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Autore: MissNobody    21/02/2011    1 recensioni
La vita è come una porta. Alcuni entrano, altri escono, altri indugiano sulla soglia e altri neanche li vediamo.
Ma come fare quando vivere la propria vita diventa la sfida più grande? E quando la vita non guarda in faccia nessuno, nemmeno i Fab4? Una storia senza pretese, non completamente fedele ai fatti realemente accaduti al gruppo, che racconta le vicende di quattro ragazzi speciali e delle persone che con coraggio entrarono a far parte della loro vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Paul McCartney , Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 CAPITOLO 2
 
-Dannazione!-
-Paul ma che diavolo fai? Sono le nove, torna a dormire!- sbottò Lennon, esasperato dal casino che l’amico stava facendo.
Si sporse da sopra le coperte e vide Paul alle prese con carte e cartacce sparse su tutta la scrivania, che frugava smanioso.
Non sentendo una risposta, il chitarrista insistette.
-Ma che cerchi? Ha a che fare con ieri sera?- sibilò John, curioso e malizioso.
-Che vuoi dire?- Paul rimase sul vago, senza staccare gli occhi dalle certe che stava esaminando.
-Com’era la giornalista carina?-
-Come fai a…-
-Eddai Paulie, lo capisco quando t’interessa una. Allora, com’era?-
-Simpatica-
-Prego? Adesso si dice così? O hai voglia di paralare in codice?- John non riusciva a capire se l’amico stesse scherzando o meno.
- Hai capito bene. Abbiamo solo parlato e poi ci siamo baciati sotto casa sua. Niente di più-
-Ma seriamente? Ti ha dato buca?-
-No, John. Solo perché non mi scopo una dopo cinque minuti che la conosco non vuol dire che mi ha dato buca!-
-Oh povero… hai fatto cilecca? Dai amico capita a tutti una serata storta…-
Paul, esasperato, si diresse verso la porta, ma la trovò bloccata dall’amico Ringo.
-Hai fatto cilecca??- domandò lui, ridendo a crepapelle.
-No, maniaci, non ho fatto cilecca!!- Paul era al limite della frustrazione.
-Dai ragazzi, solo perché non se l’è portata a letto non significa che abbia fatto cilecca- disse George, strofinandosi gli occhi.
-Grazie George-
-In ogni caso è stata una settimana stressante…-
-Oddio! Mi fate sclerare voi tre portinaie!-  disse Paul passandosi una mano tra i capelli.
-In ogni caso, perché stiamo parlando di questo alle nove del mattino?- chiese Ringo.
-Perché Charlie si aspetta che io la richiami, ma non ho idea si trovi il biglietto da visita che ci ha dato!-
-Hai perso il biglietto?-
-Come hai fatto?-
-Non l’ho perso IO! Era per tutti, il vostro sostegno dov’è?-
-Paulie ha ragione, dovremmo essere più solidali- disse Ringo, ghignando.
Silenzio.
-Io torno a dormire- disse George piatto.
-No, no Harrison, se io devo stare qui con Isterico-Paul a cercare quel benedetto foglietto voi resterete qui con me!- disse John, autoritario.
George sapeva che non avrebbe avuto scampo, quindi si sedette sul pavimento assieme a Ringo e si misero a spulciare cassetti e cestini alla ricerca di quello stupido cosino.
 
Intanto in una camera molto più ordinata…
-Non ci posso credere- Julie era decisamente stordita dalle news dell’amica.
-Sembra una favola… o un reality show!!-
-Ma di che diavolo parli?- chiese Charlie, un po’ scocciata dalla reazione insistente dell’amica.
-Ma come di cosa? Di Paul e…. daii! Non fare l’idiota!-
-Perché, secondo te mi richiamerà? Sicuro come l’oro guarda! Sono una donna adulta, non voglio stare attaccata al telefono sperando che una suer star mi chiami. È fuori discussione, Julia. E anche tu, non dovresti gasarti troppo, è stato solo un episodio- rispose Charlie, scocciata e nervosa.
In realtà, il coronamento di quel sogno sarebbe stato ricevere una telefonata. E anche se non l’avrebbe mai ammesso, ci sperava davvero, proprio come le ragazzine.
 
