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Autore: Letty Cullen    26/02/2011    1 recensioni
Isabella è una ragazza 17 enne che si appresta a partire per le vacanze estive insieme ai suoi genitori. Passera' tre divertenti settimane, fara' nuove conoscenze e forse trovera' anche l'amore...
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Arrivammo a Seattle con grande anticipo. L'aerporto era davvero enorme.
Decidemmo di fare subito il check in e poco dopo ci accomodammo sulle sedie di plastica situate nel corridoio in attesa che il nostro volo venisse annunciato. Erano solo le 10 e 35 ma io sapevo bene come ingannare il tempo.
Dal bagaglio a mano estrassi ilmio lettore mp3, regalo dei miei genitori per il mio diciassettesimo compleanno, lo accesi e iniziai a scorrere sui titoli delle canzoni che apparivano. Ascolto quasi ogni tipo di musica, do quasi perchè quelle canzoni fatte solo di musica metallica proprio non le sopporto. Con la testa abbassata sullo schermo dell' mp3, saltellavo da un brano all'altro: Madon, U2, Bryan Adams ma anche musica italiana come Ramazzotti, Baglioni.
Con mia grande sorpresa vidi apparire il titolo di una canzone o meglio di una musica che non ricordavo di aver caricato sul lettore mp3: Clair de lune di Debussy.
Un ricrdo violento mi riapparv nei pensieri, prepotenti le lacrime salivano ai miei occhi, provai a ricacciarle da dove erano venute sbattendo ripetutamente le palpebre ma il mio sforzo fu vano.
Una, due,tre le sentii scendere calde sul mio viso, ancora piu' calde del mio viso, lo rigarono per poi morire sulla mia bocca.
La musica continuava a suonare, le note si susseguivano.
Istintivamente strinsi le labba e il sapore dell mie lacrime mi arrivo' dentro.
Dovevo trattenermi, dovevo resistere, respira Bella, respira, non potevo anche iniziare a singhiozzare. Molto attentamente cercai di ricompormi, asciugandomi le lacrime con il dorso della mano, cercando di non dare troppo nell'occhio. E fortunatamente ci riuscii. Mamma era intenta a leggere una rivista di moda mentre papa' si era avvicinato alla tabaccheria per acquistare delle caramelle.
Missione compiuta. In futuro dovro' ricordarmi di questa cosa.
Finalmente dall'altoparlante annuniarono il nostro volo in partenza. Meno male, non ce la facevo piu' ad aspettare.
Prendemmo i nostri bagagli a mano e ci dirgemmo verso l'entrata.
Una hostess molto gentile ci chiese di mostrarle i biglietti per indirizzarci verso i nostri posti. Con mio grande stupore la signorina ci condusse in Business Class. Mi voltai verso di lei (anche mia madre con me) con aria alquanto interrogativa e per tutta risposta mio padre mi disse: "Ragazze, ho voluto farvi una sorpresa! Soprattutto per te Bella, che fra pochi giorni è il tuo diciottesimo compleanno! Allora, che dite, vi piace!"
"Se mi piace? Cavolo, papa' ma è stupendo!" risposi io con le uniche parole che riusii a formulare. E con un grande sorriso (da orecchio a orecchio) gli saltai con le braccia al collo stringendolo forte e riempiendolo di baci.
"Per la miseria,questo è tutto nostro?" gli chiesi ancora su di giri per la recente "scoperta".
"Certo cara, ho prenotato tutto per noi!" mi rispose lui come se tutto cio' fosse una cosa normale.
"Oh tesoro, è stata davvero una splendida idea! Grazie" aggiunse mia madre guardandoci con aria felice.
Detto questo, elettrizzate piu' che mai, ci sedemmo su quelle avvolgenti poltrone.
Mancavano ancora alcuni minuti al decollo e nel frattempo ne approfittai pe rguardarmi attorno. Era davvero tutto molto elegante., ben curato.
La "parte" di aereo che papa' aveva prenotato era grande il doppio della mia cameretta.
