15. “Fine?”
Una ragazzina dai lunghi capelli dorati si aggirava tra i corridoi dell’Ouran alla ricerca dell’ aula di musica numero 3. Finalmente la trovò e lentamente aprì la porta. Al suo interno vide uno spettacolo meraviglioso, come tutte le volte che vi entrava del resto…Si guardò intorno alla ricerca della sorella e non si accorse che Tamaki le stava venendo incontro.
-Konata, sei ogni giorno più radiosa-
Sorrise.
-Haru-chan è qui?-
-È uscita un attimo, ma tornerà tra poco…se vuoi puoi prendere una tazza di tè-
-D’accordo grazie…ah, e Hikaru?-
Le indicò un divanetto dove erano seduti il rosso e una ragazza dai capelli neri. Sbuffò.
-Vedo che è impegnato…quindi non lo disturberò…-
Disse alterata e il lord rise. Poi si diresse verso il suo tavolino, quello vicino alla finestra, cercando di passare proprio davanti all’Hitachiin. Estrasse il suo blocco da disegno e si mise a disegnare, ovvero, faceva finta di farlo, infatti stava controllando le mosse del ragazzo. Vide che stava dicendo qualcosa alla moretta e si dirigeva verso di lei. Fece finta di niente.
-Konata, perché non mi hai salutato?-
-Non volevo disturbare te e la tua amichetta-
Sospirò e si abbassò arrivandole all’altezza del viso.
-Lo sai che il mio compito è intrattenere le clienti-
-Bene, e allora fallo-
Le si avvicinò.
-Ma ora ci sei tu…-
-E quindi?-
Sbuffò.
-Noiosa…e quindi sto con te-
-Guarda che non devi sacrificarti solo perché io sono la tua ragazza…-
Disse dando molta enfasi alla parola.
-Se vuoi fare il dongiovanni con le altre fallo…non m’interessa-
Si alzò dalla sedia.
-Anzi, sai cosa ti dico?-
Si alzò a sua volta.
-Cosa?-
-Vado a farmi coccolare da Kei-chan-
Strabuzzò gli occhi.
-Che?-
-Hai sentito bene carino…bè, ora vi saluto…ciao, ciao!-
Disse con un cenno della mano dirigendosi verso la porta.
-Ehi Konata aspetta! Konata!-
Il lord vide il rosso seguire la ragazza e sorrise, poi la ragazza mora che si trovava sul divanetto insieme a Hikaru gli si avvicinò preoccupata.
-Tamaki…quella ragazza è forse la fidanzata di Hikaru-kun?-
Il biondo annuì.
-Ma non preoccuparti…fanno così tutti i giorni…-
-Tutti i giorni?-
-Bè, loro si divertono così…-
-Konata aspetta!-
La ragazzina affrettò il passo e raggiunse l’amico che l’aspettava al cancello della scuola.
-Kei-chaaan!-
-Kona-chaaan!-
Il ragazzino le saltò addosso e l’Hitachiin sbuffò.
-Staccati dalla mia ragazza-
Gli fece la linguaccia.
-Tu stai con le tue stupide clienti e Kona-chan sta con me!-
-Giuro che questa volta ti uccido-
-Prova a torcere un capello a Kei-chan e vedrai che ti faccio-
Il biondo cinse l’amica per le spalle e l’avvicinò a sé sorridendo.
-Non potrai mai dividere me e Kona-chan! Lei è la mia più cara amica-
-E tu non potrai mai dividere me e Konata, perché lei è la mia fidanzata!-
Il ragazzino sbuffò.
-Ancora per poco…presto si accorgerà che io sono meglio di te!-
-Certo, l’importante è crederci-
-Kei…ne avevamo già parlato…-
-Lo so Kona-chan, ma sei così carina che è impossibile resisterti-
Arrossì.
-Kei ma che…-
-Questa è la volta buona che ti faccio fuori essere inutile!-
-Provaci-
In quel momento arrivò Yu che tornava dall’allenamento accompagnato dalla sorella dai capelli castani.
-Ehi voi che state facendo?-
La biondina abbracciò la sorellona.
-Haru-chan!-
Yu guardò male i due ragazzi. Stavano discutendo per sua sorella, come tutti i giorni del resto…
-Senti sorellona, che ne dici se ti accompagno a casa? Così saluto papà!-
Annuì.
-D’accordo…allora andiamo, vieni Yu?-
Il ragazzo lanciò un’ultima occhiataccia ai due e seguì le sorelle.
-Ehi, Konata vengo anch’io!-
-Kona-chan aspetta!-
Il castano si voltò verso di loro.
-Cosa volete fare voi due?-
Hikaru non lo calcolò nemmeno e gli passò davanti raggiungendo la biondina. Kei cercò di imitarlo ma venne bloccato da Yu.
-Perché fermi me e lui no?-
-A lui ci penso dopo-
Il biondo sbuffò, poi indicò alle spalle del fratello delle Fujioka.
-Yu guarda! Quel maniaco di un Hitachiin sta cercando di baciare tua sorella!-
Sussultò.
-Maledetto…-
-Aaaaaaaah, Yu stai fermo!-
Il ragazzino si attaccò al braccio dell’amica ridendo. Haruhi sospirò. Non poteva più fare la strada di casa in pace. Sorrise. Come ogni giorno del resto…