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Autore: La Signora in Rosso    23/02/2011    13 recensioni
"...senza quel dannato pomeriggio non sarebbe incominciato nulla."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! XD eccoci qua con il primo capitolo. Ovviamente vi chiedo ancora di essere clementi con me… Sono inesperta e nemmeno una gran scrittrice, a dirla tutta. Quindi… è ben accetta qualsiasi critica, purché sia mossa per migliorare i miei esperimenti ^^

Buona lettura ^^

Uh, si. Ovviamente i personaggi non mi appartengono (altrimenti non sarei qui a scrivere ciò che mi detta la mia mente perversa), non mi pagano ed è tutto frutto della mia immaginazione.


Quel dannato pomeriggio era iniziato con una chiamata al cellulare.
Frank era chino sui libri, cercando un modo per risolvere trigonometria in meno di 5 minuti, visto che poi sarebbe dovuto andare a lavorare.
Eggià, il lavoro.
Aveva ottenuto un misero posto in un locale piuttosto squallido in centro.
Era il fattorino, l’unico, e portava le ordinazioni a casa dei clienti. Squallido veramente.
L’unica ragione per cui non aveva ancora mandato tutto a puttane erano i soldi… anzi… anche il fatto di poter guidare per la città con la musica pompata al massimo volume.
Frank adorava guidare la sua “bimba”.
Era insomma così assorto che non badò al leggero ronzio che riempiva il silenzio.
La luce bianca dello schermo di un cellulare illuminava le lenzuola sul quale stava vibrando, inutilmente. Frank non lo avrebbe sentito.

Dopo circa quattro chiamate il ragazzo si rese conto che il silenzio non era più tale e si finalmente voltò per guardare il letto.

-Chi cazzo è adesso? Devo finire tutto per domani… Shit. Il capo.
Sì, pronto?-

- Iero? Cazzo, a che ti serve il telefono se non rispondi?? Senti, non sta’ venire al lavoro oggi. Non mi servi. -

-Ah. Ehm, come mai? -

- Se ti dico che non mi servi non mi servi, che cazzo! Ci sentiamo per domani, in caso. –

-Oh, ok… ehm ci CLICK –
“ Fottuto bastardo. Ha interrotto la chiamata. Neanche saluta… bah… almeno ho il tempo di finire ‘sta roba”

Sbagliato. Il pensiero di Frank era totalmente sbagliato.
Non aveva ancora appoggiato il telefono alla scrivania che nuovamente gli vibrò tra le mani. Un sms, da Mike.

“ Hola compare. Stasera ti voglio a casa mia, che dobbiamo festeggiare!
Ci saranno anche gli altri, quiiindi non puoi dirmi di no!!
Ti aspetto. Mike.
Ps. Il stasera era per dire, ti voglio qui entro massimo una mezz’ora ;)”

“Pfffff….mezz’ora?? Manco il tempo di farmi una doccia.”

In effetti, per la doccia ci mise dei secoli, come al suo solito, e ancora con i capelli mezzi bagnati uscì di casa e si diresse all’isolato successivo, quello di casa Way.
Già da fuori si sentiva la musica che impazzava là dentro, Iron… mica male.
Suonò al campanello, non sapeva neanche il perché, tanto non lo avrebbe sentito nessuno. E infatti.
Tirò faticosamente fuori dalla tasca dei jeans aderenti il telefono e chiamò il suo migliore amico.
Non rispondeva.

“Vatti a fidare di quel nerd anoressico.”

Improvvisamente venne sommerso da un’ondata di musica spaccatimpani. Assolo impeccabile, per l’amor di Dio, ma era a livelli veramente spaccatimpani!
La porta era stata aperta, un Mike sudato e puzzolente d’alcool gli fece cenno di entrare, col telefono in mano.

- Ah, finalmente amico! Ce ne hai messo di tempo! –

- Mike, esattamente, da quanto avete incominciato a bere? Cazzo, sei distrutto.
E poi, che si festeggia oggi? Mi sono mica dimenticato del compleanno di qualcuno?-

- Oh oh, Frankie, lo sai che l’alcool lo sopporto male…mi hanno fatto bere un unico bicchiere di Dio-solo-sa-cosa e adesso ci vedo doppio!
Ahahaha….ma dai, entra…e, tra parentesi, è il compleanno di mio fratello. Gli ho organizzato una festa con pochi intimi, lo sai com’è fatto eeeeeeh, beh, eccoci qui!-

Era allibito. Una festa di compleanno per l’Uomo Inesistente? Non ci poteva credere.
E, pochi intimi? Erano in cinque, cazzo. Gran bella festa, complimenti.
Aveva lasciato l’unica speranza di venire promosso quell’anno per una “festa” di cinque persone, compreso il festeggiato? Fantastico.
Ma in fondo, erano i suoi amici, ed era ben curioso di vedere l’Uomo Inesistente una volta nella vita, a dirla tutta.
Raggiunse gli altri, seduti sul grande divano e si appollaiò sul bracciolo, rubando un bicchiere dal tavolino.
Era già pieno. Chissà cosa gli riservava il destino. Vodka… lemon… non male.
Si unì al discorso instaurato dai ragazzi, ma, guardandosi attorno, si accorse di un piccolo dettaglio:
Gerard dov’era?