Era separata dal resto del velivolo da una porta di legno scuro scorrevole.
Dalla solia, sulla destra si trovava un divanetto a tre posti con la base anch'essa in legno scuro e l'imbottitura a disegni grigio e beige; accanto a questo, sulla sinistra, faceva bella mostra un tavolino sul quale era posto un vaso di fiori colorati.
A destra invece, un mini frigobar con all'interno ogni tipo di bibita e una bottiglia di Champagne millesimato del 2002 (a quel vedere rimasi ulteriormente con la bocca aperta).
La moquette si intonava perfettamente al grigio del divano, con l'aggiunta di alcune sfumature piu' scure che richiamavano un disegno al centro del corridoio.
Lo spazio restante era occupato da sei imponenti poltrone di pelle grigia accessoriate di ogni comfort: schienale reclinabile, ampi braccioli, poggiatesta regolabile, morbidi cuscini e ancora poggiapiedi estensibile, la possibilita' di avere un mini tavolino estraibile dal lato destro della poltrona.
Quattro di queste poltrone erano posizionate di fronte a due a due; le altre si trovavano subito dietro.
E non era finita. I bordi dell'aereo erano rivestiti di radica marrone scuro tirata a lucido, dalla quale spuntavano qua e la' prese di correntee piccoli punti di luce che illuminavano dal basso.
L'illuminazione era composta anche da faretti incastonati nel soffitto.
Gli oblo', di forma ovale, erano corredati di eleganti tendine, anch'esse grigie, tirate di lato e legate con un morbido fiocco. C'era perfino una televisione a schermo piatto appoggiata su di una mensola.
Era davvero tutto molto elegante e per il tempo del volo sarebbe stato tutto nostro.
La voce dall'altoparlante mi risveglio'. Era il pilota che si presentava e salutava i passeggri augurando un buon viaggio.
Poco dopo comparve di nuovo la hostess dicendoci di allacciare le cinture di sicurezza.
E te pareva che io, Isabella Marie Swan non facessi un disastro con la cintura?
Ancora adesso non so spiegare cosa e come ho fatto ma mi ritrovai fra le mani la cinghia tutta arrotolata.
Fantastico!
A quella vista, la signorina mi venne accanto sorridendo in segno di comprensione e sistemo' il "danno".
"Non ti preoccupare cara, non sei la prima ad avere problemi con queste -cose-" mi disse gentilmente.
"Grazie, mi scusi per il disturbo sa', non sono abituata agli aerei!"
"Nessun problema, anche questo è compito mio. Ora rilassati e goditi il panorama."
Detto questo si allontano'. Mamma, papa' ed io avevamo preso posto su tre delle quattro poltrone per stare piu' vicini e poter parlare piu' comodamente; mamma ed io dal lato del finestrino, papa' verso il corridoio.
Quando l'aereo decollo' riuscii finalmente a rilassarmi.

Dovevo essermi addormentata, come il mio solito, perchè quando aprii gli occhi mi accorsi che l'aereo stava lentamente scendendo.
In quell'istante esatto, sentii una mano calda accarezzarmi un braccio: era mia madre che mi dava conferma dei miei pensieri.
Finalmente!!! Eravamo arrivati.
L'aereo concluse la sua corsa, raccogliemmo le nostre cose, ci voltammo un'ultima volta ad osservare tutto cio' che stavamo per lasciare e a malincuore ci dirigemmo verso l'uscita.
Una volta fuori andammo verso il nastro per ritirare i nostri bagagli che fortunatamente non si fecero attendere troppo. Sentivo il mio corpo attraversato da mille emozioni.
Con le borse in mano e il cuore colmo di gioia ci incamminammo fuori dall'aeroporto.
Non potevo minimamente immaginare cosa mi avrebbe riservato il destino per quella vacanza che stava per iniziare.

   
 
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