-Ma che diamine… JOHN! Un altro esperimento?!- I ragazzi sentirono Brian sbraitare dall’ingresso della suite.
- è sempre colpa mia qua dentro! No, Brian, è tutta un’idea di Paul- Brian seguì la voce di Lennon sino alla camera da letto.
Lo spettacolo che gli si parò diceva tutto tranne ‘Super star’. I quattro erano seduti per terra, immersi in un mare di biglietti e bigliettini, carte da gioco, foto, biglietti del teatro, ricevute.
- Sono due ore che siamo qui come quattro barboni, e quel coso non si trova- si lamentò George, storcendo il naso mentre tirava fuori dal cestino un biglietto accartocciato e macchiato di yogurt.
- ECCOLO!!- urlò Ringo.
- Starr, se urli un’altra volta per una ricevuta della tintoria sei ufficialmente disoccupato- sibilò Paul, stralunato.
- Allora, cos’è?- chiese John, impaziente.
- Una… una tessera della ‘Casa del Ghiottone’ di Liverpool?!-
-Hai frugato nella mia scrivania?!- gridò George.
- L’ho fatto per Paul…- Ma Ringo non riuscì a finire la frase, che il chitarrista gli si scagliò addosso armato di cartacce allo yogurt.
Intanto John analizzava accuratamente la carta di un panino.
-Strano, io non mangio mai i Cheesburger- 
-Dio John, metti giù quello che schifo!- disse Paul, guardando la rivoltante… ‘cosa’ che Joh teneva in mano.
- Bhe, in ogni caso o è un panino al tonno relativamente recente o uno ai gamberetti decisamente preistorico-
- Ragazzi, basta con le cazzate. Paul, di grazia, che cosa sta succedendo?- Brian sembrava sul punto di un crollo nervoso, come tutti i presenti.
- Devo chiamare una ragazza!-
-Non avevo dubbi, Paul. Però adesso basta, tra un ora dobbiamo essere agli studi e non voglio che arriviate coperti di immondizia!-
Poi si voltò verso George, che ancora stava cercando di strangolare il povero Ringo.
-Geroge, se lo uccidi dovremo chiamare ancora quel session man con l’alito che sa di aglio!-
Solo questo sembrò richiamare all’ordine il più giovane dei quattro, che si staccò da Ringo ma non senza aver prima ripreso gelosamente la sua tessera del Ghiottone.
Durante il tragitto Paul rimase irrimediabilmente silenzioso. Guardava fuori dal finestrino e ripercorreva con la mente la serata precedente. Le risate, le chiacchiere, quel bacio così bello e incredibilmente dolce. Si sforzò di ricordare il nome della via in cui aveva accompagnato Charlie, ma con tristezza si rese conto di non ricordarselo. Non era un ragazzo superstizioso, ma le cose stavano decisamente remando contro di lui e questo lo faceva riflettere.
Cercò di costruire un bel sorriso sulla sua faccia  quando si rese conto che l’ingresso degli studi dove avrebbero tenuto uno spettacolo quel giorno erano assediati da ragazze urlanti.
-Si va in scena- disse John, uscendo dall’auto.
Il rombo delle fan li investì in piena faccia, tanto che non riuscirono  fermarsi più di qualche secondo fuori dall’ingresso, la calca era davvero notevole, soprattutto dopo un inizio di giornata così fiacco.
Dopo che una ragazza li ebbe guidati al loro camerino e Brian si fu messo ad organizzare ogni cosa, mancava ancora un’ultima prova: schivare i giornalisti muniti di pass che li  attendevano fuori dal camerino. Quando Paul li vide tirò un sospiro scocciato: non aveva la testa per mettersi a fare il bellissimo con la stampa, per cui accelerò il passo. Erano già in camerino, quando si resero conto che mancava qualcuno.
-Ahah povero Ringo, beccano sempre lui per queste interviste last minute!- rise George.
E infatti Ringo era stato poco gentilmente trattenuto fuori dal camerino da giornalisti, decisi a non essere ignorati dai fab four.
-Allora Ringo, cosa ci puoi dire della scaletta di oggi?-
-Bhe, è ancora da decidere a dire il vero. Io suono quello che mi dicono di suonare- sorrise il batterista.
-Ma come fai ad essere sempre così allegro e simpatico?- chiese una giornalista, ridendo.
-Mi faccio di Prozac!-
Ancora risate, quel ragazzo ci sapeva fare.
- Sei fidanzato Ringo?-
