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Autore: Prue786    16/02/2011    2 recensioni
Marcel Proust diceva “I veri paradisi sono quelli che si sono perduti” e come gli si può dare torto; ma a che pro continuare a pensarci, perché affliggersi senza tregua per qualcosa successo tanto e tanto tempo fa. Perché ostinarsi a rimpiangere il passato invece di guardare al presente? Perchè?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.

“Annie… Annie, mi senti?” una voce… quella voce!

“No, basta, smettila!” sussurro con voce impastata, come se mi stessi risvegliando da un lungo sonno, il buio che la fa da padrone e la mente avvolta dalla nebbia più fitta. L’unica cosa che mi fa capire di essere cosciente è quel suono, quella voce ritornata dal mio passato, che mi chiama. Sto sognando, è ovvio, però riesco ugualmente a restarne turbata; la ferita che ormai credevo rimarginata, ricomincia a far male.

Tento di aprire gli occhi: voglio svegliarmi, voglio uscire da quest’incubo.

Quando riesco ad alzare faticosamente le palpebre, una luce molto forte mi costringe a socchiudere gli occhi. Faccio una smorfia, cercando di portare una mano al viso, ma qualcosa me l’afferra.

Le immagini che percepisco sono ancora sfocate nonostante col passare dei secondi noto una figura accanto a me.

“Deve essere un infermiere.” penso ancora stordita; tiene la mia mano fra la sua, avverto la sua stretta, il calore che questa emana, e nient’altro.

Il mio respiro è ritornato alla normalità, come il battito cardiaco e la vista diventa più chiara; giro lo sguardo tutt’intorno, osservando la più strana stanza d’ospedale nella quale sono mai finita: alla finestra ci sono delle tende variopinte e le pareti sono rosa antico… stranamente quell’ambiente comincia ad essermi familiare... Giro lo sguardo verso la figura che mi è affianco e che non ha mai parlato. Quando i miei occhi incrociano quelli blu mare dell’infermiere, il mio cuore perde un battito. L’altro sorride nel vedermi sveglia e d’improvviso, la voce che mi torturava in sogno, domanda “Come ti senti Annie?” Trasalisco nel sentir pronunciare il mio nome e, nonostante la voglia di urlare sia tanta, l’unica cosa che esce dalle mie labbra è uno squittio patetico.

 “Scott, che ci fai qui?” sussurro, non riuscendo a far altro. L’altro inarca le sopracciglia, fissandomi sorpreso.

 “Come? Non vuoi accanto l’uomo che sarà tuo marito fra pochi giorni?”

“Mio marito… ma cosa stai farneticando…” Comincio a non sentirmi bene di nuovo! Quello vicino a me non può essere lui… è solo un ragazzo! Io ho circa 60 anni, lui non può averne ancora 25!

Con sguardo implorante fisso il suo viso alla ricerca di una qualche ruga ma non ve n’è nemmeno l’ombra, è come se per lui il tempo si fosse fermato. I suoi capelli sono ancora color del grano e il suo viso è ancora bellissimo.

 Cerco di riflettere sulle sue parole, su quel “marito”. Non riesco a trattenere una smorfia; ormai sono vecchia per sposarmi, lo sono da un bel po’.

Cerco di sollevarmi e libero la mia mano dalla stretta di Scott per riuscire a sedermi. Poggiando la schiena al muro dietro di me fisso il vuoto senza riuscire a capire come mai questo sogno sembri tanto reale ma…  è di sogno che si tratta ?!

Ho tutti i muscoli intorpiditi e mi gira la testa. 

“Annie, adesso va meglio? Sei ancora pallida, vuoi che ti porti qualcosa, non so, un po’ d’acqua?”  

Mi giro di scatto e nervosamente esclamo “Voglio solo che quest’incubo finisca!” mi blocco notando all’improvviso, qualcosa di strano  nella mia voce. Un brivido mi percorre la schiena e comincio a sudar freddo. Improvvisamente riconosco anche la stanza in cui mi trovo: la mia stanza da letto è stata così fino ai miei 30 anni.

