alberi e Piante, Alberi, piante e ancora alberi, qualcosa,però, attirò la sua attenzione e lo indusse a rallentare fino a fermarsi definitivamente, una ragazza era sull’argine della strada con il pollice alzato di chi fa l’autostoppista ed un espressione tranquilla sul volto.

Tomas scese e le andò incontro, una bella ragazza che dimostrava appena diciotto anni sul ciglio della strada poteva attirare non   pochi mal intenzionati e la sua coscenza di uomo per bene non poteva permetterlo

<< le serve aiuto? >> chiese cortese, lei non rispose, rimase nell’oscurità immobile a fissarlo con due occhi neri come la pece

<< senta, lo so che potrebbe prendermi per un mal intenzionato ma…stia tranquilla, anche io ho una figlia piccola ed una moglie, se le serve un passaggio posso benissimo offrirglielo >> si maledisse per quei troppi giri di parole e guardò interrogativo la ragazza che rimaneva ferma li, continuando a fissarlo

<< Ti >> sorrise infine

<< prego? >> chiese Tomas confuso

<< ti serve un passaggio, dammi del tu >> precisò

 

Tomas lanciò un rapido sguardo alla ragazza sul sedile posteriore, era seduta composta nel suo abito arancione piuttosto vistoso, portava uno smalto fuxia fosforescente sulle lunghe unghie curate, il rossetto dello stesso colore così come le scarpe a tacco doppio ed alto. Il silenzio imbarazzante che si era creato era scandito solo dai lenti respiri dei due.

<< allora vivi vicino a mio figlio a quanto mi hai detto, sei a solo dieci isolati da lui >> l’uomo ruppe il silenzio e la ragazza annuì girandosi l’anello del medesimo fuxia fosforescente che portava all’indice

<< che tipo è tuo figlio >> chiese dopo una breve pausa

<< mio figlio è un idiota completo, pensa solo ad andare a donne e non so come mi ha convinto a fittargli un monolocale, non so neanche come faccia a pagarmi, lui vorrebbe fare il nuotatore >> rise al solo pensiero di una carriera non basata sullo studio << è da lui che sto andando, a te piace nuotare? >>

<< ho no >> scosse veloce la testa la ragazza terrorizzata al sol pensiero << io odio nuotare, ho una gran paura dell’acqua >> ammise

<< capisco >> disse con un sospiro Tomas concentrandosi sulla strada.

<< credo che tuo figlio Richy abbia un motivo preciso per trasferirsi li >>

<< non ne ho idea >> ammise l’uomo

<< prova a chiederglielo, magari ti darà una spiegazione ragionevole, lui non sa che vieni giusto?>>

Tomas ignorò la sua domanda e si ricordò di non aver neanche detto il proprio nome a quella ragazza tanto pacchiana

<< che maleducato, non mi sono presentato: mi chiamo Tomas Blake >>

<< io ero Selina, Selina Gordon, molto piacere >> Tomas non fece caso al verbo “ero” che aveva usato la ragazza, e quello fu un grosso errore, il silenzio tornò di nuovo rotto solo dai respiri e dal rumore delle ruote contro l'asfalto mentre la strada continuava a scorrere veloce e buia oltre i finestrini

<< cosa vuoi fare nella vita Selina? >>

<< volevo fare il medico >> sorrise girando ancora l’anello sull’indice

<< bellissimo mestiere, complimenti >> ricambiò il sorriso Tomas << e che bell’anello >>

<< grazie, me lo regalò il mio ragazzo, io adoravo quest’anello non so cosa farei se lo perdessi >> la ragazza portò una ciocca dei capelli castani dietro l’orecchio scoprendo due orecchini dell’ormai facile da indovinare fuxia fosforescente, che più che orecchini erano bracciali spessi di plastica.

Il viaggio proseguì tranquillo tra il solito silenzio rotto da pochi rumori che crescevano a poco a poco quanto più si avvicinavano alla città

<< siamo arrivati, grazie Tomas >> sorrise Selina facendolo fermare di fronte ad una grande casa a tre piani lontana dal centro della città.

<< arrivederci >> sorrise l’uomo salutandola con la mano prima che la donna chiudesse la porta. Tomas ripartì guardando l’orologio: mezzanotte precisa

 

<< Richy c’è qualcosa che devi dirmi? >> chiese Tomas ricordando le parole di quella donna a cui aveva dato un passaggio “ credo che tuo figlio Richy abbia un motivo preciso per trasferirsi li” solo allora si rese conto di non aver detto il nome di suo figlio la'ltra sera. Addentò il suo tost alla marmellata reprimendo quel pensiero, gli doveva essere sfuggito di mente, suo figlio si sedette davanti a lui per fare colazione, dopo averlo accolto come si accoglie un mobile che sta solo d’impiccio non gli aveva detto niente sulla sua nuova vita li, si era limitato a discutere del beasbaal

<< Allora Richy? >> chiese con autorietà Tomas, per la prima volta da quando lui era arrivato Richy sorrise in un modo caldo e sincero

<< papà io mi sposo, mi sono innamorato, innamorato follemente come non mi sono mai innamorato prima d’ora, lei si chiama Catrin dovresti vederla è bellissima! voglio vivere con lei, forse qui o forse a casa sua io...la amo>> rispose tutto d’un fiato suo figlio al che Tomas stava quasi per sputare il tost appena ingerito.

<< allora? >> chiese speranzoso il biondo davanti a lui

<< devo…devo schiarirmi le idee >> mormorò il padre confuso

 

Picchiettò sul volante nervoso, cosa si era messo in testa quell’idiota di suo figlio?

<< Richy sei uno scemo! >> urlò sapendo che nessuno l’avrebbe sentito, il suo sguardo cadde accidentalmente sul sedile posteriore dove un anello fuxia stonava con il colore grigio dei sedili

“ io adoravo quest’anello non so cosa farei se lo perdessi” quelle parole riaffiorarono nella sua mente cose se quella donna dai vestiti pacchiani gliele stesse ripetendo in quel preciso istante

“dopotutto che altro hai da fare Tom?” si disse prendendo lo rotonda per andare a casa di Selina Gordon

 

Bussò al campanello, un uomo di mezza età occhialuto e baffuto lo aprì dopo poco

<< problemi? >> chiese burbero

<< mi scusi, c’è Selina Gordon? >> l’uomo occhialuto sembrò congelarsi, spalancò gli occhi azzurri  che luccicavano per le lacrime che li stavano inondando e mormorò tristemente

<< non mi prende in giro, sarebbe crudele se lo facesse, la mia bambina me l’hanno ammazzata dieci anni fa, affogata…che bastardi, se ne vada per favore >> gli sbattè la porta in faccia facendolo rimanere a bocca aperta con la confusione che gli inondava la mente, eppure le doveva essere viva ci aveva parlato, le aveva offerto un passaggio!

“affogata…che bastardi” ecco perché Selina aveva paura dell’acqua.

In quel momento, però, un altro interrogativo sorgeva nella mente di Tomas: cosa fare dell’anello fuxia fosforescente

 

 

 

 

questa storia non è originale, mi sono ispirata ad una leggemda metropolitana, non fa neanche tanta paura :)

inesistente

  
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