Sempre quella dannata domanda! Anche se fosse stato sposato con otto figli non sarebbe andato a raccontarlo ai giornali, cavolo!
-No, non attualmente. A proposito, c’è nessuno che è libero per cena, stasera?-
In quel momento le risate dei giornalisti si fecero più attutite. Ringo spostò tutta la sua attenzione ad una ragazza che stava passando in quel momento, gli occhi coperti da un paio di occhiali scuri.
Era Anne Nix, una famosa modella che era presente anche la sera prima alla festa.
Gliela avevano presentata una volta, e da allora le era rimasta impressa. Lei gli rivolse un ampio sorriso, che lui ricambiò con difficoltà. Tra le luci dei flash e l’espressione ebete che gli si era fossilizzata, Ringo sapeva di dover sembrare un povero idiota.
-Adesso devo andare ragazzi, a più tardi- e detto questo Ringo scappò dentro al camerino.
I suoi compagni si stavano già cambiando, quando lui sbottò.
-Ma il “tutti per uno” e “nessuno rimane indietro”??-
-Che ci vuoi fare, la stampa ti adora nasone!- disse John, tirandogli l’appendino con i vestiti addosso.
-Ho sentito che c’è anche la Nix oggi…- riprese malizioso George.
-Ma va? Davvero? Non lo sapevo proprio, nossignore, ma in fin dei conta che cambia? Suoniamo le stesse canzoni per milioni di persone!- sputò fuori Ringo, imbarazzato e colto in fallo.
-See, come no- sussurrò John, ghignando.
-Ce la farai mai a chiederle di uscire o no?- chiese Paul, annodandosi la cravatta.
- Cosa vi dice che io voglia uscire con lei?-
-Il metro e mezzo di bava che hai lasciato tipo lumacone per terra- scherzò George. –Ti vuoi vestire o no?-
- Siete davvero simpatici stamattina-
I quattro si vestirono e si diressero al set. C’era parecchia gente, tra giornalisti, addetti alle riprese e ospiti dello show in cui avrebbero suonato.
La performance fu strabiliante, come al solito, e i quattro si fermarono poi a rilasciare un’intervista ai conduttori del programma.
Ringo non poteva fare a meno di lanciare sporadici sguardi alle persone che si affastellavano dietro alle quinte o alle macchine da presa, sperando di intravederci Anne. Ma come poteva lui, un ragazzo che fisicamente non era mai stato etichettato come un Adone, fare colpo su una delle donne più belle d’Inghilterra? Non che essere uno dei Beatles non avesse giovato alla sua autostima, ma ancora non credeva di avere delle concrete speranze con quella ragazza.
Una volta conclusa l’intervista i quattro si spostarono fuori dagli studi, in un cortiletto sul retro, per fumare. Ma lo trovarono occupato. E indovinate da chi?
- Buongiorno signora!- disse John, producendosi nel suo solito baciamano targato “Lennon”.
- Chi si vede, i Beatles!- ripose Anne, che stava chiacchierando con il suo manager.
- Come andiamo bellissima?- chiese George, estraendo l’accendino.
In tutto ciò, ovviamente, Ringo era paralizzato e si portava meccanicamente la sigaretta alla bocca, schiavo dell’imbarazzo che lo attanagliava.
-Bha così, tanto stress e poco tempo libero- rispose lei.
-Ahh bhe, allora hai incontrato le persone giuste. Che ne dici di venire ad una festicciola all’hotel, stasera? Niente di plateale e zero fotografi. Allora?- chiese Paul, affascinante come al solito, mentre John e George lanciavano degli sguardi che gridavano “PARLAAA!” a Ringo.
- Sì sarebbe carino. Che ne dici Rob?- rispose lei, mentre il suo agente annuiva silenzioso.
- Ora devo scappare, ci vediamo stasera, ragazzi- Anne spense la sigaretta e camminò verso l’entrata.
-Alle dieci, bellezza- disse John. Poi, appena la porta si fu richiusa, tutti e tre si girarono verso Ringo.
-Qual è il tuo problema?-
-Io…bhe….- Ringo sembrava boccheggiare.
-Andiamo bene. Datti una svegliata uomo, è ora di attaccare!- disse George.
- Sì, ma non fare come Paulie che perde il numero di telefono!- continuò John. Paul lo squadrò.
-Sei simpatico come una spina nel…-
-Ragazziiii?? Ve le state fabbricando quelle sigarette o cosa?-
Era Brian, e per quel momento le diatribe tra i quattro erano destinate a finire.
 