- Se ti stai chiedendo dove sia mia fratello, beh…credo sia uscito a telefonare. Dovrebbe essere qui a momenti. –

Dalla voce, un po’ impastata, si capiva che ne dubitava anche Mike.
Si era rivelato un solito pomeriggio tra amici.
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Molti bicchieri di vodka lemon dopo, il gruppo abbandonò la casa… unicamente Frank rimase dov’era.
A parte Mike. Lui era che russava mezzo disteso sul tavolino. Dell’Uomo Inesistente nemmeno l’ombra.

“Beh, è inesistente mica per niente, testina.” Pensò tra sé. In effetti.

Non poteva andarsene anche lui e lasciare quel disastro, però.
Traballante si alzò e incominciò a dare una ripulita, abbassare la musica e buttare i bicchieri nella lavastoviglie; ormai conosceva ogni angolo di quella casa, quasi fosse sua.
Non si accorse però della figura che lo guardava, appoggiata allo stipite della porta della cucina.
Ci dovette andare a sbattere contro per notarlo.

- Uh cazzo, scusa, non volevo Mikes… ma ti sei già rimesso in piedi? Alla fine allora l’alcool lo reggi eh?-

Peccato che c’era ancora qualcuno che russava forte, di là, in salotto.
Preso com’era dalla sua vena casalinga, Frank non aveva ancora alzato lo sguardo.

- Ehm, no, scusa, non sono Mike. Piacere… Gerard, il fratello.-

Oh… l’Uomo Inesistente. E, fischia. Che uomo!

“Hey, Frankie, ma che cazzo stai pensando! La vodka ti ha distrutto per bene stasera, eh?
Cosa lo fissi, quel ragazzo terribilmente…sexy, nei suoi jeans così neri e così….aderenti? Oddio, no…datti una calmata.
Così. Riconnetti il cervello, da bravo.”

- Ah…. Piacere. Mi chiamo Frank. Auguri. Oggi dovrebbe essere il tuo compleanno. Credo.
Ehm… lo ha detto Mike, sai… ci… ci… aveva invitati per questo stasera. Ehm… sì… ecco... –

“Distogli gli occhi dai suoi… bravo… no! Non guardargli le labbra… Hey, ma neanche il pacco!
Frank, che cazzo fai?!?! A te piacciono le ragazze!"

Frank era confuso: era la vodka o cosa?
Non poteva pensare seriamente di voler… avvicinarsi all’altro ragazzo, di toccarlo.
Di volerlo… baciare.
Rabbrividiva al solo pensiero.
Era paura o eccitazione?

- Ah, si grazie… in effetti è il mio compleanno… vedo che avete festeggiato anche per me. – Sorrise.

E bastò quel piccolo e innocente sorriso per mandare definitivamente in palla Frank.
Soprattutto perché si estendeva anche agli occhi, così verdi e luminosi e… bellissimi.

“Ohcristosanto.”

Sorridere in risposta fu automatico, automatico come respirare. Ma… che sorriso era?
Momento di silenzio.

“Hey, reagisci, cazzo. Sembri un ebete. Sei un ebete. Digli qualcosa!”

- Ehm… sì, in effetti. Scusa. Ehm… adesso devo andare, sai domani, la scuola… ehm… beh ci vediamo. Ciao. –

E si girò, senza neanche ascoltare la risposta di Gerard, fosse un “Capisco, certo. Ci vediamo." o un “Vaffanculo idiota, adesso mi dai una mano a mettere a posto”.
Non gli importava. Voleva solamente allontanarsi il più possibile da quel viso, da quelle labbra, da quegli occhi, da quelle mani.
Una volta in strada si mise a correre, zigzagando sul marciapiede. Ma correva, velocissimo.
Non voleva pensare, ma non era realmente padrone di sé stesso: aveva un chiodo fisso, e non sarebbe stato facile toglierlo.
Entrò in casa come una furia, urlando, inaccazzandosi, buttandosi sul letto disperato.

“Frankie, che mi combini? Non ti piacevano le donne, le femmine? I loro corpi morbidi e accoglienti? Non andava bene così?
… Cazzo, avrà pensato che sono un idiota, partendo così a razzo.
Sì, però… però niente. Non lo rivedrò più. Fa così lui, non si fa vedere. Mai.
Sì, ma quel sorriso?? Cosa ne diciamo di quel sorriso?? Il MIO sorriso? Cosa mi passava per la testa?!?!
Cazzo, lo odio. Perché? Non lo so. Ma poteva fare a meno di venire lì, di essere così dannatamente gentile. Di essere così dannatamente… bello.”

- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”-

L’urlo fece vibrare le pareti e abbaiare il cane dei vicini, rimasto fuori.

E Gerard?
Gerard era ancora sullo stipite della porta, voltato verso l’ingresso, rimasto aperto.
Frank non era riuscito a chiudere la porta nella furia di allontanarsi.
Si avvicinò e guardò fuori. Ormai era andato.
Sentì un cane abbaiare. Lentamente chiuse la porta.

“I suoi occhi… nocciola… liquidi… belli… quel suo sorriso…”


Scusate. mi renso conto che è abbastanza lunga. Grazie a tutti coloro che avranno il coraggio e la forza di leggere. un bacio LOVE IS LIKE SUICIDE
  
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