Chiudo con forza gli occhi nascondendo il volto con le mani, il cuore che batte con violenza nel mio petto: due forti braccia mi circondano stringendomi all’improvviso e facendomi irrigidire.

 “Non piangere, amore, capita a tutti di essere confusi prima del grande passo!”

“Co…cosa?” Riesco a sussurrare sottraendomi all’abbraccio  “Non sto piangendo e non l’ho più fatto dal giorno in cui…” mi blocco all’improvviso, stringendo le labbra “Lasciamo perdere!” Finisco per esclamare prima di liberarmi delle lenzuola ed alzarmi dal letto. Raggiungo la porta della stanza barcollando leggermente ma non per questo meno intenzionata ad andar via.

“Annie, dove vai? Sei ancora debole!” grida Scott alzandosi a sua volta, ma ignoro le sue proteste raggiungendo le scale che portano al piano terra.

Sto per varcare la porta di casa quando qualcosa mi fa bloccare “Aspetta un momento, forse c’è una spiegazione logica a tutto ciò, forse…” Scuoto con forza la testa “Non può essere vero, questo è solo un incubo!” Mi giro di lato e vedo una figura riflessa nel grande specchio all’entrata: è una giovane donna, ha i capelli color ocra che le arrivano in graziosi ricci sotto le spalle. Gli occhi azzurri sono pieni di paura mista a stupore.

Porto una mano al viso e mi tocco una guancia  “Ma quella… non può esser…”  Sorrido e mi si formano due fossette ai lati della bocca. Una mano si poggia sulla mia spalla facendomi trasalire.

“Scott…” sussurro questa volta convinta che sia davvero lui e non un fantasma anche se, effettivamente, non so più cosa pensare… l’unica cosa sicura è che, fermandomi a riflettere, non sono più tanto sicura che tutto ciò mi dia fastidio.

Vedere il mio viso riflesso, mi dà una bella sensazione, mi fa sentire bene, come non mi sentivo da tanto e più passano i secondi più la voglia di far di nuovo mia questa vita si fa più forte. Ho voglia di approfittare di quello che mi sta accadendo, di godere di questa strana e improvvisa esperienza, qualunque essa sia e da qualsiasi cosa sia causata.

Alla luce delle mie considerazioni, e forse anche a causa di qualcosa che non è sotto il mio controllo, il rancore verso il giovane che mi è vicino, coltivato in tanti anni di solitudine, sembra diminuire, come se il ritrovarmi di nuovo faccia a faccia con lui, facesse dimenticare il torto subìto.

“Ti prego, torna a letto, hai bisogno di riposo!” Un sussurro che mi solletica la nuca.

Sembra difficile pensare che un giovane così dolce e premuroso possa aver…

“No!” penso tra me “Non devo dimenticare tutto quello che ho passato… già, però, io sono stata anche molto dura con lui, in fondo lui non ha mai smesso di dichiararsi pazzamente innamorato di me, anche dopo quella marea di insulti che gli ho rivolto… forse avrei dovuto dargli un’altra possibilità!” è questo il dubbio che mi ha lacerato per tutti questi anni.

La mia mente viene invasa da una strana calma, è come se all’improvviso mi sentissi inspiegabilmente leggera; sensazioni ed emozioni di un’età ormai passata da tempo, prendo il sopravvento, come un fiume in piena che scavalca gli argini, inondando il terreno circostante.

Mi lascio guidare da Scott che, tenendomi la mano, mi riporta in camera “Gli darò una nuova occasione…” il pensiero sorge spontaneo nella mia testa e tutto il resto diventa una logica conseguenza “È per questo che mi trovo qui: lo sposerò, qualunque cosa succeda! Non ripeterò lo stesso errore due volte!”

 

 

 

   
 
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