 
 
-Certo che quel McCartney è davvero fantastico, forse l’uomo più bello che io abbia mai visto!-
La casa di Charlie era impregnata dell’odore del tè. Una collega di lavoro era venuta a fare due chiacchiere e accendendo la televisione si erano imbattute in uno show pomeridiano in cui si stavano esibendo proprio i Beatles. Quando si dice il destino!
- Ehm… sì, non c’è male. Anche se… io personalmente preferisco George!-
Bugia.
-Bhe anche lui è strepitoso ovviamente, ma Paul è fantastico-
“Non sai quanto ti do ragione” pensò lei con amarezza.
-E tu che li hai anche intervistati! Ma ti rendi conto? Voglio sapere tutto!-
Naturalmente il “tutto” tanto agognato da Louise era Top Secret, soprattutto alla luce del fatto che era la più pettegola dell’ufficio.
-Sono stati molto simpatici ed educati, ma non c’è stato tempo per fare due chiacchiere, eravamo molto in ritardo-
Mezza bugia.
- Ma poi tu sei anche andata alla festa! Anche io avrei tanto voluto andarci, ma avevo una dannata scadenza!-
- Com’è stata?-
-Che cosa?- chiese Charlie, facendo la finta tonta.
-Ma la festa, sciocchina!-
-Ah bho… sì bello… in realtà sai che cosa? Non stavo tanto bene e sono andata via presto-
Bugia enorme.
-Siamo due ragazze sfortunate cara, ma non temere arriverà anche il nostro canto del cigno-
“Già, il punto è che il cigno potrebbe aver già cantato, ma non ha ricevuto risposta”.
Per quanto stesse cercando di prenderla in modo maturo, tutto quello che Charlie riusciva a pensare erano le mille illusioni che si era fatta e il fatto che Paul non l’aveva più chiamata. Prevedibile, ma comunque doloroso.
 
-Hai intenzione di venirci così alla festa?- chiese George rivolto a Ringo, che si stava facendo allacciare la cravatta da John.
- Perché, sto male?-
-Non prestargli attenzione Rings, stai benissimo!- rispose John.
- Sì, ne riparliamo quando quel cappellino che porti sempre (n.d.A. e che io adoro!!) tornerà di moda, Lennon-
- Cos’hai contro il mio cappellino, Harrison?-
-Niente, finchè lo terrai fuori dal set del film!-
-E perché dovrei? A Hard Day’s Night riproduce la nostra vita e io indosserò il mio cappellino!-
- Hey, Terra chiama Lennon/Harrison! Sembrate due vecchie zitelle!-
Ringo si allontanò dai due che continuavano a beccarsi e a lanciarsi cravatte colorate, e raggiunse Paul che stava fumando in balcone.
-Hey Macca!-
-Hey Rings, come va?-
- Bene, a parte la scena da finocchi che si sta consumando di là!-
Paul rise in un modo che non convinse Ringo.
-Ancora sotto per la reporter?-
-Te lo giuro Ringo, che non mi era mai capitata una situazione così! Non mi ricordo la via o la strada che ho fatto in macchina, ho perso il suo numero e non so dove lavora!- Paul era esasperato.
- Stai su Macca… prima o poi la ritroverai, la bella giornalista!- cercò di tirarlo su Ringo.
-E tu?-
- Io non so neanche con quale faccia andrò li stasera, spera di non fare brutte figure- Povero Ringo.
-Hey, sei uno dei Beatles amico! Quella squinzia cadrà ai tuoi enormi piedoni!-
Era incredibile come fosse utile in certi momenti avere i propri amici sempre intorno.
- Signorine, ci siamo o vogliamo fare notte?- John si sporse sul balcone e così i quattro scesero alla festa.
Non c’era molta gente, solo qualche amico di Brian e colleghi del mondo dello spettacolo. In particolare i quattro aspettavano la comparsa di una certa ragazza.
-Fidati, arriverà. Perché intanto non ci facciamo un goccio?-
Si sedettero in un angolino della stanza, parlando delle riprese del film che stavano per cominciare e degli invitati alla festa.
-Hey George, dov’è Stella?- chiese Paul.
Stella era ciò che di più simile c’era ad una fidanzata in quel momento nella vita di uno dei Beatles. In particolare George sembrava aver letteralmente perso la testa per quella ragazza, benché si frequentassero solo da un paio di mesi.
-No, non stava bene così è rimasta a casa-
-Hei ecco la tua bella Ringo!- Tutti si girarono e videro Anne avvicinarsi al tavolo.
-Come andiamo Beatles?- chiese lei. Era innegabile che tutti gli uomini alla festa si erano girati per lei, ma del resto non era certo una ragazza che passava inosservata.
- Meglio ora che sei arrivata!- ammiccò John.
Rimasero lì a parlare per un po’ e Ringo davvero non riusciva a proferir parola. Era incredibile, di solito era l’anima di tutte le fese e ora era come un adolescente. Tutto procedeva tranquillo finchè non si avvicinò un uomo sconosciuto che si rivolse ad Anne.
- Ah, allora te la fai con questi adesso? Con quelle zazzere fino agli occhi e quei pantaloni stretti?-
-Strano che proprio tu critichi i pantaloni altrui, quando tu non riuscivi nemmeno a tenere allacciati i tuoi- rispose Anne, con uno sguardo d’odio all’avventore.
-Non posso credere che tu sia veramente qui a fare la cretina con questi qua-
- Bhe sai cosa credo io? Io credo che la signorina non gradisca la tua presenza, quindi ti chiederei gentilmente di andartene. Chiaro?-
Ringo si era alzato in piedi e si era mosso minaccioso verso l’uomo.
-Quindi è lui adesso il tuo fidanzato? Questo nanetto?-
- Hey, se te la prendi col nanetto ne riceverai quattro volte tante!- Data la situazione di minoranza il disturbatore decise di andarsene.
-Scusatemi tanto, non avevo idea che sarebbe stato qui stasera- Anne sembrava davvero mortificata, era la prima volta che quella star altrimenti impeccabile si mostrava imbarazzata.
-Ma chi era quello?- domandò Ringo.
-Era… Jack, il mio ex fidanzato. Ma ormai è acqua passata- disse, rivolgendosi a Ringo.
La serata proseguì tranquilla, tra le chiacchiere e la musica. Ringo finalmente sembrava essersi sciolto e i due parlarono a lungo, tanto da attirarsi addosso gli sguardi di tutti. Alcuni, gli invidiosi, si chiedevano cosa una donna così bella ci trovasse in lui, eppure Anne non riusciva a staccare gli occhi di dosso a Ringo.
-Ora devo andare, è stato molto bello stasera- disse Anne, alzandosi.
-Anche per me- anche il batterista si alzò e, timidamente, diede un soffice bacio sulla guancia della modella.
Si alzarono molti bisbigli, e Ringo sapeva che l’indomani qualcosa sarebbe saltato fuori. Ma chissene frega.
Anne gli lasciò il numero di telefono e mentre si allontanava colse i sussurri di chi diceva che quel batterista con la frangia non era alla sua altezza.
Così si girò  si rivolse a Ringo, parlando ad alta voce.
-Hey Ringo chiamami!-
Detto questo scomparve e il Ringo in questione si sentì come galleggiare per aria, era una situazione surreale ma fantastica.
- Colpita e affondata, Rings!- John gli diede una pacca sulla spalla, ma il batterista sembrava non dare cenni di vita. Se ne stava inebetito e contento.
-Vabbè ragazzi si è fatto tardi, è meglio che vada a trovare Stella. Tu Starkey fammi una cortesia, domani mattina prendi quel numero e chiamala! Buonanotte ragazzi!-
disse George, unendosi agli ultimi ospiti che ne se ne andavano.
Paul avvertì una fitta allo stomaco. Era più che felice per Ringo ma non poteva non pensare a come, ironia della sorte, lui quel numero non l’aveva trovato e non aveva possibilità di rivedere quella ragazza.
Ma si sa, non si può mai sapere che cosa accadrà, soprattutto quando sei uno dei Beatles!
 
LITTLE CORNER:
 
Ciao a tutti! Ok, siamo al secondo capitolo e le cose si stanno complicando, soprattutto per Paulie! (Bello avere i cellulari sempre sotto mano eh?)
Comunque so che per ora mi sono concentrata soprattutto su Paul e Ringo, ma anche gli altri due verranno un po’ strapazzati, promesso!
Ringrazio inoltre JUNY_  per aver recensito la storia e per le sue belle parole, grazie davvero mi sei stata d’aiuto!
Mi raccomando recensiteeee, cose belle, brutte eccetera sono ben accette!
Grazie anche a chi legge e basta! J
Un bacio,
NOBODY.
 
  
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